L'autore della Lettera agli Ebrei che fa parte della Bibbia, ha scritto:
"E' stato stabilito che l'uomo debba morire una sola volta, e che subito dopo vi sia il giudizio".
Quindi subito dopo la morte compariremo tutti dinanzi a Dio per essere da Lui giudicati sul modo con cui ci siamo comportati durante la nostra vita terrena.
Noi porteremo dinanzi a Dio le nostre opere buone e le nostre opere cattive.
Le opere buone sono quelle che fanno del bene agli altri. Ce lo dice chiaramente Gesù descrivendo il Giudizio Universale:
"Avevo fame e mi avete dato da magiare.
Avevo sete e mi avete dato da bere.
Ero senza casa e mi avete ospitato nella vostra casa.
Ero nudo e mi avete dato un vestito".
Dunque, se diamo da mangiare a chi ha fame, da bere a chi ha sete; se ospitiamo chi non ha casa e diamo un vestito a chi ne è senza, compiamo opere buone, e Dio nel Giudizio ci loderà e ci darà una grande ricompensa: "Bene, servo buono e fedele; poichè sei stato fedele nel poco, entra nel gaudio eterno dl tuo Signore".
Le opere cattive, al contrario delle opere buone, sono quelle che causano del male agli altri.Compiono opere cattive, ad esempio, coloro che uccidono, coloro che rubano, coloro che calunniano il prossimo.
Noi possiamo fare del male agli altri anche con i cosìdetti peccati di omissione. Ciò avviene quando non facciamo agli altri il bene che siamo in grado di fare loro. Ce lo dice ancora Gesù descrivendo il Giudizio Universale:
"Avevo fame e non mi avete dato da mangiare.
Avevo sete e non mi avete dato da bere.
Ero senza casa e non mi avete ospitato nella vostra casa.
Ero nudo e non mi avete dato un vestito".
Dunque, coloro che non danno da mangiare a chi ha fame, non danno da bere a chi sete, non ospitano chi è senza casa, non danno un vestito a chi ne è senza, commettono peccati di omissione, e quando compariranno dinanzi a Dio per essere giudicati, saranno condannati.
Noi speriamo che il fratello a cui oggi diamo l'estremo saluto, si sia presentato dinanzi a Dio da giusto e che Dio gli abbia rivolto queste parole: "Bene, servo buono e fedele, poichè sei stato fedele nel poco, entra nel gaudio eterno del tuo Signore".
Sac. Salvatore Paparo
23 nov 2010
IN OCCASIONE DI UN FUNERALE
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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