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20 mar 2012

ESILIO BABILONESE DEGLI EBREI

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

18 MARZO 2012

OMELIA

La prima lettura biblica della quarta domenica di quaresima ci descrive le tristi vicende che vissero gli Ebrei del sesto secolo Avanti Cristo.

Innanzi tutto c’è una costatazione di peccato. Infatti leggiamo: “IN QUEI GIORNI TUTTI MOLTIPLICARONO LE LORO INFEDELTA’ “.

Al peccato degli Ebrei risponde L’AMORE PREMUROSO DI DIO. Leggiamo ancora: “IL SIGNORE DIO MANDO’ PREMUROSAMENTE E INCESSANTEMENTE I SUOI MESSAGGERI AD AMMONIRLI”.

Purtroppo, però, gli Ebrei chiusero ermeticamente il loro cuore indurito, disprezzarono le parole di Dio e schernirono i suoi profeti.

Gli Ebrei del sesto secolo Avanti Cristo si ostinarono talmente nel loro peccato,

da fare scrivere all’autore sacro queste impressionanti parole: “IL LORO PECCATO RAGGIUNSE IL CULMINE, SENZA PIU’ RIMEDIO”. Da qui la guerra, l’assedio e la disruzione di Gerusalemme; da qui la deportazione degli Ebrei scampati alla spada; da qui il lungo esilio in Babilonia, dove i deportati dovettero subire l’umiliazione e le pene degli schiavi. Anche in questo caso, però, Dio si mostrò misericordioso verso gli Ebrei. Nel 538 Avanti Cristo, infatti, ordinò a Ciro, re di Persia, conquistatore di Babilonia, di liberare gli Ebrei deportati e di permettere loro il ritorno a Gerusalemme per ricostruire il tempio.

Riflettiamo, adesso,  su alcuni aspetti accentuati da Gesù nel suo discorso rivolto a Nicodemo e riportato da San Giovanni nel brano evangelico di oggi: “COME MOSE’ INNALZO’ IL SERPENTE NEL DESERTO, COSI’ BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”. Ossia: come gli Ebrei morsicati dai serpenti velenosi guardando il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto, non morivano ma guarivano; così coloro che credono che Gesù Crocifisso è morto per salvarci e si affidano con fiducia a Lui, saranno salvi.

Gesù disse ancora a Nicodemo:

“DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL FIGLIO UNIGENITO PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI  NON VADA PERDUTO, MA ABBIA LA VITA ETERNA”. Dio Padre ci ama con un amore immenso misericordioso e decise di salvare noi suoi figlioli peccatori. Perché ciò avvenga, però, dobbiamo credere fermamente che Gesù è il Figlio di Dio, fattosi uomo per salvarci, e compiere la volonta del Padre che l’ha mandato: “IN VERITA’, IN VERITA’ VI DICO CHECHI CREDE IN ME E COMPIE LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO, AVRA’ LA VITA ETERNA E IO LO RISUSCITERO’ NELL’ULTIMO GIORNO”.    

Sac. Salvatore Paparo

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