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26 apr 2013

Lettera a Papa Francesco




Amatissimo Papa Francesco, Vescovo della Chiesa di Roma,

uno sguardo superficiale sul mondo di oggi ci atterrisce: sembrerebbe che il regno del diavolo abbia il sopravvento: quanto odio, quante guerre fratricide,
quanti progetti di distruzione!

Ma uno sguardo  di fede sul nostro mondo contemporaneo ci dà conforto: lo Spirito Santo ha preparato un immenso esercito di persone, figlie del Padre Celeste che, nascostamente e silenziosamente, agiscono a favore dei poveri, dei sofferenti, degli ultimi, degli emarginati. Ormai tutto è pronto: il diavolo e i suoi figli sono degli sconfitti, degli incatenati.TUTTO E’ PRONTO PERCHE’ LO SPIRITO SANTO CHE HA GIA’ INIZIATO IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, TRIONFI E FINALMENTE VI SIA LA RICONCLIAZIONE DELL’UNICA CHIESA DI GESU’ E IL MONDO INTERO, VEDENDO L’UNITA’ DEI CRISTIANI, SI CONVERTA E DIVENGA UN SOLO GREGGE SOTTO L’UNICO PASTORE CHE E’ GESU’.

Amatissimo Papa Francesco, agisci con coraggio e con sapienza per le Riforme Strutturali della Chiesa di Gesù, indispensabili PERCHE’ LA CHIESA SPOSA DI CRISTO SI PRESENTI AL MONDO CON ILVERO VOLTO DI GESU’ SUO SPOSO, ED IL MONDO INTERO DIVENTI DISCEPOLO DEL SIGNORE GESU’ RISORTO, UNICO SALVATORE DI TUTTI GLI UOMNI.

GESU’ DESIDERA CHE TU, PAPA FRANCESCO, INDICA E CELEBRI IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III IN CUI TUTTI GLI UOMINI E TUTTE LE DONNE DI BUONA VOLONTA’ SIANO LIBERI DI SUGGERIRE QUANTO LA CHIESA DI GESU’ DEBBA DECIDERE PERCHE’ FINALMENTE LA GERARCHIA CATTOLICA SI CONVERTA E DIVENTI UNA CHIESA DI SERVI CHE NON SPADRONEGGIA PIU’ SULLE PERSONE; UNA CHIESA POVERA E AMICA DEI POVERI.
COSI’ I POTENTI DELL’ECONOMIA MONDIALE SARANNO QUASI COSTRETTI AD ASSUMERE ATTEGGIAMENTI PRCHE’ I POVERI NON SIANO PIU’ POVERI, E SI REALIZZI UNA SOCIETA’ MONDIALE IN CUI TUTTI VIVANO UNA VITA DIGNITOSA SECONDO LA VOLONTA’ DEL PADRE CELESTE.

Sac. Salvatore Paparo
Cintano 25 aprile 2013

25 apr 2013

Lettera



AMATISSIMO MIO GESU’ RISORTO,
UNICO SALVATORE DEL MONDO,

E’ GIUNTA L’ORA:
L’ORA DEL TUO TRIONFO,
L’ORA DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
SANTISSIMA, MAMMA DEL TUO CORPO MISTICO CHE, DAL
24 GIUGNO 1981, APPARE A MEDJUGORJE PER PORTARE A COMPIMENTO QUANTO HA INIZIATO A FATIMA IL 13 MAGGIO
1917: LA FINE DI TUTTE LE GUERRE FRATRICIDE E L’INIZIO DELLA
PACE MONDIALE MESSIANICA CHE GRADUALMENTE PREPARERA’
“ I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA “.

Sono il tuo piccolo Gesù
Sac. Salvatore Paparo

Cintano 23 aprile 2013


21 apr 2013

GESU’ RISORTO BUON PASTORE

E’ L’UNICO SALVATORE DEL MONDO

QUARTA DOMENICA DI PASQUA 21 APRILE 2013


OMELIA


La Quarta Domenica di Pasqua è denominata "DOMENICA DEL BUON PASTORE".
Nel mondo pastorizio della Palestina di duemila anni fa,
ogni sera i pastori raccoglievano i loro greggi in un grande ovile comune, sorvegliato, durante la notte, da custodi, per impedire che i ladri o le belve feroci approfittassero delle tenebre per compiere furti o stragi.
La mattina, molto presto, i pastori si presentavano alla porta dell'ovile che veniva aperta. Ogni pastore faceva sentire distintamente la sua voce: i greggi allora uscivano e si portavano là dove la voce del pastore li chiamava. Le pecore ubbidivano solo al proprio pastore, e non solo non seguivano la voce di un estraneo, ma anche fuggivano da lui.
Gesù si definisce BUON PASTORE e afferma: "Tutti coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltato. Il ladro viene solo per rubare, uccidere e distruggere. IO SONO VENUTO PERCHE' ABBIANO LA VITA E L'ABBIANO IN ABBONDANZA".
Gesù, il nostro Buon Pastore, è datore di vita. Noi, sue pecore, ossia suoi discepoli, dobbiamo seguire la sua voce e non la voce di coloro che ci sospingono a dare la morte. Ad esempio, non dobbiamo seguire la voce di coloro che considerano lecito l'aborto. L'aborto è il più grave peccato che si possa commettere contro il prossimo:
In primo luogo PERCHE' SI UCCIDE L'ESSERE PIU' IMPOTENTE: un esserino appena sbocciato alla vita, non è in grado di opporre alcuna resistenza alla violenza di un adulto.
In secondo luogo PERCHE' SI UCCIDE L'ESSSERE PIU' INNOCENTE: che male ha fatto il neo-concepito da meritare la pena di morte?
Infine, PERCHE' CHI UCCIDE IL NEO-COMCEPITO E' LA MAMMA: come il più grande atto di amore è DARE LA VITA; così il più alto tradimento dell'amore è TOGLIERE LA VITA.
Ascoltiamo ancora Gesù: " IO SONO IL BUON PASTORE, CONOSCO LE MIE PECORE E LE MIE PECORE CONOSCONO ME". Nel linguaggio biblico conoscere significa amare. Perciò Gesù ci dice che ci ama; e ci assicura che se noi siamo veramente suoi discepoli, riusciamo a ricambiargli l'amore, in modo pratico, vivendo come Lui è vissuto.
Facciamo un ultimo rilievo:  dobbiamo essere molto grati verso Gesù, perchè Lui ha spinto il suo amore verso di noi fino al massimo grado: "IO SONO IL BUON PASTORE ED OFFRO LA MIA VITA PER LE MIE PECORE". Gesù si è fatto crocifiggere per la nostra salvezza, non perchè è stato costretto da altri, ma perchè l'ha voluto Lui liberamente: "IO OFFRO LA MIA VITA PER POI RIPRENDERLA DI NUOVO. NESSUNO ME LA TOGLIE, MA LA OFFRO DA ME STESSO, PERCHE' HO IL POTERE DI OFFRIRLA E IL POTERE DI RIPRENDERLA DI NUOVO".
Ricambiare l'amore a Gesù per noi cristiani del terzo millennio assume un valore di particolare importanza perchè durante questo periodo di tempo si realizzerà finalmente la seguente profezia di Gesù: "HO ALTRE PECORE CHE NON SONO IN QUESTO GREGGE. ANCHE QUELLE IO DEVO GUIDARE. ASCOLTERANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE". Diventeranno un solo gregge composto da tutti gli uomini e da tutte le donne di questa terra; CI SARA' UN SOLO PASTORE: GESU' ".

                              
PREGHIERA

FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO, CHE IL PAPA FRANCESCO, SOSTENUTO INVISIBILMENTE

DAL SANTO CURATO D’ARS, DAL PAPA GIOVANNI XXIII, E DAL PAPA CARLO MARIA MARTINI, INDICA E CELEBRI IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO

III CHE SI CONCLUDERA’ CON LA REALIZZAZIONE DELLA SEGUENTE PROFEZIA DI GESU’ : “PADRE, CHE SIANO UNA SOLA COSA COME IO E TU

SIAMO UNA SOLA COSA. COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO”.

SARA’ LA FINE DI TUTTE LE GUERRE FRATRICIDE

E L’NIZIO DEL LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE MONDIALE MESSIANICA

CHE GRADUALMENTE PREPARERA’  “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.

Sac. Salvatore Paparo


 

 

18 apr 2013

Teologi di base


TEOLOGI E CATTOLICI DI BASE PROPONGONO UN’AGENDA PER IL NUOVO PONTIFICATO

37111. ROMA-ADISTA. Ora o mai più: la Chiesa, nelle mani di papa Francesco, deve attraversare una profonda riforma, necessaria e urgente. Sono numerose le voci di teologi che, dopo l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, propongono non solo una piattaforma di provvedimenti, ma soprattutto un deciso cambiamento di direzione nella percezione stessa del papato e del ruolo del papa. «Spero che non si fermi ai gesti dell'inizio del pontificato. È chiaro che si rendono necessari gesti più profondi», è la premessa del padre domenicano brasiliano Frei Betto, una delle voci più significative della Teologia della Liberazione. «La cosa più importante - afferma - è cambiare la struttura di governo della Chiesa». Il papa, non più «monarca assoluto», deve spogliarsi dell’oro, avvicinarsi al popolo, ma che anche «abbandonare titoli quali Sommo Pontefice e tutto quello che favorisce la papolatria». Ma soprattutto, insiste Frei Betto, che sia «la voce dei poveri». In questo mondo così iniquo, con disuguaglianze accentuate dal neoliberismo, segno di un «fallimento del capitalismo», è molto importante che il papa si faccia espressione dei poveri, «perché non sia interpretato come un demagogo».

Jon Sobrino: l’utopia di Giovanni XXIII
Che la Chiesa debba diventare autenticamente voce dei poveri è rimarcato dal teologo salvadoregno Jon Sobrino in un intervento pubblicato sull’ultimo numero di Carta a Las Iglesias: la più grande delle utopie, afferma, è realizzare il sogno di Giovanni XXIII: «La Chiesa è soprattutto la Chiesa dei poveri». E se Bergoglio ha mostrato sensibilità nei loro confronti, occorre che abbia «lucidità per rendere reale la Chiesa dei poveri, che deve cessare di essere la Chiesa dei ricchi, dei borghesi». «Speriamo che papa Francesco non rifugga da una Chiesa di perseguitati e martirizzati, come quella di mons. Romero e mons. Gerardi. Che li canonizzi o no, proclami che i martiri, come martiri per la giustizia, sono la cosa migliore che abbiamo nella Chiesa. È ciò che li rende simili a Gesù di Nazareth. Per fare questo non è essenziale canonizzare l'arcivescovo Romero, anche se sarebbe un buon segno. E se il Papa cadrà in una umana debolezza, che sia il fatto di essere fiero della sua terra d'origine latino-americana, sofferente e piena di speranza, martire e sempre immersa in un processo di resurrezione. E che sia orgoglioso di un'intera generazione di vescovi: Leonidas Proaño, Helder Camara, Aloysius Lorscheider, Samuel Ruiz». Per quanto attiene a questioni più organizzative, Sobrino sollecita una riforma della Curia romana, i cui membri siano preferibilmente laici; che «Roma lasci alle Chiese locali la scelta dei loro pastori»; che scompaiano dall’entourage papale tutti i simboli del potere e della dignità mondana, e che il successore di Pietro cessi di essere capo di Stato; che Roma e la Chiesa intera sentano «come offesa a Dio l'attuale separazione delle Chiese cristiane»; che venga risolta la situazione dei cattolici che «hanno fallito nel loro primo matrimonio e hanno trovato stabilità in un secondo legame», che Roma ripensi il celibato ministeriale. Sobrino pensa alle donne («una volta per tutte si appiani l’insostenibile situazione delle donne nella Chiesa»), ma anche agli indigeni («che si smetta di sottovalutare, a volte di sminuire, il mondo indigeno, i mapuche del Sud America e tutti coloro che il papa conoscerà nei suoi viaggi in Africa, Asia e America Latina») e che si impari ad amare la Madre Terra.

González Faus: una Curia senza vescovi 
Molto simile l’elenco delle priorità del teologo spagnolo José Ignacio González Faus. Sempre su Carta a las Iglesias, González cita la necessità per la Chiesa di diventare concretamente una «Chiesa dei poveri», ma cita anche la riforma della Curia, che dovrà cessare di essere formata da vescovi («l’esistenza di vescovi senza Chiesa è contraria alla tradizione originaria della Chiesa, stabilita al Concilio di Calcedonia»). Le Chiese locali dovranno essere coinvolte nella scelta dei pastori, come nel primo millennio di storia cristiana; il vescovo di Roma, quindi, dovrebbe essere eletto dai presidenti delle Conferenze episcopali, insieme a laici e donne; i cardinali come “principi della Chiesa” non dovrebbero più esistere. Oltre a un richiamo per la soluzione della situazione dei divorziati risposati e del celibato ministeriale, González Faus mette l’accento sull’urgenza di una revisione della Humanae Vitae, documento rimasto inascoltato nel popolo di Dio, sul quale già il giudizio della commissione costituita da Paolo VI fu quasi unanimemente negativo. Quel documento sulla contraccezione è stato causa «di numerosi abbandoni della pratica sacramentale, risoltisi in abbandoni della fede», e rende necessario un nuovo studio sulla materia.

Suor Campbell: più inclusività evangelica
Ad una maggiore inclusività evangelica fa appello la religiosa e teologa statunitense suor Simone Campbell, direttrice dell’associazione cattolica Network per la giustizia sociale, in un articolo sul Washington Post (3/4). «Forse il più grande cambiamento che il nostro papa Francesco potrà portare – scrive – sarà l’impressione di allentare la cappa di timore che ha fatto restare in silenzio i vertici della Chiesa»; il papa «sta liberando i vescovi dalla loro paura di essere messi a tacere da un Vaticano oppressivo». Il compito prioritario del nuovo pontefice, dunque, dovrà essere quello di «continuare a modellare una Chiesa inclusiva che accolga tutti in nome di Gesù».

Flannery: oltre la paura, cambiare dal basso
Di paura parla anche il prete irlandese – censurato dal Vaticano per le sue posizioni riformiste – Tony Flannery. Bergoglio non sarà un papa progressista, non abolirà il celibato obbligatorio, né ordinerà le donne. «Questo però non mi preoccupa – afferma il 28 marzo sul sito della sua “Associazione dei preti cattolici” d’Irlanda –. Non voglio che sia un papa a fare questo. Preferisco che stabilisca un clima nella Chiesa in cui vi sia libertà di pensiero e di espressione, in cui i temi possano essere dibattuti e discussi, perché questo è l’unico modo per portare un reale cambiamento. Il cambiamento che viene dall’alto, grazie a un decreto, non è positivo, e non avrà vita lunga. Ma quello che è suscitato da un processo di discussione, che chiediamo fortemente nella Chiesa, è permanente». Se lo farà, «porrà fine al terribile periodo di paura e oppressione che ha segnato la Chiesa in tempi recenti, e lo sostituirà con l’apertura e il dialogo». «Ho la sensazione – conclude il prete irlandese – che ci siamo messi dietro le spalle un’era di diktat e che alla fine il concetto di collegialità proclamato nel Vaticano II troverà espressione reale. Forse sono troppo ottimista, ma questo è il tempo della speranza».

Redes Cristianas: un profondo rinnovamento
«La Chiesa che vogliamo», si legge su un editoriale del portale spagnolo di cattolici di base Redes Cristianas, deve «recuperare quella spinta evangelica che le scorreva nelle vene in alcuni momenti della storia e che sarebbe oggi di grande sostegno nell’alimentare la speranza in un mondo deluso e disumanizzato».
«Occorre che il nuovo pontificato prenda coscienza, fin dall’inizio, dell’enorme crisi di credibilità che attraversa oggi l’istituzione ecclesiale nel suo insieme e che sta toccando la plausibilità della stessa fede cristiana e abbia il coraggio di tornare al Vangelo. La Chiesa cattolica sta chiedendo, a partire da tutti i suoi indicatori – dogmatici, morali, organizzativi, pastorali, spirituali –, un profondo rinnovamento». Rinnovamento che deve andare nella direzione di un superamento dell’«ecclesiologia di comunione che, nonostante le difficoltà, è restata in vigore nel primo millennio della sua storia, abbandonando definitivamente l’ecclesiologia della diseguaglianza, che, con l’assolutismo del primato di Pietro – e salvo la breve parentesi del Vaticano II – è giunta fino ai nostri giorni. In questo recupero della comunione o koinonìa, oltre ad assumere l’uguaglianza tra uomini e donne, hanno un nuovo ruolo le Chiese locali, la collegialità, la sinodalità e tutto il pluralismo cristiano esistente».


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10 apr 2013

Ai lettori


Per i lettori e le lettrici del blog dell’Opera Cenacolo Familiare
trascrivo un articolo di Giacomo Galeazzi, pubblicato nel quotidiano
torinese la “STAMPA” lunedi 8 aprile 2013

IL PAPA: I VESCOVI ELEGGANO
PRESIDENTE E SEGRETARIO

FINORA I DUE INCARICHI ALLA CEI SONO SEMPRE STATI
DI NOMINA PONTEFICIA

Modificare lo statuto della Cei per porre fine a una storica anomalia e consentirle di eleggere il presidente e il segretario generale. Attualmente quello dei vescovi italiani è l’unico caso al mondo in cui i primi due scranni di una conferenza episcopale sono decisi direttamente dal Pontefice.
Nell’ambito di una maggiore collegialità, Francesco sta studiando la possibilità di equiparare l’episcopato italiano al resto del pianeta. Il Papa è Primate d’Italia e vescovo di Roma e per questo finora il mandato quinquennale della Conferenza episcopale italiana non è stato elettivo ma di nomina pontificia.
In genere (ma non esistono obblighi ufficiali) la designazione è preceduta da passaggi informali come le consultazioni all’interno delle sedici conferenze regionali, ma l’indicazione resta a totale discrezione del Pontefice. Un’anomalia appunto rispetto a tutte le altre conferenze nazionali del pianeta, dove i vescovi eleggono i loro rappresentanti che non necessariamente sono già cardinali o accedono alla porpora, come dimostrano, per esempio, l’attuale presidenza di Zollitsch in Germania o in passato quella di Gregori negli Usa. In due soli casi i vescovi non votano il loro leader e cioè in Belgio (in quanto “ex officio”) è presidente l’arcivescovo di Brxselles) e tra i presuli latini dei paesi arabi dove il rulo spetta sempreal patriarca latino di Gerusalemme in carica. Però anche due uniche eccezioni, l’episcopato elegge comunque “il numero due”, mentre in Italia pure il segretario generale  è scelto dal Papa. Nel piano generale di riordino delle conferenze episcopali, Francesco sta valutando una possibilità che muterebbe lo scenario: attribuire ai vescovi italiani la facoltà di indicare i loro vertici. “Sono necessari variazioni di norme e precedure, però non esistono insormontabili impedimenti canonici”, sottolineano in Curia. Le conferenze episcopali non hanno base teologica, come è invece per i singoli vescovi, ma solo una base pratica, concreta. La riforma studiata da Francesco prevede un crescente coinvolgimento degli episcopati nazionali nel governo della Chiesa universale e una maggiore collegialità nelle decisioni. In quest’ottica, il diritto papale di nomina del presidente e del segretario generale della Cei contrasta con la sua impostazione ecclesiologica.
Il mese prossimo Bergoglio parteciperà in Vaticano all’assemblea dei vescovi italiani ed esporrà linee-guida che scaturiscono dalla lunga esperienza in quegli organismi di rappresentanza dell’episcopato sudamericano nei quali peraltro ha collaborato con uno dei suoi attuali interlocutori per l’Italia: l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, fino a due anni fa presule missionario in America Latina. L’ipotesi di rendere elettiva la guida della Cei era già stata presa in considerazione, e poi accantonata, durante il pontificato di Wojtyla. Bertoglio è stato eletto presidente della conferenza argentina. Il suo predecessore Quarracino la aveva indivuato come possibile sostituto perché tra gli ausiliari di Buenos Aires era il più amato dei preti. Il supo maestro tra i gesuiti, padre Juan Carlos Scannone lo ricorda all’Osservatore Romano come “uomo d’orchestra”.
Dunque, aggiunge, “ non gli tremeranno i polsi nel fare riforme all’interno della Chiesa “, però “non lo farà di colpo, in fondo ha una discendenza italiana, vieme da piemontesi, per cui farà tutto molto diplomaticamente, saprà fare le riforme senza traumi, senza urti”. Cancellare il “diritto d’investitura” della Cei appare coorente col ”Bergoglio style”.

6 apr 2013

Donna secondo papa Francesco




Per i lettori del blog dell’Opera Cenacolo Familiare
trascrivo un importante articolo di Andrea Tornielli
pubblicato nel quotidiano torinese “LA STAMPA”
il giovedi 4 aprile 2013:

IL PAPA: DONNE FONDAMENTALI
NELLA CHIESA E NELLA FEDE

FRANCESCO: SONO LE PRIME TESTIMONI DELLA RISURREZIONE

“Le prime testimoni della risurrezione sono le donne. Nella Chiesa e nel cammino di fede, anche oggi le donne hanno un ruolo particolare nell’aprire
le porte al Signore “.
Nella sua seconda udienza generale in piazza San Pietro, Papa Francesco ha parlato della risurrezione di Gesù e dei racconti evangelici che la descrivono, facendo notare che “le prime testimoni di questo evento furono le donne”.
All’alba, ha ricordato il Papa,  esse sono andate al sepolcro e l’hanno trovato vuoto, quindi hanno incontrato il messaggero di Dio che annunciava la risurrezione.  “ Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere quest’annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé, lo trasmettono. Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una stetimonianza affidabile, credibile”.
“ Nei Vangeli, invece – ha continuato Francesco – le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della risurrezione sono le donne. E questo è bello”.
Bergoglio ha quindi aggiunto a braccio: “Questa è un po’ la missione delle donne: delle mamme, delle donne. Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo. È il vivente. È risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. Gli apostoli e i discepoli fanno più fatica a credere. Le donne no “.
Il Papa nel suo discorso ha fatto riferimento a una conclusione alla quale sono arrivati molti biblisti. “Tutti gli esegeti dovrebbero convenire” ha scritto ad esempio Xavier Lèon-Dufur, “ che il racconto della visita delle donne alla tomba non è, per lo meno nelle sue origini, un racconto apologetico. Altrimenti, perché avere scelto per i testimoni delle donne, le quali, secondo le usanze ebraiche, non erano qualificate per deporre una testimonianza giuridicamente valida? “.
La parola femminile che nessun tribunale ebraico avrebbe accettato come valida è diventata il sostegno della fede dei primi cristiani”.

Papa Francesco ha detto delle cose molto interessanti sulle donne.
Dobbiamo pregare intensamente perché la Chiesa non tardi a convincersi        CHE IL MINISTERO SACERDOTALE ORDINATO NON E’ UN PRIVILEGIO DEGLI UOMINI, MA UN DONO GRATUITO CHE GESU’
OFFRE ANCHE ALLE DONNE.

Santa Teresa d’Avila, DOTTORE DELLA CHIESA, diceva:
“ LA CHIESA NON DEVE NEGARE NULLA ALLA DONNA PERCHE’ E’
  DONNA “.

  Sac. Salvatore Paparo
  7 aprile 2013

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7 Aprile 2013



7 APRILE 2013.
CINQUANT’ANNI FA,   D O M E N I C A  D E L L  E  P A L M E,
SONO ARRIVATO A CINTANO COME PASTORE DELLA PICCOLA COMUNITA’ CRISTIANA CINTANESE, INVIATO DALLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO ,
E  D     H  O     I   N   I   Z  I  A  T  O     L  A    M  I  A    L U  N  G  A    S   E  T  T  I   M   A   N   A     S   A   N   T   A .

SECONDA  DOMENICA  DI  PASQUA

O M E L I A

Il Corpo Risorto e Glorificato di Gesù non è più sottoposto ai limiti del nostro corpo ancora passibile e mortale: così, ad esempio, può spostarsi da un luogo all’altro  con la stessa velocità  del pensiero; può attraversare gli ostacoli materiali. E’ per questa sua capacità del suo corpo RISORTO che Gesù potè entrare nel Cenacolo attraverso le mura, lasciando chiuse le porte. E fece ciò per convincere gli Apostoli che Lui era veramente RISORTO.
Innanzi tutto Gesù comunicò loro la sua PACE:  “ P A CE  A  V O I ! “.
La pace comunicata da Gesù fu accompagnata da tanta gioia interiore. Ciònonostante gli Apostoli rimasero dubbiosi: non si trovavano forse dinanzi ad un fantasma piutttosto che dinanzi a Gesù Risorto? Gesù, scrutando i loro pensieri, li rassicurò: “ MA PERCHE’ DUBITATE? SONO PROPRIO IO: UN FANTASMA NON HA CARNE E OSSA COME LE HO IO: TOCCATEMI”. E per togliere ogni loro dubbio, Gesù continuò: “AVETE QUALCOSA DA MANGIARE? “. Gli Apostoli gli porsero del pesce arrostito e Gesù lo mangiò.

Dopo aver convinto gli Apostoli che era veramente Risorto, Gesù istituì il Sacramento del perdono: “ PACE A VOI! COME IL PADRE HA MANDATO ME, COSI’ ANCH’IO MANDO VOI. RICEVETE LO SPIRITO SANTO: A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI”.

Il Padre Celeste mandò in questo  mondo il suo Unigenito Figlio Gesù  per ridare la pace e la gioia agli uomini perdonando i loro peccati. Durante la sua vita terrena, Gesù perdonò i peccati di persona; ma ora  che lascia questo mondo e torna al Padre, affida questo sublime compito a degli uomini: “ I SACERDOTI E I VESCOVI PERDONANO I PECCATI NEL NOME DI GESU’, E RIDANNO AI PECCATORI PENTITI LA PACE E LA GIOIA.

A questo punto rileviamo che Tommaso non  era presente quando Gesù Risorto apparve per la prima volta agli Apostoli rinchiusi nel Cenacolo per paura dei Giudei. Misteriosamente Tommaso non accettò la testimonianza  degli altri Apostoli: si disse incredulo: avrebbe creduto solo se Gesù gli fosse apparso di persona; solo se avesse potuto vedere e toccare le mani e i piedi di Gesù, forati dai chiodi; solo se avesse potuto vedere e toccare il costato di Gesù, squarciato
dalla lancia del soldato romano. Gesù, nella sua bontà, lo accontentò: dopo otto giorni comparve nuovamente agli Apostoli riuniti nel Cenacolo, presente anche Tommaso. Tommaso vide e toccò i fori delle mani e dei piedi di Gesù; Tommaso vide e toccò il costato squarciato di Gesù: finalmente credette che Gesù era veramente risorto ed esclamò: “MIO SIGNORE E MIO DIO! “.

Le parole conclusive di Gesù hanno un profondo significato:
“TOMMASO, TU HAI CREDUTO PERCHE’ MI HAI VEDUTO! BEATI QUELLI CHE, PUR NON AVENDO VISTO, HANNO CREDUTO! “.
Tommaso avrebbe dovuto credere alla testimonianza degli altri Apostoli. Non credette e si rese colpevole.

Dal momento della Pentecoste, dal momento cioè in cui lo Spirito Santo prese pieno possesso degli Apostoli, questi incominciarono a testimoniare Gesù RISORTO: LE PERSONE RETTE, PUR NON AVENDO VISTO GESU’ RISORTO, CREDETTERO E FURONO BEATE. Allora incominciò la lunga e ininterrotta catena che di generazione in generazione tramandò la lieta notizia che Gesù E’ VERAMEMTE RISORTO E CHE UN GIORNO  RISORGEREMO ANCHE NOI COME GESU’. I nostri antenati sono stati beati perché hanno creduto che Gesù è risuscitato, pur non avendolo visto. Anche noi siamo beati perché, come i nostri antenati, crediamo che Gesù è VERAMENTE RISORTO, PUR NON AVENDOLO VISTO.

Concludiamo ricordando la promessa di Gesù:
“CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE, AVRA’ LA VITA ETERNA, E IO LO RISUSCITERO’ NELL’ULTIMO GIORNO! “.

Sac. Salvatore Paparo


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2 apr 2013

Ventesima Lettera



VENTESIMA LETTERA AL SIGNORE GESU’ RISORTO
BUON PASTORE, UNICO SALVATORE DEL MONDO.

Amatissimo mio Gesù,
dal quotidiano torinese “LA STAMPA” ho saputo che il Papa emerito Benedetto XVI ha intenzione di ritirarsi in un convento tedesco per dedicarsi solo alla preghiera e per continuare a vivere insieme a Te la sua passione, morte E RISURREZIONE.

Sì, Papa Benedetto XVI, non esitare a ritirarti dalla scena umana per lasciare piena libertà al tuo successore PAPA FRANCESCO in modo che attui serenamente la sua missione di PURIFICARE E DI TOGLIERE LA SPORCIZIA ACCUMULATASI NEI MEMBRI DELLA GERARCHIA CATTOLICA, E REALIZZI LA TUA VERA CHIESA, COMUNITA’ DI FRATELLI E DI SORELLE, COMUNITA’ POVERA E AMICA DEI POVERI, E ATTUI FINALMENTE LA PACE MONDIALE MESSIANICA CHE GRADUALMENTE PREPARERA’ “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.

Sono il tuo piccolo Gesù
Sac. Salvatore Paparo

Cintano 7 aprile 2013, cinquantesiumo anniversario del mio arrivo in Cintano, inviato come Pastore della piccola comunità cristiana cintanese DALLA FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA COMPOSTA DA DIO PADRE, DA DIO FIGLIO, DA DIO SPIRITO SANTO.