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29 mag 2013

SOLENNITA’ DELLA SANTISSIMA TRINITA’

26 MAGGIO 2013


DA CINQUANT’ANNI PASTORE DELLA COMUNITA’
CRISTIANA DI CINTANO

MESSA DI RINGRAZIAMENTO

INTRODUZIONE: Iniziamo il nostro incontro fraterno citando la Sacra Scrittura: “QUESTO E’ IL GIORNO FATTO DAL SIGNORE. ESULTIAMO E RALLEGRIAMOCI IN ESSO”.

La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi…

OMELIA

Oggi celebriamo la festa della Santissima Trinità, ed ogni comunità cristiana sente l’esigenza di balbettare qualcosa sul grande mistero DELLA VITA INTIMA DI DIO.

Per la nostra riflessione partiamo dalla definizione che San Giovanni Evangelista dà di Dio: “DIO E’ AMORE”. In quanto AMORE Dio non è un solitario, MA UNA FAMIGLIA FELICISSIMA COMPOSTA DA TRE PERSONE: DAL PADRE, DAL FIGLIO E DALLO SPIRITO SANTO.

Le quattro caratteristiche dell’amore: DONO, RICAMBIO DEL DONO, UNIONE, FELICITA’, SI REALIZZANO IN SOMMO GRADO NELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO:

D O N O : IL Padre dona tutta la sua vita al Figlio e lo genera.

R I C A M B I O  D E L   D O N O : Il Figlio si ridona al Padre cosicchè Gesù, il Figlio Unigenito del Padre, fattosi UOMO, potè affermare: “PADRE, TUTTO CIO’ CHE E’ TUO, E’ MIO; TUTTO CIO’ CHE E’ MIO, E’ TUO”.

U N I O N E : lo Spirito Santo che è L’AMORE PERSONFICATO, UNISCE IN SE’ il Padre (DONO) al Figlio (RICAMBIO DEL DONO) e il Figlio  al Padre, per cui abbiamo UN SOLO DIO IN TRE PERSONE.

F E L I C I T A ‘ : noi siamo felici quando possediamo UN BENE; siamo più felici quando possediamo PIU’ BENI. Per esempio, siamo felici se abbiamo gli occhi sani; siamo più felici se, oltre ad avere gli occhi sani, abbiamo anche un udito sano. Ebbene, poiché LE TRE PERSONE DIVINE POSSEGGONO TUTTI I BENI IN SOMMO GRADO, ESSE SONO FELICISSIME, SONO LA FELICITA’.

La FamigliaTrinitaria di Dio non aveva bisogno di nessuno per essere felice, ma poiché è Amore e l’Amore si comunica per rendere felici altri, decise di creare L’UOMO E LO CREO’ FAMIGLIA A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA.

Vediamo come la famiglia umana è immagine della Famiglia Trinitaria di Dio.

LA PRIMA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E’ INSIEME SPOSO E PADRE, SPOSA E MADRE. Nella famiglia umana dona le sue qualità DI SPOSO E DI PADRE ALL’UOMO; dona le sue qualità DI SPOSA E DI MADRE ALLA DONNA.

LA SECONDA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E’ INSIEME FIGLIO E FIGLIA. Nella famiglia umana, pertanto, la sua immagine non è solo il figlio, ma il figlio e la figlia insieme.

LA TERZA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA, LO SPIRITO SANTO, E’ L’AMORE CHE UNISCE IN SE’ LE TRE PERSONE DIVINE E LE RENDE FELICI. Nella famiglia umana l’immagine dello Spirito Santo è l’amore che unisce i suoi vari membri che la compongono. Da ciò comprendiamo che una famiglia in cui gli sposi si vogliono bene, i genitori vogliono bene ai figli e alle figlie, i figli e le figlie vogliono bene ai genitori, i fratelli e le sorelle si vogliono bene tra di loro, E’ UNA FAMIGLIA UNITA E FELICE; mentre una famiglia in cui i membri che la compongono non si vogliono bene E’ UNA FAMIGLIA DIVISA E INFELICE.

Se riflettiamo sullo stato di salute delle famiglie nostre contemporanee, purtroppo rileviamo che moltissime di esse sono malate, non vivono di amore ma di egoismo, sono divise e infelici. La loro divisione causa divisione anche nella Società perché la Società è costituita dall’insieme dei singoli nuclei familiari.

Se vogliamo essere artefici di una necessaria inversione di marcia, è indispensabile che ciascuno di noi si impegni a vivere di amore nel seno della sua famiglia. Così contribueremo a migliorare il mondo intero e a renderlo più giusto e più vivibile.

Desidero concludere con una riflessione di indole generale.

Oggi il mondo è molto diviso, dominato da tante guerre fratricide, da tante altre sofferenze che ci causiamo gli uni gli altri, per cui corriamo il rischio di guardare al futuro con pessimismo. Noi cristiani, però, non possiamo essere pessimisti; noi cristiani dobbiamo essere uomini e donne di speranza. Certo, con realismo, dobbiamo costatare l’esistenza del male su vasta scala. Nello stesso tempo, però, con l’occhio della fede, dobbiamo saper scoprire l’immenso bene  che esiste e che prepara un mondo migliore. I tanti mali da cui siamo afflitti non dobbiamo comsiderarli come dolori di agonia che ci condannano alla morte, ma come dolori che generano vita, come dolori CHE PRESTO PARTORIRANNO LA PACE MONDIALE MESSIANICA PROFETIZZATA DAGLI ANGELI SULLA GROTTA DI BETLEM:

“ PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA “.

                                                                                                  Sac. Salvatore Paparo

 
RINGRAZIAMENTI ALLA FINE DELLA MESSA DOPO GLI AVVISI:

Innanzi tutto ringrazio Dio e la nostra comune Mamma Maria Santissima Ausiliatrice che benevolmente mi hanno concesso di vivere cinquant’anni come pastore della comunità cristiana dì Cintano,

Ringrazio, poi, la Cantoria Parrocchiale che ha organizzato la festa; ringrazio i Membri del Consiglio Parrocchiale verso i quali nutro sentimenti di profonda riconoscenza; ringrazio don Fulvio, mio vero amico e apostolo dell’Opera Cenacolo Familiare. Ringrazio, infine, tutti voi presenti in questo nostro incontro fraterno. La vostra cordiale presenza mi parla di affetto sincero da me sentitamente ricambiato. Auguro a tutti una felice festa.

Concludiamo chiedendo la benedizione ALLA SANTISSIMA TRINITA’

 

20 mag 2013

SOLENNITA’ DELLA PENTECOSTE


SOLENNITA’ DELLA PENTECOSTE
19 MAGGIO 2013

OMELIA

Anticamente gli uomini credevano che il mondo fosse piatto, pensavano che il cielo fosse una calotta solida sostenuta all’orizzonte dalla terra, infine erano convinti che Dio abitasse al di là della calotta celeste.
E’ necessario tenere presenti queste concezioni degli antichi per capire il racconto biblico della “Torre di Babele” che, a sua volta, ci offre la comprensione della Solennità odierna della Pentecoste.
Gli uomini, ci dice l’autore sacro della Genesi, vivevano tutti insieme, parlavano una sola lingua ed erano uniti. Un giorno, però, decisero di dare la scalata al cielo fabbricando, con mattoni, una larghisima e altissima torre. Così, pensavano, sarebbero stati potenti come Dio e nello stesso luogo di Dio. Ma, mentre si affaticavano per portare a termine la pazzesca impresa, Dio confuse le loro lingue sicchè, non comprendendosi più,  furono costretti ad interrompere il lavoro, si divisero e si dispersero in tutto il mondo.
L’insegnamento che l’autore sacro ci vuole impartire è evidente. In primo luogo  ci dice che il peccatore è un orgoglioso perché si vuole sostituire a Dio: si sente tanto autosufficiente che nella costruzione della sua vita pensa di poter fare a meno di Dio e decide di non osservare i suoi comandamenti. Anche se non lo dice esplicitamente, almeno implicitamente, afferma: “Tu, o Dio, non ti devi impicciare della mia vita; so io ciò che devo fare; so io ciò che mi è utile e ciò che mi è dannoso”. Oltre che essere un orgoglioso perché si vuole sostituire a Dio, il peccatore è anche un egoista che cerca solo il suo benessere senza badare, anzi calpestando spesso i diritti altrui. Pensiamo, ad esempio, ai ladri, agli omicidi, ai ricchi epuloni che lasciano morire di fame tanti poveri lazzari.
Da quanto abbiamo detto deduciamo che il peccatore usa un linguaggio di divisione: si divide da Dio e dagli altri uomini, creando così un mondo di guerra, un mondo di uomini che si dilaniano gli uni gli altri.
Questa era la situazione di duemila anni fa, al momento in cui Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, venne per abitare in mezzo a noi. La Pentecoste ci diede un messaggio di salvezza da questo disastro. Ma seguiamo i fatti: gli Apostoli, secondo il comando di Gesù, dopo l’Ascensione, si ritirarono nel Cenacolo per pregare con Maria, la Madre di Gesù. Dopo dieci giorni di intensa preghiera, verso le nove del mattino, il Cenacolo fu scosso come da un vento di tempesta, e su ciascuna testa dei presenti comparve una lingua di fuoco. Era lo Spirito Santo che prendeva possesso degli Apostoli. Gli Apostoli, allora, infiammati di amore, dominati da una forza insopprimibile, uscirono dal Cenacolo, andarono nella piazza di Gerusalemme e, con ardore, annunziaromo le meraviglie di Dio. Fra
l’altro, dissero: “Fratelli, Cristo Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha risuscitato. Se volete essere salvi, convertitevi e fatevi battezzare nel nome di Gesù”.
Duemila anni fa, la mattina della Pentecoste si verificò un sorprendente miracolo: in quel periodo, in Gerusalemme si trovavano numerose persone provenienti da ogni nazione per le solennità pasquali. Ebbene, GLI APOSTOLI PARLAVANO SOLO IN ARAMAICO, MA TUTTI I PRESENTI ASCOLTAVANO LE LORO PAROLE NELLA PROPRIA LINGUA NATIA.
Lo Spirito Santo fece questo miracolo per dirci che da quel momento s’iniziava un’ inversione di marcia: ai tempi della Torre di Babele gli uomini prima parlavano una sola lingua ed erano uniti. Dopo il peccato di orgoglio incominciarono a parlare diverse lingue e si divisero. Lo Spirito Santo, invece, nel giorno della Pentecoste trovò gli uomini divisi, ma si fece capire da tutti parlando una sola lingua per mezzo degli Apostoli. Questa sola lingua è  la lingua dell’amore; il linguaggio dell’amore è capito da tutti, distrugge le divisioni ed unisce i cuori.
Se diamo uno sguardo al mondo di oggi tanto diviso, dominato da tante guerre fratricide e da tante sofferenze che ci causiamo reciprocamente, corriamo il rischio di guardare al futuro con pessimismo. Noi cristiani, però, non possiamo essere pessimisti; noi cristiani dobbiamo essere uomini e donne di speranza.
Certo, con realtà e con tristezza, dobbiamo costatare l’esistenza di tanto male nel mondo; ma nello stesso tempo, con l’occhio della fede, dobbiamo saper scoprire l’immenso bene che esiste e che prepara un mondo migliore. I tanti dolori da cui siamo afflitti non dobbiamo considerarli come dolori di agonia che ci condannano alla morte, ma come dolori che generano vita, come dolori che presto partoriranno   LA PACE MONDIALE MESSIANICA PROFETIZZATA DAGLI ANGELI SULLA GROTTA DI BETLEM:
“PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA”.

Sac. Salvatore Paparo

13 mag 2013

Ascensione Omelia


FESTA DELL’ASCENSIONE
12 MAGGIO 2013

OMELIA

L’Ascensione al Cielo è la conclusione gloriosa della vita terrena di Gesù.
Essa avvenne sul monte degli Ulivi. E non a caso: il monte degli Ulivi, infatti, è un testimone di primo piano: e lì che Gesù aveva trascorso tanti notti in preghiera; è lì che Gesù la notte del Giovedi Santo, prima che fosse consegnato nelle mani dei peccatori, aveva vissuto tre terribili ore di agonia durante le quali aveva sudato sangue. La terra del monte degli Ulivi così era stata innaffiata e fecondata con il sangue di Gesù, simbolo della sua passione e morte.  La risurrezione e l’ascensione di Gesù al Cielo ne sono il prezioso frutto. E’ Gesù stesso che ce lo dice:
“ERA NECESSARIO CHE IO SOFFRISSI MOLTO, PRIMA DI ENTRARE NELLA MIA GLORIA”.
“IO SONO COME UN CHICCO DI GRANO CHE CADUTO IN TERRA MUORE; MA CHE SUBITO DOPO RISORGE E FRUTTIFICA UNA RIGOGLIOSA SPIGA”.
Gesù, dunque, ha sofferto ed è morto; ma è anche risorto, ed ora glorioso gioisce in Paradiso. Noi siamo dei fortunati perché destinati alla medesima gloria di Gesù. Ascoltiamo ancora le sue parole:
“PADRE, VOGLIO CHE DOVE SONO IO, SIANO ANCHE I MIEI DISCEPOLI”.
“IL VOSTRO CUORE NON SI TURBI. NELLA CASA DI MIO PADRE CI SONO MOLTI POSTI. EBBENE, IO VADO A PREPARARE UN POSTO A CISACUNO DI VOI… VI PRENDERO’ CON ME AFFINCHE’ DOVE SONO IO SIATE ANCHE VOI”.

Parlare del Paradiso è molto difficile. San Paolo che, ancora vivente, ebbe il singolare privilegio di essere trasportato in Paradiso per alcuni istanti, ci seppe dire solo questo:
“NESSUNA MENTE UMANA POTRA’ MAI IMMAGINARE LE COSE MERAVIGLIOSE CHE DIO HA PREPARATO PER COLORO CHE LO AMANO”. Per avere una piccola luce sul Paradiso possiamo utilmente riferirci alle parole del Papa Leone XIII:
“IN PARADISO VEDREMO, POSSEDEREMO E GODREMO DIO”
In Paradiso vedremo Dio faccia a faccia, lo vedremo così come è. Per essere felici, però, non è sufficiente vedere Dio come non è sufficiente sapere che per sentire e per vedere necessitano l’udito e l’occhio. Per poter gustare la gioia di udire e di vedere è necessario possedere un udito sano e un udito sano. Allo stesso modo noi in Paradiso AVREMO UN’IMMENSA GIOIA PERCHE’ POSSEDEREMO DIO SOMMO BENE COSI’ COME IL FERRO INFUOCATO POSSIEDE IL FUOCO.

Dobbiamo aggiungere che in Paradiso saremo tutti PIENAMENTE felici, ma lo saremo in grado disuguale. Saremo felici cioè in proporzione del bene che facciamo in questa terra: più bene facciamo in questa terra e più felici saremo in Paradiso. Un paragone ci può illuminare: consideriamo due bicchieri pieni d’acqua ma di diversa dimensione: pur essendo tutti e due pieni, il bicchiere più grande contiene più acqua e il bicchiere più piccolo contiene meno acqua. Possiamo dire che noi in terra dobbiamo lavorare perché il nostro bicchiere di felicità eterna diventi sempre più capiente. Pertanto è da saggi seguire l’esortazione di San Paolo:
“MENTRE ABBIAMO TEMPO, OPERIAMO IL BENE”.

Sac. Salvatore Paparo

8 mag 2013

DOBBIAMO PENSARE


“DOBBIAMO PENSARE CHE PAPA FRANCESCO

  E’ SIMBOLO DI UNA GRANDE RIFORMA NELLA CHIESA “

Intervista a Frei Betto durante un incontro organizzato dal coordinamento

“Noi con il mondo” di Pinerolo in collaborazione con la “Rete Radiè Resh”
di Gianfranco Monaca
FREI BETTO HAI PORTATO DEI LIBRI DA DIFFONDERE.
DI CHE SI TRATTA?

“ Ho lavorato per sei anni al libro QUELL’UOMO  CHIAMATO GESU’.
Sono i quattro Vangeli scritti come un romanzo. Il Vangelo è un libro scritto duemila anni fa: nelle comunità di base la gente non ha né il tempo né la testa  per fare dei corsi biblici. Mi sono basato sulla bibliografia dei critici più attuali ed ho viaggiato in Giudea, Samaria e Galilea, poi ho completato con la fantasia il racconto evangelico. Un esempio. Nel vangelo di Giovanni si racconta che Gesù è andato ad una festa di matrimonio nel villaggio di Cana con Maria e i discepoli.
Le ricerche mostrano come era il matrimonio nel rito giudaico di quell’epoca, e dicono che tutti ballavano in questa festa. Né le mie ricerche né i vangeli dicono che Gesù ha ballato, ma essendo celibe certamente ha ballato: perciò in questo romanzo Lui balla”.

CI SONO FATTI NUOVI NELLA CHIESA. CHE TE NE PARE?

“ Voglio raccontare un’altra storia, che tutti conoscono meglio di me. Il sistema di produzione dell’Europa occidentale, fino al dodicesimo secolo, era un sistema feudale. Gli alimenti venivano dai servi della gleba, e i beni materiali dagli artigiani. Gli abiti erano un prodotto artigianale. Nel dodicesimo secolo un italiano chiamato Bernardone ha creato una manifattura di tessuti. Bernardone è un pioniere del sistema capitalista. Importava i prodotti per la tintoria dalla Francia, che era un’area metropolitana..
In omaggio a questa, ha dato al figlio il nome di Francesco, cioè “il Francese”, come se uno, per ammirazione degli Stati Uniti, chiamasse il figlio George Bush o Barak Obama. Il figlio di Bernardone andò in guerra, tornò ferito e fece una scelta radicale in favore della pace. Aveva percepito che la manifattura di papà produceva miseria, perché se possedeva una macchina che faceva i tessuti in serie, questi costavano meno di quelli prodotti dagli artigiani. Francesco denunciò questo sistema produttivo: Francesco è un pioniero della critica al capitalismo. In più, si è schierato dalla parte delle vittime del capitalismo ed è diventato povero con i poveri”.

STAI PENSANDO AL NUOVO PAPA?

“Ora, quando un papa prende il nome di Francesco, significa qualcosa. Mai un papa si era chiamato Francesco, come nessun papa si è chiamato Pietro secondo, e speriamo che non capiti mai, perché, dice Nostradamus, quando un papa si chiamerà Pietro secondo il mondo finirà. Nessun papa si è chiamato col nome dell’evangelista Matteo né con il nome dell’evangelista Luca; forse c’è stato un papa di nome Marco, ma ventiquattro col nome di Giovanni, senonchè uno non è canonico, per cui l’ultimo è stato Giovanni XXIII. Sappiamo ciò che è accaduto nell’ultimo Conclave. Il cardinale Bergoglio sedeva accanto al cardinale  Claudio Ruiz brasiliano, con cui ha lavorato per quindici anni, vescovo della regione industriale di San Paolo come incaricato della pastorale operaia. Don Claudio ha raccontato che, quando Bergoglio ha capito di essere eletto, lui si è alzato, lo ha abbracciato e baciato, e Bergoglio gli ha chiesto “Che nome prendo?”. Dom Claudio, che è francescano ed è un uomo che ha fatto la scelta dei poveri, gli ha suggerito il nome Francesco. Ora abbiamo un papa molto ecumenico, perché è gesuita, ha adottato un nome francescano, e si veste con la divisa da domenicano, che è la mia divisa”.

CHE MESSAGGIO HA VOLUTO DARE PAPA FRANCESCO?

Questo nome ha cinque significati: quello della pace,  la cri
tica del sistema produttivo che genera la miseria, l’opzione per i poveri, poi  san Francesco è il patrono dell’ecologia, dell’amore per la natura, tema attualissimo, e in ultimo luogo Francesco, nella chiesa di San Damiano ha sentito Gesù chiedergli di ricostruire la Chiesa. Lui ha preso alla lettera questo comando e ha ricostruito la chiesa di pietre, poi ha capito che questa chiesa era molto più ampia: si trattava di ricostruire la Chiesa Cattolica, che era molto corrotta e che aveva raggiunto il vertice della corruzione nel periodo di Innocenzo III. Francesco non è mai stato ordinato sacerdote, ma ha creato un movimento nel periodo in cui la Chiesa
produceva molti gruppi dissidenti, che per equivoco erano chiamati “eretici”.
Non c’era niente di eretico, semplicemente criticavano la Chiesa per amore del Vangelo”.

UN MESSAGGIO POLITICO, DUNQUE?


“Francesco nel 1209 va a Roma a chiedere l’aurorizzazione per questo movimento, e il papa concede l’autorizzazione. Era un politico intelligente: prima che il papa condannasse anche lui come eretico, come aveva fatto con Pietro Valdo e gli altri, è andato a chiedere la benedizione papale. Innocenzo III è morto nel 1216; un cardnale francese che aveva preso parte al suo funerale racconta di essere stato molto impressionato del lusso di cui il cadavere era coperto, dell’oro, dei gioielli che erano graditi a Innocenzo III: dato che le esequie di un papa durano diversi giorni, e la notte la basilica di San Pietro era rimasta deserta, sono entrati i ladri e hanno lasciato il cadavere letteralmente nudo. Ma nella basilica era presente una persona che i ladri non hanno visto, e che era Francesco. Francesco allora si è tolta la sua veste francescana per coprire il corpo del papa. Si tratta certamente di una leggenda, ma è molto interessante perchè racconta la seconda spogliazione di Francesco. Con la prima aveva rifiutato i vestiti costruiti dal padre e con la seconda aveva coperto la nudità del papa.
L’altro significato del nome Francesco è Francesco Saverio. Gesuita come il papa attuale era andato ad evangelizzare il Giappone e l’India. Noi siamo attualmente in un periodo storico molto simile a quello del  XVI secolo. Che fare?. Cinquant’anni fa la Chiesa ha promosso il Concilio Vaticano II, e sono cinquant’anni che aspettiamo che questo Concilio sia messo in pratica.”.

UNA POLITICA DIVERSA, DUNQUE?

“ Si conosce la storia: Giovanni XXIII annunciò questo Concilio senza consultare la Curia romana. Era molto amico del vescovo brasiliano Helder Camara, il pioniere dell’opzione per poveri nella chiesa del ventesimo secolo. Un giorno Helder Camara andò a parlare con Giovanni XXIII e gli ha chiesto perché i buoni teologi non erano stati invitati a questo Concilio, facendo alcuni nomi: Congar, De Lubac, Ratzinger (un buon teologo tedesco progressista), Hurs von Balthasar, il collega di Ratzinger Hans Kung, nessuno dei quali era stato invitato al Concilio.
Giovanni XXIII rispose a don Helder: “Già è stato così difficile convocare un Concilio senza consultare la Curia, che non mi sento in condizione di invitare questi teologi, perché sento che la Curia andrà molto in collera”.
Anche don Helder era un politico molto abile, e ha fatto al papa una proposta.
Ecco l’accaduto: in quella settimana il papa doveva ricevere in udienza i cardinali della Curia, mettiamo il giovedi alle cinque del pomeriggio. La segreteria papale aveva fissato per dom Helder una udienza alle sei del pomeriggio di quello stesso giorno, senonchè dom Helder arrivò alle quattro e mezza, e subito dopo arrivarono i cardinali della Curia per l’udienza delle cinque. Quando il papa apre la porta per ricevere la Curia, vede dom Helder che era previsto solo per le sei, e lo chiama. “ Entri, entri!”. Dom Helder aveva molte carte sotto il braccio, e rimase accanto al papa durante l’udienza dei cardinali. Ad un certo momento lasciò che le carte cadessero per terra, e Giovanni XXIII chiese di che carte si trattasse. “Mah, sono soltanto i nomi di alcuni teologi che vengo a suggerire che siano invitati al Concilio”. “Allora, la prego di leggerli – disse il papa – di che nomi si tratta?”. “ Hans Kung, Congar, Chenu…”.  ” E’ ovvio che devono essere invitati“ esclamò il papa. E fu così che furono invitati.

QUALI SONO I NODI DA SCIOGLIERE?

“Il primo è la sessualità. I verbali del Concilio oggi sono pubblici, e sappiamo che il vescovo di Cracovia, Karol Vojtyla, nelle commissioni ha sempre votato con i più conservatori, il che spiega come nei ventisei anni del suo pontificato non ha mai messo in pratica il Concilio. C’è un argomento nella chiesa che resta congelato dal tempo del Concilio di Trento, cioè dal 1500, e si chiama Teologia Morale: è il tema della sesssualità. In Concilio c’è stato un movimento per riaprire un dibattito su questo argomento, ma i conservatori si sono organizzati e lo hanno impedito. La vita è l’ironia della storia, e riguarda il cardinale francese Jean Danielou, che anni dopo è morto improvvisamente nella camera di una prostituta a Parigi, ma era stato il leader del gruppo che aveva impedito che si toccasse l’argomento sessualità”.

POI?

“ La questione della donna. Voglio ricordare qualche punto della dottrina ufficiale. Nella teologia scolastica c’è una questione classica: Può uno schiavo essere sacerdote? Sì, se è stato reso libero, perché lo schiavo è un uomo e come tale gode della pienezza della natura umana. Qui viene la seconda domada: può una donna libera essere sacerdote? No, perché la donna è ontologicamente inferiore all’uomo e non gode della pienezza della natura umana e nemmeno del pieno dominio della ragione. Questo è un testo della dottrina ufficiale della Chiesa, non è un mio discorso. La donna non ha il pieno dominio della ragione, come i bambini e i pazzi.
Una coppia sposata religiosamente e civilmente può avere rapporti sessuali, ma a condizione che tale rapporto sia destinato alla procreazione. Se è per il piacere, no. E’ lussuria. Ho sentito un professore di teologia morale dire a questo proposito: “Questo non è teologia, è zoologia”. M anche in zoologia i mammiferi hanno delle manifestazioni fisiche di affetto. Gli unici animali che hanno rapporti sessuali solo per la procreazione sono i rettili”.-

TU PARLI SPESSO DI IPOCRISIA. PERCHE?

“ Questo è l’ipocrisia, dividere ciò che si predica da ciò che si vive.
Benedetto XVI diceva che la Chiesa è piena di ipocrisia: è una cosa forte se la dico io, ma se la dice un papa è ancora più forte. Ho l’impressione che dicendo questo si è tolto un peso enorme dalle spalle, e le critiche che ha fatto alla Chiesa e alla Curia sono molto forti. Nell’ultima settimana di febbraio Benedetto XVI ha fatto per la Chiesa molto più di quanto aveva fatto in otto anni, e ha messo fine alla papolatria, all’idolatria del papa, come se il papa fosse un dio in terra, che è un’affermazione di san Giovanni Bosco ed è un’affermazione eretica; ma quando si fa un’affermazione eretica a favore del potere non si viene mai condannati dal potere.
La Chiesa dice che è proibito usare il preservativo, anche se ciò produce l’AIDS dovunque. Paolo VI ha cercato di aprire in Concilio il dibattito sulla malattia sociale, con l’aiuto di una persona ottima come Bernhard Haring e ha deciso di trattare l’argomento in una enciclica, ma Paolo VI era una personalità debole e la Curia è riuscita ad imporsi su di lui: il risultato è l’enciclica HUMANAE VITAE, che ha bloccato questo tema. Giovanni Paolo II non aveva alcun interesse a toccare l’argomento e, quando si è scatenato lo scandalo della pedofilia, l’argomento era di coprire. Roma ha coperto lo scandalo fin quando hanno cominciato ad essere coinvolti vescovi e cardinali”.

HAI IN MENTE ALTRI NODI DA SCIOGLIERE?

“Poi c’è la corruzione finanziaria, che ha prodotto dei suicidi sotto i ponti di Londra.
Vi do anche una versione del caso di Giovanni Paolo I, papa Luciani, che mi è stata confidata da un cardinale. Il cardinale di Chicago ha intestato un conto bancario di 50.000 dollari a una nipote; Paolo VI lo voleva trasferire da Chicago ma il cardinale Baggio, presidente della Congregazione dei vescovi,  si è opposto dicendo che la stampa documentava la corruzione del cardinale, ma che se si trasferiva quello di Chicago avrebbero accusato quello di Parigi, quello di San Paolo, e si sarebbe dovuto correre dietro a tutte queste denunce. Paolo VI non trasferì il cardinale di Chicago, ma tre mesi dopo papa Luciani invitò a cena il cardinale Baggio ed ebbero un colloquio molto difficile: il papa non riuscì a convincerlo a trasferire il cardinale di Chicago e Baggio se ne andò. Il papa rientrò nella sua camera, prese il telefono e chiamò il cardinale Martini a Milano. Disse di avere la tachicardia e raccontò a Martini la discussione che aveva avuto con Baggio. In quella notte il papa morì. Martini narrò questo ad un altro cardinale, che lo ha raccontato a me. Dato che non intendo rivelare il nome di questo cardinale,e che anche Martini è morto, io vi trasmetto questa versione”.

CHE COSA TI ASPETTI DUNQUE DA QUESTO NUOVO PAPA?

“Ora noi dobbiamo pensare che papa Francesco è simbolo di una grande riforma nella Chiesa.
Subito dopo l’elezione, il cardinale Claudio Ruiz, del Brasile, ha dichiarato a Roma che ci sarà una riforma della Curia romana. Ruiz è un uomo che misura molto le parole e non avrebbe mai detto queste cose se non fosse stato autorizzato dal papa, perciò c’è speranza che ci sarà una riforma della Curia. Ma ci aspettiamo molto più da questo papa: il Concilio parla di  una gestione collegiale della Chiesa. Il papato è l’unica monarchia assoluta che resta in Occidente. In Oriente c’è quella dell’Arabia Saudita. A lui piacerebbe molto che il papa non fosse un capo di Stato e chiudesse tutte le nunziature, che oggi hanno più potere delle conferenze episcopali, e ricordo che durante il pontificato di Paolo VI in Brasile la nunziatura non contava niente, mentre oggi interferisce nelle decisioni delle chiese nazionali. Sarebbe molto buona cosa se il papa valorizzasse i presidenti delle conferenze episcopali delle chiese nazionali e i sinodi dei vescovi e che creasse un sinodo dei laici, secondo la LUMEN GENTIUM che è una delle principali costituzioni del Concilio Vaticano II”.

TU HAI CONOSCIUTO SULLA TUA PELLE LE DITTATURE MILITARI IN AMERICA LATINA. NE PARLI NEL TUO LIBRO “BATTESIMO DI SANGUE”. CHE COSA PENSI  DEL CARDINAL BERGOGLIO IN ARGENTINA NEGLI ANNI DELLA DITTATURA?

“Io sto alla parola del premio Nobel per la Pace Perez Esquivel: dice che in primo luogo Bergoglio non era ancora vescovo, era superiore dei Gesuiti, e non ha peccato per partecipazione alla politica della Giunta militare; può darsi che talvolta ha peccato di omissione, ma certamente ha lavorato dietro le quinte favorendo i perseguitati. Non esiste alcuna prova che lui personalmente abbia appoggiato la dittatura, come invece ha fatto l’insieme  della Chiesa argentina”.

QUANDO, DOPO L’ELEZIONE AL PONTIFICATO, IN ITALIA QUESTO INTERROGATIVO SI E’ POSTO, LA RADIO VATICANO HA LIQUIDATO VELOCEMENTE LA QUESTIONE COME UNA CAMPAGNA DI ANTICLERICALISMO DI SINISTRA. CHE COSA NE PENSI’?

“In primo luogo non so dove la Radio Vaticano abbia incontrato la sinistra, visto che in  Europa la sinistra non esiste più. In America Latina sì, ma non in Europa. In secondo luogo l’anticlericalismo sta molto di più nel razionalismo scientifico che non in quella che si chiama sinistra. Io trovo che il dubbio  venga sollevato legittimamente da tutti coloro che difendono i diritti umani”.

UN CRISTIANO PUO’ ESSERE ANTICLERICALE?

“Sì, trovo che può: un cristiano non solo può, ma direi di più, un cristiano nell’attuale struttura della Chiesa DEVE essere anticlericale, perché la Chiesa non sono solo i preti; la Chiesa sono soprattutto i laici che non sono chiamati “padri , sono fratelli come san Francesco, che non è mai diventato prete”.




4 mag 2013

Amatevi gli uni gli altri


“ AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI COME IO VI HO AMATO “
  QUINTA DOMENICA DI PASQUA C  28 APRILE 2013.

OMELIA

Il brano evangelico di oggi è brevissimo, ma contiene  il punto fondamentale del cristianesimo:
“ VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI; COME IO VI HO AMATO, COSI’ AMATEVI ANCHE VOI GLI UNI GLI ALTRI. DA QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIEI DISCEPOLI SE AVRETE AMORE GLI UNI PER GLI ALTRI”.

Gesù dà somma importanza alla carità fraterna, anzi addirittura ci dice che Lui, Figlio Unigenito del Padre Celeste, si è fatto Uomo perché noi uomini sciogliessimo il gelo dell’odio e dell’egoismo e ci facessimo divorare dal fuoco dell’amore: “SONO VENUTO NEL MONDO PER PORTARE IL FUOCO DELL’AMORE, ED HO UN SOLO DESIDERIO: CHE ESSO SI ACCENDA E SI ESPANDA OVUNQUE “.

Scendendo al pratico Gesù, in primo luogo, ci dice che non dobbiamo offendere
gli altri: “ SE TU DICI AL PROSSIMO: “SEI PAZZO”, MERITI DI ESSERE GETTATO NEL FUOCO DELL’INFERNO”. “SE TI TROVI IN CHIESA PER PARTECIPARE ALLA MESSA; E LI’ TI RICORDI CHE HAI OFFESO IL PROSSIMO, LASCIA LA CHIESA, VA’ PRIMA A CHIEDERE PERDONO AL FRATELLO, E POI TORNA IN CHIESA PER LA MESSA”.

In secondo luogo Gesù condanna LA VENDETTA:
“ AVETE UDITO CHE FU DETTO: “OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE”. IO INVECE VI DICO DI NON RESISTERE ALLA CATTIVERIA; DI NON RISPONEDERE AL MALE CON IL MALE, DI CONQUISTARE L’OFFENSORE CON LA MANSUETUDINE”. E Gesù ci porta un esempio pratico: “SE UNO TI PERCUOTE SULLA GUANCIA DESTRA, TU PRESENTAGLI ANCHE L’ALTRA”. Il che significa che dobbiamo essere pazienti quando gli altri ci trattano malamente.
In terzo luogo Gesù ci proibisce di giudicare il prossimo e stabilisce la seguente legge: “ SARETE GIUDICATI CON LO STESSO GIUDIZIO CON IL QUALE GIUDICATE: SE CONDANNATE, SARETE CONDANNATI”.

Gesù poi condanna severamente la nostra mania d rilevare i difetti degli altri:
“ PERCHE’ OSSERVI LA PAGLIUZZA CHE E’ NELL’OCCHIO DEL TUO FRATELLO, E NON BADI ALLA TRAVE CHE E’ NEL TUO OCCHIO? STOLTO, TOGLI PRIMA LA TRAVE CHE E’ NEL TUO OCCHIO E POI VEDRAI ABBASTANZA  PER TOGLIERE LA PAGLIUZZA CHE E’ NELL’OCCHIO DEL TUO FRATELLO “.
Infine Gesù vuole che la nostra carità giunga fino ad amare i nostri nemici:
“ AMATE I VOSTRI NEMICI, PREGATE PER COLORO CHE VI CALUNNIANO; FATE DEL BENE A COLORO CHE VI ODIANO”.
E Gesù ci indica due motivi per cui dobbiamo amare anche i nostri nemici:
in primo luogo per essere figli degni del Padre Celeste il quale fa sorgere il suo sole e fa piovere non solo sui buoni che lo amano, ma anche sui malvagi che l’offendono. In secondo luogo perché i cristiani debbono fare qualcosa di più
dei peccatori: i peccatori amano e fanno del bene solo a coloro che li amano; i cristiani devono amare e fare del bene anche a quelli che gli fanno del male.

Certo la carità fraterna è esigente, essa ci chiede cose contrarie alla nostra mentalità. Ma Gesù esige la nostra conversione: dobbiamo cioè mutare il nostro modo di pensare secondo il mondo con il modo di pensare secondo Dio.

Come concludere? Gesù praticò per primo quanto ci insegnò. Basta pensare all’amore più difficile: Egli perdonò e chiese perdono per i suoi carnefici, per i suoi crocifissori: “ PADRE, PERDONA LORO PERCHE’ NON SANNO QUELLO CHE FANNO “.

Pertanto, Gesù giustamente ci invita ad imitarlo:

“IO VI HO DATO L’ESEMPIO PERCHE’ FACCIATE COME HO FATTO IO”.

Sac. Salvatore Paparo.

1 mag 2013

Amatissimo Papa Benedetto XVI

non ti nascondo che mi sei stato sempre un po’ antipatico perché hai trattato con durezza i più benemeriti teologi cattolici che hanno profondamente difeso la Vera Chiesa di Gesù, Chiesa che deve servire e non condannare i fratelli.

E’ necessario proporre e non imporre ciò che noi riteniamo essere “LA VERITA’ “ : LA VERITA’ S’IMPONE DA SE STESSA. DOVE ARRIVA LA LUCE, LE TENEBRE SCOMPAIONO E LA LUCE TRIONFA.

Però, nello stesso tempo devo dirti che ho ammirato immensamente il tuo umile e coraggioso atto di abdicazione al ministero petrino: il successore di Pietro è un uomo come tutti gli altri: quando non si sente o non è più in grado di esercitare fruttuosamente il suo ministero petrino, ha il dovere di dimettersi e di lasciare che un altro fratello lo sostituisca nel difficile compito di guida della Chiesa Universale.

Devo aggiungere che mi sto impegnando a leggere i tuoi scritti teologici: non condivido tutto, ma li trovo molto interessanti e penso che come teologo lascerai
un’ottima eredità alla Chiesa di Gesù.

Ti vedo sofferente ma sereno, e ciò mi causa tanta gioia.

Ti prego di appoggiare Papa Francesco perché INDICA E CELEBRI IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III che partorirà la riunificazione dell’Unica Chiesa di Gesù per cui si realizzeranno le due profezie di Gesù:

“ PADRE, CHE SIANO UNA SOLA COSA, COME IO E TU SIAMO UNA SOLA COSA. COSI’ IL MONDO CREDERA’CHE TU MI HAI MANDATO “.

“ HO ALTRE PECORE CHE NON SONO IN QUESTO GREGGE. ANCHE QUELLE DEVO GUIDARE. ASCOLTERANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE “.

CI SARA’ LA PACE MONDIALE MESSIANICA CHE GRADUALMENTE
PREPARERA’ “ I CIELI NUOVI E LA TERRA NIUOVA “.

Amatissimo Papa Benedetto XVI, ti sono molto unito con vivo affetto, stima e
preghiera.

Sac. Salvatore Paparo

Cintano Primo Maggio 2013