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28 ott 2013

XXX DOMENICA PER ANNUM C

“ CHIUNQUE SI ESALTA SARA’ UMILIATO, CHI INVECE SI UMILIA SARA’ ESALTATO “ XXX DOMENICA PER ANNUM C 27 OTTOBRE 2013 OMELIA Lo scopo che Gesù si è prefisso nel raccontarci la parabola del fariseo e del pubblicano, ce lo indica san Luca: la parabola, ci dice l’evangelista, è diretta a coloro che si credono giusti e disprezzano gli altri. Un fariseo e un pubblicano vanno al tempio per pregare ossia per intavolare una conversazione con Dio. Innediatamente emerge il diverso comportamento dei due protagonisti: il fariseo vede la sua vita cosparsa solo di virtù e di opere buone; al contrario vede la vita degli altri, compresa quella del pubblicano presente , cosparsa solo di vizi e di opere malvage per cui, logicamente, si rivolge così a Dio: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di tutto quello che posseggo”. L’atteggiamento del pubblicano è molto diverso da quello del fariseo: egli riconosce i suoi peccati, se ne pente e invoca il perdono di Dio. La nostra riflessione deve partire da questa costatazione: il fariseo e il pubblicano sono tutti e due peccatori: se il fariseo si ritiene giusto e il pubblicano riconosce di essere peccatore è perché il fariseo è superbo ed il pubblicano è umile. Il superbo vive nelle tenebre e non riesce a vedere i propri peccati, mentre negli altri scorge solo peccati; negli altri arriva, addirittura, a vedere il male dove c’è il bene. Per esempio arriva ad accusare di vanagloria chi generosamente si sacrifica per aiutare il prossimo bisognoso. Di lui afferma: “Fa del bene non per aiutare i bisognosi, ma per procurarsi stima e lode”. L’umile agisce in modo radicalmente diverso dal modo di agire dell’orgoglioso: scorge la gravità del suo peccato e si affida alla misericordia di Dio: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Dobbiamo aggiungere che l’umile scusa i peccati degli altri, e se qualche volta è tentato di giudicare duramente l’operato del prossimo, immediatamente torna nel giusto binario, ricordandosi delle severe parole della Sacra Scrittura: “O uomo, chi ti ha eletto a giudice del tuo fratello? Colui che giudica è solo il Signore! Tu vedi solo le apparenze, Dio scruta i cuori”. Gesù conclude così la parabola: “Il pubblicano a differenza del fariseo, tornò a casa sua giustificato” In altre parole: il pubblicano andò al tempio da peccatore e tornò a casa sua purificato; il fariseo andò al tempio da peccatore, e tornò a casa sua ancora peccatore”. Tenendo presente ciò, lasciamo docilmente cadere nel nostro cuore il monito conclusivo di Gesù: “CHIUNQUE SI ESALTA SARA’ UMILIATO, CHI INVECE SI UMILIA SARA’ ESALTATO”. Sac. Salvatore Paparo

26 ott 2013

Fraterno rimprovero

Carissimo direttore don Roberto, in occasione della festa di Mons. Luigi Bettazzi, tramite posta elettronica, ti ho spedito una lettera indirizzata al festeggiato, con la preghiera di pubblicarla ne "IL RISVEGLIO POPOLARE". Purtroppo, non l'hai pubblicata! Non mi sembra una saggia decisione: il settimanale diocesano, infatti, ha un suo valore solo se ospita tutte le voci nello sforzo di creare nella carita' fraterna una Chiesa UNITA' NELLA MOLTIPLICITA'. Se cio' non avviene, il settimanale diocesano perde tutto il suo valore: esso ospitera' infatti, solo la voce di coloro che mirano dannosamente a creare una religione autoritaria di membri senza personalita' che, predicando sempre la carita' fraterna, nell'azione lottano duramente perche' nella diocesi REGNI L'UNIFORMISMO, CONDANNATO DA GESU', E NON L'UNITA' NELLA MOLTIPLICITA', VOLUTA DALLO SPIRITO SANTO. NEL SIGNORE GESU' RISORTO UNICO SALVATORE DEL MONDO, sac. Salvatore Paparo.

23 ott 2013

Lite’ tra parrocchie per Piova

02 agosto 2010 — pagina 21 sezione: Alto Canavese CINTANO. «Qui il padrone sono io. E sono io che decido». E’ autoritario don Angelo Bianchi, parroco di Castellamonte. Forse troppo per gli amministratori e i fedeli della piccola Cintano, minuscolo centro della Valle Sacra. Qui, in febbraio, era stato gravemente danneggiato il santuario di Piova da un’automobilista che aveva perso il controllo della propria auto. «Sono passati sei mesi - spiega la gente di Piova -, ma nessuno ha provveduto a risistemare l’edificio col rischio, per chi entra in chiesa, di venire colpito dai calcinacci che potrebbero staccarsi dalla facciata danneggiata». Proprio a Piova, nei prossimi giorni, è in programma, presso il santuario mariano, l’annuale festa della Madonna delle Neve, ed agli occhi di chi interverrà, non si presenterà certamente un bello spettacolo. Senza contare, particolare certo non trascurabile, il rischio incolumità. L’incidente, si diceva, era avvenuto in febbraio. L’autista che lo aveva provocato, a causa della neve sul fondo stradale, aveva perso il controllo della sua Opel “Safira” finendo contro il santuario e demolendone una parte del porticato (i danni accertati ammontano ad alcune decine di migliaia di euro). A tentare di restaurare il santuario ci avevano provato, senza risultato, don Salvatore Paparo (che ogni sabato celebra la messa a Piova) e alcuni componenti del Consiglio parrocchiale di Cintano «Purtroppo, da quando la parrocchia di Cintano è passata sotto il diretto controllo di quella di Castellamonte - spiegano due componenti del Consiglio, Maria Luisa Nigro e Antonio Giovando -, non sappiamo più niente di come viene impiegato il denaro versato dai gestori della Casa di riposo “Madonna delle Grazie”, nè, più in generale, della nostra stessa parrocchia». A riscuotere l’affitto della Casa di riposo, in effetti, ospitata in un’ala del santuario di Piova (circa 3 mila 300 euro al mese) è l’arciprete di Castellamonte don Angelo Bianchi. «Una quindicina di giorni fa - raccontano Maria Luisa Nigro (presidente del Consiglio parrocchiale) e Antonio Giovando (ex sindaco di Cintano) -, su sollecitazione di molti fedeli, abbiamo contattato un impresario edile della zona il quale ci ha assicurato che, in un paio di giorni, avrebbe messo in sicurezza il porticato. Mentre stavamo decidendo il da farsi, però, è sopraggiunto don Bianchi che stava scendendo da Sant’Elisabetta». Il sacerdote si sarebbe stizzito per l’iniziativa intrapresa senza il suo avallo tanto da sgridare bruscamente i cintanesi. «Don Bianchi ci ha ricordato che su Piova le decisioni le assume lui e soltanto lui - aggiungono Nigro e Giovando -. Vorremmo capire, allora, a che cosa serve il Consiglio parrocchiale. Non abbiamo, tuttavia, intenzione di rassegnare le dimissioni perché crediamo che il nostro compito sia ancora utile per la comunità di Cintano». Una bella grana, e a ridosso della festa. - Dario Ruffatto L’ARTICOLO DI RUFFATTO L’HO TROVATO IN INTERNET PUBBLICATO DA GOOGLE ALLA VOCE “SACERDOTE SALVATORE PAPARO”

Giuseppe De Carli nel bellissimo ricordo di Lucio Brunelli

Giuseppe De Carli nel bellissimo ricordo di Lucio Brunelli July 14th, 2010 admin Vedi anche:Con un santone come don Verzé, meglio le cene di Bertone (Ferrara) Un finanziere (e canonista) per i Legionari di Cristo: il commento di Frédéric Saliba per Le Monde (che meritetebbe una risposta)Ciao, Giuseppe! Il bellissimo e toccante ricordo di Angela AmbrogettiUn omaggio a Giuseppe De Carli: L’ultima intervista da cardinale di Joseph RatzingerLa scomparsa di Giuseppe De Carli: servizio di Rome Reports Card. Bagnasco: da Benedetto XVI un’immensa forza rinnovatrice per una nuova generazione di laici (Osservatore Romano)Vari esperti concordano sul fatto che il rinnovamento dei Legionari deve passare per l’azzeramento degli attuali vertici (El Milenio)Vaticano 1, Legionari 0 (Roberto Blancarte per El Milenio) Il sì alle donne vescovo irrevocabile per il Sinodo di York (Osservatore Romano)Cordoglio per la morte a Roma del vaticanista e scrittore Giuseppe De Carli (Radio Vaticana)Se Polanski fosse stato un cardinale: il commento di Ferdinando Cotugno (Riformista)Il Papa: Cattolici discriminati anche dove non sono minoranza. La libertà religiosa è via per la pace contro i fondamentalismi (Izzo) L’appello di Gesù alla conversione nel Vangelo odierno: alcune riflessioni di Benedetto XVI (Radio Vaticana)L’Herald Tribune (NYT versione internazionale) arriva oggi ad accusare il Vaticano (chi?) per il caso Bruges e punta l’indice sul card. DanneelsRivista San Francesco: E’ morto Giuseppe de Carli, giornalista RAI e collaboratore della nostra rivistaE’ morto il giornalista Giuseppe De Carli (Izzo)Caso Polanski, Le Le Monde registra solo dichiarazioni di giubilo. Del Ministro della cultura Frederic Mitterand (“Polanski può finalmente riunirsi alla comunità degli artisti”). Del Ministro degli esteri Kouchner. Dell’ex Ministro socialista Jack Lang. Del dirigente del Festival di Cannes Fremaux. Dello scrittore Bernard-Henri Levy. Del Presidente dell’Associazione cineasti polacchi BromskiCapitolo Generale Straordinario per i Legionari Presentato il tema scelto dal Papa per la 44.ma Giornata mondiale della pace: “Libertà religiosa, via per la pace”Il panegirico di Roman Polanski composto da Federico Rampini per “Repubblica”. Due pesi…due misure!L’incredibile intervista concessa da Polanski a Parigi nel 1979. All’epoca si potevano dire certe enormità? Sono davvero cambiati i tempi? È morto questa mattina il vaticanista Giuseppe De CarliCOMUNICATO: TEMA DELLA 44a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE: “LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA DELLA PACE””Libertà religiosa, via per la pace”: è questo il tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della 44° Giornata mondiale della Pace del 2011Una brutta notizia: è morto il vaticanista Giuseppe De CarliL’ostensorio monumentale della Cattedrale di Toledo sarà usato per l’adorazione eucaristica della veglia della GMG 2011La psicologia degli umori e il pessimismo che non c’è: Sequeri risponde a CitatiArguto e pungente commento di Renato Pierri all’articolo di Citati Daniel Hamiche: A un anno dall’incontro tra il Papa e Obama freddi i rapporti tra Santa Sede e Usa Secondo Citati la coscienza del peccato, che colma il cuore di Benedetto XVI, può essere pericolosa (Repubblica). L’autore legga Messori!La Svizzera si aggrappa ad un cavillo e libera Polanski (Tedoldi)Caso Polanski, la giustizia non può essere uguale per tutti, se trattasi di artistaIl colpevole Polanski e l’innocente Papa Benedetto: lo showbiz di sinistra mostra la sua ipocrisia (Monumentale commento di Cristina Odone)L’incredibile “caso” Polanski ed i “due pesi e due misure” di mass media, politici ed intellettuali: fango sulla Chiesa, panegirici per il regista_______________________Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo:La scomparsa del vaticanista Giuseppe De Carli Lucio BrunelliGiuseppe De Carli era uno dei volti televisivi più noti e apprezzati della Rai. Il telecronista delle grandi cerimonie papali e dei grandi eventi religiosi. Per chi scrive era anche un amico leale oltre che un collega. Se ne andato com’era nel suo stile di lombardo pratico e anti-retorico: con discrezione, quasi in solitudine. Aveva tenuto nascosto a tutti noi, e persino ai pochi familiari rimasti, la gravità del suo male. Meno di due mesi fa, il 18 maggio, la sua ultima fatica: lo speciale in prima serata su Raidue dedicato a Giovanni Paolo II nel giorno del novantesimo compleanno del papa polacco. Un programma nel quale si era buttato come al solito a capofitto, con entusiasmo, senza fare troppo conto su aiuti esterni. Un successo, di critica e di ascolti. Se ne è andato a soli 58 anni. Era nato il 18 giugno 1952 a Lodi, da una famiglia di agricoltori. Aveva una grande curiosità e una grande voglia di imparare. Conseguì due lauree, approfondì le scienze religiose ottenendo un baccalaureato in teologia. Dopo il pensionamento di Vittorio Citterich, negli anni 90, fu lui a raccogliere il testimone di primo vaticanista al Tg1. In quegli stessi anni iniziò anche la collaborazione con l’Eco di Bergamo che continuò fino al 2002. Di solida e popolare fede cattolica viveva il suo lavoro come una vocazione, un servizio alla Chiesa e alla verità. Passione e coinvolgimento che non lo portavano né a nascondere le notizie né a chiudersi in un gergo vaticanistico per soli addetti ai lavori. E’ stato a quotidiano contatto con i grandi protagonisti della vita della Chiesa nell’ultimo quarto di secolo. In uno dei suoi documentari per me più belli, “Il cardinale Casaroli racconta…”, trasformò le memorie inedite del grande diplomatico vaticano in una pagina straordinaria di storia contemporanea.Verso Karol Wojtyla ebbe un’ammirazione sconfinata. Un cronista così speciale, innamorato della Chiesa e del mezzo televisivo, non poteva non vivere con esaltazione l’epopea del papa più mediatico della storia. Ne raccontò passo dopo passo tutte le novità, la frenetica ansia missionaria, i grandi gesti di dialogo, fino al viaggio più impegnativo e drammatico, verso la morte. Stimava sempre più anche Benedetto XVI, ma agli inizi gli veniva spontaneo nei commenti fare un raffronto fra le movenze del papa polacco e quelle del successore tedesco. Paragoni che non sempre piacevano ai fedelissimi di Ratzinger benché fosse lontana da lui l’idea di stilare classifiche dei papi più santi. Non aveva un carattere facile. Lo sanno bene i dirigenti Rai. Puntava i piedi e alzava la voce, senza riguardo per nessuno, quando sentiva che a Viale Mazzini non capivano. Dal 2003 fu a capo della struttura Rai vaticano ma si lamentò spesso, con noi, delle incomprensioni e delle miopie aziendali. Dovette sempre lottare. L’anno scorso si inventò, letteralmente, l’iniziativa della Lettura continuata della Bibbia in tv, notte e giorno, per una settimana. Riuscì con la sua caparbietà a coinvolgere persino il papa. Fu un successo televisivo mondiale, ancora una volta i perplessi dovettero ricredersi. Era un professionista molto sopra la media e un compagno gradevole. Nel marzo 2009 seguimmo insieme l’intenso viaggio di Benedetto XVI in Terra santa. Ci fu assegnata, a noi due, insieme per la prima volta sul Tg2, la telecronaca della messa del papa a Nazareth. Arrivammo nella città dell’infanzia di Gesù verso mezzanotte dopo una giornata con già tanti spostamenti e servizi da realizzare. Per i controlli della sicurezza bisognava essere sul Monte del precipizio alle 4 del mattino. Mettemmo la sveglia alle 3. La telecronaca iniziava alle nove. I poliziotti non ci facevano passare. Infine alle 6 raggiungemmo la postazione. Eravamo stravolti e avevamo buoni motivi per avere i nervi tesi. Furono invece ore piacevolissime, sia le due ore della telecronaca, come sempre da parte sua puntuale e intelligente, sia la lunga preparazione notturna passata alternando profonde discussioni sui grandi temi della chiesa e tentativi più goffi di convincere la security che non nascondevamo bombe ma solo microfoni e telecamere. A presto, caro Giuseppe. Dì una preghiera per noi, che facciamo il tuo stesso mestiere, e preparati

LETTERA APERTA AL NEO VESCOVO DELLA DIOCESI DI ROMA

LETTERA APERTA AL NEO VESCOVO DELLA DIOCESI DI ROMA FRANCESCO La Chiesa di Gesù, guidata dallo Spirito Santo, incomincia a vivere il suo momento storico: il momento della sua radicale conversione, indispensabile perchè il mondo creda che Gesù è l’UNICO SALVATORE DEL MONDO, INVIATO DAL PADRE CELESTE. Nella rivista cattolica “ADISTA” del 13 aprile 2013, leggo: “La Chiesa nelle mani di papa FRANCESCO, deve attraversare una profonda riforma, necessaria e urgente. Sono numerose le voci di teologi che, dopo l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, propongono non solo una piattaforma di provvedimenti, ma soprattutto un deciso cambiamento di direzione nella percezone stessa del papato e del ruolo del papa. Il padre domenicano brasiliano FREI BETTO, una delle voci più significative della Teologia della Liberazione, afferma: “La cosa più importante è cambiare la struttura di governo della Chiesa”. Il papa, non più “monarca assoluto”, deve spogliarsi dell’oro, avvicinarsi al popolo, ma anche “abbandonare titoli quali Sommo Pontefice e tutto quello che favorisce la qapolatria”. Ma soprattutto, insiste FREI BETTO, SIA LA VOCE DEI POVERI”. In questo mondo così iniquo, con disuguaglianze accentuate dal neoliberismo, segno di un “fallimento del capitalismo”, è molto importante che il papa si faccia espressione dei poveri, “perché non sia interpretato come un demagogo”. Jon Sobrino: l’utopia di GIOVANNI XXIII Che la Chiesa debba diventare autenticamente la voce dei poveri è rimarcato dal teologo salvadoregno JON SOBRINO in un intervento pubblicato sull’ultimo numero di Carta a LAS IGLESIAS: la più grande delle utopia, afferma, È REALIZZARE IL SOGNO DI GIOVANNI XXIII: “LA CHIESA E’ SOPRATTUTTO LA CHIESA DEI POVERI”. E se Bergoglio ha mostrato sensibilità nei loro confronti, occorre che abbia “lucidità per rendere reale la Chiesa dei poveri, che deve cessare di essere la Chiesa dei ricchi, dei borghesi”. “Speriamo che papa Francesco non rifugga da una Chiesa di perseguidati e martirizzati, come quella di mons. Romero e mons, Gerardi. Che li canonizzi o no, proclami che i martiri, come martiri della giustizia, sono la cosa migliore che abbiamo nella Chiesa. E’ ciò che li rende simili a Gesù di Nazaret. Per fare questo non è essenziale canonizzare l’arcivescovo Romero, anche se sarebbe un buon segno. E se il Papa cadrà in una umana debolezza, che sia il fatto di essere fiero della sua terra d’origine latino-americana, sofferente e piena di speranza, martire e sempre immersa in un processo di risurrezione. E che sia orgoglioso di un’intera generazione di vescovi: LEONIDAS PROANO, HELDER CAMARA, ALOISIUS LORSCHEDER, SAMUEL RUIZ”. Per quanto attiene a questioni più organizzative, Sobrino sollecita una riforma della Curia romana, i cui membri siano preferibilmente laici; che “Roma lasci alle Chiese locali la scelta dei loro pastori”; che scompaiano dall’entourage papale tutti i simboli del potere e della dignità mondana, e che il successore di Pietro cessi di essere capo di Stato: che Roma e la Chiesa intera sentano come offesa a Dio l’attuale separazione delle Chiese cristiane”; che venga risolta la situazione dei cattolici che “hanno fallito nel loro primo matrimonio e hanno trovato stabilità in un secondo legame”; che Roma ripensi

LE DONNE SIANO AMMESSE AL MINISTERO SACERDOTALE.

Certamente Gesù ordinando sacerdoti solo uomini non voleva escludere il sacerdozio ministeriale femminile. Se Gesù avesse ordinato sacerdoti anche le donne avrebbe fatto un gesto clamoroso che la Società umana sua contemporanea non era in grado di recepire. Gesù rispetta l'evoluzione degli uomini: essi migliorano gradualmente la conoscenza della verità sia nel campo prettamente umano sia nel campo religioso" LO SPIRITO SANTO VI CONDURRA' A TUTTA LA VERITA' "(Gv. 16,13). Questa frase include la gradualità della conoscenza del contenuto delle verità rivelate anche se dobbiamo ammettere che la rivelazione del deposito rivelato si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo. La Società umana moderna è pronta ad accettare il ministero sacerdotale delle donne perché si è convinta che l'uomo e la donna hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Del resto una conferma del diritto della donna al ministero sacerdotale ci proviene dal fatto CHE MARIA SANTISSIMA E' SACERDOTE. Ecco la prova: Maria Santissima al momento dell'Annunciazione del concepimento verginale di Gesù, dall'Arcangelo Gabriele ha ricevuto anche la notizia del concepimento miracoloso del Precursore di Gesù nel seno di Santa Elisabetta. Maria Santissima" IN FRETTA" va dalla sua cugina. Il motivo principale di questa visita era la santificazione di Giovanni Battista ancora nel seno materno. Detta santificazione è avvenuta così: " MARIA ENTRO' IN CASA DI ZACCARIA E SALUTO' ELISABETTA. APPENA ELISABETTA UDI' IL SALUTO, IL BAMBINO DENTRO DI LEI EBBE UN FREMITO, ED ESSA FU COLMATA DI SPIRITO SANTO E A GRAN VOCE ESCLAMO' : - DIO TI HA BENEDETTA PIU' DI TUTTE LE DONNE . PERCHE’ MAI LA MADRE DEL MIO SIGNORE VIENE A FARMI VISITA ? APPENA HO SENTITO IL TUO SALUTO, IL BAMBINO SI E' MOSSO IN ME PER LA GIOIA" (Lc. 1,39-44). Gesù nel seno verginale di Maria santificò il suo Precursore nel seno di Elisabetta. Praticamente è avvenuta l'amministrazione del Battesimo di San Giovanni Battista; MA QUESTA AMMINISTRAZIONE del Battesimo di Giovanni Battista, HA AVUTO UNO STRUMENTO MINISTERIALE: MARIA SANTISSIMA. DIFATTI E' AVVENUTA "AL SALUTO DI MARIA". MARIA con il saluto a Santa Elisabetta HA ESERCITATO IL SUO SACERDOZIO MINISTERIALE così come fanno gli altri sacerdoti pronunziando le parole della forma dei Sacramenti. Essi prestano la voce a Gesù per pronunziare la forma dei vari sacramenti, ma chi AMMINISTRA I SACRAMENTI E' GESU': " CRISTO... E' PRESENTE CON LA SUA VIRTU' NEI SACRAMENTI DI MODO CHE QUANDO UNO BATTEZZA E' CRISTO STESSO CHE BATTEZZA" (Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Ecumenico Vaticano Il. Cap. 1 n. 7). FRATELLO PAPA FRANCESCO, NON RINVIARE L’INDIZIONE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III. OGNI RINVIO E’ UNA RESISTENZA ALLO SPIRITO SANTO. NEL SIGNORE GESU’ RISORTO, UNICO SALVATORE DEL MONDO. IL TUO FRATELLO Sac. Salvatore Paparo Cintano 21 ottobre 2013

21 ott 2013

LE DONNE SIANO AMMESSE AL MINISTERO SACERDOTALE.

Certamente Gesù ordinando sacerdoti solo uomini non voleva escludere il sacerdozio ministeriale femminile. Se Gesù avesse ordinato sacerdoti anche le donne avrebbe fatto un gesto clamoroso che la Società umana sua contemporanea non era in grado di recepire. Gesù rispetta l'evoluzione degli uomini: essi migliorano gradualmente la conoscenza della verità sia nel campo prettamente umano sia nel campo religioso" LO SPIRITO SANTO VI CONDURRA' A TUTTA LA VERITA' "(Gv. 16,13). Questa frase include la gradualità della conoscenza del contenuto delle verità rivelate anche se dobbiamo ammettere che la rivelazione del deposito rivelato si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo. La Società umana moderna è pronta ad accettare il ministero sacerdotale delle donne perché si è convinta che l'uomo e la donna hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Del resto una conferma del diritto della donna al ministero sacerdotale ci proviene dal fatto CHE MARIA SANTISSIMA E' SACERDOTE. Ecco la prova: Maria Santissima al momento dell'Annunciazione del concepimento verginale di Gesù, dall'Arcangelo Gabriele ha ricevuto anche la notizia del concepimento miracoloso del Precursore di Gesù nel seno di Santa Elisabetta. Maria Santissima" IN FRETTA" va dalla sua cugina. Il motivo principale di questa visita era la santificazione di Giovanni Battista ancora nel seno materno. Detta santificazione è avvenuta così: " MARIA ENTRO' IN CASA DI ZACCARIA E SALUTO' ELISABETTA. APPENA ELISABETTA UDI' IL SALUTO, IL BAMBINO DENTRO DI LEI EBBE UN FREMITO, ED ESSA FU COLMATA DI SPIRITO SANTO E A GRAN VOCE ESCLAMO' : - DIO TI HA BENEDETTA PIU' DI TUTTE LE DONNE . PERCHE’ MAI LA MADRE DEL MIO SIGNORE VIENE A FARMI VISITA ? APPENA HO SENTITO IL TUO SALUTO, IL BAMBINO SI E' MOSSO IN ME PER LA GIOIA" (Lc. 1,39-44). Gesù nel seno verginale di Maria santificò il suo Precursore nel seno di Elisabetta. Praticamente è avvenuta l'amministrazione del Battesimo di San Giovanni Battista; MA QUESTA AMMINISTRAZIONE del Battesimo di Giovanni Battista, HA AVUTO UNO STRUMENTO MINISTERIALE: MARIA SANTISSIMA. DIFATTI E' AVVENUTA "AL SALUTO DI MARIA". MARIA con il saluto a Santa Elisabetta HA ESERCITATO IL SUO SACERDOZIO MINISTERIALE così come fanno gli altri sacerdoti pronunziando le parole della forma dei Sacramenti. Essi prestano la voce a Gesù per pronunziare la forma dei vari sacramenti, ma chi AMMINISTRA I SACRAMENTI E' GESU': " CRISTO... E' PRESENTE CON LA SUA VIRTU' NEI SACRAMENTI DI MODO CHE QUANDO UNO BATTEZZA E' CRISTO STESSO CHE BATTEZZA" (Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Ecumenico Vaticano Il. Cap. 1 n. 7). FRATELLO PAPA FRANCESCO, NON RINVIARE L’INDIZIONE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III. OGNI RINVIO E’ UNA RESISTENZA ALLO SPIRITO SANTO. NEL SIGNORE GESU’ RISORTO, UNICO SALVATORE DEL MONDO. IL TUO FRATELLO Sac. Salvatore Paparo Cintano 21 ottobre 2013

16 ott 2013

IL MATRIMONIO E’ INDISSOLUBILE.

E’ vero che il matrimonio è indissolubile. La sua indissolubilità, però, non è fisica ma solo morale. PROVA DELL'AFFERMAZIONE : l' indissolubilità del matrimonio è fondata sull'amore reciproco dei coniugi come sull'amore reciproco è fondata l'indissolubilità delle Tre Persone Divine e l'indissolubilità del matrimonio tra Gesù lo Sposo e la Chiesa la Sposa. Se, per impossibile, le Tre Persone Divine cessassero di amarsi, si spezzerebbe la loro unità, e si dissolverebbe lo stesso Dio. Se, per impossibile, Gesù non amasse più la Chiesa e la Chiesa non amasse più Gesù, Gesù e la Chiesa romperebbero la loro unità sponsale. Ciò che non è possibile nella Trinità Divina e in Gesù e nella Chiesa, si può, invece, verificare, e spesso si verifica, tra i coniugi cristiani e non cristiani. Come l'esperienza ci attesta, avviene che dei coniugi dissolvano IRRIMEDIABILMENTE il loro matrimonio per colpa di uno solo o di entrambi. Ciò ci induce ad affermare che l'indissolubilità del matrimonio, per esprimerci in termini filosofici, E' DI ORDINE MORALE E NON FISICO. Ossia: I CONIUGI, PUR ESSENDO TENUTI IN COSCIENZA A RIMANERE UNITI, HANNO LA TRISTE COLPEVOLE POSSIBILITA' DI ROMPERE IL LORO MATRIMONIO. Alla medesima conclusione ci porta la riflessione sulla natura dei precetti negativi: Dio ordina all'uomo di non compiere un determinato atto perché l'uomo è in grado di compierlo, BENCHE' COLPEVOLMENTE. Se l'uomo non avesse la possibilità di compiere un determinato atto PECCAMINOSO, Dio non glielo vieterebbe: così non gli vieterebbe di rubare, se l’uomo non potesse rubare. Allo stesso modo, Gesù non avrebbe imposto agli sposi il precetto: “ L’UOMO NON DIVIDA CIO’ CHE DIO HA UNITO” (Mt. 19,6), se i coniugi non potessero separarsi. La dissoluzione del matrimonio IRRIMEDIABILE COME IRRIMEDIABILE E' L'UCCISIONE DI UN UOMO, ASSUME UNA GRAVE COLPEVOLEZZA. MA LA CHIESA NEI CONFRONTI DEI CONIUGI COLPEVOLI DIVORZIATI E RISPOSATI CON UNA TERZA PERSONA, OGGI DEVE USARE MAGGIORE MISERICORDIA CHE NON IN PASSATO. Come perdona l'omicida veramente pentito, pur essendo egli nell'impossibilità di ridare la vita al fratello ucciso, così deve perdonare ed AMMETTERE AI SACRAMENTI i coniugi divorziati, se veramente pentiti, anche se si trovano nell'impossibilità di ricostituire la loro unità e si sono sposati con un'altra donna o con un altro uomo. UNO STUDIO ACCURATO DI GIOVANNI CERETI PROVA CHE NEI PRIMI SECOLI LA CHIESA, AI DIVORZIATI E RISPOSATI, CONCEDEVA DI CONTINUARE A CONVIVERE CON IL NUOVO CONIUGE, SE ERANO VERAMENTE PENTITI E SI SOTTOMETTEVANO AD UNA ADEGUATA PENITENZA. Sac. Salvatore Paparo

14 ott 2013

NOVANTASESIMO ANNIVERSARIO

DELL’ULTIMA APPARIZIONE DI MARIA SANTISSIMA A FATIMA. DOMENICA 13 OTTOBRE 2013 OMELIA Maria Santissima, la nostra comune Mamma, nei primi due millenni della Redenzione, operata da Gesù con la Sua Passione, Morte e Risurrezione, si è sempre interessata di noi, con particolare premura materna. E’ intervenuta spesso per il nostro bene, servendosi dei bambini. Pertanto, in vista del terzo millennio che abbiamo appena iniziato e che realizzerà l’Età Aurea della Redenzione, lunghissimo periodo di pace e di benessere mondiali messianici, non possiamo trascurare le Apparizioni della Madonna a Fatima e a Medjugorje. La Madonna, da maggio a ottobre del 1917, apparve il giorno 13 di ogni mese a tre pastorelli di Fatima Lucia, Francesco e Giacinta. In tutte e sei le Apparizioni, la Madonna ha chiesto loro la recita quotidiana del rosario per ottenere da Dio la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della pace mondiale messianica. In sostanza il messaggio materno di Fatima è questo: “ La prima guerra mondiale sta per finire; ma se gli uomini non smetteranno di offendere Dio, sotto il prossimo pontificato, ne comincerà un’altra ancora peggiore. La Russia spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati; il Papa cadrà come morto sotto i colpi di arma da fuoco “. Poiché noi uomini non ci convertimmo e continuammo a peccare, dal 1939 al 1945 fummo vittime della seconda guerra mondiale, la più tremenda guerra della storia umana; la Russia sparse i suoi errori nel mondo, causò molte guerre, perseguitò la Chiesa, sparse tanto sangue di martiri. Anche la profezia sul Papa si avverò: il 13 maggio del 1981, il Papa Giovanni Paolo II fu colpito a morte con un’arma da fuoco sparata da Alì Agca. Come sappiamo, il Papa si salvò, ed egli giustamente attribuì la sua salvezza all’intervento materno di Maria. Scrisse: “FU UNA MANO MATERNA A GUIDARE LA TRAIETTORIA DELLA PALLOTTOLA E IL PAPA AGONIZZANTE SI FERMO’ SULLA SOGLIA DELLA MORTE”. Detto questo, rileviamo che il messaggio della Madonna di Fatima si conclude con una confortante profezia: “ ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’ ED IL MONDO AVRA’ UN PERIODO DI PACE”. E qui dobbiamo inserire le Apparizioni della Madonna a Medjugorje. Il 24 giugno del 1981, la Madonna apparve a sei bambini di Medjugorje, piccolo paese della ex Jugoslavia. Da allora le Apparizioni non si sono mai interrotte. Ancora oggi la Madonna continua ad apparire ai suoi privilegiati. Non ci sfugga la data dell’attentato al Papa. Esso avvenne, come abbiamo detto, il 13 maggio del 1981; quindi proprio nel giorno anniversario della Prima Apparizione della Madonna a Fatima. E questa data ha un profondo significato. A Medjugorje, infatti, la Madonna si presenta come LA REGINA DELLA PACE e precisa lo scopo della sua venuta affermando: “IO SONO VENUTA A MEDJUGORJE PER PORTARE A COMPIMENTO CIO’ CHE HO INIZIATO A FATIMA”. Praticamente le Apparizioni della Madonna a Medjugorje si concluderanno con la realizzazione della profezia di Fatima: “ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’ E IL MONDO AVRA’ UN PERIODO DI PACE”. Cioè, e il mondo godrà il lunghissimo periodo DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA profetizzata dagli angeli alla nascita di Gesù a Betlem: “PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA”. Prima di concludere desidero accentuare quanto segue: Maria Santissima, a Fatima, nella sua Apparizione del 13 settembre, promise che il 13 ottobre avrebbe compiuto un grande miracolo per provare la veridicità delle sue Apparizioni. Il 13 ottobre del 1917, nel luogo delle Apparizioni si radunò un’immensa folla di circa 70.000 persone. Pioveva e faceva freddo. Verso mezzogiorno la veggente Lucia comandò di chiudere gli ombrelli e la folla, quasi per incanto, ubbidì. A mezzogiorno in punto, come al solito, la Madonna comparve e si intrattenne amorevolmente con i tre bambini. Finito il colloquio, salì verso il cielo. Lucia gridò: “GUARDATE IL SOLE”. La pioggia cessò d’incanto, le nubi si squarciarono e apparve il prodigio: tutti videro il sole simile ad un disco d’argento girare vorticosamente su se stesso. Ad un tratto, tutti i presenti ebbero la sensazione che il sole si staccasse dal cielo e si precipitasse sul loro capo. La folla gridò : “MIRACOLO! MIRACOLO! ”. Poi, atterriti, tutti caddero in ginocchio nel fango, recitando un sincero atto di pentimento dei loro peccati: “ MIO DIO, PERDONO! PIETA’! “. Il fenomeno solare durò dieci minuti: lo videro tutti, credenti e increduli; ignoranti e dotti. Lo videro anche i liberi pensatori che erano venuti nel luogo delle Apparizioni con l’intento di sfatare una volta per sempre la fama di Fatima. Tutti si alzarono trasognati, si toccarono gli abiti qualche istante prima sporchi e gocciolanti e si costatarono copletamente asciutti e ripuliti. Nessuno potè avere il minimo dubbio: LA MADONNA AVEVA MANTENUTO LA SUA PROMESSA. Le Apparizioni della Madonna a Fatima si conclusero con la visione, accanto al sole, della Sacra Famiglia di Nazaret, di Gesù, di Maria e di Giuseppe; e ciò PERCHE’ L’ETA’ AUREA DELLA REDENZIONE CON LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI A CUI STIAMO ANDANDO INCONTRO, SARA’ FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO. Sac. Salvatore Paparo

10 ott 2013

Carissimi Redattori della raivaticano

sono il sacerdote Salvatore Paparo che voi ben conoscete. Vi prego di consegnare la seguente lettera al PAPA FRANCESCO. Carissimo Papa Francesco, desidero farti una confidenza: tanti anni fa, ho scritto un articolo dal titolo: "PRETI SPOSATI". Il 20 ottobre 2012 una responsabile del sito www.ildialogo.org mi inviò una e-mail in cui mi comunicò che il mio articolo era stato inserito nella loro rubrica "PRETI SPOSATI? SI' , GRAZIE!". Il numero dei lettori del mio articolo è cresciuto di giorno in giorno con un buon ritmo. 4 ottobre 2013 FESTA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI, GIORNO DELLA TUA VISITA ALLA CITTA' DEL SANTO. Apro il computer e nel sito www.ildialogo.org leggo che i lettori del mio articolo hanno raggiunto la significativa cifra di mille. Carissimo fratello Papa Francesco, sotto questa luce, io mi domando: Non è finalmente giunto il momento di abolire la legge canonica che vieta il matrimonio al clero cattolico di Rito Latino, e di lasciare al clero piena libertà di scelta tra IL MATRIMONIO PER IL REGNO DI DIO, E ILCELIBATO PER IL REGNO DI DIO? Io sono pienamente convinto che è giunto questo momento di grazia: IL CLERO SPOSATO PER IL REGNO DI DIO HA UNA NOBILE MISSIONE: L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE CHE LO SPIRITO SANTO STA LENTAMENTE E GRADUALMENTE REALIZZANDO, LUNGO PERIODO DI PACE MONDIALE MESSIANICA, CHE PREPARERA' "I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA", SARA' FONDATA SULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO. NEL SIGNORE GESU' RISORTO, UNICO SALVATORE DEL MONDO. Sac. Salvatore Paparo In allegato t'invio il mio articolo "PRETI SPOSATI".

PRETI SPOSATI

Senza dubbio uno dei principali segni dei nostri tempi è l’impetuosa ed inarrestabile spinta dello Spirito Santo a che la Chiesa Cattolica riesca a superare l’istintivo sospetto sul sesso, retaggio di una cultura non biblica e non evangelica, ed abolisca la legge canonica che impone ai Preti di Rito Latino l’obbligo del celibato. L’abolizione del celibato obbligatorio, favorirà l’avvento di una schiera di preti Sposati che con le loro spose e i loro figli saranno modello familiare e stimoleranno efficacemente le famiglie cristiane a comportarsi in modo da essere affascinante immagine della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, come pure dell’amore che unisce gli Sposi per eccellenza, Gesù e la Chiesa. LA CHIESA E’ NATA COME CHIESA DOMESTICA San Paolo nella prima lettera ai Corinzi ci notifica che tutti gli Apostoli, o quasi, erano sposati e che le loro mogli li accompagnavano nei viaggi apostolici: "Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come l’hanno gli altri Apostoli e i fratelli del Signore e Pietro?" (1 Cor 9,5). Le Lettere Pastorali, come condizione indispensabile all’Ordinazione di un Vescovo-Presbitero, esigevano che il candidato si fosse sposato una volta sola e avesse dimostrato di essere un prudente e buon padre di famiglia: "Chi, infatti, non sa governare la sua casa, come potrà avere cura della Chiesa di Dio?" (1 Tm 3,1-5). Prima del quarto secolo, non esiste nessuna legge canonica che vieta agli sposati di ricevere il Sacramento del Sacerdozio o che proibisce il matrimonio ai sacerdoti celibi al momento dell’Ordinazione. In via ordinaria Sacerdoti e Vescovi erano sposati; solo qualcuno sceglieva il celibato. I documenti dell’epoca parlano con naturalezza e semplicità delle spose dei vescovi, dei Sacerdoti e dei loro figli. Così, ad esempio, veniamo a sapere che S. Gregorio di Nazianzo, nato nel 319, era figlio di un Vescovo, divenne lui stesso Vescovo ed ereditò da suo padre la Diocesi di Nazianzo. Storicamente ci risulta che la prima legge ecclesiastica non riguarda il celibato in se stesso ma l’esercizio del sesso da parte dei Vescovi, dei Sacerdoti e dei Diaconi sposati. Essa fu emanata per il clero spagnolo dal Sinodo di Elvira circa l’anno 300-306: "Vescovi, Preti, Diaconi e tutti i Chierici posti al servizio dell’altare, devono astenersi da rapporti con le loro mogli e non è loro lecito mettere al mondo figlioli. Chi si oppone perde la carica" (Can. 33). Come appare dal testo, il Sinodo proibì al clero sposato di avere rapporti intimi con le proprie mogli perché attribuiva a detti atti una qual certa dose di impurità che rendeva il clero indegno della Celebrazione Eucaristica. Al di là di ogni altra considerazione, non possiamo esimerci dal rilevare che il Sinodo non poteva emanare la succitata norma perché nessuna legge umana può dichiarare impuro un atto naturale né proibire a dei coniugi legittimamente sposati gli atti intimi che sono propri del matrimonio da Dio istituito. Il Concilio Ecumenico Vaticano II parla degli atti intimi degli sposi in ben altra maniera: "L’amore dei coniugi è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio; ne consegue che gli atti con i quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onorabili e degni e, compiuti in modo veramente umano favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi" (Gaudium et Spes n. 49). Al Concilio Ecumenico di Nicea (anno 325) gli Spagnoli volevano imporre la legge di Elvira a tutta la Chiesa. Il Vescovo Panuzio, però, riuscì a convincere i Padri Conciliari a non seguire l’esempio spagnolo appoggiandosi principalmente su tre argomenti: A. 1.Non è giusto imporre agli ecclesiastici il giogo del celibato. B. 2.Il matrimonio è santo e puro. C. 3.L’eventuale istituzione della legge del celibato è un rischio per la virtù delle mogli abbandonate. Purtroppo in seguito la Chiesa Latina ripudiò lo spirito del Concilio di Nicea sicché Papa Gregorio VII, nel secolo XI, impose ai vescovi e Sacerdoti sposati di astenersi dagli atti coniugali e di rimandare la propria moglie. A partire dal Primo Concilio del Laterano (anno 1129) non furono più ordinati uomini sposati: l’ordinazione fu riservata agli uomini liberi da ogni legame con una donna cioè ai vedovi e ai celibi. La storia del celibato ecclesiastico pone in risalto molte pecche umane in contraddizione con la legge naturale ed evangelica. Pur lasciando doverosamente ogni giudizio delle persone a Dio, l’unico che scruta i cuori, la Chiesa contemporanea è chiamata a riconoscere con umiltà tali ombre e a riparare il passato assecondando docilmente la voce dello Spirito che le chiede di abolire l’obbligatorietà del celibato del clero: il tempo e il modo per giungere a tale meta improcrastinabile si potrebbe lasciare alla prudenza delle singole Chiese Diocesane: forse è bene che si proceda per legge locale e non per leggi universali, per rispettare i diversi gradi di sensibilità e di maturità. Se l’impegno per il Regno di Dio esige ancora che parte del clero sia celibe, lo Spirito Santo non farà mancare alla Chiesa i preti celibi: lasciamo a Lui la piena libertà di scelta e a noi l’illimitata fiduciosa sottomissione alle sue scelte; sottomettiamoci con gioia allo Spirito che vuole una moltitudine di preti sposati per la prossima Era di amore e di pace basata sulla santità della famiglia. Nel passato si è insistito e lavorato per avere un clero celibe per il Regno di Dio. Nel futuro si dovrà insistere e lavorare anche per un clero sposato per il Regno di Dio; la sposa che condivide l’impegno pastorale con lo sposo sacerdote non è un ostacolo ma un aiuto, un complemento. Ci sarà un ministero di coppia con efficacia di incalcolabile portata. Sac. Salvatore Paparo

4 ott 2013

FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

Domenica 6 ottobre 2013 Omelia Oggi, festa della Madonna del Rosario, anziché commentare, come al solito, la Parola di Dio, ci soffermiamo un pochino sulla recita del Rosario. Rosario significa giardino di rose. Recitare la corona del Rosario significa intrecciare una corona fatta non di rose materiali ma di rose simboliche. Significa cioè intrecciare una corona di 50 Ave Maria da offrire alla Madonna. E’ una devozione tanto gradita alla Madonna: l’ha chiesta Lei stessa a san Domenico di Guzman nel tredicesimo secolo; e da allora la Madonna ha ripetuto la sua richiesta in tutte le sue principali Apparizioni come, ad esempio, a Lourdes e a Fatima, ponendovi anche una speciale intenzione: “RECITATE OGNI GIORNO IL ROSARIO PER LA PACE NEL MONDO” : LA MADONNA SI RIFERISCE ALLA FINE PER SEMPRE DI TUTTE LE GUERRE FRATRICIDE E ALL’INIZIO DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA CHE GRADUALMENTE PREPARERA’ “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”, PROFETIZZATI DA DIO NELLA SACRA SCRITTURA. Il motivo principale per cui la Madonna insiste perché noi diventiamo devoti della recita del Rosario, senza dubbio, risiede nel fatto che l’AVE MARIA è ricca di contenuto teologico. La prima parte raccoglie le parole rivolte a Maria dall’arcangelo Gabriele al momento dell’Annunciazione della nascita di Gesù, e da Santa Elisabetta al momento della Visitazione: Maria è “LA PIENA DI GRAZIA” Colei che non può ricevere altri doni da Dio perché Dio ha riversato su di Lei tutte le meraviglie che una creatura può contenere tanto che San Tommaso potè esclamare: “TU, O MARIA HAI TOCCATO I CONFINI DELLA DIVINITA’”. Dopo aver detto “Ave Maria, piena di Grazia” continuiamo così: “TU SEI BENEDETTA FRA LE DONNE”, ossia: Maria è la donna più venerata perché è la donna più santa, più alta in dignità. Lo intuì Lei stessa, Maria, quando sotto l’azione dello Spirito Santo profetizzò: “D’ORA IN POI TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA”. Le parole “E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO SENO GESU’”, CONCLUDONO LA PRIMA PARTE DELL’Ave Maria e ci aprono la porta della sua seconda parte: “SANTA MARIA, MADRE DI DIO”. Maria è Madre di Dio non perché ha dato la vita a Dio. E’ un assurdo: una creatura non può dare la vita al SUO CREATORE. Maria è Madre di Dio nel senso che ha dato la vita umana a Gesù, e Gesù non è solo UOMO, MA ANCHE DIO”. Maria, la Madre di Dio, E’ ANCHE LA NOSTRA COMUNE MAMMA. Lo deduciamo dalla dottrina del CORPO MISITICO. Gesù e noi, ci insegna San Paolo, FORMIAMO UN UNICO CORPO MISTICO DI CUI GESU’ E’ LA TESTA E NOI LE VARIE MEMBRA. Ora è chiaro che la donna che genera la testa, genera anche le membra. Ebbene, Maria che ha generato GESU’ LA TESTA DEL CORPO MISTICO, HA GENERATO ANCHE NOI CHE SIAMO LE MEMBRA DI GESU’”. Dunque, Maria non è solo MADRE DI GESU’ DIO, MA E’ ANCHE NOSTRA MADRE. La duplice maternità di Maria ci deve indurre a coltivare un’immensa fiducia verso di Lei; a lei dobbiamo ricorrere nelle nostre necessità, sicuri che ci esaudirà. Infatti Maria è una mamma buona e potente. In quanto mamma buona ci vuole aiutare; in quanto mamma potente ci può aiutare e ci aiuta. Immediatamente dopo aver detto: “Santa Maria, Madre di Dio”, aggiungiamo: “PREGA PER NOI PECCATORI”. Riconoscersi peccatori è il primo passo verso la conversione e la salvezza, come riconoscere la malattia corporale è il primo passo verso la guarigione in quanto la giusta diagnosi suggerisce la giusta terapia. L’Ave Maria si conclude così: “PREGA PER NOI PECCATORI ADESSO E NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE”. “Adesso”, perché abbiamo sempre bisogno dell’aiuto di Dio: infatti, senza Dio non possiamo fare nulla di buono come il tralcio staccato dalla vite non può fruttificare grappoli di uva. “Nell’ora della nostra morte”. Maria deve pregare per noi soprattutto nell’ora della nostra morte perché il momento della nostra morte decide la nostra sorte eterna. Quanto abbiamo detto ci sospinga ad accogliere l’invito di Maria Santissima a recitare ogni giorno la corona del Rosario. E ciò non solo in forma individuale, ma anche in forma collettiva nel seno della propria famiglia perché la famiglia che prega unita vive unita. Sac. Salvatore Paparo Cintano 4 ottobre 2013, FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI