OMELIA
Duemila anni fa nel deserto del Giordano apparve un giovane pieno di vitalità, di entusiamo e di fascino. Il suo nome era Giovanni Battista ed immediatamente riuscì ad attrarre a sè le grandi folle d'Israele. Gesù non ha ammirato nessuno quanto Giovanni Battista; di nessuno ha parlato in termini somiglianti: per Gesù non si tratta soltanto di un profeta; egli è più che un profeta; è persino il più grande tra i nati di donna.
Giovanni Battista è il messaggero mandato da Dio a preparare i cuori degli Israeliti per accogliere docilmente il Messia Gesù, UNICO SALVATORE DI TUTTI GLI UOMINI.
Giovanni Battista aveva le idee molto chiare: gli Israeliti, popolo eletto, hanno infranto L'ALLEANZA CON DIO, DISOBBEDENDO ALLA LEGGE DI MOSE'; la storia del popolo eletto è arrivata al fallimento totale. La crisi attuale non è una tra le tante crisi; è il punto finale cui si è giunti attraverso una lunga catena di peccati.
Israele per essere salvato deve convertirsi; ha bisogno di una purificazione totale: i convertiti s'immergono nelle onde del Giordano e mentre essi ad alta voce confessano i loro peccati, Giovanni li battezza e Dio concede loro il perdono.
Giovanni Battista era convinto che i suoi battezzati erano pronti ad accogliere il Messia Gesù e che con Lui avrebbero ritrovato LA LIBERTA', LA PACE E IL BENESSERE.
E qui dobbiamo fare un rilievo molto importante: Giovanni Battista era convinto che il Messia Gesù avrebbe INCOMINCIATO LA SUA MISSIONE CON UN SEVERISSIMO GIUDIZIO: avrebbe salvato sì i peccatori battezzati da lui e perdonati da Dio, MA AVREBBE ANCHE ELIMINATO TUTTI I PECCATORI IMPENITENTI COME UN CONTADINO CHE TAGLIA GLI ALBERI CHE NON FANNO FRUTTI BUONI E LI GETTA NEL FUOCO.
Su questo punto. però, Gesù non poteva concordare con Giovanni Battista: Gesù non eliminò affatto i peccatori impenitenti; gradiva la compagnia dei peccatori; volentieri e spesso mangiava e beveva con loro. E noi sappiamo che i pasti non si consumano con i nemici ma con gli amici.
Gesù convertiva i peccatori usando verso di loro un'immensa misericordia. Basta ricordare Zaccheo, il capo dei pubblicani, il capo dei ladri. Gesù si autoinvitò al pranzo; Zaccheo lo accolse in casa sua con immensa gioia e durante il pranzo ascoltò con vivo interesse le Parole di Vita che uscivano dalla bocca di Gesù. Zaccheo si convertì: le parole di commiato che rivolse a Gesù sono eloquenti: "Maestro, dò la metà dei miei beni ai poveri, e se ho derubato qualcuno gli restituirò quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "OGGI IN QUESTA CASA E' ENTRATA LA SALVEZZA".
Gesù è venuto in questo mondo per fare di tutti gli uomini e di tutte le donne una comunità di fratelli e di sorelle che, amandosi reciprocamente, GODANO LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI.
GESU' NON VUOLE DEI DISCEPOLI CHE COMANDANO E CHE IMPONGONO AGLI ALTRI LA LORO VOLONTA'; GESU' VUOLE, INVECE, DEI DISCEPOLI CHE SI METTANO GLI UNI AL SERVIZIO DEGLI ALTRI: "IMPARATE DA ME: IO NON SONO VENUTO NEL MONDO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE ED OFFRIRE LA MIA VITA PER LA SALVEZZA DI TUTTI".
GESU' NON VUOLE DEI DISCEPOLI CHE AMMASSANO RICCHEZZE A SCAPITO DEI POVERI; GESU' VUOLE, INVECE, DEI DISCEPOLI CHE SCELGANO VOLONTARIAMENTE LA POVERTA' PERCHE' I POVERI NON SIANO PIU' POVERI E GODANO I BENI DELLA TERRA CHE IL PADRE CELESTE HA CREATO IN ABBONDANZA A VANTAGGIO DI TUTTI I SUOI FIGLIOLI E DI TUTTE LE SUE FIGLIOLE: "IMPARATE DA ME: IO CHE ERO RICCO MI SONO FATTO POVERO PER ARRICCHIRVI CON LA MIA POVERTA' ".
NEI PRIMI DUE MILLENNI DELLA REDENZIONE L'UMANITA' HA PARTECIPATO, SOPRATTUTTO, ALLE SOFFERENZE, ALLA PASSIONE E ALLA MORTE DI GESU'.
A PARTIRE DAL TERZO MILLENNIO DELLA REDENZIONE APPENA AVVIATO, L'UMANITA' GODRA', IN MODO MERAVIGLIOSO, I BENEFICI FRUTTI DELLE SOFFERENZE, DELLA PASSIONE, DELLA MORTE, E S O P RA T T U T T O D E L L A
R I S U R R E Z I O N E D I G E S U'.
PERCHE' SI VERIFICHI CIO', PERO', E' NECESSARIO CHE LA CHIESA DI GESU' ATTUI NEL SUO SENO UNA PROFONDISSIMA PURIFICAZIONE.
ALLO SCOPO E' INDISPENSABILE LA CELEBRAZIONE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III.
P E R G H I A M O M O L T O P E R C H E' T A L E C E L E B R A Z I O N E NON CI
F A C C I A A T T E N D E R E T R O P P O!
Sac. Salvatore Paparo
26 giu 2011
FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, PATRONO DI CINTANO 26 GIUGNO 2011
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
19 giu 2011
FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITA' 19 GIUGNO 2011
OMELIA
oggi è la festa della SANTISSIMA TRINITA', ed è doveroso per noi richiamarci alla mente l'ineffabile realtà DELLA VITA INTIMA DI DIO.
DIO E' AMORE ED IN QUANTO AMORE NON E' UN SOLITARIO, MA UNA FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA, COMPOSTA DAL PADRE, DAL FIGLIO E DALLO SPIRITO SANTO.
Ler quattro caratteristiche DELL'AMORE: DONO, RICAMBIO DEL DONO, UNIONE, FELICITA', in Dio si realizzano in sommo grado:
D O N O : IL PADRE DONA TUTTA LA SUA VITA AL FIGLIO E LO GENERA.
R I C A M B I O D E L D O N O : IL FIGLIO SI RIDONA AL PADRE, COSICCHE' GESU' CHE E' IL FIGLIO UNIGENITO DI DIO PADRE, FATTOSI UOMO, POTE' AFFERMARE:
"PADRE, TUTTO CIO' CHE E' TUO E' MIO, E TUTTO CIO' CHE E' MIO E' TUO".
U N I O N E : "LO SPIRITO SANTO AMORE UNISCE IN SE' IL PADRE (dono) AL FIGLIO (ricambio del dono) E IL FIGLIO AL PADRE, per cui abbiamo UN SOLO DIO IN TRE PERSONE.
F E L I C I T A ' : noi siamo felici quando possediamo UN BENE; siamo più felici quando possediamo PIU' BENI. Per esempio siamo felici se abbiamo gli occhi sani; ma siamo più felici se oltre ad evere gli occhi sani, abbiamo anche un udito sano. In pratica, noi siamo felici in proporzione dei beni che possediamo. Ebbene, POICHE' LE TRE PERSONE DIVINE POSSEGGONO E SI SCAMBIANO TUTTI I BENI IN SOMMO GRADO, SONO FELICISSIME, SONO LA FELICITA'.
la Famiglia Trinitaria di Dio non aveva bisogno di nessuno per essere felice, MA POICHE' E' AMORE E L'AMORE SI COMUNICA, per comunicare la sua felicità ad altri, CREO' L'UOMO A SUA IMMAGINE E SOMOGLIANZA, E LO CREO' FAMIGLIA.
Vediamo come la famiglia umana è immagine della Famiglia Trinitaria di Dio:
LA PRIMA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E' INSIEME SPOSO E PADRE, SPOSA E MADRE. Nella famiglia umana dona le sue qualità di SPOSO E DI PADRE ALL'UOMO; DONA LE SUE QUALITA' DI SPOSA E DI MADRE ALLA DONNA.
LA SECONDA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA, E' INSIEME FIGLIO E FIGLIA. Pertanto, nella famiglia umana la sua immagine NON E' SOLO IL FIGLIO, MA IL FIGLIO E LA FIGLIA INSIEME.
LA TERZA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA, LO SPIRITO SANTO, E' L'AMORE CHE IN SE' UNISCE LE TRE PERSONE DIVINE E LE RENDE FELICI. Nella famiglia umana l'immagine DELLO SPIRITO SANTO E' L'AMORE CHE UNISCE I SUOI VARI MEMBRI CHE LA COMPONGONO. Da ciò comprendiamo che una famiglia umana in cui GLI SPOSI SI VOGLIONO BENE, I GENITORI VOGLIONO BENE AI FIGLI E ALLE FIGLIE; I FIGLI E LE FIGLIE VOGLONO BENE AI GENITORI, I FRATELI E LE SORELLE SI VOGLIONO BENE TRA DI LORO, E' UNA FAMIGLIA UNITA E FELICE; mentre una famiglia i cui membri che la compongono, NON SI VOGLIONO BENE, E' UNA FAMIGLIA DIVISA E INFELICE.
Concludo con alcune affermazioni, affermazioni che necessitano di approfondimento, approfondimento che faremo quando e come lo vorrà la Famiglia Trinitaria di Dio.
1. LE TRE PERSONE DIVINE NON SONO TRE DEI, MA UN SOLO DIO.
2. CIO' CHE IL PADRE PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO.
3. CIO' CHE IL FIGLIO PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL PADRE E LO SPIRITO SANTO.
4. CIO' CHE LO SPIRITO SANTO PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL PADRE E IL FIGLIO.
5. DIO E' AMORE E L'AMORE PUO' DARE S O L O VITA E FELICITA'.
6. IL PECCATO E' IL TRADIMENTO DELL'AMORE E L'OPPOSTO DELL'AMORE. QUINDI, MENTRE L'AMORE PUO' DARE S O L O VITA E FELICITA'; IL PECCATO PUO' S O L O TOGLIERE LA VITA E LA FELICITA', E DARE S O L O MORTE E INFELICITA'.
7. DOBBIAMO CREDERE ALL'AMORE CHE DIO HA PER NOI. PERCIO', IN OGNI CIRCOSTANZA DELLA NOSTRA VITA, GIOIOSA O DOLOROSA, DOBBIAMO FIDARCI DI DIO CHE AGISCE SEMPRE PER IL NOSTRO MIGLIORE BENE.
Sac. Salvatore Paparo
oggi è la festa della SANTISSIMA TRINITA', ed è doveroso per noi richiamarci alla mente l'ineffabile realtà DELLA VITA INTIMA DI DIO.
DIO E' AMORE ED IN QUANTO AMORE NON E' UN SOLITARIO, MA UNA FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA, COMPOSTA DAL PADRE, DAL FIGLIO E DALLO SPIRITO SANTO.
Ler quattro caratteristiche DELL'AMORE: DONO, RICAMBIO DEL DONO, UNIONE, FELICITA', in Dio si realizzano in sommo grado:
D O N O : IL PADRE DONA TUTTA LA SUA VITA AL FIGLIO E LO GENERA.
R I C A M B I O D E L D O N O : IL FIGLIO SI RIDONA AL PADRE, COSICCHE' GESU' CHE E' IL FIGLIO UNIGENITO DI DIO PADRE, FATTOSI UOMO, POTE' AFFERMARE:
"PADRE, TUTTO CIO' CHE E' TUO E' MIO, E TUTTO CIO' CHE E' MIO E' TUO".
U N I O N E : "LO SPIRITO SANTO AMORE UNISCE IN SE' IL PADRE (dono) AL FIGLIO (ricambio del dono) E IL FIGLIO AL PADRE, per cui abbiamo UN SOLO DIO IN TRE PERSONE.
F E L I C I T A ' : noi siamo felici quando possediamo UN BENE; siamo più felici quando possediamo PIU' BENI. Per esempio siamo felici se abbiamo gli occhi sani; ma siamo più felici se oltre ad evere gli occhi sani, abbiamo anche un udito sano. In pratica, noi siamo felici in proporzione dei beni che possediamo. Ebbene, POICHE' LE TRE PERSONE DIVINE POSSEGGONO E SI SCAMBIANO TUTTI I BENI IN SOMMO GRADO, SONO FELICISSIME, SONO LA FELICITA'.
la Famiglia Trinitaria di Dio non aveva bisogno di nessuno per essere felice, MA POICHE' E' AMORE E L'AMORE SI COMUNICA, per comunicare la sua felicità ad altri, CREO' L'UOMO A SUA IMMAGINE E SOMOGLIANZA, E LO CREO' FAMIGLIA.
Vediamo come la famiglia umana è immagine della Famiglia Trinitaria di Dio:
LA PRIMA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E' INSIEME SPOSO E PADRE, SPOSA E MADRE. Nella famiglia umana dona le sue qualità di SPOSO E DI PADRE ALL'UOMO; DONA LE SUE QUALITA' DI SPOSA E DI MADRE ALLA DONNA.
LA SECONDA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA, E' INSIEME FIGLIO E FIGLIA. Pertanto, nella famiglia umana la sua immagine NON E' SOLO IL FIGLIO, MA IL FIGLIO E LA FIGLIA INSIEME.
LA TERZA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA, LO SPIRITO SANTO, E' L'AMORE CHE IN SE' UNISCE LE TRE PERSONE DIVINE E LE RENDE FELICI. Nella famiglia umana l'immagine DELLO SPIRITO SANTO E' L'AMORE CHE UNISCE I SUOI VARI MEMBRI CHE LA COMPONGONO. Da ciò comprendiamo che una famiglia umana in cui GLI SPOSI SI VOGLIONO BENE, I GENITORI VOGLIONO BENE AI FIGLI E ALLE FIGLIE; I FIGLI E LE FIGLIE VOGLONO BENE AI GENITORI, I FRATELI E LE SORELLE SI VOGLIONO BENE TRA DI LORO, E' UNA FAMIGLIA UNITA E FELICE; mentre una famiglia i cui membri che la compongono, NON SI VOGLIONO BENE, E' UNA FAMIGLIA DIVISA E INFELICE.
Concludo con alcune affermazioni, affermazioni che necessitano di approfondimento, approfondimento che faremo quando e come lo vorrà la Famiglia Trinitaria di Dio.
1. LE TRE PERSONE DIVINE NON SONO TRE DEI, MA UN SOLO DIO.
2. CIO' CHE IL PADRE PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL FIGLIO E LO SPIRITO SANTO.
3. CIO' CHE IL FIGLIO PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL PADRE E LO SPIRITO SANTO.
4. CIO' CHE LO SPIRITO SANTO PENSA, DECIDE ED OPERA, SIMULTANEAMENTE LO PENSANO, LO DECIDONO E LO OPERANO IL PADRE E IL FIGLIO.
5. DIO E' AMORE E L'AMORE PUO' DARE S O L O VITA E FELICITA'.
6. IL PECCATO E' IL TRADIMENTO DELL'AMORE E L'OPPOSTO DELL'AMORE. QUINDI, MENTRE L'AMORE PUO' DARE S O L O VITA E FELICITA'; IL PECCATO PUO' S O L O TOGLIERE LA VITA E LA FELICITA', E DARE S O L O MORTE E INFELICITA'.
7. DOBBIAMO CREDERE ALL'AMORE CHE DIO HA PER NOI. PERCIO', IN OGNI CIRCOSTANZA DELLA NOSTRA VITA, GIOIOSA O DOLOROSA, DOBBIAMO FIDARCI DI DIO CHE AGISCE SEMPRE PER IL NOSTRO MIGLIORE BENE.
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
12 giu 2011
PENTECOSTE 12 GIUGNO 2011
OMELIA
Dopo l'Ascensione di Gesù al Cielo, gli Apostoli si ritirarono nel Cenacolo e lì rimasero in preghiera insieme a Maria Santissima, in attesa dellla discesa dello Spirito Santo, promesso da Gesù.
Pregarono intensamente per dieci giorni: al decimo giorno il Cenacolo tremò come scosso da un vento impetuoso, e lo Spirito Santo prese possesso degli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco.
Lo Spirito Santo trasformò radicalmente gli Apostoli e li rese adatti a compiere la loro missione DI FAR CONOSCERE ED AMARE GESU', UNICO SALVATORE DI TUTTI GLI UOMINI.
Prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli ERANO IGNORANTI, PIENI DI DIFETTI E DOMINATI DALLA PAURA.
Innanzi tutto erano ignoranti: non riuscivano a capire le Verità da Dio rivelate nella Bibbia e confermate da Gesù: basta pensare al fatto che non riuscivano a capire che IL MESSIA DOVEVA SOFFRIRE MOLTO ED ESSERE UCCISO: per loro il Messia doveva essere solo un dominatore del mondo e un trionfatore politico. Per cui lasciavano cadere nel vuoto la profezia di Gesù, varie volte ripetuta: "IO DOVRO' SOFFRIRE MOLTO, ESSERE UCCISO E RISORGERE IL TERZO GIORNO".
Prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli oltre che ignoranti, erano anche pieni di difetti: erano SUPERBI: TUTTI VOLEVANO OCCUPARE I PRIMI POSTI. Erano VENDICATIVI: una volta addirittura invocarono che dal cielo scendesse il fuoco perchè bruciasse una città samaritana che si era rifiutata di ospitare Gesù. Gesù, però. li rimproverò severamente: "NON SAPETE DI CHE SPIRITO SIETE".
Infine, prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli erano dominati dalla paura: per paura abbandonarono Gesù subito dopo la sua cattura nell'orto del Gestsemani; per paura di essere uccisi dai Giudei, subito dopo la morte di Gesù si chiusero nel Cenacolo e ne serrarono le porte; per paura Pietro, nella notte del Giovedi Santo, rinnegò Gesù per ben tre volte.
Ebbene, , la Domenica della Pentecoste, lo Spirito Santo trasformò radicalmente gli Apostoli: essi finalmente compresero le Verità rivelateci da Gesù, vinsero i loro difetti e superarono la loro paura; per cui non temettero di parlare apertamente di Gesù, pur sapendo che si esponevano a gravi rischi. E, infatti, i capi politici dei Giudei li arrestarono e li fecero flegellare: gli Apostoli, però, non si lamentarono per il tattamento loro riservato, E SI DICHIARARONO LIETI PER ESSERE STATI GIUDICATI DEGNI DI SOFFRIRE QUALCOSA PER IL NOME DI GESU'.
Tutti gli Apostoli morirono Martiri: tutti accettarono volentieri la morte per testimoniare che Gesù è il Figlio Unigenito di Dio fattosi UOMO, UCCISO E RISORTO perchè noi uomini morissimo al nostro peccato, rinascessimo alla vita della Grazia e, consguentemente, andassimo in Paradiso: prima con la sola anima, dopo la morte, e alla fine del tempo anche con il nostro corpo RISUSCITATO DALL'ONNIPOTENZA DI DIO, E GLORIFICATO.
E qui non possiamo non rilevare che come gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, anche noi nel giorno della nostra Cresima, abbiamo ricevuto lo Spirito Santo: in quel giorno lo Spirito Santo ha preso possesso di noi per trasformarci radicalmente e renderci veri discepoli di Gesù. Però, perchè ciò avvenga è necessario che noi ubbidiamo alla voce interiore dello Spirito Santo che continuamente ci suggerisce il bene da fare e il male da evitare. Se siamo docili alla voce interiore dello Spirito Santo, anche noi come gli Apostoli comprendiamo le Verità rivelateci da Gesù, vinciamo i nostri difetti, superiamo le nostre paure; TESTIMONIAMO GESU' CON LE PAROLE E CON LA VITA. E SE PER QUESTA NOSTRA TESTIMONIANZA DOBBIAMO AFFRONTARE DELLE SOFFERENZE, COME GLI APOSTOLI NON CE NE LAMENTIAMO, MA CI DICHIARIAMO LIETI PER ESSERE STATI GIUDICATI DEGNI DI SOFFRIRE QUALCOSA PER IL NOME DI GESU'.
PREGHIAMO PERCHE' IL PAPA BENEDETTO XVI SIA DOCILE ALLA VOCE INTERIORE DELLO SPIRITO SANTO CHE LO SOSPINGE A INDIRE IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, PERCHE' LA SECONDA PENTECOSTE D'AMORE RISPLENDA E REALIZZI L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE, ETA' DELLA PACE E DEL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI, ETA' FONDATA DULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO.
Sac. Salvatore Paparo
Dopo l'Ascensione di Gesù al Cielo, gli Apostoli si ritirarono nel Cenacolo e lì rimasero in preghiera insieme a Maria Santissima, in attesa dellla discesa dello Spirito Santo, promesso da Gesù.
Pregarono intensamente per dieci giorni: al decimo giorno il Cenacolo tremò come scosso da un vento impetuoso, e lo Spirito Santo prese possesso degli Apostoli sotto forma di lingue di fuoco.
Lo Spirito Santo trasformò radicalmente gli Apostoli e li rese adatti a compiere la loro missione DI FAR CONOSCERE ED AMARE GESU', UNICO SALVATORE DI TUTTI GLI UOMINI.
Prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli ERANO IGNORANTI, PIENI DI DIFETTI E DOMINATI DALLA PAURA.
Innanzi tutto erano ignoranti: non riuscivano a capire le Verità da Dio rivelate nella Bibbia e confermate da Gesù: basta pensare al fatto che non riuscivano a capire che IL MESSIA DOVEVA SOFFRIRE MOLTO ED ESSERE UCCISO: per loro il Messia doveva essere solo un dominatore del mondo e un trionfatore politico. Per cui lasciavano cadere nel vuoto la profezia di Gesù, varie volte ripetuta: "IO DOVRO' SOFFRIRE MOLTO, ESSERE UCCISO E RISORGERE IL TERZO GIORNO".
Prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli oltre che ignoranti, erano anche pieni di difetti: erano SUPERBI: TUTTI VOLEVANO OCCUPARE I PRIMI POSTI. Erano VENDICATIVI: una volta addirittura invocarono che dal cielo scendesse il fuoco perchè bruciasse una città samaritana che si era rifiutata di ospitare Gesù. Gesù, però. li rimproverò severamente: "NON SAPETE DI CHE SPIRITO SIETE".
Infine, prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli erano dominati dalla paura: per paura abbandonarono Gesù subito dopo la sua cattura nell'orto del Gestsemani; per paura di essere uccisi dai Giudei, subito dopo la morte di Gesù si chiusero nel Cenacolo e ne serrarono le porte; per paura Pietro, nella notte del Giovedi Santo, rinnegò Gesù per ben tre volte.
Ebbene, , la Domenica della Pentecoste, lo Spirito Santo trasformò radicalmente gli Apostoli: essi finalmente compresero le Verità rivelateci da Gesù, vinsero i loro difetti e superarono la loro paura; per cui non temettero di parlare apertamente di Gesù, pur sapendo che si esponevano a gravi rischi. E, infatti, i capi politici dei Giudei li arrestarono e li fecero flegellare: gli Apostoli, però, non si lamentarono per il tattamento loro riservato, E SI DICHIARARONO LIETI PER ESSERE STATI GIUDICATI DEGNI DI SOFFRIRE QUALCOSA PER IL NOME DI GESU'.
Tutti gli Apostoli morirono Martiri: tutti accettarono volentieri la morte per testimoniare che Gesù è il Figlio Unigenito di Dio fattosi UOMO, UCCISO E RISORTO perchè noi uomini morissimo al nostro peccato, rinascessimo alla vita della Grazia e, consguentemente, andassimo in Paradiso: prima con la sola anima, dopo la morte, e alla fine del tempo anche con il nostro corpo RISUSCITATO DALL'ONNIPOTENZA DI DIO, E GLORIFICATO.
E qui non possiamo non rilevare che come gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, anche noi nel giorno della nostra Cresima, abbiamo ricevuto lo Spirito Santo: in quel giorno lo Spirito Santo ha preso possesso di noi per trasformarci radicalmente e renderci veri discepoli di Gesù. Però, perchè ciò avvenga è necessario che noi ubbidiamo alla voce interiore dello Spirito Santo che continuamente ci suggerisce il bene da fare e il male da evitare. Se siamo docili alla voce interiore dello Spirito Santo, anche noi come gli Apostoli comprendiamo le Verità rivelateci da Gesù, vinciamo i nostri difetti, superiamo le nostre paure; TESTIMONIAMO GESU' CON LE PAROLE E CON LA VITA. E SE PER QUESTA NOSTRA TESTIMONIANZA DOBBIAMO AFFRONTARE DELLE SOFFERENZE, COME GLI APOSTOLI NON CE NE LAMENTIAMO, MA CI DICHIARIAMO LIETI PER ESSERE STATI GIUDICATI DEGNI DI SOFFRIRE QUALCOSA PER IL NOME DI GESU'.
PREGHIAMO PERCHE' IL PAPA BENEDETTO XVI SIA DOCILE ALLA VOCE INTERIORE DELLO SPIRITO SANTO CHE LO SOSPINGE A INDIRE IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, PERCHE' LA SECONDA PENTECOSTE D'AMORE RISPLENDA E REALIZZI L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE, ETA' DELLA PACE E DEL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI, ETA' FONDATA DULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO.
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
5 giu 2011
ASCENSIONE DEL SIGNORE 5 GIUGNO 2011
OMELIA
La festa dell'Ascensione c'invita ad una attenta riflessione sul Paradiso, meta della nostra vita.
Parlare del Paradiso è difficilissimo. Neanche San Paolo che, ancora vivente, ebbe il singolare privilegio di essere trasportato in Paradiso, ci seppe dire alcunchè di preciso. Si limirò ad esclamare con stupore: "UDII E VIDI COSE COSI' SUBLIMI DA NON POTERSI RACCONTARE. OCCHIO UMANO NON VIDE, ORECCHIO UMANO NON UDI', NE' INTELLIGENZA UMANA POTRA' MAI IMMAGINARE LE GRANDI COSE CHE DIO HA PREPARATO PER COLORO CHE LO AMANO".
Una cosa, però, è certa: IN PARADISO GODREMO UNA FELICITA' PERFETTA ED ETERNA.
Questa felicità ci proverrà PRINCIPALMENTE DAL POSSESSO COSCIENTE DI DIO: il nostro occhio è felice quando ammira uno splendido panorama; il nostro orecchio è felice quando ascolta una dolce melodia. EBBENE, IL NOSTRO CUORE, IN PARADISO, SARA' FELICISSIMO PERCHE' COSCIENTEMENTE POSSEDERA' DIO SOMMO BENE.
Oltre che per il cosciente possesso di Dio Sommo Bene, in Paradiso saremo felici anche per altri motivi. Ne citiamo qualcuno:
IN PARADISO DIO ASCIUGHERA' OGNI NOSTRA LACRIMA;
IN PARADISO DIO CI LIBERERA' PER SEMPRE DA OGNI NOSTRO MALE E DA OGNI NOSTRO DOLORE. Pertanto, IL VECCHIO che si sente appassire come un fiore, che vede la sua pelle aggrinzita e la sua faccia ricoperta di rughe, GIOISCA perchè in Paradiso GODREMO UNA PERENNE GIOVINEZZA; L'AMMALATO che da tanto tempo è inchiodato su un letto di dolore, GIOISCA perchè in Paradiso godremo una salute perfetta ed eterna; NOI TUTTI CHE SOFFRIAMO IL CALDO E IL FREDDO, GIOIAMO perchè in Paradiso VIVREMO UN'ETERNA PRIMAVERA.
UN'ALTRA GIOIA CHE AVREMO IN PARADISO, CI PROVERRA' DALLA RICOSTRUZIONE DELLA NOSTRA FAMIGLIA NATURALE.
Quando la morte bussa alla porta della nostra casa e ci porta via papà o mamma, fratello o sorella, sposo o sposa, figlio o figlia; per noi non ci sarebbe alcuna possibilità di conforto, se dovessimo affermare: "Ormai non c'è più nulla da fare: il mio caro si ridurrà ad un pugno di cenere, e io non lo vedrò mai più". Invece, NO, la gioia deve ancora dominare il nostro cuore, il sorriso deve ancora spuntare sulle nostre labbra perchè in Paradiso ci ricongiungeremo con tutti in nostri cari defunti, VIVREMO E GODREMO INSIEME CON LORO, SICURI CHE NESSUNO MAI PIU' POTRA' SEPARARCI DA ESSI.
Evidentemente ciò avverrà se in questa terra viviamo DA VERI DISCEPOLI DI GESU', E SE MORIREMO DA GIUSTI. Dei miei primi anni di sacerdozio conservo un vivo ricordo di un fatto che di tanto in tanto racconto quando predico sul Paradiso: nella chiesa di San Giovanni Evangelista nella quale esercitavo il mio ministero sacerdotale, fui attirato dalla devozione eccezionale di un vecchietto: ogni giorno, in ginocchio, recitava il Santo Rosario; ogni giorno partecipava alla Santa Messa e si accostava al Banchetto Eucaristico. Un giorno mi fece questa confidenza: "Padre, non creda ch'io sia stato sempre così. No, fino a due anni fa ero un miscerdente. Io, però, ebbi la fortuna di sposare una santa donna: due anni fa cadde gravemente ammalata: io ero disperato, non potevo rassegnarmi al pensiero della sua morte. Anche le sue calde e amorose parole di conforto servirono a nulla. Solo l'ultima frase della mia santa sposa capovolse radicalmente la mia vita. Mi disse: "GIOVANNI, TI ASPETTO IN PARADISO".
Per rivedere IN PARADISO LA MIA SANTA SPOSA, io mi convertii, ed ora vivo da buon cristiano.
Ecco, per rivedere, in Paradiso, i nostri cari defunti ed essere eternamente felici con loro, DOBBIAMO VIVERE DA BUONI CRISTIANI.
Comcludiamo riportando le confortanti parole di Gesù:
"IO VADO IN PARADISO PER PREPARARE UN POSTO A CIASCUNO DI VOI. QUANDO VI AVRO' PREPARATO UN POSTO, TORNERO' DA VOI, E VI PRENDERO' CON ME PERCHE' ANCHE VOI SIATE DOVE SONO IO".
Sac. Salvatore Paparo
La festa dell'Ascensione c'invita ad una attenta riflessione sul Paradiso, meta della nostra vita.
Parlare del Paradiso è difficilissimo. Neanche San Paolo che, ancora vivente, ebbe il singolare privilegio di essere trasportato in Paradiso, ci seppe dire alcunchè di preciso. Si limirò ad esclamare con stupore: "UDII E VIDI COSE COSI' SUBLIMI DA NON POTERSI RACCONTARE. OCCHIO UMANO NON VIDE, ORECCHIO UMANO NON UDI', NE' INTELLIGENZA UMANA POTRA' MAI IMMAGINARE LE GRANDI COSE CHE DIO HA PREPARATO PER COLORO CHE LO AMANO".
Una cosa, però, è certa: IN PARADISO GODREMO UNA FELICITA' PERFETTA ED ETERNA.
Questa felicità ci proverrà PRINCIPALMENTE DAL POSSESSO COSCIENTE DI DIO: il nostro occhio è felice quando ammira uno splendido panorama; il nostro orecchio è felice quando ascolta una dolce melodia. EBBENE, IL NOSTRO CUORE, IN PARADISO, SARA' FELICISSIMO PERCHE' COSCIENTEMENTE POSSEDERA' DIO SOMMO BENE.
Oltre che per il cosciente possesso di Dio Sommo Bene, in Paradiso saremo felici anche per altri motivi. Ne citiamo qualcuno:
IN PARADISO DIO ASCIUGHERA' OGNI NOSTRA LACRIMA;
IN PARADISO DIO CI LIBERERA' PER SEMPRE DA OGNI NOSTRO MALE E DA OGNI NOSTRO DOLORE. Pertanto, IL VECCHIO che si sente appassire come un fiore, che vede la sua pelle aggrinzita e la sua faccia ricoperta di rughe, GIOISCA perchè in Paradiso GODREMO UNA PERENNE GIOVINEZZA; L'AMMALATO che da tanto tempo è inchiodato su un letto di dolore, GIOISCA perchè in Paradiso godremo una salute perfetta ed eterna; NOI TUTTI CHE SOFFRIAMO IL CALDO E IL FREDDO, GIOIAMO perchè in Paradiso VIVREMO UN'ETERNA PRIMAVERA.
UN'ALTRA GIOIA CHE AVREMO IN PARADISO, CI PROVERRA' DALLA RICOSTRUZIONE DELLA NOSTRA FAMIGLIA NATURALE.
Quando la morte bussa alla porta della nostra casa e ci porta via papà o mamma, fratello o sorella, sposo o sposa, figlio o figlia; per noi non ci sarebbe alcuna possibilità di conforto, se dovessimo affermare: "Ormai non c'è più nulla da fare: il mio caro si ridurrà ad un pugno di cenere, e io non lo vedrò mai più". Invece, NO, la gioia deve ancora dominare il nostro cuore, il sorriso deve ancora spuntare sulle nostre labbra perchè in Paradiso ci ricongiungeremo con tutti in nostri cari defunti, VIVREMO E GODREMO INSIEME CON LORO, SICURI CHE NESSUNO MAI PIU' POTRA' SEPARARCI DA ESSI.
Evidentemente ciò avverrà se in questa terra viviamo DA VERI DISCEPOLI DI GESU', E SE MORIREMO DA GIUSTI. Dei miei primi anni di sacerdozio conservo un vivo ricordo di un fatto che di tanto in tanto racconto quando predico sul Paradiso: nella chiesa di San Giovanni Evangelista nella quale esercitavo il mio ministero sacerdotale, fui attirato dalla devozione eccezionale di un vecchietto: ogni giorno, in ginocchio, recitava il Santo Rosario; ogni giorno partecipava alla Santa Messa e si accostava al Banchetto Eucaristico. Un giorno mi fece questa confidenza: "Padre, non creda ch'io sia stato sempre così. No, fino a due anni fa ero un miscerdente. Io, però, ebbi la fortuna di sposare una santa donna: due anni fa cadde gravemente ammalata: io ero disperato, non potevo rassegnarmi al pensiero della sua morte. Anche le sue calde e amorose parole di conforto servirono a nulla. Solo l'ultima frase della mia santa sposa capovolse radicalmente la mia vita. Mi disse: "GIOVANNI, TI ASPETTO IN PARADISO".
Per rivedere IN PARADISO LA MIA SANTA SPOSA, io mi convertii, ed ora vivo da buon cristiano.
Ecco, per rivedere, in Paradiso, i nostri cari defunti ed essere eternamente felici con loro, DOBBIAMO VIVERE DA BUONI CRISTIANI.
Comcludiamo riportando le confortanti parole di Gesù:
"IO VADO IN PARADISO PER PREPARARE UN POSTO A CIASCUNO DI VOI. QUANDO VI AVRO' PREPARATO UN POSTO, TORNERO' DA VOI, E VI PRENDERO' CON ME PERCHE' ANCHE VOI SIATE DOVE SONO IO".
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
Iscriviti a:
Post (Atom)