“Carissimi,
amiamoci gli uni gli altri, poiché l'amore e da Dio e chi ama è
generato da Dio e conosce Dio” I
lett. Di
Giovanni cap. 4, 7
Un
caro saluto a tutti a Voi, amiche ed amici del Cenacolo ed un
augurio di celebrare un sereno Natale in famiglia
Esso
comprende due parti
1
Preghiera di don Salvatore Paparo
2 Riflessione
Biblica sul tempo di Natale
Signore, nostro Dio, Tu ti sei abbassato fino a noi, hai voluto diventare
uomo con Tuo Figlio, Nostro Salvatore. E' questo Signore l'hai fatto
come gesto di compassione e misericordia verso noi tutti. Tu Signore
nella notte di Natale hai fatto brillare la tua LUCE che nulla a da
condividere con le nostre misere luci. Mostraci in questo giorno, per
mezzo dello Spirito Santo la Via che conduce a Te; affinchè vediamo
con i nostri occhi la luce del mondo che TU hai mandato con Gesù
Tuo Figlio, come anche noi siamo Figli tuoi e fai di noi in questo
giorno e non solo, i tuoi testimoni per tutta la nostra vita. Amen
RIFLESSIONE
BIBLICA
La visita di Maria ad
Elisabetta
“in quei giorni,
messasi in viaggio, si recò in fretta verso la regione montagnosa,
in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò
Elisabetta. Ed ecco che, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di
Maria, le balzò in seno il bambino, Elisabetta fu ricolma di Spirito
Santo ed esclamò a gran voce :”Benedetta tu fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno.Ma perchè mi accade questo, che
venga da me la madre del mio Signore?”
Ev di Luca cap 1 vers 38-43
Il
brano del Vangelo di Luca, ci narra la storia della visita di Maria
a Elisabetta, ed è un racconto che mi ha sempre affascinato, in
effetti l'incontro tra queste due donne Ebree, Maria giovanissima,
Elisabetta già avanti negli anni, accomunate da tre cose: la
parentela, la gravidanza e dalla straordinarietà del modo in cui
tutto questo è avvenuto. Il vangelo di Luca è ricco nella
descrizione, ma scarno nei particolari. E mi riferisco, in
particolare al tempo trascorso, circa tre mesi in compagnia di
Elisabetta, nulla ci dice il vangelo della nascita di Giovanni, solo
dopo ne da accenno brevemente. A questo punto mi è sorta una domanda
e credo care amiche ed amici sia sorta anche a voi: Che cosa si
saranno dette (oltre al Magnificat) durante questi tre mesi trascorsi
insieme? Come avranno commentato fra di loro, di quel Dio di Israele
presentatosi e manifestatosi a loro e ai loro compagni (Zaccaria e
Giuseppe) in modo così particolare da cambiare la storia
dell'umanità. Mi pare doveroso ricordare, che dei quattro coniugi,
solo Elisabetta è quella che non riceve, stando alla testimonianza
del vangelo, alcuna rivelazione; forse è proprio per questo che
Elisabetta è molto vicina a noi, donne e uomini, parte di
quell'umanità che senza clamori, ne eclatanti rivelazioni dall'alto,
senza statue piangenti e santi, continua a credere con insistenza e
sperare contro ogni speranza, confortata solo nella misericordia di
Dio, nonostante tutti i problemi della vita (ne sanno qualcosa i
migranti). Non voglio qui sminuire la grandezza di Maria madre di
Gesù, madre della “Parola fatta
carne” ne
quelle di Zaccaria e di Giuseppe, ma secondo me, Elisabetta ha
qualcosa di particolare come detto sopra, che la rende più simile a
noi, ed è proprio la quotidianetà e l'ordinarietà della sua
esistenza, del suo modo di modo di ricevere la fede, delle sue paure
(rimase nascosta per cinque mesi ci narra Luca), il suo
sentirsi un nulla di fronte alla cugina molto più giovane; la sua
determinazione a rimanere fedele alle promesse di Dio, nel momento in
cui dovrà dare il nome al proprio figlio, sfidando la tradizione e
la legge mosaica. Una donna forte care amiche ed amici, coraggiosa,
tenace come tante altre donne citate nel Primo e Secondo Testamento.
In una umanità, sconvolta da quotidiani omicidi e guerre che
insanguinano il mondo, ancora oggi in questo Natale soffia il vento
dello Spirito Santo e questo soffio pervade la vita, non dei grandi
della storia o le alte gerarchie delle chiese cristiane o dei potenti
di turno, ma le vie degli umili, come venti secoli fa, soffiò sulla
grotta di Betlem, lo Spirito di Dio anche in questo giorno di festa
percorre le vie nel deserto quotidiano della nostra vita, spesso
percossa da inutili sciocchezze. Concludendo questa riflessione sul
visita di Maria ad Elisabetta il brano ci fa comprendere che nella
vita non è l'apparire, ma l'essere, ciò che conta dinanzi a Dio,
anche in questi giorni di festa, non è l'immagine di noi stessi,
magari camuffata dal mito dell'eterna giovinezza, ma la fiducia che
diamo a Lui solo al quale nulla è impossibile. Se dunque Elisabetta,
come spesso diciamo, è anche l'immagine di una chiesa di antica
tradizione, apparentemente incapace di rigenerarsi, ricordiamoci in
questo giorno di Natale, Betlemme “Così
piccola per essere tra i villaggi di Giuda, uscirà colui che porterà
la salvezza a tutta l'umanità” Dio
è capace ancora, in un epoca di computer, di banda larga, di stupire
l'umanità, e questo lo vediamo nella grotta di Betlemme, lo stupore
e la meraviglia di quella luce che Elisabetta ci ha annunciato, è
una luce che serve a far chiarezza nella nostra vita e condurre i
nostri passi verso le parole di Gesù. Fare di noi care amiche ed
amici strumenti di vita e di speranza che ci è stata data in quella
grotta di Betlem con la nascita di Gesù duemiladiciotto anni fa. Un
sereno Natale a tutti voi.
r.
Fulvio Crivello
BENEDIZIONE
CHE
IL SIGNORE FACCIA RISPLENDERE IL SUO VOLTO VERSO DI NOI E CI DIA LA
SUA PACE, RICORDIAMOCI DEI POVERI, DEGLI AFFLITTI, DI CHI E' NEL
LUTTO CHE L'AMORE DI DIO E DI GESU' SIA CON TUTTI NOI ORA E SEMPRE
AMEN
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