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29 apr 2014

IL SIGNORE GESU' RISORTO

APPARE AGLI APOSTOLI RINCHIUSI NEL CENACOLO
 

SECONDA DOMENICA DI PASQUA A


27 APRILE 2014 

 

OMELIA

Il Corpo Risorto  e Glorificato di Gesù non è più sottoposto ai limiti del nostro corpo ancora passibile e mortale: così, ad esempio, può spostarsi da un luogo all'altro con la stessa velocità del pensiero e attraversare gli ostacoli materiali. E' per questa capacità del suo Corpo Risorto che Gesù potè entrare nel cenacolo attraverso le sue mura e lasciando chiuse le porte. E fece ciò per convincere gli Apostoli che Lui era veramente risorto. Innanzi tutto, Gesù comunicò loro la sua pace: "PACE A VOI". Insieme alla pace Gesù comunicò agli Apostoli tanta serenità interiore e tanta gioia. Ciònonostante gli Apostoli rimasero dubbiosi: non si trovavano forse dinanzi ad un fantasma
piuttosto che dinanzi a Gesù Risorto? Gesù, scrutando i loro pensieri, li rassicurò: "MA PERCHE' DUBITATE? SONO PROPRIO IO. UN FANTASMA NON HA CARNE E OSSA COME LE HO IO: TOCCATEMI". E per togliere loro ogni residuo dubbio, Gesù domandò: "AVETE QUALCOSA DA MANGIARE?". Gli Apostoli gli porsero del pesce arrostito e Gesù lo mangiò davanti a loro.

Dopo avere convinto gli Apostoli che era veramente risorto, Gesù istituì il sacramento della penitenza: "PACE A VOI! COME IL PADRE HA MANDATO ME, COSI' ANCH'IO MANDO VOI. RICEVETE LO SPIRITO SANTO: A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI; E A COLORO A CUI NON PERDONERETE I PECCATI, RESTERANNO NON PERDONATI".
Il Padre Celeste mandò in questo mondo il suo Unigenito Figlio Gesù per ridare la pace e la gioia agli uomini, perdonando i loro peccati. Durante la sua vita terrena, Gesù perdonò i peccati di persona; ma ora che lascia questo mondo e torna al Padre, affida questo sublime compito a degli uomini: i vescovi e i sacerdoti perdonano i peccati nel nome di Gesù, e ridanno ai peccatori la pace e la gioia.

A questo punto rileviamo che Tommaso non era presente quando Gesù Risorto apparve per la prima volta agli Apostoli rinchiusi nel cenacolo per paura dei Giudei. Misteriosamente Tommaso non accettò la testimonianza degli altri Apostoli: si disse incredulo: avrebbbe creduto solo se Gesù gli fosse apparso di persona; solo se avesse visto e toccato le sue mani e i suoi piedi forati dai chiodi; solo se avesse visto e toccato il suo costato squarciato dalla lancia del soldato romano. Gesù nella sua bontà lo accontentò, e dopo otto giorni comparve nuovamente agli Apostoli riuniti nel cenacolo, presente Tommaso. Tommaso vide e toccò la mani e i piedi di Gesù forati dai chiodi; vide e toccò il costato di Gesù, squarciato dalla lancia del soldato romano, e finalmente credette che Gesù era veramente risorto, ed esclamò: "MIO SIGNORE E MIO DIO! ".

Le parole conclusive di Gesù hanno un profondo significato: "TOMMASO, TU HAI CREDUTO PERCHE' MI HAI VEDUTO! BEATI COLORO CHE PUR NON AVENDO VISTO, HANNO CREDUTO".
Dal momento della Pentecoste, dal monento cioè in cui lo Spirito Santo prese pieno possesso degli Apostoli, questi incominciarono a testimoniare GESU' RISORTO: le persone rette, pur non avendo visto Gesù Risorto, credettero e furono beate. Allora incominciò la lunga e ininterrotta catena che di generazione in generazione tramandò la lieta notizia che Gesù è veramente risorto e che un giorno risorgeremo anche noi come Gesù. I nostri antenati sono stati beati perchè hanno creduto che Gesù è risorto, pur non avendolo visto; anche noi siamo beati perchè, come i nostri antenati, crediamo che Gesù è risorto, pur non avendolo visto.

Dato che il brano evangelicodi oggi ci ha ricordato il momento in cui Gesù istituì IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA, vi leggo quanto ho scritto NELLA PRIMA STESURA DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE AL CAPITOLO INTITOLATO: “ ASSOLUZIONE COLLETTIVA “:

“ Gesù ha scelto la Chiesa come strumento della sua misericordia

affidandole il Sacramento del perdono dei peccati:

“A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATICHI SARANNO PERDONATI” (Gv. 20,23). Il modo di esercitare questa sublime missione di misericordia, Gesù non l’ha voluto stabilire, ma l’ha lasciato alla dicrezione pastorale della sua Chiesa. E la Chiesa l’ha capito pienamente: nell’arco della sua storia bimillenaria, infatti, lo ha modificato varie volte: basta pensare alla confessione pubblica dei primi secoli prescritta per i peccati più gravi, e ALLA CONFESSIONE AURICOLARE INIZIALMENTE SOLO DEVOZIONALE SORTA TRA I MONACI IRLANDESI DEL SESTO SECOLO, POI RATIFICATA E PRESCRITTA PER TUTTI I CRISTIANI DAL CONCILIO DI TRENTO.

Oggi vige ancora l’obbligo della confessione auricolare, ma i cristiani la disertano: questa diserzione, in molti casi è sintomo di condiscendenza verso il peccato, MA E’ SOPRATTUTTO UNO DEI SEGNI DEI TEMPI che interpella la Gerarchia e la sospinge ad interventi profondamente innovativi: certo, non è giustificabile l’abolizione della confessione auricolare, dati i benefici spirituali che apporta ai penitenti, PERO’, BISOGNEREBBE LASCIARLA ABITUALMENTE LIBERA E RENDERLA OBBLIGATORIA SOLO PER L’ASSOLUZIONE DI ALCUNI PECCATI GRAVI COME L’ABORTO.

Inoltre si dovrebbe estendere L’USO DELL’ASSOLUZIONE COLLETTIVA E CONFERIRE VALORE SACRAMENTALE AL RITO PENITENZIALE POSTO ALL’INIZIO DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA. Questo gesto di misericordia favorirebbe la conversione dei cristiani e non il lassismo, perché Gesù per assolvere non esige l’umiliazione dell’accusa dei peccati ma il vero pentimento per le colpe commesse ed il sincero proposito di emendarsene.
 
Il cristiano in peccato ma di buona volontà e sinceramente pentito delle sue colpe, se potrà ricevere l’assoluzione dei suoi peccati al principio della Messa, sarà invogliato a partecipare alla Celebrazione Eucaristica in modo integrale, si ciberà del Corpo e del Sangue di Gesù e sperimenterà in sé l’efficacia della promessa del Salvatore:

“ CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE, VIVRA’ PER SEMPRE” ( Gv. 6,53-58 ).

FACILITARE L’ASSOLUZIONE DEI PECCATI E LA COMUNIONE EUCARISTICA E’ UNO DEI SEGNI DEI TEMPI CHE LA GERARCHIA DEVE ACCOGLIERE CON GRATITUDINE E DOCILITA’ ALLO SPIRITO.

Alla preghiera dei fedeli:


“PERCHE’ I DUE NUOVI SANTI

 PAPA GIOVANNI XXIII E PAPA GIOVANNI PAOLO SECONDO,

 OTTENGANO DALLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE,

 DI DIO FIGLIO E DI DIO SPIRITO SANTO, UNA IMMEDIATA

 ATTUAZIONE DI QUESTE DUE PROFEZIE DI GESU’:

“PADRE, CHE SIANO UNA SOLA COSA COME IO E TU SIAMO UNA SOLA COSA. COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO”.

“HO ALTRE PECORE CHE NON SONO IN QUESTO GREGGE. ANCHE ESSE DEVO GUIDARE. ASCOLTERANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE”,


PREGHIAMO. ASCOLTACI, O SIGNORE.


Sac. Salvatore Paparo
 

 

 

24 apr 2014

P A S Q U A D I R I S U R R E Z I O N E

20 APRILE 2014

OMELIA

Oggi dal cuore dei credenti sgorga un grido di gioia: “GESU’ E’ VERAMENTE RISORTO. ALLELUIA”.

Gli Apostoli e i discepoli di Gesù non credevano che Gesù sarebbe risorto. Eppure Gesù da vivo tante volte aveva ripetuto loro: “IO SARO’ UCCISO, MA IL TERZO GIORNO RISUSCITERO! “. In questa atmosfera di incredulità, il brano evangelico di oggi ci presenta Maria Maddalena e i due Apostoli Pietro e Giovanni. Maria Maddalena non credeva che Gesù sarebbe risorto: infatti, quando all’alba della Domenica andò al sepolcro dove era stato deposto il cadavere di Gesù, vi andò solo come uno di noi che va a trovare al cimitero un proprio caro, morto da poco; e visto il sepolcro vuoto, non pensò affatto alla risurezione , ma solo al furto. Così, infatti, riferì la notizia agli Apostoli: “ HANNO PORTATO VIA IL SIGNORE E NON SAPPIAMO DOVE L’HANNO POSTO “. Ritornata al sepolcro non faceva altro che piangere perché non sapeva come fare per trovare il cadavere di Gesù secondo lei rapito. Anche quando vide dinanzi a sé un uomo che le sembrava fosse l’ortolano, alla domanda di lui: “ DONNA, PERCHE’ PIANGI? “ , non seppe rispondere che con l’argomento del furto: “ SIGNORE, SE L’HAI PORTATO VIA TU, DIMMI DOVE L’HAI MESSO ED IO LO  PRENDERO “. Fu il momento della rivelazione: quell’uomo non era l’ortolano: era Gesù risorto. Gesù la chiamò per nome: Maria! E la Maddalena lo riconobbe.  Credette fermamente alla risurrezione di Gesù e da quel momento non disse più: “HANNO RUBATO IL MIO SIGNORE! “; ma annunciò a tutti: “ GESU’ E’ VERAMENTE RISORTO! “.  Gli Apostoli Pietro e Giovanni ricalcano la storia della Maddalena. Anche loro avevano tante volte sentito dire da Gesù: “ IO SARO’ UCCISO, MA IL TERZO GIORNO RISUSCITERO’ “ Anche loro non credevano che Gesù sarebbe risuscitato. Il motivo ce lo indica con chiarezza il brano evangelico di oggi: “ NON AVEVANO ANCORA COMPRESO LA SCRITTURA CHE EGLI CIOE’ DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI”.  Gesù Risorto, però,  benevolmente si manifestò anche a loro ed in conseguenza essi credettero alla risurrezione di Gesù e la testimoniarono con le parole e con la vita. Riascoltiamo le parole di San Pietro che abbiamo udito nella prima lettura scritturistica: “ I GIUDEI UCCISERO GESU’ APPENDENDOLO AD UNA CROCE, MA DIO LO HA RISUSCITATO AL TERZO GIORNO, E VOLLE CHE APPARISSE, NON A TUTTO IL POPOLO, MA A TESTIMONI PRESCELTI DA DIO, A NOI, CHE ABBIAMO MANGIATO E BEVUTO CON LUI DOPO LA SUA RISURREZIONE DAI MORTI. TUTTI I PROFETI GLI RENDONO QUESTA TESTIMONIANZA: CHIUNQUE CREDE IN LUI RICEVE IL PERDONO DEI PECCATI PER MEZZO DEL SUO NOME”. Se ci domadiamo adesso perché la Maddalena e gli Apostoli Pietro e Giovanni da increduli divennero credenti e testimoni della risurrezione di Gesù, dobbiamo dire che questo cambiamento avvenne sì per un dono di Gesù; ma il dono  fruttificò perché i suoi destinatari amavano Gesù: infatti, le lacrime della Maddalena ci parlano di amore per Gesù; Giovanni amava Gesù e fu l’unico Apostolo che ebbe il coraggio di seguirlo fino alla croce. Anche Pietro amava Gesù: è vero, nella notte del Giovedi Santo lo rinnegò per paura, ma subito dopo se ne pentì e incominciò a piangere con un amore penitente.

 

Alla luce di quanto abbiamo detto riflettiamo sulla nostra fede.  Se siamo certi che Gesù è veramente risorto, è segno che noi amiamo Gesù. Se la nostra fede in Gesù Risorto è debole, è segno che non amiamo sufficientemente Gesù. La festa della Pasqua ci sospinga ad amare fortemente Gesù osservando i suoi comandamenti. Gesù ci ha promesso: “SE QUALCUNO MI AMA, IO VERRO’ DA LUI E GLI MANIFESTERO’ ME STESSO” Se noi amiamo Gesù, Gesù si manifesta a noi non come il Crocifisso, ma come il CROCIFISSO RISORTO e ci assicura che anche noi un giorno risorgeremo come Lui, con il nostro corpo glorioso e immortale.

 

AMATISSIMO MIO SIGNORE GESU’  R I S O R T O ,  BUON PASTORE,

UNICO SALVATORE DEL MONDO,

 

illumina Papa Francesco perché indica ufficialmente IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO III, GIA’ AVVIATO DALLO SPIRITO SANTO:

è uno specialissimo, singolare e irripetibile Concilio Ecumenico che richiede l’interesse e la partecipazione attiva non solo dei cristiani, ma di tutte le persone animate di buona volontà, e ciò perché tutte sono state redente da Te, e quindi tutte sono guidate dallo Spirito Santo perché il mondo intero si converta a Te, e viva L’ETA’ AUREA DELLA REDENZIONE, LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI, FONDATO SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA FELICCISSIMA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO.


Sono il tuo umile strumento

Sacerdote Salvatore Paparo

 

18 apr 2014

GIOVEDI SANTO


17 aprile 2014

OMELIA

Gesù iniziò l’Ultima Cena con queste parole. “ HO DESIDERATO ARDENTEMENTE MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI “.
Si direbbe che Gesù aveva sospirato per tutta la vita quell’ora grandiosa.
In realtà è nell’ultima Cena che Gesù ci lasciò il sublime dono dell’Eucarestia.
Non dobbiamo lamentarci per non essere vissuti ai tempi in cui Gesù passò con il suo corpo mortale lungo le vie della Palestina facendo del bene a tutti; non dobbiamo lamentarci per non averlo visto allora con i nostri occhi corporali. Gesù, infatti, è sempre in mezzo a noi non più con il suo corpo mortale, ma con il suo Corpo Risorto e Glorificato, anche se è nascosto sotto i mistici veli di un pezzettino di pane e di un po’ di vino. E’ vero, non lo vediamo con i nostri occhi corporali, ma lo scorgiamo con l’occhio della fede. E l’occhio della fede è molto più penetrante dell’occhio corporale. Infatti, se abbiamo viva fede, se amiamo intensamente Gesù, percepiamo con gioia che Gesù è davvero presente sotto i veli eucaristici del pane e del vino. Soprattutto esperimentiamo che Gesù è il nostro intimo amico. Nelle nostre pene spesso ci sentiamo soli ed incompresi; e la solitudine e l’incomprensione ci fanno soffrire molto. Se per nostra fortuna, troviamo un amico, se troviamo qualcuno disposto ad ascoltarci con affetto e pazienza, allora il nostro cuore sente tanto conforto, anche se chi ci ascolta e ci comprende non è in grado di porgerci alcun aiuto.
Ebbene, Gesù il nostro amico per eccellenza, non solo ci ascolta sempre, non solo ci comprende sempre, ma anche ci aiuta sempre:
O VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E TRISTI, VENITE A ME, ED IO VI CONSOLERO’ “.
A questo punto dobbiamo sottolineare la necessità della Comunione Eucaristica. L’Eucarestia è un cibo indispensabile di cui assolutamente non possiamo fare a meno. Questa necessità ci appare in figura già nel Vecchio Testamento. Gli Ebrei, liberati dalla schiavitù egiziana, durante il loro viaggio verso la Terra Promessa, la Palestina, ricevettero da Dio il dono della manna come loro cibo quotidiano. Senza quel cibo sarebbero rimasti vittime della fame e del deserto e non avrebbero raggiunto la Terra Promessa, la Palestina. Con quel cibo, invece, raggiunsero la sospirata meta. Così, se noi ci cibiamo del Pane Eucaristico, raggiungeremo la Terra Promessa dell’al di là, il Pasradiso In caso contrario, falliremo la meta perché resteremo vittime dei nostri peccati.
La necessità della Comunione Eucaristica, Gesù ce la inculcò soprattutto dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani:
LA MIA CARNE E’ UN VERO CIBO; IL MIO SANGUE E’ UNA VERA BEVANDA, CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE VIVE; CHI NON MANGIA LA MIA CARNE E NON BEVE IL MIO SANGUE, MUORE”.

A conclusione vi leggo quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II ha scritto nella Costituzione sulla Liturgia riguardo alla Domenica e alla necessità che i fedeli partecipino alla Messa Domenicale:

Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente “giorno del Signore” o “domenica”. In questo giorno, infatti, i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare alla Eucarestia e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio, che li “ ha generati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le venga anteposta alun’altra solennità che non sia di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico”.

AMATISSIMO MIO GESU’ RISORTO, UNICO SOMMO SACERDOTE,
oggi, 17 aprile 2014, Giovedi Santo, celebro la Santa Messa con immensa gioia perché in quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale che mi unisce intimamente a te Buon Pastore.
Sono partcolarmente lieto perché è giunta l’ora del trionfo dell’Opera Cenacolo Familiare che mi hai benevolmente affidato e in modo miracoloso nel lontano maggio del 1946, nel momento in cui due medici, riferendosi a me moribondo, dissero al mio superiore: “ NON PASSERA’ LA NOTTE”. Tu, invece, Gesù mi guaristi immediatamente e perfettamente; e per mezzo del Tuo Spirito mi rivelasti, in embrione, L’OPERA CENACOLO FAMILIARE: “ L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME UNICO SUO SALVATORE E VIVRA’, IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
Gesù, è giunta anche l’ora della realizzazione della tua profezia: LE PECORE CHE ANCORA NON APPARTENGONO AL TUO GREGGE ASCOLTERANNO LA TUA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE SOTTO LA TUA UNICA GUIDA DI BUON PASTORE”.
Gesù, lo Spirito Santo, secondo la tua promessa, ha portato la tua Chiesa alla comprensione di tutta la verità rivelandole CHE DIO E’ AMORE E CHE IN QUANTO AMORE NON E’ UN SOLITARIO MA UNA FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA COMPOSTA DA DIO PADRE, DA DIO FIGLIO, DA DIO SPITITO SANTO, L’UOMO CREATO FAMIGLIA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO, NELLA PROSSIMA ETA’ DELLA REDENZIONE VIVRA’ SANTAMENTE LA SUA VITA FAMLIARE E PORTERA’ A COMPIMENTO IL PIANO ETERNO DI DIO PADRE: IL MONDO INTERO GODRA’ UN LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI CHE GRADUALMENTE PREPARERA’ “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.

Gesù, grazie per quanto hai operato in me durante i miei sessant’anni di sacerdozio: “L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO MIO SALVATORE PERCHE’ HA GUARDATO L’UMILTA’ DEL SUO SERVO. LUI, L’ONNIPOTENTE, HA COMPIUTO GRANDI COSE IN ME. SANTO E’ IL SUO NOME”.

Il tuo piccolo sacerdote Salvatore Paparo

13 apr 2014

DOMENICA DELLE PALME

CINTANO 13 APRILE 2014

OMELIA

Con la Domenica delle Palme iniziamo la Settimana Santa, la settimana più solenne dell’anno liturgico in cui celebriamo Gesù, il nostro Buon Pastore che ci ha amato fino alla fine, accettando liberamente per noi la sua Passione e la sua Morte in Croce, la pena riservata ai peggiori malfattori .

Nei  preziosi giorni della Settimana Santa dobbiamo meditare particolarmente sulle tre ore di agonia di Gesù nell’orto del Getsemani, e sulle tre ore di agonia di Gesù sulla Croce.

Nel Getsemani Gesù  fu preso da una grande paura e da una grande tristezza tanto da dire agli Apostoli: “L’ANIMA MIA E’ COSI’ TRISTE DA POTERE MORIRE”. Perché Gesù aveva paura ed era triste? Gesù aveva paura ed era triste perché da lì a poco avrebbe dovuto soffrire la flagellazione, pena tremenda durante la quale moltissimi condannati morivano. Gesù aveva paura ed era triste perché da lì a poco sarebbe stato crocifisso tra cielo e terra.

Gesù nel Getsemani sentì profondamente il peso della sua Passione e della sua Morte in Croce e, quasi schiacciato da detto peso, rivolse a Dio Padre questa supplica: “PADRE, SE E’ POSSIBILE, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE, PERO’ SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ E NON LA MIA”. Con il suo comportamento Gesù ci insegna che nelle nostre sofferenze possiamo sì rivolgere a Dio la nostra supplica perché ci liberi da esse. Dio ci esaudirà di certo, ma ad una condizione: che la nostra richiesta sia davvero per il nostro bene e per il bene degli altri. E poiché solo Dio sa se la nostra richiesta è per il nostro bene e per il bene degli altri, dobbiamo concludere la nostra preghiera come Gesù : “PADRE, PERO’, SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ E NON LA MIA”.  Riflettiamo: Gesù ha chiesto al Padre  di liberarlo dalla sua passione e dalla sua morte. Ma se il Padre avesse esaudito la preghiera di Gesù, noi saremmo ancora nei nostri peccati e dei perduti. Dio Padre non potè esaudire Gesù perché secondo i suoi misteriosi disegni di misericordia, Gesù  avrebbe dovuto salvarci con il supremo gesto dell’amore, accettando liberamente per noi la sua morte in Croce. Questo ci deve sospingere ad accettare sempre la volontà di Dio nei nostri riguardi, sicuri che essa mira sempre al nostro migliore bene, anche quando non riusciamo a capire.

Facciamo adesso una breve riflessione sulle tre ore d’agonia di Gesù sulla Croce, dalle ore 12 alle ore 15 del Venerdi Santo. Gesù, nella sua sofferenza di crocifisso, si sentì solo; addirittura si sentì abbandonato anche dal Padre, ed esclamò: “DIO MIO, DIO MIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?”. 

Furono i momenti più terribili della vita di Gesù! Gesù fu tentato di disperazione! Gesù, però, in tutto simile a noi eccetto che nel peccato, non si disperò e morì santamente pronunziando queste parole di filiale fiducia: : “PADRE, NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO”.

E la fiducia di Gesù non fu delusa. L’ultima parola, infatti, non fu la crocifissione e la morte di Gesù, ma la sua risurrezione.  Dio Padre lo ha risuscitato,  dimostrando così che i vincitori non erano i nemici di Gesù, non erano coloro che lo avevano crocifisso e ucciso, ma Gesù, Gesù che con la sua morte e con la sua risurrezione ha distrutto la  nostra morte e ci ha ridonato la vita.

Concludiamo richiamandoci alla memoria il sublime inno cristologico, scaturito dalla mente e dal cuore del grande Apostolo delle Genti, san Paolo:

“CRISTO GESU’, PUR ESSENDO NELLA CONDIZIONE DI DIO, NON RITENNE UN PRIVILEGIO L’ESSERE COME DIO, MA SVUOTO’ SE STESSO ASSUMENDO UNA CONDIZIONE DI SERVO, DIVENTANDO SIMILE AGLI UOMINI. DALL’ASPETTO RICONOSCIUTO COME UOMO, UMILIO’ SE STESSO FACENDOSI UBBIDIENTE FINO ALLA MORTE E AD UNA MORTE DI CROCE. PER QUESTO DIO LO ESALTO’ E GLI DIEDE IL NOME CHE E’ AL DI SOPRA DI OGNI NOME, PERCHE’ NEL NOME DI GESU’ OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI, NEI CIELI, SULLA TERRA E SOTTO TERRA , E OGNI LINGUA PROCLAMI: “GESU’ CRISTO E’ IL SIGNORE”.

 
Sac. Salvatore Paparo
 

AVVISO:

G I O V E D I   S A N T O : ORE 20,30: SANTA MESSA DI ANNIVERSARIO DELLA SUA ISTITUZIONE. V’INVITO CALDAMENTE A PARTECIPARVI: TUTTE LE COMUNITA’ CRISTIANE DEVONO DIVENTARE COMUNITA’ EUCARISTICHE. LA PARTECIPAZIONE ALLA MESSA DOMENICALE E’ IL CUORE DELLA VITA CRISTIANA. IL CRISTIANO CHE NON VI PARTECIPA NON PUO’ RIUSCIRE A VIVERE DA VERO DISCEPOLO DI GESU’. “SENZA DI ME, CI DICE GESU’, NON POTETE FARE NULLA DI BUONO”. E SAN PAOLO TESTIMONIA COSI’ DI SE’ : “TUTTO POSSO IN GESU’ CHE MI AIUTA”.

IL NOSTRO MODELLO SIANO I QUARANTANOVE MARTIRI CHE AL TEMPO DELLA TERRIBILE PERSECUZIONE DI DIOCLEZIANO PREFERIRONO MORIRE PIUTTOSTO CHE NON CELEBRARE L’EUCARESTIA DOMENICALE. IL LORO MOTTO ERA: “ NOI CRISTIANI LA DOMENICA NON POSSIAMO VIVERE SENZA LA MESSA”.

10 apr 2014

ANNO A QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

OMELIA

Dato che la Solennità della Pasqua è prossima, il racconto del miracolo che abbiamo letto nel brano evangelico è ben collocato in questa domenica: infatti la risurrezione di Lazzaro fece precipitare gli avvenimenti verso la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.

La famiglia di Betania di cui oggi si parla, era composta da tre fratelli: da Marta, da Maria e da Lazzaro. Essa era una famiglia molto amica di Gesù. Infatti abbiamo letto. “GESU’ VOLEVA MOLTO BENE A MARTA, A SUA SORELLA E A LAZZARO”. Gesù era spesso ospite  di questa famiglia e le ultime notti della sua vita terrena le passò con i tre fratelli, per sfuggire alle insidie dei farisei. Quindi, non ci meraviglia il fatto che le due sorelle abbiano sentito il bisogno di far consoscere subito a Gesù la grave malattia che aveva colpito Lazzaro e che lo abbiano fatto con questa bella espressione:

           “ SIGNORE, IL TUO AMICO, COLUI CHE TU AMI, E’ MALATO “.

Gesù, saputa la dolorosa notizia, esclamò:

            “ QUESTA MALATTIA NON E’ PER LA MORTE, MA PER LA

                GLORIA DI DIO, PERCHE’ PER ESSA IL FIGLIO DI DIO

                VENGA GLORIFICATO “.

A conferma delle parole di Gesù, il racconto evangelico di oggi, si conclude così: “ MOLTI DEI GIUDEI ALLA VISTA DI QUEL CHE GESU’ AVEVA COMPIUTO, CREDETTERO IN LUI “.

Marta ci insegna che nei dolori dobbiamo fidarci di Gesù: “ SIGNORE, disse a Gesù, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO. MA ANCHE ORA SO CHE QUALUNQUE COSA CHIEDERAI A DIO, EGLI TE LA CONCEDERA’ “ E un meraviglioso atto di fede, e poco dopo lo lo perfeziona così: “ IO CREDO CHE TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO CHE DEVE VENIRE IN QUESTO MONDO “. Marta aveva assistito a molti miracoli di guarigione compiuti da Gesù, e quindi era convinta che Gesù avrebbe guarito Lazzaro, se Lui fosse stato presente. Ma la sua fede si spinge ben oltre: essa crede che Gesù è tanto potente da poter risuscitare il fratello. Gesù le dà ragione: “IO SONO LA RISURREZIONE ELA VITA. TUO FRATELLO RISORGERA’ “. E subito dopo Gesù risuscitò Lazzaro.

Dal fatto evangelico che abbiamo ricordato e brevemente commentato, possiamo trarre parecchi insegnamenti. Io oggi desidero metterne in rilievo uno solo: dobbiamo ammirare ed imitare l’amicizia che esisteva tra Gesù  e i tre fratelli Marta, Maria e Lazzaro. Noi cristiani dobbiamo essere amici tra di noi. Amicizia proviene dalla parola AMORE;  e l’amore ha quattro cacatteristiche: E’ DONO; RICAMBIO DEL DONO; UNIONE, FELICITA’. Innanzi tutto l’amore è DONO: ciascuno di noi ha ricevuto da Dio dei beni: questi beni Dio    ce li dati non solo per la nostra utilità, ma anche per l’utilità degli altri. In pratica, quando ci troviamo dinanzi ad un fratello o ad una sorella che necessita di qualcosa, noi dobbiamo aiutarlo donandogli quanto Dio ci ha dato: può essere un aiuto materiale, un sorriso che non costa nulla ma che comunica gioia; può essere una parola di conforto a chi soffre, una visita fraterna a un malato; e può essere anche l’accoglienza gioiosa di un nostro osipte, così come Marta, Maria e Lazzaro accoglievano Gesù ogni qualvolta egli andava a casa loro.

In secondo luogo l’amore è RICAMBIO DEL DONO: quando noi riceviamo un bene da qualcuno, dobbiamo essergli riconoscente, e a nostra volta, se il  nostro benefattore ha bisogno di un bene che Dio ci ha dato, dobbiamo aiutarlo.

In terzo luogo, l’amore è UNIONE: colui cioè che dona e colui che riceve e ricambia il dono diventano uno, diventano un cuor solo ed un’anima sola; e poiché si scambiano il bene e il bene porta felicità, i due amici si rendono reciprocamente felici.

Coltiviamo, pertanto, l’amicizia: saremo felici come felici erano gli amici Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. 

 

Sac. Salvatore Paparo

7 aprile 2014


Cinquantunesimo anniversario del mio arrivo a Cintano,

inviato dalla Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio,

di Dio Spirito Santo, come piccolo pastore della Comunità

Cristiana locale.

 

Carissimi amici ed amiche dell’Opera Cenacolo Familiare,

desidero mettervi al corrente dell’ultimo inutile tentativo del nostro comune nemico il diavolo,  ORMAI DEFINITIVAMENTE SCONFITTO DAL MESSIA GESU’    R I S O R T O    E DA MARIA SANTISSIMA MAMMA DEL CORPO MISTICO DI GESU’, per uccidermi.

Come ogni sabato, il 5 aprile scorso, alle ore 15,30 sono andato al Santuario di Piova per celebrare la Santa Messa delle ore 16. Giunto al santuario, mentre scendevo dalla macchina mi sono accorto di aver dimenticato le chiavi. Torno di corsa alla casa parrocchiale, prendo le chiavi, sempre di corsa, mi avvio verso il santuario. Giunto in un rettilineo, mentre tento di sorpassare un trattore, il suo autista lo sterza verso sinistra. Costretto ad una brusca frenata di emergenza, ho paura di sbandare e di finire male; ma, con mia meraviglia, la macchina si blocca e si ferma saldamente sull’asfalto.

RIVOLGO UN FORTE RINGRAZIAMENTO AL SIGNORE GESU’ RISORTO, UNICO SALVATORE DEL MONDO, E A MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE, ASSUNTA IN CIELO, PERCHE’ MI HANNO SALVATO.

 

Sac. Salvatore Paparo

5 apr 2014

PUNTI IMPORTANTI

ANNIVERSARIO APPARIZIONI FATIMA

IL VESCOVO DI IVREA NON MI HA RISPOSTO

Cintano 13 ottobre 2007: novantesimo anniversario

dell’ultima apparizione di Maria Santissima a

FATIMA nel 1917.

Sono ormai trascorsi due mesi dalla spedizione postale della mia autodifesa al Vescovo. Non mi ha risposto e considero il suo silenzio come un’accettazione tacita di quanto gli ho chiesto:

“ … spero, pertanto, che tu mi comprenda e che mi lasci la possibilità di continuare la mia missione in serenità e libertà. Allo scopo mi permetto di rivolgerti il fraterno consiglio di assumere il prudente atteggiamento suggerito da Gamaliele al Sinedrio di Gerusalemme:

“ SE QUANTO HO SCRITTO E DIFENDO E’ OPERA MIA, MORIRA’ DA SOLO; MA SE QUANTO HO SCRITTO E DIFENDO E’ OPERA DI DIO, NON CORRERE IL RISCHIO DI LOTTARE CONTRO DIO “.

Riprendo, pertanto, la mia attività per l’Opera, però in modo discreto, fidandomi immensamente delle Due Famiglie Trinitarie di Dio e di Nazaret: esse sapranno guidare gli avvenimenti in modo che l’Opera Cenacolo Familiare si realizzi secondo i disegni del loro Amore Misericordioso.

Cercherò di divulgare prudentemente il documento che ho redatto perché il lettore possa comprendere, nella sua essenza, l’Opera Cenacolo Familiare, e, se lo vorrà, ne diventi Apostolo.

Il suddetto documento comprende cinque parti:

1. SECONDA LETTERA APERTA del sacerdote Salvatore Paparo

al Papa Benedetto XVI e ai Vescovi Cattolici:

8 settembre 2007, giorno del compleanno di Maria Santissima,

MADRE DELLA CHIESA.

2. Autobiografia del sacerdote Salvatore Paparo.

3. Autodifesa di don Salvatore Paparo.

4. Fatima, Medjugorje, Opera Cenacolo Familiare.

5. Festa Santuario di Piova.


Caro lettore,

poiché il materiale del suddetto documento si trova, alle rispettive voci delle singole parti, nel sito dell’Opera Cenacolo Familiare www.geocities.com/operacefa che stai visitando, ti prego di consultarlo con l’augurio di una fruttuosa lettura.

Sac. Salvatore Paparo.

 

FRATERNE CONFIDENZE

FRATERNE CONFIDENZE del sacerdote Salvatore Paparo,
umile e spero docile strumento di Dio e di Maria Santissima, scelto dal loro amore misericordioso per annunziare al mondo

l’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO, FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.

Lo scopo di queste mie fraterne confidenze è che tu, amico lettore, ti convinca che L’OPERA CENACOLO FAMILIARE

è voluta da Dio e da Maria Santissima. Per facilitare la tua convinzione, il Signore e la Madonna, nel corso della mia vita, hanno operato in me, loro umile messaggero, tanti miracoli. Con semplicità te ne confido alcuni che riguardano la loro singolare protezione per salvaguardare la mia vita e liberarmi dalla morte.

Avevo otto o nove anni e con i miei amichetti, come tante altre volte, in una strada di Bronte, giocavo al calcio con una palla confezionata con stracci. La palla calciata finì sul tetto di una casa adiacente. Io immediatamente, arrampicandomi sulla grondaia, salii sul tetto per ricuperarla. Mentre scendevo dal tetto, mia mamma dal balcone della mia casa mi sgridò severamente ed io impaurito precipitai a terra pesantemente e violentemente. Mi svegliai nel mio letto, dopo alcune ore: la stanza era piena di gente: MI AVEVANO CREDUTO MORTO.

All’età di dieci anni mi trovavo in campagna con il mio fratello Carmelo, quando uno sciame di vespe mi assalì alla faccia. Io sentivo che il loro pungiglione penetrava nella mia carne, ma non veniva iniettato veleno. Dopo circa cinque minuti d’assalti e di lotta, le vespe si allontanarono: LA MIA FACCIA ERA INTATTA E NON ACCUSAVO ALCUN DOLORE.

All’età di dodici anni, ero già seminarista, insieme al mio assistente e ad altri tre seninaristi, mi trovavo sul vulcano

Etna. Il tratto che attraversavamo era ripidissimo: per evitare cadute procedevamo lentamente e a braccetto. Ad un certo punto io fui preso da una irresistibile voglia di velocità, mi staccai violentemente dagli altri e proseguii da solo. Correvo veloce veloce e non riuscivo a fermarmi. Allora sentii una voce interiore che mi disse: “ GETTATI A TUFFO “, cosa che io eseguii immediatamente, e mi fermai. AD ALCUNI METRI DI DISTANZA C’ERA UN PRECIPIZIO CHE MI AVREBBE CAUSATO LA MORTE.

Sempre all’età di dodici anni ero in campagna e cavalcavo una mula insieme al mio fratello Carmelo: lui in sella e io nella parte posteriore dell’animale. La mula si imbizzarrì e si mise a calciare ininterrottamente con le zampe posteriori: io scivolai di dietro MA NON FUI COLPITO DAI CALCI DELLA MULA: rimasi in piedi sulla terra: SENTII LA PROTEZIONE DI DIO E DELLA MADONNA.

Nel maggio del 1946 ( avevo 16 anni e studiavo liceo allo Studentato dei Padri Maristi sito a Cavagnolo in provincia di Torino ) caddi gravemente ammalato: ero agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore: “ NON PASSERA’ LA NOTTE “. La bontà di Dio, invece, mi guarì immediatamente e perfettamente, per i suoi scopi misericordiosi. Immerso in Dio,

LUCE – CALORE ESTASIANTE, mi fu comunicata in embrione L’OPERA CENACOLO FAMILIARE : “L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE E VIVRA’ , IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. TU SARAI UN UMILE NOSTRO STRUMENTO”.

Durante le mie numerose e prolungate preghiere quotidiane, trascorse in dolce e gioiosa intimità con Dio e Maria Santissima, ho spesso ricevuto questa comunicazione celeste:

“ PRIMA CHE L’OPERA CENACOLO FAMILIARE

ABBIA IL SUO NATURALE SVILUPPO, DOVRAI

AFFRONTARE UNA MALATTIA MORTALE “.

La comunicazione divina si è già realizzata: il 28 Novembre 2005, fui sottoposto ad un delicatissimo e complicato intervento chirurgico: mi furono asportate la vescica e la prostata colpite da un tumore maligno. Il dottor Vestita, poi, la cui mano fu meravigliosamente guidata da Dio, mi ricostituì la vescica con il mio intestino.

Oggi, 22 ottobre 2007, ho il dovere riconoscente di testimoniare che il Signore il 28 novembre 2005 mi ha guarito miracolosamente per la seconda volta, per i suoi scopi misericordiosi, riguardanti l’OPERA CENACOLO FAMILIARE. Dopo l’intervento chirurgico, infatti, non ho avuto bisogno di alcuna medicina. Sono perfettamente guarito ed in me non c’è alcuna traccia di cancro.

Cintano 22 ottobre 2007
 

SOGNO

DOMENICA 6 MARZO 2011
Stamattina, verso le ore quattro, ho fatto il seguente sogno:
Son partito dal salone parrocchiale, ho salito la scala e mi son trovato dinanzi alle due porte d’ingresso della chiesa parrocchiale. Le porte erano spalancate.
Ho visto Giulia, la madre di Marisa, che con uno straccio spolverava l’ultimo banco. Aveva l’aspetto giovanile di una quarantenne, il suo viso era illuminato e gli occhi le scintillavano di gioia. Ho esclamato a voce alta: “MA LEI E’ IN PARADISO! “. Mi rispose con un sorriso: “SI’ “, e si è avviata verso l’abside; io l’ho seguita. Nell’abside mancava l’altare dove abitualmente celebro la Santa Messa. Giulia mi ha sorriso nuovamente e dicendomi:  “CI RIVEDREMO L’ANNO PROSSIMO”, è uscita dalla porta laterale della chiesa, posta presso il coretto. Subito dopo mi sono svegliato.
Sac. Salvatore Paparo

LETTERA AD ANGELA

Carissima Angela,

la sua graditissima e-mail mi ha recato tanta gioia e conforto: lei ha compreso pienamente lo spirito dell’Opera Cenacolo Familiare che profetizza l’Età Aurea del Cristianesimo, fondata sulla santità della famiglia creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; e redenta con la morte e con la risurrezione di Gesù, Sposo della Chiesa.

Lei mi domanda cosa può fare per l’Opera Cenacolo Familiare. Ebbene, le dico questo: finora i miei scritti li ho rivolti alla Gerarchia Cattolica; ma essa, purtroppo, si dimostra sorda al messaggio divino. Ho pensato, ma è anche il volere delle Due Famiglie Trinitarie di Dio e di Nazaret, di cambiare strategia: ho scritto un documento fondamentale che è già in suo possesso, da divulgare tra i semplici battezzati: essi lo acceteranno e con la loro accettazione prepareranno la conversione indispensabile della Gerarchia Cattolica contemporanea: essa dovrà finalmente smettere di spadroneggiare sulle persone; dovrà smettere di giudicare, condannare e castigare i battezzati poichè Colui che giudica è è solo il Signore; dovrà rispettare il primato della coscienza individuale.

Presentando il suddetto documento, invito i cristiani ad accettare l’Opera Cenacolo Familiare, assecondando l’azione dello Spirito Santo che sta conducendo, lentamente e gradualmente, la Chiesa a tutta la verità. A coloro che vengono a contatto con i miei scritti rivolgo il pressante invito a vivere secondo lo spirito dell’Opera Cenacolo Familiare e a convincere gli altri, con la parola e l’esempio, a fare altrettanto. A chi poi si sente di impegnarsi maggiormente propongo di fotocopiare il documento base dell’Opera che lei già possiede, e di distribuirne le copie alle persone di buona volontà che certamente saranno moltissime. Io spero che lei si trovi in questa seconda categoria e che sarà una fervente apostola della Seconda Pentecoste d’Amore, come lo sono state le persone scelte da Gesù per la Prima Pentecoste d’Amore.

Con tanta amicizia fraterna, la saluto nel Signore Gesù.
 
Sac. Salvatore Paparo

OPERACEFA - PRIMA STESURA

"E noi abbiamo creduto all’Amore" (1Gv.4,16).


OPERA CENACOLO FAMILIARE




Caro Amico,



Il Cenacolo familiare e' nato in embrione nel Maggio 1946 nel silenzio di un Seminario del Piemonte. D'allora e' iniziata l'odissea della sua storia. Oggi puo' mostrare il suo vero volto come profezia del prossimo avvenire della Chiesa. A base di tutto si pone l'Eta' Aurea del Cristianesimo che e' imminente pur considerando che i tempi di Dio non sono i nostri.

Allora il mondo intero:

1. A. Riconoscera' Gesu' come unico suo Salvatore e si convertira' a Lui.

1. B. Vivrà, in modo straordinario un’Era di pace e di benessere.

1A

Nell’Età Aurea del Cristianesimo il mondo intero riconoscerà Gesù come suo unico Salvatore, si convertirà a lui ed entrerà a far parte dell’unica Chiesa.

Questa certezza ci proviene dalla Sacra Scrittura. Fra i numerosi testi scegliamo i più significativi:

2. 1."Dice il Signore: Questo è il mio servo (Gesù) … l’ho riempito del mio Spirito perché diffonda la mia legge fra tutti i popoli: Egli farà conoscere la legge vera. Non perderà né la speranza, né il coraggio finché non avrà stabilito la mia legge sulla terra … Dio, il Signore, dice al suo Servo: "Io ti ho formato e per mezzo tuo farò un’alleanza con tutti i popoli e porterò la luce a tutte le Nazioni" (Is 42,1-7).

3. 2."Il Signore regnerà su tutta la terra, tutti onoreranno e riconosceranno Lui, come Dio (Zac 14,9).

4. 3."Tutti i Popoli della terra si convertiranno e saranno veramente fedeli al Signore" (Tobia 14,6).

5. 4."Il Signore dice: verrà il tempo in cui radunerò gli uomini di tutti i popoli e di tutte le nazioni, nonostante i loro pensieri e le loro azioni. Così mostrerò loro la mia gloria" (Is 66,18).

Non ci sfugga che la conversione del mondo intero a Gesù è opera della misericordia di Dio: essa avverrà "nonostante" i pensieri e le azioni degli uomini.

6. 5."… (Gesù) se una canna è inclinata non la spezzerà, se una lampada è debole non la spegnerà. Farà così, fino a quando avrà fatto trionfare la sua Giustizia; ed Egli sarà per tutti i Popoli una speranza" (Mt 28,18-21).

7. 6."A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate, fate divenire miei discepoli tutti gli uomini del mondo" (Mt 28,18-20).

8. 7.L’azione visibile della Chiesa, sostenuta dall’azione continua e invisibile di Gesù "Sarò con voi fino alla fine del mondo", avrà esito felice: "Quando sarò innalzato da terra attirerò a me tutti gli uomini" (Gv 12,32-33).

9. 8."Ho anche altre pecore che non sono in questo recinto. Anche di quelle devo diventare Pastore. Udranno la mia voce e diventeranno un unico gregge con un unico Pastore" (Gv 10,16).

10. 9.Il mondo intero si convertirà a Gesù solo quando i cristiani, superate le loro scandalose divisioni, torneranno all’unità: "Fa’ che siano tutti una sola cosa come tu, Padre, sei in me ed io sono in te, anch’essi (i cristiani) siano una sola cosa in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato" (Gv 17,20-23).



Certamente Dio padre ha esaudito Gesù perché la sua preghiera è sempre efficace. "Allora spostarono la pietra. Gesù alzò lo sguardo al cielo e disse: "Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno perché credano che tu mi hai mandato" (Gv 11,41-42).

11. 10. Anche gli Ebrei finalmente si convertiranno a Gesù e riconosceranno in Lui il Messia atteso: "Gli Ebrei hanno inciampato, ma io mi domando: la loro rovina è definitiva? No di certo. La loro caduta ha favorito la salvezza degli altri popoli, e questo è avvenuto per spingere gli Ebrei alla gelosia. Se la loro caduta ha già arricchito il mondo e il loro fallimento ha avvantaggiato gli altri Popoli, quale maggiore beneficio si avrà quando tutti loro accetteranno il Cristo?" (Rm 11,11-12).

Gli Ebrei si convertiranno a Gesù dopo la conversione a Gesù di tutto il mondo: "Fratelli, io voglio farvi conoscere il misterioso progetto di Dio, perché non diventiate presuntosi: una parte di Israele continuerà nella sua ostinazione fino a che tutti gli altri Popoli non saranno giunti alla Salvezza." (Rm 11,25-32).

12. 11. A proposito dell’Età Aurea del Cristianesimo in cui Gesù sarà riconosciuto e accettato come unico Salvatore da tutto il mondo, merita un’accentuazione particolare quanto afferma l’Apocalisse.

Essa sotto forma di impressionanti difficili simbolismi pone in risalto gli inauditi, terrificanti e sanguinari sforzi di Satana e degli uomini suoi simili ed alleati per vincere Gesù e la sua Chiesa. In un periodo della storia umana, però, Gesù interverrà in modo straordinario e renderà del tutto inefficace l’azione demoniaca per mille anni (per una lunghissima epoca gli uomini si dimostreranno docili discepoli di Gesù e del suo messaggio evangelico). Dopo quest’Era ineffabile, Satana riuscirà nuovamente a pervertire gli uomini, ma ben presto seguirà la fine del mondo attuale, il Giudizio Universale e la definitiva ed eterna separazione tra i cittadini del Cielo e i dannati.

Il testo Sacro si esprime così:

"Poi vidi scendere dal cielo un angelo che teneva in mano la chiave del mondo sotterraneo e una lunga catena. L’Angelo afferrò il drago, il serpente antico, cioè Satana il Diavolo. E lo incatenò per mille anni, lo gettò nel mondo sotterraneo, ne chiuse l’entrata e la sigillò sopra di lui. Così il Drago non avrebbe poiù ingannato nessuno per mille anni. Alla fine dei mille anni, però, deve essere sciolto per un po’ di tempo… quando saranno trascorsi i mille anni, Satana sarà liberato dalla sua prigione e andrà a convincere Gog e Magog e tutti i popoli del mondo numerosi come la sabbia del mare, e li radunerà per la guerra.

Eccoli, dilagano su tutta la terra e assediano il campo di quelli che appartengono al Signore, la città che Egli ama. Ma giù dal cielo venne un fuoco che li divorò, e il Diavolo che li ingannava fu gettato nel lago di fuoco e di zolfo dove c’erano già il mostro e il falso Profeta. Li saranno tormentati notte e giorno per sempre" (Ap 20,1-10).

Gli uomini che dopo l’Età Aurea del Cristianesimo si pervertiranno saranno numerosi: allora si realizzerà la profezia di Gesù: "Quando il Figlio dell’uomo ritornerà sulla terra vi troverà ancora Fede?" (Lc 18,8).



1.B

Nell’Età Aurea del Cristianesimo tutta l’umanità vivrà in modo straordinario un’Era di pace e di benessere

Quando Dio assume un uomo a suo Profeta, lo inspira in modo che gli uomini contemporanei al profeta possano comprendere il messaggio divino, anche se parzialmente e in modo imperfetto. E poiché al tempo biblico si viveva in un mondo agricolo e pastorizio e si combatteva con archi, scudi, frecce, lance e spade, il linguaggio dei profeti vi si adeguò. Noi, però, per intendere il pensiero di Dio dobbiamo adattare i testi Biblici alla nostra cultura e soprattutto pensare alle armi con cui oggi si combattono o è possibile combattere le guerre: carri armati, apparecchi, bombe atomiche… Senza questo adattamento non riusciamo a percepire il sublime preannuncio della Pace e del benessere messianici.



9. a. Pace Universale Messianica

1. 1. "(I popoli) trasformeranno le loro spade in aratri e le lance in falci. Le nazioni non saranno più in lotta tra di loro e cesseranno di prepararsi alla guerra" (Is 2,1-5).

2. 2. "E’ NATO UN BAMBINO PER NOI… SARA’ CHIAMATO PRINCIPE DELLA PACE. Diventerà sempre più potente ED ASSICURERA’ UNA PACE CONTINUA" (Is 9,5-6).

3. 3. "… Spezzerò l’arco e la spada, eliminerò la guerra da questa terra. Farò vivere il mio Popolo in Pace" (Os 2,19-20).

4. 4. "Trasformeranno le loro spade in aratri e le loro lance in falci. Le nazioni non saranno più in lotta tra di loro e cesseranno di prepararsi alla guerra. Ognuno vivrà in pace…" (Mic 4,3-4).

5. 5. "Il nuovo capo (Gesù) guiderà con fermezza il popolo… il popolo vivrà sicuro perché Egli manifesterà la sua grandezza fino all’estremità della terra e porterà pace" (Mic 5,1-3).

6. 6. "(Gesù) ristabilirà la pace tra le nazioni e regnerà da mare a mare, dal fiume Eufrate fino ai confini della terra" (Zac 4,3-4).

7. 7. "Guardate che cosa ha compiuto il Signore, quali prodigi ha fatto sulla terra! In tutto il mondo pone fine alle guerre" (Sal 46,9-11).

8. 8. Finalmente si realizzerà la profezia della pace Universale annunziata e cantata dagli angeli sulla grotta di Betlemme: "Gloria a Dio in cielo, e pace in terra agli uomini che Dio ama" (Lc 2,14).

9. 9.

10. b.Benessere universale messianico

La pace Universale Messianica, frutto dell’amore per Dio e per il Prossimo, recherà immensi benefici a tutti, si rispetterà la natura, si favorirà lo sviluppo di tutti i popoli, i soldi fin’ora sprecati per la costruzione delle armi saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali. In conseguenza la vita umana sarà longeva e felice: "Il Signore dice: - le sofferenze del passato saranno dimenticate, svaniranno davanti i miei occhi. Io sto per creare un nuovo cielo e una nuova terra. Non si ricorderà più il passato, non ci si penserà più. Gioite ed esultate per quello che creerò: una Gerusalemme entusiasta e un popolo pieno di gioia. Mi rallegrerò per Gerusalemme e gioirò per il mio popolo e non si sentirà più in essa pianti o grida di dolore.

Non morranno più neonati e gli adulti avranno una lunga vecchiaia. Morirà giovane chi morirà a cent’anni. Se uno non arriverà a cent’anni vorrà dire che io lo ho punito… il mio popolo vivrà a lungo come un albero secolare, i miei fedeli si godranno il frutto del loro lavoro. Tutto quello che faranno riuscirà bene, non metteranno al mondo figli per poi vederli morire. Saranno un popolo benedetto dal Signore essi e i loro figli. Risponderò loro prima ancora che mi chiamino. Li avrò ascoltati prima ancora che finiscano di parlare" (Is 65,16-24).

"Il Signore mostra la sua bontà verso Gerusalemme, ha pietà delle sue rovine, trasformerà questa terra deserta in un giardino meraviglioso, questo suolo arido in un paradiso. Qui si sentiranno grida di gioia, canti di lode e di ringraziamento" (Is 51,3).

2

L’Età Aurea del Cristianesimo, Era d’amore tra individui e tra nazioni, Era di pace e di benessere, coinciderà con l’Età Aurea della Famiglia, creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; e redenta con la morte-risurrezione di Gesù sposo della Chiesa.



2A

La Famiglia umana è stata creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria, di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo.

Lasciamoci investire dalla luce della Rivelazione e riflettiamo sulla definizione che l’Apostolo San Giovanni dà di Dio:

"DIO E’ AMORE" (Gv 4,8)

L’ AMORE è l’essenza di Dio. Se Dio, pertanto, per impossibile, cessasse di essere amore non esisterebbe più, così come il sole non esisterebbe più se cessasse di essere luce e calore. In quanto Amore, Dio non è un solitario ma una ineffabile FAMIGLIA composta da TRE PERSONE FELICISSIME: DAL PADRE, DAL FIGLIO, E DALLO SPIRITO SANTO.

Le quattro caratteristiche dell’amore: dono, ricambio del dono, unione e felicità si identificano con Dio Uno e Trino:

il Padre dona tutto se stesso al Figlio generandolo; il Figlio si ridona al Padre cosicché tutto ciò che è del Figlio è anche del Padre e tutto ciò che è del Padre è anche del Figlio (Cfr. Gv 17,10); lo Spirito Santo è l’amore personificato, ossia, La Persona che in Sé unisce il Padre al Figlio e il Figlio al Padre e in modo tale che le Tre Persone divine uguali e distinte non sono tre dei ma un solo Dio.

Non ci riesce difficile capire che le Tre Persone che costituiscono la Famiglia increata ed eterna di Dio sono felicissime: difatti tutti quanti sperimentiamo con evidenza immediata che la felicità ci proviene dal bene coscientemente posseduto: la vista a d esempio è un bene; se possediamo un organo visivo sano siamo felici perché possiamo ammirare tutte le bellezze che ci circondano. E’ chiaro che più beni possediamo e più felici siamo: così, ad esempio, se oltre agli occhi sani abbiamo anche un udito sano siamo più felici che se possedessimo solo gli occhi sani. Su questa linea dobbiamo, senza esitazione, ammettere che Dio, il Quale possiede tutti i beni e in Sommo Grado è felicissimo, è il culmine della felicità, è la felicità.

Dio-Amore, Dio Famiglia Trinitaria Felicissima, per Amore gratuito e di privilegio, decise di comunicare la sua felicità all’uomo e lo creò Famiglia a sua immagine e somiglianza: ciascuno di noi sia uomo che donna, è membro di una famiglia almeno come figlio o figlia se non come sposo o sposa, come madre o padre.

Fissiamo la nostra attenzione sulla Famiglia umana per percepire un pochino la sua somiglianza con la Famiglia Trinitaria di Dio. Facciamo alcuni rilievi:

Primo rilievo – L’uomo e la donna sono l’immagine del Padre celeste sia come sposo e sposa sia come padre e madre.

A. a.Come sposo e sposa: quando un uomo e una donna si sposano diventano un solo essere come uno è il Padre. Badiamo bene, però: questa unione si verifica solo nel vero matrimonio, ossia quando un uomo e una donna si amano veramente, vogliono unire le loro vite per sempre e con assoluta fedeltà reciproca. Quando manca l’amore reciproco non c’è matrimonio ma solo convivenza egoistica, non c’è fusione di vite, ma due unità che stanno vicine per sfruttarsi vicendevolmente. Da qui i molti fallimenti di matrimoni che sembrano veri, mentre sono tali solo apparentemente.

B. b.Come padre e madre: il Padre celeste, perché perfetto, genera da solo il suo Figlio Unigenito; mentre il padre e la madre umani perché imperfetti e complementari, generano insieme il loro figliolo.

La Sacra Scrittura alla prima Persona della Santissima Trinità attribuisce sentimenti materni ci legittima l’espressione: "IL PADRE CELESTE E’ INSIEME PADRE E MADRE": "Quand’anche una madre dimenticasse il proprio figlio, io non vi dimenticherò mai. Come una madre accarezza il suo bambino così io vi consolerò … sarete portati nel mio seno, vi cullerò sulle mie ginocchia" (Is 66,12-13); "Coma una madre ama il suo unico figlio, così io amo te" (2 Re 1,26).

Secondo rilievo – Nella famiglia umana il figlio è l’immagine del Figlio Unigenito di Dio

Come, infatti, il Figlio Unigenito di Dio è frutto della donazione amorosa del Padre celeste ed è tutto il Padre, tanto da potersi dire: "Chi vede il Figlio vede il Padre e chi vede il padre vede il Figlio" (Gv 14,9). Così il figlio della famiglia umana è il frutto della donazione amorosa del padre e della madre ed è il compendio di essi. In altre parole possiamo affermare che il figlio è il padre e la madre impastati insieme – (fusione dello spermatozoo vita dell’uomo con l’ovulo, vita della donna). Questo impasto è talmente perfetto e meraviglioso che dello stesso bambino sinceramente dicono: "Rassomiglia tutto alla mamma" – "Rassomiglia tutto al papà".

La presenza del figlio ci permette alcune precisazioni di fondamentale importanza:

1a – Il figlio è l’espressione visibile dell’unità dei genitori verificatasi invisibilmente al momento in cui essi, nella celebrazione del matrimonio, si giurarono eterno amore.

2a – La fusione della vita dei genitori nel figlio ratifica la necessità dell’indissolubilità del matrimonio: come, infatti, il figlio è uno e non si può scindere per separare ciò che gli è stato donato dal padre da ciò che gli è stato donato dalla madre, allo stesso modo papà e mamma non possono spezzare la loro unità coniugale. Se essi spezzano questa unità con il divorzio causano un vero disastro nella loro vita; così si compirebbe lo scempio del bambino se con un coltello si volesse tentare di separare in lui ciò che è dono del padre da ciò che dono della madre. Per questo motivo Gesù interrogato dagli Ebrei se era lecito divorziare, rispose: "No! L’uomo non divida ciò che Dio ha unità" (Mt 19,6).

3a – Il bambino va rispettato fin dal primo momento del suo concepimento. L’aborto è il più grave peccato che si possa commettere contro il prossimo, principalmente perché:

1. 1.Si uccide l’essere più impotente: cosa può un esserino appena sorto alla vita contro un adulto?

2. 2.Si uccide l’essere più innocente: che male ha fatto il neo concepito da meritare la pena di morte?

3. 3.Si uccide il proprio figlio: è la mamma che lo elimina: come il più grande atto d’amore è donare la vita, così il più alto tradimento dell’amore è togliere la vita.

Terzo rilievo – L’amore che unisce reciprocamente gli sposi, i genitori al figlio e il figlio ai genitori, è l’immagine dello Spirito Santo Amore che unisce in sé il Padre celeste al Figlio Unigenito e il Figlio Unigenito al Padre celeste. Certo ci riesce difficile capire come in Dio l’amore con cui il Padre e il Figlio si amano è una Persona distinta dal Padre e dal Figlio. Invece costatiamo con immediatezza ed evidenza che una famiglia umana i cui membri si amano è una famiglia unita e felice, mentre una famiglia i cui membri non si amano, è una famiglia disunita e infelice.

Da quanto abbiamo rilevato ci risulta che Dio ha creato la Famiglia a sua immagine e somiglianza perché nell’amore fosse unita e felice. Ma purtroppo intervenne il peccato: esso causò un immane disastro! Ciò che per natura deve essere unito, se si disintegra provoca catastrofiche conseguenze: le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki insegnano!

Il peccato che è il tradimento dell’amore ha disintegrato la famiglia: mentre l’amore la teneva unita e la rendeva felice, il peccato l’ha disunita e l’ha resa infelice: non più fedeltà coniugale, non più dono e ricambio di dono, ma egoismo e angherie reciproche; non più monogamia ma poligamia; non più indissolubilità ma dissolubilità del matrimonio.

2B

Gesù s’incarnò per ricostruire l’immagine della

Famiglia Trinitaria di Dio nella Famiglia umana



Nel Vecchio Testamento Jawè si proclamò e agì come perfetto Sposo del Popolo Ebreo con l’intento di renderlo sua degna Sposa e così, tramite lei, attrarre a Sé tutti i Popoli. Il Popolo Ebreo, però, non corrispose all’amore di predilezione di Jawè, si rese infedele e deluse le attese del suo Sposo divino.

Quando Dio s’incarnò e prese un volto umano in Gesù, Figlio di Maria di Nazaret, si presentò come Sposo del nuovo Israele, la Chiesa: la Chiesa, chiamata Gerusalemme celeste, viene pure descritta come l’Immacolata Sposa dell’Agnello Immacolato (Ap 19,7; 21, 2.9; 22,17), Sposa che Cristo ha amato e per essa ha dato sé stesso, al fine di santificarla (Ef 5,26), che dopo averla purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell’amore e nella fedeltà (Ef 5,24), (Gaudium et Spes n. 6).

Nella lettera agli Efesini, l’Apostolo San Paolo fa scaturire dal suo cuore le seguenti espressioni dalle quali emerge un Gesù modello degli sposi cristiani e la missione delle famiglie cristiane:

"Le donne siano soggette ai loro mariti come al Signore, perché il marito è il capo della donna, come Cristo è il capo della Chiesa, del cui corpo Egli è il Salvatore. Or come la Chiesa è soggetta a Cristo, così le donne devono stare soggette in tutto ai loro mariti. E voi mariti amate le vostre mogli, come Cristo amò la Chiesa e ha sacrificato Sé stesso per lei, per santificarla purificandola con il lavacro dell’acqua in virtù di Parola, perché questa Chiesa potesse comparirgli davanti gloriosa, senza macchia, né ruga, né altro di simile, ma santa ed irreprensibile. Così i mariti devono amare le loro mogli come i loro corpi; chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno, infatti, ha mai odiato la propria carne ma la nutre e ne ha cura, come Cristo fa per la sua Chiesa, perché noi siamo membri del Corpo di Cristo. Per questo l’uomo abbandonerà il padre e la madre e si unirà alla sua moglie e i due saranno una sola carne. Grande mistero è questo, inteso come figura dei rapporti che passano tra Cristo e la sua Chiesa. Del resto ciascuno di voi ami la propria moglie come se stesso e la moglie rispetti il marito" ( Ef 5,21-33).

Gesù e la Chiesa (Comunità dei Cristiani) sono uno come un solo corpo sono la testa e le membra del corpo umano, come una sola pianta sono la vite e i tralci. Nello stesso tempo Gesù e la Chiesa restano distinti come distinti restano la testa e le membra, la vite e i tralci.

Anche gli sposi cristiani, ricevendo il Sacramento del Matrimonio sono unificati nel loro reciproco amore inserito nell’amore di Gesù – Sposo e della Chiesa – Sposa di Gesù, ma rimangono due distinte persone. Lo sposo cristiano, inoltre nella coppia e nella famiglia, ha l’ufficio di Gesù nella Chiesa; la sposa cristiana, nella coppia e nella famiglia ha l’ufficio della Chiesa.

L’autorità dello sposo sulla sposa è stata negata od offuscata dalla Società contemporanea nel travagliato processo di rivalutazione della donna. Ciò è dovuto alla reazione sproporzionata che la donna ha assunto nei confronti dello sposo per gli atteggiamenti dispotici ed autoritari di cui questo si è macchiato. La condanna dell’abuso, però non deve giungere mai fino a negare l’autorità stessa.

La sposa cristiana deve essere sottomessa allo sposo come la Chiesa a Gesù: ma lo sposo cristiano deve imitare Gesù il quale esercitò la sua autorità con amore e come servizio "Io sono venuto nel mondo non per essere servito ma per servire ed offrire la mia vita come riscatto per la liberazione degli uomini" (Mt 20,28).

Se lo sposo e la sposa cristiani amano e si amano come Gesù ci ama, l’autorità dello sposo non costituisce un problema ma rifulgerà sempre più come dono divino per la costruzione della famiglia cristiana, cellula d’amore indispensabile perché il mondo intero creda che Gesù è l’unico Salvatore nel quale dobbiamo riporre ogni nostra speranza per un’Era di pace e di benessere universali.

Confermiamo l’autorità dello sposo e del padre nella famiglia umana con un’argomentazione teologica. Nella Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo esiste l’autorità ed è quella del Padre: il padre comanda al Figlio ed il Figlio ubbidisce. La Sacra Scrittura l’afferma con molta chiarezza. Gesù, infatti, si esprime con frasi come queste: "Debbo fare la volontà del Padre, che mi ha mandato" (Gv 6,38). "Non cerco di fare come voglio, ma come vuole il Padre che mi ha mandato" (Gv 5,30). "Sono uscito da Dio e sono venuto nel mondo; non da me stesso sono venuto, ma Lui mi ha mandato" (Gv 8,42).

L’autorità è un servizio quindi non suppone superiorità. Il Padre celeste che comanda non è superiore al Figlio Unigenito che ubbidisce. Padre celeste e Figlio Unigenito sono uguali, sono pienamente all’unisono nel pensare e nel volere. L’uomo come sposo e padre ha autorità sulla moglie e sui figli perchè immagine del Padre Celeste, ma non è superiore alla moglie e ai figli.

Il principio dell’autorità dello sposo e del padre nella famiglia umana lo riafferma, come abbiamo detto sopra, San Paolo nella Lettera agli Efesini quando scrive: "Le mogli ubbidiscano al marito come al Signore. Perché il marito è capo della moglie come Cristo è capo della Chiesa… come la Chiesa è sottomessa a Cristo così anche le mogli ubbidiscano in tutto al loro marito" (Ef 5,22-24).

San Paolo fa molte applicazioni pratiche che oggi non possiamo condividere perché legate al tempo del Apostolo, però il principio di autorità persiste, è dottrinale. Nella famiglia noi dobbiamo combattere l’autoritarismo. Se difendiamo la purezza dell’autorità rispettosa della persona e della coscienza del suddito non dobbiamo temere abusi.



3

I "segni dei tempi" ci annunziano che siamo prossimi all’Era dell’amore della pace e del benessere Universale, all’era della famiglia cristiana e della conversione del mondo a Gesù Salvatore



La storia è guidata da Dio verso l’attuazione del suo piano salvifico; nulla di ciò che succede nel mondo è casuale, ma tutto è provvidenziale, anche quando, senza il dono della fede, ci sospingerebbe allo scandalo, come ad esempio il dolore e la morte dell’innocente, le guerre, i disastri naturali: Dio permette il male solo in vista di un maggior bene nell’ambito della salvezza individuale e della Redenzione Universale.

La prossimità dell’Età Aurea del Cristianesimo ce la mostrano, però, i tanti fattori positivi che riscontriamo nel mondo contemporaneo, anche se molti di essi apparentemente sembrano beni umani autonomi ed estranei al piano salvifico di Dio. Citiamone alcuni:

1. a. I mezzi di comunicazione sociale come la stampa, la radio, la televisione, internet ci informano, con immediatezza e come se avvenissero sotto i nostri occhi, di tutti i più importanti avvenimenti che si verificano nel più remoto angolo del mondo, ci interpellano direttamente e ci coinvolgono per la soluzione dei problemi che sempre più da locali e nazionali diventano universali ed internazionali. Fra questi problemi certamente un posto preminente l’occupa la piaga della fame.

2. b.I mezzi di trasporto come i treni, gli aerei e le navi ci consentono spostamenti veloci da un capo all’altro del mondo per interessi personali, per convegni a livello internazionali, per scambi commerciali, per effettuare soccorsi … i succitati e altri sviluppi scientifici e tecnici accelerano l’avvento dell’Età aurea del Cristianesimo in quanto riducendo le distanze e unificando il mondo facilitano la sua evangelizzazione.

3. c. I progressi della medicina e chirurgia ci convincono che siamo avviati alla realizzazione della seguente promessa di Dio per l’Età Aurea del Cristianesimo: "… non morranno più neonati e gli adulti avranno una lunga vecchiaia. Morirà giovane chi morirà a cent’anni. Se uno non arriverà a cent’anni vorrà dire che io lo ho punito" (Is 65,16-25).

4. d.Dopo quasi duemila anni di dispersione gli Ebrei sono finalmente riusciti a tornare nella terra promessa e a ricostituirsi in Stato: questa realtà importantissima profetizza il prossimo riconoscimento del Messia Gesù da parte del Popolo eletto, riconoscimento che, secondo San Paolo, avverrà dopo la conversione del mondo intero a Gesù (Cfr Rom 11,25-26).

5. e. Uno dei principali "segni dei tempi" è l’Ecumenismo. Le molteplici chiese cristiane che nel passato si sono dilaniate offrendo al mondo il triste spettacolo di un cristianesimo diviso, oggi, per opera dello Spirito Stato, si sono finalmente rese conto dell’assurdità del loro comportamento ed hanno intrapreso un comune sforzo per ricostituire l’unica Chiesa di Gesù, meta obbligatoria perché il Regno d’Amore di Gesù si estenda nel mondo intero: "Padre, che siano una cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato" (Gv 17,21).

Le difficoltà non mancano poiché ogni Chiesa tende a conservare gelosamente la sua identità, frapponendo così un grosso ostacolo tra il desiderio di ritrovare l’unità e l’umile, disinteressato e costruttivo dialogo. Ciononostante lo Spirito Santo sta agendo perché tutte le Chiese si pongano in uno stato di sincera conversione e di riforma. Anche la Chiesa Cattolica non deve fare tacere lo voce dello Spirito che la sollecita ad essere coerente con l’affermazione Conciliare: "Mentre Cristo – Santo, Innocente, Immacolato – (Ebr 7,27) non conobbe il peccato (2Cor 5,21) … la Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori, santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, mai tralascia la penitenza e il suo rinnovamento" (Lumen Gentium n. 8).

La Chiesa Cattolica che è la Chiesa Madre, ha il dovere indilazionabile di offrire in sè alle altre chiese cristiane un modello di riforma umile, reale e concreta: pur esigendo l’unità nelle cose essenziali, essa deve lasciare piena libertà nelle cose dubbie od opinabili ed esercitare in tutto la carità. È secondo lo spirito conciliare di purificazione, di penitenza e di rinnovamento che la Chiesa Cattolica deve affrontare i seguenti ed altri attuali problemi scottanti.

A. A. Primato della coscienza individuale.

Con il battesimo il cristiano diventa tempio dello Spirito Santo; con le luci, le ispirazioni, le imposizioni, le proibizioni, le lodi, i rimproveri e le esortazioni dello Spirito Santo il Cristiano inizia, prosegue e porta a termine il suo cammino terrestre verso la casa del Padre. La fedeltà assoluta alla voce dello Spirito deve essere una peculiare norma del cristiano; questa fedeltà il cristiano la esprime seguendo la sua convinzione interiore che si identifica con la voce della coscienza. La coscienza certa anche se erronea obbliga sempre:

"Tutto quello che è in contrasto con la convinzione della coscienza è peccato"

(Rom 14,23).

Evidentemente, dato che la coscienza certa può essere anche erronea, abbiamo il dovere di verificarla e di formarla per renderla vera. Ciò esige un esame attento della Rivelazione Divina, dei pronunciamenti del Magistero Ecclesiastico, del parere delle altre chiese cristiane, dei teologi, dei fedeli e anche dei non cristiani poiché anch’essi sono sotto l’azione dello Spirito Santo in virtù della Redenzione Universale operata da Gesù.

Fermo restando il primato della convinzione della coscienza individuale, è ovvio che essa cede il posto alla divina Rivelazione quando Questa su un argomento specifico si pronuncia senza lasciare adito a dubbi di interpretazione, oppure quando il Collegio Episcopale con il Papa assume una posizione definitiva su un contenuto del deposito rivelato.

B. B. Papato e Papa

Essendo il papa il successore di Pietro nel ministero ecclesiale, è indispensabile che interpelliamo la Sacra Scrittura per attingere da essa la natura della missione che Gesù affidò al Primo degli Apostoli:

"Andrea… incontra il fratello suo Simone e gli dice: - Abbiamo trovato il Messia (che vuol dire il Cristo) – e lo conduce a Gesù. Gesù riguardatolo, gli disse: - Tu sei Simone, il Figlio di Giovanni, tu ti chiamerai Cefa (che significa Pietra)" (Gv 1,40-42).

"La gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo? – risposero: - alcuni Giovanni il battista, altri Elia, altri Geremia, o qualcuno dei Profeti. – disse loro: - e voi chi dite che io sia? – rispose Simon Pietro: - Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente. – e Gesù: - Beato te, Simone figlio di Giona – perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt 16,17-19).

"Da quel momento in poi Gesù cominciò a rendere noto ai suoi Discepoli che bisognava che egli si recasse a Gerusalemme e che soffrisse molto per opera degli anziani, dei gran sacerdoti e degli Scribi, e fosse ucciso e che sarebbe risorto il terzo giorno. E Pietro, trattolo in disparte cominciò a fargli rimostranze, dicendo: non sia mai, Signore! Questo non ti avverrà! – ma egli, rivolgendosi, disse a Pietro: - vattene da me, Satana! Tu mi sei di scandalo perché tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini" (Mt 16,12-23).

"(Nell’ultima Cena) nacque tra di loro (fra gli Apostoli) una discussione: chi di essi poteva essere stimato il più grande. Ma Gesù disse loro: - i Re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi, però, non deve essere così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti, chi è più grande, chi siede a mensa o colui che serve? Eppure io sono in mezzo a voi come uno che serve… disse poi il Signore: - Simone, Simone ecco Satana ha chiesto che gli foste consegnati, per vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno: e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli. Ed egli rispose : - Signore, io insieme a te, sono pronto a subire anche il carcere e la morte. – Ma Gesù soggiunse – Pietro, Io ti dico, oggi non si sentirà canto di gallo, prima che tu non abbia negato per tre volte di conoscermi" (Lc 22,24-34).

"Dopo aver catturato Gesù, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote. Pietro intanto lo seguiva da lontano. In mezzo all’atrio era acceso un fuoco e molti vi erano seduti d’intorno: Pietro era fra questi. Or, una serva lo vide seduto accanto al fuoco e riguardandolo disse: - anche quello lì era con lui. – ma egli negò dicendo: - non lo conosco neppure o donna: - e poco dopo un altro, avendolo veduto, disse: - anche tu sei uno di loro. – ma Pietro rispose: - O Uomo non lo sono. Era trascorsa circa un’ora quando un altro pure insisté: - sì è vero anche lui era con Gesù, infaatti, è Galileo. - ma Pietro rispose: - O Uomo non so quel che tu vuoi dire. – e nel medesimo istante, mentre ancora diceva quelle parole, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro e Pietro si ricordò della parola del Signore il quale gli aveva detto: oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte – e, uscito fuori, pianse amaramente" (Lc 22,54-62).

"Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: - Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro? – gli rispose: - certo, tu lo sai che ti amo. Gli disse: pasci i miei agnelli. – disse di nuovo: - Simone di Giovanni mi ami? – gli rispose: certo, Signore, tu lo sai che ti amo. – Gli disse: Pasci le mie pecorelle. – gli disse per la terza volta: - Simone di Giovanni, mi ami? – Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: mi ami? – e gli disse; - Signore, tu sai tutto; tu sai che io ti amo. Gli rispose; Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. – questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: - Seguimi! –" (Gv 21,15-19).

Pietro è un mistero di grazia e di debolezza

Per rivelazione del Padre riconosce in Gesù il Messia, il Figlio del Dio vivente, e subito dopo si allea con Satana nel tentativo di distogliere Gesù dalla passione e dalla morte redentrici; Gesù lo sceglie come roccia su cui costruire la sua Chiesa e lui si dimostra uomo fragile: per paura rinnega per tre volte il suo divino Maestro, anche se con energia aveva protestato che per Gesù sarebbe stato pronto a sacrificare la vita. La paura fu uno dei difetti dominanti di Pietro, difetti che il primo Papa non riuscì a vincere del tutto neanche dopo la discesa dello Spirito Santo come chiaramente ci attesta San Paolo nella sua lettera ai Galati: "Quando Pietro venne ad Antiochia io mi opposi a lui apertamente perché aveva torto. Prima, infatti, egli aveva l’abitudine di sedersi a tavola con i credenti di origine pagana; ma quando giunsero alcuni che stavano dalla parte di Giacomo, egli incominciò ad evitare quelli che non erano Ebrei e si tenne in disparte per paura dei sostenitori della circoncisione.

Anche gli altri fratelli di origine ebraica si comportavano come Pietro in questo modo equivoco. Perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando mi accorsi che essi non agivano secondo la Parola del Signore dissi a Pietro in presenza di tutti: - Se tu che sei Ebreo di origine ti comporti come uno che non lo è, vivendo come chi non è sottoposto alla legge ebraica, perché poi costringi gli altri a vivere come Ebrei?" (Gal 2,11-14).

I due aspetti di Pietro investito di peculiare ministero ecclesiale e di Pietro uomo esposto a tutte le debolezze umane vanno sempre simultaneamente considerati e tenuti presenti sia per avere una retta concezione e non unilaterale del Papa, e così evitare il deleterio rischio del culto della personalità; sia per accettare come provvidenziali alcune posizioni critiche del Popolo di Dio su opinioni, decisioni e comportamenti papali.

Ecco alcuni punti cardini che vanno accettati

in modoincondizionato:

A. 1. Chi edifica la Chiesa è Gesù – "Io edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,18) – per mezzo del suo Spirito: "Riceverete su di voi la forza dello Spirito, che sta per scendere. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo" (At 1,8).

B. 2. Nella Comunità cristiana nessuno può pretendere l’uniformismo perché lo Spirito Santo distribuisce i suoi doni in modo che i vari membri della Chiesa, dotati di diversi carismi, siano complementari gli uni gli altri e, nel rispetto reciproco dell’identità di ciascuno, tutti uniti collaborino per l’edificazione dell’unico Corpo di Cristo.

C. 3. La Chiesa Locale Diocesana, sotto al guida del Vescovo che è dotato di autorità propria perché successore degli Apostoli, realizza nel suo seno la Chiesa di Gesù, in tutta la sua pienezza.

D. 4. La Chiesa Universale è costituita dalla comunione delle Chiese Particolari Diocesane sparse in tutto il mondo.

E. 5. Il Ministero principale del Papa è confermare la Chiesa nella fede: "Simone… ho pregato per te perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,23). Ciò non significa che il Papa è il proprietario e l’arbitro della Rivelazione; significa, invece che il Papa assistito d’Alto, si rende garante (anche per motivi ecumenici è bene evitare l’espressione "il Papa è infallibile") della Verità Rivelata, contenuta nella Sacra Scrittura e tramandata dalla Tradizione.

In casi particolari il Papa, con il consenso antecedente e concomitante della Chiesa, Comunità dei Cristiani, gradualmente guidata dallo Spirito Santo alla comprensione di tutta la Verità (Cfr. Gv 16,13), può dichiarare in modo definitivo, vero e vincolante per tutti un dato rivelato. È indispensabile sottolineare che perché il papa si renda garante in modo definitivo di una Verità Rivelata si richiede il consenso antecedente e concomitante della Chiesa perché è Essa infallibile: "Lo Spirito Santo vi condurrà a tutta la verità" (Gv 16,13); "Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16,18).

Pertanto il Papa prima di definire una verità ha l’obbligo di accertarsi che la Chiesa Universale la confessi già. Lo studio storico ci può rivelare che in casi particolari il papa è venuto meno a questo suo compito e che pertanto una verità che si crede definita non è realmente definita ma falsità. Forse uno di questi casi si riscontra "nella definizione infallibile" che nega il sacerdozio ministeriale alle donne.

F.6. Il Papa deve rispettare l’autonomia delle Chiese Locali Diocesane, volute da Gesù e guidate dal Vescovo sotto l’azione dello Spirito Santo. Compito del Papa è costatare con gioia le meraviglie che lo Spirito Santo compie nelle singole Chiese Locali Diocesane, incoraggiare le legittime diversità e favorire la comunione delle Chiese Locali Diocesane che insieme formano la Chiesa Universale.

Solo eccezionalmente il Papa deve intervenire in modo autoritario, ossia quando si nega o si pone in pericolo la comune fede e quando emergono gravi abusi disciplinari da rompere od ostacolare gravemente la comunione fraterna, dote indispensabile perché la Chiesa raggiunga il suo scopo missionario: essere per il mondo intero Sacramento dell’Amore di Dio Padre, di Dio Figlio Incarnato, di Dio Spirito Santo.

G. 7. L’autonomia delle Chiese Locali Diocesane non esclude l’opportunità dell’esistenza di un Codice di Diritto Canonico, ma esige che questo si riduca a poche leggi essenziali, valevoli per la Chiesa Universale: le troppe leggi oscurano ed ostacolano la creatività dell’amore e della multiforme azione dello Spirito Santo.

C. C. Divorziati risposati

L’indissolubilità del matrimonio è fondata sull’amore reciproco dei coniugi così come sull’amore reciproco è fondata l’indissolubilità delle Tre Persone Divine e l’indissolubilità del matrimonio tra Gesù lo Sposo e la Chiesa, Sposa di Gesù.

Se per impossibile, le Tre Persone Divine cessassero di amarsi, si spezzerebbe la loro unità e si dissolverebbe lo stesso Dio; se per impossibile, Gesù non amasse più la Chiesa e la Chiesa non amasse più Gesù, Gesù e la Chiesa romperebbero la loro unità sponsale.

Ciò che non è possibile nella Trinità Divina e in Gesù e nella Chiesa, si può, invece, verificare, e spesso si verifica, tra i coniugi cristiani e non cristiani. Come l’esperienza ci attesta, avviene che dei coniugi dissolvano irrimediabilmente il loro matrimonio per colpa di uno solo o di ambedue. Ciò ci induce ad affermare che l’indissolubilità del matrimonio, per esprimerci in termini filosofici, è di ordine morale e non fisico. Ossia: i coniugi, pur essendo tenuti in coscienza a rimanere uniti, hanno, purtroppo, la triste colpevole possibilità di rompere la loro unità.

Alla medesima conclusione ci porta la riflessione sulla natura dei precetti negativi: Dio ordina all’uomo di non compiere un determinato atto perché l’uomo è in grado di compierlo, benché colpevolmente. Se l’uomo non avesse la possibilità di compiere un determinato atto peccaminoso, Dio non glielo vieterebbe: così non gli vieterebbe di rubare se non potesse rubare. Allo stesso modo, Gesù non avrebbe imposto agli sposi il precetto: "L’uomo non separi ciò che Dio ha unito" (Mt 19,6), se i coniugi non potessero separarsi.

La dissoluzione del matrimonio in modo irrimediabile come irrimediabile è l’uccisione di un uomo, assume una gravissima colpevolezza, ma la Chiesa, nei confronti dei coniugi colpevoli divorziati e risposati con una terza persona, oggi deve usare maggiore misericordia che non in passato: come perdona l’omicida veramente pentito, pur essendo nell’impossibilità di ridare la vita al fratello ucciso, così deve perdonare e riammettere ai Sacramenti i coniugi divorziati e veramente pentiti, anche se si trovano nell’impossibilità di ricostruire la loro unità e si sono risposati con un altro uomo o con un’altra donna: uno studio accurato di Giovanni Cereti prova che nei primi secoli la Chiesa, ai cristiani divorziati e risposati, concedeva di continuare a convivere con il nuovo coniuge, se erano veramente pentiti e si sottomettevano ad una adeguata penitenza.

D. D. Matrimonio cristiano in due tempi

Si discute sulla liceità degli atti intimi tra due fidanzati. La discussione però non dovrebbe sussistere in quanto l’atto intimo è segno di espressione dell’amore coniugale totale, esclusivo e definitivo.

Però si deve venire incontro alla situazione difficile in cui si trovano spesso i fidanzati. La soluzione si ha nel matrimonio cristiano in due tempi: quando due fidanzati si sentono pronti al matrimonio ma vi sono dei seri motivi che li obbligano a procrastinare il tempo della celebrazione matrimoniale "coram Ecclesia", si sposino in segreto "coram Deo" scambiandosi il mutuo consenso. Così diventano veramente sposi perché i ministri del Sacramento del matrimonio sono i due cristiani contraenti, e possono compiere l’atto intimo. Evidentemente non appena viene meno la causa scusante debbono celebrare il matrimonio "coram Ecclesia".

E. Contraccezione

L’atto intimo è un meraviglioso dono fatto da Dio ai coniugi. Fondamento dell’atto intimo è l’amore totale esclusivo e definitivo che unisce i due coniugi. Non è vero affermare che l’atto intimo dei coniugi ha due simultanee finalità: la finalità unitiva e la finalità procreativa. È vero – invece – dire che l’atto intimo dei coniugi ha abitualmente un’unica finalità, quella unitiva, e che talvolta a questa finalità aggiunge una seconda finalità, quella procreativa.

Questo dato di fatto ci impone la seguente affermazione: nell’atto intimo dei coniugi deve sempre sussistere la finalità unitiva; la finalità procreativa, invece, per motivi gravi scusanti, si può eliminare imitando in ciò la natura.

Questi gravi motivi scusanti sono presenti quando i due coniugi, in forza della paternità e della maternità responsabili, decidono di non procreare. La particolarità che nell’atto intimo, per giusti motivi, si può eliminare la procreazione, ci fa dedurre quanto segue:

Quando due coniugi responsabilmente decidono di non procreare usino i così detti "metodi naturali" per evitare il concepimento; ma se non è loro possibile servirsi sei suddetti metodi, usino i "metodi contraccettivi artificiali" per salvaguardare gli alti valori unitivi che Dio ha legato all’atto intimo dei coniugi. Non potendo i coniugi conseguire tutto il bene inerente all’atto, scelgono giustamente la parte di bene che sono in grado di raggiungere.

L’atteggiamento intransigente che condanna tout-court i metodi contraccettivi artificiali è un grave errore teologico e storico che ha causato e causa ingiustificabili sofferenze a tante coppie di sposi e crea un gratuito grosso ostacolo alla diffusione del Messaggio Evangelico.

E. E. Assoluzione collettiva

Gesù ha scelto la Chiesa come strumento della sua misericordia affidandole il Sacramento del perdono dei peccati.

"A chi rimetterete i peccati saranno perdonati" (GV 20,23). Il modo di esercitare questa sublime missione di misericordia Gesù non l’ha voluto stabilire ma l’ha lasciato alla discrezione pastorale dalla sua Chiesa. E la Chiesa lo ha capito pienamente: nell’arco della sua storia bimillenaria, infatti, lo ha modificato varie volte: basta pensare alla confessione pubblica dei primi secoli prescritta per i peccati più gravi e alla confessione auricolare inizialmente solo devozionale sorta tra i Monaci irlandesi del sesto secolo, poi ratificata e prescritta per tutti i cristiani dal Concilio di Trento.

Oggi vige ancora l’obbligo della confessione auricolare, ma i cristiani la disertano: questa diserzione, in molti casi è sintomo di condiscendenza verso il peccato, ma è soprattutto uno dei segni dei tempi che interpella la Gerarchia e la sospinge ad interventi profondamente innovativi: certo non è giustificabile l’abolizione della confessione auricolare, dati i benefici spirituali che apporta ai penitenti; la sua pratica, però, bisognerebbe lasciarla abitualmente libera e renderla obbligatoria solo per l’assoluzione di alcuni peccati gravi come l’aborto.

Inoltre si dovrebbe estendere l’uso dell’assoluzione collettiva e conferire valore sacramentale al rito penitenziale all’inizio della Celebrazione Eucaristica. Questo gesto di misericordia favorirebbe la conversione dei cristiani e non il lassismo, perché Gesù per assolvere non esige l’umiliazione dell’accusa dei peccati ma il vero pentimento per le colpe commesse ed il sincero proposito di emendarsene.

Il cristiano in peccato ma di buona volontà e sinceramente pentito delle sue colpe, se potrà ricevere l’assoluzione dei suoi peccati al principio della Messa, sarà invogliato a partecipare alla Celebrazione Eucaristica in modo integrale, si ciberà del Corpo e Sangue di Gesù e sperimenterà in sé l’efficacia della promessa del Salvatore: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, vivrà per sempre" (Gv 6,53-58).

Facilitare l’assoluzione dei peccati e la Comunione Eucaristica è uno dei segni dei tempi che la Gerarchia deve accogliere con gratitudine e docilità allo Spirito.

G. Preti sposati

Senza dubbio uno dei principali segni dei nostri tempi è l’impetuosa ed inarrestabile spinta dello Spirito Santo a che la Chiesa Cattolica riesca a superare l’istintivo sospetto sul sesso, retaggio di una cultura non biblica e non evangelica, ed abolisca la legge canonica che impone ai Preti di Rito Latino l’obbligo del celibato.

L’abolizione del celibato obbligatorio, favorirà l’avvento di una schiera di preti Sposati che con le loro spose e i loro figli saranno modello familiare e stimoleranno efficacemente le famiglie cristiane a comportarsi in modo da essere affascinante immagine della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, come pure dell’amore che unisce gli Sposi per eccellenza, Gesù e la Chiesa.

LA CHIESA E’ NATA COME CHIESA DOMESTICA

San Paolo nella prima lettera ai Corinzi ci notifica che tutti gli Apostoli, o quasi, erano sposati e che le loro mogli li accompagnavano nei viaggi apostolici: "Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come l’hanno gli altri Apostoli e i fratelli del Signore e Pietro?" (1 Cor 9,5). Le Lettere Pastorali, come condizione indispensabile all’Ordinazione di un Vescovo-Presbitero, esigevano che il candidato si fosse sposato una volta sola e avesse dimostrato di essere un prudente e buon padre di famiglia: "Chi, infatti, non sa governare la sua casa, come potrà avere cura della Chiesa di Dio?" (1 Tm 3,1-5).

Prima del quarto secolo, non esiste nessuna legge canonica che vieta agli sposati di ricevere il Sacramento del Sacerdozio o che proibisce il matrimonio ai sacerdoti celibi al momento dell’Ordinazione. In via ordinaria Sacerdoti e Vescovi erano sposati; solo qualcuno sceglieva il celibato. I documenti dell’epoca parlano con naturalezza e semplicità delle spose dei vescovi, dei Sacerdoti e dei loro figli. Così, ad esempio, veniamo a sapere che S. Gregorio di Nazianzo, nato nel 319, era figlio di un Vescovo, divenne lui stesso Vescovo ed ereditò da suo padre la Diocesi di Nazianzo.

Storicamente ci risulta che la prima legge ecclesiastica non riguarda il celibato in se stesso ma l’esercizio del sesso da parte dei Vescovi, dei Sacerdoti e dei Diaconi sposati. Essa fu emanata per il clero spagnolo dal Sinodo di Elvira circa l’anno 300-306: "Vescovi, Preti, Diaconi e tutti i Chierici posti al servizio dell’altare, devono astenersi da rapporti con le loro mogli e non è loro lecito mettere al mondo figlioli. Chi si oppone perde la carica" (Can. 33).

Come appare dal testo, il Sinodo proibì al clero sposato di avere rapporti intimi con le proprie mogli perché attribuiva a detti atti una qual certa dose di impurità che rendeva il clero indegno della Celebrazione Eucaristica.

Al di là di ogni altra considerazione, non possiamo esimerci dal rilevare che il Sinodo non poteva emanare la succitata norma perché nessuna legge umana può dichiarare impuro un atto naturale né proibire a dei coniugi legittimamente sposati gli atti intimi che sono propri del matrimonio da Dio istituito. Il Concilio Ecumenico Vaticano II parla degli atti intimi degli sposi in ben altra maniera: "L’amore dei coniugi è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio; ne consegue che gli atti con i quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onorabili e degni e, compiuti in modo veramente umano favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi" (Gaudium et Spes n. 49).

Al Concilio Ecumenico di Nicea (anno 325) gli Spagnoli volevano imporre la legge di Elvira a tutta la Chiesa. Il Vescovo Panuzio, però, riuscì a convincere i Padri Conciliari a non seguire l’esempio spagnolo appoggiandosi principalmente su tre argomenti:

A. 1.Non è giusto imporre agli ecclesiastici il giogo del celibato.

B. 2.Il matrimonio è santo e puro.

C. 3.L’eventuale istituzione della legge del celibato è un rischio per la virtù delle mogli abbandonate.

Purtroppo in seguito la Chiesa Latina ripudiò lo spirito del Concilio di Nicea sicché Papa Gregorio VII, nel secolo XI, impose ai vescovi e Sacerdoti sposati di astenersi dagli atti coniugali e di rimandare la propria moglie. A partire del Primo Concilio del Laterano (anno 1129) non furono più ordinati uomini sposati: l’ordinazione fu riservata agli uomini liberi da ogni legame con una donna cioè ai vedovi e ai celibi.

La storia del celibato ecclesiastico pone in risalto molte pecche umane in contraddizione con la legge naturale ed evangelica. Pur lasciando doverosamente ogni giudizio delle persone a Dio, l’unico che scruta i cuori, la Chiesa contemporanea è chiamata a riconoscere con umiltà tali ombre e a riparare il passato assecondando docilmente la voce dello Spirito che le chiede di abolire l’obbligatorietà del celibato del clero: il tempo e il modo per giungere a tale meta improcrastinabile si potrebbe lasciare alla prudenza delle singole Chiese Diocesane: forse è bene che si proceda per legge locale e non per leggi universali, per rispettare i diversi gradi di sensibilità e di maturità.

Se l’impegno per il Regno di Dio esige ancora che parte del clero sia celibe, lo Spirito Santo non farà mancare alla Chiesa i preti celibi: lasciamo a Lui la piena libertà di scelta e a noi l’illimitata fiduciosa sottomissione alle sue scelte; sottomettiamoci con gioia allo Spirito che vuole una moltitudine di preti sposati per la prossima Era di amore e di pace basata sulla santità della famiglia.

Nel passato si è insistito e lavorato per avere un clero celibe per il Regno di Dio. Nel futuro si dovrà insistere e lavorare anche per un clero sposato per il Regno di Dio; la sposa che condivide l’impegno pastorale con lo sposo sacerdote non è un ostacolo ma un aiuto, un complemento. Ci sarà un ministero di coppia con efficacia di incalcolabile portata.



ESPOSIZIONE DI UNA "NUOVA STRATEGIA"

Finché il Papa manterrà l’attuale legge di obbligatorietà del celibato ecclesiastico i Vescovi e i Preti di Rito Latino hanno il diritto divino di sposarsi validamente e lecitamente in segreto: il matrimonio segreto consiste nel consenso matrimoniale reciprocamente espresso dai due contraenti. Il ragionamento teologico in difesa della "Nuova Strategia" è il seguente:

Il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma: "IL magistero della Chiesa non è superiore alla Parola di Dio ma ad essa serve" (Dei Verbum n. 10). Ora la Sacra Scrittura afferma con chiarezza che i vescovi ed i Preti possono sposarsi. "Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come l’hanno gli altri Apostoli, i fratelli del Signore e Pietro?" (1 Cor 9,5). "I Vescovi siano sposati una volta sola" (1 Tm 3,2; Tito 1,6).

La Gerarchia cattolica non aveva diritto e potere di eliminare questa libertà evangelica e di imporre al clero latino il celibato. La legge celibataria, pertanto, è nulla, invalida ed il clero latino deve riacquistare la sua libertà di scelta anche contro la volontà della stessa Gerarchia.



PRECISAZIONI:

1a. Il matrimonio segreto dei Vescovi Sposati e dei Preti Sposati è un Sacramento perché i ministri del Sacramento del matrimonio sono i battezzati contraenti, e i Vescovi e i Preti che, in coscienza, decidono di sposarsi segretamente, sono scusati dal seguire le norme canoniche perché la Gerarchia vi si oppone ingiustamente.

2a. La strategia esposta non è uno scisma. Difatti i Vescovi Sposati ed i Preti Sposati segretamente sono gelosi della loro qualifica di cattolici. Essi accettano la Chiesa cattolica, riconoscono la sua Gerarchia, rimangono sottomessi ad Essa, eccetto nei punti in cui si stacca dalla volontà di Dio: "Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29). I Vescovi Sposati ed i Preti Sposati di Rito Latino sono sottoposti al Papa, ma come Paolo si oppongono a Pietro quando, in coscienza, ritengono che Egli sbaglia.



PRIMA APPENDICE

Fatima: profezia dell’Età Aurea del Cristianesimo

Nel 1917 la Madonna apparve il 13 di ogni mese da Maggio ad Ottobre a tre Pastorelli di Fatima: a Lucia, a Francesco e a Giacinta rispettivamente di 10, 9 e 7 anni. Affidò loro un messaggio che si sarebbe realizzato in parte nell’immediato futuro, in parte presto ed in parte in un futuro più lontano.

La celeste Messaggera cioè preannunziò la prossima fine della Prima Guerra mondiale, il pericolo di una seconda guerra mondiale peggiore della prima se gli uomini non si fossero convertiti, e l’avvento del comunismo bolscevico, fonte di odio, di guerre, persecuzioni alla Chiesa e di immensi disastri.

Fra tante previsioni oscure e terrorizzanti, la Madonna fece brillare una luce di speranza: "Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà, la Russia si convertirà e il mondo avrà un periodo di pace". Per sigillare la veridicità delle sue profezie Maria Santissima il 13 Ottobre operò il grande miracolo del sole: nel luogo delle Apparizioni quel giorno si radunò un’immensa folla (70000?). pioveva e faceva freddo. Verso mezzogiorno, Lucia comandò di chiudere gli ombrelli e la folla come per incanto ubbidì. A mezzogiorno in punto, come al solito, comparve la Madonna che si intrattenne amorevolmente con i bambini. Finito il colloquio "la Madonna accomiatandosi dai suoi piccoli amici, aprì le mani nelle quali sembrava imprigionata tutta la luce del sole, Lucia tradusse quel gesto con un grido:

Guardate il sole! La pioggia cessò d’incanto. Le nubi si squarciarono ed apparve il prodigio: tutti videro il sole simile ad un disco d’argento girare vorticosamente su sé stesso, proiettando tutto intorno fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola che coloravano le nubi, gli alberi, le rocce, la terra, la folla abbagliata ed impietrita dallo stupore.

Il sole si fermò, poi riprese la sua rotazione sprizzando fasci incandescenti. Si fermò un’altra volta e ricominciò di nuovo a danzare. Tutti contemplavano in silenzio, percorsi da un brivido. Ad un tratto ebbero la sensazione che il sole si staccasse dal cielo e si precipitasse sul loro capo. Un urlo immenso si levò: Miracolo! Miracolo!

Poi, atterriti, tutti caddero in ginocchio nel fango, recitando con impressionante fervore l’atto di contrizione, mentre migliaia di invocazioni salivano dal profondo dei cuori:: - Mio Dio, misericordia!

Ave, Maria! – Io credo in Dio! – Vergine del Rosario, salvate il Portogallo! – Perdono, pietà!

Il fenomeno solare, distribuito in tre tempi, era durato dieci minuti. Tutti lo videro, credenti ed increduli, ignoranti e dotti, anche liberi pensatori che si erano recati colà con l’intento di sfatare una volta per sempre la fama di Fatima. Ora il cielo è tornato normale. Il sole ha ripreso il suo posto ed il suo splendore. Tutti si alzano trasognati, si toccano gli abiti qualche istante prima intrisi e gocciolanti e li constatano completamente asciutti e ripuliti. Nessuna può avere il minimo dubbio. La Madonna ha mantenuto la sua promessa".

Le profezie della Madonna si sono avverate quasi tutte. A causa dei suoi peccati, però, il mondo contemporaneo non dovrà attraversare indicibili sofferenze prima che si avveri l’ultima profezia di Fatima: "alla fine il mio Cuore immacolato trionferà; la Russia si convertirà ed il mondo avrà un periodo di Pace"? e la Chiesa cattolica non si renderà, in parte, corresponsabile di queste sofferenze se non affronterà seriamente e con umiltà la propria improcrastinabile riforma?

Gli avvenimenti sconvolgenti ed imprevedibili del 1989 che hanno segnato lo sbriciolamento del comunismo, la fine della guerra fredda, e ridata la libertà a tanti Popoli oppressi, sono l’aurora che preannunzia come prossimi (i tempi di Dio, però, non sono i nostri tempi) la conversione della Russia ed il periodo di pace che coinciderà con l’Età Aurea del Cristianesimo. Questa promettente Aurora c’induca a dare finalmente ascolto all’accorato invito di commiato della Madonna: "Gli uomini non offendano più nostro Signore, che è già tanto offeso"!

L’invito materno alla conversione lo assecondi la Chiesa Istituzione: la gerarchia ecclesiastica deve essere sì gelosa custode della Rivelazione, ma deve anche badare a non imporre i suoi pesi, non voluti da Dio e impossibili a portarsi: Anche noi cristiani contemporanei, soprattutto quelli raggiunti dal benessere, dobbiamo accogliere l’invito materno e convertirci collocando al centro della nostra vita Dio e i suoi Comandamenti, e smettendo di sostituire il Creatore con le creature.

Favorire, con una sincera e radicale conversione, il parto della nuova Era in modo che sia il più indolore possibile è la missione della nostra generazione. Voglia, perciò, il Signore far sorgere presto tanti suoi profeti, apostoli di quest’era, e gli uomini del nostro tempo diano ascolto alla loro voce. Amen.



SECONDA APPENDICE

Chi e' don Salvatore Paparo?

Il più piccolo uomo, il più piccolo prete del mondo. Ma "Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che nel mondo non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa, Così nessuno potrà vantarsi davanti a Dio" (1 Cor 1,27-28).

don Salvatore Paparo e' nato a Cesarò in provincia di Messina, il 14 agosto del 1929. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte, provincia di Catania, all’età di 10 anni, senti' subito l’attrazione alla vita sacerdotale. Vi frequento' i tre anni della Scuola Media, quindi si trasferi' al Seminario Maggiore di Catania dove rimase per due anni. Affascinato dalle Missioni, l’8 Dicembre del 1945 fu' ammesso allo Studentato dei Padri Maristi, collocato in Cavagnolo, provincia di Torino. Le vie di Dio, però, erano altre. Nel Maggio del 1946 cadde gravemente ammalato: era agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore: "Non passerà la notte". Lui invece guari' improvvisamente. Immerso in Dio, luce-calore estasiante, gli fu comunicato quanto segue:

"L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come suo unico Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile strumento".

Da quel momento l’Età Aurea del Cristianesimo domina la sua esistenza. Ne parlo' con il Direttore spirituale e con i superiori. Essi evidentemente gli consigliarono di procedere nei suoi studi fino all’ordinazione. "Noi, mi dissero, non ostacoleremo la volontà di Dio". Fu' ordinato Sacerdote il 21.2.1954. nel 1959, con la benedizione dei superiori, lascio' la Società di Maria e venne accolto nella diocesi di Ivrea, provincia di Torino.

L’Opera "CENACOLO FAMILIARE" prese la sua completa fisionomia nel 1967. In un corso di Esercizi Spirituali, passato in una ineffabile continua estasi. La misericordia divina gli rivelò che Dio è Amore e che in quanto Amore non è solitario ma una Famiglia felicissima composta da tre Persone: da Dio Padre, da Dio Figlio, da Dio Spirito Santo. Gli rivelò anche che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e lo creò Famiglia.

"L’Età Aurea del Cristianesimo, concluse la rivelazione, sarà anche l’Età Aurea della Famiglia. L’obbligatorietà del celibato sacerdotale sarà abolita e le famiglie dei Vescovi Sposati e dei Presti Sposati saranno fari luminosi per le altre famiglie cristiane".

Dopo varie vicende siamo giunti al passo decisivo:

La Famiglia Trinitaria vuole che tutto il clero italiano venga a conoscenza dell’Opera "CENACOLO FAMILIARE" perché i chiamati ne facciano parte e ne diventino apostoli e profeti, e qui dobbiamo fare un’importantissima riflessione:

"La Chiesa è fondata sul fondamento degli

Apostoli e dei Profeti" (Ef 2,20)

La Chiesa Cattolica ha sviluppato in modo esagerato il ministero di Pietro nel Papato, ponendo in ombra gli altri Apostoli e quindi i Vescovi loro I Successori, e lottando contro i suoi Profeti. Ora è giunto il momento dei Profeti. I Profeti del "CENACOLO FAMILIARE" si sentono investiti di una missione particolare: proporre alla Chiesa Cattolica delle riforme urgenti perché nel suo volto brilli il volto del suo Sposo Gesù. Si supplica, pertanto, la Chiesa Cattolica a voler fare proprie le riforme dei Profeti del Cenacolo Familiare.

Per iniziare, i Profeti del Cenacolo Familiare alla Chiesa Cattolica, di cui si ritengono figli a pieno titolo, propongono le riforme esposte in questo Documento. Ossia: la Riforma del Papato; l’accettazione del primato della coscienza individuale; la opzionalità del celibato ecclesiastico; il matrimonio cristiano in due tempi; l’ammissione dei divorziati risposati, sinceramente pentiti, ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia; la liceità della contraccezione; l’ampio uso della assoluzione collettiva conferendo in modo particolare valore sacramentale al rito penitenziale posto all’inizio della S. Messa.

Queste riforme insieme ad altre che si riterranno opportune o necessarie oltre ad avere un valore in sé stesse assumono un potente stimolo per le altre Chiese Cristiane favorendo così il cammino, voluto dallo Spirito Santo, dell’Ecumenismo fino a giungere all’unità della Chiesa universale. Giunti all’unità dei cristiani i non cristiani, affascinati dalla vita dei discepoli del Signore, si convertiranno a Gesù. Allora si realizzeranno le profezie evangeliche: "Saranno un solo gregge sotto un solo Pastore" (Gv 10,16). "Padre, che siano una sola cosa come io e tu siamo una cosa sola. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato" (Gv 17, 20-23).

A questo punto io, Salvatore Paparo, come umile strumento per la realizzazione del Cenacolo Familiare, mi rivolgo a voi. Vogliate accettare il Cenacolo familiare – di cui sono pronto a fornirvi tutte le informazioni possibili – siate suoi membri e Profeti, cercate di attuarlo in mezzo alle vostre Comunità cristiane.

La Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito santo voglia benedire e rendere Profeti dell’Opera "CENACOLO FAMILIARE" tutti coloro che verranno a conoscenza di questo Documento.

PREGHIERA – O Maria, Madre della Grazia e delle grazie, esaudisci la nostra umile, fiduciosa, filiale supplica: intercedi presso Dio l’avvento della seconda Pentecoste che realizzerà L’Età Aurea del Cristianesimo, l’era della famiglia creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, e redenta con la morte-risurrezione dell tuo Gesù, Sposo della Chiesa.

Affretta l’era dell’amore e della pace in cui gli uomini non si combatteranno più, non si eserciteranno più nell’arte della guerra, trasformeranno le armi in strumenti di benessere e utilizzeranno le immense ricchezze del creato per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali.

O Madre, convinci il Papa della singolare missione che, per la prossima era della famiglia, hanno da Dio ricevuto le famiglie dei vescovi Sposati e dei Preti Sposati e fa’ che renda opzionale il celibato sacerdotale. Amen.
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.

 


 



 
 

 

 
 

LETTERA ALLA RIVISTA "PROFETI DI DIO"

Rev.mo Direttore della Rivista "PROFETI DI DIO",


sono il sacerdote Salvatore Paparo, nato il 14 agosto 1929, parroco di Cintano, diocesi di Ivrea, provincia di Torino. Il Signore che per le sue GRANDI OPERE sceglie i più piccoli perchè nessuno abbia a gloriarsi dinanzi a Lui, ha voluto benevolmente scegliere questo piccolo e spero docile strumento PER PROFETIZZARE LA VENUTA (PARUSIA) INTERMEDIA DI GESU'. Allo scopo gli ha affidato l' " OPERA CENACOLO FAMILIARE ". Essa è nata in embrione nel maggio del 1946 e profetizza l'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE in cui:

1. Il mondo intero riconoscerà Gesù COME SUO UNICO SALVATORE, si convertirà a Lui: così finalmente si realizzerà la profezia di Gesù: "SARA' UN SOLO GREGGE ( IL MONDO INTERO ) ED UN SOLO PASTORE ( GESU' ) ".

2. Ci saranno LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI: allora gli uomini non si combatteranno più tra di loro, non si prepareranno più alla guerra, trasformeranno le armi in strumenti di benessere, utilizzeranno le immense risorse del creato per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali.

3. Ci sarà LA SECONDA PENTECOSTE D'AMORE: lo Spirito Santo, secondo la profezia di Gesù, porterà a termine il suo compito DI CONDURRE LA CHIESA A TUTTA LA VERITA'. Ossia la Spirito Santo convincerà la Chiesa che Dio E' AMORE; CHE IN QUANTO AMORE DIO NON E' UN SOLITARIO MA UNA FAMIGLIA FELICISSIMA COMPOSTA DA TRE PERSONE: DAL PADRE, DAL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE E DALLO SPIRITO SANTO. Per comunicare la sua felicità ad altri Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza E LO CREO' FAMIGLIA: L'UOMO E LA DONNA SPOSATI SONO IMMAGINE DEL PADRE CELESTE SIA COME SPOSO E SPOSA SIA COME PADRE E MADRE; IL FIGLIO DEL NUCLEO FAMILIARE UMANO E' L'IMMAGINE DEL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE CELESTE; L'AMORE CHE UNISCE E RENDE FELICI GLI SPOSI , I GENITORI E IL FIGLIO, E' L'IMMAGINE DELLO SPIRITO SANTO.

Il peccato distrusse l'amore, l'unione e la felicità del nucleo familiare umano. Gesù s'incarnò per redimere il nucleo familiare umano e così i suoi membri tornassero ad amarsi, ad essere uniti e felici.

NELLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' IL NUCLEO FAMILIARE UMANO RAGGIUINGERA' LA PERFEZIONE DELL'AMORE, DELL'UNIONE E DELLA FELICITA' CORONANDO L'OPERA DELLA SUA REDENZIONE COMPIUTA DA GESU' CON LA SUA PASSIONE, CON LA SUA MORTE E CON LA SUA RISURREZIONE. L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE CHE SI REALIZZERA' NELLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU', QUINDI, SARA' ANCHE L'ETA' AUREA DELLA FAMIGLIA. ALLORA LE FAMIGLIE DEI VESCOVI SPOSATI E DEI PRETI SPOSATI SARANNO UN FULGIDO MODELLO PER LE ALTRE FAMIGLIE CRISTIANE.
Rev.mo Direttore, le spedisco, in allegato, " L'OPERA CENACOLO FAMILIARE" perchè abbia la bontà di inserirla nel suo sito www.gambedit.com come contributo fraterno di salvezza NELL'IMMINENTE VENUTA INTERMEDIA DI GESU'.

Voglia gratificarmi di una sua fraterna risposta.

Nei Cuori Sacratissimi di Gesù e di Maria.


sac. Salvatore Paparo
 

CARISSIMI CINTANESI


Carissimi CINTANESI,



vi distribuisco la lettera che il nostro amatissimo e stimatissimo vescovo Mons. Luigi Bettazzi ha scritto ai vescovi italiani in occasione della loro Assemblea del corrente anno 2008. Mons. Bettazzi è stato nostro GRANDE PASTORE per ben trentatreanni dal 1966 al 1999. Egli ha sempre difeso il rispetto della persona altrui; ha rispettato le convinzioni degli altri perché ciascuno di noi deve attuare la sua vita secondo le sue convinzioni. Mons. Luigi Bettazzi, ubbidendo al messaggio evangelico, si è sempre battuto perché GLI ULTIMI, COLORO CHE SOFFRONO LA FAME, COLORO CHE INGIUSTAMENTE SONO DOMINATI E SFRUTTATI DAL POTERE POLITICO E RELIGIOSO, SIANO LIBERATI. Dio vuole che tutti gli uomini stiano bene, siano felici. Dio ha fornito il mondo di enormi ricchezze perché tutti siano felici e possano usufruirne secondo le loro necessità. Quindi è contro la volontà di Dio che alcuni siano ricchi in modo sproporzionato, e gli altri siano poveri, soffrano la fame, muoiano di stenti e di fame. Il nostro Vescovo Mons. Luigi Bettazzi che, ripeto, è stato NOSTRO GRANDE PASTORE PER BEN TRENTATRE ANNI DAL 1966 AL 1999, si è sempre battuto perché la Chiesa, secondo il volere di Gesù, si interessi degli ultimi, di coloro che soffrono, e perché tutti gli uomini e donne vivano una vita terrena dignitosa: Dio, infatti, ci ha creati per la felicità e non per il dolore. Il dolore è sopravvenuto nella nostra vita per il peccato; ma Gesù ci ha redento con la sua passione, morte e risurrezione: noi, quindi, dobbiamo lottare perché il dolore, frutto del peccato, sia distrutto e al suo posto regni nella nostra esistenza terrena il benessere e la gioia.

V’invito, pertanto, a leggere la lettera del nostro amatissimo e stimatissimo Vescovo Mons. Luigi Bettazzi sotto questa luce. Grazie! E che la nostra Comunità Ecclesiale possa essere una Comunità di Cristiani che vivano intensamente la vita d’amore che è la vita stessa di Dio, FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA; vivano come Gesù, FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE CELESTE, modello di amore per Dio Padre: “IL MIO CIBO QUOTIDIANO E’ COMPIERE LA VOLONTA’ DEL PADRE CELESTE” e modello di amore verso i fratelli: Egli, infatti, ha sacrificato la sua vita sulla croce per salvare noi suoi fratelli minori.




Sac. Salvatore Paparo

Lettera aperta ai confratelli vescovi

Un'anticipazione del prossimo numero della rivista. [[Mosaico di pace] 6 maggio 2008 - Luigi Bettazzi (Presidente emerito di Pax Christi Internazionale, presidente del Centro Studi economico-sociali per la pace, vescovo emerito di Ivrea)

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Più volte, in passato, in previsione dell'Assemblea annuale della CEI - a cui ritengo opportuno non partecipare - ho scritto a tutti i Confratelli Vescovi una lettera con le mie riflessioni, con quelle che avrei comunicato se mi fossi recato in Assemblea. Lo facevo in segno di collegialità, ritenendo che pur tagliato ormai fuori dalla corresponsabilità della pastorale italiana, potessi ancora manifestare vicinanza al cammino della Chiesa italiana. Questa volta partecipo le mie riflessioni, sollecitate dagli incontri che ancora faccio su e giù per l'Italia, anche agli amici di "Mosaico di pace" come semplici auspici, sui quali pregherò, specialmente nei giorni dell'Assemblea della CEI.

Non so quale sarà il giudizio della CEI sui risultati delle recenti elezioni. La nostra gente ha sempre pensato che i Vescovi, pur astenendosi da interventi diretti, non riuscissero a nascondere una certa simpatia per il Centrodestra, forse perché, almeno apparentemente, si dichiara più severo nei confronti dell'aborto e dei problemi degli omosessuali e più favorevole alle scuole e alle organizzazioni confessionali.

Credo peraltro che siamo stati meno generosi verso il Governo Prodi, non come approvazione della sua politica - dopotutto meritoria di aver evitato il fallimento finanziario del nostro Stato di fronte all'Europa (anche se questo può aver rallentato l'impegno, già avviato, di attenzione ai settori di popolazione più in difficoltà), quanto come riconoscimento di un esempio di cattolicesimo vissuto - personalmente, familiarmente, programmaticamente - in situazioni e in compagnie particolarmente problematiche. Anche perché in un mondo, come il nostro Occidente, dominato dal capitalismo, che sta impoverendo sempre più la maggioranza dei popoli e tutto teso, tra noi e fuori di noi, verso la ricchezza e il potere - la "mammona" evangelica, che Gesù contrappone drasticamente a Dio - tra i valori "non negoziabili", accanto alla campagna per la vita nascente e per le famiglie "regolari", va messo il rispetto per la vita e lo sviluppo della vita di tutti, in tempi in cui si allarga la divaricazione già denunciata da Paolo VI nella "Populorum progressio" (quarant'anni fa!) tra i popoli e i settori più sviluppati e più ricchi e quelli più poveri e dipendenti, avviati a situazioni di fame inappagata e di malattie non curate, vanno messi l'impegno per un progressivo disarmo, richiesto da Benedetto XVI all'ONU, e quello per la nonviolenza attiva, che è la caratteristica del messaggio e dell'esempio di Gesù ("Obbediente fino alla morte, e a morte di croce" - Fil 2, 16).

Forse siamo sempre più pronti a dare drastiche norme per la morale individuale, sfumando quelle per la vita sociale, che pure sono altrettanto impegnative per un cristiano, e che sono non meno importanti per un'autentica presenza cristiana, proprio a cominciare dalla pastorale giovanile. Mi chiedo come possiamo meravigliarci che i giovani si frastornino nelle discoteche o nella droga, si associno per violenze di ogni genere, si esaltino nel bullismo, quando gli adulti, anche quelli che si proclamano "cattolici", nel mondo economico e in quello politico danno troppo spesso esempio di arrivismo e di soprusi, giustificano la loro illegalità ed esaltano le loro "furberie", e noi uomini di Chiesa tacciamo per "non entrare in politica", finendo con sponsorizzare questo esempio deleterio, che corrompe l'opinione pubblica e sgretola ogni cammino di sana educazione. Ci stracciammo le vesti quando all'on. Prodi scappò detto che non aveva mai sentito predicare l'obbligo di pagare le tasse; ma avremmo dovuto farlo altrettanto quando altri invitavano a non pagarle...

Lo dico come riflessione personale. Perché mi consola pensare che il nuovo Presidente della CEI - a cui auguro un proficuo lavoro - proprio nell'intervento inaugurale di questo suo ministero richiamava il principio tipicamente evangelico del "partire dagli ultimi", che era stato proclamato in una mozione del Consiglio Permanente della CEI nel 1981 (!), e che risulta più che mai importante in un mondo (anche quello italiano! e qualche segnale ce lo fa temere sempre più per l'avvenire...), in cui si suole invece partire "dai primi", garantendo i loro profitti e i loro interessi, che non possono poi non essere pagati dalle crescenti difficoltà di troppe famiglie italiane.

L'auspicio è confortato dalla recente Settimana Sociale dei Cattolici italiani - e qui il compiacimento si rivolge al loro Presidente, che è il mio successore in Ivrea - che ha richiamato un altro centro nodale della Dottrina sociale della Chiesa e quindi della pastorale di ogni suo settore, che è il "bene comune", sul quale dovremmo comprometterci in un tempo in cui troppi - politici, impresari, categorie professionali e commerciali - pensano e lavorano solo per il "bene particolare", a spese - ovviamente - di chi non si può o non si sa difendere. Che questo dunque, dopo essere stato un messaggio così significativo sul piano dottrinale, appaia davvero come un impegno concreto e quotidiano, come qualche Vescovo già ha iniziato a dichiarare, sfidando riserve e mugugni.

Come si vede, sono tanti i motivi per auspicare, tanti i motivi per pregare, in vista di questa annuale Assemblea dei Vescovi italiani
 

LETTERA A GESU' UNICO SALVATORE

LETTERA A GESU’, UNICO SALVATORE DEL MONDO .

Gesù Salvatore, Tu, il Padre Celeste, lo Spirito Santo e Maria Santissima, LA MAMMA DELLA CHIESA, da duemila anni siete impegnati perché il mondo intero accolga il tuo messaggio di salvezza e viva un lunghissimo periodo di pace e di benessere messianici; viva l’Eta’ Aurea della Redenzione fondata sulla santità della famiglia, creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; e redenta con la tua morte e
con la tua risurrezione.

ORMAI i tempi sono maturi; ma è necessaria una radicale conversione per vivere il tuo messaggio di amore e di misericordia: ciascuno di noi deve amare dando al fratello in dono il bene che ha ricevuto da Te, dal Padre Celeste e dallo Spirito Santo; ciascuno di noi deve amare ricambiando al fratello il bene che da lui ha ricevuto: in questo scambio di bene i due fratelli entrano in comunione tra di loro, SONO UNO E FELICI.

L’esercizio del vero amore porta con sé enormi conseguenze: nessuno si deve credere in diritto di giudicare e di condannare il fratello POICHE’ COLUI CHE GIUDICA SEI SOLO TU , O GESU’; annunziando il tuo messaggio di salvezza, nessuno deve assumersi L’AUTORITA’ DI MAESTRO POICHE’ IL MAESTRO SEI SOLO TU, e noi tutti siamo fratelli. Nella Chiesa coloro che da Te hanno ricevuto l’ufficio di guida delle Comunità Ecclesiali, e di annunziare autorevolmente il tuo messaggio di salvezza, devono rispettare IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE perché la verità e il bene non vanno imposti ma proposti. Questo comporta anche che la Gerarchia non intervenga in politica per imporre allo Stato leggi da essa ritenute giuste. Solo i Fedeli Laici, dopo essersi formati una coscienza cristiana, devono impegnarsi perché lo Stato, LIBERO E INDIPENDENTE, legiferi secondo il tuo dettame evan gelico. Ma devono fare ciò rispettando le leggi di una sana democrazia: il popolo di una nazione deve scrutare il meglio con il DIALOGO: ognuno esprima, con serenità e libertà, la sua convinzione; lotti amichevolmente perché prevalga il suo punto di vista, ma rispetti il responso popolare e ad esso si adegui, PUR SEGUENDO PERSONALMENTE QUANTO LA SUA COSCIENZA GLI IMPONE.

L’esercizio dell’amore fraterno, O GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO, ci suggerisce anche il retto atteggiamento ECUMENICO: tutte le Chiese Cristiane si pongano in un atteggiamento di Conversione e di Riforma. Nessuna Chiesa Cristiana deve pretendere che le altre Chiese Cristiane si adeguino alle sue convinzioni dottrinali ed etiche. Invece, pur difendendo caritatevolmente le proprie certezze, rispetti simultaneamente le certezze delle altre Chiese. Rimanendo in un dialogo fraterno si arriverà certamente ad avere UN’UNICA CHIESA CRISTIANA, secondo il tuo Cuore, o Gesù. Ciò, però, non significa UNIFORMISMO MA UNITA’ NELLA LEGITTIMA DIVERSITA’. Se le Chiese Cristiane vivono d’amore tra di loro, certamente si ricostruirà LA TUA UNICA CHIESA, O GESU’, poiché secondo la tua promessa LO SPIRITO SANTO CHE PUO’ AGIRE SOLO DOVE TROVA L’AMORE, CONDURRA’ LA TUA CHIESA A TUTTA LA VERITA’.

L’esercizio dell’amore fraterno, o Gesù, ci fa considerare con rispetto LE RELIGIONI NON CRISTIANE. I seguaci delle Religioni non Cristiane, seguendo gli insegnamenti della Religione che professano, certamente sono raggiunti da Te, UNICO SALVATORE DEL MONDO, e li salvi.

Dobbiamo dire anche che le Religioni non Cristiane tendono INCONSAPEVOLMENTE a Te, o Gesù, e un giorno ti riconosceranno come Unico Loro Salvatore e faranno parte della tua UNICA CHIESA. Ma ciò avverrà SOLO DOPO CHE LE CHIESE CRISTIANE VINCERANNO LE ATTUALI DIVISIONI TRA DI LORO NELL’ESERCIZIO DEL VERO AMORE:

“ PADRE, CHE I CRISTIANI SIANO UNA SOLA COSA COME IO E TU SIAMO UNA SOLA COSA: COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO “ ( Gv.17.20-23 ).

Sac. Salvatore Paparo

13 GENNAIO 2008
BATTESIMO DI GESU’
 

25 MARZO 1966: SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Durante la Santa Messa lo Spirito di Gesù prende particolare possesso di tutto il mio essere e,

in una estasiante luce, mi comunica un singolare aspetto della mia vita che da allora ha sempre

illuminato e guidato i passi della mia esistenza.

 

25 MARZO 2014: SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Al computer trovo difficoltà di navigare in internet: i miei comandi non vengono accettati.

Ad un certo punto capita una cosa eccezionale: la stampante si mette in moto da sé ed espelle un foglio:

me l’ha inviato il Gruppo Fuci-Lucca ( gruppofucilucca.blogspot.com ): contiene scritti dell’Opera Cenacolo Familiare e altri scritti. La mia voce interiore amica mi dona luce e gioia. Mi dice:  “PUBBLICA GLI SCRITTI NEL BLOG DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE A CONFERMA DI QUANTO TI E’ STATO RIVELATO IL 25 MARZO 1966 SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL

SIGNORE.

 

Carissimi lettori e lettrici, inizio a pubblicare gli scritti inviatimi  dal Gruppo Fuci-Lucca, seguendo l’ordine di pubblicazione da Esso stabilito:

 

ANNIVERSARIO APPARIZIONE DI FATIMA

FRATERNE CONFIDENZE

SOGNO PROFETICO

LETTERA AD ANGELA

OPERACEFA –PRIMA STESURA

FATIMA - MEDJUGORJE

SECONDA LETTERA AD ANGELA

LETTERA ALLA RIVISTA “PROFETI DI DIO”

CORRISPONDENZA CON DON SALVATORE

LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE

SECONDA LETTERA A GESU’

TERZA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO

QUARTA LETTERA A GESU’

CARISSIMI CINTANESI

QUINTA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO


QUARTA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO

 

Gesù, oggi 14 aprile 2008, mi sento portato a scriverti per accentuare quanto Tu, il Padre Celeste, lo Spirito Santo e la Mamma Maria Santissima da tempo avete comunicato alla mia mente mentre il mio cuore era dominato da un’immensa ineffabile gioia.

RIGUARDA IL SACERDOZIO MINISTERIALE DI MARIA SANTISSAMA E DELLE DONNE. E’ necessario ricordare alcuni punti essenziali del tuo messaggio evangelico: Tu, il Padre Celeste e lo Spirito Santo siete UNA FAMIGLIA FELICISSIMA, avete creato l’uomo a vostra immagine e somiglianza e l’AVETE CREATO FAMIGLIA. Il Padre Celeste è insieme SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE. Egli ha comunicato ALL’UOMO SPOSATO LE SUE QUALITA’ DI SPOSO E DI PADRE, ALLA DONNA MARITATA LE SUE QUALITA’ DI SPOSA E DI MADRE. Tu, Gesù, sei il Figlio Unigenito del Padre Celeste ed hai in Te sia la parte maschile sia la parte femminile del FIGLIO. Nella famiglia umana, pertanto, SONO TUA IMMAGINE  sia il figlio che la figlia. Nella famiglia umana, infine, l’amore che unisce e beatifica gli sposi tra di loro, i genitori e i figli E’ L’IMMAGINE DELLO SPIRITO SANTO, AMORE PERSONIFICATO,  che unisce in SE’ il Padre Celeste al Figlio Unigenito del Padre Celeste, e TE, Figlio Unigenito del Padre Celeste, al Padre Celeste.

TU, GESU’, SEI L’UOMO ED HAI IN TE LA PIENEZZA DEL SACERDOZIO MASCHILE E FEMMINILE: NELLA CHIESA HAI COMUNICATO ALL’UOMO IL TUO SACERDOZIO SOTTO L’ASPETTO MASCHILE, ALLA NOSTRA MAMMA MARIA SANTISSIMA E ALLE ALTRE DONNE IL TUO SACERDOZIO SOTTO L’ASPETTO FEMMINILE. E qui desidero riportare quanto ho scritto qualche anno fa:

 

“ LE DONNE SIANO AMMESSE AL MINISTERO SACERDOTALE “.

 

Certamente Gesù ordinando sacerdoti solo uomini non voleva escludere il sacerdozio ministeriale femminile. Se Gesù avesse ordinato sacerdoti anche le donne avrebbe fatto un gesto clamoroso che la Società umana sua contemporanea  non era in grado di recepire. Gesù rispetta l’evoluzione  degli uomini: essi migliorano gradualmente la conoscenza della verità sia nel campo prettamente umano sia nel campo religioso: “LO SPIRITO SANTO VI CONDURRA’ A TUTTA LA VERITA’ “ (Gv. 16,13). Questa frase include la gradualità della conoscenza del contenuto delle Verità Rivelate anche se dobbiamo ammettere che la rivelazione del Deposito Rivelato si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo. La Società umana moderna è pronta ad accettare il ministero sacerdotale delle donne perché si è convinta che l’uomo e la donna hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Del resto una conferma del diritto della donna al ministero sacerdotale ci proviene dal fatto CHE MARIA SANTISSIMA E’ SACERDOTE. Ecco la prova: Maria Santissima al momento dell’Annunciazione del concepimento verginale di Gesù, dall’Arcangelo Gabriele ha ricevuto anche la notizia del concepimento miracoloso del Precursore di Gesù nel seno di Santa Elisabetta. Maria Santissima “IN FRETTA” va dalla sua cugina. Il motivo principale di questa visita era la santificazione di Giovanni Battista ancora nel seno materno. Detta santificazione è avvenuta così: MARIA ENTRO’ IN CASA DI ZACCARIA E SALUTO’ ELISABETTA. APPENA ELISABETTA UDI’ IL SALUTO, IL BAMBINO DENTRO DI LEI EBBE UN FREMITO, ED ESSA FU COLMATA DI SPIRITO SANTO E A GRAN VOCE ESCLAMO’: - DIO TI HA BENEDETTA PIU’ DI TUTTE LE DONNE. PERCHE’ MAI LA MADRE DEL MIO SIGNORE VIENE A FARMI VISITA? APPENA HO SENTITO IL TUO SALUTO, IL BAMBINO SI E’ MOSSO IN ME PER LA GIOIA” (Lc.1,39-44).

Gesù nel seno verginale di Maria santificò il suo Precursore nel seno di Elisabetta. Praticamente è avvenuta l’amministrazione del Battesimo di San Giovanni Battista. MA QUESTA AMMINISTRAZIONE del battesimo di Giovanni Battista, HA AVUTO UNO STRUMENTO MINISTERIALE: MARIA SANTISSIMA: DIFATTI E’ AVVENUTA  “AL SALUTO DI MARIA”. Maria con il saluto a Santa Elisabettta HA ESERCITATO IL SUO SACERDOZIO MINISTERIALE così come fanno gli altri sacerdoti pronunziando le parole della forma dei Sacramenti. Essi prestano la voce a Gesù per pronunziare le parole della forma dei vari Sacramenti, ma CHI AMMINISTRA I SACRAMENTI E’ GESU’ : “CRISTO E’ PRESENTE CON LA SUA VIRTU’ NEI SACRAMENTI DI MODO CHE QUANDO UNO BATTEZZA E’ CRISTO STESSO CHE BATTEZZA” (Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio Ecumenico Vaticano II. Cap.1 n.7).

Sac. Salvatore Paparo
                         
Cintano 14 aprile 2008


Carissimi CINTANESI,



nella stesura del mio Documento “OPERA CENACOLO FAMILIARE” mi sono lasciato guidare dall’esempio e dalle parole del GRANDE PAPA, INVIATO DA DIO, GIOVANNI XXIII: Egli distingueva tra errore e errante, tra peccato e peccatore: condannava evidentemente l’errore e il peccato, ma trattava con misericordia l’errante e il peccatore.

Sotto questa luce nel Documento mi sono permesso di invitare fraternamente la Gerarchia Cattolica a non volere più castigare alcune categorie di peccatori, COME AD ESEMPIO I DIVORZIATI RISPOSATI, e a usare verso di loro comprensione e misericordia sottolineando le parole di Gesù sulla carità fraterna:

“NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI” (Lc. 6,17)

“NON CONDANNATE E NON SARETE CONDANNATI” (Lc. 6,17 )

“SIATE MISERICORDIOSI E TROVERETE

MISERICORDIA” (Mt. 5,7)

“COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1Cor. 4,4)



Il Vescovo di Ivrea Mons. Arrigo Miglio non è del parere che io rivolga alla Gerarchia Cattolica l’invito fraterno perché usi misericordia verso tutti i peccatori, e mi ha inflitto una grave sanzione: mi ha deposto da parroco di Cintano.



Dopo il Decreto di deposizione datato 7.12.2007, mi sono sentito in dovere di rispondere così al Vescovo:



“ Ho preso visione della condanna che mi hai comminato e ti scrivo per invitarti fraternamente a desistere dall’eseguirla. Come può un vescovo che esige di essere chiamato padre, voler sradicare dal suo ambiente un sacerdote che da 44 anni ha solo cercato di vivere personalmente e di inculcare ai suoi fratelli parrocchiani l’amore e la misericordia di Dio, e a quasi ottant’anni gettarlo in un nuovo ambiente per trascorrere i suoi ultimi anni di vita terrena in solitudine e nella sofferenza? Può un vescovo condannare un suo sacerdote che abitualmente segue le indicazioni della Gerarchia, ma che sente il dovere di dissentire da essa in alcune posizioni etiche e pastorali? Non dovrebbe la Gerarchia trarre insegnamento dai tanti suoi errori del passato per riconoscere con umiltà i suoi limiti umani E PERMETTERE UN DISSENSO COSTRUTTIVO TRA I SUOI FIGLI? Come può un sacerdote non dissentire IN ALCUNE COSE DA UNA GERARCHIA CHE HA INSEGNATO CHE UN FEDELE CHE MANGIAVA DI VENERDI UN PEZZETTINO DI CARNE COMMETTEVA PECCATO MORTALE E CHE QUINDI MERITAVA UN INFERNO ETERNO?



Pertanto, invito fraternamente te, i tuoi più stretti collaboratori e il Collegio dei Consultori a ripensare sulla grave sanzione comminatami e a revocarla”.



IL VESCOVO MI LASCIA A CINTANO, E IO , CON GIOIA, CONTINUERO’ AD ESSERE IL VOSTRO SACERDOTE.





Non vi nascondo che ho pensato seriamente di lasciare Cintano e di trasferirmi in Messico per essere ospitato da una famiglia amica; e così continuare SERENAMENTE ED IN LIBERTA’ LA MISSIONE CHE BENEVOLMENTE MI HANNO AFFIDATO IL SIGNORE E MARIA SANTISSIMA. Ma è capitato un episodio che mi ha fatto cambiare idea. Ve lo racconto trascrivendovi l’e-mail che ho spedito a don Olimpo, mio affezionatissimo, sincero e fidatissimo amico.



“ Carissimo don Olimpo,

non so come evolveranno gli avvenimenti. Ho il piacere, però, di dirti che ieri mattina, 1 gennaio 2008, giorno in cui, secondo il decreto vescovile, ho cessato di essere parroco di Cintano, mentre al Santuario della Madonna Delle Grazie, in preparazione della celebrazione della Santa Messa delle ore 9, chiedevo luce ALLA MAMMA CELESTE che, ancora bambino, mi avvolse dolcemente sotto il suo manto azzurro dicendomi: “SALVATORE, FIGLIOLINO MIO”, una luce interiore, forte e gioiosa, mi ha illuminato:





“ RESTA A CINTANO “





Con grande affetto

Don Salvatore “.



A questo punto desidero sottolineare due date che non sono coincidenze casuali ma PROVVIDENZIALI: la mia ultima Santa Messa da parroco di Cintano, al Santuario di Piova e nella chiesa parrocchiale, l’ho celebrata LA DOMENICA 30 DICEMBRE 2007, FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET; la mia prima Santa Messa, da semplice sacerdote, l’ho celebrata, sempre al Santuario di Piova e nella chiesa parrocchiale di Cintano, MARTEDI 1 GENNAIO 2008, FESTA DI MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO E DELLA CHIESA.



Queste due feste sono importantissime PERCHE’ L’OPERA CENACOLO FAMILIARE PROFETIZZA L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO CHE SARA’ FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.





Vi trascrivo le prediche che ho rivolto ai fedeli nelle due festività:



“ FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET

Oggi celebriamo la festa della Sacra Famiglia di Nazaret, della Sacra Famiglia dei Cuori Sacratissimi di Gesù, di Maria e di Giuseppe.

Per capire dobbiamo partire da lontano, dobbiamo partire da Dio. Dio è AMORE e in quanto AMORE non è UN SOLITARIO, ma una FAMIGLIA FELICISSIMA composta da Tre Persone, da Dio Padre, da Dio Figlio, da Dio Spirito Santo.

La Famiglia Trinitaria di Dio decise di comunicare la sua felicità a delle creature e creò L’UOMO FAMIGLIA a sua immagine e somiglianza. DIO PADRE E’ INSIEME SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE. Creando la FAMIGLIA UMANA, Dio Padre comunicò all’uomo la sua immagine DI SPOSO E DI PADRE; comunicò alla donna la sua immagine DI SPOSA E DI MADRE.

Il figlio della famiglia umana è l’mmagine DEL FIGLIO UNIGENITO DI DIO PADRE.

Lo Spirito Santo è l’amore con cui il Padre Celeste ama il suo Figlio Unigenito; ed è anche l’amore con cui il Figlio Unigenito di Dio ama il Padre Celeste.

I membri della famiglia umana, essendo l’immagine dello Spirito Santo, dovevano amarsi tra di loro: lo sposo doveva amare la sposa, la sposa doveva amare lo sposo, i genitori dovevano amare i figli, i figli dovevano amare i genitori e dovevano amarsi tra di loro. In questo loro reciproco amore, i membri della famiglia umana sarebbero stati felici. Ma purtroppo intervenne il peccato: gli sposi non si sono amati tra di loro; i genitori non hanno amato i loro figli; i figli non hanno amato i loro genitori e non si sono amati tra di loro per cui i membri della famiglia umana anziché farsi del bene reciprocamente hanno incominciato a farsi del male. IN CONSEGUENZA SI SONO RESI INFELICI. Dio, però, ha continuato ad amare la famiglia umana PECCATRICE e, nella sua misericordia, ha inviato nel mondo il Suo Figlio Unigenito Gesù per redimerla E PER RESTITUIRLE LA FELICITA’ PERDUTA CON IL PECCATO.

DIO PADRE alla famiglia umana peccatrice ha dato UNA FAMIGLIA UMANA MODELLO, LA FAMIGLIA DI NAZARET, LA FAMIGLIA DEI CUORI SACRATISSIMI DI GESU’, DI MARIA E DI GIUSEPPE.

Queste TRE SANTE PERSONE sono il modello delle famiglie cristiane REDENTE; e sono modello DI AMORE. Esse hanno amato il Padre Celeste e noi AL MASSIMO GRADO.

GESU’ ha amato il Padre Celeste e ha compiuto la sua volontà facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce; GESU’ ha amato noi e ha sacrificato Se Stesso perché noi morissimo al nostro peccato, riacquistassimo la vita di figli di Dio e la felicità perduta con il peccato.

MARIA SANTISSIMA, LA MAMMA DI TUTTI, ha amato il Padre Celeste e ha vissuto la sua vita terrena rimanendo sempre fedele al suo “SI’” pronunziato a Dio Padre nel momento in cui accettò di essere Madre di Gesù, nostro Salvatore; MARIA SANTISSIMA ha amato noi e con il suo sacrificio unito al sacrificio di Gesù, ci ha generati suoi figli e figli del Padre Celeste. E ci ha restituito la felicità perduta con il peccato.

ANCHE SAN GIUSEPPE ha amato Dio Padre ubbidendo sempre a Lui che gli manifestava la sua volontà per mezzo di un angelo. ANCHE SAN GIUSEPPE ha amato noi: Egli si è unito alla sofferenza di Gesù e di Maria perché noi, famiglia umana peccatrice, ricominciassimo a vivere di amore e riacquistassimo la felicità perduta con il peccato.



I membri della famiglia cristiana debbono imitare la Famiglia di Nazaret: gli sposi e i genitori debbono imitare Maria Santissima e San Giuseppe; i figli debbono imitare Gesù. La Sacra Scrittura ci assicura che ciò si verificherà in modo meraviglioso. Pertanto comcludiamo dicendo:



L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA

DEL CRISTIANESIMO, ETA’ AUREA CHE SARA’

FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA,

CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA

FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO,

DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E

CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA

CHIESA.









1 GENNAIO 2008

FESTA DI MARIA SANTISSIMA

MADRE DI DIO E MADRE DELLA CHIESA



Domenica scorsa, festa della Santa Famiglia di Nazaret, abbiamo riflettuto sulla famiglia umana, creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio: gli sposi e i genitori sono l’immagine del Padre Celeste; il figlio è l’immagine del Figlio Unigenito del Padre Celeste; l’amore reciproco tra gli sposi, i genitori e i figli è l’immagine dello Spirito Santo. Una famiglia i cui membri si vogliono bene, è una famiglia unita e felice; una famiglia i cui membri non si vogliono bene, è una famiglia disunita e infelice.

Dobbiamo sottolineare che l’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia: se le famiglie, oggi in gran parte malate, guariranno; cioè se vinceranno il loro egoismo e faranno rivivere l’amore, avremo un mondo unito, un mondo giusto, un mondo in pace. Noi cristiani dobbiamo coltivare la fiducia che ciò avverrà: i cristiani, infatti, dobbiamo essere solo persone DI SPERANZA. Evidentemente perchè arrivi un mondo migliore noi tutti dobbiamo impegnarci in prima persona: è noi per primi che dobbiamo vivere di amore facendo agli altri solo del bene e mai del male; è noi per primi che dobbiamo essere costruttori di pace nelle nostre famiglie e nell’ambiente in cui viviamo. Per fare ciò dobbiamo essere benevoli nei nostri giudizi: San Paolo ci dice che dobbiamo stimare gli altri superiori a noi. Quindi dobbiamo evitare di giudicare, di condannare gli altri poiché Colui che giudica E’ SOLO IL SIGNORE. E questo perché solo il Signore può giudicare GIUSTAMENTE: infatti, SOLO LUI SCRUTA I CUORI, mentre noi vediamo SOLO LE APPARENZE,



La festa di oggi ci invita a completare la riflessione che abbiamo iniziato domenica scorsa SULLA FAMIGLIA come piccolo nucleo composto dagli sposi, dai genitori e dai figli.

Oggi dobbiamo riflettere SULLA CHIESA, CORPO MISTICO DI GESU’, CHE E’ ANCH’ESSA UNA FAMIGLIA.



PADRE DELLA CHIESA è il Padre Celeste;

MADRE DELLA CHIESA è Maria Santissima;

GESU’ è il Figlio Primogenito del Padre Celeste e di Maria Santissima, ed è anche il nostro fratello maggiore;

I BATTEZZATI siamo figli di Dio Padre e di Maria Santissima, siamo i fratelli minori di Gesù; siamo fratelli fra di noi.

LO SPIRITO SANTO è Colui che santifica i Membri umani della

CHIESA FAMIGLIA; ossia Colui che NEI BATTEZZATI coltiva e perfeziona la vita divina che è vita d’amore la quale si esprime NEL DONO di chi ama, NEL RICAMBIO DEL DONO di chi è amato; NELL’UNIONE E NELLA CONSEGUENTE FELICITA’ di coloro che si amano e si scambiano il dono.



Il nostro pensiero vada soprattutto A MARIA SANTISSIMA, LA NOSTRA MAMMA: amiamola imitando le sue virtù; coltiviamo immensa fiducia in Lei PERCHE’ E’ LA NOSTRA MAMMA BUONA E POTENTE: IN QUANTO MAMMA BUONA CI VUOLE AIUTARE; IN QUANTO MAMMA POTENTE CI PUO’ AIUTARE E CI AIUTA”.





Da “MARIA” mensile dei Padri Maristi Italiani, Congregazione

Religiosa alla quale io appartenevo prima di iniziare L’OPERA CENACOLO FAMILIARE.

Parte dell’interessante intervista di P. Gianni Colosio a Luigi Pasini, sposo di Anna Maria e padre di tre figli: Giuseppe, Elena ed Enrico:



Che tipo di educazione hai dato ai tuoi figli?

Li ho educati alla corresponsabilità. Dicevo loro: io e mamma vi vogliamo bene; papà è un onesto e modesto impiegato, dispone di tanto e non di più. Accontentatevi di quello che possiamo darvi e non di più.



Ha funzionato?

In linea di massima, sì.



Avete avuto un’esperienza familiare drammatica: in seguito ad un terribile incidente automibilistico Enrico è stato a lungo tra la vita e la morte; poi lunghissimi tempi di riabilitazione con recupero parziale delle sue abilità. Come avete vissuto quell’episodio?

Ci ha sostenuto la fede e la forza d’animo di Enrico. Devo dire che è stata la stagione in cui, come famiglia, ci siamo sentiti più uniti. Non dimenticherò mai l’affetto e la dedizione dimostrati dai fratelli verso Enrico. Credo che il miracolo, perché di miracolo si tratta, sia avvenuto grazie alla TERAPIA DELL’AMORE.



Avete sofferto anche per il matrimonio di Giuseppe con una divorziata, vero?

COME CRISTIANI CONVINTI, IO E MIA MOGLIE ABBIAMO SOFFERTO PER IL MATRIMONIO CIVILE DEL FIGLIO. POI CI HA CONSOLATO VEDERE CHE FORMANO UNA COPPIA STUPENDA. D’ALTRA PARTE, NON E’ L’AMORE, E SOLO L’AMORE, CHE COSTITUISCE UNA COPPIA AUTENTICA?

COME CRISTIANI VORREMMO CHE LA CHIESA FOSSE PIU’ COMPRENSIVA VERSO CERTE SITUAZIONI MATRIMONIALI E AMMETTESSE AI SACRAMENTI COLORO CHE, PUR ESSENDO

I R R E G O L A R I, VIVONO UNA SERENA E SERIA VITA CONIUGALE. MI HA SEMPRE STUPITO LA RIGIDITA’ DELLA CHIESA CATTOLICA E L’APERTURA DELLE CHIESE

PROTESTANTI: NON SI RIFANNO TUTTE ALLO STESSO VANGELO?



Sono qurant’anni che siete sposati, Mai nessuna crisi?

Mai! Alti e bassi molti, superati con la comprensione reciproca, il dialogo e la forza di un amore inossidabile.



Le qualità di tua moglie?

L’ATTACCAMENTO ALLA FAMIGLIA. E’ LEI I L

C O L L A N T E . HA PIU’ CARATTERE DI ME. HA SEMPRE SAPUTO CONCILIARE L’AFFETTO CON UNA GIUSTA SEVERITA’.





CONCLUDO TRASCRIVENDO L’E-MAIL DI ELEONORA ROSSOTTO CHE BEN CONOSCETE E LA MIA RISPOSTA AD ELEONORA.





Gentile Don Paparo,

sono Eleonora Rossotto. Ho appena letto in internet il testo da lei scritto e ho subito voluto congratularmi per il coraggio che ha dimostrato nel presentare le sue idee, che in parte condivido, ma più che altro mi ha incuriosito la scelta di rendere noto il suo pensiero riguardo temi scottanti, che la Chiesa non affronta mai volentieri.

Come mai dopo tanti anni di sacerdozio? Ha sempre avuto queste idee oppure sono maturate nel tempo? Vorrei che sapesse che sono rimasta molto colpita ed affascinata del suo vivo e reale interesse per i cambiamenti che la nostra società sta attraversando, che si è tramutato non in una critica fine a se stessa, ma in proposte ragionevoli.

Sono anche curiosa di sapere come ha reagito la comunità! Perché non sempre le risposte che esige il nostro tempo sono le stesse che forniscono le persone: in una realtà sempre più globale la Chiesa non deve rimanere esclusa, ma deve integrarsi.

Aspettando una sua risposta, le auguro buone feste.



Cordiali saluti

Eleonora Rossotto



Carissima Eleonora,

ti ringrazio innanzi tutto per le gentili parole usate nei miei confronti. Rispondendo poi alle tue domande, ti dico che L’OPERA CENACOLO FAMILIARE è nata in embrione nel maggio del 1946: si è evidentemente sviluppata e perfezionata gradualmente nel tempo; ed ora presenta il suo volto nel Documento che sto divulgando.



Nella loro essenza le mie posizioni dottrinali, etiche e pastotali le ho sempre avute nella mia mente e nel mio cuore; le ho anche divulgate ricevendo critiche e lodi.



SONO PIENAMENTE CONSAPEVOLE CHE VADO INCONTRO A MOLTE SOFFERENZE PER REALIZZARE LA MISSIONE ECCLESIALE CHE IL SIGNORE E LA MADONNA MI HANNO BENEVOLMENTE AFFIDATO. MA LA SOFFERENZA E’ NELL’ORDINE DELLA REDENZIONE: GESU’ PER SALVARCI E’ STATO CROCIFISSO. PERO’ I VINCITORI NON SONO STATI I SUOI NEMICI, I SUOI CROCIFISSORI, BENSI’ LUI, GESU’: GESU’, INFATTI, E’ I L C R O C I F I S S O - R I S O R T O .

Buon anno 2008

Sac. Salvatore Paparo “.


CARISSIMI CINTANESI, VI ABBRACCIO UNO PER UNO

CON VIVO AFFETTO.

Sac. Salvatore Paparo

QUINTA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATATORE DEL MONDO

 
Gesù, oggi 11 maggio 2008, SOLENNITA’ DELLA PENTECOSTE, desidero rivolgerti una particolare preghiera. Prima, però,  penso che sia bene trascriverti il pensiero dell’ottimo biblista vivente padre Alberto Maggi:
 
“L’incontro ha come tema “IL VOLTO DI DIO”.
Di per sé non ci dovrebbe essere bisogno: se siamo credenti o praticanti dovremmo avere le idee chiare sul volto di Dio. Vedremo, invece, che quando si parla di Dio, si dicono cose che forse non corrispondono a quelle che troviamo nella Sacra Scrittura.
Se facciamo un raffronto tra il Dio in cui credevano i nostri nonni, quello nel quale crediamo noi e quello nel quale credono i nostri figli, vediamo già  che c’è una differenza.
Il Dio che veniva presentato è abbastanza diverso dal Dio che è presentato oggi. Allora c’è da chiedersi: ma come mai, è cambiato Dio?
No, Dio non cambia. Man mano che l’umanità cresce e nella crescita riconosce sempre di più il valore della dignità dell’uomo, scopre sempre di più il volto di Dio. E man mano che la Chiesa è sempre più fedele al messaggio evangelico, ecco che la verità di sempre su Dio viene formulata in maniera nuova.
Non è Dio che cambia, è l’umanità che cresce, con l’umanità cresce la Chiesa; man mano che si radica nella fedeltà al Vangelo scopre quei volti di Dio che non sono una novità, c’erano sempre stati, ma erano come oscurati da tante cose. E’ stato presentato un volto di Dio talmente estraneo a quella che è la vita dell’uomo, a quello che è il benessere dell’uomo, che le persone, normalmente quelle che ragionavano con la loro testa, non potevano non rifiutarlo. Gli altri accettavano tutto..
Parleremo più volte della RELIGIONE e adopererò il termine religione sempre in maniera negativa.
Quella di Gesù non è classificabile sotto la voce RELIGIONE ma sotto la voce FEDE e vedremo meglio i dettagli di questi due termini. Comuque l’effetto della religione è quello di rincretinire le persone, di far loro credere delle cose che quelle persone che ragionano con la propria testa e che vogliono capire, non possono non rifiutare.
La religione riesce ad ottenebrare le coscienze. Fa credere l’assurdo. Allora questa contraddizione di un Dio che viene presentato contrario al minimo di ragione umana, ha fatto sì che sorgesse l’ateismo; lo dice il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes, dove dice che la responsabilità dell’ateismo incombe sui credenti – e lo leggo testualmente – “ NELLA GENESI DELL’ATEISMO POSSONO CONTRIBUIRE NON POCO I CREDENTI “. Quindi noi che ci reputiamo credenti siamo responsabili dell’ateismo per aver trascurato di educare la nostra fede; quindi o per ignoranza o per una presentazione fallace della dottrina. Ce n’è per tutti: da parte  dei credenti per l’ignoranza, per la pigirizia; ma anche da parte del magistero per una presentazione sbagliata o perlomeno riduttiva della dottrina: nascondono e non manifestano il genuino volto di Dio.
E continua il Concilio “ QUESTO FA SI’ CHE MOLTI NON CREDENTI SI RAPPRESENTINO DIO IN UN MODO TALE CHE QUELLA RAPPRESENTAZIONE CHE ESSI RIFIUTANO, IN NESSUN MODO E’ IL DIO DEL VANGELO”.
Quelli della mia generazione sono stati educati ad un Dio (per esempio ci si faceva credere e noi lo credevamo) che per un solo peccato mortale ti spediva all’inferno per tutta l’eternità. Non c’era proporzione tra la colpa e il castigo.
Oggi, invece,  l’umanità cresce e l’umanità crescendo ha compreso  che già la pena dell’ergastolo è una pena sproporzionata alla colpa dell’uomo..
Ebbene Dio per un unico peccato mortale ti spediva all’inferno ( e per quelli della  mia generazione il peccato mortale aveva un ampio ventaglio di scelta: ci facevano credere che se nei venerdi  si mangiava una fetta di mortadella e ti andava di traverso e morivi, morivi in peccato mortale e andavi all’inferno, mica per mille secoli, per tutta l’eternità! ).
Allora una persona che ragionava si chiedeva: “ Ma com’è possibile che questo Gesù che a noi che siamo umani, limitati e imperfetti, ci chiede di perdonare quante volte? 70 volte sette e cioè in maniera illimitata, e lui, IL PADRE, perché non ci dà l’esempio? Per un solo colpo è capace di legarsela al dito per tutta l’eternità.
Allora questo ha fatto sì  che molte persone di fronte a queste proposte di un Dio non corrispondente al Padre di Gesù come emerge dal Vangelo, HANNO ABBANDONATO.
DUNQUE , E’ MOLTO IMPORTANTE AVERE UN’IMMAGINE ESATTA DI DIO, PERCHE’  DAL RAPPORTO CHE SI HA CON  DIO DIPENDE ANCHE IL RAPPORTO CHE SI HA CON GLI UOMINI.
La Chiesa, dobbiamo dire e riconoscere, abbastanza lentamente, modifica piano piano il volto di Dio. A volte c’impiega un tempo eccessivo, ma prima o poi ci arriva e la verità di sempre, la riformula man mano che comprende di più il messaggio evangelico.
UN SOLO ESEMPIO: 1442 CONCILIO DI FIRENZE.
Il Concilio di Firenze decreta che la Santa Chiesa Romana fermamente crede che nessuno al di fuori della Chiesa Cattolica, né pagani, né Ebrei, né eretici o scismatici parteciperà alla vita eterna, ma andrà al fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Quindi la Chiesa nel XV secolo insegnava che tutti i non credenti, i Musulmani, gli Ebrei e anche i non Cattolici ( quindi non bastava essere cristiani per salvarsi, ma anche i non cattolici) quando morivano, andavano al fuoco per tutta l’eternità.
Cinque secoli dopo, un altro Concilio, Concilio Vaticano II nel 1964 afferma che tutte le persone, quindi Ebrei, Musulmani e anche i non credenti, e quindi tutti quelli che rispondono ai dettami della propria coscienza, si possono salvare.
Perciò, tutte quelle persone che per secoli credevamo finite all’inferno, per un decreto, all’improvviso, si trovano in paradiso.
Noi ridiamo di questo, ma c’è da chiederci e lo dobbiamo fare seriamente, ma non sarà che tutte quelle persone che oggi noi crediamo convinti che sono escluse dalla Chiesa, che vengono emarginate, che vengono considerate cristiane di seconda categoria e comunque allontonate da Dio, ma non sarà che, speriamo non tra cinque secoli, ma fra 50 anni, verrà fuori un Papa che dirà loro: “Vi chiediamo perdono perché abbiamo sbagliato”. Non sarà che noi, adesso vedremo, facilmente rideremo dell’immagine del Dio dei nostri padri, ma chiediamoci, non sarà che i nostri nipoti rideranno del dio in cui crediamo? Quindi l’argomento è molto, molto serio.
Bisogna scoprire qual è il volto di Dio e abbandonare quell’immagine di Dio che non corrisponde al messaggio evangelico.
PER NON SBAGLIARE, BISOGNA CENTRARE TUTTA LA NOSTRA ATTENZIONE NELLA FIGURA DI GESU’ “.
 
A questo punto, Gesù, desidero rivolgerti la mia accorata preghiera: certo, secondo la tua promessa, la Chiesa formata da tutti i Battezzati, sarà dallo Spirito Santo condotta A TUTTA LA  VERITA’. La storia, però, ci testimonia che lo Spirito Santo sta faticando molto per portare a termine questa sua  missione: noi Chiesa: semplici Battezzati, Sacerdoti, Vescovi, Papa abbiamo ostacolato lo Spirito Santo perché non abbiamo amato come Tu hai amato il Padre Celeste e noi, e lo Spirito Santo può agire solo dove trova amore: “ LA VERITA’ SI COSTRUISCE MEDIANTE L’AMORE”.
Fino ad oggi la Gerarchia Cattolica ha creduto necesario raggiungere la verità soprattutto condannando e castigando i battezzati che riteveva difensori di errori. Ma le condanne hanno portato  a crocifiggere tanti cristiani la cui innocenza e ortodossia  spesso sono state riconosciute tardivamente, dopo la loro morte: non poche volte i condannati sono stati anche canonizzati.
Le condanne, inoltre, sono state la causa della divisione della Chiesa per cui oggi scandalosamente, esistono varie Chiese Cristiane, CIASCUNA DELLE QUALI SI RITIENE L’UNICA TUA VERA CHIESA.
Io penso che per ritornare all’unità della tua Chiesa, l’unica via perché il mondo creda che il Padre ti ha mandato nel mondo per salvarlo è che tutti i cristiani pratichino l’amore fraterno secondo le tue indicazioni molto chiaramente espresse nel Santo Vangelo.
 Fa’, o Gesù, che la Grarchia Cattolica non giudichi più, non condanni più, non castighi più coloro che giustamente o ingiustamente ritiene portatori e difensori di errori; fa’ che la Gerarchia Cattolica senta il dovere di permettere tra i suoi figli un costruttivo dissenso. Solo così lo Spirito Santo che nella sua sana pedagogia sopporta anche temporanei errori della Tua Chiesa, ci condurrà a tutta la verità e realizzerà la Tua profezia: “CI SARA’ UN SOLO GREGGE / (quasi la totalità i uomini) E UN SOLO PASTORE (TU, O GESU’).
Sac. Salvatore Paparo

1 GENNAIO 2008
FESTA DI MARIA SANTISSIMA
MADRE DI DIO E DELLA CHIESA



























 










APPENDICE


EPIFANIA 2008



PREDICA



“ Epifania significa manifestazione del Signore, e più precisamente manifestazione del Signore che salva gli uomini. La festa odierna conclude il periodo natalizio e lo conclude accentuando la volontà di Gesù di salvare non solo il popolo ebreo ma anche il popolo pagano.

Questa sua volontà salvifica universale, Gesù la manifestò nella Notte Santa della Sua Nascita a Betlem chiamando alla sua culla i rappresentanti dei due popoli: per mezzo di un angelo chiamò alla sua culla il popolo ebreo rappresentato dai pastori; per mezzo di una stella miracolosa chiamò alla sua culla il popolo pagano rappresentato dai Magi. Prima però di parlare dei Magi, facciamo una riflessione sulla nostra chiamata alla salvezza. Gesù ci ha chiamati alla sua culla non per mezzo di un angelo, non per mezzo di una stella miracolosa, ma facendoci nascere in una famiglia cristiana, dandoci un’educazione cristiana. Gesù poi attraverso gli avvenimenti della nostra vita, lieti e tristi; attraverso le sue luci interiori ci ha sempre manifestato la sua volontà affinchè la seguissimo e realizzassimo la missione particolare che ognuno di noi ha ricevuto da Dio. La festa dell’Epifania c’invita ad esaminarci sulla nostra fedeltà alla volontà di Dio per intraprendere un nuovo cammino di santità. In ciò i Magi ci sono di grande esempio. Innanzi tutto ci insegnano LA PRONTEZZA nel rispondere “ SI’ “ alla volontà di Dio: i Magi, vista la stella miracolosa preannunziata dai profeti, capirono subito che il Messia Salvatore promesso era nato e che li invitava alla sua culla per salvarli. Essi non esitarono un solo istante, immediatamente organizzarono una carovana di cammelli e si misero in viaggio verso la Palestina. In secondo luogo i Magi ci insegnano LA GENEROSITA’: si pensa che i Magi fossero degli scienziati persiani: pertanto dovettero affrontare le difficoltà del deserto per circa tre mesi. Infine i Magi CI SONO MODELLI DI FIDUCIA NEL SIGNORE E MODELLI DI PERSEVERANZA: Essi erano sicuri che il Signore li guidava mentre la stella miracolosa brillava sulla loro testa e li precedeva nel cammino; MA LA LORO SICUREZZA NON VENNE MENO AL MOMENTO DELLA PROVA: al loro ingresso in Gerusalemme la stella guida scomparve, essi domandavano a tutti: “DOVE E’ NATO IL RE DEI GIUDEI? “ E sentendosi rispondere sempre “ NON LO SAPPIAMO “, non si scoraggiarono ma intensificarono la loro ricerca: LA LORO FIDUCIA NEL SIGNORE E LA LORO PERSEVARANZA li portò fino al palazzo del re Erode, dove finalmente RICEVETTERO LA RISPOSTA CHE ATTENDEVANO. Gliela diedero i Sommi Sacerdoti e gli Scribi conoscitori della Sacra Scrittura: IL PROFETA MICHEA AVEVA PREDETTO CHE IL MESSIA SAREBBE NATO A BETLEM DELLA GIUDEA.

Nei momenti difficili della nostra vita dobbiamo imitare i Magi. Ci può essere di aiuto anche l’esempio di padre Ives Congar: Congar era un teologo di avanguardia: insegnava dottrine cattoliche ma purtroppo fu ritenuto un eretico e lo castigarono: per castigo gli tolsero l’insegnamento teologico; per castigo lo relegarono a vivere in un oscuro monastero. Finalmente , però, per lui giunse il momento della fine della prova: IL GRANDE PAPA GIOVANNI XXIII, PAPA INVIATO DA DIO, LO INVITO’ AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II COME ESPERTO DI TEOLOGIA E GRAN PARTE DELLA SUA DOTTRINA PRIMA RITENUTA ERETICA FU INSERITA NEI DOCUMENTI CONCILIARI.
Ad alcuni amicici che desideravano conoscere come aveva trascorso il tempo della sua prova, Padre Congar rispose:
“ NEL MOMENTO DELLE TENEBRE NON HO RIGETTATO NULLA DI QUANTO AVEVO VISTO NEL MOMENTO DELLA LUCE “.

NEI MOMENTI DIFFICILI DELLA NOSTRA VITA IMITIAMO PERTANTO I MAGI, IMITIAMO PADRE CONGAR. NON RESTEREMO DELUSI COME NON RIMASERO DELUSI I MAGI, COME NON RIMASE DELUSO PADRE CONGAR”.

Sac. Salvatore Paparo