“DOBBIAMO PENSARE CHE PAPA FRANCESCO
E’ SIMBOLO DI UNA GRANDE RIFORMA NELLA CHIESA
“
Intervista a Frei Betto durante un
incontro organizzato dal coordinamento
“Noi con il mondo” di
Pinerolo in collaborazione con la “Rete Radiè Resh”
di Gianfranco Monaca
FREI BETTO HAI PORTATO DEI LIBRI DA DIFFONDERE.
DI CHE SI TRATTA?
“ Ho lavorato per sei anni al libro QUELL’UOMO CHIAMATO GESU’.
Sono i quattro Vangeli scritti come un romanzo. Il Vangelo è un libro
scritto duemila anni fa: nelle comunità di base la gente non ha né il tempo né
la testa per fare dei corsi biblici. Mi
sono basato sulla bibliografia dei critici più attuali ed ho viaggiato in
Giudea, Samaria e Galilea, poi ho completato con la fantasia il racconto evangelico.
Un esempio. Nel vangelo di Giovanni si racconta che Gesù è andato ad una festa
di matrimonio nel villaggio di Cana con Maria e i discepoli.
Le ricerche mostrano come era il matrimonio nel rito giudaico di
quell’epoca, e dicono che tutti ballavano in questa festa. Né le mie ricerche né
i vangeli dicono che Gesù ha ballato, ma essendo celibe certamente ha ballato:
perciò in questo romanzo Lui balla”.
CI SONO FATTI NUOVI NELLA CHIESA. CHE TE NE PARE?
“ Voglio raccontare un’altra storia, che tutti conoscono meglio di me.
Il sistema di produzione dell’Europa occidentale, fino al dodicesimo secolo,
era un sistema feudale. Gli alimenti venivano dai servi della gleba, e i beni
materiali dagli artigiani. Gli abiti erano un prodotto artigianale. Nel
dodicesimo secolo un italiano chiamato Bernardone ha creato una manifattura di
tessuti. Bernardone è un pioniere del sistema capitalista. Importava i prodotti
per la tintoria dalla Francia, che era un’area metropolitana..
In omaggio a questa, ha dato al figlio il nome di Francesco, cioè “il
Francese”, come se uno, per ammirazione degli Stati Uniti, chiamasse il figlio
George Bush o Barak Obama. Il figlio di Bernardone andò in guerra, tornò ferito
e fece una scelta radicale in favore della pace. Aveva percepito che la
manifattura di papà produceva miseria, perché se possedeva una macchina che
faceva i tessuti in serie, questi costavano meno di quelli prodotti dagli
artigiani. Francesco denunciò questo sistema produttivo: Francesco è un
pioniero della critica al capitalismo. In più, si è schierato dalla parte delle
vittime del capitalismo ed è diventato povero con i poveri”.
STAI PENSANDO AL NUOVO PAPA?
“Ora, quando un papa prende il nome di Francesco, significa qualcosa.
Mai un papa si era chiamato Francesco, come nessun papa si è chiamato Pietro
secondo, e speriamo che non capiti mai, perché, dice Nostradamus, quando un
papa si chiamerà Pietro secondo il mondo finirà. Nessun papa si è chiamato col
nome dell’evangelista Matteo né con il nome dell’evangelista Luca; forse c’è
stato un papa di nome Marco, ma ventiquattro col nome di Giovanni, senonchè uno
non è canonico, per cui l’ultimo è stato Giovanni XXIII. Sappiamo ciò che è
accaduto nell’ultimo Conclave. Il cardinale Bergoglio sedeva accanto al
cardinale Claudio Ruiz brasiliano, con
cui ha lavorato per quindici anni, vescovo della regione industriale di San
Paolo come incaricato della pastorale operaia. Don Claudio ha raccontato che,
quando Bergoglio ha capito di essere eletto, lui si è alzato, lo ha abbracciato
e baciato, e Bergoglio gli ha chiesto “Che nome prendo?”. Dom Claudio, che è
francescano ed è un uomo che ha fatto la scelta dei poveri, gli ha suggerito il
nome Francesco. Ora abbiamo un papa molto ecumenico, perché è gesuita, ha
adottato un nome francescano, e si veste con la divisa da domenicano, che è la
mia divisa”.
CHE MESSAGGIO HA VOLUTO DARE PAPA FRANCESCO?
Questo nome ha cinque significati: quello della pace, la cri
tica del sistema produttivo che genera la miseria, l’opzione per i
poveri, poi san Francesco è il patrono
dell’ecologia, dell’amore per la natura, tema attualissimo, e in ultimo luogo
Francesco, nella chiesa di San Damiano ha sentito Gesù chiedergli di
ricostruire la Chiesa. Lui ha preso alla lettera questo comando e ha
ricostruito la chiesa di pietre, poi ha capito che questa chiesa era molto più
ampia: si trattava di ricostruire la Chiesa Cattolica, che era molto corrotta e
che aveva raggiunto il vertice della corruzione nel periodo di Innocenzo III.
Francesco non è mai stato ordinato sacerdote, ma ha creato un movimento nel
periodo in cui la Chiesa
produceva molti gruppi dissidenti, che per equivoco erano chiamati
“eretici”.
Non c’era niente di eretico, semplicemente criticavano la Chiesa per
amore del Vangelo”.
UN MESSAGGIO POLITICO, DUNQUE?
“Francesco nel 1209 va a Roma a chiedere l’aurorizzazione per questo
movimento, e il papa concede l’autorizzazione. Era un politico intelligente:
prima che il papa condannasse anche lui come eretico, come aveva fatto con
Pietro Valdo e gli altri, è andato a chiedere la benedizione papale. Innocenzo
III è morto nel 1216; un cardnale francese che aveva preso parte al suo
funerale racconta di essere stato molto impressionato del lusso di cui il
cadavere era coperto, dell’oro, dei gioielli che erano graditi a Innocenzo III:
dato che le esequie di un papa durano diversi giorni, e la notte la basilica di
San Pietro era rimasta deserta, sono entrati i ladri e hanno lasciato il
cadavere letteralmente nudo. Ma nella basilica era presente una persona che i
ladri non hanno visto, e che era Francesco. Francesco allora si è tolta la sua
veste francescana per coprire il corpo del papa. Si tratta certamente di una
leggenda, ma è molto interessante perchè racconta la seconda spogliazione di
Francesco. Con la prima aveva rifiutato i vestiti costruiti dal padre e con la
seconda aveva coperto la nudità del papa.
L’altro significato del nome Francesco è Francesco Saverio. Gesuita
come il papa attuale era andato ad evangelizzare il Giappone e l’India. Noi
siamo attualmente in un periodo storico molto simile a quello del XVI secolo. Che fare?. Cinquant’anni fa la
Chiesa ha promosso il Concilio Vaticano II, e sono cinquant’anni che aspettiamo
che questo Concilio sia messo in pratica.”.
UNA POLITICA DIVERSA, DUNQUE?
“ Si conosce la storia: Giovanni XXIII annunciò questo Concilio senza
consultare la Curia romana. Era molto amico del vescovo brasiliano Helder
Camara, il pioniere dell’opzione per poveri nella chiesa del ventesimo secolo.
Un giorno Helder Camara andò a parlare con Giovanni XXIII e gli ha chiesto
perché i buoni teologi non erano stati invitati a questo Concilio, facendo
alcuni nomi: Congar, De Lubac, Ratzinger (un buon teologo tedesco
progressista), Hurs von Balthasar, il collega di Ratzinger Hans Kung, nessuno
dei quali era stato invitato al Concilio.
Giovanni XXIII rispose a don Helder: “Già è stato così difficile
convocare un Concilio senza consultare la Curia, che non mi sento in condizione
di invitare questi teologi, perché sento che la Curia andrà molto in collera”.
Anche don Helder era un politico molto abile, e ha fatto al papa una
proposta.
Ecco l’accaduto: in quella settimana il papa doveva ricevere in udienza
i cardinali della Curia, mettiamo il giovedi alle cinque del pomeriggio. La
segreteria papale aveva fissato per dom Helder una udienza alle sei del
pomeriggio di quello stesso giorno, senonchè dom Helder arrivò alle quattro e
mezza, e subito dopo arrivarono i cardinali della Curia per l’udienza delle
cinque. Quando il papa apre la porta per ricevere la Curia, vede dom Helder che
era previsto solo per le sei, e lo chiama. “ Entri, entri!”. Dom Helder aveva
molte carte sotto il braccio, e rimase accanto al papa durante l’udienza dei
cardinali. Ad un certo momento lasciò che le carte cadessero per terra, e
Giovanni XXIII chiese di che carte si trattasse. “Mah, sono soltanto i nomi di
alcuni teologi che vengo a suggerire che siano invitati al Concilio”. “Allora,
la prego di leggerli – disse il papa – di che nomi si tratta?”. “ Hans Kung, Congar, Chenu…”. ” E’ ovvio che
devono essere invitati“ esclamò il papa. E fu così che furono invitati.
QUALI SONO I NODI DA SCIOGLIERE?
“Il primo è la sessualità. I verbali del Concilio oggi sono pubblici, e
sappiamo che il vescovo di Cracovia, Karol Vojtyla, nelle commissioni ha sempre
votato con i più conservatori, il che spiega come nei ventisei anni del suo
pontificato non ha mai messo in pratica il Concilio. C’è un argomento nella
chiesa che resta congelato dal tempo del Concilio di Trento, cioè dal 1500, e
si chiama Teologia Morale: è il tema della sesssualità. In Concilio c’è stato
un movimento per riaprire un dibattito su questo argomento, ma i conservatori
si sono organizzati e lo hanno impedito. La vita è l’ironia della storia, e
riguarda il cardinale francese Jean Danielou, che anni dopo è morto
improvvisamente nella camera di una prostituta a Parigi, ma era stato il leader
del gruppo che aveva impedito che si toccasse l’argomento sessualità”.
POI?
“ La questione della donna. Voglio ricordare qualche punto della
dottrina ufficiale. Nella teologia scolastica c’è una questione classica: Può
uno schiavo essere sacerdote? Sì, se è stato reso libero, perché lo schiavo è
un uomo e come tale gode della pienezza della natura umana. Qui viene la
seconda domada: può una donna libera essere sacerdote? No, perché la donna è
ontologicamente inferiore all’uomo e non gode della pienezza della natura umana
e nemmeno del pieno dominio della ragione. Questo è un testo della dottrina
ufficiale della Chiesa, non è un mio discorso. La donna non ha il pieno dominio
della ragione, come i bambini e i pazzi.
Una coppia sposata religiosamente e civilmente può avere rapporti
sessuali, ma a condizione che tale rapporto sia destinato alla procreazione. Se
è per il piacere, no. E’ lussuria. Ho sentito un professore di teologia morale
dire a questo proposito: “Questo non è teologia, è zoologia”. M anche in
zoologia i mammiferi hanno delle manifestazioni fisiche di affetto. Gli unici
animali che hanno rapporti sessuali solo per la procreazione sono i rettili”.-
TU PARLI SPESSO DI IPOCRISIA. PERCHE?
“ Questo è l’ipocrisia, dividere ciò che si predica da ciò che si vive.
Benedetto XVI diceva che la Chiesa è piena di ipocrisia: è una cosa
forte se la dico io, ma se la dice un papa è ancora più forte. Ho l’impressione
che dicendo questo si è tolto un peso enorme dalle spalle, e le critiche che ha
fatto alla Chiesa e alla Curia sono molto forti. Nell’ultima settimana di
febbraio Benedetto XVI ha fatto per la Chiesa molto più di quanto aveva fatto
in otto anni, e ha messo fine alla papolatria, all’idolatria del papa, come se
il papa fosse un dio in terra, che è un’affermazione di san Giovanni Bosco ed è
un’affermazione eretica; ma quando si fa un’affermazione eretica a favore del
potere non si viene mai condannati dal potere.
La Chiesa dice
che è proibito usare il preservativo, anche se ciò produce l’AIDS dovunque.
Paolo VI ha cercato di aprire in Concilio il dibattito sulla malattia sociale,
con l’aiuto di una persona ottima come Bernhard Haring e ha deciso di trattare
l’argomento in una enciclica, ma Paolo VI era una personalità debole e la Curia
è riuscita ad imporsi su di lui: il risultato è l’enciclica HUMANAE VITAE, che
ha bloccato questo tema. Giovanni Paolo II non aveva alcun interesse a toccare
l’argomento e, quando si è scatenato lo scandalo della pedofilia, l’argomento
era di coprire. Roma ha coperto lo scandalo fin quando hanno cominciato ad
essere coinvolti vescovi e cardinali”.
HAI IN MENTE ALTRI NODI DA SCIOGLIERE?
“Poi c’è la
corruzione finanziaria, che ha prodotto dei suicidi sotto i ponti di Londra.
Vi do anche una
versione del caso di Giovanni Paolo I, papa Luciani, che mi è stata confidata
da un cardinale. Il cardinale di Chicago ha intestato un conto bancario di
50.000 dollari a una nipote; Paolo VI lo voleva trasferire da Chicago ma il
cardinale Baggio, presidente della Congregazione dei vescovi, si è opposto dicendo che la stampa
documentava la corruzione del cardinale, ma che se si trasferiva quello di
Chicago avrebbero accusato quello di Parigi, quello di San Paolo, e si sarebbe
dovuto correre dietro a tutte queste denunce. Paolo VI non trasferì il
cardinale di Chicago, ma tre mesi dopo papa Luciani invitò a cena il cardinale
Baggio ed ebbero un colloquio molto difficile: il papa non riuscì a convincerlo
a trasferire il cardinale di Chicago e Baggio se ne andò. Il papa rientrò nella
sua camera, prese il telefono e chiamò il cardinale Martini a Milano. Disse di
avere la tachicardia e raccontò a Martini la discussione che aveva avuto con
Baggio. In quella notte il papa morì. Martini narrò questo ad un altro
cardinale, che lo ha raccontato a me. Dato che non intendo rivelare il nome di
questo cardinale,e che anche Martini è morto, io vi trasmetto questa versione”.
CHE COSA TI
ASPETTI DUNQUE DA QUESTO NUOVO PAPA?
“Ora noi dobbiamo
pensare che papa Francesco è simbolo di una grande riforma nella Chiesa.
Subito dopo
l’elezione, il cardinale Claudio Ruiz, del Brasile, ha dichiarato a Roma che ci
sarà una riforma della Curia romana. Ruiz è un uomo che misura molto le parole
e non avrebbe mai detto queste cose se non fosse stato autorizzato dal papa,
perciò c’è speranza che ci sarà una riforma della Curia. Ma ci aspettiamo molto
più da questo papa: il Concilio parla di
una gestione collegiale della Chiesa. Il papato è l’unica monarchia
assoluta che resta in Occidente. In Oriente c’è quella dell’Arabia Saudita. A
lui piacerebbe molto che il papa non fosse un capo di Stato e chiudesse tutte
le nunziature, che oggi hanno più potere delle conferenze episcopali, e ricordo
che durante il pontificato di Paolo VI in Brasile la nunziatura non contava
niente, mentre oggi interferisce nelle decisioni delle chiese nazionali.
Sarebbe molto buona cosa se il papa valorizzasse i presidenti delle conferenze
episcopali delle chiese nazionali e i sinodi dei vescovi e che creasse un
sinodo dei laici, secondo la LUMEN GENTIUM che è una delle principali
costituzioni del Concilio Vaticano II”.
TU HAI CONOSCIUTO
SULLA TUA PELLE LE DITTATURE MILITARI IN AMERICA LATINA. NE PARLI NEL TUO LIBRO
“BATTESIMO DI SANGUE”. CHE COSA PENSI
DEL CARDINAL BERGOGLIO IN ARGENTINA NEGLI ANNI DELLA DITTATURA?
“Io sto alla
parola del premio Nobel per la Pace Perez Esquivel: dice che in primo luogo
Bergoglio non era ancora vescovo, era superiore dei Gesuiti, e non ha peccato
per partecipazione alla politica della Giunta militare; può darsi che talvolta
ha peccato di omissione, ma certamente ha lavorato dietro le quinte favorendo i
perseguitati. Non esiste alcuna prova che lui personalmente abbia appoggiato la
dittatura, come invece ha fatto l’insieme
della Chiesa argentina”.
QUANDO, DOPO
L’ELEZIONE AL PONTIFICATO, IN ITALIA QUESTO INTERROGATIVO SI E’ POSTO, LA RADIO
VATICANO HA LIQUIDATO VELOCEMENTE LA QUESTIONE COME UNA CAMPAGNA DI
ANTICLERICALISMO DI SINISTRA. CHE COSA NE PENSI’?
“In primo luogo
non so dove la Radio Vaticano abbia incontrato la sinistra, visto che in Europa la sinistra non esiste più. In America
Latina sì, ma non in Europa. In secondo luogo l’anticlericalismo sta molto di
più nel razionalismo scientifico che non in quella che si chiama sinistra. Io
trovo che il dubbio venga sollevato
legittimamente da tutti coloro che difendono i diritti umani”.
UN CRISTIANO PUO’
ESSERE ANTICLERICALE?
“Sì, trovo che
può: un cristiano non solo può, ma direi di più, un cristiano nell’attuale
struttura della Chiesa DEVE essere anticlericale, perché la Chiesa non sono
solo i preti; la Chiesa sono soprattutto i laici che non sono chiamati “padri ,
sono fratelli come san Francesco, che non è mai diventato prete”.