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11 dic 2020

NOVEMBRE-DICEMBRE 2020

 

Se camminiamo nella luce (AMORE), come lui nella è nella luce,noi siamo in comunione gli uni con gli altri”

Prima lettera di Giovanni cap 1 vers 7


Un caro saluto a tutti a Voi, amiche ed amici dell'Opera del Cenacolo Familiare, e gli auguri di passare un sereno Natale, malgrado i tempi che corrono. Tempi però, che forse ci portano a riflettere sul vero significato spirituale della venuta di Gesù.

Esso comprende le seguenti parti

1 Preghiera di don Salvatore Paparo

2 Un fatto un commento

3 Riflessione biblica

4 Preghiera allo Spirito Santo

5 Benedizione


PREGHIERA

Caro Gesù, ci stiamo avvicinando al Natale, festa ormai diventata una ragione di Bussiness, peccato che le Chiese Cristiane non invitano ad una maggiore sobrietà, a celebrare sia le domeniche di avvento, che il Natale, come una festa familiare, dove la tua presenza sia centrale GESU', non perchè sei nato il 25 dicembre, ma per quello che hai insegnato “L'AMORE”. Come sarebbe bello se questa parola risonasse spesso, e non fosse soprattutto a Natale, dove le parole d'ordine sono:“Settimana bianca, rincorsa agli ultimi regali feste e cenoni ed ad altre amenità” Io spero che la tua parola possa far risuonare nei nostri cuori “Amatevi, come IO ho amato voi”

Don Salvatore Paparo

UN FATTO UN COMMENTO

Ho scelto la preghiera di don Salvatore, perché, malgrado gli anni trascorsi dalla stesura della medesima (2002), mi sembra quanto mai attuale. Don Salvatore pur sapendo che Gesù non era nato il 25 dicembre e che questa data è una consuetudine, ( lo si capisce se uno legge attentamente la preghiera) egli mette in evidenza la mancanza di molti cristiani, di capire il vero significato del Natale. Nel momento che stiamo vivendo, con la speranza di un nuovo vaccino contro il Covid, noi, non capiamo ancora che la nostra società, spinta dal denaro, come unico soggetto importante della nostra vita e non l'amore per noi e per il prossimo, é portata al fallimento. Continuiamo a sfruttare il nostro pianeta, senza porci il problema delle future generazioni. Si, i politici cominciano a capire o fanno finta di capire che bisogna incamminarsi su una società GREEN (VERDE), ma a me, pare che esse siano solo parole e pochi fatti. Le feste Natalizie che dovrebbero portare PACE e SERENITA' (almeno nel nostro paese e non solo) si parla di settimane bianche andate a monte, di acquisti che non possono più incidere sul benessere di commercianti ed industrie, di celebrazioni di Natale non più come vuole la tradizione (mancata messa di mezzanotte ecc.) cavalcata soprattutto nei partiti di chiara impostazione populista e nazionalista e di qualche giornalista schierato con loro. Ci si dimentica il significato del Natale e si dimentica degli oltre sessantamila morti da quando è scoppiata la pandemia. Il Natale vuol dire: portare Amore per il prossimo e per noi, ed a ragione Paolo Mieli quando dice che questo sarà un Natale più bello degli altri, un Natale speso anche per consolare ed alleviare il dolore di chi ha perso dei cari. Oltre che il vaccino del COVID abbiamo bisogno anche di un altro vaccino: quello che ci danno i poveri, gli ultimi nella nostra società egoista, priva di Pace e Serenità e solidarietà.

r. Fulvio Crivello

RIFLESSIONE BIBLICA

Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea che si trova in Giuda, e vi lasciò il suo servo. Si inoltrò nel deserto camminando una intera giornata è andò a sedersi sotto una ginestra. Qui si augurò di morire “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri”. Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Allora ecco un angelo del Signore lo toccò e disse”Alzati e mangia!” Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi per dormire. Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse “Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino: Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

1 RE cap.19 vers. 1-8


METTERSI IN CAMMINO

Care sorelle e fratelli del Cenacolo Familiare, forse, qualcuno penserà leggendo questo testo e la riflessione su di esso, che io sia un po fuoristrada, tutte le Chiese Cristiane nel lezionario hanno altri brani che di solito si predicano nelle domeniche di avvento. Io dopo essermi raccolto in preghiera e riflettuto sul testo, ho scelto questo brano che ci fa riflettere, dato il momento che stiamo vivendo, ed anche alle numerose vittime che questa pandemia ha creato. Mi pare però doveroso dare qualche accenno sul profeta Elia. Il nome Elia in ebraico significa “Jahveh è il mio Dio” Il profeta è menzionato in I RE ai capitoli 17-19-21 e in II RE al capitolo 2. E' considerato uno dei più grandi profeti del periodo antico. Pare fosse originario di Tishbe nel territorio di Galaad, svolse la sua missione durante il regno di Achab alla metà del IX secolo A. C. Egli lotta contro l'idolatria di quel tempo e manifesta, fin dal principio della sua missione, la sua fedeltà a Jahveh, ma, come possiamo leggere nel brano biblico, qualche volta anche lui ha dei tentennamenti, non stima se stesso, si abbatte per le difficoltà che trova sulla sua strada, non ha sempre la completa fiducia in Dio. Allo Spirito di Dio (L'angelo) il compito di risvegliarlo per fargli riprendere il cammino. Questo antico brano, ci pone di fronte a qualche interrogativo, sopratutto in questo periodo, ma per superarlo c'è una sola risposta: mettersi in cammino. E' un racconto, sicuramente tramandato prima oralmente e poi messo per iscritto, in cui si ritrovano anche un impostazione liturgica, ma quello che voleva dire allora, vale anche per oggi ed è quanto mai attuale.

Elia spaventato fugge come ognuno di noi di fronte al pericolo (Il Covid), si inoltra nel deserto (non solo il deserto reale con dune di sabbia e pietraie, ma anche nel deserto della coscienza, il deserto della mancanza della parola di Dio); il profeta si addormenta sotto una ginestra (una delle pochi arbusti presenti nel deserto). Noi donne e uomini di oggi, ci addormentiamo sotto il frastuono della vita quotidiana, pensando con tristezza in questo periodo alle vacanze di Natale a cose futili ed inutili. Anche noi care amiche ed amici ed anche il sottoscritto ci corichiamo sotto il nostro benessere sotto il nostro egoismo, poi come ad Elia, Dio manda un angelo, il suo Spirito, il Dio dentro di noi, che giornalmente ci invita a mangiare, ad alzarci, a nutrirci della sua parola e metterci in cammino anche in queste domeniche che ricordano l'avvento. Un Dio amico, madre e padre, che ci parla anche in questi momenti difficili, un Dio che vuole essere preso sul serio, che pone l'orecchio ai nostri lamenti alle nostre disperazioni, un Dio amico, umano, non un Dio altissimo, irraggiungibile, come spesso ci hanno fatto credere le Chiese Cristiane. E proprio in queste domeniche d'avvento che ci ricordano la nascita di Gesù, viene l'invito di Dio di far uscire Gesù nelle strade, nel mondo, di poter insomma riscoprire non negli alberi di natale o nei presepi il profeta di Nazaret, ma nella vita quotidiana, riscoprire questo Gesù attivo nella vita di tutti i giorni e non relegarlo soltanto nelle chiese e cattedrali, magari splendidi monumenti, ma opera solo dell'uomo e della sua voglia di potenza. Ritornando al nostro brano che oggi tutti insieme commentiamo, Elia destatosi mangio e bevve, ma poi si riaddormentò “allora l'angelo tornò la seconda volta” quante volte il Signore ci ha svegliato dal nostro sonno e ci ha posto davanti la focaccia e la brocca d'acqua e quante volte mi sono addormentato e ci siamo addormentati dicendo “basta, non ho più voglia di combattere, lasciami in pace” Ma egli tutte le volte, gratuitamente, con il suo amore, ha apparecchiato davanti a noi la mensa della sua parola, ricca, ricchissima, in modo che, come nutrì il profeta Elia nel deserto, egli nutre anche noi della sua parola e delle sue azioni. Egli ci consente in questa breve o lunga vita di camminare per quaranta giorni e per quaranta notti, ovvero per tutta la nostra esistenza. Come ha chiamato prima e svegliato Elia dal sonno, la comunità ebraica di allora e le chiese cristiane di oggi, in queste domeniche di avvento siamo chiamate/i a rispondere al suo invito: METTIAMOCI IN CAMMINO.

r. Fulvio Crivello


PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO

Stiamo avvicinandosi al Natale, molti dicono che sarà un Natale diverso, un Natale un po' dismesso, ma non è così, noi sappiamo che tu Spirito Consolatore, l'ho farai diventare un Natale più vivo più vero. Ammaestraci ad ascoltare la tua PAROLA, in modo che noi possiamo celebrare il Natale con Amore Pace e Serenità come ci ha insegnato Gesù. Amen

r. Fulvio Crivello


BENEDIZIONE

Il Dio della speranza ci riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinchè abbondiamo nella speranza,per la potenza dello Spirito Santo


Lett. Ai Romani c. 15 v.13