OMELIA
Finito il breve periodo natalizio durante il quale abbiamo rivissuto il
mistero
della nascita e dell’infanzia di Gesù, la liturgia passa immediatamente
alla vita pubblica del Signore. Inizia con l’incontro di Gesù con il suo
precursore Giovanni Battista: Gesù è il sole nascente, Giovanni, invece, è
l’astro al suo tramonto. D’ora in poi Gesù sale, Giovanni declina. Lo afferma
lo stesso Giovanni : “BISOGNA CHE GESU’ CRESCA E CHE IO DIMINUISCA”.
Gesù iniziò la sua vita pubblica facendosi battezzare dal suo
precursore Giovanni.
Il battesimo di Gesù, però, non equivale al nostro battesimo: il nostro
battesimo, infatti, è purificazione e liberazione dal peccato; è infusione
della vita. Ebbene, in Gesù non ci fu alcuna purificazione e liberazione dal
peccato perché in Lui non c’era alcun peccato personale dal quale doveva essere
purificato e liberato; in Gesù non poteva esserci alcuna infusione di vita
PERCHE’ LUI E’ LAVITA.
Ma che senso ha, dunque, il battesimo di Gesù?
Gesù, battezzandosi, fece un supremo gesto d’amore verso di noi: prese
su di sé i nostri peccati per distruggerli e per salvarci. San Paolo arriva a
dire che Gesù non solo ha preso su di sé i nostri peccati, ma che addirittura
per noi si è fatto peccato. Leggiamo, infatti, al capitolo quinto della Seconda
Lettera ai Corinzi: “COLUI CHE NON CONOBBE PECCATO, DIO LO HA FATTO PECCATO PER
NOI, AFFINCHE’ NOI DIVENTASSIMO IN LUI GIUSTIZIA DI DIO”.
Questo supremo gesto d’amore per noi, costò molto a Gesù: per noi,
infatti, ha sofferto durante tutta la vita. Ma il peso dei nostri peccati lo
sentì in modo del tutto particolare, nell’orto del Getsemani. In quelle
tremende tre ore di agonia, Gesù rimase quasi schiacciato dai nostri peccati.
Da qui il suo sudore di sangue; da qui la sua preghiera: “PADRE, SE E’
POSSIBILE, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE”. Ma ciò non era possibile. Infatti,
Gesù con il battesimo aveva iniziato la sua Passione per noi, e la sua Passione
doveva concludersi sulla croce. Gesù stesso parlò della sua morte in croce, in
termini di battesimo: “SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO DELL’AMORE SULLA TERRA, E
CHE COSA DESIDERO SE NON CHE SI ACCENDA? PRIMA, PERO’, DOVRO’ ESSERE BATTEZZATO
CON UN BATTESIMO, E COME SONO IN ANGUSTIA FINCHE’ NON SIA COMPIUTO”.
Quando sulla croce, immediatamente prima di morire, pronunziò le
parole: “TUTTO E’ COMPIUTO”, Gesù voleva
dire: “IL MIO BATTESIMO E’ GIUNTO AL SUO COMPIMENTO”.
Ma ritorniamo al nostro battesimo. Noi con il battesimo siamo stati
salvati da Gesù. Nello stesso tempo, il Padre Celeste ci ha affidato la
missione di aiutare Gesù a salvare i nostri fratelli peccatori. Ciò, fra
l’altro, comporta che ci uniamo alle sofferenze di Gesù. Solo se non ci
lamentiamo delle nostre sofferenze, solo se le accettiamo con lo stesso amore e
con la stessa pazienza di Gesù, noi insieme a Gesù salviamo i nostri fratelli
peccatori, e possiamo attribuirci le parole che il Padre Celeste disse a Gesù,
appena battezzato: “TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO”.
Sac. Salvatore Paparo
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