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9 mar 2016

MESE DI GENNAIO - FEBBRAIO 2016

Purtroppo un grave lutto ha colpito il Cenacolo; nel mese di gennaio, dopo una breve malattia, Dio ha chiamato nelle sue braccia, Marisa Nigro. Voglio ricordare che Marisa o meglio la “MAESTRA” era stata una fondatrice assieme a Don Salvatore Paparo del “CENACOLO FAMILIARE”, sempre attenta a portare a questo movimento di riforma delle chiese, la figura femminile che spesso è trascurata e subordinata dalla chiesa di Roma e da quella Ortodossa e da alcune chiese evangeliche fondamentaliste.
Il Funerale di Marisa, si è tenuto nella Chiesa di San Giovanni Battista a Cintano con una grande partecipazione di affetto, sia dei cittadini di Cintano ma anche con amici che che sono giunti da ogni parte alcuni da fuori Regione.
Dopo una sobria, ma toccante funzione religiosa, tenuta da Don Angelo Bianchi; prima della tumulazione, come chiestomi da Marisa stessa qualche giorno prima della morte ho tenuto una breve commemorazione, che in sintesi voglio qui riportare per chi non ha potuto essere presente: citando dalla seconda lettera dell'Apostolo Paolo al cap. 4 scritta a Timoteo, questo passo: “ho combattuto il buon combattimento, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede. Per il resto, è già in serbo la corona della giustizia, che mi consegnerà in quel giorno il Signore” Ecco in queste parole di San Paolo, c'è un po' tutta la vita di Marisa, c'è la sua passione e l'amore per la chiesa, per il suo lavoro, per la sua famiglia, per queste montagne che da sempre l'hanno circondata, per i suoi alunni, presenti a decine nel giorno del suo funerale e soprattutto l'amore che ella aveva per chi era nella difficoltà, quante persone devono dirle grazie, io stesso, con le difficoltà che ho avuto nella chiesa gerarchica, non so come avrei fatto ad essere ancora qui. Ecco con queste poche parole, voglio qui ricordare Marisa con emozione, con gratitudine e lasciarla con un: “Arrivederci Marisa, tu e Don Salvatore vegliate su di noi, pregate per noi e aiutateci affinchè la parola di Gesù trionfi su tutta la terra”
Ciao Marisa



PREGHIERA PER UNA NUOVA CHIESA

Signore, nostro Dio, ti sei abbassato, ti sei fatto umile per elevarci. Ti sei fatto povero per arricchirci. Sei venuto a Noi per cercarci nelle nostre mille preoccupazione e futili apprensioni per il futuro. Sei stato uomo e donna come noi per farci partecipare alla vita eterna. Tutto ciò per la tua libera, immeritata grazia e per mezzo di tuo figlio, nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Eccoci riuniti, in presenza di questo mistero e di questo miracolo, per adorarti, per annunziare la tua parola e il tuo sacramento. Ma ci conosciamo e sappiamo bene che ne siamo incapaci, le stesse chiese sono incapaci dietro tutte le loro leggi e i regolamenti; salvo che tu stesso venga a dare alle nostre menti e ai nostri cuori la possibilità di elevarsi sino a Te. Ti preghiamo perciò di essere in mezzo a noi, mostraci per mezzo dello Spirito Santo la via che conduce a Te, affinchè vediamo con i nostri occhi la tua Luce che è venuta nel mondo e fa che noi, comprese le chiese che portano il tuo NOME di essere testimoni per l'eternità

don Salvatore Paparo

RIFLESSIONE BIBLICA

La visita di Maria ad Elisabetta” Ev. LUCA cap. 1 vers 39-42

In quei giorni Maria, messasi in viaggio, si recò in fretta verso la regione montagnosa, in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Ed ecco che, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, le balzò in seno il bambino, Elisabetta fu ricolma di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno.”

Il brano del Vangelo di Luca, che ci narrà la storia della visita di Maria a Elisabetta, mi ha sempre affascinato, in effetti l'incontro tra queste due donne ebree, Maria giovanissima (Gli storici ci dicono che ella aveva circa 16 anni) Elisabetta già avanti negli anni (circa 50) accomunate da tre cose; la parentela, la gravidanza e della straordinarietà del modo in cui tutto è avvenuto. Il vangelo di Luca è ricco nella descrizione dell'incontro, ma scarso nei particolari.
E mi riferisco, in particolare al tempo trascorso da Maria in compagnia di Elisabetta. Poco ci dice il Vangelo sulla nascita di Giovanni a cui possiamo presumere che Maria abbia assistito. A questo punto mi sorge una domanda e credo sorga a tutti voi: Che cosa si saranno dette (Oltre al Magnificat) durante quei tre mesi trascorsi insieme? Come avranno commentato fra di loro quel Dio di Israele presentatosi e manifestatosi ai loro compagni (Zaccaria e Giuseppe) in modo così particolare da cambiare la storia dell'umanità. Voglio qui ricordare, che dei quattro coniugi, solo Elisabetta è quella che non riceve, stando alla testimonianza del vangelo, alcuna rivelazione divina; forse è proprio per questo che Elisabetta è molto vicino a noi, donne e uomini, parte di quella umanità che senza clamori ne eclatanti rivelazioni dall'alto, senza statue piangenti o corpi di Santi portati in processioni ecc. continua a credere con insistenza e sperare contro ogni speranza, confortata solo nella misericordia di Dio come bene dice il Papa, nonostante tutti i problemi della nostra esistenza. Non voglio qui sminuire la grandezza di Maria, madre di Gesù, madre della Parola Fatta Carne, madre di Dio e quella delle figure maschili di Giuseppe e Zaccaria, ma secondo me Elisabetta ha qualcosa di particolare, come detto prima, che la rende simile a noi, ed è proprio la quotidianità e l'ordinarietà della sua esistenza, del suo modo di ricevere la fede, delle sue paure (rimase nascosta per cinque mesi ci racconta san Luca) il suo sentirsi un nulla di fronte alla cugina molto più giovane, la sua insistenza a rimanere fedele alle promesse di Dio nel momento in cui dovrà dare il nome al proprio figlio, sfidando la tradizione mosaica. Una donna forte care amiche ed amici del Cenacolo, coraggiosa, tenace come tante altre citate nell'antico e nel nuovo testamento, donne e ci metterei anche Marisa Nigro che hanno sperimentato sulla loro pelle la sofferenza e il dolore; Elisabetta è proprio la loro madre e la loro sorella, madre di quella umanità umile, quella che non fa rumore ma che ama Dio. In questa umanità sconvolta da quotidiani omicidi con varie guerre che insanguinano il mondo, con un miliardo di persone che muoiono di fame con persone che fuggono la guerra, spira ancora oggi il vento dello Spirito Santo che soffia e questo soffio pervade la vita, non dei grandi della storia o dei potenti di turno, ma degli umili, lo spirito di Dio percorre le vie dei semplici. Se dunque Elisabetta, come spesso diciamo, è anche l'immagine di una chiesa di antica tradizione curva sotto il peso degli anni e delle proprie fatiche, apparentemente incapace di rigenerarsi, non facciamoci prendere dalla delusione e dallo scoramento dalle poche persone che partecipano alle attività della chiesa. Ricordiamoci piuttosto che Dio come ha fatto per Elisabetta e Maria è capace ancora, in un epoca di computers, di banda larga di stupire l'intera umanità con le sue meraviglie. Egli ha mandato suo figlio Gesù a far chiarezza nella nostra vita e condurre i nostri passi verso la vera pace, fare strumenti di vita che ci è data in Cristo, donne e uomini capaci di spendere come Elisabetta la propria vita nel nome di quel Signore che è Gesù Cristo.

Fulvio Crivello

BENEDIZIONE

La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti noi ora e per sempre




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