“E NOI ABBIAMO CREDUTO ALL'AMORE” 1 GV. CAP 4 VERS 16
UNA
PREGHIERA A GESU'
Ormai
i tempi sono maturi; ma è necessaria una radicale conversione per
vivere il tuo messaggio di amore e di misericordia: ciascuno di noi
deve amare dando alla sorella o al fratello in dono il bene che ha
ricevuto da Te, dal Padre Celeste e dallo Spirito Santo; ciascuno di
noi deve amare ricambiando al fratello o alla sorella il bene da Lui
ricevuto. L'esercizio del vero amore porta con se enormi conseguenze:
nessuno si deve credere in diritto di giudicare e di condannare il
fratello o la sorella POICHE' COLUI CHE GIUDICA SEI SOLO TU, O GESU';
annunziando il tuo messaggio di salvezza, nessuno deve assumersi,
neanche chi, tu hai chiamato a servirti, di giudicare e di
condannare la sorella o il fratello in fede; annunziando il tuo
messaggio di salvezza nessuno deve assumersi L'AUTORITA'
DI MAESTRO, POICHE' IL MAESTRO SEI SOLO TU, O GESU', e
noi tutti siamo fratelli e sorelle. Nelle Chiese e soprattutto in
quella romana e ortodossa, coloro che da TE hanno ricevuto l'ufficio
di guida delle comunità ecclesiali, e di annunziare autorevolmente
il tuo messaggio di salvezza, devono rispettare IL PRIMATO DELLA
COSCIENZA INDIVIDUALE perchè la verità e il bene non vanno imposti
ma proposti.
L'esercizio
dell'amore fraterno, ci suggerisce anche un retto atteggiamento
ecumenico, ovvero partendo dal : “SOLUS
CHRISTUS” tutte
le Chiese Cristiane si pongano in un atteggiamento di Conversione e
di Riforma. Nessuna Chiesa Cristiana deve pretendere che le altre
Chiese Cristiane si adeguino alle sue convinzioni dottrinali ed
etiche.Invece, pur difendendo caritatevolmente le proprie certezze,
rispetti simultaneamente le certezze delle altre Chiese. Rimanendo in
un dialogo fraterno e amorevole, si arriverà certamente ad una UNICA
CHIESA CRISTIANA, secondo il tuo cuore e i tuoi insegnamenti GESU',
poiché secondo la TUA PROMESSA: LO SPIRITO SANTO CHE PUO' AGIRE SOLO
DOVE TROVA L'AMORE, CONDURRA' LA TUA CHIESA A TUTTA LA VERITA'
don
Salvatore Paparo
UN
RITORNO DELLA CHIESA ECUMENICA AI PRIMI TRE SECOLI DI STORIA DEI
CRISTIANI PER RITROVARE SOLO GLI INSEGNAMENTI DEL PROFETA DI NAZARET,
LA PAROLA FATTA CARNE E DI DIO
Prima dell'editto di Milano
del 313 d.C. E durante i primi tre secoli di storia, al cristianesimo
che piano piano andava sempre più espandendosi, il paganesimo
muoveva una accusa di ateismo e di una mancanza di etica. Bisogna
ricordare che la società pagana di allora era impregnata di
religiosità, i suoi dei da Giove a Giunone, da Venere a Marte da
Apollo a Mercurio da Esculapio a Diana ecc. altro non erano che
coperture sacralizzanti di tutti i settori della vita, dalla
sessualità alla cultura, dall'agricoltura alla caccia, dalla
medicina alla musica ecc.
Nei confronti di questa
società che aveva sacralizzato se stessa in tutta la proiezione
sacrale dei vari dei e dei riti, nonché delle processioni ai vari
templi, i cristiani, discepoli di quel profeta di Nazareth chiamato
Gesù che non rappresentava la proiezione sacrale di nessun elemento
della società, apparivano alla stessa, come empi, sprezzatori degli
dei, che non avevano templi, che non avevano simulacri ne statue
apparivano degli atei che deridevano le cose considerate sacre, un
filosofo romano diceva: (Deos despuunt, nullas aras habent, templa
nulla, nulla nota simulacra, rident sacra)
Negli anni successivi
all'editto di Milano la Chiesa, voluta da Costantino (che ancora oggi
ci attanaglia)ha provveduto a ricoprire con un manto sacrale, tutti
gli aspetti e le manifestazioni della vita, con il rischio di
permettere la sopravvivenza dei vecchi fermenti del paganesimo sotto
il rivestimento e la garanzia del cristianesimo; in questo grande
processo di assimilazione, l'annuncio di Cristo, il messaggio
dell'Evangelo sembra aver perduto la sua funzione discriminante,
allora e fino alla rivoluzione francese, non era più pensabile una
distinzione tra società civile e la società ecclesiastica; la
chiesa ha insediato se stessa come l'autorità suprema ( sia nel
mondo cattolico che protestante) che sola poteva legittimare i valori
della società civile, riproponendo in veste cristianizzata la
sintesi antica: “tra la città e il mondo degli dei”.
Dire quindi “Solus Christus
e Sola Scriptura” vuol dire affermare che Dio può essere
conosciuto soltanto attraverso la mediazione di Gesù, ascoltando le
parole della Bibbia e i sacramenti che Gesù stesso ha costituito,
ovvero LA SANTA CENA E IL BATTESIMO. Ma questa centralità di CRISTO
che porterà alla unità delle chiese cristiane come possiamo
viverlo; bisogna tornare a Martin Lutero, come ci è tornato il papa
Francesco ultimamente, Lutero ci dice questo: “L'Evangelo esige la
fede in Cristo,..... il quale ci da vita e beatitudine, non in virtù
delle nostre opere, bensì in virtù dell'opera sua.... così
possiamo rendere nostro il suo morire e la sua vittoria, come se
fossero azioni nostre”
Questo significa che Solus
Christus e Sola Scriptura si esplicità in Sola Gratia e Sola Fide.
r.
Fulvio Crivello
RIFLESSIONE
BIBLICA
DAL LIBRO DEL PROFETA OSEA AL
CAP. 11 VERS. 1-11
“Quando
Israele era fanciullo, Io l'amai, e fin dall'Egitto, chiamai il mio
figliuolo. Egli è stato chiamato, ma si è allontanato da chi lo
chiamava; hanno sacrificato ai Baali, hanno offerto incensoa immagini
scolpite! IO ho insegnato i primi passi ad Efraim, sorregendolo per
le braccia;; con legami di amore li tiravo a me; per loro ero come
chi leva il giogo dal collo; mi piegavo su di lui per dargli il cibo,
ma essi non si sono resi conto che ero IO ad aver cura di loro.
Israele
non ritornerà nel Paese d'Egitto, Assur sarà il suo re, perchè
hanno ricusato di tornare a ME!La spada sarà brandita contro le sue
città e ci sarà lutto, sterminerà i suoi figli a motivo dei loro
progetti!
Il
mio popolo è malato di infedeltà! Invocano Baal ma costui non li
salverà!....Come farei a lasciarti o Efraim? A darti in mano ad
altri o Israele? Come posso trattarti come Adma, considerarti come
Zeboim?
Il
mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni
s'accendono. IO non sfogherò l'artente mia ira, non distruggerò più
Efraim di nuovo, perchè IO sono DIO e non un uomo, sono il SANTO in
mezzo a te che non ama distruggere!
Essi
seguiranno il Signore; egli ruggirà come un leone; si, egli ruggirà
e accoreranno i figliin fretta dall'occidente. Accoreranno con un
uccello dall'Egitto e come una colomba dal paese di Assiria; e li
farò abitare nelle loro case”
Due parole sulla figura del
profeta Osea:
Osea esercitò il ministerio
profetico nel Regno del Nord dal 750 al 725 a.C. Dopo la morte del re
Geroboamo II, cominciò nel Regno di Israele un periodo di gravi
disordini politici e continue congiure di palazzo. La vita privata
del profeta diventa un'azione simbolico-profetica di Dio nei
confronti di Israele. Come Osea respinge la moglie a causa della sua
infedeltà per poi riprenderla, così Dio respinge Israele infedele
per poi richiamarlo a se. Per Osea, Dio è colui che AMA. Guardando
al passato, il profeta vede nel Signore un padre e una madre per
Israele e guardando all'avvenire vede in LUI un marito che si prende
cura della moglie e dei figli/e. Il giudizio divino, al contrario di
quello degli uomini, è concepito soprattutto in funzione dell'Amore:
è una misura disciplinare, che può essere anche severa, ma ha
sempre in vista il ristabilimento delle relazioni di AMORE e di
COMPASSIONE
In questo antico testo su cui
oggi tutti noi riflettiamo, troviamo espressa nella maniera più
grande l'AMORE di DIO. E questo amore lo si scopre subito leggendo il
primo versetto”quando Israele era fanciullo IO l'amai” vediamo
insieme i tre principali punti:
L'amore
di DIO nella nostra vita:
La fedeltà di Dio al suo patto di AMORE stabilito con l'uomo e la
donna non viene mai meno, e proprio oggi con tutti i problemi e le
difficoltà della vita ci pone di fronte questo immenso amore c'è lo
ricorda ancora una volta, dicendoci che Dio con la venuta di Gesù
non è rimasto a guardare la nostra storia da lontano, ma ha deciso
di partecipare ad essa con la sua parola di vita e di speranza. Le
poche cose buone che facciamo, vengono solo da LUI. Se sappiamo
camminare è grazie a LUI, se abbiamo di che sfamarci, e grazie a
LUI, se siamo stanchi, afflitti, circondati da mille problemi e solo
grazie a LUI che si prende cura di noi; il suo AMORE si rinnova ogni
giorno.
La
nostra sordità:
Ma di fronte a questo intervento d'amore instancabile, noi cosa
facciamo? Noi siamo sordi e distratti da mille cose futili o peggio
ancora disubbidienti ai suoi comandamenti. Pensiamo di saper
camminare da soli, pensiamo che Dio sia solo più un optional,
abbiamo la certezza che noi soli possiamo darci sufficienti garanzie
di vita. Risultato di questa nostra indipendenza è chiaramente su
quello che succede nel mondo intero.
Un
invito pressante:
Ma nonostante tutto, Dio non si stanca, egli rimane fedele al suo
patto di Amore verso di noi, ma pretende anche da noi una risposta di
fedeltà, così come lo pretendeva all'epoca di Osea da Israele. Per
questo ripete a noi l'invito pressante alla conversione, a ritrovare
noi stessi nel suo AMORE e non fuori di esso; Egli ci invita a
scoprire la nostra dignità di donne e di uomini, non certo nelle
nostre certezze, ma nell'accettare il suo insegnamento che non è
altro che la sua proposta di vita e di Amore.
r.
Fulvio Crivello
BENEDIZIONE
DEL SIGNORE
L'Iddio di ogni grazia, il
quale ci ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo, ci perfezioni
Egli Stesso, ci renda saldi, ci fortifichi. A LUI sia la potenza nei
secoli dei secoli. Amen