OMELIA
La Parola di Dio oggi torna con insistenza a parlare sul simbolo della "LUCE".
Il profeta Isaia ci dice: "Dividi il tuo pane con l'affamato; introduci nella tua casa i miseri senza tetto; vesti uno che vedi nudo. COSI' LA TUA LUCE BRILLERA' FRA LE TENEBRE".
Isaia, dunque, ci dice che noi dobbiamo essere LUCE CHE VINCE LE TENEBRE; e lo siamo SE AIUTIAMO IL PROSSIMO BISOGNOSO.
Come notate c' è una contrapposizione TRA LA LUCE E LE TENEBRE. LA LUCE sono le buone opere che soccorrono il prossimo; LE TENEBRE sono le opere malvagie che danneggiano il prossimo. E' un bel paragone che è entrato nel comune pensare. Gli stessi giornali quando parlano di fattacci che danneggiano il prossimo li conglobano tutti sotto il significativo titolo di "CRONACA NERA". NERA COME LE TENEBRE. Quando, invece, parlano di fatti degni di elogio perchè beneficano il prossimo, li qualificano come "CRONACA BIANCA". BIANCA COME LA LUCE.
Nel brano evangelico Gesù riprende ed approfondisce il simbolo della luce. Ci dice: "VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO". Poco prima, però, ci aveva deto: "IO SONO LA LUCE DEL MONDO". Come conciliare le due frasi apparentemente contraddittorie? E' Gesù, o siamo noi "LA LUCE DEL MONDO?". Evidentemente LA LUCE DEL MONDO E' GESU'; ma lo siamo anche noi perchè partecipiamo della sua luce come la luna partecipa della luce del sole. Quando la luna riceve i raggi del sole è ILLUMINATA e la notte DONA LA LUCE ALLA TERRA; quando, invece, la luna non riceve i raggi del sole E' NERA, e la notte LASCIA LA TERRA NELLE TENEBRE. Applichiamo il tutto a Gesù e a noi. Gesù è la Luce del mondo: infatti è Lui che benefica tutti. Se noi acccettiamo IL REGNO DI DIO, Gesù ci comunica le su stessa LUCE e noi come Lui siamo luce E AGIAMO PER SOLLEVARE LE SOFFERENZE DEL BISOGNOSO E DEL SOFFERENTE. Se, invece, rifiutiamo IL REGNO DI DIO, rifiutiamo Gesù, LA LUCE, RESTIAMO TENEBRE, E CON LE NOSTRE AZIONI DANNEGGIAMO IL PROSSIMO.
A conclusione, accogliamo l'esortazione finale di Gesù:
"RISPLENDA LA VOSTRA LUCE DAVANTI AGLI UOMINI PERCHE' VEDANO LE VOSTRE OPERE BUONE E RENDANO GLORIA AL PADRE VOSTRO CHE E' NEI CIELI".
Sac. Salvatore Paparo.
6 feb 2011
QUINTA DOMENICA DURANTE L'ANNO A
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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