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21 mag 2012

ASCENSIONE DEL SIGNORE

20 MAGGIO 2012

OMELIA

Dopo la sua RISURREZIONE, Gesù rimase ancora quaranta giorni in mezzo ai suoi discepoli per convincerli che Lui era veramante risorto e per prepararli alla discesa dello Spiritio Santo che li avrebbe trasformati in autentici Apostoli, in Apostoli sospinti da quest’unico impegno: “Rendere tutti gli uomini discepoli DEL SIGNORE GESU’ RISORTO”.

Trascorsi i quaranta giorni, Gesù radunò tutti i suoi discepoli che ammontavano a circa 130 persone e li condusse SUL MONTE DEGLI ULIVI. E non a caso: infatti, Gesù, durante la sua vita pubblica, sul monte degli ulivi, trascorse spesso intere notti in preghiera;  l’orto degli ulivi, inoltre, nella notte del Giovedi Santo, assistette impotente alle tre lunghe e tremende ore di agonia di Gesù, durante le quali Gesù sudò sangue perché preso da una tristezza mortale.

Ora , tutto è cambiato: non più tristezza mortale, non più sudore di sangue, non più agonia. Ora il monte degli ulivi assiste al trionfo di Gesù: Gesù sale al Cielo, luogo di perfetta ed eterna felicità: le porte del Cielo che erano state chiuse  a causa del nostro peccato, ora vengono spalancate: Gesù entra in Cielo seguito da un’immensa folla costituita da tutti i santi e da tutte le sante del Vecchio Testamento. Gesù attende anche noi in Cielo, restando così fedele a questa sua confortante promessa: “VADO IN CIELO A PREPARARE UN POSTO A CIASCUNO DI VOI. VI PRENDERO’ CON ME AFFINCHE’ DOVE SONO IO, SIATE ANCHE VOI”.

Evidentemente per raggiungere la meta del Cielo, che è il luogo della PERFETTA FELICITA’ PERCHE’ LI’ VIVREMO UNA VITA DI PERFETTO AMORE, E’ NECESSARIO CHE CI PREPARIAMO VIVENDO D’AMORE ANCHE IN QUESTA TERRA: DOBBIAMO AMARE DIO PADRE, COMPIENDO SEMPRE LA SUA VOLONTA’, DOBBIAMO AMARCI GLI UNI GLI ALTRI TRATTANDOCI COME TRATTEREMMO GESU’ SE LO VEDESSIMO CON I NOSTRI OCCHI. IN REALTA’, GESU’ SI NASCONDE SOTTO IL VOLTO DI TUTTE LE PERSONE CON LE QUALI VENIAMO A CONTATTO: “QUALUNQUE COSA FATE AL PIU’ PICCOLO DEI MIEI FRATELLI, LA FATE A ME”.

Nei primi secoli dell’Era Cristiana , moltissimi cristiani sentivano il bisogno di ritirarsi nel deserto per vivere una vita solitaria nella preghiera e nella penitenza. Un giorno un gruppo di pellegrini visitarono un eremita per avere da lui una parola di conforto e un incitamento a migliorare il loro comportamento cristiano. Quando, però, si accorsero che viveva in una stanzetta di pochi metri quadrati, rimasero terrorizzati e, quasi increduli, gli domandarono:

“COME FATE A RESISTERE?”.  L’eremita, calmo, invitò un pellegrino ad entrare nella stanzetta e lo condusse presso una parete dove c’era un piccolo buco, e gli disse: “GUARDA! COSA VEDI?”.  “VEDO SOLO UN PICCOLO ANGOLO DI CIELO AZZURRO”. Allora l’eremita commentò: “E’ PROPRIO IL PENSIERO DEL PICCOLO ANGOLO DI CIELO RISERVATO A ME CHE MI FA SUPERARE TUTTE LE DIFFICOLTA’ CHE LA VITA EREMITICA M’IMPONE”.

La conclusione non può essere che questa: IL PENSIERO CHE GESU’ A CIASCUNO DI NOI HA PREPARATO UN POSTO IN CIELO, NELLE DIFFICOLTA’CHE INCONTRIAMO NELLA VITA DI OGNI GIORNO, CI DEVE SOSPINGERE  A PERSEVERARE NEL BENE.


Sac. Salvatore Paparo

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