DECIMA DOMENICA PER ANNUM C
9 giugno 2013
OMELIA
Nella prima lettura biblica di oggi abbiamo letto che il profeta Elia, ospitato da una vedova presso Zarepta, mosso a compassione, risuscitò il figlio della donna, morto a causa di una grave malattia. Così Elia mutò le lacrime di dolore di una mamma, in lacrime di gioia.
Anche il brano evangelico di oggi ci ha raccontato un fatto commovente, simile al primo. Nella città di Nain veniva portato al cimitero un giovinetto, figlio unico di madre vedova. Gesù, vedendo le lacrime della mamma, fu preso da grande compassione per lei, e le risuscitò il figlio. Così come Elia, anche Gesù mutò le lacrime di dolore di una mamma, in lacrime di gioia.
MA CHI E’ LA MAMMA?
Osserviamola nelle relazioni con il frutto del suo seno: in lui scorge un capolavoro: in lui tutto le comunica gioia e orgoglio: i suoi occhi luccicanti, la boccuccia, il sorriso, la cadenza nel parlare e camminare. Se poi il bambino presenta qualche qualità particolare quale ad esempio un’ intelligenza sveglia, allora il suo bambino diventa per lei un bambino prodigio. Vuole e si dà da fare perché il suo bambino cresca sano, robusto, con una qual certa educazione civica, con una buona posizione sociale. Se il figlio cade ammalato ogni sacrificio, anche il più grave, la mamma lo sopporta volentieri, pur di rivederlo presto guarito; si lascia strappare perfino un rene, nella speranza che possa servire alla salute della sua creatura.
Questa è la mamma. Però questa non è ancora la mamma cristiana. Infatti, gli elementi di cui abbiamo parlato sopra, li riscontriamo anche in una mamma pagana. La mamma cristiana va oltre, la mamma cristiana vive innanzi tutto lei sotto lo sguardo di Dio, e poi fa di tutto perché il suo bambino la imiti.
Prendiamo un esempio: mamma Margherita, la mamma di San Giovanni Bosco.
Diventa presto vedova. Ha tre bambini. Essa sa che la vita, l’avvenire, l’eternità di quei bimbi dipendono da lei, dalla sua educazione, dal suo coraggio nel guidarli e con fede s’impegna a svolgere come si deve la sua missione di mamma cristiana.
Ogni mattina e sera i bambini insieme alla mamma pregano in coro. La domenica i bambini vestono i vestiti più belli; essi devono sentire che quel giorno è diverso dagli altri perché è il giorno del Signore. Insieme poi vanno a Messa e vi partecipano devotamente. Segue la lezione di catechismo a cui i bimbi di Margherita non mancano mai. Poi si ritorna a casa, ma per via nessun discorso vano. La mamma vuole che i suoi bimbi le ripetano ciò che hanno udito in chiesa. In un giorno di ottobre i bambini sono a contatto con la natura nella circostanza della vendemmia e la sapiente mamma impartisce le sue lezioni: “Vedete, quante belle cose ci regala il Signore? Il grano, le belle pesche, le pere, tutta quest’uva… Dobbiamo ringraziare il Signore, sempre, per tutti i suoi doni”. I bimbi ascoltano e vedono un Dio potente e buono che regala sole, fiori e frutti alle sue creature. Mamma Margherita è dolce ma è anche energica e non cede dinanzi ai capricci dei figli. In una giornata calda d’estate, Giuseppe e Giovanni tornano a casa assetati: “Mamma, un po’ d’acqua, per piacere”. Margherita porta subito l’acqua che rinfresca e la porge per primo a Giuseppe. Giovanni si offende della precedenza data al fratello e fa spuntare un piccolo broncio nel viso. La mamma se ne accorge, ma fa finta di nulla e quando Giuseppe ha terminato di bere, ritira il bicchiere e si allontana. Anche Giovannino ha capito, e, umile, si avvicina alla mamma e le dice. “E a me nulla?” “Credevo che tu non avessi sete”. “ Mamma, perdonami”. Margherita sorride: “Bravo! Così va bene!”. Quel capriccio il futuro San Giovanni Bosco non lo ripeterà mai più.
Le mamme debbono tener presente che, in via ordinaria, i figli sono della loro stessa tempra. Sì, è vero, si danno dei casi in cui i figli si staccano dalla bontà materna. Ma allora queste mamme diventano mamme lacrimanti dietro i loro figli morti spiritualmente. E Gesù, pieno di compassione, opera il miracolo della risurrezione spirituale dei loro figli. Sant’Agostino, ad esempio, è il frutto di 33 anni di lacrime della mamma Santa Monica e della compassione di Gesù.
Ma citiamo un secondo esempio: Chateaubriand, giovane corrotto, perdette la fede. Andò in Inghilterra e lì si accingeva a scrivere un libro contro la Chiesa Cattolica. Fu allora che ricevette dalla sorella questo telegramma: “Mamma è morta. Se sapessi quanto ha pianto per la tua vita disordinata! E’ morta
piangendo e pronunziando il tuo nome”. Chataubriand è scosso. Le lacrime di mamma hanno ancora il loro trionfo: Chateaubriand si convertì, cambiò vita e divenne un grande scrittore difensore del Cattolicesimo.
Concludiamo rivolgendo a Gesù una preghiera per le mamme:
“Gesù, che le mamme dei nostri giorni siano tutte mamme secondo il tuo Cuore; esempio e modello di vita cristiana, siano artefici di famiglie cristiane i cui membri, vivendo di amore, siano uniti e felici, siano famiglie cristiane costruttrici dell’Età Aurea della Redenzione, Età di pace e di benessere mondiali messianici che gradualmente prepareranno “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.
Sac. Salvatore Paparo
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