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5 mar 2013

DOBBIAMO CONVERTIRCI T U T T I !


TERZA DOMENICA DI QUARESIMA   ANNO  C

OMELIA

La Sacra Scrittura della terza domenica di quaresima è dominata da  due realtà contrastanti:: da una parte abbiamo Dio sempre buono e pietoso che benefica; dall’altra parte l’uomo ingrato che pecca e che si rovina.

La prima lettura ci presenta un Dio veramente pietoso. Egli apparve a Mosè sul monte Oreb e gli disse: “HO OSSERVATO LA MISERIA DEL MIO POPOLO IN EGITTO, HO UDITO IL SUO GRIDO, CONOSCO LE SUE SOFFERENZE. SONO SCESO PER LIBERARLO DALLA MANO DELL’EGITTO E PER CONDURLO VERSO UN PAESE BELLO E SPAZIOSO DOVE SCORRE LATTE E MIELE”.
E Dio non si fermò alle parole: operando strepitosi miracoli liberò di fatto gli Ebrei dalla schiavitù egiziana. Un popolo così beneficato avrebbe dovuto mostrarsi  molto grato verso Dio. Ma non fu così. San Paolo, infatti, nella Seconda Lettura afferma: “GLI EBREI USCITI DALL’EGITTO FURONO TUTTI PROTETTI DAI NEMICI PER MEZZO DI UNA NUBE MISTERIOSA, TUTTI ATTRAVERSARONO INCOLUMI IL MAR ROSSO, TUTTI MANGIARONO LA MANNA DISCESA DAL CIELO E BEVVERO L’ACQUA SCATURITA MIRACOLOSAMENTE DA UNA RUPE. Ma, MALGRADO CIO’,  continua San Paolo, LA MAGGIOR PARTE DI ESSI PREVARICO’, DUBITO’ DELLA BONTA’ DI DIO, SI LAMENTO’ DI DIO, E PER QUESTO MOTIVO PERI’ NEL DESERTO, NON GIUNSE ALLA TERRA PROMESSA”.
Tutto ciò, aggiunge San Paolo, avvenne come esempio per noi, e fu scritto per nostro ammonimento. L’esortazione dell’Apostolo è che non imitiamo  la durezza di cuore dimostrata dagli Ebrei nel deserto; ma piuttosto che siamo riconoscenti verso Dio che ci benefica sempre. Se imitiamo l’ingratitudine degli Ebrei, conclude San Paolo, non raggiungeremo il Paradiso così come gli Ebrei ribelli ed ostinati non raggiunsero la terra promessa, la Palestina.

Nel brano evangelico Gesù  ci invita alla conversione con parole molto impressionanti: “SE NON VI CONVERTIRETE, PERIRETE TUTTI”.
Lo sappiamo bene, Gesù è misericordioso, è venuto nel mondo non per condannarci ma per salvarci. In conseguenza, Egli perdonò tutti i peccatori ben disposti. Perdonò, ad esempio, Zaccheo e la Maddalena, Pietro e il ladrone pentito, l’adultera e la samaritana. Però, dinanzi ai peccatori impenitenti, dinanzi ai peccatori che non vogliono pentirsi dei loro peccati, Gesù è impotente. Non li può salvare come non potè salvare  Giuda e uno dei due ladroni crocifissi accanto a  Lui.  Sapendo che Gesù sarebbe disposto a soffrire nuovanente la sua passione e la sua  morte se ciò fosse necessario per salvare anche una sola persona, dobbiamo dedurre che chi si perde, durante la sua vita terrena, ha dovuto sentire molto spesso nel suo cuore i richiami amorosi di Gesù alla conversione, e che lui gli ha risposto sempre: “No, preferisco continuare a peccare”.   

Il nostro atteggiamento deve essere un atteggiamento di peccatori pentiti che confidano nella  misericordia di Dio. Solo così Gesù, alla fine della nostra vita terrena, può rivolgere a ciascuno di noi la promessa rivolta al ladrone pentito:     “OGGI SARAI CON ME IN PARADISO”.

Sac. Salvatore Paparo

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