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27 dic 2010

26 DICEMBRE 2010: FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET

PREDICA

Oggi, domenica che segue mmediatamente il Santo Natale, festeggiamo la Sacra Famiglia di Nazaret, composta da Gesù, da Maria Santissima e da San Giuseppe. E' la famiglia eccezionale che Dio Padre ha regalato alla famiglia umana come perfetto modello da imitare.
INNANZI TUTTO, Gesù, Maria e Giuseppe si offrono alla famiglia umana come perfetto modello di amore verso il Padre Celeste. Infatti: GESU' amò il Padre Celeste facendo ogni giorno la sua volontà fino alla morte e alla morte di croce. MARIA amò il Padre Celeste vivendo per tutta la vita il suo " SI' " pronunziato al momento dell'Incarnazione di Gesù: "Ecco, io sono la serva del Signore, avvenga in me secondo la tua parola". GIUSEPPE amò il Padre Celeste eseguendoi suoi ordini con prontezza e generosità. Così avvenne, ad esempio, quando dovette fuggire in Egitto per difendere Gesù dalle mani sanguinarie di Erode.
IN SECONDO LUOGO Gesù, Maria e Giuseppe si offrono alla famiglia umana come perfetto modello di amore reciproco. Infatti: GESU' amò i suoi genitori ricolmandoli di delicatezze e stando sottomesso ad essi, come attesta l'evangelista Luca. MARIA amò il suo Figlio Gesù e il suo sposo Giuseppe ponemdosi a totale loro disposizione con premura e generosità. GIUSEPPE amò la sua sposa Maria e il suo figlio Gesù soprattutto con il suo lavoro di artigiano.
INFINE Gesù, Maria e Giuseppe si offrono alla famiglia umana pome perfetto modello di amore verso gli altri. Infatti: GESU' attraversò la Palestina in lungo e in largo beneficando tutti: guariva i malati, risucitava i morti, liberava dai demoni, perdonava i peccatori ridonando loro pace e serenità interiore. Gesù, soprattutto, si mostrò Buon Pastore che per salvare noi sue pecorelle, offrì liberamente la sua vita accettando l'umiliante e terribile morte di croce. MARIA accoglieva con tanta gentilezza coloro che andavano a visitarla e, pur essendo povera, trovava sempre qualcosa da donare a chi era più povero di lei. Maria, soprattutto, amò tutti noi affrontando con fortezza tutte le seofferenze necessarie per generarci e partorirci suoi figli e figli del Padre Celeste. Per nostro amore accettò  di essere la "REGINA DEI MARTIRI". Anche GIUSEPPE amò gli altri. Vediamolo, in modo particolare, nella sua bottega, mentre contrattava con i suoi clienti. Senza dubbio li trattava tutti gentilmente, richiedeva loro prezzi onesti, favoriva i più poveri.

GLI SPOSI E I GENITORI DEBBONO IMITARE MARIA SANTISSIMA E SAN GIUSEPPE:
I FIGLI DEBBONO IMITARE GESU'. COSI' ACCELERANO L'AVVENTO DELL'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE CHE SARA' FONDATA SULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA.

Sac. Salvatore Paparo

26 dic 2010

NATALE 2010: MESSA DEL GIORNO

OMELIA

La nascita di Gesù ha dato una svolta decisiva alla nostra storia umana: noi uomini, frutto dell'amore di Dio, siamo stati creati per la felicità e per la vita. Con il peccato, purtroppo, abbiamo distrutto il piano di Dio e ci siamo condannati all'infelicità e alla morte. Dio misericordioso, però, immediatamente dopo il primo peccato ci promise un Salvatore, dicendo al demonio:
"Porrò inimicizia tra te e la donna; tra la tua discendenza e la sua discendenza.

  Essa ti schiaccerà il capo, e tu, invano, cercherai di insidiare il suo calcagno".
Dopo il primo peccato, la nostra storia umana si perde nella notte buia dei tempi: ignoriamo gli avvenimenti che si sono verificati per migliaia e migliaia di anni. Sappiamo solo che gli uomini peggiorarono sempre più sia nei confronti di Dio tanto da adorare le creature al posto del Creatore; sia nei loro confronti reciproci tanto che l'uomo divenne lupo all'altro uomo, sempre pronto a sbranarlo.
Quattromila annni fa, Dio intervenne per incomnciare a preparare la nascita del Salvatore promesso nell'Eden, subito dopo il primo peccato. Il prescelto progenitore di Gesù Salvatore fu Abramo, un pastore della Mesopotamia, l'attuale Iraq. Dio gli comandò: "LASCIA LA TUA PATRIA, LA TUA PARENTELA E VA' IN UN LUOGO CHE IO TI INDICHERO'".
Abramo non chiese dilucidazioni, si fidò di Dio, prese con sè la moglie Sara, il nipote Lot, i suoi servi, il suo bestiame e partì. Il luogo di destinazione era la terra di Canaan, l'attuale Palestina che in seguito sarà chiamata Terra Promessa perchè Dio la promise ai discendenti di Abramo. Infatti, in una notte stellata Dio disse ad Abramo: "I TUOI DISCENDENTI SARANNO NUMEROSI COME LE STELLE DEL CIELO. AD ESSI DARO' LA TERRA CHE TU CALPESTI".
Quando Giacobbe, nipote di Abramo, a causa di una carestia, fu costretto a lasciare la Palestina e a spostarsi in Egitto con tutti i suoi familiari, i discendenti di Abramo erano settanta. In Egitto, benedetti da Dio, si moltiplicarono in modo eccezionale e divennero un popolo, il popolo di Dio. Per il loro numero stragrande, il faraone d'Egitto ebbe paura che lo detronizzassero e li ridusse in una disumana schiavitù. Dio, però, intervenne in loro aiuto, per mezzo di Mosè li liberò dalla schiavitù egiziana e li condusse in Palestina, mantenendo così la promessa fatta ad Abramo:"AI TUOI DISCENDENTI DARO' LA TERRA CHE CALPESTI".
In Palestina sorse la monarchia ebraica. Il secondo re fu David, al quale Dio rinnovò la promessa del Salvatore: "IL MESSIA SARA' UN TUO DISCENDENTE".
Dopo mille anni l'arcangelo Gabriele fu mandato da Dio ad una giovane donna nazaretana, discendente di David. La giovane che si chiamava Maria, sarebbe stata la madre del Messia promesso: "PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO TU CONCEPIRAI UN FUGLIO, LO DARAI ALLA LUCE, LO CHIAMERAI GESU'. EGLI E' IL FIGLIO DELL'ALTISSIMO".
Trascosi i normali nove mesi di gestazione, Maria Santissima, a Betlem di Giudea, diede alla luce il suo figliolo Gesù, lo avvolse in umili fasce e lo depose nella mangiatoia di una stalla, mentre gli angeli cantavano: "GLORIA A DIO NELL'ALTO DEI CIELI, E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE EGLI AMA".

Il peccato ha distrutto l'amore e in conseguenza la famiglia di Dio: noi da figli devoti di Dio, siamo diventati suoi figli ribelli; da fratelli uniti nell'amore reciproco, siamo diventati fratelli divisi dal nostro egoismo e dall'odio reciproco. La massima espressione del nostro egoismo e del nostro odio è stata la guerra fratricida. Dal giorno in cui Caino uccise il fratello Abele, la storia umana è stata dominata dalle guerre. Ebbene, Gesù è venuto nel mondo per riaccendere il fuoco dell'amore e così ripristinare la pace: "PACE AGLI UOMINI CHE DIO AMA".  La Pace Mondiale Messianica si realizzerà perchè è fondata sulla Parola Verace di Dio. Sta a noi accelerare la venuta di quest'Era Meravigliosa VIVENDO IN PACE CON LA NOSTRA COSCIENZA, IN PACE CON I MEMBRI DELLA NOSTRA FAMIGLIA NATURALE, IN PACE CON I FRATELLI E LE SORELLE DELLA NOSTRA COMUNITA' CRISTIANA, IN PACE CON TUTTI COLORO CON I QUALI OGNI GIORNO VENIAMO A CONTATTO.

Sac. Salvatore Paparo.

NATALE 2010: MESSA DELLA NOTTE

OMELIA

Dopo la creazione tutto era in pace.
Noi uomini eravamo in pace con Dio, in pace fra di noi, in pace con la natura.
Il peccato introdusse nel mondo la guerra con tutte le sue deleterie conseguenze.
Dal giorno in cui Caino uccise il fratello Abele, le guerre hanno dominato la vita degli uomini, e il sangue fraterno è scorso a torrenti. Se il sangue umano versato nelle guerre non fosse stato succhiato dalla terra ed evaporato, noi, adesso, anzichè un mare di acqua, avremmo un mare di sengue umano.
Malgrado tutto, però, non dobbiamo restare vittime del pessimismo, perchè, duemila anni fa, Gesù, il Figlio Unigenito di Dio fattosi Uomo, è nato a Betlem. Ebbene, Gesù è venuto in mezzo a noi per capolgere la nostra situazione di guerra in situazione di pace. E' quanto il coro angelico cantò e profetizzò nella Notte Santa: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA".
E' vero, dopo la nascita di Gesù le guerre non sono cessate, e il sangue fraterno ha continuato a scorrere a torrenti. Nel secolo scorso, addirittura, abbiamo subito due terribili guerre mondiali, per cui tanti pensano che la Pace Mondiale Messianica promessa dagli angeli, non ci sarà. La Pace Mondiale Messianica, però, ci sarà. Ne siamo convinti perchè l'afferma La Sacra Scrittura che è LA PAROLA VERACE DI DIO. Dio, per mezzo dei suoi profeti, ha sempre mantenuta viva tra gli uomini questa certezza. Isaia, ad esempio, profetizzò che verrà il tempo in cui gli uomini non si combatteranno più tra di loro, non si prepareranno più alla guerra e trasformeranno le armi in strumenti di benessere.
Tra le numerosissime profezie scritturistiche sull'argomento, ci sono anche queste:
"IL MESSIA RISTABILERA' LA PACE FRA LE NAZIONI".
"IL MESSIA ASSICURERA' UNA PACE CONTINUA".
"GUARDATE COSA HA COMPIUTO IL SIGNORE, QUALI PRODIGI HA FATTO SULLA TERRA: IN TUTTO IL MONDO PONE FINE ALLE GUERRE".
Nel libro biblico dell'Apocalisse, l'apostolo San Giovanni racconta:
"VIDI SCENDERE DAL CIELO UN ANGELO CHE TENEVA IN MANO LA CHIAVE DEL MONDO SOTTERRANEO E UNA LUNGA CATENA. L'ANGELO AFFERRO' IL SERPENTE ANTICO CIOE' SATANA, IL DIAVOLO. E LO INCATENO' PER MILLE ANNI, LO GETTO' NEL MONDO SOTTERRANEO, NE CHIUSE L'ENTRATA E LA SIGILLO' SOPRA DI LUI. COSI' IL DIAVOLO NON AVREBBE PIU' INGANNATO NESSUNO PER MILLE ANNI".

Malgrado tante apparenze contrarie, ai nostri giorni ci sono anche TANTI SEGNI POSITIVI CHE CI CONVINCONO DI ESSERE GIUNTI ALLA VIGILIA DELL'AVVERAMENTO DI QUEST'ERA MERAVIGLIOSA IN CUI SATANA, RE DELLA GUERRA, SARA' INCATENATO; E IN CUI GESU', RE DELLA PACE, REGNERA' NEL MONDO INTERO CON IL SUO IMMENSO AMORE E LA SUA INFINITA MISERICORDIA.

Noi tutti dobbiamo con Gesù essere artefici della Pace Mondiale, vivendo in pace con la nostra coscienza; in pace con i membri della nostra famiglia naturale; in pace con i fratelli e le sorelle della nostra Comunità Cristiana; in pace con tutti coloro con i quali ogni giorno veniamo a contatto.

Sac. Salvatore Paparo.

25 dic 2010

NOTTE DI NATALE: PREGHIERA A GESU' BAMBINO

GESU BAMBINO, UNICO SALVATORE DEL MONDO, TI CHIEDO CON IMMENSA FIDUCIA UN IMPORTANTISSIMO DONO NATALIZIO: CHE PAPA BENEDETTO XVI INDICA IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III: E' UN CONCILIO INDISPENSABILE E IMPROCRASTINABILE PERCHE' IL MONDO INTERO FINALMENTE TI RICONOSCA COME FIGLIO UNIGENITO INVIATO DAL PADRE CELESTE PER LA SALVEZZA DI TUTTI GLI UOMINI. FINALMENTE SI REALIZZERA' LA PACE MONDIALE MESSIANICA PROFETIZZATA DAL CORO ANGELICO  A BETLEM MENTRE NEONATO BAMBINO GIACEVI SULLA PAGLIA DI UNA MANGIATOIA, AVVOLTO IN UMILI FASCE; FINALMENTE SI REALIZZERA' IL REGNO DI DIO IN TUTTE LE SUE MIGLIORI ESPRESSIONI POSSIBILI IN QUESTA TERRA CHE GRADUALMENTE PREPARERANNO I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA; FINALMENTE SI REALIZZERA' L'ETA' AUREA DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA TUA PASSIONE, MORTE, RISURREZIONE, CON LA MIRABILE COOPERAZIONE DI MARIA SANTISSIMA, MADRE DEL TUO CORPO MISTICO. GRAZIE, GESU' BAMBINO.

Sac. Salvatore Paparo

19 dic 2010

QUARTA DOMENICA D'AVVENTO A

OMELIA

La Liturgia della Parola della quarta domenica d'Avvento, ci offre un'occasione propizia per riflettere sulla famiglia per eccellenza, sulla famiglia modello delle famiglie cristiane; ossia sulla Sacra Famiglia di Nazaret composta da Gesù, da Maria Santissima e da San Giuseppe.
Consideriamo singolarmente i tre membri della Sacra Famiglia, iniziando da Gesù. Promesso da Dio come nostro Redentore, subito dopo il peccato originale, la Prima Lettura ci richiama alla mente una delle innumerevoli reiterate profezie sulla suddetta promessa divina: "ECCO, afferma Isaia, LA VERGINE CONCEPIRA' E PARTORIRA' UN FIGLIO, CHE CHIAMERA'
EMMANUELE CHE SIGNIFICA DIO CON NOI".
La Vergine che concepì e partorì l'Emmanuele è Maria di Nazaret. Duemila anni fa, Dio mandò da lei il suo arcangelo Gabriele per annunziarle il grande evento. Maria, nella sua umiltà, ne rimase confusa, e interrogò l'angelo per conoscere come sarebbe avvenuto il concepimento, dato che lei aveva fatto il voto di verginità. L'angelo le rispose che Dio onnipptente, il quale aveva fatto sbocciare un figlio nel seno sterile della sua parente Elisabetta, avrebbe fatto sbocciare un figlio anche nel suo seno fertile, senza intervento di un uomo: "LO SPIRITO SANTO SCENDERA' SOPRA DI TE  E LA POTENZA DELL'ALTISSIMO TI COPRIRA' CON LA SUA OMBRA. PER QUESTO IL BAMBINO CHE NASCERA' DA TE, SARA' CHIAMATO SANTO, FIGLIO DI DIO". Maria diede il suo assenso: "IO SONO LA SERVA DEL SIGNORE, SI FACCIA DI ME COME HAI DETTO".  In quel momento il Figlio Ungenito di Dio, PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, divenne anche il Figlio di Maria, assumendo da Lei il corpo umano.
Maria conservò gelosamente questo segreto, non lo rivelò a nessuno, neanche al suo sposo Giuseppe. L'evento era troppo sublime e inconcepibile alla mente umana; per cui Maria preferì fidarsi di Dio e lasciare a Lui il modo di comunicarlo a Giuseppe.
Evidentemente una maternità non si può conservare a lungo nel segreto. Quando i segni esterni della marternità di Maria apparvero evidenti, Giuseppe cadde in una profonda crisi di coscienza perchè, da una parte, sapeva benissimo che lui non aveva avuto rapporti intimi con la sua sposa, e dall'altra parte, conoscendola molto bene, non poteva dubitare della santità di Maria, per cui non gli passò neppure lontanemente nella mente il dubbio di un suo eventuale adulterio.
Il Santo Vangelo ci dice che Giuseppe era un uomo giusto e che anche in quella circostanza agì da uomo giusto. Non pensò di denunciare pubblicamente Maria come adultera perchè era convintissimo della sua innocenza; ma poichè la Legge Mosaica non gli consentiva di trattenere con sè Maria in quelle condizioni, decise di licenziarla in segreto. Mentre pensava di eseguire la sua decisione, Dio che non abbandona mai i giusti, intervenne, gli inviò il suo angelo Gabriele, il quale durante un sogno gli svelò il segreto: "GIUSEPPE, NON TEMERE DI PRENDERE CON TE  MARIA TUA SPOSA. INFATTI, IL BAMBINO CHE E' GENERATO IN LEI, E' OPERA DELLO SPIRITO SANTO". Quando si destò dal sonno, Giusepoe fece come gli aveva comandato l'angelo del Signore, e prese con sè la sua sposa.

L'insegnamento principale che dobbiamo trarre dal comportamento di Maria Santissima e di San Giuseppe, non può essere che questo: nei momenti difficili della nostra vita, dobbiamo coltivare una illimitata fiducia in Dio: Dio che è il nostro Padre amoroso e premuroso guiderà ogni avvenimento della nostra esistenza per il il nostro bene, ed anche perchè realizziamo nel modo migliore la missione che Egli ha affidato a ciascuno di noi per l'edificazione del Corpo Mistico di Gesù.

Sac. Salvatore Paparo

12 dic 2010

TERZA DOMENICA D'AVVENTO A

OMELIA

Preparandoci al Santo Natale, dobbiamo rinnovare  spesso la nostra fede in Gesù, Dio fattosi Uomo; e lasciarci dominare da sentimenti di esultanza perchè Gesù che viene, è il nostro Salvatore.
Accostiamoci al brano evangelico di oggi.
Giovanni Battista è l'ultimo e il più grande profeta dell'Antico Testamento. I profeti dell'Antico Testamento insistevano molto sull'ira di Dio che avrebbe sterminato i peccatori. Anche Giovanni Battista, nella sua predicazione per preparare la via a Gesù, usò detto linguaggio. Diceva:
"Razza di vipere,  non vi salverete dall'ira che sta per venire. La scure è già alla radice degli alberi. Oggni albero che non fa buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco. Il Messia ha in mano il ventilabro, pulirà bene la sua aia, radunerà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con fuoco inestinguibile".
Per questa sua convinzione, Giovanni Battista che, al momento del battesimo, aveva riconosciuto il Messia in Gesù, vedendo che Gesù, anzichè severo giudice e sterminatore dei peccatori, si dimostrava con loro misericordioso, rinchiuso nel carcere del Macheronte, fu assalito da un tremendo dubbio: "Ma Gesù, è proprio il Messia?". Attanagliato da questa lotta interiore, Giovanni manda alcuni dei suoi discepoli da Gesù per domandargli: "Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?". Ossia: "SEI TU IL MESSIA, O NO?".
La risposta di Gesù è chiara: "SI', SONO IO IL MESSIA. Io, però, non sono venuto nel mondo per giudicarlo e condannarlo, ma per salvarlo e beneficarlo. I tuoi discepoli, Giovanni, ne sono testimoni oculari: GUARISCO I CIECHI, I SORDI, I MUTI, GLI ZOPPI; RISUSCITO I MORTI". Come notate, Gesù non ha detto "PERDONO I PECCATI", e non lo ha detto perchè Giovanni non dubitava affatto di ciò: egli era pienamente convinto che Gesù avrebbe perdonato e salvato i peccatori pentiti; me nello stesso tempo era anche pienamente convinto che Gesù avrebbe dovuto sterminare i peccatori incalliti nel male. Ebbene, Gesù, con le sue parole e il suo comportamento lrettificò la seconda convinzione di Giovanni. Gesù, infatti,  non fu il severo sterminatore dei peccatori, ma il loro tenero amico: amava la loro compagnia, non disdegnava di pranzare con essi. Con essi mangiava e beveva gioiosamente. E a coloro che si scandalizzavano per l'affettuoso trattamento che riservava ai peccatori, diceva: "NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI". I peccatori comprendevano benisssimo l'amore misericordioso di Gesù, e si convertivano. Basta citare Zaccheo, uomo molto ricco e ladro. Gesù si autoinvitò ad un pranzo, e Zaccheo lo accolse in casa sua, con indicibile gioia. Colpito dalla bontà di Gesù, Zaccheo comprese anche il suo messaggio evangelico di misericordia e, dopo il pranzo, al momento del congedo, fece un mirabile gesto, espressione della sua sincera conversione. Disse a Gesù: "Signore, do la metà dei miei beni ai poveri e se ho rubato a qualcuno, restituisco il quadrupo". Gesù gli rispose: "OGGI LA SALVEZZA E' ENTRATA IN QUESTA CASA, POICHE' ANCH'EGLI E' FIGLIO DI ABRAMO. INFATTI IL FIGLIO DELL'UOMO E' VENUTO A CERCARE E A SALVARE CIO' CHE ERA PERDUTO".

Sac. Salvatore Paparo.

8 dic 2010

VENTISETTESIMA LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO

 OTTO DICEMBRE 2010 : FESTA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA SANTISSIMA.
Grazie, Gesù: i fratelli amici  REDATTORI del blog Rai Vaticano mi hanno fatto un grande dono.
Sento prorpio che il mio fratello amico Giuseppe De Carli dal Cielo protegge me e l'Opera Cenacolo Familiare.

Sac. Salvatore Paparo

5 dic 2010

SECONDA DOMENICA D'AVVENTO A

OMELIA

Duemila anni fa, nel deserto della Giudea, comparve un giovane profeta di nome Giovanni. Indossava una veste di peli di cammello, stretta ai fianchi con una cintura di pelle. Il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. A lui accorrevano tante folle provenienti da Gerusalemme, da tutta la Giudea e da tutta la zona adiacente al Giordano.
Il giovane profeta si presentò come l'inviato da Dio per preparare i cuori ad accogliere il Messia la cui venuta era imminente. Predicava la necessità di una profonda conversione e la necessità di fruttificare opere buone. Fra l'altro diceva: " Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia lo stesso".
Minacciava anche  severi castighi a coloro che non si convertivano e che non davano frutti di vera conversione. Diceva loro: "Ogni albero che non dà frutti buoni, sarà tagliato e gettato nel fuoco".
Tutti coloro che accettavano l'invito alla coversione si immergevano nelle acque del Giordano, confessavano pubblicamente i loro peccati, venivano battezzati da Giovanni Battista ed ottenevano il perdono del male commesso.
Un giorno amche Gesù si presentò davanti a Giovanni Battista per farsi battezzare da lui. Giovanni acconsentì solo dopo alcune esitazioni: " Sono io che debbo essere battezzato da te, e tu vieni da me?".
Il battesimo di Gesù, però, deve essere ben compreso: esso per Gesù non fu come per noi una purificazione, una liberazione dal peccato. In Gesù, infatti, non c'era alcun peccato. Gesù facendosi battezzare compì un grande gesto d'amore verso di noi: si addossò i nostri peccati per distruggerli. San Paolo arriva a dire che Gesù, non solo prese i nostri peccati su di sè, ma che addirittura si è fatto peccato per noi. Leggiamo, infatti, al capitolo quinto  della sua Seconda Lettera ai Corinzi: "Colui che non conobbe peccato, Dio lo ha fatto diventare peccato per noi, affonchè noi diventassimo in Lui giustizia di Dio". Il gesto d'amore per noi, costò molto a Gesù. Gesù, infatti, ha sofferto per tutta la vita. Ma il peso dei nostri peccati, Gesù lo sentì, in modo particolare, nell'orto del Gestsemani. Durante quelle tremende tre ore di agonia, Gesù rimase come schiacciato dai nostri peccati. Da qui il sudore di sangue, da qui la sua preghiera: "Padre, se è possibile, passa da me questo calice". Ma ciò non era possibile: infatti, con il suo battesimo Gesù aveva accettato e incominciato la sua Passione per salvarci; e la sua Passione doveva concludersi sulla croce. Gesù stesso parlò della sua morte in croce, in termini di battesimo: "Sono venuto a portare il fuoco dell'amore sulla terra, e che cosa voglio se non che si accenda? Prima, però, debbo essere battezzato con un battesimo, e come sono in angustia finchè non sia compiuto". Quando Gesù Crocifisso, immediatamente prima di morire, pronunciò le parole: "TUTTO E' COMPIUTO", voleva dire: " IL MIO BATTESIMO E' GIUNTO AL SUO COMPIMENTO".

Per concludere pensiamo al nostro battesimo. Con il battesimo noi siamo divenuti Membra del Corpo Mistico, e Dio Padre ci ha affidato la stessa missione redentrice di Gesù: salvati da Gesù, dobbiamo salvare insieme a Gesù. Dobbiamo, cioè, unire le nostre sofferenza alle sofferenze di Gesù perchè i nostri fratelli peccatori si convertano ed abbiano la vita eterna.

Sac. Salvatore Paparo

2 dic 2010

UNO SPAZIO SENZA DOMINAZIONE MASCHILE

Dal libro " GESU' " ( Un approccio storico ) di
Josè Antonio Pagola

La sua esperienza di Dio Padre, difensore degli ultimi, e la fede nella venuta del suo regno portano Gesù a comportarsi in maniera tale che il suo operato mette in crisi costumi, tradizioni e pratiche che opprimevano la donna. Gesù non può sopprimere l'opprimente carattere patriarcale di quella società. E' semplicemente impossibile. Tuttavia, egli introduce delle basi nuove e un attteggiamento in grado di "depatriarcalizzare" la società: nessuno può, in nome di Dio, difendere o giustificare nè la prepotenza degli uomini nè l'assoggettamento delle donne al loro potere patriarcale.. Gesù sovverte tutto promuovendo dei rapporti fondati sul fatto che tutte le persone, donne e uomini, sono create e amate da Dio: egli le accoglie nel suo regno come figli e figlie di uguale dignità. Gesù vede tutti come persone ugualmente responsabili davanti a Dio. Non parla mai a nessuno partendo dalla sua funzione di uomo o di donna; in lui non è possibile trovare esortazioni che concretizzino i doveri degli uomini da un lato e i doveri delle donne dall'altro, come è normale tra i rabbini giudei e come avverrà anche nelle prime comunità cristiane, quando verranno regolamentati i doveri domestici dell'uomo e soprattutto della donna. Gesù chiama tutti, donne e uomini, a vivere come figli e figlie del Padre, senza proporre una sorta di "seconda morale" più specifica ed esclusiva per donne  e per uomini.
A far soffrire le donne, probabilmente, non è tanto il fatto di vivere al servizio del marito e dei figli, ma soprattutto quello di sapere che, in qualunque momento, il marito può ripudiarle abbandonandole alla loro sorte. Questo diritto dell'uomo si basa niente di meno che sulla legge: "Se risulta che la donna non trova grazia ai suoi occhi, perchè scopre in lei qualcosa che non le piace, redigerà per lei un atto di ripudio, glielo metterà in mano e la scaccerà da casa" (Deuteronomio 24,1). Già prima della nascita di Gesù, gli esperti della legge discutevano vivacemente sul modo di interpretare queste parole. Secondo i seguaci di Shammai, si poteva ripudiare la moglie soltanto in caso di adulterio; secondo la scuola di Hillel, era sufficiente trovare nella moglie "qualcosa di sgradito", per esempio che aveva lasciato bruciare il pasto. A quanto sembra, ai tempi di Gesù era questa la tendenza che si andava affermando. Più tardi, Rabbi Aqiba avrebbe fatto un passo ulteriore: per ripudiare la moglie è sufficiente che al marito piaccia di più un'altra donna. Mentre gli uomini dotti discutevano, le donne non potevano alzare la voce per difendere i loro diritti.
In un qualche momento, la questione arrivò fino a Gesù: "Può il marito ripudiare la moglie?". La domanda è totalmente maschilista, in quanto la donna non aveva alcuna possibilità di ripudiare il marito. Con la sua risposta, Gesù sorprende tutti. Le donne che lo ascoltano non riecono a crederci. Secondo lui, se nella legge vi è il ripudio, ciò si deve "alla durezza di cuore" degli uomini e al loro atteggiamento maschilista, ma il progetto originario di Dio non era quello di un matrimono patriarcale. Dio ha creato l'uomo e la donna perchè siano "una sola carne", come persone chiamate a condividere il loro amore, la loro intimità e la loro intera vita in comunione totale. Per questo "quel che Dio ha unito l'uomo non lo separi". Ancora una volta Gesù prende posizione in favore delle vittime, mettendo fine al privilegio degli uomini di ripudiare le moglie a loro capriccio ed esigendo per le donne una vita più sicura, degna e stabile. Dio non vuole strutture che generino la superiorità dell'uomo e la soggezione della donna; nel regno di Dio esse dovranno scomparire. Questo è appunto quanto Gesù promuove all'interno di quella "nuova famiglia" che sta formando con i suoi seguaci a servizio del regno di Dio. Una famiglia non patriarcale, dove tutti sono fratelli e sorelle; una comunità senza dominazione maschile e senza gerarchie stabilite dall'uomo. Un movimento di seguaci in cui non vi è "padre". Soltanto quello del cielo. Non sappiamo dove nè quando sia avvenuto; le fonti cristiane hanno conservato un episodio significativo della vita di Gesù. Dopo aver rotto con la sua famiglia, Gesù si trova circondato da un gruppo di seguaci seduti in cerchio intorno a lui. , formando con lui un gruppo ben definito: donne e umini seduti, senza alcuna superiorità degli uni sugli altri, tutti all'ascolto della sua parola, e tutti ricercando insieme la volntà di Dio. Improvvisamente, Gesù viene avvertito che sua madre e i suoi fratelli sono arrivati con l'intenzione di portarselo via, perchè pensano che sia pazzo. Rimangono "fuori" forse per non mescolarsi con quello strano gruppo che circonda il loro parente. Guardando intorno a sè, com'era forse sua abitudine, e contemplando coloro che ormai considera la sua nuova famiglia, Gesù reagisce così: "Ecco mia madre e i miei fartelli. Chi compie la volontà di Dio, quello è mio fratello, mia sorella e mia madre". In questa nuova famiglia dei suoi seguaci non vi sono padri. Soltanto quello del cielo; nessuno deve stare "al suo posto"; nel regno di Dio non è possibile riprodurre i rapporti patriarcali. Tutti devono sedersi in cerchio intorno a Gesù, rinunciando al potere e al dominio sugli altri per vivere al servizio dei più deboli e indifesi. Gesù ripete le stesse cose iu un'altra occasione. I discepoli hanno lasciato la loro casa, e hanno lasciato anche fratelli, sorelle, padri, madri e figli, hanno abbandonato le terre, che erano la loro fonte di sussistenza, il lavoro e la sicurezza. Sono rimasti senza nessuno e senza nulla. Cosa riceveranno? Ecco la preoccupazione di Pietro, ed ecco la risposta di Gesù: "Nessuno rimarrà senza ricevere il cento per uno: ora, al presente, case, fratelli, sorelle, madri, figli e campi... e nel mondo futuro vita eterna".
I seguaci di Gesù troveranno un nuovo focolare e una nuova famiglia. Cento fratelli e sorelle, cento madri! Però non troveranno "padri". Nessuno eserciterà su di loro un'autorità dominante. Deve scomparire il "padre" inteso in maniera patriarcale: uomo dominatore, padrone che si impone dal di sopra, signore che tiene soggetti la moglie e i figli. Nella nuova famiglia di Gesù tutti condividono vita e amore fraterno. Gli uomini perdono potere, le donne acquistano dignità. Per accogliere il regno del Padre bisogna andar creando uno spazio di vita fraterna, senza dominazione maschile.
Un'altra fonte cristiana ci ha fornito anche delle parole con cui Gesù offre una giustificazione di questa "assenza di padre" nel suo movimento. E' un testo fortemente anti-gerarchico, in cui chiede ai suoi seguaci di non diventare un gruppo diretto da sapienti "rabbini", da "padri" autoritari, o da "dirigenti" innalzati al di sopra degli altri: "Voi non lasciatevi chiamare rabbì, perchè uno solo è il vostro Maestro, e voi siete fratelli. E non chiamate nessuno "padre"  vostro sulla terra, perchè uno solo è vostro Padre: quello del cielo. Non lasciatevi neppure chiamare "direttori" perchè uno solo è il vostro Direttore: il Cristo". Nessuno può chiamarsi nè essere "padre" nella comunità di Gesù. Soltanto Dio. Gesù lo chiama "Padre" non per legittimare strutture patriarcali di potere sulla terra, ma appunto per impedire che, fra i suoi, qualcuno pretenda di rivendicare "autorità di padre", riservata esclusivamente a Dio. Quando il potere patriarcale scompare, fanno la loro comparsa i bambini. Insieme con le donne, essi sono i più deboli e piccoli della famiglia, i meno potenti e i più bisognosi di amore. Secondo Gesù, essi devono stare al centro nel regno di Dio.Nella società giudaica, i bambini erano segno della benedizione di Dio, ma diventavano importanti soltanto quando raggiungevano l'età per adempiere la legge e prendere parte al mondo degli adulti. Le bambine non erano imprtanti mai, finchè non avevano figli, cioè potenziali uomini.
Gesù suggerirà ai suoi discepoli un mondo nuovo e diverso. Secondo un racconto ripreso da Marco, i discepoli maschi stanno discutendo sulla ripartizione di poteri e autorità.  Gesù compirà un gesto eclatante perchè si stampi bene in loro come egli intenda la sua comunità di seguaci: l'importante non è essere il primo o il più grande, bensì vivere conme l'ultimo, al servizio di tutti:"Se qualcuno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Poi Gesù prende un bambino e lo mette nel mezzo del gruppo come segno di utorità. Lo stringe con affetto fra le braccia, come se volesse regalargli la sua autorità stessa. I discepoli non sanno cosa pensare di tutto ciò. Gesù lo spiega con poche parole: " Chi riceve un bambino come questo in mio nome, riceve me; e chi riceve me, non riceve me, bensì colui che mi ha mandato". Nel movimento di Gesù ad avere autorità sono i bambini, nella loro piccolezza; sono i più importanti e devono occupare il centro, perchè sono i più bisognosi di cura e di amore. Gli altri, i grandi e i potenti, cominciano a diventare importanti quando si mettono al servizio dei piccoli e dei deboli.
Il pensiero di Gesù appare con maggiore chiarezza anche in un'altra scena. Vengono presentati a Gesù alcuni bambini e bambine: se è un uomo di Dio contagerà loro qualcosa della sua forza e del suo spirito. I discepoli, che vogliono comandare e imporre la loro autorità, cercano di impedire che essi si accostino a Gesù. La sua reazione è immediata; irritato respinge l'operato  dei suoi discepoli: "Lasciate che i bambini vengano da me, non glielo impedite, perchè di chi è come loro è il regno di Dio. Vi assicuro che chi non riceverà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà". In seguito ripete un suo gesto molto particolare. Abbraccia bambini e bambine con affetto, comunicando loro la sua vita e ricevendo da loro tenerrezza e gioia. Impone su di loro le mani affinchè crescano e vivano sani: li benedice come il Creatore benediceva tutto all'inizio della vita. Il movimento di Gesù, che prepara e anticipa il regno di Dio, non deve essere un gruppo diretto da uomini forti che si impongono agli altri dal di sopra; deve essere piuttosto una comunità di "bambini" che non s'impongono a nessuno, entrano nel regno soltanto perchè hanno bisogno di cura e di amore. Una comunità dove vi sono uomini e donne che, sullo stile di Gesù, sanno abbraciare, benedire e curare i più deboli e piccoli. Nel regno di Dio, la vita non si diffonde in base all'imposizione dei grandi, benzì partendo dall'accoglienza dei piccoli. Dove essi diventano il centro della vita, là sta giungendo il regno di Dio. Fu questa, probabilmente, una delle grandi intuizioni di Gesù.

Josè Antonio Pagola

28 nov 2010

PRIMA DOMENICA D'AVVENTO A

OMELIA

Dopo la creazione, tutto era in pace.
Noi uomini eravamo in pace con Dio; in pace tra di noi; in pace con la natura.
Il peccato introdusse nel mondo la guerra con tutte le sue deleterie conseguenze.
Dal giorno in cui Caino uccise il fratello Abele, le guerre hanno dominato la vita degli uomini, e il sangue fraterno è scorso a torrenti. Se il sangue umano versato nelle guerre non fosse stato succhiato dalla terra ed evaporato; se esso fosse stato convogliato nel mare, noi, adesso, anzichè un mare di acqua avremmo un mare di sangue umano.
Malgrado tutto, però, non dobbiamo restare vittime del pessimismo: oggi con la Prima Domenica d'Avvento iniziamo il periodo liturgico che ci prepara al Santo Natale, alla nascita di Gesù a Betlem. Ebbene, Gesù venne in mezzo a noi per capolgere la nostra situazione di guerra in situazione di pace. E' quanto il coro angelico cantò nella Notte Santa della Nascita di Gesù:
"PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA".
E' vero, dopo la nascita di Gesù le guerre non sono cessate, e il sangue fraterno ha continuato a scorrere a torrenti. Nel secolo scorso, addirittura, abbiamo subito due terribili guerre mondiali per cui tanti pensano che la Pace Mondiale promessa dagli angeli, non si realizzerà. Invece essa si realizzerà. Lo afferma chiaramente la Sacra Scrittura che è la Parola Verace di Dio. Dio per mezzo dei suoi profeti ha sempre nmantenuta viva tra gli uomini la certezza che la Pace Mondiale Messianica ci sarà. Una di queste profezie l'abbiamo ascoltato un momento fa seguendo la Prima Lettura Biblica: Isaia ha porofetizzato che verrà il tempo in cui gli uomini non si combatteranno più tra di loro, non si prepareranno più alla guerra e trasformeranno le armi in strumenti di benessere.
Tra le numerosissime profezie scritturistiche sull'argomento, ci sono anche queste:
"IL MESSIA RISTABILERA' LA PACE FRA LE NAZIONI".
"IL MESSIA ASSICURERA' UNA PACE CONTINUA".
"GUARDATE COSA HA COMPIUTO IL SIGNORE, QUALI PRODIGI HA FATTO SULLA TERRA: IN TUTTO IL MONDO PONE FINE ALLE GUERRE".

Dando uno sguardo allo stato attuale del mondo, tanti fattori negativi ci sospingono al pesimismo.
Non dobbiamo, però, lasciarci impressionare: è l'ultimo sforzo di satana e degli uomini suoi figli per ostacolare l'azione di Dio e degli uomnini suoi figli perchè si realizzi la Pace Mondiale che Gesù ci ha acquistato con la Sua Passione, Morte e Risurrezione.
A questo punto è bene sottolineare quanto afferma il libro biblico dell'Apocalisse. Esso parla di terrificanti e sanguinari sforzi di satana e degli uomini suoi figli per vincere Gesù e la sua Chiesa. Ma inutilmente: Gesù interverrà in modo straordinario e renderà satana impotente  per mille anni. Ossia: per un lunghissimo periodo di tempo gli uomini si dimostreranno docili discepoli di Gesù e del suo Messaggio Evangelico e  vivranno NELLA PACE E NEL BENESSERE MESSIANICI.
Il testo sacro si esprime così: "Vidi secndere dal cielo un angelo che teneva in mano la chiave del mondo sotterraneo e una lunga catena. L'angelo afferrò il serpente antico cioè satana, il diavolo. E lo incatenò per mille anni, lo gettò nel mondo sotterraneo, ne chiuse l'entrata e la sigillò sopra di lui. Così il diavolo non avrebbe più ingannato nessuno per mille anni".

Malgrado tante apparenze contrarie, io credo che siamo giunti alla vigilia dell'avveramento di questa profezia in cui satana, re della guerra, sarà incatenato; E GESU', RE DELLA PACE, REGNERA' NEL MONDO INTERO CON IL SUO IMMENSO AMORE E CON LA SUA INFINITA MISERICORDIA. Noi tutti con Gesù  dobbiamo essere artefici della Pace Mondiale, vivendo in pace con la nostra coscienza; in pace con i membri della nostra famiglia naturale; in pace con i fratelli e le sorelle della nostra Comunità Cristiana; in pace con tutti coloro con i quali ogni giorno veniamo a contatto.

Sac. Salvatore Paparo

23 nov 2010

IN OCCASIONE DI UN FUNERALE

L'autore della Lettera agli Ebrei che fa parte della Bibbia, ha scritto:
"E' stato stabilito che l'uomo debba morire una sola volta, e che subito dopo vi sia il giudizio".
Quindi subito dopo la morte compariremo tutti dinanzi a Dio per essere da Lui giudicati sul modo con cui ci siamo comportati durante la nostra vita terrena.
Noi porteremo dinanzi a Dio le nostre opere buone e le nostre opere cattive.
Le opere buone sono quelle che fanno del bene agli altri. Ce lo dice chiaramente Gesù descrivendo il Giudizio Universale:
"Avevo fame e mi avete dato da magiare.
Avevo sete e mi avete dato da bere.
Ero senza casa e mi avete ospitato nella vostra casa.
Ero nudo e mi avete dato un vestito".
Dunque, se diamo da mangiare a chi ha fame, da bere a chi ha sete; se ospitiamo chi non ha casa e diamo un vestito a chi ne è senza, compiamo opere buone, e Dio nel Giudizio ci loderà e ci darà una grande ricompensa: "Bene, servo buono e fedele; poichè sei stato fedele nel poco, entra nel gaudio eterno dl tuo Signore".
Le opere cattive, al contrario delle opere buone, sono quelle che causano del male agli altri.Compiono opere cattive, ad esempio, coloro che uccidono, coloro che rubano, coloro che calunniano il prossimo.
Noi possiamo fare del male agli altri anche con i cosìdetti peccati di omissione. Ciò avviene quando non facciamo agli altri il bene che siamo in grado di fare loro. Ce lo dice ancora Gesù descrivendo il Giudizio Universale:
"Avevo fame e non mi avete dato da mangiare.
Avevo sete e non mi avete dato da bere.
Ero senza casa e non mi avete ospitato nella vostra casa.
Ero nudo e non mi avete dato un vestito".
Dunque, coloro che non danno da mangiare a chi ha fame, non danno da bere a chi sete, non ospitano chi è senza casa, non danno un vestito a chi ne è senza, commettono peccati di omissione, e quando compariranno dinanzi a Dio per essere giudicati, saranno condannati.
Noi speriamo che il fratello a cui oggi diamo l'estremo saluto, si sia presentato dinanzi a Dio da giusto e che Dio gli abbia rivolto queste parole: "Bene, servo buono e fedele, poichè sei stato fedele nel poco, entra nel gaudio eterno del tuo Signore".

Sac. Salvatore Paparo
 

21 nov 2010

FESTA DI GESU' CRISTO RE DELL'UNIVERSO

OMELIA

Oggi concludiamo l'anno liturgico 2010, celebrando la festa di Gesù Cristo, Re dell'Universo.
La prima lettura biblica ci ricorda l'elezione di Davide a re di tutti gli Ebrei. E il suo ricordo non è casuale: Davide, infatti, è antenato e figura di Gesù Re dell'Universo. D'allora i profeti predissero che il futuro Messia sarebbe stato un figlio di Davide, continuatore della sua regalità.
Ma che senso ha la regalità di Gesù?
Per comprenderla dobbiamo portarci al pretorio di Pilato, e soprattutto sul Golgata.

Presso il pretorio, la folla chiede a Pilato la condanna a morte di Gesù perchè, dicono, Egli si è proclamato re, mentre essi hanno un unico re: Cesare. Alla domanda di Pilato: "Sei tu veramente re?", Gesù rispose che era veramente re, ma che il suo regno non era di questo mondo. Se il suo regno fosse stato di questo mondo, i suoi soldati avrebbero combattuto per lui e lo avrebbero liberato dai suoi nemici.

Sul Golgata, ai lati di Gesù Crocifisso, c'erano altri due crocifissi: due uomini che avevano vissuto la loro vita, rubando. Uno di loro pensò solo alle sue sofferenze; voleva solo essere liberato da esse, e bestemmiava contro Gesù: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi".
Coloro che diventano nemici della croce, non possono essere salvati da Gesù. Gesù, infatti, ci ha detto che per essere suoi discepoli dobbiamo prendere ogni giorno la nostra croce e seguirlo.
Ma per essere più precisi su questo punto, è necessario che fissiamo tutta la nostra attenzione su colui che la tradizione ci ha tramandato come " il buon ladrone ".
Mentre i capi dei Giudei beffeggiavano Gesù Crocifisso; mentre il suo compagno nei furti, bestemmiava contro Gesù, egli osservava, rifletteva, soffriva e taceva. Vedendo che Gesù accettava le sue sofferenze con tanta pazienza e mitezza; ascoltando l'invocazione di perdono che Gesù rivolse al Padre Celeste: " Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno"; e assecondando la luce interiore dello Spirito Santo, il buon ladrone fece scaturire dal suo cuore il seguente profondo atto di fede:
"Gesù è veramente Re, il Messia, il Figlio di Dio; Gesù, Re, Messia e Figlio di Dio E' INNOCENTE; Gesù soffre e muore PER SALVARE NOI PECCATORI".
Dopo il suo intimo e intenso atto di fede, il buon ladrone rivolse a Gesù questa invocazione: "GESU', RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO REGNO". Con questa invocazione il buon ladrone espresse la sua conversione e la sua immensa fiducia nella misericordia di Gesù. E Gesù raccolse il primo frutto della sua morte redentrice: "OGGI SARAI CON ME IN PARADISO".

A questo posiamo dedurre alcune conclusioni:
Gesù è veramente Re.
Il Regno di Gesù, però, non è di questo mondo, nel senso che Gesù Re, non imita i sovrani di questo mondo, i quali abusano del loro potere per spadroneggiare sui loro sudditi.
Il Regno di Gesù, invece, è UN REGNO DI AMORE E DI MISERICORDIA. GESU' RE AMA, E DA PADRONE SI FA SERVO DEI SUOI SUDDITI: "IO NON SONO VENUTO IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE". Il massimo servizio che GESU' RE ha fatto ai suoi sudditi è L'OFFERTA DELLA SUA VITA SULLA CROCE, PER SALVARLI.
Ebbene, i suoi sudditi debbono imtare l'amore di Gesù loro RE. Cioè, come Lui non debbono spadroneggiare sulle persone MA SERVIRLE FINO, se è necessario, a sacrificare la propria vita per il loro bene. E' quanto ha scritto San Giovanni Apostolo nella sua Prima Lettera: "GESU' HA DATO LA SUA VITA PER NOI; QUINDI ANCHE NOI DOBBIAMO DARE LA VITA PER I FRATELLI". 
Ma perchè noi sudditi riusciamo ad amare come Gesù, il nostro Re, è necessario che imitiamo il buon ladrone crocifisso: come lui dobbiamo riconoscere i nostri peccati e pentirci di essi; come lui dobbiamo invocare la misericordia di Gesù per ottenere il suo perdono; come lui dobbiamo unire le nostre sofferenze alle sofferenze di Gesù per compiere in noi ciò che manca alla sua Passione, per l'edificazione del Suo Corpo, che è la Chiesa".

Sac. Salvatore Paparo.

10 nov 2010

VENTISEIESIMA LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO

Grazie, Gesù: gli stimati fratelli Redattori del blog Rai Vaticano, hanno nuovamente inserito nel loro blog, il blog dell'Opera Cenacolo Familiare, umile tuo strumento fra i tanti altri tuoi umili strumenti per instaurare presto LA PACE MONDIALE MESSIANICA, acquistata con la Tua Passione, Morte, Risurrezione; con la cooperazione mirabile, ineffabile, singolare di Maria Santissima, Corredentrice con Te dell'umanità peccatrice.

Adesso, Gesù, fa' che il Papa Benedetto XVI indica, senza esitazioni, IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, indispensabile e improcrastinabile STRUMENTO del Tuo Amore Misericordioso che vuole um mondo in cui la povertà sia sconfitta, e tutti vivano una vita dignitosa, come conviene ai figli di DI DIO PADRE che pensa a dare il cibo quotidiano perfino agli uccelli dell'aria che non seminano e non raccolgono nei loro granai".

Sac. Salvatore Paparo.

9 nov 2010

VENTICINQUESIMA LETTERA A GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO

Gesù, Tu mi hai dato un grande amico: il fratello Giuseppe De Carli. Responsabile  di Rai Vaticano, lo hai illuminato ed egli ha compreso che l'Opera Cenacolo Familiare non è mia invenzione, ma tua volontà. L'Opera Cenacolo Familiare è un tuo umile strumento fra tanti altri tuoi strumenti perchè finalmente SU REALIZZI LA PACE MONDIALE MESSIANICA. Il fratello ed amico Giuseppe De Carli, è diventato apostolo dell'Opera Cenacolo Familiare: nel blog Rai Vaticano ci sono due voci "News" "Dibattiti". In esse compaiono degli articoli firmati e poi le risposte di commento dei lettori. A cominciare dall'aprile 2009 il mio amico Giuseppe, dopo le risposte dei lettori scriveva sempre:
Salvatore Paparo              Nome
s.paparo@alice.it              Mail
http://www.operacefa.blogspot.com/       website
Così il mio amico Giuseppe ha fatto una propaganda meravigliosa dell'Opera Cenacolo Familiare
fino al giorno 13 luglio 2010, giorno in cui Tu lo hai preso con te. La data della sua morte non è casuale: il 13 luglio, infatti, ricorre l'anniversario della terza Apparizione di Maria Santissima, fatta a Fatima nel 1917,  in cui la Madonna profetizzò CHE LA PACE MONDIALE MESSIANICA E' IMMINENTE: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA', E IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE". Ebbene, il mio amico Giuseppe era un fervente apostolo di questa profezia mariana. Mi sembra che abbia scritto perfino un libro sull'argomento. Ora il mio amico Giuseppe è in Paradiso e da lì protegge me e l'Opera Cenacolo Familiare. Dopo la sua morte, i Redattori del blog Rai Vaticano, forse per la stima e il rispetto che nutrono per lui, hanno continuato a pubblicare il mio cognome e nome e la formula del blog Opera Cenacolo Familiare.
E' avvenuto, però, qualcosa di particolare: martedì 26 ottobre u.s., ai redattori del blog rai vaticano, ho spedito, in allegato, LA MIA VENTIQUATTRESIMA LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO:
"Gesù, il Sinodo dei Vescovi per la pace in Medio Oriente, INIZIO DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA, si è concluso e ne sono lieto.
Nello stesso tempo, però, ho avuto una grande delusione: gli amici redattori del blog rai vaticano, alle voci "News" e "Dibattiti" hanno cancellato:
COMMENTI
Salvatore Paparo          Nome
s.paparo@alice.it          Mail
http://www.operacefa.blogspot.com/     website

Non so perchè i Redattori hanno operato questa cancellatura: forse perchè ho manifestato la mia convinzione che il Papa Benedetto XVI debba indire IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, indispensabile per la purificazione della Chiesa Cattolica; indispensabile perchè la Chiesa Cattolica diventi "LA CHIESA AMICA DEI POVERI" "LA CHIESA POVERA", indispensabile perchè la Chiesa Cattolica si ponga a totale servizio dei suoi fratelli e delle sue sorelle: "CHI SERVE NON GIUDICA, NON CONDANNA, MA SI OFFRE GENEROSAMENTE PER IL BENE DEI SUOI PADRONI, NEL NOSTRO CASO, PER IL BENE DI TUTTI I BATTEZZATI".
Il mio amico Giuseppe De Carli che mi protegge dal Cielo, certamente è molto deluso perchè nel blog rai vaticano i Redattori hanno cancellato la sua prolungata propaganda a favore dell'Opera Cenacolo Familiare, scelta da Te e dalla Famiglia Trinitaria di Dio, come umile strumento per cooperarare alla realizzazione DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA, E DEL REGNO DI DIO  NELLE SUE MIGLIORI ESPRESSIONI IN QUESTA TERRA, CHE GRADUALMENTE PREPARANO I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA.
GEASU', PER QUESTI MOTIVI, CONTINUO A CREDERE FERMAMENTE CHE IL PAPA BENEDETTO XVI DEBBA INDIRE IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III"
Sac. Salvatore Paparo

Gesù, con mia grande meraviglia, in risposta, i Redattori hanno pubblicato il blog

dell'Opera Cenacolo Familiare, nel blog Rai Vaticano; ai loro lettori hanno inviato la mia

VENTIQUATTRESIMA LETTERA A GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO,

sottolineando le parole della lettera: "Il mio amico Giuseppe De Carli che mi proteggi dal Cielo,

certamente è molto deluso perchè nel blog Rai Vaticano hanno cancellato la sua prolungata

propaganda a favore dell'Opera Cenacolo Familiare"; e vi hanno aggiunto le parole:

"Corrispondenze migliori con il blog Rai Vaticano".

Gesù, a questo punto, però, è necessario che io faccia un passo indietro per scrivere quanto segue: mercoledi 20 ottobre 2010, il blog Rai Vaticano, ha pubblicato simultaneamente e l'uno dopo l'altro, questi due scritti:
1. "Ecco i nuovi cardinali di Benedetto".
2. "Mons. Bettazzi, vescovo di pace".
Tutti e due gli scritti si concludevano con il mio cognome e nome, con la mia e-mail e con
http://www.operacefa.blogspot.com/

Desidero soffermarmi su Mons. Bettazzi.
L'articolista è Giancarlo Cocco:
"Ottantasette anni ben portati, una mente lucida e dotato di grande houmor: così si è presentato domenica scorsa al Palacongressi di Rimini monsignor Luigi Bettazzi, per un incontro con una platea di oltre tremila over 50, riuniti per partecipare a"Gold Age", forum internazionale e manifestazione rappresentativa dell'universo anziano, promossa da "50&più". Un battitore libero del nostro episcopato. si considera ora Bettazzi, già vescovo di Ivrea, in pensione da alcuni anni, famoso per aver partecipato a manifestazioni sindacali, a marce per la pace, orgoglioso di aver affrontato a viso aperto i superiori della Cei e del Vaticano.

Originario di Treviso, si forma come prete a Bologna sotto il cardinal Lercaro e don Giuseppe Dossetti, diventando vescovo ausiliario nel 1963. E' proprio come portavoce di Lercaro  e Dossetti che nel Concilio Vaticano II Bettazzi si fa promotore di una istanza consegnata a Paolo VI e firmata da 70 padri conciliari in favore della santificazione di Giovanni XXIII.

Ben conosciuto per certe sue iniziative come quella del 1976, quando inviò una lettera aperta all'allora segretario del Partito comunista italiano Berlinguer nella quale chiedeva di liberare il partito dall'ideologia marxista per renderlo "digeribile" ai cattolici. Notevole il suo impegno come presidente di Pax Christi negli anni 70 e 80. Definito talvolta "vescovo scomodo" o "vescovo rosso" per le sue idee progressiste, ha sempre avuto la battuta pronta. Come dimostra  in questa intervista, realizzata a margine del convegno.

Mons. Bettazzi, lei ha partecipato al Concilio Vaticano II: ritiene che la Chiesa oggi si sia conformata integralmente ai testi conciliari o che vi siano ancora parti non applicate?
Quando si parla dalla applicazione del Concilio Vaticano II mi riesce di dire "già e non ancora"  nel senso che molto si è fatto ma molto resta ancora da fare. Se penso alle quattro Costituzioni trovo, ad esempio, che oggi la Bibbia è più letta, è più familiare, ma non è ancora la Parola che orienta direttamente la nostra vita, così come la liturgia è più partecipata, ma stenta ad essere come voleva il Concilio, ossia "culmine e sorgente della vita cristiana". Quanto alle altre due Costituzioni  - sulla Chiesa in sè e la Chiesa nel mondo - devo dire che non viene incoraggiata a sufficienza la corresponsabilità del popolo di Dio sotto la guida della gerarchia. Si stenta ancora a riconoscere quanta grazia di Dio ci può essere nel mondo anche al di fuori delle strutture della Chiesa!

Ritiene possibile nell'attuale situazione mondiale un dialogo tra cristiani e islamici?
Il dialogo non solo è possibile: è doveroso. Si tratta di incoraggiare e favorire i fattori più autentici dell'islamismo perchè possa compiere l'evoluzione che lo stesso Cristianesimo ha compiuto, dalla promozione  delle "guerre sante" e delle "Inquisizioni" fino al rispetto e alla tolleranza, certo più coorenti con il Vangelo.

In questo passaggio storico notiamo che le disuguaglianze si stanno accentuando, così come la povertà, la violenza, la disaffezione della gente ai principi morali. Ritiene che la Chiesa possa avere ancora una funzione di orientamento e di guida?
Penso che il compito della Chiesa sia proprio quello di mettere in evidenza questo tarlo dell'individualismo e dell'egoismo che chiude l'uomo in se stesso, favorisce l'accumularsi delle ricchezze e dei poteri, fa inevitabilmente aunentare il numero dei poveri, così minando la coscienza e l'autonomia delle persone".

Seguono otto commenti dei lettori.
Sono rimasto profondamente amareggiato per i giudizi negativi e calunniosi su Mons. Bettazzi, vescovo che io amo e stimo immensamente. Ne cito alcuni:
"Già, mi sembra che di falsi profeti ce ne siano molti".
"Non si avvicinano le persone con le menzogne, e questo lo insegna san Paolo con "i falsi profet"
"Sacerdoti del tipo  di bettazzi propagandono un'immagine della Chiesa che può nuocere perchè è fondamentalmente lontana se non contraria al dettato del vangelo e della dottrina".
"Bettazzi è ultramodernista" "Vescovi come bettazzi quando smetteranno di fare del male alla Chiesa???  "Mons. Bettazzi farebbe meglio a pregare"Emeriti "de che?".

Fra i giudizi di tenebra e di errore che calpestano la carità fraterna, ce n'è uno di luce e di verità che trascrivo molto volentieri:  "Resto allibito da tanta acrimonia; dalle posizioni aprioristicamente "contro"... ragazzi, qualcuno prima di scrivere ha letto le tre domane e le tre risposte???    ... o è bastato il nome "Bettazzi?". A Rimini - io c'ero - Bettazzi ha fatto del bene a tremila persone parlando di dialogo, rispetto, di carità, di equità ... lo ha fatto serenamente e con serafica umiltà. Sono tentato di aggiungere qualche aggettivo pescandolo ad arte dalle Scritture cui facciamo tanto riferimento... ma vi prego... pace! Abbiamo di sicuro problemi più gravi cui dedicare le nostre energie. Un sorriso".

Venerdi, 29 ottobre, ho inviato ai Redattori del blog Rai Vaticano, la seguente e-mail con l'allegato "IN DIFESA DEL VESCOVO MONS. BETTAZZI":
Stimati Redattori del blog Rai Vaticano,
vi ringrazio proprio di cuore per aver pubblicato la mia VENTIQUATTRESIMA LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO. Vi prego di pubblicare anche il mio scritto IN DIFESA DI   MONS. LUIGI BETTAZZI che vi invio in allegato. Grazie!
Ecco l'allegato:
"IN DIFESA DEL VESCOVO MONS. LUIGI BETTAZZI".
Sono profondamente addolorato per i giudizi preconcetti e negativi sul vescovo Mons. Luigi Bettazzi, espressi da persone che ignorano il distintivo dei cristiani: LA CARITA' FRATERNA.
Mons. Bettazzi è stato mio vescovo dal 1966 al 1999: si è dimostrato veramente un vescovo DI PACE, rispettosissimo delle persone e delle opinioni degli altri. Per quanto mi riguarda, debbo testimoniare, con immensa gratitudine, che è stato il mio vescovo della Provvidenza: mi ha sempre sostenuto, anche se molto discretamente, nell'impegno di portare avanti l'Opera Cenacolo Familiare, benevolmente affidatami nel maggio 1946 dalla Famiglia Trinitaria DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO.
Stimatissimo Mons. Luig, grazie di tutto: senza di Lei, i miei nemici mi avrebbero crocifisso.
Sac. Salvatore Paparo".

Stranamente, in risposta, i Redattori del blog Rai Vaticano hanno cancellato dal blog Rai Vaticano il blog del'Opera Cenacolo Familiare.
Io ho risposto con questa e-mail:
"NIENTE TI TURBI;
  NIENTE TI SPAVENTI; TUTTO PASSA COME UNA PICCOLA TEMPESTA
   IN UN PICCOLO BICCHIERE DI ACQUA.
   DIO NON CAMBIA: NON MORIRAI, RESTERAI IN VITA E ANNUNZIERAI
   LE OPERE DEL SIGNORE.
   LA PAZIENZA OTTIENE TUTTO".
                                                                  MESSAGGIO DI SANTA TERESA DI GESU'.
                                                                   Sac. Salvatore Paparo
Conclusione della lettera:
Gesù, oggi la Chiesa Cattolica è divisa tra
COLORO che sono eccessivamente attaccati al passato e facilmente GIUDICANO E CONDANNANO ASPRAMENTE coloro che la pensano differentemente da loro, chiudendosi così alla verità perchè dove manca l'amore regnano sovrane le tenebre dell'errore; e
COLORO che sono eccessivamente attaccati al futuro. Anche essi GIUDICANO E CONDANNANO FACILMENTE coloro che la pensano differentemente da loro; anche questi si chiudono alla verità e privi di amore brancolano nelle tenebre dell'errore.

GESU', OGGI CI SONO, PERO', ANCHE I CATTOLICI APERTI AL DIALOGO: essi difendono con coraggio e fortezza quanto credono sia vero e giusto, ma lo difendono rispettando le persone che la pensano differentemente da loro, e confrontandosi con umiltà e carità con essi, disposti anche a riconoscere eventuali loro errori, difesi prima in buona fede. Essi giustamente sono convinti che la verità va proposta e non imposta. La verità, infatti, si fa strada da sola, là dove c'è l'amore, poichè  dove c'è l'amore, c'è lo Spirito Santo che è verità e comunica verità: "LO SOIRITO SANTO VI CONDURRA' A TUTTA LA V ERITA' ". 

Gesù, quanto ho detto sulla Chiesa Cattolica, vale anche per le altre Chiese Cristiane, vale anche per le Religioni non cristiane, come pure per tutte le persone rette di cuore. E' NECESSARIO RADUNARE TUTTI COLORO CHE SONO APERTI AL DIALOGO PERCHE' TUTTI SIAMO STATI REDENTI DA TE, E TUTTI QUINDI SIAMO SOTTO L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO CHE CI CONDURRA' A TUTTA LA VERITA'. ALLO SCOPO E' INDISPENSABILE E IMPROCRASTINABILE L'INDIZIONE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.
PENSO CHE LA FINALITA' FONDAMENTALE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III SI POSSA ESPRIMERE COSI':

"P E R C  H E '  S I     R E A L I Z Z I    P R E S T O
  L A     P A C E     M O N D I A L E     M E S S I A N I C A:
  P A C E    I N     T E R R A     A G L I      U O M I N I      C H E      D I O      A M A    " .

   GESU', FA' CHE IL PAPA BENEDETTO XVI
   INDICA IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III"-

    Sac. Salvatore Paparo

8 nov 2010

TRENTADUESIMA DOMENICA durante l'anno C

OMELIA

Siamo nel mese di novembre, nel mese dedicato ai nostri cari defunti, e la liturgia di oggi giustamente fissa tutta la sua attenzione sulla certezza della vita eterna e della risurrezione dei nostri corpi.
Facciamo un breve commento del brano evangelico:
i Sadducei che interrogano Gesù appartengono alla categoria di persone che credono solo a questa vita, e che si prefiggono di gustare ogni goccia di piacere "tanto (dicono) con la morte finisce tutto". I suddetti Sadducei, inoltre, appartengono al numero di coloro che credono di possedere argomenti irrefutabili per negare l'esistenza dell'al di là. Essi pensano che quelli che credono nell'esistenza dell'al di là, sono persone sempliciotte e arretrate che si lasciano ingannare dalla falsa speranza di una felicità immensa, riservata alle anime dei giusti immediatamente dopo la morte, felicità perfezionata e completata, alla fine dei tempi, con la risurrezione dei corpi.
I Sadducei con l'intenzione di mettere in ridicolo Gesù che predicava la risurrezione dei copri, rivolsero al Signore la seguente domanda: "Maestro, tu dici che ci sarà la risurrezione dei corpi. Ebbene, rispondici: una donna ebbe successivamente sette mariti. Dopo la risurrezione dei corpi, la donna di quale dei sette uomini sarà moglie?".
La risposta di Gesù umiliò i Sadducei: "Voi siete in errore: dopo la risurrezione dei corpi, quelli che saranno giudicati degni della vita eterna, non celebreranno matrimoni perchè saranno uguali agli Angeli".
Chi considera superficialmente la risposta di Gesù, rimane addolorato. Infatti, apparentemente sembra che Gesù voglia affermare che in Cielo, marito e moglie vivranno come se non fossero sposi. Una simile interpretazione delle parole di Gesù, però, è sbagliata. Infatti, Dio con il matrimonio, di due esseri forma un solo essere, e rende felici un uomo e una donna mediante il loro reciproco amore. E' assurdo pensare che in Paradiso che è il luogo del perfetto amore e quindi della perfetta unità e della perfetta felicità, due sposi che si sono amati in terra, vengano spezzati nella loro unità amorosa. NO, DIO IN PARADISO NON DIVIDERA' CIO' CHE HA UNITO IN TERRA.
La risposta di Gesù possiamo comprenderla solo se ci poniamo nella mentalità dei Sadducei obiettori. Essi pensavano che in Paradiso, dopo la risurrezione dei corpi, marito e moglie avrebbero continuato a fare gli atti intimi propri degli sposi in questa terra. Tenendo presente ciò. la risposta di Gesù la possiamo esprimere così: "No, in Parediso, gli sposi non faranno più i loro atti intimi. Però saranno felicissimi perchè si ameranno in modo molto più perfetto; cioè perchè si ameranno come si amano gli angeli. E poichè non sapete come si amano gli angeli, per adesso, dovete fidarvi di Dio che per coloro che lo amano ha poreparato, in Paradiso, cose così grandiose che nessuna mente umana potrà mai lontanamente immaginare".

Sac. Salvatore Paparo

1 nov 2010

SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI ANNO 2010

OMELIA

La Solennità di Tutti i Santi è un invito a unirci alla gioia di tutti coloro che già hanno raggiunto la meta gaudiosa del Cielo. E', quindi, anche un invito a gioire con i nostri cari che si trovano già in Paradiso e che ci attendono con amore, desiderosi come sono di condividere con noi la loro sorte felice.
Per penetrare meglio il significato della festa odierna, accostiamoci alla mensa della Parola di Dio. Nella Prima Lettura l'Apostolo San Giovanni ci assicura che il Paradiso non è riservato ad alcune persone privilegiate, ma che Esso è offerto a tutte le persone di buona volontà. Esso, infatti, è abitato da una immensa folla, da una folla così numerosa che nessuno può contare. Gli abitatori del Cielo provengono da ogni nazione e razza, da ogni popolo e lingua. Essi indossano vesti candide a significare che sono senza peccato, o perchè durante il periodo della loro vita terrena hanno saputo conservare il candore dell'innocenza battesimale, o perchè, dopo il peccato, hanno riacquistato l'innocenza con una vita penitente.
Se dalla Prima Lettura passiamo al brano evangelico, incontriamo Gesù che ci indica la via della beatitudine: noi siamo beati, in modo imperfetto, in questa terra, e in modo perfetto nel Paradiso, solo se durante la nostra vita terrema siamo poveri in spirito, miti, misericordiosi, operatori di pace; solo se abbiamo fame e sete di giustizia e, per causa di Gesù, accettiamo di essere insultati, perseguitati, calunniati.
Soffermiamoci un pochino sulla settima Beatitudine: "BEATI GLI OPERATORI DI PACE PERCHE' SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO".
Gesù, Re della Pace, duemila anni fa, nacque da Maria Vergine, Regina della pace, mentre il coro angelico, cantando, prometteva LA PACE MONDIALE MESSIANICA: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA".
Nel 1917, Maria Santissima, a Fatima, profetizzò che la Pace Mondiale Messianica è imminente: "ALLA FINE IL MUO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA', E IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE".
Dal 24 giugno 1981, Maria Santissima fa sentire, quotidianamente, la sua presenza materna, a Medyugorje. Si presenta come "LA REGINA DELLA PACE" e ci assicura che è presente a Medjugorje per portare a termine quanto ha iniziato a Fatima.
Oggi, malgrado le tantissime apparenze contrarie, vi sono evidenti segni positivi che ci fanno prevedere davvero prossima la Pace Mondiale Messianica.
Tutti quanti noi siamo chiamati a essere operatori di questa Pace Mondiale Messianica. Come?
Innanzi tutto vivenedo in pace con noi stessi. Chi non è in pace con se stesso, e si lascia dominare dal rimorso che proviene dal male commesso, non può essere in pace con gli altri.
In secondo luogo, favorendo la pace familiare, vivendo cioè, con amore e generosità, il ruolo che ciascuno di noi svolge nel seno della propria famiglia: quello di sposo o di sposa, di padre o di madre, di figlio o di figlia, di fratello o di sorella.
Infine siamo operatori della Pace Mondiale Messianica, se nel paese in cui viviamo, facciamo di tutto perchè regni sovrana l'unione dei cuori; e se esistono discordie, divisioni, non aggiungiamo legna al fuoco per aumentarle, ma ci adoperiamo per il loro superamento.

SE SIAMO OPERATORI DI PACE, SIAMO ANCHE FIGLI DI DIO, PERCHE' DIO E' IL DIO DELLA PACE, IL DIO CHE COMUNICA PACE: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA".

Sac. Salvatore Paparo

31 ott 2010

XXXI DOMENICA durante l'anno C

OMELIA

Per commentare la Sacra Scrittura di oggi, è utile richiamarci alla mente l'atteggiamento di Gesù nei confronti dei peccatori. Gesù era l'amico dei peccatori, Gesù non condannava i peccatori, così come non condannò, ad esempio, quella donna colta mentre peccava di adulterio. Dei malvagi la trascinarono da Gesù perchè Egli la condannasse a morte. Essi erano già pronti ad ucciderla sotto un cumulo di pietre; ma Gesù li svergognò con la famosa frase: "Chi di voi è semza peccato, scagli la prima pietra contro di lei". Tutti, a cominciare dai più vecchi, se ne andarono, perchè tutti erano peccatori. Allora si svolse questo commovente dialogo tra Gesù e l'adultera: " Donna, nessuno ti ha condannato?" "Nessuno, Signore". "Neanch'io ti condanno, Va' in pace, e non peccare più".

Ma perchè Gesù ama i peccatori? Perchè non li condanna? Gesù ama i peccatori e non li condanna, perchè i peccatori sono dei malati, e Lui è il Medico pieno di compassione  e capace di guarire qualsiasi malattia. Sotto questa luce siamo in grado di capire l'episodio di Zaccheo che abbiamo letto nel brano evangelico. Zaccheo era un grande peccatore, conosciuto da tutti come il capo dei ladri. Ebbene, Gesù, l'amico dei peccatori e il loro medico, compì un grande gesto di amicizia verso Zaccheo peccatore e malato, andando a pranzare nella sua casa. Zaccheo si commosse dinanzi al gesto di amicizia di Gesù; gioì immensamente per questo, comprese di essere un peccatore malato, si fece guarire da Gesù e si convertì. Immediatamente pensò a riparare il male commesso con i suoi furti. "Signore, disse a Gesù, io dò la metà dei miei beni ai poveri; e a chi ho rubato, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi, per questa casa è venuta la salvezza. IO, infatti, sono venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

E qui non possiamo tacere un importante frutto della conversione del peccatore e del conseguente perdono di Dio, cioè la gioia. Gioisce il peccatore pentito e perdonato; gioisce Dio misericordioso che perdona. Dio che perdona, gioisce come gioì il buon pastore della parabola evangelica, dopo aver ritrovata la sua pecorella smarrita; gioisce come gioì il padre misericordioso al ritorno del suo figliolo prodigo. Per la gioia organizzò una grande festa, un sontuoso banchetto: "Facciamo festa, disse, perchè questo mio figliolo era morto, ed è tornato in vita, era perduto e l'ho ritrovato".
La conclusione di quanto abbiamo detto, ce la suggerisce Sant'Agostino:
"Nessuno E' felice come Dio;
  Nessuno FA felice come Dio".

Sac. Salvatore Paparo

29 ott 2010

XXX DOMENICA durante l'anno C

OMELIA

La parabola evangelica di oggi esalta l'umiltà e condanna la superbia.
I protagonisti sono tre: Dio, un fariseo e un pubblicano.
Si svolge un vero e proprio processo giudiziario: il giudice è Dio; il fariseo e il pubblicano sono gli imputati e allo stesso tempo i difensori della propria causa.
Per capire l'autodifesa dei due imputati e la sentenza di Dio, dobbiamo tenere presente che il fariseo e il pubblicano sono due colpevoli, due peccatori.
L'autodifesa la inizia il fariseo: "ODio, io sono un uomo giusto e merito i tuoi benefici; gli altri sono tutti peccatori e meritano i tuoi castighi: gli altri, infatti, sono ladri, io rispetto la roba altrui; gli altri pagano malamente i loro operai, io dono la giusta retribuzione ai miei operai; gli altri sono adulteri, io sono fedele alla mia moglie".
L'autodifesa del pubblicano è totalmente opposta  a quella del fariseo. Non dice come il fariseo: "O Dio, io sono un uomo giusto e gli altri sono tutti peccatori" ma "Io sono un povero peccatore".
Non dice come il fariseo: "O Dio, io per la mia bontà merito il tuo premio " ma "O Dio, io per i miei peccati merito solo il tuo castigo; ma poichè sei un Dio misericordioso, ti prego di avere pietà di me".
All'autodifesa dei due imputati segue la sentenza di Dio Giudice: "Tu, o fariseo, che hai pensato solo ad accusare gli altri e ad esaltare te stesso, sei colpevole e meriti di essere condannato: sei venuto al tempio peccatore, torni a casa tua peccatore". "Invece tu, o pubblicano, sei assolto perchè hai riconosciuto umilmente i tuoi peccati e perchè giustamente hai avuto fiducia nella mia misericordia che perdona anche i peccati più gravi, non sette volte, ma settanta volte sette. Sei venuto al tempio peccatore, torni a casa tua giustificato".

La parabola, dunque, ci parla molto chiaramente: non dobbiamo imitare il fariseo esaltando noi stessi e disprezzando gli altri; dobbiamo, invece, imitare il pubblicano riconoscendo umilmenmte i nostri peccati e affidandoci alla misericordia di Dio.

Fra coloro che maggiormente hanno capito lo spirito della parabola evangelica di oggi, senza dubbio dobbiamo annoverare Santa Teresa del Bambino Gesù. Nella sua stupenda autobiografia leggiamo questa bella testimonianza: "Non cerco il primo posto, ma l'ultimo; non mi faccio avanti insieme al fariseo, ma, piena di fiducia, ripeto la preghiera umile del pubblicano. Non conto sui miei meriti, non avendone alcuno, ma spero in Gesù che coprendomi dei suoi meriti infinti, mi farà santa".
Seguiamo le orme  di Santa Teresa, e come lei, Gesù ci santificherà; come lei, canteremo in eterno le misericordie del Signore.

Sac. Salvatore Paparo

27 ott 2010

VENTIQUATTRESIMA LETTERA A GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO

Gesù, il Sinodo dei Vescovi per la pace in Medio Oriente, INIZIO DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA, si è concluso, e ne sono lieto.

Nello stesso tempo, però, ho avuto una grande delusione: gli amici Redattori del blog Rai Vaticano, alle voci  "News"  "Dibattiti" hanno cancellato:
COMMENTI
Salvatore Paparo      Nome
s.paparo@alice.it      Mail
http: //www.operacefa.blogspot.com   website

Non so perchè i Redattori hanno operato questa cancellatura: forse perchè ho manifestato la mia convinzione che il Papa Benedetto XVI DEBBA INDIRE IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, indispensabile per la purificazione della Chiesa Cattolica; indispensabile perchè la Chiesa Cattolica diventi "LA CHIESA AMICA DEI POVERI"  "LA CHIESA POVERA"; indispensabile perchè la Chiesa Cattolica si ponga a totale servizio dei suoi fratelli e delle sue sorelle: CHI SERVE NON GIUDICA, NON CONDANNA, MA SI OFFRE GENEROSAMENTE PER IL BENE DEI SUOI PADRONI, NEL NOSTRO CASO, PER IL BENE DI TUTTI I BATTEZZATI.

Il mio amico Giuseppe De Carli che mi protegge dal Cielo, certamente è molto deluso perchè nel blog Rai Vaticano hanno cancellato la sua prolungata propaganda a favore dell'Opera Cenacolo Familiare, scelta da Te e dalla Famiglia Trinitaria di Dio, come umile strumento per cooperare ALLA REALIZZAZIONE DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA, E DEL REGNO DI DIO NELLE SUE MIGLIORI ESPRESSIONI POSSIBILI IN QUESTA TERRA CHE, GRADUALMENTE, PREPARANO I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA.
GESU', PER QUESTI MOTIVI CONTINUO A CREDERE FERMAMENTE CHE IL PAPA BENEDETTO XVI DEBBA INDIRE IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.

Sa. Salvatore Paparo

21 ott 2010

VENTITREESIMA LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO

Gesù, duemila anni fa, Tu Re della Pace, sei nato dalla Vergine Maria, Regina della Pace, mentre il coro angelico prometteva, cantando, la Pace Mondiale Messianica: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA".
Nel 1917, la tua e nostra Mamma, a Fatima, profetizzò che la Pace Mondiale Messianica è imminente: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA', E IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE".
Dal 24 giugno 1981, la tua e nostra Mamma fa sentire, quotidianamente, la sua materna presenza, a Medyugorye. Si presenta come "LA REGINA DELLA PACE" e ci assicura che è presente a Medyugorye per portare a termine quanto ha iniziato a Fatima.
Gesù, malgrado le tantissime apparenze contrarie, VI SONO EVIDENTI SEGNI CHE FANNO PREVEDERE DAVVERO PROSSIMA LA VENUTA DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA che coinciderà CON IL BENESSERE MONDIALE MESSIANICO. Allora, IL REGNO DI DIO raggiungerà tutte le sue migliori espressioni possibili in questa terra, in vista dei Cieli Nuovi e della Terra Nuova; e godremo L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE, FONDATA SULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO.
Gesù, perchè tutte le suddette meraviglie si realizzino, è indispensabile che la Tua Chiesa si purifichi, si converta ed abbia il coraggio di fare nel suo seno profonde e improcrastinabili RIFORME. ALLO SCOPO E' NECESSARIO CHE SI CELEBRI IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.
Gesù, fa' che il Papa Bemedetto XVI assecondi la voce interiore dello Siprito Santo e, senza esitazione, INDICA IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.   AMEN.

Sac. Salvatore Paparo

19 ott 2010

17 ottobre 2010

DOMENICA XXIX durante l'anno  C

OMELIA

La Liturgia della Parola oggi insiste principalmente su due punti: sulla Sacra Scrittura e sulla Preghiera di Domanda.
Innanzi tuttto sulla Sacra Scrittura. San Paolo è ormai alla fine della sua vita terrena; sente che sta per giungere il momento di spargere il suo sangue per testimoniare Gesù; è consapevole di aver combattuto la buona battaglia e di aver conservato la Fede. Gli resta una sola cosa: ricevere la corona di giustizia, corona di giustizia che Gesù, giusto Giudice, darà non solo a lui, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua venuta.
Prima di morire, San Paolo scrisse la sua lettera testamento a Timoteo da lui stesso eletto e consacrato Vescovo di Creta. La lettera è breve, ma ricca di buoni consigli.
Inizia rivolgendo una lode a Timoteo: "Tu conosci le Sacre Scritture fin dall'infanzia". Poi afferma che la Sacra Scrittura deve essere tenuta in grande considerazione da tutti perchè è ispirata da Dio. Dio stesso ne è l'autore, anche se per scriverla si è servito di uomini. In terzo luogo San Paolo parla dell'utilità della Sacra Scrittura:
La Sacra Scrittura è utile ad insegnare: Essa ci insegna ciò che dobbiamo credere e ciò che dobbiamo fare per ottenere la vita eterna.
La Sacra Scrittura è utile a convincere: ci rende sicuri delle Verità che Dio ci ha rivelato e del modo con cui dobbiamo comportarci per imitare Gesù fino a poter esclamare con San Paolo: "LA MIA VITA E' CRISTO; NON SONO PIU' IO CHE CHE VIVO, MA E' CRISTO  CHE VIVE IN ME".
La Sacra Scrittura è utile a correggere: poichè noi pecchiamo spesso, Essa ci ammonisce e ci sospinge alla conversione.

Passiamo al secondo punto: la preghiera.
La preghiera ha varie espressioni. Oggi la Parola di Dio insiste sulla perghiera di domanda: Mosè prega Dio, ed ottiene la vittoria degli Ebrei sugli Amaliciti; la vedova prega il giudice, e il giudice le fa giustizia.
Le frasi di Gesì sulla preghiera di domanda non si contano. Basta citarne alcune:
"Chiedete e vi sarà dato"  "Chiunque chiede, riceve"  "Qualunque cosa chiederete al Padre mio,, nel mio nome, Egli ve la concederà".
Gesù per comvincerci che Dio, nostro Padre, esaudisce le nostre preghiere, porta un forte argomento: "C'è forse tra di voi un padre che dà una pietra al figlio che gli chiede un pezzo di pane; che gl dà un serpente  se gli chiede del pesce? Ebbene se voi  che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli; quanto più il Padre vostro darà cose buone a coloro che gliele
domandano".

Preghiamo, dunque, preghiamo con fiducia, preghiamo non solo per noi, ma anche per gli altri; preghiamo non solo per il nostro bene materiale, ma anche e soprattutto per il nostro bene spirituale e soprannaturale.

Sac. Salvatore Paparo.

13 ott 2010

13 ottobre 2010

Carissimi Lettori del blog "OPERA CENACOLO FAMILIARE",

come sapete, Maria Santissima nel 1917 apparve a tre pastorelli di Fatima, piccolo paese del Portogallo. I tre privilegiati della Madonna sono Lucia di dieci anni e i cuginetti Francesco di nove anni e Giacinta di sette anni.

Nell'Apparizione del 13 settembre, all'improvviso la temperatura si è abbassata, il sole è impallidito al punto che si vedono le stelle e un globo luminoso si è mosso lentamente e maestosamente in cielo. La Madonna fa una promessa: "IN OTTOBRE FARO' IL MIRACOLO PERCHE' TUTTI CREDANO".

13 OTTOBRE 1917

Per sigillare la veridicità  delle sue Apparizioni, Maria Santissima fece il grande miracolo del sole: nel luogo delle Apparizioni in quel giorno si radunò un'immensa folla (circa settantamila persone). Pioveva e faceva freddo. Verso mezzogiorno, Lucia comandò di chiudere gli ombrelli e la folla come per incanto ubbidì. A mezzogiorno in punto, come al solito, la Madonna comparve e si intrattenne amorevolmente con i bambini. Finito il colloquio, la Madonna accomiatandosi dai suoi piccoli amici, aprì le mani nelle quali sembrava imprigionata tutta la luce del sole. Lucia tradusse quel gesto con un grido:

"GUARDATE IL SOLE!". La pioggia cessò d'incanto.. Le bubi si squarciarono e apparve il prodigio: tutti videro il sole simile ad un disco d'argento girare vorticosamente su se stesso, proiettando tutto intorno fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola, che coloravano le nubi, gli alberi, le rocce, la terra, la folla impaurita dallo stupore. Il sole si fermò, poi riprese la sua rotazione sprizzando fasci incandescenti... Si fermò un'altra volta e incominciò di nuovo a danzare. Tutti contemplavano in silenzio, percorsi da un brivido. Ad un tratto ebbero la sensazione che il sole si staccasse dal cielo e si precipitasse sul loro capo. Un urlo immenso si levò: MIRACOLO! MIRACOLO!  Poi, atterriti, tutti caddero in ginocchio nel fango, recitando con impressionante fervore, l'atto di contrizione, mentre migliaia di invocazioni salivano dal profondo del cuore: "MIO DIO, MISERICORDIA!" "AVE, MARIA" "IO CREDO IN DIO" "VERGINE DEL ROSARIO, SALVATE IL PORTOGALLO" "PERDONO, PIETA'".

Il fenomeno solare, distribuito in tre tempi, era durato dieci minuti.Tutti lo videro, credenti e increduli, ignoranti e dotti, anche liberi pensatori che si erano recati nel luogo delle Apparizioni con l'intento di sfatare una volta per sempre la fama di Fatima. Tutti si alzano trasognati, si toccano gli abiti qualche istante prima intrisi e gocciolanti e li costatano completamente asciutti e ripuliti.
Nessuno può avere il mimo dubbio: LA MADONNA HA MANTENUTO  LA SUA PROMESSA.

Le Apparizioni di Fatima assumono una somma importanza perchè in Esse la Madonna predisse le tante sofferenze che noi uomini, a causa dei nostri peccati, abbiamo sofferto nel secolo scorso, e stiamo soffrendo all'inizio del terzo millennio.
Le Apparizioni di Fatima sono importanti soprattutto PERCHE' IN ESSE LA MADONNA PREDISSE CHE FINALMENTE SI REALIZZERA' LA PACE MONDIALE MESSIANICA, PROMESSA DAGLI ANGELI SULLA GROTTA DI BETLEM: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA' ED IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE".

Malgrado le tantissime apparenze contrarie, VI SONO EVIDENTI SEGNI CHE FANNO PREVEDERE COME PROSSIMA LA VENUTA DELLA PACE MONDIALE MESSIANICA.
La Chiesa di Gesù, però, ha bisogno di tanta purificazione e di profonde improcrastinabili riforme perchè il mondo creda che Gesù è l'Inviato del Padre Celeste e si converta a Lui. ALLO SCOPO E' NECESSARIO CHE SI CELEBRI IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.
PREGHIAMO TANTO E CON FIDUCIA PERCHE' IL PAPA BENEDETTO XVI INDICA
L'NDISPENSABILE NUOVO CONCILIO ECUMENICO.

                                     Sac. Salvatore Paparo

11 ott 2010

10 ottobre 2010 festa della Madonna del Rosario

PREDICA

Il mese di ottobre è dedicato  alla recita  del Rosario, preghiera prediletta da Maria Santissima, e da Lei richiesta in tutte le sue principali Apparizioni. Ricordiamo, in modo particolare, le Apparizioni Mariane avvenute a Fatima nel 1917. Ai tre pastorelli veggenti Lucia, Giacinta e Francesco, e per mezzo di essi a tutti noi suoi figlioli, Maria Santissima, per ben sei volte rivolse questa sua materna richiesta: "RECITATE TUTTI I GIORNI IL ROSARIO PER LA PACE NEL MONDO".  La Pace Mondiale Messianica, promessa dagli Angeli nella notte di Betlem: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA" sta molto a cuore alla Madonna. Sì, è vero Maria Santissima a Fatima predisse che noi uomini., a causa dei nostri peccati, saremmo andati incontro a tante sofferenze, ma concluse la sua predizione in modo confortante: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA', E IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE". Nel secolo  scorso noi uomini. a causa dei nostri peccati, abbiamo sofferto tante sofferenze. All'inizio del terzo millennio, sempre a causa dei nostri peccati, stiamo ancora soffrendo tante sofferenze,
Dobbiamo supplicare Dio e Maria Santissima perchè affrettino la venuta della tanta sospirata PACE MONDIALE  MESSIANICA.

Torniamo  al ROSARIO,
Il Rosario è costituito dalla recita di cinque "PADRE NOSTRO", la preghiera per eccellenza, l'unica preghiera insegnataci da Gesù:; e dalla recoita di cinquanta "AVE MARIA",
Facciamo una breve riflessione sulle due preghiere, singolarmente prese.
" PAFDRE NOSTRO". Notiamo subito che Gesù ci ha insegnato a dire: "PADRE NOSTRO" al plurale. e non "Padre mio" al singolare. Così Gesù ci ha fatto la grande rivelazione che NOI E DIO SIAMO UNA FAMIGLIA. Dio è nostro Padre. noi siamo i figli e le figlie di Dio, e siamo anche fratelli e sorelle tra di noi.
Dio Padre ci ama con un amore immenso, pieno di  misericordia e di compassione. Noi dobbiamo amare Dio con un amore filiale, pieno di fiducia e di gratitudine. Infine, dobbiamo amarci con un amore fraterno facendoci reciprocamente sempre del bene e mai del male.
"SIA SANTIFICATO IL TUO NOME". Padre, il tuo Nome sia pronunziato da tutti con venerazione, e nessuno osi mai bestemmiarlo.
"VENGA IL TUO REGNO". Padre, che ai poveri e ai maltrattati gtiunga la buona notizia della loro salvezza. Padre, riempi il mondo della tua giustizia, della tua verità, della tua compassione e del tuo perdono. Padre, se regni Tu, i ricchi non sfrutteranno più i poveri, i potenti non spadroneggieranno più sui deboli.
"SIA FATTA LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO COSI' IN TERRA" . Padre, che si compia la tua volontà e non la nostra. Padre, si compiano i tuoi desideri, perchè mirano sempre al nostro migliore bene.
"DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO". Padre, da' a tutti il cibo di cui abbiamo bisogno per vivere. Padre, che oggi il pane non manchi a nessuno. Padre, che gli affamati della terra, possano mangiare.
"RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI".
Padre, perdona i nostri peccati. Il tuo perdono trasformi i nostri cuori e ci faccia vivere perdonandoci a vicenda.
"NON CI INDURRE IN TENTAZIONE". Padre, fa' che noi non restiamo vittime delle nostre tentazioni, commettendo il,peccato.
"MA LIBERACI DAL MALE". Il Padre Nostro si conclude con un grido di richiesta di soccorso: "Padre, strappaci da tutto ciò che ci causa del male".

Nelll' "AVE MARIA", noi proclamiamo Maria Santissima "PIENA DI GRAZIA".  Riconosciamo cioè che Maria Santissima è la creatura in cui Dio ha riversato tutti i suoi doni che una creatura può contenere. Dio non può creare una creatura più grande di Maria Santissima. E poichè Maria Santissima è una donna, lei è anche "LA BENEDETTA FRA TUTTE LE DONNE".
Inoltre, nelll' "AVE MARIA" noi proclamiamo che Maria Santissima E' MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA. Madre di Dio perchè ha dato la vita a GESU' UOMO CHE E' ANCHE DIO. Madre nostra perchè noi e Gesù formiamo un SOLO CORPO MISTICO DI CUI GESU' E'' LA TESTA E NOI SIAMO LE MEMBRA. Quando una donna genera un figlio, non genera solo la sua testa, ma genera la sua testa e anche le  varie membra del corpo. Conseguentemente, noi membra del Corpo Mistico di Gesù siamo figli di Maria Santissima. A Lei, Madre di Dio e Madre nostra, .ci rivolgiamo perchè preghi per  noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte, momento solenne che  decide la nostra sorte nel mondo dell'al di là.

Concludiamo ricordando ancora una volta il messaggio di Fatima:
"RECITATE TUTTI I GIORNI IL ROSARIO PER LA PACE NEL MONDO".
"ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA', E IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE". OSSIA QUEL LUNGHISSIMO PERIODO IN CUI GODREMO LA PACE E IL,BENESSERE MONDIALI  MESSIANICI.

Sac. Salvatore Paparo.

  

26 set 2010

XXVI DOMENICA per annum C

OMELIA

la parabola evangelica di oggi ci presenta due situazioni tra di loro contrastanti: da una parte, c'è un ricco che tutti i giorni banchetta lautamente, dall'altra poarte c'è un povero, il povero Lazzaro, che soffre atrocemente la fane. Da una parte c'è lo stesso ricco, il ricco epulone, che muore e viene sepolto nei tormenti dell'inferno; e dall'altra parte c'è lo stesso povero che subito dopo  la morte, raggiunge la consolazione del Paradiso.
Due particolari della parabola meritano una speciale attenzione. Innanzi tutto rileviamo che nell'inferno si soffre terribilmente e che non si può riceveve alcun sollievo. Ciò lo deduciamo dalla richiesta del ricco epulone rivolta a padre Abramo, e dalla risposta del padre Abramo al ricco epulone.
"Padre Abramo, abbi pietà di me: manda Lazzaro ad attingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua , perchè io soffro terribilmente in questa fiamma".Ma Abramo gli rispose: " Figlio, non è possibile: ricordati che nella vita tu ha ricevuto im tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali. Ora ,  invece, Lazzaro è confortato, e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono; nè di lì possono giunegere fino a noi".

Il secondo particolare da accenture è questo: molti prendono alla leggera l'esistenza dell'infreno; e con un sorriso ironico affermano. "Nessuno mai è venuto dalll 'al di là per parlarci dell'inferno".
Il ricco epulone la pensava allo stesso modo: egli era convinto che i suoi cinque fratelli, peccatori come lui, si sarebbero convertiti, se Lazzaro fosse andato da loro ad avvertirli delle soffernze atroci che li attendevano nelll'inferno, dopo la morte". Padre Abramo, però, gli rispose che coloro i quali, come i suoi fratelli, non credono a Mosè  e ai Profeti, cioè alla Sacra Scrittura, non crederanno neanche ad un morto risuiscitato.
Dipende tutto dalla disposizione interiore: non dobbiamo dimenticare che la Parola di Dio sia scritta che predicata, è com eun buon seme che cade in terreno. Se il nostro cuoie è buono, il seme della Parola di Dio fruttificherà; altrimenti morrà.
Fruttificare significa credere fermamente alle verità rivelate da Dio; aver fiducia che raggiungeremo
i beni che Dio ci ha promesso; agire perchè il nostro buon proposito nom resti un pio desiderio, ma si traduca nella vita. Gesù riassunse ciò con questa frase: " Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica". Per quanto riguarda  la parola di Dio che abbiamo udito sotto forma di parabola, signofica:
"Beati noi, se crediamo fermamente che esistono il Paradiso e l'inferno: Beati noi se, in questa vita, agiamo in modo tale da evitare l'inferno e da meritare il Parediso".


Sac. Salvatore Paparo

25 set 2010

XXV DOMENICA per annum C

Cintano 19 settembre 2010

OMELIA

Sia il profeta Amos sia Gesù oggi ci parlano dei pericoli della ricchezza.
Nell'ottavo secolo Avanti Cristo, la Palestina viveva una vita agricola ed era travagliata da una grave disuguaglianza sociale ed economica: da una parte c'erano i ricchi che diventavano sempre più ricchi sfruttando i poveri, e dall'altra parte c'erano i poveri che diventavano sempre più poveri perchè sfruttati dai ricchi. Il profeta Amos, in nome di Dio, rimproverò severamente i ricchi, e in modo particolare i commercianti disonesti. Disse loro: "E' vero, in giorno di festa non aprite il negozio per osservare il riposo sabatico prescritto dalla Legge di Mosè; è vero, voi la festa andate a pregare nella sinagoga; ma Dio non può gradire questa vostra religiosità perchè, trascorsa la festa, non vi fate scrupolo di vendere grano scadente, di aumentare i prezzi ingiustamente, di falsificare le bilance. Non solo, ma la vostra ingordigia arriva al punto di prendere in pegno i poveri che non possono pagare quanto hanno acquistato e poi non vi vergognate di venderli come schiavi".
Una storiella pone bene in rilievo il fatto che tante persone voglono, stranamente, far convivere nella loro vita una qual certa religiosità e lo sfruttamento materiale del prossimo. La storiella dice che la sera tra marito e moglie droghieri avviene il seguente dialogo:
" Hai messo l'acqua nel rhum". "Sì".
" Hai messo la polvere di marmo nello zucchero?". "Sì".
" Hai messo la terra nel pepe?". "Sì".
"Bene, conclude il marito, adesso diciamo le preghiere".
La contraddizione è evidente: dopo aver preparato l'inganno nel commercio, i due sposi della storiella si mettono tranquillamente a pregare.
Gesù evidentemente condanna i due sposi e coloro che li imitano: "Non potete servire due padroni; non potete servire il vero Dio e l'idolo denaro; dovete scegliere o il vero Dio o l'idolo denaro"

La parabola di Gesù che San Luca ci ha raccontato nel brano evangelico, abitualmente è denominata "La parabola dell'amministratore disonesto". Ma più giustamente dovrebbe essere chiamata: "La parabola dell'amministratore astuto". Infatti, Gesù pone in rilievo l'abilità con cui l'amministratore ha saputo liberarsi dai suoi guai, e il padrone lodò l'amministratore perchè aveva agito con scaltrezza. In verità, l'operato dell'amministratore fu molto scaltro: diminuendo i debiti del grano e dell'olio, si fece degli amici tra i debitori del suo padrone, i quali una volta licenziato, lo accolsero nella loro casa, e così si salvò dalla miseria.
La parabola sulla quale stiamo riflettendo ci impartisce una grande lezione: noi, di quanto possediamo non siamo i padroni, ma solo degli amministratori. Il padrone è solo Dio, perchè tutto ciò che abbiamo è suo dono. A Lui un giorno dovremo rendere conto della nostra amministrazione. Per quanto riguarda l'amministrazione del denaro, la volontà di Dio è questa: dobbiamo trattenere per noi solo la quantità di denaro che ci è necessaria per vivere una vita dignitosa: tutto il resto, non ci appartiene, appartiene ai poveri. Dobbiamo distribuirlo ad essi perchè siano meno pobveri e possibilmente vincano la loro povertà.

Sac. Salvatore Paparo

18 set 2010

XXIV DOMENICA per annum C

Cintano 12 settembre 2010

OMELIA

L'evangelista San Luca, giustamente chiamato "il cantore della misericordia di Dio", nel brano evangelico che abbiamo proclamato ci ha ricordato le tre bellissime parabole che ci permettono di comprendere sempre più e sempre meglio e la nostra misaeria e l'amore misericordioso di Dio verso di noi.
Le suddette parabole iniziano con questa costatazione di fatto: il peccatore si trova in uno stato di disagio e di tristezza come la pecorella smarrita che, sola, vaga per i monti, e che a un certo momento resta prigioniera tra le spine dei rovi che la fanno sanguinare e che la costringono ad emettere belati di dolore e di invocazione di aiuto; il peccatore si trova in uno stato di disagio e di tristezza come il figliolo prodigo che allontanatosi dalla casa paterna, sperpera tutti i suoi soldi, si riduce ad un'estrema miseria, soffre i morsi della fame e rimpiange amaramente il benessere perduto.
Dalla suddetta costazione di fatto, le tre parabole passano a descrivere l'atteggiamento di Dio. Dio è in grande pena per la misera condizione del peccatore e si pone alla sua ricerca per salvarlo. Per questo motivo le parabole paragonano Dio alla donna che ha perduto una moneta: essa accende la lampada, spazza la casa e cerca accuratamente la moneta finchè non la trova. Dio è paragonato anche al buon pastore che non teme di affrontare le difficoltà della montagna per ritrovare e riportare all'ovile la pecorella smarrita. Infine Dio è paragonato al padre del figliolo prodigo che, con il cuore spezzato, resta sul terrazzo della casa, e punta continuamente lontano i suoi occhi, nella speranza, mai spenta, di rivedere e di riabbracciare il suo figliolo traviato.
A questo punto è bene che riascoltiamo le parole che San Paolo ci ha detto nella seconda lettura: "Cristo Gesù venne nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io; io che ero un bestemmiatore, un persecutore, un violento".
Alle premure di Dio, noi peccatori dobbiamo rispondere con la conversione. Il primo passo per convertirci, è riconoscerci peccatori. E qquesto, purtroppo, non è tanto facile: unfatti noi siamo portati ad esagerare le nostre virtù, a scusare i  nostri peccati, a crederci dei giusti. E ciò, tate volte, non avviene per cattiveria, ma perchè siamo nel buio, e nel buio la sporcizia non si vede. Da ciò la necessità che con umiltà rivolgiamo a Gesù la medesima supplica che un giorno gli rivolse un cieco: "Signore, fa' che io veda". Come il cieco vedremo, e con San Paolo faremo l'umile confessione: "Il primo dei peccatori sono io".
Per convertirci, però, non basta che ci riconosciamo peccatori. E' necessario anche che mutiamo vita come San Paolo, il quale potè testimoniare di se stesso quanto segue: " Mi è stata usata misericordia, e la grazia del Signore in me non è stata inutile: per Gesù, infatti viaggio continuamente e accetto con gioia le persecuzioni, la fame e la sete; per Gesù predico anche se sono incatenato poichè la parola di Dio non può essere incatenata; per Gesù mi sono lasciato flagellare e lapidare; per Gesù sono ricercato a morte come se fossi un malfattore".
Certo, non posiamo pretendere che la nostra vita sia modellata alla lettera su quella di San Paolo. Tutti noi, però, dobbiamo poter dire con San Paolo: "Mi è stata usata misericordia, e la grazia del Signore in me non è stata inutile", Tutti noi dobbiamo poter affermare con il Salmista: "O Signore, l'osservanza dei tuoi comandamenti costituisce la delizia del mio cuore".

Sac. Salvatore Paparo




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