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6 gen 2010

EPIFANIA 2010

Epifania significa MANIFESTAZIONE DL SIGNORE, e più precisamente MANIFESTAZIONE DEL SIGNORE CHE SALVA GLI UOMINI. La festa di oggi conclude il periodo natalizio e lo conclude accentuando la volontà di Gesù di salvare non solo il popolo ebreo, ma anche il popolo pagano. Questa sua volontà salvifica universale, Gesù la manifestò nella Notte Santa della sua Nascita a Betlem chiamando alla sua culla i rappresentanti dei due popoli: per mezzo di un angelo chiamò alla sua culla il popolo ebreo rappresentato dai Pastori; per mezzo di una stella miracolosa chiamò alla sua culla il popolo pagano rappresentato dai Magi. Prima però di parlare dei Magi, facciamo una riflessione sulla nostra chiamata alla salvezza. Gesù ci ha chiamati alla sua culla non per mezzo di un angelo, non per mezzo di una stella miracolosa, ma facendoci nascere in una famiglia cristiana che ci ha educato cristianamente. Gesù, poi, attraverso gli avvenimenti della nostra vita, lieti e tristi, attraverso le sue luci interiori ci ha sempre manifestato la sua volontà perchè la seguissimo e realizzassimo la missione particolare che ciascuno di noi ha ricevuto da Dio. La festa dell'Epifania c'invita ad esaminarci sulla nostra fedeltà alla volontà di Dio per intraprendere un nuovo cammino di santità. In ciò i Magi ci sono di grande esempio. Innanzi tutto ci insegnano LA PRONTEZZA nel rispondere "SI'" alla volontà di Dio: i Magi, vista la stella miracolosa preannunziata dai profeti, capirono subito che il Messia Salvatore era nato e che li invitava alla sua culla per salvarli. Essi non esitarono un solo istante, immediatamente organizzarono una carovana di cammelli e si misero in viaggio verso la Palestina. In secondo luogo i Magi ci insegnano LA GENEROSITA': si pensa che i Magi fossero degli scienziati persiani: pertanto dovettero affrontare le difficoltà del deserto per almeno tre mesi. Infine i Magi ci SONO MODELLI DI FIDUCIA NEL SIGNORE E MODELLI DI PERSEVERANZA: essi erano sicuri che il Signore li guidava mentre la stella miracolosa brillava sulla loro testa e li precedeva nel cammino. MA LA LORO SICUREZZA NON VENNE MENO AL MOMENTO DELLA PROVA: al loro ingresso in Gerusalemme  la stella guida scomparve; essi domandavano a tutti: "DOVE E' NATO IL RE DEI GIUDEI?". E sentendosi rispondere sempre: "NON LO SAPPIAMO", non si scoraggiarono, ma intensificarono la loro ricerca: LA LORO FIDUCIA NEL SIGNORE E LA LORO PERSEVARANZA li portò fino al palazzo del re Erode dove finalmente RICEVETTERO LA RISPOSTA CHE ATTENDEVANO. Gliela diedero i Sommi Sacredori e gli Scribi, conoscitori della Sacra Scrittura: IL PROFETA MICHEA AVEVA PREDETTO CHE IL MESSIA SAREBBE NATO A BETLEM DELLA GIUDEA.

Nei momenti difficili della nostra vita dobbiamo imitare i Magi. Ci può essere di aiuto anche l'esempio del padre Gesuita Ives Congar: Congar era un teologo di avanguardia, insegnava dottrine cattoliche; ma, purtroppo, fu ritenuto un eretico e lo castigarono: per castigo gli tolsero l'insegnamento teologico; per castigo lo costrinsero  a vivere in un oscuro  monastero. Finalmente, però, per lui giunse il momento della fine della prova: IL GRANDE PAPA GIOVANNI XXIII, PAPA MANDATO DA DIO, LO INVITO' AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II COME ESPERTO DI TEOLOGIA E GRAN PARTE DELLA SUA DOTTRINA PRIMA RITENUTA ERETICA FU INSERITA NEI DOCUMENTI CONCILIARI.

Ad alcuni amici che desideravano conoscere come aveva trascorso il tempo della sua prova, Padre Congar rispose:

" NEL MOMENTO DELLE TENEBRE NON HO RIGETTATO NULLA
   DI QUANTO AVEVO VISTO NEL MOMENTO DELLA LUCE ".

Nei momenti difficili della nostra vita imitiamo, pertanto, i Magi, imitiamo Padre Congar. Non resteremo delusi come non rimasero delusi i Magi, come non rimase deluso Padre Congar.

                                           Sac. Salvatore Paparo

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