OMELIA
I brani evangelici delle domeniche di questo periodo liturgico ci riportano il famoso Discorso della Montagna in cui Gesù ci ha dettato la "Carta Costituzionale della sua Chiesa" cioè di noi suoi discepoli.
Gesù ha iniziato il suo discorso con questa solenne dichiarazione:
"Io non sono venuto per abolire la Legge e i Profeti, ma per portarli a compimento". Ossia: Gesù non è venuto per abolire quanto Dio ha detto e ha fatto per noi uomini nel Vecchio Testamento, MA PER PERFEZIONARLO.
Domenica scorsa il brano evangelico ci ha riportato quattro perfezionamenti fatti da Gesù. OSSIA: il cristiano non solo non uccide il prossimo, ma anche non si adira contro di lui.
Il cristiano non solo non commette adulterio con azioni, ma anche non coltiva il desiderio di commetterle, perchè chi coltiva tale desiderio, è già adultero in cuo suo.
In terzo luogo, il cristiano non divorzia perchè l'uomo non deve dividere ciò che Dio ha unito.
Infine, il cristiano non deve giurare per confermare quanto afferma di vero. Il suo linguaggio deve essere "Sì, sì, no, no. Il di più viene dal maligno".
Oggi Gesù ci detta altri due suoi perfezionamenti d'immensa portata pratica.
Innanzi tutto, condanna la legge del taglione: "Occhio per occhio, dente per dente". Il cristiano non restituisce il male che ha ricevuto, ma dinanzi alla violenza degli altri assume un atteggiamento mite e imita il silenzio di Gesù durante la Sua Passione.
Gesù prosegue così: "Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma Io vi dico: "Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti".
Amare i nostri nemici significa anche perdonarli, come ha fatto Gesù quando inchiodato sulla croce ha rivolto al Padre questa supplica a favore dei suoi crocifissori: "Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno". I veri cristiani hanno imitato Gresù; come Lui hanno sempre perdonato i loro nemici. Basta citare due esempi: il primo martire Santo Stefano mentre moriva dissanguato sotto un cumulo di pietre scagliate da mani fratricide, ripeteva: "Gesù, perdonali, non imputare loro questo peccato". Santa Maria Goretti, fanciulla di dodici anni, si fece pugnalare per difendere la sua verginità. Ebbene, mentre moriva tra atroci dolori, riferendosi al suo assassino, ripeteva: "Lo perdono, lo perdono".
Perdonare gli altri è necessario. A proposito l'insegnamento di Gesù è molto chiaro:
"Voi, dunque, pregate così: "Padre nostro che sei nei cieli... , rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Se voi, infatti , perdonate agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà a voi le vostre colpe".
PERDONARE GLI ALTRI E' NECESSARIO PERCHE' CHI NON PERDONA, NON AMA; E CHI NON AMA NON PUO' ESSERE CITTADINO DEL PARADISO PERCHE' IL PARADISO E' IL REGNO DELL'AMORE.
Sac. Salvatore Paparo
21 feb 2011
DOMENICA SETTIMA DURANTE L'ANNO A
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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