OMELIA
Oggi concludiamo l'anno liturgico 2010, celebrando la festa di Gesù Cristo, Re dell'Universo.
La prima lettura biblica ci ricorda l'elezione di Davide a re di tutti gli Ebrei. E il suo ricordo non è casuale: Davide, infatti, è antenato e figura di Gesù Re dell'Universo. D'allora i profeti predissero che il futuro Messia sarebbe stato un figlio di Davide, continuatore della sua regalità.
Ma che senso ha la regalità di Gesù?
Per comprenderla dobbiamo portarci al pretorio di Pilato, e soprattutto sul Golgata.
Presso il pretorio, la folla chiede a Pilato la condanna a morte di Gesù perchè, dicono, Egli si è proclamato re, mentre essi hanno un unico re: Cesare. Alla domanda di Pilato: "Sei tu veramente re?", Gesù rispose che era veramente re, ma che il suo regno non era di questo mondo. Se il suo regno fosse stato di questo mondo, i suoi soldati avrebbero combattuto per lui e lo avrebbero liberato dai suoi nemici.
Sul Golgata, ai lati di Gesù Crocifisso, c'erano altri due crocifissi: due uomini che avevano vissuto la loro vita, rubando. Uno di loro pensò solo alle sue sofferenze; voleva solo essere liberato da esse, e bestemmiava contro Gesù: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi".
Coloro che diventano nemici della croce, non possono essere salvati da Gesù. Gesù, infatti, ci ha detto che per essere suoi discepoli dobbiamo prendere ogni giorno la nostra croce e seguirlo.
Ma per essere più precisi su questo punto, è necessario che fissiamo tutta la nostra attenzione su colui che la tradizione ci ha tramandato come " il buon ladrone ".
Mentre i capi dei Giudei beffeggiavano Gesù Crocifisso; mentre il suo compagno nei furti, bestemmiava contro Gesù, egli osservava, rifletteva, soffriva e taceva. Vedendo che Gesù accettava le sue sofferenze con tanta pazienza e mitezza; ascoltando l'invocazione di perdono che Gesù rivolse al Padre Celeste: " Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno"; e assecondando la luce interiore dello Spirito Santo, il buon ladrone fece scaturire dal suo cuore il seguente profondo atto di fede:
"Gesù è veramente Re, il Messia, il Figlio di Dio; Gesù, Re, Messia e Figlio di Dio E' INNOCENTE; Gesù soffre e muore PER SALVARE NOI PECCATORI".
Dopo il suo intimo e intenso atto di fede, il buon ladrone rivolse a Gesù questa invocazione: "GESU', RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO REGNO". Con questa invocazione il buon ladrone espresse la sua conversione e la sua immensa fiducia nella misericordia di Gesù. E Gesù raccolse il primo frutto della sua morte redentrice: "OGGI SARAI CON ME IN PARADISO".
A questo posiamo dedurre alcune conclusioni:
Gesù è veramente Re.
Il Regno di Gesù, però, non è di questo mondo, nel senso che Gesù Re, non imita i sovrani di questo mondo, i quali abusano del loro potere per spadroneggiare sui loro sudditi.
Il Regno di Gesù, invece, è UN REGNO DI AMORE E DI MISERICORDIA. GESU' RE AMA, E DA PADRONE SI FA SERVO DEI SUOI SUDDITI: "IO NON SONO VENUTO IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE". Il massimo servizio che GESU' RE ha fatto ai suoi sudditi è L'OFFERTA DELLA SUA VITA SULLA CROCE, PER SALVARLI.
Ebbene, i suoi sudditi debbono imtare l'amore di Gesù loro RE. Cioè, come Lui non debbono spadroneggiare sulle persone MA SERVIRLE FINO, se è necessario, a sacrificare la propria vita per il loro bene. E' quanto ha scritto San Giovanni Apostolo nella sua Prima Lettera: "GESU' HA DATO LA SUA VITA PER NOI; QUINDI ANCHE NOI DOBBIAMO DARE LA VITA PER I FRATELLI".
Ma perchè noi sudditi riusciamo ad amare come Gesù, il nostro Re, è necessario che imitiamo il buon ladrone crocifisso: come lui dobbiamo riconoscere i nostri peccati e pentirci di essi; come lui dobbiamo invocare la misericordia di Gesù per ottenere il suo perdono; come lui dobbiamo unire le nostre sofferenze alle sofferenze di Gesù per compiere in noi ciò che manca alla sua Passione, per l'edificazione del Suo Corpo, che è la Chiesa".
Sac. Salvatore Paparo.
21 nov 2010
FESTA DI GESU' CRISTO RE DELL'UNIVERSO
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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