MESE DI SETTEMBRE-OTTOBRE 2020
“I profeti sono testimoni e cantori dell'amore di Dio per tutti gli esseri umani” Amos cap.3 vers. 2
Un caro saluto a tutti a Voi, amiche ed amici dell'Opera del Cenacolo Familiare
Esso comprende le seguenti parti:
1 Preghiera di don Salvatore Paparo
2 Riflessione Biblica
3 Un piccolo ricordo di una persona che prematuramente ci ha lasciato
4 Benedizione
PREGHIERA
Signor Gesù, oggi per opera dello Spirito Santo, ci sono anche cristiani aperti al dialogo; essi difendono con coraggio (in tutte le varie confessioni cristiane) e fortezza quanto credono sia vero e giusto, ma lo difendono rispettando le persone che la pensano differentemente da loro e, confrontandosi con umiltà e carità con essi, sono disposti anche a riconoscere eventuali errori, difesi fino allora in buona fede. Essi giustamente sono convinti che la verità va proposta e non imposta.
La verità, infatti, si fa strada da sola, là dove c'è l'amore, poiché dove c'è l'amore, c'è lo Spirito Santo che è verità che comunica verità.
Don Salvatore Paparo
RIFLESSIONE BIBBLICA
In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi (Ecclesiastici) che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa. Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava le monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò solo due monetine. Allora chiamati a se i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico, questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere
Ev di Marco cap.12 vers. 38-44
Come sempre la parola di Gesù ci mette in ascolto, ma spesso la sentiamo distrattamente, quando andiamo alle funzioni delle varie Chiese Cristiane la sentiamo, ma come detto sopra non la mettiamo in pratica, non la ascoltiamo; perché sentire ed ascoltare, come verbi, hanno due significati diversi. Nei versetti del dodicesimo capitolo preso in esame, due cose ci appaiono a prima vista, il contrasto tra le due scene è assolutamente diverso; e pur vero che i Vangeli, compreso quello di Marco, sono in buona parte degli scritti giunti a noi, con una redazione dei medesimi soprattutto liturgici, ma è altresì vero, che spesso ci sono le parole di Gesù come in questo caso che danno un profondo significato. Nel brano che oggi commentiamo, ci sono due episodi completamente diversi. Nel primo, il profeta di Nazaret mette la gente di allora, ma anche di oggi in guardia contro gli ecclesiastici (gli scribi come ci racconta il brano) Egli diceva allora, ma anche oggi, ci dice che la loro religione è falsa, la usano per cercare di mettersi in mostra e sfruttare i più deboli, bisogna però anche dire che questa non è la totalità, e lo si deve dire ad alta voce, nelle Chiese Cristiane ci sono moltissime persone, gruppi, organismi, missionari, ecclesiastici, laici, che non solo si preoccupano dei poveri, ma che spinti dallo spirito di Gesù, dedicano tutta la loro vita o parte di essa, rischiando addirittura la medesima. Nel secondo, il profeta di Nazaret osserva il gesto della povera vedova e chiama a testimonianza i suoi discepoli/e. Da questa donna umile e povera possono imparare qualcosa che gli scribi e i mestieranti della religione non potranno mai insegnare a loro: una generosità senza limiti e una fiducia in Dio.
Nella nostra società, che ha all'interno delle enormi sofferenze, i poveri sono in aumento, anche nei paesi cosi detti sviluppati ci sono decine di migliaia di poveri, senza pensare ad altri Parsi che con nostro linguaggio chiamiamo “Paesi in via di sviluppu” invece come sarebbe giusto chiamarli Paesi Poveri dove si muore ancora di fame. Il mondo che ci siamo creati che sta distruggendo la natura (Riscaldamento globale) non sappiamo patire con chi soffre. Ognuno si preoccupa soltanto dei fatti suoi. Gli altri restano esclusi dal nostro orizzonte soprattutto se sono poveri. Quando un individuo donna o uomo che sia si è adagiato nel suo comodo benessere, è difficile sentire la sofferenza di altri. Anzi proprio in questa società colpita dal VIRUS non solo nel corpo ma anche nell'anima si sentono aempre meno i problemi degli altri. Tuttavia, siccome ci sentiamo ancora cristiani nutriamo ancora l'illusione di avere, oltre la mente, anche un cuore “diamo il superfluo”. Solo i poveri e gli umili sono capaci di fare quello che la maggioranza di noi sta dimenticando: dare qualcosa di più del nostro superfluo. A questo punto, voglio fare una domanda a me stesso, ma anche a tutti voi: “Ma quale è il nostro atteggiamento generalizzato nelle comunità cristiane dei paesi ricchi?”
La cosa più evidente è la vita ingiustamente emarginata e poco dignitosa dei poveri. Nella società, voluta da noi e soprattutto nella globalizzazione, chi non HA non merità il rispetto che meritano le persone “arrivate” , non rappresentano nulla di importante per quasi nessuno. Incontrarli ci provoca disagio e fastidio. I poveri smascherano i nostri grandi discorsi di democrazia di progresso e mettono a nudo la nostra meschinità. Non ci lasciano vivere con la coscienza a posto. L'episodio tratto dal vangelo di Marco, in cui Gesù loda la vedova povera è rivolto anche a noi che viviamo soddisfatti nel nostro benessere, che diamo il superfluo. Quante volte sono i poveri quelli che meglio ci insegnano a vivere in modo dignitoso e con un cuore grande e generoso.
Uno dei maggiori contributi della lettura dei vangeli, ma anche di tutto il Vecchio Testamento e del Nuovo sia essa donna che uomo è quello di aiutarlo a vivere con un senso più umano in una società il cui VIRUS è “LA NEVROSI DEL POSSESSO”
Oggi più di allora, anche se era presente già ai tempi di Gesù, è basato non su quello che uno E' ma su quello che uno HA. L'importante è “avere” denaro, potere, prestigio,autorità ecc. Chi possiede tutto ciò è un “vincente” chi non possiede tutto ciò, è un fallito ed è completamente fuori gioco. Fin dai primi anni di vita l'essere umano, viene educato nella maggioranza dei casi, più ad AVERE che ad ESSERE, prenderà soprattutto che un giorno, compiuti gli studi dovrà AVERE, una posizione, un buon stipendio, del potere. Così, quasi senza accorgersi, prepariamo le nuove generazioni alla competizione e alla rivalità.
Viviamo in una società, come anche in quella in cui ha vissuto il profeta di Nazaret che impoverisce le persone, non di denaro ma che ci ha rubato “l'essere umano”.
Le persone più oggi che allora si abituano a valutarsi per quello che possiedono; e in tal modo corriamo il rischio di diventare incapaci di amare, di dare tenerezza, di servire in modo generoso e solidale. Proprio per questo, in questo periodo , assume particolare importanza l'invito di Gesù a valorizzare la persona. In ultima analisi, la grandezza della vita non si misura dal potere o dalle conoscenze che uno HA, ne tanto meno dai beni che uno possiede o del denaro, ma di servire e aiutare gli altri meno fortunati di noi a vivere in un mondo più umano e vicino agli insegnamenti del profeta di Nazaret. Quante persone povere ed umili, come la vedova che ci narrà il brano, con la loro semplice solidarietà e aiuto a chi ha bisogno, apportano all'umanizzazione della nostra malata società, più di tanti protagonisti della vita sociale, ecclesiastici di mestiere, politici, pronti a difendere i loro privilegi e i loro interessi, del loro protagonismo e della loro posizione del loro potere.
r. Fulvio Crivello
UN RICORDO DI GUADALUPE CALDERON
“Cala il suo sole quando è ancora giorno”
Geremia cap.15 vers.9
E' venuta a mancare due mesi fa a CITTA' DEL MESSICO, una carissima amica dell'Opera del Cenacolo Familiare. GUADALUPE CALDERON aveva soltanto 39 anni ed aveva partorito solo da quaranta giorni, aveva anche un figlio di cinque anni. Io spero che la fede aiuti suo marito Arturo, anche lui membro del Cenacolo a superare questa grande prova. Scrivendo questo ricordo ho le lacrime agli occhi, perchè la ritengo profondamente ingiusta, una giovane madre che se ne va, che dire se non pregare sia Maria che Gesù e lo Spirito Santo, affinchè possano lenire il dolore di Arturo e di tutta la famiglia. Il Cenacolo vi è vicino anche in questo momento di dolore.
Opera Cenacolo Familiare
BENEDIZIONE
Il Dio della speranza ci riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, sia accanto a chi soffre e lo sostenga nella Fede, in modo che il sole torni a risplendere in loro e in tutti noi.
AMEN