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5 mar 2021

Testo dell'omelia dell'arcivescovo di Milano Mario Delpini, per il funerale dell'ambasciatore Luca Attanasio.

 «Viene poi il momento in cui ciascuno sta solo, alla presenza del Signore.

Finiscono i clamori, tacciono le parole, la gente radunata si disperde e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
Sono dimenticate le imprese, risultano insignificanti gli onori, i titoli, i riconoscimenti e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
Perde interesse la cronaca, le parole buone e le parole amare, la retorica e le celebrazioni e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
La pagina del Vangelo descrive quello che mi potrà dire il Signore, quello che io potrò dire al Signore, quando, come tutti, starò, starò solo alla presenza del Signore.
Il Signore dirà: “Da dove vieni, Luca, fratello?”.
E Luca risponderà: “Vengo da una terra in cui la vita non conta niente; vengo da una terra dove si muore e non importa a nessuno, dove si uccide e non importa a nessuno, dove si fa il bene e non importa a nessuno. Vengo da una terra in cui la vita di un uomo non conta niente e si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa!”.
Il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io scrivo sul libro della vita il tuo nome come il nome di un fratello che amo, di un fratello che mi è caro, che desidero incontrare per condividere la vita e la gioia di Dio! non dire così fratello. Io ti benedico per ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane condiviso, per ospitalità che hai offerto. Vieni benedetto del Padre mio e ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo”.
Il Signore dirà: “Perché ti volgi indietro, Luca, fratello mio?”.
E Luca risponderà: “Mi volgo indietro perché considero quello che resta da fare, considero l’incompiuto che attende il compimento, le promesse che avrei dovuto onorare, la missione che avrei dovuto compiere. Ecco: troppo breve la vita. Ecco, troppe attese sospese! Perciò mi volgo indietro!”.
E il Signore dirà: “Non volgerti indietro, Luca, fratello mio. Troppo breve è stata la tua vita, come troppo breve è stata la mia vita. Eppure dall’alto della croce si può gridare: “È compiuto!”, come nel momento estremo si può offrire il dono più prezioso, senza che il tempo lo consumi. Perciò non volgerti indietro, Luca, fratello mio; entra nella vita di Dio: tu sarai giovane per sempre!”
E il Signore dirà ancora: “Perché sei ferito, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Sono ferito perché così gli uomini trattano coloro che li amano e coloro che li servono: mi rendono male per bene e odio in cambio di amore (Sal 108,5). Sono ferito perché ci sono paesi dove la speranza è proibita, dove l’impresa di aggiustare il mondo è dichiarata fallita, dove la gente che conta continua a combinare i suoi affari e la gente che non conta continua a ferire e ad essere ferita. Ecco perché sono ferito, perché ecco come sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze (Sal 73,12) e contro il giusto tramano insidie (cfr Sal 37,12) e non c’è chi faccia giustizia!”.
E il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Guarda le mie ferite, le ho ricevute dai miei fratelli; e guarda il mio cuore: dal mio fianco esce sangue e acqua; se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto (Gv 12,24). Ho seminato nella storia un seme di amore che produce frutti di amore, e chi rimane nell’amore rimane in me e io in lui.
La gente che conta e ammassa ricchezze è destinata a morire e per loro sarà pronunciato il giudizio: via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Mt 25,41).
Ma i miti erediteranno la terra, i giusti sono benedetti e benedetta la loro discendenza”.
E il Signore dirà ancora: “Perché piangi, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Piango perché piangono le persone che amo; piango perché restano giovani vite che hanno bisogno di abbracci e di baci, di coccole e di parole vere e forti e non sarò là per asciugare le loro lacrime e condividere le loro gioie; piango perché dopo il clamore scenderà il silenzio, dopo la notorietà arriverà l’oblio: chi si prenderà cura delle giovani vite che io non vedrò camminare nella vita”.
E il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io manderò lo Spirito Consolatore, Spirito di sapienza e di fortezza, Spirito di verità e di amore e si stringeranno in vincoli d’affetto invincibile coloro che ti sono cari e nessuno sarà abbandonato e io stesso tergerò ogni lacrima dai loro occhi, e i vincoli di sangue, i vincoli di affetto, i vincoli di amicizia saranno più intensi e più veri, più liberi e più lieti. La tua partenza non diventerà una assenza, la tua presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza. Non piangere più, Luca, fratello mio!”».

MESE DI GENNAIO - FEBBRAIO 2021

 

Diletti, amiamoci gli uni gli altri, perchè l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio”

I lett. Di Giovanni cap 4 ver. 7

Un caro saluto a tutte le amiche e agli amici dell' Opera Cenacolo Familiare, ed un buon inizio anno, anche se questa epidemia con le varie varianti è ancora presente, siamo anche nel periodo della settimana di preghiera della unità delle chiese cristiane, in questo primo bimestre troverete:

Preghiera di don Salvatore Paparo

La riflessione Biblica

la preghiera allo Spirito Santo

La Benedizione


PREGHIERA

Carissimo Gesù, fortunatamente oggi ci sono cristiani aperti al dialogo; essi difendono e parlo per tutte le chiese, con coraggio e determinazione quanto credono sia vero e giusto. Ma lo difendono rispettando le persone che la pensano diversamente da loro, e confrontandosi con umiltà e carità con essi, con il buon senso, sono disposti anche a riconoscere eventuali errori, difesi prima in buona fede. Essi giustamente sono convinti che la verità va proposta e non imposta.

La verità, infatti, si fa strada da sola, la dove c'è il Buon Senso e sopratutto l' Amore, poiché dove c'è l'amore per il prossimo e per Dio, c'è lo Spirito Santo che è verità che comunica verità.

don Salvatore Paparo

RIFLESSIONE BIBLICA

GUARIRE DALLA NOSTRA SOLITUDINE E' SORDITA'

Gli portarono un sordomuto e lo pregavano di imporgli la mano.Gesù lo prese in disparte, lontano dalla folla,gli pose le dita sulle orecchie, con le dita gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un profondo sospiro e gli disse: “(Effetà) ovvero (Apriti)” . E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.

Marco cap.7 vers 32-35

Sovente, i profeti dell''antico Israele usavano la parola, sordità, come metafora per parlare della testardaggine e mancanza di buon senso del popolo di Israele “ha orecchi ma non ode” ciò che Dio gli sta dicendo.

Proprio per questo nei vangeli ci sono molti racconti di persone sordomute, che noi chiamiamo miracoli, ma che, per chi conobbe Gesù non erano miracoli, ma proposte di conversione al suo messaggio. Marco nel suo breve racconto ci offre delle sfumature molto suggestive, sia delle azioni delle sue mani e soprattutto del suo pensiero perchè si operi questa conversione sia del sentire che del parlare nelle prime comunità cristiane.

La scena del racconto è nota, a Gesù viene presentato un sordomuto, ovvero non sente e non può esprimersi. La sua vita è di profonda solitudine, non dialoga ne sente i familiari, i suoi amici se ne ha; e non può intendere neanche Gesù, ne parlargli e intendere il suo messaggio. Vive nella propria solitudine.

Gesù lo prende in disparte lontano dalla folla e dal turbinio della vita e si concentra per poterlo guarire. Pone le sue dita sulle orecchie e tocca con le dita la sua lingua, non è facile il sordomuto non collabora, ma il profeta di Nazaret fa un ultimo sforzo, fa un profondo sospiro e alza gli occhi al cielo in cerca della forza di Dio e Dello Spirito che tutto può fare se uno ha fede, poi grida: (EFFETA') APRITI. Ed ecco che il sordomuto esce dal suo isolamento, care amiche ed amici del Cenacolo, cosa vuol dire a noi credenti di oggi il brano che insieme abbiamo commentato; vuol dire che lui per la prima volta scopre cosa significa vivere ascoltando gli altri e conversando con il prossimo. Come già detto prima, non è un caso che i vangeli ci portano molti racconti di sordomuti, perchè questo è un invito a lasciare operare il messaggio di Gesù allora come oggi, affinchè gli orecchi, gli occhi siano ben aperti alla sua parola.

Vivere nella chiesa o meglio nel movimento cristiano con buon senso e aperti al dialogo può essere una questione di atteggiamento mentale o di posizione pratica, frutto quasi sempre della propria spicologia o della formazione ricevuta. Ma quando si tratta di aprirsi o di chiudersi al messaggio di Gesù di Nazaret, la questione è di importanza decisiva. Se viviamo non ascoltando il profeta di Nazaret, se non comprendiamo il suo progetto (è questo vale anche per le chiese che si richiamano a lui) se non cogliamo il suo messaggio di amore verso di noi, ma sopratutto verso gli esclusi, e ci chiuderemo nei nostri problemi egoistici e non ascolteremo quello della gente che ci circonda. Allora non sapremo annunciare la Buona Novella di Gesù. Deformeremo il suo messaggio, anche in quella settimana per l'Unità dei Cristiani. Per molti ascoltatori sarà difficile il nostro “vangelo”. Non abbiamo bisogno, care amiche ed amici del Cenacolo, come accadde quasi duemila anni fa al sordomuto, di aprirci al profeta di Nazaret per farci guarire dalla nostra sordità?

r. Fulvio Crivello

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO

Fai Spirito Santo, che i cristiani trovino l'unità, ammaestra sopratutto chi divulga la tua volontà, tu ci conosci e sai tutto di noi non ti possiamo mentire. Tu sai quello che le religioni hanno fatto: guerre, massacri, inutili sofferenze, perdonaci per questo e aiutaci ad essere umili ad ascoltare e ad aiutare, affinchè la nostra vita non scivoli via senza aver lasciato traccia, te lo chiediamo in nome di Gesù che ci ha invitati allora ed oggi ad Amare.

r. Fulvio Crivello

BENEDIZIONE

La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti noi ora e per sempre.