18 NOVEMBRE 2012
OMELIA
Ci avviciniamo alla fine dell’anno liturgico 2012, e la Chiesa ci
invita a riflettere
sulle Ultime Realtà; ossia sulla morte, sul giudizio particolare e universale,
sul paradiso e sull’inferno.
Noi oggi ci soffermiamo un pochino sul giudizio universale, servendoci
della suggestiva descrizione fattaci da Gesù.
Alla fine dei tempi, tutti gi uomini e tutte le donne di tutti i tempi
e di tutti i luoghi risorgeremo. Gesù siederà sul trono della sua gloria,
circcondato dagli angeli, e dividerà i risorti in due schiere: metterà i giusti
alla sua destra, e gli inqui alla sua sinistra. Dirà ai giusti:
“ Venite, benedetti del Padre mio, perché avevo fame e mi avete dato da
mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero senza casa e mi avete
ospitato, ero nudo e mi avete vestito, ero nalato e siete venuti a curarmi, ero
carcerato e siete venuti a vistarmi”. I giusti gli risponderanno: “Signore,
quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato
e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto senza casa e ti abbiamo
ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato e ti
abbiamo curato, o carcerato e ti abbiamo visitato?” Gesù risponderà loro: “In
verità, io vi dico: ogni volta che avete fatto questo al più piccolo dei miei
fraetlli, l’avete fatto a me”. Poi Gesù dirà agli iniqui: “Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli, perché
avevo fame e non mi avete dato da mangiare, avevo sete e non mi avete dato da
bere, ero senza casa e non mi avete ospitato, ero malato e non siete venuti a
curarmi, ero in carcere e non siete venuti a visitarmi”. Gli inqui
risponderanno a Gesù: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o
assetato, senza casa o nudo, malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”.
Gesù risponderà loro: “In verità, io vi dico: ogni volta che non avete fatto
questo al più piccolo dei miei fratelli, non l’avete fatto a me”.
E questi se ne andranno al supplizio eterno; i giusti, invece, alla
vita eterna”.
Praticamente, Gesù, al giudizio universale ci porrà questa domanda:
“Come vi siete comportati con le persone che soffrivano? Avete avuto
compassione di esse e le avete soccorse? Se le avete soccorse, siete stati miei
dscepoli anche se non eravate battezzati, e meritate la gioia eterna del mio
Regno. Se, invece, non le avete soccorse, non siete stati miei discepoli, anche
se eravate battezzati, e meritate il supplizio eterno”.
Da notare, infine, che non è sufficiente poter affermare sinceramente:
“Io non faccio del male a nessuno”. Chi si limita a non fare del male agli
altri, è inutile come inutile è una pianta che produce solo foglie. Noi siamo
utili agli altri solo se imitiamo Gesù, solo se come Gesù facciamo del bene a
tutti, ma specialmente
ai poveri, ai sofferenti, agli emarginati.
Da ciò l’importanza che spesso ci poniamo questa domanda:
“Ho fatto e sto facendo del bene agli altri?
Per loro posso fare qualcosa di
più? “.
Nessun commento:
Posta un commento