Con la Domenica delle Palme iniziamo la Settimana Santa, la settimana più solenne dell’anno liturgico in cui celebriamo Gesù, il nostro Buon Pastore che ci ha amato fino alla fine, accettando liberamente la sua Passione e la sua Morte in Croce, la pena riservata ai più grandi malfattori.
Nei preziosi giorni della Settimana Santa dobbiamo meditare particolarmente sulle tre ore di agonia di Gesù nell’orto di Getsemani nella notte del Giovedi Santo, e sulle tre ore di agonia di Gesù sulla Croce dalle ore 12 alle ore 15 del Venerdi Santo.
Nel Getsemani Gesù fu preso da una grande paura e da una grande tristezza tanto da dire agli Apostoli: “L’ANIMA MIA E’ COSI’ TRISTE DA POTERE MORIRE”. Perché Gesù aveva paura ed era triste? Gesù aveva paura ed era triste perché da lì a poco avrebbe dovuto soffrire la flagellazione, pena tremenda durante la quale moltissimi condannati morivano. Gesù aveva paura ed era triste perché da lì a poco sarebbe stato crocifisso tra cielo e terra.
Gesù nel Getsemani sentì profondamente il peso della sua Passione e della sua Morte in Croce e, quasi schiacciato da detto peso, rivolse a Dio Padre questa supplica: “PADRE, SE E’ POSSIBILE, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE, PERO’ SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ E NON LA MIA”. Con il suo comportamento Gesù ci insegna che nelle nostre sofferenze possiamo rivolgere a Dio la nostra supplica perché ne siamo liberati. Dio ci esaudirà di certo, ma ad una condizione: che la nostra richiesta sia davvero per il nostro bene e per il bene degli altri. E poiché solo Dio conosce se la nostra richiesta è per il nostro bene e per il bene degli altri, dobbiamo concludere la nostra preghiera come Gesù : “PADRE, PERO’, SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ E NON LA MIA”. Riflettiamo: Gesù ha chiesto al Padre di liberarlo dalla sua passione e dalla sua morte. Ma se il Padre avesse esaudito la preghiera di Gesù, noi saremmo ancora nel nostro peccato e dei perduti. Dio Padre non potè esaudire Gesù perché nei suoi misteriosi disegni di misericordia aveva stabilito che Gesù avrebbe dovuto salvarci con il supremo gesto d’amore, accettando liberamente la sua morte in Croce. Questo ci deve sospingere ad accettare sempre la volontà di Dio nei nostri riguardi, sicuri che essa mira sempre al nostro migliore bene, anche quando non riusciamo a capire.
Facciamo adesso una breve riflessione sulle tre ore d’agonia di Gesù sulla Croce, dalle ore 12 alle ore 15 del Venerdi Santo. Gesù, nella sua sofferenza di crocifisso, si sentì solo; addirittura si sentì abbandonato anche dal Padre, ed esclamò: “DIO MIO, DIO MIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?”.
Momenti tremendi della vita di Gesù! Gesù fu tentato di disperazione! Gesù, però, in tutto simile a noi eccetto che nel peccato, non si disperò e morì pronunziando queste parole di filiale fiducia: : “PADRE, NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO”.
E la fiducia di Gesù non fu delusa. L’ultima parola, infatti, non fu la crocifissione e la morte di Gesù, ma la sua risurrezione. Dio Padre lo ha risuscitato, dimostrando così che i vincitori non erano i nemici di Gesù, non erano coloro che lo avevano crocifisso e ucciso, ma Gesù, Gesù che con la sua morte e con la sua risurrezione ha distrutto la nostra morte e ci ha ridonato la vita.
Sac. Salvatore Paparo
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