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20 nov 2011

FESTA DI GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Con questa domenica concludiamo l’anno liturgico 2011, e lo concludiamo

celebrando la festa di Gesù Cristo Re dell’Universo. In un mondo in cui la monarchia è un residuo storico, detta festa potrebbe apparire fuori tempo.
L’impressione, però, svanisce se si considera la natura della regalità di Gesù.
Gesù non è un Re che spadroneggia sui suoi sudditi, ma un Re che ama i suoi sudditi e che per amore si pone al loro servizio.

La liturgia di oggi, giustamente, ha scelto il profeta Ezechiele che nel Vecchio Testamento profetizzò Gesù Re Servitore dei suoi sudditi come un pastore che si pone al servizio delle sue pecore.
Innanzi tutto Ezechiele mette queste parole sulla bocca di Gesù: “IO RADUNERO’ LE MIE PECORE DA TUTTI I LUOGHI DOVE ERANO DISPERSE”. San Giovanni Evangelista nel suo Vangelo conferma così quanto profetizzò il profeta Ezechiele: “GESU’ VENNE NEL MONDO PER RADUNARE I  FIGLI DI DIO DISPERSI”.
Ezechiele continua  a prestare la sua voce a Gesù: “ANDRO’ IN CERCA DELLA PECORA PERDUTA E RICONDURRO’ ALL’OVILE QUELLA SMARRITA”.
Come non ricordare qui la bellissima parabola scaturita dal Cuore di Gesù?
Un uomo ha cento pecore. Ne smarrisce una. Lascia le novantanove pecore che sono al sicuro mentre pascolano in un prato verdeggiante; e va in cerca della pecorella smarrita. La cerca con grande fatica, ma non desiste. Finalmente la ritrova, se la pone sulle spalle, ritorna all’ovile, chiama gli altri pastori e li invita a partecipare alla sua gioia: “RALLEGRATEVI CON ME PERCHE’ HO RITROVATO LA MIA PECORELLA SMARRITA”.
E’ la gioia che Gesù prova ogni qual volta un peccatore abbandona la via del peccato, fonte di tristezza e di perdizione; e ritorna sulla  via della bontà, fonte di felicità e di salvezza.
Dobbiamo aggiungere che Gesù non si preoccupa solo di convertire i grandi peccatori come ad esempio la Maddalena, Zaccheo e il ladrone crocifisso accanto a Lui. Gesù è anche il Buon Pastore che “FASCIA LA PECORELLA FERITA E CURA QUELLA MALATA”. Gesù, cioè, vuole che i suoi seguaci non vivano una vita mediocre, una vita con tanti piccoli peccati e senza slanci di bene. Gesù, invece, vuole cristiani in piena salute spirituale che come Lui  si mettano con generosità a servizio degli altri. Pertanto, se vogliamo essere sudditi fedeli di Gesù, dobbiamo fare nostra la sua missione: “SONO VENUTO NEL MONDO NON PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE”. E servire significa dare al prossimo tutto ciò di cui ha bisogno, evidentemente secondo le nostre possibilità. Per cui giustamente la liturgia della festa di Gesù, Re dell’Universo, ci ricorda il Giudizio Universale nel quale saremo giudicati sulla nostra apertura o chiusura verso i bisognosi. Riceveremo in eredità il Regno, preparato da Dio per i giusti, solo se durante la nostra vita terrena abbiamo soccorso Gesù NEGLI AFFAMATI E NEGLI ASSETATI, NEI FORESTIERI E NEI NUDI, NEI MALATI E NEI CARCERATI.

Sac. Salvatore Paparo
20 novembre 2011

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