OMELIA
Chi è Gesù? Gesù è il Figlio Unigenito di Dio Padre che si è umiliato fino ad assumere tutte le debolezze dell'uomo, escluso il peccato.
Gesù è venuto in questo mondo per realizzare il Regno di Dio Padre: Dio Padre è un Dio misericordioso, un Dio compassionevole che soffre perchè i suoi figlioli hanno peccato, e per il loro peccato sono sofferenti. Dio Padre ama tutti i suoi figlioli, i suoi figlioli buoni e i suoi figlioli cattivi, e per tutti loro fa sorgere il suo sole e fa piovere.
Gesù è venuto a dirci che Dio Padre non giudica, non condanna, non castiga nessuno e che i suoi prediletti sono i poveri, gli esclusi da coloro che si credono giusti. Dio Padre ama i peccatori e tutti coloro che dai benpensanti vengono considerati degni di biasimo.
Gesù predicando il Regno di Dio si è scagliato contro i sommi sacerdoti del suo tempo perchè essi erano uomini che spadroneggiavano sulle persone, uomini che amavano il potere e che per conservare il loro potere non temevano di ammassare ricchezze sfruttando i poveri. I sommi sacerdoti di duemila anni fa hanno capito bene che Gesù li combatteva e anzichè accogliere il suo invito alla conversione, lo hanno eliminato appendendolo a una croce. Ma Dio Padre lo ha risuscitato e lo ha glorificato: il vincitore, pertanto, è Gesù, non sono i suoi nemici, non sono i suoi crocifissori.
Con la risurrezione di Gesù è iniziata l'epoca della redenzione umana: nei primi due millenni noi uomini abbiamo partecipato soprattutto alla passione e alla morte di Gesù.Ora che siamo entrati nel terzo millennio della redenzione, però, dinanzi a noi si apre il lunghissimo periodo di tempo in cui godremo i benefici frutti della passione, della morte e della risurrezione di Gesù: godremo la pace e il benessere mondiali messianici; il Regno di Dio inaugurato da Gesù duemila anni fa si realizzerà in tutte le sue migliori espressioni possibili in questa terra che gradualmente preparano i Cieli Nuovi e la Terra Nuova profetizzati dai servi di Dio; si realizzerà l'Età Aurea della Redenzione, fondata sulla santità della famiglia, creata ad immagine e somiglianza della famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; e redenta con la passione, la morte , la risurrezione di Gesù, con la singolare cooperazione di Maria Santissima, mamma del Corpo Mistico di Gesù.
Oggi è Pasqua: Gesù è veramente risorto. Noi dobbiamo risorgere con Lui rinnegando il nostro peccato e vivendo la vita di Dio nostro Padre che è una vita di amore. Il nostro amore dobbiamo dimostrarlo praticamente beneficando, nei limiti del nostro possibile, tutti senza escludere nessuno, neanche i nostri nemici. Non dobbiamo, inoltre, giudicare nè condannare nessuno: tutti siamo figli di Dio Amore Misericordioso che comprende le nostre debolezze e ci offre il suo perdono, non perchè noi lo meritiamo, ma perchè Lui è compassionevole e noi ne siamo bisognosi.
Gesù Risorto ci conceda il privilegio di essere con Lui costruttori della pace e del benessere mondiali messianici, amandoci gli uni gli altri come lui ci ha amato.
Sac. Salvatore Paparo
24 apr 2011
PASQUA DI RISURREZIONE 24 APRILE 2011
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
21 apr 2011
GIOVEDI SANTO 2011
OMELIA
Gesù iniziò l'Ultima Cena con un gesto che, in un primo momento, suscitò sconcerto nel cuore degli Apostoli. Come l'ultimo dei servi, Lui, il Maestro e il Signore, si inginocchiò e lavò i piedi ai suoi discepoli. Era un gesto simbolico che esprimeva il comportamento pratico tenuto in tutta la sua vita da Gesù, e da Lui varie volte messo in rilievo con queste parole: "IO NON SONO VENUTO IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE E DARE LA MIA VITA PER TUTTI". Servire significa dare qualcosa di sè agli altri. Il massimo servizio che si può fare è offrire la propria vita a vantaggio degli altri. E' quanto Gesù si accingeva a fare: Egli stava per affrontare la sua Passione e la sua Morte per noi; Passione e Morte che avrebbero fruttificato la sua e la nostra GLORIOSA RISURREZIONE. Questo mistero di passione, di morte e di RISURREZIONE, Gesù lo volle perpetuare istituendo la Santa Messa durante l'Ultima Cena:
"PRENDETE E MANGIATE: QUESTO E' IL MIO CORPO OFFERTO PER VOI". "PRENDETE E BEVETE: QUESTO E' IL MIO SANGUE SPARSO PER VOI". "FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME".
Ricevere l'Eucarestia significa amare Gesù; dire grazie a Gesù per il suo eroico gesto compiuto per noi: significa, infine, imparare da Gesù a servire gli altri. Il Giovedi Santo ci deve fare riflettere seriamente perchè, purtroppo, anzichè vivere per gli altri, spesso viviamo solo per noi, o tutt'al più, anche per la nostra famiglia. Pertanto, Gesù giustamente ci ripete: "SE IO IL MAESTRO E IL SIGNORE HO AGITO COSI'; ANCHE VOI MIEI DISCEPOLI DOVETE AGIRE COME HO AGITO IO" VOI COME ME NON SIETE VENUTI IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITI, MA PER SERVIRE E DARE LA VOSTRA VITA PER GLI ALTRI".
Nessuno di noi può esimersi dal servire gli altri, dal mettersi a disposizione degli altri, dall'andare incontro ai bisogni degli altri. Dobbiamo notare, però, che non siamo chiamati a servire gli altri tutti allo stesso modo: ciascuno di noi, infatti, ha i suoi doni ricevuti da Dio, ed è con questi nostri doni ricevuti da Dio, che dobbiamo servire gli altri,; non con i doni che gli altri hanno ricevuto da Dio; così come, ad esempio, la mano non può pretendere di servire l'intero corpo come lo serve l'occhio: e. viceversa, l'occhio non può pretendere di servire l'intero corpo come lo serve la mano. Se non teniamo presente questo, corriamo il rischio di misurare gli altri con noi stessi, e se essi non fanno il bene che facciamo noi, facilmente li critichiamo e li disprezziamo. In altre parole, facilmente cadiamo nel fariseismo. Il fariseo agisce con superbia: ha lenti di ingrandimento per esagerare la portata del bene che fa; ed ha occhiali oscuri per non vedere il bene che fanno gli altri. Il nostro servizio, invece, deve essere UMILE: "QUANDO FAI IL BENE, ci ammonisce Gesù, LA TUA DESTRA NON SAPPIA QUELLO CHE FA LA TUA SINISTRA; QUANDO FAI IL BENE, NON SUONARE LA TROMBA PER ATTIRARE SU DI TE LA LODE UMANA, MA AGISCI PER LA GLORIA DEL PADRE CELESTE, DATORE DI OGNI BENE".
A questo punto sottolineamo la necessità che abbiamo di partecipare alla Santa Messa e al Banchetto Eucaristico. Sant'Agostino si rivolgeva così a Gesù: "QUANDO IO MANGIO IL PANE E BEVO IL VINO MATERIALI, MUTO IL PANE E IL VINO NELLA MIA CARNE E NEL MIO SANGUE; INVECE, QUANDO IO MANGIO LA TUA CARNE E BEVO IL TUO SANGUE, NON SONO IO CHE MUTO TE IN ME, MA SEI TU CHE MUTI ME IN TE".
Proprio così: facendo la Comunione Eucaristica, Gesù ci trasforma, ci rende sempre più simili a SE'. E poichè Gesù è amore che si dona agli altri per togliere le loro sofferenze e per comunicare loro la sua felicità; anche noi, facendo la Comunione Eucaristica, diventiamo sempre più amore e sempre più ci doniamo agli altri per togliere le loro sofferenze e comunicare loro la felicità.
Gesù iniziò l'Ultima Cena con un gesto che, in un primo momento, suscitò sconcerto nel cuore degli Apostoli. Come l'ultimo dei servi, Lui, il Maestro e il Signore, si inginocchiò e lavò i piedi ai suoi discepoli. Era un gesto simbolico che esprimeva il comportamento pratico tenuto in tutta la sua vita da Gesù, e da Lui varie volte messo in rilievo con queste parole: "IO NON SONO VENUTO IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE E DARE LA MIA VITA PER TUTTI". Servire significa dare qualcosa di sè agli altri. Il massimo servizio che si può fare è offrire la propria vita a vantaggio degli altri. E' quanto Gesù si accingeva a fare: Egli stava per affrontare la sua Passione e la sua Morte per noi; Passione e Morte che avrebbero fruttificato la sua e la nostra GLORIOSA RISURREZIONE. Questo mistero di passione, di morte e di RISURREZIONE, Gesù lo volle perpetuare istituendo la Santa Messa durante l'Ultima Cena:
"PRENDETE E MANGIATE: QUESTO E' IL MIO CORPO OFFERTO PER VOI". "PRENDETE E BEVETE: QUESTO E' IL MIO SANGUE SPARSO PER VOI". "FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME".
Ricevere l'Eucarestia significa amare Gesù; dire grazie a Gesù per il suo eroico gesto compiuto per noi: significa, infine, imparare da Gesù a servire gli altri. Il Giovedi Santo ci deve fare riflettere seriamente perchè, purtroppo, anzichè vivere per gli altri, spesso viviamo solo per noi, o tutt'al più, anche per la nostra famiglia. Pertanto, Gesù giustamente ci ripete: "SE IO IL MAESTRO E IL SIGNORE HO AGITO COSI'; ANCHE VOI MIEI DISCEPOLI DOVETE AGIRE COME HO AGITO IO" VOI COME ME NON SIETE VENUTI IN QUESTO MONDO PER ESSERE SERVITI, MA PER SERVIRE E DARE LA VOSTRA VITA PER GLI ALTRI".
Nessuno di noi può esimersi dal servire gli altri, dal mettersi a disposizione degli altri, dall'andare incontro ai bisogni degli altri. Dobbiamo notare, però, che non siamo chiamati a servire gli altri tutti allo stesso modo: ciascuno di noi, infatti, ha i suoi doni ricevuti da Dio, ed è con questi nostri doni ricevuti da Dio, che dobbiamo servire gli altri,; non con i doni che gli altri hanno ricevuto da Dio; così come, ad esempio, la mano non può pretendere di servire l'intero corpo come lo serve l'occhio: e. viceversa, l'occhio non può pretendere di servire l'intero corpo come lo serve la mano. Se non teniamo presente questo, corriamo il rischio di misurare gli altri con noi stessi, e se essi non fanno il bene che facciamo noi, facilmente li critichiamo e li disprezziamo. In altre parole, facilmente cadiamo nel fariseismo. Il fariseo agisce con superbia: ha lenti di ingrandimento per esagerare la portata del bene che fa; ed ha occhiali oscuri per non vedere il bene che fanno gli altri. Il nostro servizio, invece, deve essere UMILE: "QUANDO FAI IL BENE, ci ammonisce Gesù, LA TUA DESTRA NON SAPPIA QUELLO CHE FA LA TUA SINISTRA; QUANDO FAI IL BENE, NON SUONARE LA TROMBA PER ATTIRARE SU DI TE LA LODE UMANA, MA AGISCI PER LA GLORIA DEL PADRE CELESTE, DATORE DI OGNI BENE".
A questo punto sottolineamo la necessità che abbiamo di partecipare alla Santa Messa e al Banchetto Eucaristico. Sant'Agostino si rivolgeva così a Gesù: "QUANDO IO MANGIO IL PANE E BEVO IL VINO MATERIALI, MUTO IL PANE E IL VINO NELLA MIA CARNE E NEL MIO SANGUE; INVECE, QUANDO IO MANGIO LA TUA CARNE E BEVO IL TUO SANGUE, NON SONO IO CHE MUTO TE IN ME, MA SEI TU CHE MUTI ME IN TE".
Proprio così: facendo la Comunione Eucaristica, Gesù ci trasforma, ci rende sempre più simili a SE'. E poichè Gesù è amore che si dona agli altri per togliere le loro sofferenze e per comunicare loro la sua felicità; anche noi, facendo la Comunione Eucaristica, diventiamo sempre più amore e sempre più ci doniamo agli altri per togliere le loro sofferenze e comunicare loro la felicità.
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
19 apr 2011
CARISSIMO DON PIETRO ZIVNY
Grazie per la tua bella e-mail e l'invio delle foto che ho potuto ammirare con gioia e che mi suggeriscono alcuni pensieri che ti esprimo fraternamente e semplicemente:
1. Il nostro incontro è avvenuto il 2 aprile 2011, sesto anniversario della morte del prossimo beato
Papa Giovanni Paolo II (t'invito a rileggere quanto ho pubblicato nel blog Opera Cenacolo Familiare a commento del nostro incontro del 2 aprile. E' datato 3 aprile 2011).
2. Le foto del nostro incontro me le hai spedite ieri, DOMENICA DELLE PALME. E' UNA DATA BENE AUGURANTE PER L'OPERA CENACOLO FAMILIARE: infatti, 48 anni fa, DOMENICA DELLE PALME DEL 1963, io sono giunto a Cintano come parroco della Comunità Cristiana Cintanese. Era il 7 aprile , GIORNO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GESU':
GLI UOMINI E LE DONNE NEGLI ULTIMI DUE MILLENNI CI SIAMO UNITI ALLA PASSIONE E MORTE REDENTRICI DI GESU'. A PARTIRE DAL TERZO MILLENNIO GLI UOMINI E LE DONNE GODREMO, IN MODO STRAORDINARIO, I FRUTTI DELLA PASSIONE, DELLA MORTE, DELLA RISURREZIONE DI GESU' E DEL CORPO MISTICO DI GESU': GODREMO LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI; IL REGNO DI DIO SI REALIZZERA' IN TUTTE LE SUE MIGLIORI ESPRESSIONI POSSIBILI IN QUESTA TERRA, CHE GRADUALMENTE PREPARERANNO I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA; SI REALIZZERA' L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE, FONDATA SULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA PASSIONE, MORTE, RISURREZIONE DI GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO, CON LA SINGOLARE COOPERAZIONE DI MARIA SANTISSIMA, MAMMA DEL CORPO MISTICO DI GESU'.
3. T'invito a visitare il blog rai vaticano
Clicca su PAGINE VISITATE
Clicca sulla pagina 4
Clicca su SALVATORE PAPARO E-MAIL ecc.
Comparirà: Corrispondenze migliori per rai vaticano blog
Il papa Benedetto XVI non può tardare a indire il Concilio Ecumenico Vaticano III. Passa al testo.
Clicca su Passa al testo
A sinistra troverai:
GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO
hanno proposto a quando il nostro prossimo incontro...
Clicca su GESU' UNICO SALVATORE DEL MONDO
Comparirà EL FILOSOFO. Premi sulla freccetta di destra verso il basso e comparirà questo testo:
SABATO 2 DE ABRIL DE 2011
GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO,
due aprile 2011, che meravigliosa giornata!
Un gruppo di circa diciotto persone, provenienti da Milano,
sono venuti a trovarmi.
Sono in tutto consenzienti con quanto propone sulle urgenti proposte che l'Opera Cenacolo Familiare propone alla Chiesa Cattolica.
Nel loro genuino entusiasmo mi hanno proposto a quando il nostro prossimo incontro fraterno.
Non lo so, Gesù, so, però, Gesù, che il papa Benedetto XVI non può tardare a indire il Concilio Ecumenico Vaticano III.
Esaudiscimi, mio Signore!
Sac. Salvatore Paparo
PUBLICADO POR SAC. SALVATORE PAPARO
EN 21:16
O COMENTARIOS
PUBLICAR UN COMENTARIO EN LA ENTRADA
Carissimo don Pietro,
la lettera non l'ho scritta io, ma corrisponde pienamente al mio pensiero.
LA CONSIDERO UN PREZIOSO DONO DEL CIELO.
Un abbraccio fraterno
Sac. Salvatore Paparo
CINTANO 19 APRILE 2011: SESTO ANNIVERSARIO DELL'ELEZIONE A PAPA
DI BENEDETTO XVI.
1. Il nostro incontro è avvenuto il 2 aprile 2011, sesto anniversario della morte del prossimo beato
Papa Giovanni Paolo II (t'invito a rileggere quanto ho pubblicato nel blog Opera Cenacolo Familiare a commento del nostro incontro del 2 aprile. E' datato 3 aprile 2011).
2. Le foto del nostro incontro me le hai spedite ieri, DOMENICA DELLE PALME. E' UNA DATA BENE AUGURANTE PER L'OPERA CENACOLO FAMILIARE: infatti, 48 anni fa, DOMENICA DELLE PALME DEL 1963, io sono giunto a Cintano come parroco della Comunità Cristiana Cintanese. Era il 7 aprile , GIORNO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GESU':
GLI UOMINI E LE DONNE NEGLI ULTIMI DUE MILLENNI CI SIAMO UNITI ALLA PASSIONE E MORTE REDENTRICI DI GESU'. A PARTIRE DAL TERZO MILLENNIO GLI UOMINI E LE DONNE GODREMO, IN MODO STRAORDINARIO, I FRUTTI DELLA PASSIONE, DELLA MORTE, DELLA RISURREZIONE DI GESU' E DEL CORPO MISTICO DI GESU': GODREMO LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI; IL REGNO DI DIO SI REALIZZERA' IN TUTTE LE SUE MIGLIORI ESPRESSIONI POSSIBILI IN QUESTA TERRA, CHE GRADUALMENTE PREPARERANNO I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA; SI REALIZZERA' L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE, FONDATA SULLA SANTITA' DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA PASSIONE, MORTE, RISURREZIONE DI GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO, CON LA SINGOLARE COOPERAZIONE DI MARIA SANTISSIMA, MAMMA DEL CORPO MISTICO DI GESU'.
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SABATO 2 DE ABRIL DE 2011
GESU', UNICO SALVATORE DEL MONDO,
due aprile 2011, che meravigliosa giornata!
Un gruppo di circa diciotto persone, provenienti da Milano,
sono venuti a trovarmi.
Sono in tutto consenzienti con quanto propone sulle urgenti proposte che l'Opera Cenacolo Familiare propone alla Chiesa Cattolica.
Nel loro genuino entusiasmo mi hanno proposto a quando il nostro prossimo incontro fraterno.
Non lo so, Gesù, so, però, Gesù, che il papa Benedetto XVI non può tardare a indire il Concilio Ecumenico Vaticano III.
Esaudiscimi, mio Signore!
Sac. Salvatore Paparo
PUBLICADO POR SAC. SALVATORE PAPARO
EN 21:16
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Carissimo don Pietro,
la lettera non l'ho scritta io, ma corrisponde pienamente al mio pensiero.
LA CONSIDERO UN PREZIOSO DONO DEL CIELO.
Un abbraccio fraterno
Sac. Salvatore Paparo
CINTANO 19 APRILE 2011: SESTO ANNIVERSARIO DELL'ELEZIONE A PAPA
DI BENEDETTO XVI.
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
17 apr 2011
DOMENICA DELLE PALME CINTANO 17 APRILE 2011
OMELIA
Con la Domenica delle Palme iniziamo la Settimana Samta, la settimana più solenne dell'anno liturgico in cui celebriamo Gesù nostro Buon Pastore che ci ha amato fino alla fine, accettando per noi una Passione Atroce e la Morte in Croce, la pena riservata ai più grandi malfattori.
Nei preziosi giorni della Settimana Santa dobbiamo meditare particolarmente sulle tre ore di agonia di Gesù nell'orto di Getsemani, e sulle tre ore di agonia di Gesù sulla Croce.
Nel Getsemani Gesù fu preso da una grande paura e da una grande tristezza tanto da dire agli Apostoli: "L'ANIMA MIA E' COSI' TRISTE DA POTERE MORIRE".
Ma perchè Gesù aveva paura ed era triste? Gesù aveva paura ed era triste perchè da lì a poco avrebbe dovuto soffrire la flagellazione, pena tremenda durante la quale tantissimi condannati morivano; Gesù aveva paura ed era triste perchè di lì a poco sarebbe stato crocifisso.
Pensiamo innanzi tutto alle tre ore di agonia di Gesù nel Gestsemani. Gesù nel Getsemani sentì profondamente il peso della sua Passione e della sua Morte imminenti e, dominato da una immensa angoscia, rivolse a Dio Padre questa supplica: "PADRE, SE E' POSSIBILE, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE, PERO' SIA FATTA LA TUA VOLONTA' E NON LA MIA". Con il suo comportamento Gesù ci insegna che nelle nostre sofferenze possiamo sì chiedere a Dio che ci liberi da esse. Dio ci esaudirà di certo, ma ad una condizione: che la nostra richiesta sia davvero per il nostro bene e per il bene degli altri. E poichè solo Dio conosce se la nostra richiesta è per il nostro bene e per il bene degli altri, dobbiamo concludere la nostra preghiera sempre come Gesù: "PADRE, PERO', SIA FATTA LA TUA VOLONTA', E NON LA MIA". Riflettiamo: Gesù ha chiesto al Padre di liberarlo dalla sua Passione e dalla sua Morte. Dio Padre, però, non potè esaudirlo perchè Gesù soltanto con la sua Passione e con la sua Morte in Croce poteva salvarci dal peccato e dalle conseguenze del peccato; Dio Padre non potè esaudirlo perchè Gesù soltanto con la sua Passione e con la sua Morte in Croce poteva donarci la pienezza della sua vita e della sua gioia. E Gesù ubbidì al Padre.
L'esempio di Gesù ci deve sospingere a fidarci sempre del Padre Celeste, perchè il Padre Celeste agisce sempre per il nostro migliore bene anche quando non riusciamo a capire il motivo della sua volontà.
Passiamo alle tre ore di agonia di Gesù SULLA CROCE. Gesù nella sua sofferenza di crocifisso si sentì solo, si sentì persino abbandonato dal Padre: "DIO MIO, DIO MIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO? ". Quelli furono momenti terribili per Gesù! Gesù patì la tentazione della disperazione! Gesù, però, in tutto simile a noi eccetto che nel peccato, non si disperò e morì pronunziando parole di filiale fiducia: "PADRE, NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO, AFFIDO LA MIA VITA". E Gesù non fu deluso nella sua fiducia filiale. L'ultima parola, infatti,
non fu la crocifissione e la morte di Gesù, MA LA SUA RISURREZIONE. Dio Padre lo ha risuscitato, dimostrando così che i vincitori non sono stati i suoi nemici, non sono stati coloro che Lo hanno crocifisso e ucciso, MA GESU', GESU' CHE CON LA SUA MORTE E CON LA SUA RISURREZIONE HA DISTRUTTO LA NOSTRA MORTE E CI HA RIDONATO LA VITA.
Quanto abbiamo detto in questa breve riflessione all'inizio della Settimana Santa, faccia sorgere in noi sentimenti di profonda gratitudine VERSO GESU', UNICO NOSTRO SALVATORE, E VERSO IL NOSTRO PADRE CELESTE CHE PER SALVARE NOI SUOI FIGLI ADOTTIVI HA CCETTATO CHE IL SUO UNIGENITO FIGLIO GESU' SOFFRISSE LA PASSIONE E LA MORTE.
Sac. Salvatore Paparo
Con la Domenica delle Palme iniziamo la Settimana Samta, la settimana più solenne dell'anno liturgico in cui celebriamo Gesù nostro Buon Pastore che ci ha amato fino alla fine, accettando per noi una Passione Atroce e la Morte in Croce, la pena riservata ai più grandi malfattori.
Nei preziosi giorni della Settimana Santa dobbiamo meditare particolarmente sulle tre ore di agonia di Gesù nell'orto di Getsemani, e sulle tre ore di agonia di Gesù sulla Croce.
Nel Getsemani Gesù fu preso da una grande paura e da una grande tristezza tanto da dire agli Apostoli: "L'ANIMA MIA E' COSI' TRISTE DA POTERE MORIRE".
Ma perchè Gesù aveva paura ed era triste? Gesù aveva paura ed era triste perchè da lì a poco avrebbe dovuto soffrire la flagellazione, pena tremenda durante la quale tantissimi condannati morivano; Gesù aveva paura ed era triste perchè di lì a poco sarebbe stato crocifisso.
Pensiamo innanzi tutto alle tre ore di agonia di Gesù nel Gestsemani. Gesù nel Getsemani sentì profondamente il peso della sua Passione e della sua Morte imminenti e, dominato da una immensa angoscia, rivolse a Dio Padre questa supplica: "PADRE, SE E' POSSIBILE, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE, PERO' SIA FATTA LA TUA VOLONTA' E NON LA MIA". Con il suo comportamento Gesù ci insegna che nelle nostre sofferenze possiamo sì chiedere a Dio che ci liberi da esse. Dio ci esaudirà di certo, ma ad una condizione: che la nostra richiesta sia davvero per il nostro bene e per il bene degli altri. E poichè solo Dio conosce se la nostra richiesta è per il nostro bene e per il bene degli altri, dobbiamo concludere la nostra preghiera sempre come Gesù: "PADRE, PERO', SIA FATTA LA TUA VOLONTA', E NON LA MIA". Riflettiamo: Gesù ha chiesto al Padre di liberarlo dalla sua Passione e dalla sua Morte. Dio Padre, però, non potè esaudirlo perchè Gesù soltanto con la sua Passione e con la sua Morte in Croce poteva salvarci dal peccato e dalle conseguenze del peccato; Dio Padre non potè esaudirlo perchè Gesù soltanto con la sua Passione e con la sua Morte in Croce poteva donarci la pienezza della sua vita e della sua gioia. E Gesù ubbidì al Padre.
L'esempio di Gesù ci deve sospingere a fidarci sempre del Padre Celeste, perchè il Padre Celeste agisce sempre per il nostro migliore bene anche quando non riusciamo a capire il motivo della sua volontà.
Passiamo alle tre ore di agonia di Gesù SULLA CROCE. Gesù nella sua sofferenza di crocifisso si sentì solo, si sentì persino abbandonato dal Padre: "DIO MIO, DIO MIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO? ". Quelli furono momenti terribili per Gesù! Gesù patì la tentazione della disperazione! Gesù, però, in tutto simile a noi eccetto che nel peccato, non si disperò e morì pronunziando parole di filiale fiducia: "PADRE, NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO, AFFIDO LA MIA VITA". E Gesù non fu deluso nella sua fiducia filiale. L'ultima parola, infatti,
non fu la crocifissione e la morte di Gesù, MA LA SUA RISURREZIONE. Dio Padre lo ha risuscitato, dimostrando così che i vincitori non sono stati i suoi nemici, non sono stati coloro che Lo hanno crocifisso e ucciso, MA GESU', GESU' CHE CON LA SUA MORTE E CON LA SUA RISURREZIONE HA DISTRUTTO LA NOSTRA MORTE E CI HA RIDONATO LA VITA.
Quanto abbiamo detto in questa breve riflessione all'inizio della Settimana Santa, faccia sorgere in noi sentimenti di profonda gratitudine VERSO GESU', UNICO NOSTRO SALVATORE, E VERSO IL NOSTRO PADRE CELESTE CHE PER SALVARE NOI SUOI FIGLI ADOTTIVI HA CCETTATO CHE IL SUO UNIGENITO FIGLIO GESU' SOFFRISSE LA PASSIONE E LA MORTE.
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
10 apr 2011
QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA A 10 APRILE 2011
OMELIA
Dato che la Solennità della Pasqua è prossima, il racconto del miracolo che abbiamo letto nel brano evangelico è ben collocato in questa Quinta Domenica di Quaresima: infatti, la risurrezione di Lazzaro fece precipitare gli avvenimenti verso la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.
La famiglia di Betania di cui oggi si parla, era composta da tre fratelli: da Marta, da Maria e da Lazzaro. Essa era una famiglia molto amica di Gesù. Infatti, abbiamo letto: "GESU' AMAVA MARTA, SUA SORELLA E LAZZARO". Gesù era spesso ospite di questa famiglia e le ultime notti della sua vita terrena le passò con i tre fratelli, per sfuggire alle insidie dei farisei.. Quindi non ci meraviglia il fatto che le due sorelle abbiano sentito il bisogno di far conoscere subito a Gesù la grave malattia che aveva colpito Lazzaro e che lo abbiano fatto con questa espressione:
"SIGNORE,COLUI CHE TU AMI, E' MALATO".
Gesù, saputa la dolorosa notizia, esclamò: "QUESTA MALATTIA NON PORTERA' ALLA MORTE, MA E' PER LA GORIA DI DIO, AFFINCHE' PER MEZZO DI ESSA IL FIGLIO DI DIO VENGA GLORIFICATO".
A conferma delle parole di Gesù, il racconto evangelico di oggi si conclude così: " MOLTI GIUDEI, ALLA VISTA DI QUEL CHE GESU' AVEVA COMPIUTO, CRDETTERO IN LUI".
Marta c'insegna che nei dolori dobbiamo fidarci di Gesù: "SIGNORE, disse a Gesù, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO. MA ORA SO ANCHE CHE QUALUNQUE COSA CHIEDERAI A DIO, DIO TE LA CONCEDERA'. E' un meraviglioso atto di fede che, poco dopo, Marta esplicita così: " SI', O SIGNORE, IO CREDO CHE TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO, COLUI CHE VIENE NEL MONDO".
Marta aveva assistito a tanti miracoli di guarigione compiuti da Gesù, e quindi era convinta che Gesù avrebbe guarito Lazzaro, se Lui fosse stato presente. Ma la sua fede si spinge ben oltre: essa crede che Gesù è tanto potente da poter risuscitare il fratello.
Gesù le dà ragione: "IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. TUO FRATELLO RISORGERA' ". E subito Gesù risuscitò Lazzaro.
Dal fatto evangelico che abbiamo ricordato e brevemente commentato, possiamo trarre parecchi insegnamenti. Io oggi desidero metterne in rilievo solo uno: dobbiamo ammirare ed imitare l'amicizia che esisteva tra Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. NOI CRISTIANI DOBBIAMO ESSERE AMICI GLI UNI GLI ALTRI.
Amicizia proviene dalla parola AMORE. E l'amore ha quattro caratteristiche: E' DONO; RICAMBIO DEL DONO; UNIONE E FELICITA'.
Innanzi tutto l'amore è DONO: ciascuno di noi ha ricevuto dei beni da Dio, non solo per la propria utilità, ma anche per l'utilità degli altri. In pratica, ogni qual volta ci troviamo dinanzi ad un fratello o ad una sorella che necessitano di qualcosa, noi dobbiamo aiutarli, donando loro quanto abbiamo ricevuto da Dio. Può essere un aiuto materiale, un sorriso che non costa nulla, ma che comunica gioia; può essere una parola di conforto a chi soffre o una visita fraterna a un malato; e può esere anche l'accoglienza gioiosa di un nostro ospite, così come Marta, Maria e Lazzaro accoglievano Gesù ogni qual volta Egli andava a casa loro.
In secondo luogo l'amore E' RICAMBIO DEL DONO: quando noi riceviamo un bene da qualcuno, dobbiamo essergli riconoscente e, a nostra volta, se il nostro benefattore ha bisogno di un bene che abbiamo ricevuto da Dio, dobbiamo aiutarlo.
Infine, L'AMORE E UNIONE E FELICITA'. Cioè: colui che dona un bene e colui che riceve e ricambia il bene ricevuto, DIVENTANO UNO, DIVENTANO UN CUOR SOLO ED UN'ANIMA SOLA. E POICHE' IL BENE ChE SI SCAMBIANO PRODUCE FELICITA', I DUE AMICI SI RENDONO RECIPROCAMENTE FELICI.
SE COLTIVIAMO L'AMICIZIA, PERTANTO, SAREMO FELICI, COME FELICI FURONO GLI AMICI GESU', MARTA, MARIA E LAZZARO.
Sac. Salvatore Paparo
Dato che la Solennità della Pasqua è prossima, il racconto del miracolo che abbiamo letto nel brano evangelico è ben collocato in questa Quinta Domenica di Quaresima: infatti, la risurrezione di Lazzaro fece precipitare gli avvenimenti verso la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.
La famiglia di Betania di cui oggi si parla, era composta da tre fratelli: da Marta, da Maria e da Lazzaro. Essa era una famiglia molto amica di Gesù. Infatti, abbiamo letto: "GESU' AMAVA MARTA, SUA SORELLA E LAZZARO". Gesù era spesso ospite di questa famiglia e le ultime notti della sua vita terrena le passò con i tre fratelli, per sfuggire alle insidie dei farisei.. Quindi non ci meraviglia il fatto che le due sorelle abbiano sentito il bisogno di far conoscere subito a Gesù la grave malattia che aveva colpito Lazzaro e che lo abbiano fatto con questa espressione:
"SIGNORE,COLUI CHE TU AMI, E' MALATO".
Gesù, saputa la dolorosa notizia, esclamò: "QUESTA MALATTIA NON PORTERA' ALLA MORTE, MA E' PER LA GORIA DI DIO, AFFINCHE' PER MEZZO DI ESSA IL FIGLIO DI DIO VENGA GLORIFICATO".
A conferma delle parole di Gesù, il racconto evangelico di oggi si conclude così: " MOLTI GIUDEI, ALLA VISTA DI QUEL CHE GESU' AVEVA COMPIUTO, CRDETTERO IN LUI".
Marta c'insegna che nei dolori dobbiamo fidarci di Gesù: "SIGNORE, disse a Gesù, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO. MA ORA SO ANCHE CHE QUALUNQUE COSA CHIEDERAI A DIO, DIO TE LA CONCEDERA'. E' un meraviglioso atto di fede che, poco dopo, Marta esplicita così: " SI', O SIGNORE, IO CREDO CHE TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO, COLUI CHE VIENE NEL MONDO".
Marta aveva assistito a tanti miracoli di guarigione compiuti da Gesù, e quindi era convinta che Gesù avrebbe guarito Lazzaro, se Lui fosse stato presente. Ma la sua fede si spinge ben oltre: essa crede che Gesù è tanto potente da poter risuscitare il fratello.
Gesù le dà ragione: "IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. TUO FRATELLO RISORGERA' ". E subito Gesù risuscitò Lazzaro.
Dal fatto evangelico che abbiamo ricordato e brevemente commentato, possiamo trarre parecchi insegnamenti. Io oggi desidero metterne in rilievo solo uno: dobbiamo ammirare ed imitare l'amicizia che esisteva tra Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. NOI CRISTIANI DOBBIAMO ESSERE AMICI GLI UNI GLI ALTRI.
Amicizia proviene dalla parola AMORE. E l'amore ha quattro caratteristiche: E' DONO; RICAMBIO DEL DONO; UNIONE E FELICITA'.
Innanzi tutto l'amore è DONO: ciascuno di noi ha ricevuto dei beni da Dio, non solo per la propria utilità, ma anche per l'utilità degli altri. In pratica, ogni qual volta ci troviamo dinanzi ad un fratello o ad una sorella che necessitano di qualcosa, noi dobbiamo aiutarli, donando loro quanto abbiamo ricevuto da Dio. Può essere un aiuto materiale, un sorriso che non costa nulla, ma che comunica gioia; può essere una parola di conforto a chi soffre o una visita fraterna a un malato; e può esere anche l'accoglienza gioiosa di un nostro ospite, così come Marta, Maria e Lazzaro accoglievano Gesù ogni qual volta Egli andava a casa loro.
In secondo luogo l'amore E' RICAMBIO DEL DONO: quando noi riceviamo un bene da qualcuno, dobbiamo essergli riconoscente e, a nostra volta, se il nostro benefattore ha bisogno di un bene che abbiamo ricevuto da Dio, dobbiamo aiutarlo.
Infine, L'AMORE E UNIONE E FELICITA'. Cioè: colui che dona un bene e colui che riceve e ricambia il bene ricevuto, DIVENTANO UNO, DIVENTANO UN CUOR SOLO ED UN'ANIMA SOLA. E POICHE' IL BENE ChE SI SCAMBIANO PRODUCE FELICITA', I DUE AMICI SI RENDONO RECIPROCAMENTE FELICI.
SE COLTIVIAMO L'AMICIZIA, PERTANTO, SAREMO FELICI, COME FELICI FURONO GLI AMICI GESU', MARTA, MARIA E LAZZARO.
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
7 apr 2011
QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA A 3 APRILE 2011
OMELIA
GESU' LUCE DEGLI UOMINI
Domenica scorsa il brano evangelico ci presentò Gesù COME ACQUA VIVA: SOLO LUI può dissetare la nostra sete di felicità. Gesù, infatti, disse alla Samaritana: "CHI BEVE L'ACQUA CHE IO GLI DARO', NON AVRA' PIU' SETE IN ETERNO". E alla richiesta della donna: "Signore, dammi di quest'acqua che mi disseta PER SEMPRE", Gesù rispose: "L'ACQUA VIVA CHE DISSETA PER SEMPRE, SONO IO CHE TI PARLO".
Continuando nella linea dei simboli,, oggi la Sacra Scrittura ci presenta GESU' COME LUCE DELLA NOSTRA VITA.
Nel prologo del vangelo di San Giovanni leggiamo: "GESU' E' LA LUCE DEGLI UOMINI. LA LUCE RISPLENDE FRA LE TENEBRE, MA LE TENEBRE NON L'HANNO RICEVUTA. A QUANTI, PERO', L'ACCOLSERO DIEDE IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO".
Tenendo presenti le parole di San Giovanni, analizziamo la pagina evangelica che abbiamo proclamato un momento fa e che ci ha ricordato LA GUARIGIONE MIRACOLOSA DEL CIECO NATO. Gesù operò la guarigione per il bene del malato e anche perchè i presenti lo accogliessero come il Messia Redentore degli uomini. Purtroppo, però, SOLO UNO SEPPE LEGGERE GIUSTAMENTE DENTRO IL FATTO: IL MIRACOLATO.
Egli vedendosi guarito, in contrasto con l'opinione dei farisei, dedusse che Gesù era UN PROFETA, UN UOMO GIUSTO, e ciò perchè Dio esaudice i giusti e non i peccatori. E per testimoniare la santità di Gesù, il miracolato si lasciò percuotere e cacciare malamente dal sinedrio. Qualche ora dopo, Gesù si trovò dinanzi al cieco nato guarito, lo lodò per la sua generosa testimonianza, e per premiarlo gli svelò la sua identità: "CREDI TU NEL FIGLIO DELL'UOMO?". Ossia: "CREDI TU NEL MESSIA, IN COLUI CHE DEVE VENIRE PER SALVARE IL MONDO?". Il miracolato gli rispose:"E CHI E', SIGNORE, PERCHE' IO CREDA IN LUI?". Gli disse Gesù: " TU LO STAI VEDENDO: SONO PROPRIO IO CHE PARLO CON TE". Il cieco nato guarito fece il suo convinto atto di fede: "SI'. SIGNORE, IO CREDO". In quel momento colui che aveva ricevuto miracolasamente LA LUCE DEL CORPO, RICEVETTE ANCHE LA LUCE DELL'ANIMA GESU', E DIVENNE FIGLIO DI DIO".
Al contrario del miracolato, tutti gli altri protagonisti della narrazione, RIFIUTARONO GESU' COME LUCE DELLA LORO VITA.
Innanzi tutto rifiutarono LA LUCE-GESU' i farisei: essi credevano che Gesù era peccatore perchè aveva operato il miracolo in giorno di sabato. Secondo loro Gesù aveva trasgredito la legge del riposo sabatico perchè con la saliva aveva fatto un po' di fango e lo aveva spalmato sugli occhi del cieco. Ma si sbagliavano. Gesù altre volte si era difeso ma inutilmernte di questa accusa calunniosa. Lo aveva fatto, per esempio, quando, un giorno di sabto, imponendole le mani, aveva guarito una povera donna che soffriva da diciotto anni. Gesù in quell'occasione si difese con queste parole infuocate: "Ipocriti, oguno di voi non scioglie dalla greppia il bue o l'asino per condurlo a bere in giorno di sabato? E questa figlia di Abramo, malata da diciotto anni, non doveva essere scilolta dal suo male in giorno di sabato? Se il figlio di uno di voi o anche un vostro bue cade in un pozzo, chi non lo tira subito fuori, anche in giorno di sabato? DUNQUE E' LECITO FARE DEL BENE IN GIORNO DI SABATO".
Oltre ai fariuei, rifiutarono Gesù come luce della loro vita, anche i genitori del cieco nato guarito. Essi sapevano bene che era stato Gesù a dare la vista al loro figliolo. Ammettere tale miracolo, però, per loro sarebbe stato lo stesso CHE PROCLAMARE GESU' MESSIA. Ma se avessero proclamato Gesù Messia, sarebbero stati allontanati dal sinedrio A FORZA DI BASTONATE. Essi non ebbero il coraggio di testimoniare la verità, e quindi alla domanda dei farisei se era stato Gesù a guarire il loro figliolo, risposero: "NON LO SAPPIAMO". Per paura della sofferenza, dunque, rifiutarono Gesù. Questo peccato si ripete spesso. Si può ripetere anche in noi se, per paura della critica degli altri, non abbiamo il coraggio di testimoniare apertamente e generosamente Gesù, la nostra fede, le nostre convinzioni rfeligiose. Gesù, a proposito, usa parole molto dure: "SE QUALCUNO MI RINNEGA DINANZI AGLI UOMINI; ANCH'IO LO RINNEGHERO' DAVANTI AL PADRE MIO". Se, invece, noi professiamo Gesù apertamente e generosamente con le parole e con i fatti, valgono per noi le altre parole di Gesù: "SE QUALCUNO MI RICONOSCERA' DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH'IO LO RICONOSCERO' DAVANTI AL PADRE MIO". E ciò significa che un giorno saremo cittadini felici del Paradiso.
Sac.Salvatore Paparo
GESU' LUCE DEGLI UOMINI
Domenica scorsa il brano evangelico ci presentò Gesù COME ACQUA VIVA: SOLO LUI può dissetare la nostra sete di felicità. Gesù, infatti, disse alla Samaritana: "CHI BEVE L'ACQUA CHE IO GLI DARO', NON AVRA' PIU' SETE IN ETERNO". E alla richiesta della donna: "Signore, dammi di quest'acqua che mi disseta PER SEMPRE", Gesù rispose: "L'ACQUA VIVA CHE DISSETA PER SEMPRE, SONO IO CHE TI PARLO".
Continuando nella linea dei simboli,, oggi la Sacra Scrittura ci presenta GESU' COME LUCE DELLA NOSTRA VITA.
Nel prologo del vangelo di San Giovanni leggiamo: "GESU' E' LA LUCE DEGLI UOMINI. LA LUCE RISPLENDE FRA LE TENEBRE, MA LE TENEBRE NON L'HANNO RICEVUTA. A QUANTI, PERO', L'ACCOLSERO DIEDE IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO".
Tenendo presenti le parole di San Giovanni, analizziamo la pagina evangelica che abbiamo proclamato un momento fa e che ci ha ricordato LA GUARIGIONE MIRACOLOSA DEL CIECO NATO. Gesù operò la guarigione per il bene del malato e anche perchè i presenti lo accogliessero come il Messia Redentore degli uomini. Purtroppo, però, SOLO UNO SEPPE LEGGERE GIUSTAMENTE DENTRO IL FATTO: IL MIRACOLATO.
Egli vedendosi guarito, in contrasto con l'opinione dei farisei, dedusse che Gesù era UN PROFETA, UN UOMO GIUSTO, e ciò perchè Dio esaudice i giusti e non i peccatori. E per testimoniare la santità di Gesù, il miracolato si lasciò percuotere e cacciare malamente dal sinedrio. Qualche ora dopo, Gesù si trovò dinanzi al cieco nato guarito, lo lodò per la sua generosa testimonianza, e per premiarlo gli svelò la sua identità: "CREDI TU NEL FIGLIO DELL'UOMO?". Ossia: "CREDI TU NEL MESSIA, IN COLUI CHE DEVE VENIRE PER SALVARE IL MONDO?". Il miracolato gli rispose:"E CHI E', SIGNORE, PERCHE' IO CREDA IN LUI?". Gli disse Gesù: " TU LO STAI VEDENDO: SONO PROPRIO IO CHE PARLO CON TE". Il cieco nato guarito fece il suo convinto atto di fede: "SI'. SIGNORE, IO CREDO". In quel momento colui che aveva ricevuto miracolasamente LA LUCE DEL CORPO, RICEVETTE ANCHE LA LUCE DELL'ANIMA GESU', E DIVENNE FIGLIO DI DIO".
Al contrario del miracolato, tutti gli altri protagonisti della narrazione, RIFIUTARONO GESU' COME LUCE DELLA LORO VITA.
Innanzi tutto rifiutarono LA LUCE-GESU' i farisei: essi credevano che Gesù era peccatore perchè aveva operato il miracolo in giorno di sabato. Secondo loro Gesù aveva trasgredito la legge del riposo sabatico perchè con la saliva aveva fatto un po' di fango e lo aveva spalmato sugli occhi del cieco. Ma si sbagliavano. Gesù altre volte si era difeso ma inutilmernte di questa accusa calunniosa. Lo aveva fatto, per esempio, quando, un giorno di sabto, imponendole le mani, aveva guarito una povera donna che soffriva da diciotto anni. Gesù in quell'occasione si difese con queste parole infuocate: "Ipocriti, oguno di voi non scioglie dalla greppia il bue o l'asino per condurlo a bere in giorno di sabato? E questa figlia di Abramo, malata da diciotto anni, non doveva essere scilolta dal suo male in giorno di sabato? Se il figlio di uno di voi o anche un vostro bue cade in un pozzo, chi non lo tira subito fuori, anche in giorno di sabato? DUNQUE E' LECITO FARE DEL BENE IN GIORNO DI SABATO".
Oltre ai fariuei, rifiutarono Gesù come luce della loro vita, anche i genitori del cieco nato guarito. Essi sapevano bene che era stato Gesù a dare la vista al loro figliolo. Ammettere tale miracolo, però, per loro sarebbe stato lo stesso CHE PROCLAMARE GESU' MESSIA. Ma se avessero proclamato Gesù Messia, sarebbero stati allontanati dal sinedrio A FORZA DI BASTONATE. Essi non ebbero il coraggio di testimoniare la verità, e quindi alla domanda dei farisei se era stato Gesù a guarire il loro figliolo, risposero: "NON LO SAPPIAMO". Per paura della sofferenza, dunque, rifiutarono Gesù. Questo peccato si ripete spesso. Si può ripetere anche in noi se, per paura della critica degli altri, non abbiamo il coraggio di testimoniare apertamente e generosamente Gesù, la nostra fede, le nostre convinzioni rfeligiose. Gesù, a proposito, usa parole molto dure: "SE QUALCUNO MI RINNEGA DINANZI AGLI UOMINI; ANCH'IO LO RINNEGHERO' DAVANTI AL PADRE MIO". Se, invece, noi professiamo Gesù apertamente e generosamente con le parole e con i fatti, valgono per noi le altre parole di Gesù: "SE QUALCUNO MI RICONOSCERA' DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH'IO LO RICONOSCERO' DAVANTI AL PADRE MIO". E ciò significa che un giorno saremo cittadini felici del Paradiso.
Sac.Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
3 apr 2011
AMATISSIMO MIO GESU', UNICO SALVATORE DEL MOMDO
Oggi, 2 aprile 2011, ricorre il sesto anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II, e tu mi hai fatto un grande dono: da Milano, un Sacerdote Apostolo dell'Opera Cenacolo Familiare, e un gruppo di fratelli e e di sorelle Membri dell'Opera, sono venuti a trovarmi. Abbiamo celebrato una Santa Messa in cui ti sei fatto sentire particolarmnente presente in mezzo a noi. Grazie!
Gesù, la nostra comune Mamma Maria Santissima, durante le sue sei Apparizioni avvenute a Fatima dal maggio all'ottobre del 1917, profetizzò che LA PACE MESSIANICA MONDIALE, annunziata dagli Angeli sulla grotta di Betlem: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA", è prossima: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA' ED IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE".
Gesù, il prossimo beato PAPA GIOVANNI PAOLO II, ha un grande legame con la Madonna di Fatima: il 13 maggio del 1981, anniversario della Prima Apparizione a Fatima, fu colpito a morte con un'arma da fuoco sparata da Alì Agca. Il Papa si salvò , e Lui giustamente attribuì la sua salvezza all'intervento materno di Maria. Scrisse:
"FU UNA MANO MATERNA A GUIDARE LA TRAIETTORIA DELLA PALLOTTOLA E IL PAPA AGONIZZANTE SI FERMO' SULLA SOGLIA DELLA MORTE".
Gesù, ti supplico che il prossimo beato Giovanni Paolo II, insieme ad altri potenti intercessori presso Dio, ottenga dal Padre Celeste la grazia che il Papa Benedetto XVI INDICA IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, necessario perchè la Tua Chiesa si purifichi in modo da offrire IN SE' IL TUO VERO VOLTO AGLI UOMINI NOSTRI CONTEMPORANEI, E SI CONVERTANO A TE, UNICO SALVATORE DEL MONDO.
Gesù, sono un tuo umile strumento di amore e di misericordia.
Sac. Salvatore Paparo
Gesù, la nostra comune Mamma Maria Santissima, durante le sue sei Apparizioni avvenute a Fatima dal maggio all'ottobre del 1917, profetizzò che LA PACE MESSIANICA MONDIALE, annunziata dagli Angeli sulla grotta di Betlem: "PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA", è prossima: "ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA' ED IL MONDO AVRA' UN PERIODO DI PACE".
Gesù, il prossimo beato PAPA GIOVANNI PAOLO II, ha un grande legame con la Madonna di Fatima: il 13 maggio del 1981, anniversario della Prima Apparizione a Fatima, fu colpito a morte con un'arma da fuoco sparata da Alì Agca. Il Papa si salvò , e Lui giustamente attribuì la sua salvezza all'intervento materno di Maria. Scrisse:
"FU UNA MANO MATERNA A GUIDARE LA TRAIETTORIA DELLA PALLOTTOLA E IL PAPA AGONIZZANTE SI FERMO' SULLA SOGLIA DELLA MORTE".
Gesù, ti supplico che il prossimo beato Giovanni Paolo II, insieme ad altri potenti intercessori presso Dio, ottenga dal Padre Celeste la grazia che il Papa Benedetto XVI INDICA IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, necessario perchè la Tua Chiesa si purifichi in modo da offrire IN SE' IL TUO VERO VOLTO AGLI UOMINI NOSTRI CONTEMPORANEI, E SI CONVERTANO A TE, UNICO SALVATORE DEL MONDO.
Gesù, sono un tuo umile strumento di amore e di misericordia.
Sac. Salvatore Paparo
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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