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26 giu 2012

FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, PATRONO DI CINTANO


DOMENICA 24 GIUGNO 2012


OMELIA


Duemila anni fa, nel deserto del Giordano, apparve un giovane pieno di vitalità, di entusiasmo e di fascino. Il suo nome era Giovanni Battista. Egli immediatamente riuscì ad attrarre a sé le grandi folle di Israele. Gesù non ha ammirato nessuno quanto Giovanni Battista; di nessuno ha parlato in termini somiglianti. Per Gesù Giovanni Battista non è solo un profeta. Giovanni Battista è più che un profeta: Egli è il più grande tra i nati di donna.

Giovanni Battista è il messaggero mandato da Dio a preparare i cuori degli Israeliti per accogliere docilmente il Messia Gesù, L’UNICO SALVATORE DI TUTTI GLI UOMINI.

Giovanni Battista aveva le idee molto chiare: gli Isareliti, popolo eletto, hanno infranto L’ALLEANZA CON DIO, DISOBBEDENDO ALLA LEGGE DI MOSE’; la storia del popolo eletto è arrivata al fallimento totale. La crisi attuale non è una tra le tante crisi, ma il punto finale cui si è giunti attraverso una lunga catena di peccati.
Isarele per essere salvato deve convertirsi; ha bisogno di una radicale purificazione. I convertiti s’immergono nelle acque del Giordano, e mentre essi, ad alta voce, confessano i loro peccati, Giovanni li battezza e Dio concede loro il perdono.
Giovanni Battista era convinto che i suoi battezzati perdonati da Dio
erano pronti ad accogliere il Messia Gesù e che con Lui avrebbero ritrovato LA LIBERTA’. LA PACE E IL BENESSERE.

Qui, però, dobbiamo fare un rilievo molto importante: Giovanni Battista era convinto che il Messia Gesù AVREBBE INCOMINCIATO LA SUA MISSIONE CON UN SEVERISSIMO GIUDIZIO: avrebbe salvato sì i battezzati da lui e perdonati da Dio, MA AVREBBE ANCHE ELIMINATO TUTTI I PECCATORI IMPENITENTI COME UN CONTADINO CHE TAGLIA GLI ALBERI CHE NON FANNO FRUTTI BUONI E LI GETTA NEL FUOCO.
Su questo punto Gesù non poteva concordare con Giovanni Battista. Consideriamo attentamente l’atteggiamento di Gesù nei riguardi dei peccatori. Un giorno Gesù vide un uomo chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Matteo era un esattore: riscuoteva le tasse per l’impero romano, e si arricchiva imbrogliando la gente che pagava le tasse. Perciò, come tutti i pubblicani, era un ladro odiato da tutti. Ebbene, Gesù lo chiamò a far parte dei suoi dodici Apostoli. Matteo accettò la chiamata di Gesù e per festeggiare l’avvenimento organizzò un solenne banchetto. Mentre Gesù sedeva a tavola nella casa di Matteo, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori, e se ne stavano con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò i farisei, scandalizzati, dicevano ai suoi discepoli: “ Come mai il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori? “. Udito questo, Gesù disse: “NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI. Andate ad imparare che cosa vuol dire: “ MISERICORDIA VOGLIO E NON SACRIFICI: IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI “.
Anailiziamo brevemente il fatto: Gesù non è nemico dei peccatori, ma il loro amico; Gesù non giudica né condanna i peccatori, ma li tratta con grande misericordia. Gesù considera i peccatori dei malati spiritualmente e si offre loro come medico capace di guarire tutti i malati che accettano le sue cure. I peccatori, che si lasciano curare da Gesù medico misericdioso, guariscono, si convertono e diventano figli di Dio.

Noi cristiani, dobbiamo imitare la misericordia di Gesù: verso i peccatori, come Gesù, dobbiamo usare misericordia. Quindi, non dobbiamo giudicarli, né condannarli.
In primo luogo, dovrebbe imitare la misericordia di Gesù la Gerarchia Cattolica. Purtroppo, però, con profonda amarezza, siamo costretti a riconoscere che la Gerarchia Cattolica, spesso, non tratta i peccatori con misericordia, ma li giudica, li condanna e li castiga. Pensiamo, ad esempio, al suo atteggiamento nei confronti dei divorziati risposati: non permette loro di fare la comunione eucaristica. Ma così facendo, la Gerarchia Cattolica priva i divorziati risposati, malati spiritualmente, di Gesù loro indispensabile medico. Il malato senza medico, muore. Dobbiamo sottolineare che Gesù non ha escluso nessuno dalla Comunione Eucaristica; nemmeno Giuda Iscariota, il suo traditore, colui che era sul punto di consegnarlo nelle mani dei suoi nemici perché fosse crocifisso. Lasciamoci, pertanto, convincere da queste parole di Gesù:
“ LA MIA CARNE E’ UN VERO CIBO, IL MIO SANGUE E’ UNA VERA BEVANDA. QUESTO E’ IL MIO CORPO. PRENDETE E MAGIATENE TUTTI . QUESTO E’ IL MIO SANGUE. PRENDETE E BEVETENE TUTTI.
“ CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE, VIVE.

CHI NON MANGIA LA MIA CARNE E NON BEVE IL MIO
SANGUE, MUORE”.

Sac. Salvatore Paparo 

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