OMELIA
Siamo nel mese di novembre, nel mese dedicato ai nostri cari defunti, e la liturgia di oggi giustamente fissa tutta la sua attenzione sulla certezza della vita eterna e della risurrezione dei nostri corpi.
Facciamo un breve commento del brano evangelico:
i Sadducei che interrogano Gesù appartengono alla categoria di persone che credono solo a questa vita, e che si prefiggono di gustare ogni goccia di piacere "tanto (dicono) con la morte finisce tutto". I suddetti Sadducei, inoltre, appartengono al numero di coloro che credono di possedere argomenti irrefutabili per negare l'esistenza dell'al di là. Essi pensano che quelli che credono nell'esistenza dell'al di là, sono persone sempliciotte e arretrate che si lasciano ingannare dalla falsa speranza di una felicità immensa, riservata alle anime dei giusti immediatamente dopo la morte, felicità perfezionata e completata, alla fine dei tempi, con la risurrezione dei corpi.
I Sadducei con l'intenzione di mettere in ridicolo Gesù che predicava la risurrezione dei copri, rivolsero al Signore la seguente domanda: "Maestro, tu dici che ci sarà la risurrezione dei corpi. Ebbene, rispondici: una donna ebbe successivamente sette mariti. Dopo la risurrezione dei corpi, la donna di quale dei sette uomini sarà moglie?".
La risposta di Gesù umiliò i Sadducei: "Voi siete in errore: dopo la risurrezione dei corpi, quelli che saranno giudicati degni della vita eterna, non celebreranno matrimoni perchè saranno uguali agli Angeli".
Chi considera superficialmente la risposta di Gesù, rimane addolorato. Infatti, apparentemente sembra che Gesù voglia affermare che in Cielo, marito e moglie vivranno come se non fossero sposi. Una simile interpretazione delle parole di Gesù, però, è sbagliata. Infatti, Dio con il matrimonio, di due esseri forma un solo essere, e rende felici un uomo e una donna mediante il loro reciproco amore. E' assurdo pensare che in Paradiso che è il luogo del perfetto amore e quindi della perfetta unità e della perfetta felicità, due sposi che si sono amati in terra, vengano spezzati nella loro unità amorosa. NO, DIO IN PARADISO NON DIVIDERA' CIO' CHE HA UNITO IN TERRA.
La risposta di Gesù possiamo comprenderla solo se ci poniamo nella mentalità dei Sadducei obiettori. Essi pensavano che in Paradiso, dopo la risurrezione dei corpi, marito e moglie avrebbero continuato a fare gli atti intimi propri degli sposi in questa terra. Tenendo presente ciò. la risposta di Gesù la possiamo esprimere così: "No, in Parediso, gli sposi non faranno più i loro atti intimi. Però saranno felicissimi perchè si ameranno in modo molto più perfetto; cioè perchè si ameranno come si amano gli angeli. E poichè non sapete come si amano gli angeli, per adesso, dovete fidarvi di Dio che per coloro che lo amano ha poreparato, in Paradiso, cose così grandiose che nessuna mente umana potrà mai lontanamente immaginare".
Sac. Salvatore Paparo
8 nov 2010
TRENTADUESIMA DOMENICA durante l'anno C
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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