23 ott 2013
Giuseppe De Carli nel bellissimo ricordo di Lucio Brunelli
Giuseppe De Carli nel bellissimo ricordo di Lucio Brunelli
July 14th, 2010 admin
Vedi anche:Con un santone come don Verzé, meglio le cene di Bertone (Ferrara) Un finanziere (e canonista) per i Legionari di Cristo: il commento di Frédéric Saliba per Le Monde (che meritetebbe una risposta)Ciao, Giuseppe! Il bellissimo e toccante ricordo di Angela AmbrogettiUn omaggio a Giuseppe De Carli: L’ultima intervista da cardinale di Joseph RatzingerLa scomparsa di Giuseppe De Carli: servizio di Rome Reports Card. Bagnasco: da Benedetto XVI un’immensa forza rinnovatrice per una nuova generazione di laici (Osservatore Romano)Vari esperti concordano sul fatto che il rinnovamento dei Legionari deve passare per l’azzeramento degli attuali vertici (El Milenio)Vaticano 1, Legionari 0 (Roberto Blancarte per El Milenio) Il sì alle donne vescovo irrevocabile per il Sinodo di York (Osservatore Romano)Cordoglio per la morte a Roma del vaticanista e scrittore Giuseppe De Carli (Radio Vaticana)Se Polanski fosse stato un cardinale: il commento di Ferdinando Cotugno (Riformista)Il Papa: Cattolici discriminati anche dove non sono minoranza. La libertà religiosa è via per la pace contro i fondamentalismi (Izzo) L’appello di Gesù alla conversione nel Vangelo odierno: alcune riflessioni di Benedetto XVI (Radio Vaticana)L’Herald Tribune (NYT versione internazionale) arriva oggi ad accusare il Vaticano (chi?) per il caso Bruges e punta l’indice sul card. DanneelsRivista San Francesco: E’ morto Giuseppe de Carli, giornalista RAI e collaboratore della nostra rivistaE’ morto il giornalista Giuseppe De Carli (Izzo)Caso Polanski, Le Le Monde registra solo dichiarazioni di giubilo. Del Ministro della cultura Frederic Mitterand (“Polanski può finalmente riunirsi alla comunità degli artisti”). Del Ministro degli esteri Kouchner. Dell’ex Ministro socialista Jack Lang. Del dirigente del Festival di Cannes Fremaux. Dello scrittore Bernard-Henri Levy. Del Presidente dell’Associazione cineasti polacchi BromskiCapitolo Generale Straordinario per i Legionari Presentato il tema scelto dal Papa per la 44.ma Giornata mondiale della pace: “Libertà religiosa, via per la pace”Il panegirico di Roman Polanski composto da Federico Rampini per “Repubblica”. Due pesi…due misure!L’incredibile intervista concessa da Polanski a Parigi nel 1979. All’epoca si potevano dire certe enormità? Sono davvero cambiati i tempi? È morto questa mattina il vaticanista Giuseppe De CarliCOMUNICATO: TEMA DELLA 44a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE: “LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA DELLA PACE””Libertà religiosa, via per la pace”: è questo il tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della 44° Giornata mondiale della Pace del 2011Una brutta notizia: è morto il vaticanista Giuseppe De CarliL’ostensorio monumentale della Cattedrale di Toledo sarà usato per l’adorazione eucaristica della veglia della GMG 2011La psicologia degli umori e il pessimismo che non c’è: Sequeri risponde a CitatiArguto e pungente commento di Renato Pierri all’articolo di Citati Daniel Hamiche: A un anno dall’incontro tra il Papa e Obama freddi i rapporti tra Santa Sede e Usa Secondo Citati la coscienza del peccato, che colma il cuore di Benedetto XVI, può essere pericolosa (Repubblica). L’autore legga Messori!La Svizzera si aggrappa ad un cavillo e libera Polanski (Tedoldi)Caso Polanski, la giustizia non può essere uguale per tutti, se trattasi di artistaIl colpevole Polanski e l’innocente Papa Benedetto: lo showbiz di sinistra mostra la sua ipocrisia (Monumentale commento di Cristina Odone)L’incredibile “caso” Polanski ed i “due pesi e due misure” di mass media, politici ed intellettuali: fango sulla Chiesa, panegirici per il regista_______________________Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo:La scomparsa del vaticanista Giuseppe De Carli Lucio BrunelliGiuseppe De Carli era uno dei volti televisivi più noti e apprezzati della Rai. Il telecronista delle grandi cerimonie papali e dei grandi eventi religiosi. Per chi scrive era anche un amico leale oltre che un collega. Se ne andato com’era nel suo stile di lombardo pratico e anti-retorico: con discrezione, quasi in solitudine. Aveva tenuto nascosto a tutti noi, e persino ai pochi familiari rimasti, la gravità del suo male. Meno di due mesi fa, il 18 maggio, la sua ultima fatica: lo speciale in prima serata su Raidue dedicato a Giovanni Paolo II nel giorno del novantesimo compleanno del papa polacco. Un programma nel quale si era buttato come al solito a capofitto, con entusiasmo, senza fare troppo conto su aiuti esterni. Un successo, di critica e di ascolti. Se ne è andato a soli 58 anni. Era nato il 18 giugno 1952 a Lodi, da una famiglia di agricoltori. Aveva una grande curiosità e una grande voglia di imparare. Conseguì due lauree, approfondì le scienze religiose ottenendo un baccalaureato in teologia. Dopo il pensionamento di Vittorio Citterich, negli anni 90, fu lui a raccogliere il testimone di primo vaticanista al Tg1. In quegli stessi anni iniziò anche la collaborazione con l’Eco di Bergamo che continuò fino al 2002. Di solida e popolare fede cattolica viveva il suo lavoro come una vocazione, un servizio alla Chiesa e alla verità. Passione e coinvolgimento che non lo portavano né a nascondere le notizie né a chiudersi in un gergo vaticanistico per soli addetti ai lavori. E’ stato a quotidiano contatto con i grandi protagonisti della vita della Chiesa nell’ultimo quarto di secolo. In uno dei suoi documentari per me più belli, “Il cardinale Casaroli racconta…”, trasformò le memorie inedite del grande diplomatico vaticano in una pagina straordinaria di storia contemporanea.Verso Karol Wojtyla ebbe un’ammirazione sconfinata. Un cronista così speciale, innamorato della Chiesa e del mezzo televisivo, non poteva non vivere con esaltazione l’epopea del papa più mediatico della storia. Ne raccontò passo dopo passo tutte le novità, la frenetica ansia missionaria, i grandi gesti di dialogo, fino al viaggio più impegnativo e drammatico, verso la morte. Stimava sempre più anche Benedetto XVI, ma agli inizi gli veniva spontaneo nei commenti fare un raffronto fra le movenze del papa polacco e quelle del successore tedesco. Paragoni che non sempre piacevano ai fedelissimi di Ratzinger benché fosse lontana da lui l’idea di stilare classifiche dei papi più santi. Non aveva un carattere facile. Lo sanno bene i dirigenti Rai. Puntava i piedi e alzava la voce, senza riguardo per nessuno, quando sentiva che a Viale Mazzini non capivano. Dal 2003 fu a capo della struttura Rai vaticano ma si lamentò spesso, con noi, delle incomprensioni e delle miopie aziendali. Dovette sempre lottare. L’anno scorso si inventò, letteralmente, l’iniziativa della Lettura continuata della Bibbia in tv, notte e giorno, per una settimana. Riuscì con la sua caparbietà a coinvolgere persino il papa. Fu un successo televisivo mondiale, ancora una volta i perplessi dovettero ricredersi. Era un professionista molto sopra la media e un compagno gradevole. Nel marzo 2009 seguimmo insieme l’intenso viaggio di Benedetto XVI in Terra santa. Ci fu assegnata, a noi due, insieme per la prima volta sul Tg2, la telecronaca della messa del papa a Nazareth. Arrivammo nella città dell’infanzia di Gesù verso mezzanotte dopo una giornata con già tanti spostamenti e servizi da realizzare. Per i controlli della sicurezza bisognava essere sul Monte del precipizio alle 4 del mattino. Mettemmo la sveglia alle 3. La telecronaca iniziava alle nove. I poliziotti non ci facevano passare. Infine alle 6 raggiungemmo la postazione. Eravamo stravolti e avevamo buoni motivi per avere i nervi tesi. Furono invece ore piacevolissime, sia le due ore della telecronaca, come sempre da parte sua puntuale e intelligente, sia la lunga preparazione notturna passata alternando profonde discussioni sui grandi temi della chiesa e tentativi più goffi di convincere la security che non nascondevamo bombe ma solo microfoni e telecamere. A presto, caro Giuseppe. Dì una preghiera per noi, che facciamo il tuo stesso mestiere, e preparati
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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