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1 mag 2012

QUARTA DOMENICA DI PASQUA B

29 APRILE 2012

OMELIA

Per comprendere il brano biblico della Prima Lettura di oggi, dobbiamo richiamarci alla mente un miracolo operato da San Pietro dopo la Pentecoste.
Un giorno gli Apostoli Pietro e Giovanni salirono al  tempio. Erano le tre del pomeriggio: l’ora della preghiera. Presso la porta del tempio vi era un uomo , storpio fin dalla nascita. Lo portavano là ogni giorno, ed egli chiedeva l’elemosina a tutti quelli che entravano nel tempio. Appena vide Pietro e Giovanni che stavano per entrare, chiese loro l’elemosina. Ma Pietro insieme a Giovanni lo fissò negli occhi e gli disse: “ SOLDI NON NE HO, MA QUELLO CHE HO TE LO DO VOLENTIERI: NEL NOME DI GESU’ CRISTO, IL NAZARENO, ALZATI E CAMMINA”. In quell’istante la gambe e le caviglie del malato diventarono robuste. Con un salto si mise in piedi e incominciò a camminare, anzi, saltava per la gioia e lodava Dio. Attorno a Pietro e a Giovanni si raccolse una gran folla meravigliata, e Pietro ne approfittò per evangelizzarla. Giunsero anche molti capi dei Giudei. Essi, però, anziché adorare Dio come avrebbero dovuto fare, erano molto irritati perché gli Apostoli insegnavano al popolo, ma soprattutto perché annunziavano che Gesù era risuscitato e che quindi i morti risorgono. Perciò li arrestarono e li gettarono in prigione fino al giorno successivo, perché ormai era sera. Il giorno dopo i capi dei Giudei si radunarono, fecero venire gli Apostoli e incominciarono ad interrogarli chiedendo loro il nome della persona che aveva dato ad essi il potere di guarire lo storpio. E’ a questo punto che si inserisce il brano biblico della Prima Lettura di oggi. Pietro, pieno di Spirito Santo, rispose loro: “CAPI E ANZIANI DI QUESTO TRIBUNALE, ASCOLTATEMI: SIA NOTO A TUTTI VOI E A TUTTO IL POPOLO D’ISRAELE: QUEST’UOMO CHE VI STA INNANZI E’ STATO RISANATO NEL NOME DI GESU’ CRISTO, IL NAZARENO, CHE VOI AVETE CROCIFISSO E CHE DIO LO HA RISUSCITATO DAI MORTI. IN NESSUN ALTRO C’E’ SALVEZZA”.

Con la certezza che Gesù è l’unico nostro Salvatore, ci accostiamo al brano evangelico di oggi. Qui non è più Pietro che parla di Gesù, ma è lo stesso Gesù che parla di Se’. Egli si dichiara Buon Pastore e ci chiama sue pecore: “IO SONO IL BUON PASTORE. CONOSCO LE MIE PECORE E LE MIE PECORE CONOSCONO ME”. Nel linguaggiuo biblico conoscere significa amare. Perciò Gesù manifesta il suo amore per noi, e ci assicura che se noi lo amiamo veramente, riusciamo a ricambiargli l’amore in modo pratico, vivendo come Lui è vissuto.

Gesù non solo ci ama, ma ci ama senza misura, ci ama fino al sommo grado: “IO SONO IL BUON PASTORE E OFFRO LA MIA VITA PER LE MIE PECORE”. Dobbiamo sottolineare che Gesù è morto crocifisso per noi, non perché è stato costretto da altri, ma perché lo ha voluto Lui liberamente: “ IO OFFRO LA MIA VITA PER POI RIPRENDERLA DI NUOVO. NESSUNO ME LA TOGLIE, MA LA OFFRO DA ME STESSO, POICHE’ HO IL POTERE DI OFFRIRLA E IL POTERE DI RIPRENDERLA DI NUOVO”.

Concludiamo dicendo che noi cristiani del terzo millennio abbiamo un grosso obbligo: amare come Gesù ci ha amati perché solo così si realizzerà la profezia del nostro Buon Pastore: “ HO ALTRE PECORE CHE NON SONO DI QUESTO GREGGE. ANCHE DI LORO DEVO ESSERE PASTORE. ASCOLTERANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE”. Un solo gregge composto da tutti gli uomini e da tutte le donne di questa terra; UN SOLO PASTORE: GESU’.


Sac. Salvatore Paparo

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