13 MAGGIO 2012
OMELIA
La prima lettura biblica di oggi ha bisogno di una piccola
introduzione.
La Comunità Cristiana delle
origini formata da soli Ebrei convertitisi a Gesù, era convinta che Gesù è
venuto in questo mondo per salvare solo gli Ebrei. Ma si sbagliavano. La prima lettura di oggi
ci dice che Gesù offre la sua salvezza non solo agli Ebrei ma a tutti gli uomini.
Abbiamo letto, infatti, che lo Spirito Santo prese possesso di un gruppo DI
PAGANI e che San Pietro fece questa logica deduzione: “ CHI PUO’ IMPEDIRE CHE
SIANO BATTEZZATI NELL’ACQUA QUESTI CHE COME NOI HANNO RICEVUTO LO SPIRITO SANTO?”. E ordinò che fossero
battezzati nel nome di Gesù Cristo.
Alla luce di questo fatto richiamiamoci alla mente il nostro Battesimo
e la nostra Cresima.
Quando eravamo piccoli, il sacerdote versò sul nostro capo dell’acqua e
pronunziò le parole sacramentali: “IO TI BATTEZZO NEL NOME DEL PADRE, DEL
FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO”. In quel momento avvenne in noi qualcosa di
straordinario: Dio ci comunicò la sua stessa vita per cui noi divenimmo suoi
veri figli. Da ciò deriva un’importantissima conseguenza: noi figli di Dio
dobbiamo vivere la vita di Dio nostro Padre. E la vita di Dio è un vita di
AMORE. Il modello dell’amore è Gesù. Gesù amò Dio Padre e amò noi. Amò Dio
Padre compiendo sempre la sua volontà tanto che spesso esclamava: “IL MIO CIBO
QUOTIDIANO E’ COMPIERE LA VOLONTA’ DEL PADRE CHE MI HA MANDATO”. Gesù non amò
solo il Padre Celeste, ma amò anche noi e ci diede il sommo gesto dell’amore.
Ciascuno di noi deve affermare quanto affermò San Paolo: “ GESU’ MI HA AMATO ED
HA SACRIFICATO LA SUA VITA PER ME PECCATORE”.
Noi dobbiamo imitare Gesù nel duplice amore: dobbiamo amare Dio e
dobbiamo amare il prossimo. Dobbiamo
amare Dio osservando i suoi comandamenti; dobbiamo amare il prossimo mettendo
in pratica questa legge evangelica: “FA’ AGLI ALTRI QUELLO CHE VUOI CHE GLI ALTRI
FACCIANO A TE; NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VUOI CHE GLI ALTRI FACCIANO A
TE”.
Oltre che figli di Dio, noi con il Battesimo siamo diventati membra del
Corpo Mistico di Gesù e siamo stati
inseriti in una Comunità Cristiana. Il cristiano, quindi, non è un isolato. Non
può, pertanto, dire: “IO NON FREQUENTO LA CHIESA, MA SONO UN BUON CRISTIANO:
PREGO A CASA MIA”.
No, il buon cristiano deve partecipare alla vita comunitaria degli
altri cristiani. E la Comunità Cristiana si raduna per pregare insieme, per
ascoltare insieme la Parola di Dio e soprattutto per partecipare insieme alla
Messa Domenicale ACCOSTANDOSI ANCHE ALLA MENSA EUCARISTICA. La domenica ogni
buon cristiano deve sentire il bisogno di fare festa insiemne ai suoi fratelli
cristiani. Dio Padre ci chiama alla sua casa: in chiesa ci fa sentire la sua
parola di misericordia, ci dona Gesù Eucaristico. Gesù Eucaristico viene in noi
per trasformarci gradualmente in Sé fino a poter affermare con San Paolo: “ LA
MIA VITA E’ CRISTO. NON SONO PIU’ IO CHE VIVO, MA E’ CRISTO CHE VIVE IN ME”.
Oltre che ricevere il Battesimo, noi abbiamo ricevuto anche la Cresima.
La Cresima fu il giorno della nostra Pentecoste. Infatti, come gli
Apostoli nel giorno della Pentecoste ricevettero lo Spirito Santo e con le parole e la vita divennero testimoni
di Gesù nel mondo antico; così noi, nel giorno della Cresima abbiamo ricevuto
lo Spirito Santo e siamo chiamati ad essere con le parole e la vita, testimoni
di Gesù nell’ambiente in cui viviamo. Tutti di ciascuno di noi dovrebbero poter
dire: “ PARLA COME PARLEREBBE GESU’; AGISCE COME AGIREBBE GESU’ “. E’ lo stesso Gesù che ce lo chiede: “VI HO
DATO L’ESEMPIO PERCHE’ ANCHE VOI FACCIATE COME HO FATTO IO”.
Sac. Salvatore Paparo
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