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24 nov 2012

CI SARA’ IL GIUDIZIO U N I V E R S A L E

XXXIII DOMENICA PER ANNUM   B

18 NOVEMBRE 2012

OMELIA

Ci avviciniamo alla fine dell’anno liturgico 2012, e la Chiesa ci invita a riflettere
sulle Ultime Realtà; ossia sulla morte, sul giudizio particolare e universale, sul paradiso e sull’inferno.

Noi oggi ci soffermiamo un pochino sul giudizio universale, servendoci della suggestiva descrizione fattaci da Gesù.

Alla fine dei tempi, tutti gi uomini e tutte le donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi risorgeremo. Gesù siederà sul trono della sua gloria, circcondato dagli angeli, e dividerà i risorti in due schiere: metterà i giusti alla sua destra, e gli inqui alla sua sinistra. Dirà ai giusti:

“ Venite, benedetti del Padre mio, perché avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero senza casa e mi avete ospitato, ero nudo e mi avete vestito, ero nalato e siete venuti a curarmi, ero carcerato e siete venuti a vistarmi”. I giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto senza casa e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato e ti abbiamo curato, o carcerato e ti abbiamo visitato?” Gesù risponderà loro: “In verità, io vi dico: ogni volta che avete fatto questo al più piccolo dei miei fraetlli, l’avete fatto a me”. Poi Gesù dirà agli iniqui: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli, perché avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da bere, ero senza casa e non mi avete ospitato, ero malato e non siete venuti a curarmi, ero in carcere e non siete venuti a visitarmi”. Gli inqui risponderanno a Gesù: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato, senza casa o nudo, malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Gesù risponderà loro: “In verità, io vi dico: ogni volta che non avete fatto questo al più piccolo dei miei fratelli, non l’avete fatto a me”.

E questi se ne andranno al supplizio eterno; i giusti, invece, alla vita eterna”.

Praticamente, Gesù, al giudizio universale ci porrà questa domanda: “Come vi siete comportati con le persone che soffrivano? Avete avuto compassione di esse e le avete soccorse? Se le avete soccorse, siete stati miei dscepoli anche se non eravate battezzati, e meritate la gioia eterna del mio Regno. Se, invece, non le avete soccorse, non siete stati miei discepoli, anche se eravate battezzati, e meritate il supplizio eterno”.

Da notare, infine, che non è sufficiente poter affermare sinceramente: “Io non faccio del male a nessuno”. Chi si limita a non fare del male agli altri, è inutile come inutile è una pianta che produce solo foglie. Noi siamo utili agli altri solo se imitiamo Gesù, solo se come Gesù facciamo del bene a tutti, ma specialmente

ai poveri, ai sofferenti, agli emarginati.

Da ciò l’importanza che spesso ci poniamo questa domanda:

“Ho fatto e sto facendo del bene agli altri?

  Per loro posso fare qualcosa di più? “.

    Sac. Salvatore Paparo

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