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2 gen 2021

NATALE 2020

 OPERA CENACOLO FAMILIARE

NATALE 2020

“CHI NON AMA. NON HA CONOSCIUTO DIO, POICHE' DIO E' AMORE”

I lett. Di Giovanni cap. 4 v. 8

Care amiche ed amici del Cenacolo Familiare, i miei più sinceri auguri per un Natale un po' diverso dal solito, con meno affari e settimane bianche o crociere nei mari tropicali ma, è questa è una mia speranza, un natale più spirituale. Un ritorno ad una festa più familiare e al vero significato del Natale. Un sincero augurio di passare questa festa in modo sereno e amorevole.

RIFLESSIONE BIBLICA

“E' avvenne che, mentre erano li, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fascio e lo pose a giacere in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo” Luca cap. 2 vers 6-7

Piano, piano, a poco a poco ci stiamo riuscendo, malgrado i tempi che stiamo vivendo e malgrado il virus che ci perseguita, siamo arrivati al punto di celebrare una festa tanto cara, come il Natale senza conoscere esattamente il significato del medesimo. Si annuncia il Natale senza conoscere Gesù, ci scambiamo gli auguri ma nella maggioranza non sa il perchè. Non dobbiamo stupirci, come i pastori di cui precedentemente il brano ci narra: “sono presi dal timore” non hanno paura delle tenebre, ma della luce di Dio, che risplende con la venuta di Gesù. Noi care amiche ed amici preferiamo vivere nelle tenebre, ci fa paura la luce di Dio. Chi vive questi giorni, anche tristi, non mette più luce e verità nella sua vita, non celebra la venuta di Gesù di Nazaret.

L'unica ragione per celebrarlo è questa “Oggi è nato per voi il Salvatore” Gesù non è nato per Maria e Giuseppe , non appartiene a loro, Gesù è nato per tutti. Questa nostra società, atta ai consumi allo spreco non è la definitiva verità. Gesù è la speranza che l'ingiustizia, che oggi avvolge tutto, non vincerà per sempre, senza questa speranza non c'è Natale. Si ci godremo, almeno quella, la famiglia e l'amicizia, ci regaleremo dei momenti di felicità, di partite a carte o a scacchi, tutto questo, e sono il primo a pensarlo è una cosa ottima; ma non è ancora il Natale. L'evangelista Luca in questa breve frase del secondo capitolo citata oggi: “perché non c'era posto per loro nell'albergo” ecco fin dal primo momento la venuta di Gesù poneva dei problemi, sia alla classe politica, alla chiesa di allora, ai potenti e ai ricchi, già duemila anni fa egli veniva ignorato e meno si parlava di lui e meglio era; la società, voluta dall'uomo in fondo è poco cambiata. Oggi la nostra società ci parla di questa festa ignorando il significato della stessa; Natale è molto di più di tutto questo ambiante superficiale e manipolato in vari modi che respiriamo in questi giorni nelle nostre strade. Il Natale è molto di più del “SIATE BUONI” dei regali, dei viaggi ecc. ella è più profonda e gioiosa della nostra società dei consumi. Noi credenti dobbiamo recuperare di nuovo il cuore di questa festa e scoprire, al di la della superficialità e stordimento il messaggio di Gesù di Nazaret. Non comprenderemo il Natale se non facciamo silenzio nel nostro cuore, aprirci a quel messaggio di un Dio vicino e amico che ci AMA. Dio non è L'Essere terribile e onnipotente che molte volte la chiesa ci ha fatto credere, chiuso nella sua serietà e inaccessibile. Dio con il Natale è questo bambino,che Mirjam fascia e pone nella mangiatoia consegnandolo alla intera umanità, questo bambino che cerca il nostro sorriso e che ride con noi, ci dice molto di più del suo essere Dio al di la di tutte le nostre ricerche teologiche e cavillosità e speculazioni sul suo essere. Se sappiamo fermarci in silenzio davanti a questo nascituro e accogliere fino in fondo il suo messaggio, comprenderemmo perché il cuore e la mente di un credente deve essere attraversato da una gioia diversa: semplicemente perché Dio è con noi egli è L'EMMANUELE. Sereno Natale a tutti a voi.

r. Fulvio Crivello

BENEDIZIONE

Il Dio della speranza ci riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinchè abbondiamo nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo. Lett. Ai Romani cap. 15 ver.13