26 agosto 2012
OMELIA
Da alcune domeniche il brano evangelico offre alla nostra riflessione
il capitolo sesto del vangelo di San Giovanni che contiene anche il famoso
discorso di Gesù sul PANE DELLA VITA.
Innanzi tutto richiamamoci, in breve, il fatto e i punti princiali del
discorso.
Gesù vide un’immensa folla che lo seguiva ed ebbe compassione di loro
perché erano come un gregge senza pastore. Giunta la sera Gesù, moltiplicando
miracolosamente cinque pani e due pesci.
sfamò circa 5000 uomini. La folla, entusiata per il miracolo, esclamò:
“Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo”. Ma Gesù, sapendo che
volevano farlo re, si allontanò e si ritirò sul monte, solo.
L’indomani la folla riuscì a rintracciare
Gesù. Ma Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico: voi mi cercate non
perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete
saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane
per la vita eterna e che io vi darò”. Allora gli dissero: “Signore, dacci
sempre questo pane”. Gesù rispose loro:
“ I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, e sono morti. Io sono il
pane vivo disceso dal cielo, perché chi ne mangia non muoia, ma viva in eterno.
Il pane che io darò è la mia carne. In verità, in verità vi dico: se non
mangiate la mia carne, e non bevete il mio sangue, non avete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno, perché la mia carne è un vero cibo, e il mio
sangue è una vera bevanda”. Qui si conclude il discorso di Gesù sul pane della
vita. San Giovanni nel brano evangelico odierno ci notifica la reazione della folla
e degli Apostoli al discorso pronunziato da Gesù.
La folla si scandalizzò e considerò pazzo Gesù perché non capirono il
significato delle sue parole. Essi falsamente credettero che per avere la vita
dovevano masticare e mangiare la carne di Gesù, così come mastichiamo e
mangiamo il pane materiale; essi falsamente credettero che per avere la vita
dovevano bere il sangue di Gesù, così come beviamo il vino materiale. In
conseguenza molti discepoli abbandonarono Gesù e non lo seguirono più.
Anche gli apostoli rimasero turbati dinanzi a queste affermazioni di
Gesù: “Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avete in
voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno”. Gesù disse ai dodici: “ Ve ne volete andare
anche voi? “.
Simon Pietro, a nome di tutti gli apostoli, rispose: “Signore, da chi
andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto e conosciuto che
tu sei il Santo di Dio”. Gli apostoli, sul momento, non capirono il significato
delle parole di Gesù; ma fecero un atto di fede, si fidarono di Gesù perché è
il Santo di Dio”. Gli apostoli compresero le parole di Gesù solo nel giorno
della Pentecoste, solo nel giorno in cui lo Spirito Santo discese su di loro.
Allora capirono che Gesù è presente nell’Eucarestia, così come è presente in
paradiso; cioè con il suo corpo e la sua anima umani glorificati, e con la sua
divinità. Come ciò possa avvenire, è un mistero: noi, in terra, non siamo in
grado di capirlo, lo capiremo in paradiso. Intanto crediamo per fede: noi
crediamo fermamente che nella comunione eucaristica riceviamo Gesù così come
adesso si trova in paradiso, perché ce lo ha detto Gesù che è Dio, e Dio deve
essere creduto con assoluta certezza perché conosce tutta la verità ed è
verace: Dio non ci può ingannare, Dio non ci vuole ingannare.
Sac. Salvatore Paparo