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16 dic 2013

TERZA DOMENICA D'AVVENTO A


15 dicembre 2013


 


OMELIA 


Preparandoci al Santo Natale, dobbiamo rinnovare  spesso la nostra fede in Gesù, Dio fattosi Uomo; e lasciarci dominare da sentimenti di gioia perchè Gesù che viene, è il nostro Salvatore.
Accostiamoci al brano evangelico di oggi.
Giovanni Battista è il più grande e l’ultimo profeta dell'Antico Testamento. I profeti dell'Antico Testamento insistevano molto sull'ira di Dio che avrebbe sterminato i peccatori impenitenti.  Anche Giovanni Battista, nella sua predicazione per preparare la via al Messia, usò detto linguaggio. Diceva:
"Razza di vipere,  non vi salverete dall'ira che sta per venire. La scure è già alla radice degli alberi. Ogni albero che non fa buon frutto, sarà tagliato e gettato nel fuoco. Il Messia ha in mano il ventilabro, pulirà bene la sua aia, radunerà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con fuoco inestinguibile".
Con questa sua convinzione, Giovanni Battista, al momento del battesimo, riconobbe in Gesù il Messia atteso; ma vedendo che Gesù, anzichè essere severo giudice e sterminatore dei peccatori, trattava i peccatori con misericordia,  rinchiuso nel carcere del Macheronte, fu assalito da un tremendo dubbio: "Ma Gesù, è veramente il Messia?". Dominato da questa lotta interiore, mandò alcuni dei suoi discepoli da Gesù per domandargli: "Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?". Ossia: "SEI TU IL MESSIA, O NO?".
La risposta di Gesù è chiara: "SI', SONO IO IL MESSIA. Io, però, non sono venuto nel mondo per giudicarlo e condannarlo, ma per salvarlo e beneficarlo. I tuoi discepoli, Giovanni, ne sono testimoni oculari: GUARISCO I CIECHI, I SORDI, I MUTI, GLI ZOPPI; RISUSCITO I MORTI". Come notate, Gesù non ha detto "PERDONO I PECCATI"; e non lo ha detto perchè Giovanni non dubitava affatto di ciò, anche se in  modo imperfetto: infatti, egli era sì pienamente convinto che Gesù avrebbe dovuto perdonare e salvare i peccatori pentiti; ma nello stesso tempo era anche pienamente convinto che Gesù avrebbe dovuto sterminare i peccatori incalliti nel male. Ebbene, Gesù, con le sue parole e il suo comportamento rettificò la seconda errata convinzione di Giovanni. Gesù, infatti,  non fu il severo sterminatore dei peccatori, ma il loro tenero amico: amava la loro compagnia, non disdegnava di pranzare con essi. Con essi mangiava e beveva lietamente. E a coloro che si scandalizzavano di ciò diceva: "NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI". I peccatori comprendevano benisssimo l'amore misericordioso di Gesù, e si convertivano. Basta citare Zaccheo, uomo molto ricco e ladro. Gesù si autoinvitò ad un pranzo e Zaccheo lo accolse con gioia in casa sua. Durante il pranzo comprese pienamente il messaggio di misericordia e di salvezza di Gesù, e dopo il pranzo, al momento del congedo, fece un mirabile gesto, espressione della sua sincera conversione. Disse a Gesù: "Signore, do la metà dei miei beni ai poveri e se ho rubato a qualcuno, restituisco il quadrupo". Gesù gli rispose: "OGGI LA SALVEZZA E' ENTRATA IN QUESTA CASA: IO, INFATTI, SONO VENUTO A CERCARE E A SALVARE CIO' CHE ERA PERDUTO".
 
Sac.Salvatore Paparo

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