OMELIA
Siamo alla terza domenica di Pasqua e la Liturgia della Parola insiste ancora sul Mistero Pasquale, ossia sulla Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Nella Prima Lettura San Pietro dice ai Giudei:
" (GESU') FU CONSEGNATO A VOI; VOI L'AVETE INCHIODATO SULLA CROCE PER MANO DI EMPI E L'AVETE UCCISO; MA DIO LO HA RISUSCITATO".
Nella Seconda Lettura è ancora San Pietro che parla:
"VOI FOSTE LIBERATI DALLA VOSTRA VUOTA CONDOTTA... CON IL SANGUE PREZIOSO DI CRISTO... ; DIO LO HA RISUSCITATO DAI MORTI E GLI HA DATO GLORIA".
Ma oggi è soprattutto la pagina evangelica, con il racconto del mirabile episodio dei due discepoli di Emmaus, CHE EVIDENZIA IL MISTERO PASQUALE.
I due discepoli di Emmaus sono dei delusi immersi in una tristezza angosciosa: essi avevano sperato tanto in Gesù Messia; ma si erano cullati in un falso messianismo: dal Messia Gesù si attendevano solo benefici materiali ed egoistici: la liberazione di Israele dal dominio romano e la conquista del mondo intero; per cui fu immensa la loro delusione quando videro Gesù sconfitto dai suoi nemici e umiliato con la morte in croce.
Persa, pertanto, ogni fiducia in Gesù, i due discepoli di Emmaus, sconsolati, abbandonarono la città di Gerusalemme per ritornare al loro villaggio di origine. Non credevano possibile la risurrezione di Gesù; e per questa loro incredulità i loro occhi erano offuscati e non riconobbero Gesù Risorto nel pellegrino unitosi ad essi lungo la strada che da Gerusalemme portava ad Emmaus. Però, si dimostrarono umili: infatti, accettarono senza lamentarsi il duro e meritato rimprovero del pellegrino: "VOI SIETE CORTI DI INTELLIGENZA E TARDI DI CUORE".
Di buon grado accettarono anche di farsi istruire dal pellegrino sul contenuto della Sacra Scrittura che aveva predetto fin nei suoi minimi particolari, che il Messia doveva soffrire molto, essere flagellato, ucciso in croce e risorgere il terzo giorno. Per questa loro buona disponibiltà interiore, il loro cuore ardeva di gioia mentre il pellegrino spiegava loro la Sacra Scrittura. Giunti ad Emmaus verso sera, durante la cena avvenne l'imprevedibile: il pellegrino prese del pane, fece la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai due discepoli dicendo loro: "PRENDETE E MANGIATE: QUESTO E' IL MIO CORPO". Finalmente i loro occhi si aprirono, e nel pellegrino RICONOBBERO GESU' RISORTO. Gesù, però, scomparve subito. I due discepoli, benchè notte, ricolmi di gioia, tornarono immediatamente a Gesrusalemme per riferire agli Apostoli l'eccezionale evento.
Gli Apostoli e le Prime Comunità Cristiane raccontavano spesso questo mirabile episodio, e lo raccontavano perchè esso contiene questo importante messaggio: la nostra fede, in situazioni particolarmnente difficili della nostra vita, può vacillare; possiamo, perfino, essere tentati di voltare le spalle a Gesù. Per superare felicemente la nostra tentazione dobbiamo, come i due discepoli di Emmaus, lasciarci illuminare dalla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura e partecipare al banchetto eucaristico. Ciò avviene particolarmente nella Santa Messa. E' nella Santa Messa, infatti, che il sacerdote, nel nome di Gesù, legge e spiega la Sacra Scrittura; è nella Santa Messa che il sacerdote rende presente GESU' RISORTO sotto le apparenze del pane e del vino, e lo dona ai fedeli presenti.
Dobbiamo rilevare, però, che per ottenere i benefici effetti della Santa Messa, non è sufficiente parteciparvi. E' necessario anche ascoltare la Parola di Dio con il vivo desiderio di comprenderla e di metterla in pratica; è necessario anche ricevere Gesù Eucaristico con le dovute disposizioni.
Nella Comunione Eucaristica Gesù viene a contatto fisico con noi per trasformarci in SE' come il fuoco trasforma in fuoco il ferro con il quale viene a contatto. Ma questa trasformazione Gesù la può effettuare solo se trova in noi un cuore pieno di fede, come lo trovò in quella donna che perdeva sangue da dodici anni e che aveva speso tutti i suoi soldi girando da un medico all'altro, senza ricavarne alcun giovamento. Finalmente trovò l'unica via di uscita: "BASTA CHE IO TOCCHI IL LEMBO DEL MANTELLO DI GESU', E GUARIRO". Toccò il lembo del mantello di Gesù, e guarì.
Se riceviamo Gesù Eucaristico con la stessa fede di questa donna, Gesù ci trasforma semre più in SE', noi diventiamo sempre più COME GESU', AMORE MISERICORDIOSO, AMORE COMPASSIONEVOLE, SOPRATTUTTO VERSO I POVERI, GLI EMARGINATI, I PECCATORI.
Sac. Salvatore Paparo
10 mag 2011
TERZA DOMENICA DI PASQUA A
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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