TERZA
DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
OMELIA
La Sacra Scrittura della terza domenica di quaresima è dominata da due realtà contrastanti:: da una parte
abbiamo Dio sempre buono e pietoso che benefica; dall’altra parte l’uomo
ingrato che pecca e che si rovina.
La prima lettura ci presenta un Dio
veramente pietoso. Egli apparve a Mosè sul monte Oreb e gli disse: “HO
OSSERVATO LA MISERIA DEL MIO POPOLO IN EGITTO, HO UDITO IL SUO GRIDO, CONOSCO
LE SUE SOFFERENZE. SONO SCESO PER LIBERARLO DALLA MANO DELL’EGITTO E PER
CONDURLO VERSO UN PAESE BELLO E SPAZIOSO DOVE SCORRE LATTE E MIELE”.
E Dio non si fermò alle parole: operando strepitosi miracoli liberò di
fatto gli Ebrei dalla schiavitù egiziana. Un popolo così beneficato avrebbe
dovuto mostrarsi molto grato verso Dio.
Ma non fu così. San Paolo, infatti, nella Seconda Lettura afferma: “GLI EBREI
USCITI DALL’EGITTO FURONO TUTTI PROTETTI DAI NEMICI PER MEZZO DI UNA NUBE
MISTERIOSA, TUTTI ATTRAVERSARONO INCOLUMI IL MAR ROSSO, TUTTI MANGIARONO LA
MANNA DISCESA DAL CIELO E BEVVERO L’ACQUA SCATURITA MIRACOLOSAMENTE DA UNA
RUPE. Ma, MALGRADO CIO’, continua San
Paolo, LA MAGGIOR PARTE DI ESSI PREVARICO’, DUBITO’ DELLA BONTA’ DI DIO, SI LAMENTO’
DI DIO, E PER QUESTO MOTIVO PERI’ NEL DESERTO, NON GIUNSE ALLA TERRA PROMESSA”.
Tutto ciò, aggiunge San Paolo, avvenne come esempio per noi, e fu
scritto per nostro ammonimento. L’esortazione dell’Apostolo è che non
imitiamo la durezza di cuore dimostrata
dagli Ebrei nel deserto; ma piuttosto che siamo riconoscenti verso Dio che ci
benefica sempre. Se imitiamo l’ingratitudine degli Ebrei, conclude San Paolo,
non raggiungeremo il Paradiso così come gli Ebrei ribelli ed ostinati non
raggiunsero la terra promessa, la Palestina.
Nel brano evangelico Gesù ci
invita alla conversione con parole molto impressionanti: “SE NON VI
CONVERTIRETE, PERIRETE TUTTI”.
Lo sappiamo bene, Gesù è misericordioso, è venuto nel mondo non per
condannarci ma per salvarci. In conseguenza, Egli perdonò tutti i peccatori ben
disposti. Perdonò, ad esempio, Zaccheo e la Maddalena, Pietro e il ladrone
pentito, l’adultera e la samaritana. Però, dinanzi ai peccatori impenitenti,
dinanzi ai peccatori che non vogliono pentirsi dei loro peccati, Gesù è
impotente. Non li può salvare come non potè salvare Giuda e uno dei due ladroni crocifissi
accanto a Lui. Sapendo che Gesù sarebbe disposto a soffrire
nuovanente la sua passione e la sua
morte se ciò fosse necessario per salvare anche una sola persona,
dobbiamo dedurre che chi si perde, durante la sua vita terrena, ha dovuto
sentire molto spesso nel suo cuore i richiami amorosi di Gesù alla conversione,
e che lui gli ha risposto sempre: “No, preferisco continuare a peccare”.
Il nostro atteggiamento deve essere un atteggiamento di peccatori
pentiti che confidano nella misericordia
di Dio. Solo così Gesù, alla fine della nostra vita terrena, può rivolgere a
ciascuno di noi la promessa rivolta al ladrone pentito: “OGGI SARAI CON ME IN PARADISO”.
Sac. Salvatore Paparo
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