ANNIVERSARIO
APPARIZIONI FATIMA
IL
VESCOVO DI IVREA NON MI HA RISPOSTO
Cintano 13 ottobre 2007: novantesimo anniversario
dell’ultima apparizione di Maria Santissima a
FATIMA nel 1917.
Sono ormai trascorsi due mesi dalla spedizione postale della mia autodifesa al
Vescovo. Non mi ha risposto e considero il suo silenzio come un’accettazione
tacita di quanto gli ho chiesto:
“ … spero, pertanto, che tu mi comprenda e che mi lasci la possibilità di
continuare la mia missione in serenità e libertà. Allo scopo mi permetto di
rivolgerti il fraterno consiglio di assumere il prudente atteggiamento
suggerito da Gamaliele al Sinedrio di Gerusalemme:
“ SE QUANTO HO SCRITTO E DIFENDO E’ OPERA MIA, MORIRA’ DA SOLO; MA SE QUANTO HO
SCRITTO E DIFENDO E’ OPERA DI DIO, NON CORRERE IL RISCHIO DI LOTTARE CONTRO DIO
“.
Riprendo, pertanto, la mia attività per l’Opera, però in modo discreto,
fidandomi immensamente delle Due Famiglie Trinitarie di Dio e di Nazaret: esse
sapranno guidare gli avvenimenti in modo che l’Opera Cenacolo Familiare si
realizzi secondo i disegni del loro Amore Misericordioso.
Cercherò di divulgare prudentemente il documento che ho redatto perché il
lettore possa comprendere, nella sua essenza, l’Opera Cenacolo Familiare, e, se
lo vorrà, ne diventi Apostolo.
Il suddetto documento comprende cinque parti:
1. SECONDA LETTERA APERTA del sacerdote Salvatore Paparo
al Papa Benedetto XVI e ai Vescovi Cattolici:
8 settembre 2007, giorno del compleanno di Maria Santissima,
MADRE DELLA CHIESA.
2. Autobiografia del sacerdote Salvatore Paparo.
3. Autodifesa di don Salvatore Paparo.
4. Fatima, Medjugorje, Opera Cenacolo Familiare.
5. Festa Santuario di Piova.
Caro lettore,
poiché il materiale del suddetto documento si trova, alle rispettive voci delle
singole parti, nel sito dell’Opera Cenacolo Familiare
www.geocities.com/operacefa che stai visitando, ti prego di consultarlo con
l’augurio di una fruttuosa lettura.
Sac. Salvatore Paparo.
FRATERNE
CONFIDENZE
FRATERNE
CONFIDENZE del sacerdote Salvatore Paparo,
umile e spero docile strumento di Dio e di Maria Santissima, scelto dal loro
amore misericordioso per annunziare al mondo
l’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO, FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA
AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO
FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI
GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.
Lo scopo di queste mie fraterne confidenze è che tu, amico lettore, ti convinca
che L’OPERA CENACOLO FAMILIARE
è voluta da Dio e da Maria Santissima. Per facilitare la tua convinzione, il
Signore e la Madonna, nel corso della mia vita, hanno operato in me, loro umile
messaggero, tanti miracoli. Con semplicità te ne confido alcuni che riguardano
la loro singolare protezione per salvaguardare la mia vita e liberarmi dalla
morte.
Avevo otto o nove anni e con i miei amichetti, come tante altre volte, in una
strada di Bronte, giocavo al calcio con una palla confezionata con stracci. La
palla calciata finì sul tetto di una casa adiacente. Io immediatamente,
arrampicandomi sulla grondaia, salii sul tetto per ricuperarla. Mentre scendevo
dal tetto, mia mamma dal balcone della mia casa mi sgridò severamente ed io impaurito
precipitai a terra pesantemente e violentemente. Mi svegliai nel mio letto,
dopo alcune ore: la stanza era piena di gente: MI AVEVANO CREDUTO MORTO.
All’età di dieci anni mi trovavo in campagna con il mio fratello Carmelo,
quando uno sciame di vespe mi assalì alla faccia. Io sentivo che il loro
pungiglione penetrava nella mia carne, ma non veniva iniettato veleno. Dopo
circa cinque minuti d’assalti e di lotta, le vespe si allontanarono: LA MIA
FACCIA ERA INTATTA E NON ACCUSAVO ALCUN DOLORE.
All’età di dodici anni, ero già seminarista, insieme al mio assistente e ad
altri tre seninaristi, mi trovavo sul vulcano
Etna. Il tratto che attraversavamo era ripidissimo: per evitare cadute
procedevamo lentamente e a braccetto. Ad un certo punto io fui preso da una
irresistibile voglia di velocità, mi staccai violentemente dagli altri e
proseguii da solo. Correvo veloce veloce e non riuscivo a fermarmi. Allora
sentii una voce interiore che mi disse: “ GETTATI A TUFFO “, cosa che io
eseguii immediatamente, e mi fermai. AD ALCUNI METRI DI DISTANZA C’ERA UN
PRECIPIZIO CHE MI AVREBBE CAUSATO LA MORTE.
Sempre all’età di dodici anni ero in campagna e cavalcavo una mula insieme al
mio fratello Carmelo: lui in sella e io nella parte posteriore dell’animale. La
mula si imbizzarrì e si mise a calciare ininterrottamente con le zampe
posteriori: io scivolai di dietro MA NON FUI COLPITO DAI CALCI DELLA MULA:
rimasi in piedi sulla terra: SENTII LA PROTEZIONE DI DIO E DELLA MADONNA.
Nel maggio del 1946 ( avevo 16 anni e studiavo liceo allo Studentato dei Padri
Maristi sito a Cavagnolo in provincia di Torino ) caddi gravemente ammalato:
ero agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto,
dissero, senza mezzi termini, al Superiore: “ NON PASSERA’ LA NOTTE “. La bontà
di Dio, invece, mi guarì immediatamente e perfettamente, per i suoi scopi
misericordiosi. Immerso in Dio,
LUCE – CALORE ESTASIANTE, mi fu comunicata in embrione L’OPERA CENACOLO
FAMILIARE : “L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL
MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE E VIVRA’ , IN MODO
STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. TU SARAI UN UMILE NOSTRO
STRUMENTO”.
Durante le mie numerose e prolungate preghiere quotidiane, trascorse in dolce e
gioiosa intimità con Dio e Maria Santissima, ho spesso ricevuto questa
comunicazione celeste:
“ PRIMA CHE L’OPERA CENACOLO FAMILIARE
ABBIA IL SUO NATURALE SVILUPPO, DOVRAI
AFFRONTARE UNA MALATTIA MORTALE “.
La comunicazione divina si è già realizzata: il 28 Novembre 2005, fui
sottoposto ad un delicatissimo e complicato intervento chirurgico: mi furono
asportate la vescica e la prostata colpite da un tumore maligno. Il dottor
Vestita, poi, la cui mano fu meravigliosamente guidata da Dio, mi ricostituì la
vescica con il mio intestino.
Oggi, 22 ottobre 2007, ho il dovere riconoscente di testimoniare che il Signore
il 28 novembre 2005 mi ha guarito miracolosamente per la seconda volta, per i
suoi scopi misericordiosi, riguardanti l’OPERA CENACOLO FAMILIARE. Dopo
l’intervento chirurgico, infatti, non ho avuto bisogno di alcuna medicina. Sono
perfettamente guarito ed in me non c’è alcuna traccia di cancro.
Cintano 22 ottobre 2007
SOGNO
DOMENICA 6 MARZO 2011
Stamattina, verso le ore quattro, ho fatto il seguente sogno:
Son partito dal salone parrocchiale, ho salito la scala e mi son
trovato dinanzi alle due porte d’ingresso della chiesa parrocchiale. Le porte
erano spalancate.
Ho visto Giulia, la madre di Marisa, che con uno straccio spolverava
l’ultimo banco. Aveva l’aspetto giovanile di una quarantenne, il suo viso era
illuminato e gli occhi le scintillavano di gioia. Ho esclamato a voce alta: “MA
LEI E’ IN PARADISO! “. Mi rispose con un sorriso: “SI’ “, e si è avviata verso
l’abside; io l’ho seguita. Nell’abside mancava l’altare dove abitualmente
celebro la Santa Messa. Giulia mi ha sorriso nuovamente e dicendomi: “CI RIVEDREMO L’ANNO PROSSIMO”, è uscita
dalla porta laterale della chiesa, posta presso il coretto. Subito dopo mi sono
svegliato.
Sac. Salvatore Paparo
LETTERA AD
ANGELA
Carissima
Angela,
la sua graditissima e-mail mi ha recato tanta gioia e conforto: lei ha compreso
pienamente lo spirito dell’Opera Cenacolo Familiare che profetizza l’Età Aurea
del Cristianesimo, fondata sulla santità della famiglia creata ad immagine e
somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio
Spirito Santo; e redenta con la morte e con la risurrezione di Gesù, Sposo
della Chiesa.
Lei mi domanda cosa può fare per l’Opera Cenacolo Familiare. Ebbene, le dico
questo: finora i miei scritti li ho rivolti alla Gerarchia Cattolica; ma essa,
purtroppo, si dimostra sorda al messaggio divino. Ho pensato, ma è anche il
volere delle Due Famiglie Trinitarie di Dio e di Nazaret, di cambiare
strategia: ho scritto un documento fondamentale che è già in suo possesso, da
divulgare tra i semplici battezzati: essi lo acceteranno e con la loro
accettazione prepareranno la conversione indispensabile della Gerarchia
Cattolica contemporanea: essa dovrà finalmente smettere di spadroneggiare sulle
persone; dovrà smettere di giudicare, condannare e castigare i battezzati
poichè Colui che giudica è è solo il Signore; dovrà rispettare il primato della
coscienza individuale.
Presentando il suddetto documento, invito i cristiani ad accettare l’Opera
Cenacolo Familiare, assecondando l’azione dello Spirito Santo che sta
conducendo, lentamente e gradualmente, la Chiesa a tutta la verità. A coloro
che vengono a contatto con i miei scritti rivolgo il pressante invito a vivere
secondo lo spirito dell’Opera Cenacolo Familiare e a convincere gli altri, con
la parola e l’esempio, a fare altrettanto. A chi poi si sente di impegnarsi
maggiormente propongo di fotocopiare il documento base dell’Opera che lei già
possiede, e di distribuirne le copie alle persone di buona volontà che
certamente saranno moltissime. Io spero che lei si trovi in questa seconda
categoria e che sarà una fervente apostola della Seconda Pentecoste d’Amore,
come lo sono state le persone scelte da Gesù per la Prima Pentecoste d’Amore.
Con tanta amicizia fraterna, la saluto nel Signore
Gesù.
Sac. Salvatore Paparo
OPERACEFA -
PRIMA STESURA
"E
noi abbiamo creduto all’Amore" (1Gv.4,16).
OPERA CENACOLO FAMILIARE
Caro Amico,
Il Cenacolo familiare e' nato in embrione nel Maggio 1946 nel silenzio di un
Seminario del Piemonte. D'allora e' iniziata l'odissea della sua storia. Oggi
puo' mostrare il suo vero volto come profezia del prossimo avvenire della
Chiesa. A base di tutto si pone l'Eta' Aurea del Cristianesimo che e' imminente
pur considerando che i tempi di Dio non sono i nostri.
Allora il mondo intero:
1. A. Riconoscera' Gesu' come unico suo Salvatore e si convertira' a Lui.
1. B. Vivrà, in modo straordinario un’Era di pace e di benessere.
1A
Nell’Età Aurea del Cristianesimo il mondo intero riconoscerà Gesù come suo
unico Salvatore, si convertirà a lui ed entrerà a far parte dell’unica Chiesa.
Questa certezza ci proviene dalla Sacra Scrittura. Fra i numerosi testi
scegliamo i più significativi:
2. 1."Dice il Signore: Questo è il mio servo (Gesù) … l’ho riempito del
mio Spirito perché diffonda la mia legge fra tutti i popoli: Egli farà
conoscere la legge vera. Non perderà né la speranza, né il coraggio finché non
avrà stabilito la mia legge sulla terra … Dio, il Signore, dice al suo Servo:
"Io ti ho formato e per mezzo tuo farò un’alleanza con tutti i popoli e
porterò la luce a tutte le Nazioni" (Is 42,1-7).
3. 2."Il Signore regnerà su tutta la terra, tutti onoreranno e
riconosceranno Lui, come Dio (Zac 14,9).
4. 3."Tutti i Popoli della terra si convertiranno e saranno veramente
fedeli al Signore" (Tobia 14,6).
5. 4."Il Signore dice: verrà il tempo in cui radunerò gli uomini di tutti
i popoli e di tutte le nazioni, nonostante i loro pensieri e le loro azioni.
Così mostrerò loro la mia gloria" (Is 66,18).
Non ci sfugga che la conversione del mondo intero a Gesù è opera della
misericordia di Dio: essa avverrà "nonostante" i pensieri e le azioni
degli uomini.
6. 5."… (Gesù) se una canna è inclinata non la spezzerà, se una lampada è
debole non la spegnerà. Farà così, fino a quando avrà fatto trionfare la sua
Giustizia; ed Egli sarà per tutti i Popoli una speranza" (Mt 28,18-21).
7. 6."A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Perciò andate,
fate divenire miei discepoli tutti gli uomini del mondo" (Mt 28,18-20).
8. 7.L’azione visibile della Chiesa, sostenuta dall’azione continua e
invisibile di Gesù "Sarò con voi fino alla fine del mondo", avrà
esito felice: "Quando sarò innalzato da terra attirerò a me tutti gli
uomini" (Gv 12,32-33).
9. 8."Ho anche altre pecore che non sono in questo recinto. Anche di
quelle devo diventare Pastore. Udranno la mia voce e diventeranno un unico
gregge con un unico Pastore" (Gv 10,16).
10. 9.Il mondo intero si convertirà a Gesù solo quando i cristiani, superate le
loro scandalose divisioni, torneranno all’unità: "Fa’ che siano tutti una
sola cosa come tu, Padre, sei in me ed io sono in te, anch’essi (i cristiani)
siano una sola cosa in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato"
(Gv 17,20-23).
Certamente Dio padre ha esaudito Gesù perché la sua preghiera è sempre
efficace. "Allora spostarono la pietra. Gesù alzò lo sguardo al cielo e
disse: "Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi
ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno perché
credano che tu mi hai mandato" (Gv 11,41-42).
11. 10. Anche gli Ebrei finalmente si convertiranno a Gesù e riconosceranno in
Lui il Messia atteso: "Gli Ebrei hanno inciampato, ma io mi domando: la
loro rovina è definitiva? No di certo. La loro caduta ha favorito la salvezza
degli altri popoli, e questo è avvenuto per spingere gli Ebrei alla gelosia. Se
la loro caduta ha già arricchito il mondo e il loro fallimento ha avvantaggiato
gli altri Popoli, quale maggiore beneficio si avrà quando tutti loro
accetteranno il Cristo?" (Rm 11,11-12).
Gli Ebrei si convertiranno a Gesù dopo la conversione a Gesù di tutto il mondo:
"Fratelli, io voglio farvi conoscere il misterioso progetto di Dio, perché
non diventiate presuntosi: una parte di Israele continuerà nella sua
ostinazione fino a che tutti gli altri Popoli non saranno giunti alla
Salvezza." (Rm 11,25-32).
12. 11. A proposito dell’Età Aurea del Cristianesimo in cui Gesù sarà
riconosciuto e accettato come unico Salvatore da tutto il mondo, merita
un’accentuazione particolare quanto afferma l’Apocalisse.
Essa sotto forma di impressionanti difficili simbolismi pone in risalto gli
inauditi, terrificanti e sanguinari sforzi di Satana e degli uomini suoi simili
ed alleati per vincere Gesù e la sua Chiesa. In un periodo della storia umana,
però, Gesù interverrà in modo straordinario e renderà del tutto inefficace
l’azione demoniaca per mille anni (per una lunghissima epoca gli uomini si
dimostreranno docili discepoli di Gesù e del suo messaggio evangelico). Dopo
quest’Era ineffabile, Satana riuscirà nuovamente a pervertire gli uomini, ma
ben presto seguirà la fine del mondo attuale, il Giudizio Universale e la
definitiva ed eterna separazione tra i cittadini del Cielo e i dannati.
Il testo Sacro si esprime così:
"Poi vidi scendere dal cielo un angelo che teneva in mano la chiave del
mondo sotterraneo e una lunga catena. L’Angelo afferrò il drago, il serpente
antico, cioè Satana il Diavolo. E lo incatenò per mille anni, lo gettò nel
mondo sotterraneo, ne chiuse l’entrata e la sigillò sopra di lui. Così il Drago
non avrebbe poiù ingannato nessuno per mille anni. Alla fine dei mille anni,
però, deve essere sciolto per un po’ di tempo… quando saranno trascorsi i mille
anni, Satana sarà liberato dalla sua prigione e andrà a convincere Gog e Magog
e tutti i popoli del mondo numerosi come la sabbia del mare, e li radunerà per
la guerra.
Eccoli, dilagano su tutta la terra e assediano il campo di quelli che
appartengono al Signore, la città che Egli ama. Ma giù dal cielo venne un fuoco
che li divorò, e il Diavolo che li ingannava fu gettato nel lago di fuoco e di
zolfo dove c’erano già il mostro e il falso Profeta. Li saranno tormentati
notte e giorno per sempre" (Ap 20,1-10).
Gli uomini che dopo l’Età Aurea del Cristianesimo si pervertiranno saranno
numerosi: allora si realizzerà la profezia di Gesù: "Quando il Figlio
dell’uomo ritornerà sulla terra vi troverà ancora Fede?" (Lc 18,8).
1.B
Nell’Età Aurea del Cristianesimo tutta l’umanità vivrà in modo straordinario
un’Era di pace e di benessere
Quando Dio assume un uomo a suo Profeta, lo inspira in modo che gli uomini
contemporanei al profeta possano comprendere il messaggio divino, anche se
parzialmente e in modo imperfetto. E poiché al tempo biblico si viveva in un
mondo agricolo e pastorizio e si combatteva con archi, scudi, frecce, lance e
spade, il linguaggio dei profeti vi si adeguò. Noi, però, per intendere il
pensiero di Dio dobbiamo adattare i testi Biblici alla nostra cultura e
soprattutto pensare alle armi con cui oggi si combattono o è possibile
combattere le guerre: carri armati, apparecchi, bombe atomiche… Senza questo
adattamento non riusciamo a percepire il sublime preannuncio della Pace e del
benessere messianici.
9. a. Pace Universale Messianica
1. 1. "(I popoli) trasformeranno le loro spade in aratri e le lance in
falci. Le nazioni non saranno più in lotta tra di loro e cesseranno di
prepararsi alla guerra" (Is 2,1-5).
2. 2. "E’ NATO UN BAMBINO PER NOI… SARA’ CHIAMATO PRINCIPE DELLA PACE.
Diventerà sempre più potente ED ASSICURERA’ UNA PACE CONTINUA" (Is 9,5-6).
3. 3. "… Spezzerò l’arco e la spada, eliminerò la guerra da questa terra.
Farò vivere il mio Popolo in Pace" (Os 2,19-20).
4. 4. "Trasformeranno le loro spade in aratri e le loro lance in falci. Le
nazioni non saranno più in lotta tra di loro e cesseranno di prepararsi alla
guerra. Ognuno vivrà in pace…" (Mic 4,3-4).
5. 5. "Il nuovo capo (Gesù) guiderà con fermezza il popolo… il popolo
vivrà sicuro perché Egli manifesterà la sua grandezza fino all’estremità della
terra e porterà pace" (Mic 5,1-3).
6. 6. "(Gesù) ristabilirà la pace tra le nazioni e regnerà da mare a mare,
dal fiume Eufrate fino ai confini della terra" (Zac 4,3-4).
7. 7. "Guardate che cosa ha compiuto il Signore, quali prodigi ha fatto
sulla terra! In tutto il mondo pone fine alle guerre" (Sal 46,9-11).
8. 8. Finalmente si realizzerà la profezia della pace Universale annunziata e
cantata dagli angeli sulla grotta di Betlemme: "Gloria a Dio in cielo, e
pace in terra agli uomini che Dio ama" (Lc 2,14).
9. 9.
10. b.Benessere universale messianico
La pace Universale Messianica, frutto dell’amore per Dio e per il Prossimo,
recherà immensi benefici a tutti, si rispetterà la natura, si favorirà lo
sviluppo di tutti i popoli, i soldi fin’ora sprecati per la costruzione delle
armi saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze
sociali. In conseguenza la vita umana sarà longeva e felice: "Il Signore
dice: - le sofferenze del passato saranno dimenticate, svaniranno davanti i
miei occhi. Io sto per creare un nuovo cielo e una nuova terra. Non si
ricorderà più il passato, non ci si penserà più. Gioite ed esultate per quello
che creerò: una Gerusalemme entusiasta e un popolo pieno di gioia. Mi
rallegrerò per Gerusalemme e gioirò per il mio popolo e non si sentirà più in
essa pianti o grida di dolore.
Non morranno più neonati e gli adulti avranno una lunga vecchiaia. Morirà
giovane chi morirà a cent’anni. Se uno non arriverà a cent’anni vorrà dire che
io lo ho punito… il mio popolo vivrà a lungo come un albero secolare, i miei
fedeli si godranno il frutto del loro lavoro. Tutto quello che faranno riuscirà
bene, non metteranno al mondo figli per poi vederli morire. Saranno un popolo
benedetto dal Signore essi e i loro figli. Risponderò loro prima ancora che mi
chiamino. Li avrò ascoltati prima ancora che finiscano di parlare" (Is
65,16-24).
"Il Signore mostra la sua bontà verso Gerusalemme, ha pietà delle sue
rovine, trasformerà questa terra deserta in un giardino meraviglioso, questo
suolo arido in un paradiso. Qui si sentiranno grida di gioia, canti di lode e
di ringraziamento" (Is 51,3).
2
L’Età Aurea del Cristianesimo, Era d’amore tra individui e tra nazioni, Era di
pace e di benessere, coinciderà con l’Età Aurea della Famiglia, creata ad
immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio,
di Dio Spirito Santo; e redenta con la morte-risurrezione di Gesù sposo della
Chiesa.
2A
La Famiglia umana è stata creata ad immagine e somiglianza della Famiglia
Trinitaria, di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo.
Lasciamoci investire dalla luce della Rivelazione e riflettiamo sulla
definizione che l’Apostolo San Giovanni dà di Dio:
"DIO E’ AMORE" (Gv 4,8)
L’ AMORE è l’essenza di Dio. Se Dio, pertanto, per impossibile, cessasse di
essere amore non esisterebbe più, così come il sole non esisterebbe più se
cessasse di essere luce e calore. In quanto Amore, Dio non è un solitario ma
una ineffabile FAMIGLIA composta da TRE PERSONE FELICISSIME: DAL PADRE, DAL
FIGLIO, E DALLO SPIRITO SANTO.
Le quattro caratteristiche dell’amore: dono, ricambio del dono, unione e
felicità si identificano con Dio Uno e Trino:
il Padre dona tutto se stesso al Figlio generandolo; il Figlio si ridona al
Padre cosicché tutto ciò che è del Figlio è anche del Padre e tutto ciò che è
del Padre è anche del Figlio (Cfr. Gv 17,10); lo Spirito Santo è l’amore
personificato, ossia, La Persona che in Sé unisce il Padre al Figlio e il
Figlio al Padre e in modo tale che le Tre Persone divine uguali e distinte non
sono tre dei ma un solo Dio.
Non ci riesce difficile capire che le Tre Persone che costituiscono la Famiglia
increata ed eterna di Dio sono felicissime: difatti tutti quanti sperimentiamo
con evidenza immediata che la felicità ci proviene dal bene coscientemente
posseduto: la vista a d esempio è un bene; se possediamo un organo visivo sano
siamo felici perché possiamo ammirare tutte le bellezze che ci circondano. E’
chiaro che più beni possediamo e più felici siamo: così, ad esempio, se oltre
agli occhi sani abbiamo anche un udito sano siamo più felici che se
possedessimo solo gli occhi sani. Su questa linea dobbiamo, senza esitazione,
ammettere che Dio, il Quale possiede tutti i beni e in Sommo Grado è
felicissimo, è il culmine della felicità, è la felicità.
Dio-Amore, Dio Famiglia Trinitaria Felicissima, per Amore gratuito e di
privilegio, decise di comunicare la sua felicità all’uomo e lo creò Famiglia a
sua immagine e somiglianza: ciascuno di noi sia uomo che donna, è membro di una
famiglia almeno come figlio o figlia se non come sposo o sposa, come madre o
padre.
Fissiamo la nostra attenzione sulla Famiglia umana per percepire un pochino la
sua somiglianza con la Famiglia Trinitaria di Dio. Facciamo alcuni rilievi:
Primo rilievo – L’uomo e la donna sono l’immagine del Padre celeste sia come
sposo e sposa sia come padre e madre.
A. a.Come sposo e sposa: quando un uomo e una donna si sposano diventano un
solo essere come uno è il Padre. Badiamo bene, però: questa unione si verifica
solo nel vero matrimonio, ossia quando un uomo e una donna si amano veramente,
vogliono unire le loro vite per sempre e con assoluta fedeltà reciproca. Quando
manca l’amore reciproco non c’è matrimonio ma solo convivenza egoistica, non
c’è fusione di vite, ma due unità che stanno vicine per sfruttarsi
vicendevolmente. Da qui i molti fallimenti di matrimoni che sembrano veri,
mentre sono tali solo apparentemente.
B. b.Come padre e madre: il Padre celeste, perché perfetto, genera da solo il
suo Figlio Unigenito; mentre il padre e la madre umani perché imperfetti e
complementari, generano insieme il loro figliolo.
La Sacra Scrittura alla prima Persona della Santissima Trinità attribuisce
sentimenti materni ci legittima l’espressione: "IL PADRE CELESTE E’
INSIEME PADRE E MADRE": "Quand’anche una madre dimenticasse il
proprio figlio, io non vi dimenticherò mai. Come una madre accarezza il suo
bambino così io vi consolerò … sarete portati nel mio seno, vi cullerò sulle
mie ginocchia" (Is 66,12-13); "Coma una madre ama il suo unico
figlio, così io amo te" (2 Re 1,26).
Secondo rilievo – Nella famiglia umana il figlio è l’immagine del Figlio
Unigenito di Dio
Come, infatti, il Figlio Unigenito di Dio è frutto della donazione amorosa del
Padre celeste ed è tutto il Padre, tanto da potersi dire: "Chi vede il
Figlio vede il Padre e chi vede il padre vede il Figlio" (Gv 14,9). Così
il figlio della famiglia umana è il frutto della donazione amorosa del padre e
della madre ed è il compendio di essi. In altre parole possiamo affermare che
il figlio è il padre e la madre impastati insieme – (fusione dello spermatozoo
vita dell’uomo con l’ovulo, vita della donna). Questo impasto è talmente
perfetto e meraviglioso che dello stesso bambino sinceramente dicono:
"Rassomiglia tutto alla mamma" – "Rassomiglia tutto al
papà".
La presenza del figlio ci permette alcune precisazioni di fondamentale
importanza:
1a – Il figlio è l’espressione visibile dell’unità dei genitori verificatasi
invisibilmente al momento in cui essi, nella celebrazione del matrimonio, si
giurarono eterno amore.
2a – La fusione della vita dei genitori nel figlio ratifica la necessità
dell’indissolubilità del matrimonio: come, infatti, il figlio è uno e non si
può scindere per separare ciò che gli è stato donato dal padre da ciò che gli è
stato donato dalla madre, allo stesso modo papà e mamma non possono spezzare la
loro unità coniugale. Se essi spezzano questa unità con il divorzio causano un
vero disastro nella loro vita; così si compirebbe lo scempio del bambino se con
un coltello si volesse tentare di separare in lui ciò che è dono del padre da
ciò che dono della madre. Per questo motivo Gesù interrogato dagli Ebrei se era
lecito divorziare, rispose: "No! L’uomo non divida ciò che Dio ha
unità" (Mt 19,6).
3a – Il bambino va rispettato fin dal primo momento del suo concepimento.
L’aborto è il più grave peccato che si possa commettere contro il prossimo,
principalmente perché:
1. 1.Si uccide l’essere più impotente: cosa può un esserino appena sorto alla
vita contro un adulto?
2. 2.Si uccide l’essere più innocente: che male ha fatto il neo concepito da
meritare la pena di morte?
3. 3.Si uccide il proprio figlio: è la mamma che lo elimina: come il più grande
atto d’amore è donare la vita, così il più alto tradimento dell’amore è
togliere la vita.
Terzo rilievo – L’amore che unisce reciprocamente gli sposi, i genitori al
figlio e il figlio ai genitori, è l’immagine dello Spirito Santo Amore che
unisce in sé il Padre celeste al Figlio Unigenito e il Figlio Unigenito al Padre
celeste. Certo ci riesce difficile capire come in Dio l’amore con cui il Padre
e il Figlio si amano è una Persona distinta dal Padre e dal Figlio. Invece
costatiamo con immediatezza ed evidenza che una famiglia umana i cui membri si
amano è una famiglia unita e felice, mentre una famiglia i cui membri non si
amano, è una famiglia disunita e infelice.
Da quanto abbiamo rilevato ci risulta che Dio ha creato la Famiglia a sua
immagine e somiglianza perché nell’amore fosse unita e felice. Ma purtroppo intervenne
il peccato: esso causò un immane disastro! Ciò che per natura deve essere
unito, se si disintegra provoca catastrofiche conseguenze: le bombe atomiche su
Hiroshima e Nagasaki insegnano!
Il peccato che è il tradimento dell’amore ha disintegrato la famiglia: mentre
l’amore la teneva unita e la rendeva felice, il peccato l’ha disunita e l’ha
resa infelice: non più fedeltà coniugale, non più dono e ricambio di dono, ma
egoismo e angherie reciproche; non più monogamia ma poligamia; non più
indissolubilità ma dissolubilità del matrimonio.
2B
Gesù s’incarnò per ricostruire l’immagine della
Famiglia Trinitaria di Dio nella Famiglia umana
Nel Vecchio Testamento Jawè si proclamò e agì come perfetto Sposo del Popolo
Ebreo con l’intento di renderlo sua degna Sposa e così, tramite lei, attrarre a
Sé tutti i Popoli. Il Popolo Ebreo, però, non corrispose all’amore di
predilezione di Jawè, si rese infedele e deluse le attese del suo Sposo divino.
Quando Dio s’incarnò e prese un volto umano in Gesù, Figlio di Maria di
Nazaret, si presentò come Sposo del nuovo Israele, la Chiesa: la Chiesa,
chiamata Gerusalemme celeste, viene pure descritta come l’Immacolata Sposa
dell’Agnello Immacolato (Ap 19,7; 21, 2.9; 22,17), Sposa che Cristo ha amato e
per essa ha dato sé stesso, al fine di santificarla (Ef 5,26), che dopo averla
purificata, volle a sé congiunta e soggetta nell’amore e nella fedeltà (Ef
5,24), (Gaudium et Spes n. 6).
Nella lettera agli Efesini, l’Apostolo San Paolo fa scaturire dal suo cuore le
seguenti espressioni dalle quali emerge un Gesù modello degli sposi cristiani e
la missione delle famiglie cristiane:
"Le donne siano soggette ai loro mariti come al Signore, perché il marito
è il capo della donna, come Cristo è il capo della Chiesa, del cui corpo Egli è
il Salvatore. Or come la Chiesa è soggetta a Cristo, così le donne devono stare
soggette in tutto ai loro mariti. E voi mariti amate le vostre mogli, come
Cristo amò la Chiesa e ha sacrificato Sé stesso per lei, per santificarla
purificandola con il lavacro dell’acqua in virtù di Parola, perché questa
Chiesa potesse comparirgli davanti gloriosa, senza macchia, né ruga, né altro
di simile, ma santa ed irreprensibile. Così i mariti devono amare le loro mogli
come i loro corpi; chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno, infatti,
ha mai odiato la propria carne ma la nutre e ne ha cura, come Cristo fa per la
sua Chiesa, perché noi siamo membri del Corpo di Cristo. Per questo l’uomo
abbandonerà il padre e la madre e si unirà alla sua moglie e i due saranno una
sola carne. Grande mistero è questo, inteso come figura dei rapporti che
passano tra Cristo e la sua Chiesa. Del resto ciascuno di voi ami la propria
moglie come se stesso e la moglie rispetti il marito" ( Ef 5,21-33).
Gesù e la Chiesa (Comunità dei Cristiani) sono uno come un solo corpo sono la
testa e le membra del corpo umano, come una sola pianta sono la vite e i
tralci. Nello stesso tempo Gesù e la Chiesa restano distinti come distinti
restano la testa e le membra, la vite e i tralci.
Anche gli sposi cristiani, ricevendo il Sacramento del Matrimonio sono
unificati nel loro reciproco amore inserito nell’amore di Gesù – Sposo e della
Chiesa – Sposa di Gesù, ma rimangono due distinte persone. Lo sposo cristiano,
inoltre nella coppia e nella famiglia, ha l’ufficio di Gesù nella Chiesa; la
sposa cristiana, nella coppia e nella famiglia ha l’ufficio della Chiesa.
L’autorità dello sposo sulla sposa è stata negata od offuscata dalla Società
contemporanea nel travagliato processo di rivalutazione della donna. Ciò è
dovuto alla reazione sproporzionata che la donna ha assunto nei confronti dello
sposo per gli atteggiamenti dispotici ed autoritari di cui questo si è
macchiato. La condanna dell’abuso, però non deve giungere mai fino a negare
l’autorità stessa.
La sposa cristiana deve essere sottomessa allo sposo come la Chiesa a Gesù: ma
lo sposo cristiano deve imitare Gesù il quale esercitò la sua autorità con
amore e come servizio "Io sono venuto nel mondo non per essere servito ma
per servire ed offrire la mia vita come riscatto per la liberazione degli
uomini" (Mt 20,28).
Se lo sposo e la sposa cristiani amano e si amano come Gesù ci ama, l’autorità
dello sposo non costituisce un problema ma rifulgerà sempre più come dono
divino per la costruzione della famiglia cristiana, cellula d’amore
indispensabile perché il mondo intero creda che Gesù è l’unico Salvatore nel
quale dobbiamo riporre ogni nostra speranza per un’Era di pace e di benessere
universali.
Confermiamo l’autorità dello sposo e del padre nella famiglia umana con
un’argomentazione teologica. Nella Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio
Figlio, di Dio Spirito Santo esiste l’autorità ed è quella del Padre: il padre
comanda al Figlio ed il Figlio ubbidisce. La Sacra Scrittura l’afferma con
molta chiarezza. Gesù, infatti, si esprime con frasi come queste: "Debbo
fare la volontà del Padre, che mi ha mandato" (Gv 6,38). "Non cerco
di fare come voglio, ma come vuole il Padre che mi ha mandato" (Gv 5,30).
"Sono uscito da Dio e sono venuto nel mondo; non da me stesso sono venuto,
ma Lui mi ha mandato" (Gv 8,42).
L’autorità è un servizio quindi non suppone superiorità. Il Padre celeste che
comanda non è superiore al Figlio Unigenito che ubbidisce. Padre celeste e
Figlio Unigenito sono uguali, sono pienamente all’unisono nel pensare e nel
volere. L’uomo come sposo e padre ha autorità sulla moglie e sui figli perchè
immagine del Padre Celeste, ma non è superiore alla moglie e ai figli.
Il principio dell’autorità dello sposo e del padre nella famiglia umana lo
riafferma, come abbiamo detto sopra, San Paolo nella Lettera agli Efesini
quando scrive: "Le mogli ubbidiscano al marito come al Signore. Perché il
marito è capo della moglie come Cristo è capo della Chiesa… come la Chiesa è
sottomessa a Cristo così anche le mogli ubbidiscano in tutto al loro
marito" (Ef 5,22-24).
San Paolo fa molte applicazioni pratiche che oggi non possiamo condividere
perché legate al tempo del Apostolo, però il principio di autorità persiste, è
dottrinale. Nella famiglia noi dobbiamo combattere l’autoritarismo. Se
difendiamo la purezza dell’autorità rispettosa della persona e della coscienza
del suddito non dobbiamo temere abusi.
3
I "segni dei tempi" ci annunziano che siamo prossimi all’Era
dell’amore della pace e del benessere Universale, all’era della famiglia
cristiana e della conversione del mondo a Gesù Salvatore
La storia è guidata da Dio verso l’attuazione del suo piano salvifico; nulla di
ciò che succede nel mondo è casuale, ma tutto è provvidenziale, anche quando,
senza il dono della fede, ci sospingerebbe allo scandalo, come ad esempio il
dolore e la morte dell’innocente, le guerre, i disastri naturali: Dio permette
il male solo in vista di un maggior bene nell’ambito della salvezza individuale
e della Redenzione Universale.
La prossimità dell’Età Aurea del Cristianesimo ce la mostrano, però, i tanti
fattori positivi che riscontriamo nel mondo contemporaneo, anche se molti di
essi apparentemente sembrano beni umani autonomi ed estranei al piano salvifico
di Dio. Citiamone alcuni:
1. a. I mezzi di comunicazione sociale come la stampa, la radio, la
televisione, internet ci informano, con immediatezza e come se avvenissero
sotto i nostri occhi, di tutti i più importanti avvenimenti che si verificano
nel più remoto angolo del mondo, ci interpellano direttamente e ci coinvolgono
per la soluzione dei problemi che sempre più da locali e nazionali diventano
universali ed internazionali. Fra questi problemi certamente un posto
preminente l’occupa la piaga della fame.
2. b.I mezzi di trasporto come i treni, gli aerei e le navi ci consentono
spostamenti veloci da un capo all’altro del mondo per interessi personali, per
convegni a livello internazionali, per scambi commerciali, per effettuare
soccorsi … i succitati e altri sviluppi scientifici e tecnici accelerano
l’avvento dell’Età aurea del Cristianesimo in quanto riducendo le distanze e
unificando il mondo facilitano la sua evangelizzazione.
3. c. I progressi della medicina e chirurgia ci convincono che siamo avviati alla
realizzazione della seguente promessa di Dio per l’Età Aurea del Cristianesimo:
"… non morranno più neonati e gli adulti avranno una lunga vecchiaia.
Morirà giovane chi morirà a cent’anni. Se uno non arriverà a cent’anni vorrà
dire che io lo ho punito" (Is 65,16-25).
4. d.Dopo quasi duemila anni di dispersione gli Ebrei sono finalmente riusciti
a tornare nella terra promessa e a ricostituirsi in Stato: questa realtà
importantissima profetizza il prossimo riconoscimento del Messia Gesù da parte
del Popolo eletto, riconoscimento che, secondo San Paolo, avverrà dopo la
conversione del mondo intero a Gesù (Cfr Rom 11,25-26).
5. e. Uno dei principali "segni dei tempi" è l’Ecumenismo. Le
molteplici chiese cristiane che nel passato si sono dilaniate offrendo al mondo
il triste spettacolo di un cristianesimo diviso, oggi, per opera dello Spirito
Stato, si sono finalmente rese conto dell’assurdità del loro comportamento ed
hanno intrapreso un comune sforzo per ricostituire l’unica Chiesa di Gesù, meta
obbligatoria perché il Regno d’Amore di Gesù si estenda nel mondo intero:
"Padre, che siano una cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola. Così il
mondo crederà che tu mi hai mandato" (Gv 17,21).
Le difficoltà non mancano poiché ogni Chiesa tende a conservare gelosamente la
sua identità, frapponendo così un grosso ostacolo tra il desiderio di ritrovare
l’unità e l’umile, disinteressato e costruttivo dialogo. Ciononostante lo
Spirito Santo sta agendo perché tutte le Chiese si pongano in uno stato di
sincera conversione e di riforma. Anche la Chiesa Cattolica non deve fare
tacere lo voce dello Spirito che la sollecita ad essere coerente con
l’affermazione Conciliare: "Mentre Cristo – Santo, Innocente, Immacolato –
(Ebr 7,27) non conobbe il peccato (2Cor 5,21) … la Chiesa che comprende nel suo
seno i peccatori, santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, mai
tralascia la penitenza e il suo rinnovamento" (Lumen Gentium n. 8).
La Chiesa Cattolica che è la Chiesa Madre, ha il dovere indilazionabile di
offrire in sè alle altre chiese cristiane un modello di riforma umile, reale e
concreta: pur esigendo l’unità nelle cose essenziali, essa deve lasciare piena
libertà nelle cose dubbie od opinabili ed esercitare in tutto la carità. È
secondo lo spirito conciliare di purificazione, di penitenza e di rinnovamento
che la Chiesa Cattolica deve affrontare i seguenti ed altri attuali problemi
scottanti.
A. A. Primato della coscienza individuale.
Con il battesimo il cristiano diventa tempio dello Spirito Santo; con le luci,
le ispirazioni, le imposizioni, le proibizioni, le lodi, i rimproveri e le
esortazioni dello Spirito Santo il Cristiano inizia, prosegue e porta a termine
il suo cammino terrestre verso la casa del Padre. La fedeltà assoluta alla voce
dello Spirito deve essere una peculiare norma del cristiano; questa fedeltà il
cristiano la esprime seguendo la sua convinzione interiore che si identifica
con la voce della coscienza. La coscienza certa anche se erronea obbliga
sempre:
"Tutto quello che è in contrasto con la convinzione della coscienza è
peccato"
(Rom 14,23).
Evidentemente, dato che la coscienza certa può essere anche erronea, abbiamo il
dovere di verificarla e di formarla per renderla vera. Ciò esige un esame
attento della Rivelazione Divina, dei pronunciamenti del Magistero
Ecclesiastico, del parere delle altre chiese cristiane, dei teologi, dei fedeli
e anche dei non cristiani poiché anch’essi sono sotto l’azione dello Spirito
Santo in virtù della Redenzione Universale operata da Gesù.
Fermo restando il primato della convinzione della coscienza individuale, è
ovvio che essa cede il posto alla divina Rivelazione quando Questa su un
argomento specifico si pronuncia senza lasciare adito a dubbi di
interpretazione, oppure quando il Collegio Episcopale con il Papa assume una
posizione definitiva su un contenuto del deposito rivelato.
B. B. Papato e Papa
Essendo il papa il successore di Pietro nel ministero ecclesiale, è
indispensabile che interpelliamo la Sacra Scrittura per attingere da essa la
natura della missione che Gesù affidò al Primo degli Apostoli:
"Andrea… incontra il fratello suo Simone e gli dice: - Abbiamo trovato il
Messia (che vuol dire il Cristo) – e lo conduce a Gesù. Gesù riguardatolo, gli
disse: - Tu sei Simone, il Figlio di Giovanni, tu ti chiamerai Cefa (che
significa Pietra)" (Gv 1,40-42).
"La gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo? – risposero: - alcuni
Giovanni il battista, altri Elia, altri Geremia, o qualcuno dei Profeti. –
disse loro: - e voi chi dite che io sia? – rispose Simon Pietro: - Tu sei il
Cristo il Figlio del Dio vivente. – e Gesù: - Beato te, Simone figlio di Giona
– perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta
nei cieli. E io ti dico tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le
chiavi del regno dei cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei
cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Mt
16,17-19).
"Da quel momento in poi Gesù cominciò a rendere noto ai suoi Discepoli che
bisognava che egli si recasse a Gerusalemme e che soffrisse molto per opera
degli anziani, dei gran sacerdoti e degli Scribi, e fosse ucciso e che sarebbe
risorto il terzo giorno. E Pietro, trattolo in disparte cominciò a fargli
rimostranze, dicendo: non sia mai, Signore! Questo non ti avverrà! – ma egli,
rivolgendosi, disse a Pietro: - vattene da me, Satana! Tu mi sei di scandalo
perché tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini"
(Mt 16,12-23).
"(Nell’ultima Cena) nacque tra di loro (fra gli Apostoli) una discussione:
chi di essi poteva essere stimato il più grande. Ma Gesù disse loro: - i Re
delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare
benefattori. Per voi, però, non deve essere così; ma chi è il più grande tra
voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti,
chi è più grande, chi siede a mensa o colui che serve? Eppure io sono in mezzo
a voi come uno che serve… disse poi il Signore: - Simone, Simone ecco Satana ha
chiesto che gli foste consegnati, per vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato
per te, affinché la tua fede non venga meno: e tu, quando sarai convertito,
conferma i tuoi fratelli. Ed egli rispose : - Signore, io insieme a te, sono
pronto a subire anche il carcere e la morte. – Ma Gesù soggiunse – Pietro, Io
ti dico, oggi non si sentirà canto di gallo, prima che tu non abbia negato per
tre volte di conoscermi" (Lc 22,24-34).
"Dopo aver catturato Gesù, lo portarono via e lo condussero nella casa del
sommo sacerdote. Pietro intanto lo seguiva da lontano. In mezzo all’atrio era
acceso un fuoco e molti vi erano seduti d’intorno: Pietro era fra questi. Or,
una serva lo vide seduto accanto al fuoco e riguardandolo disse: - anche quello
lì era con lui. – ma egli negò dicendo: - non lo conosco neppure o donna: - e
poco dopo un altro, avendolo veduto, disse: - anche tu sei uno di loro. – ma
Pietro rispose: - O Uomo non lo sono. Era trascorsa circa un’ora quando un
altro pure insisté: - sì è vero anche lui era con Gesù, infaatti, è Galileo. -
ma Pietro rispose: - O Uomo non so quel che tu vuoi dire. – e nel medesimo
istante, mentre ancora diceva quelle parole, un gallo cantò. Allora il Signore,
voltatosi, guardò Pietro e Pietro si ricordò della parola del Signore il quale
gli aveva detto: oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte –
e, uscito fuori, pianse amaramente" (Lc 22,54-62).
"Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: - Simone di Giovanni
mi ami tu più di costoro? – gli rispose: - certo, tu lo sai che ti amo. Gli
disse: pasci i miei agnelli. – disse di nuovo: - Simone di Giovanni mi ami? –
gli rispose: certo, Signore, tu lo sai che ti amo. – Gli disse: Pasci le mie
pecorelle. – gli disse per la terza volta: - Simone di Giovanni, mi ami? –
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: mi ami? – e gli
disse; - Signore, tu sai tutto; tu sai che io ti amo. Gli rispose; Pasci le mie
pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la
veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue
mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. – questo gli
disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo
aggiunse: - Seguimi! –" (Gv 21,15-19).
Pietro è un mistero di grazia e di debolezza
Per rivelazione del Padre riconosce in Gesù il Messia, il Figlio del Dio
vivente, e subito dopo si allea con Satana nel tentativo di distogliere Gesù
dalla passione e dalla morte redentrici; Gesù lo sceglie come roccia su cui
costruire la sua Chiesa e lui si dimostra uomo fragile: per paura rinnega per
tre volte il suo divino Maestro, anche se con energia aveva protestato che per
Gesù sarebbe stato pronto a sacrificare la vita. La paura fu uno dei difetti
dominanti di Pietro, difetti che il primo Papa non riuscì a vincere del tutto
neanche dopo la discesa dello Spirito Santo come chiaramente ci attesta San
Paolo nella sua lettera ai Galati: "Quando Pietro venne ad Antiochia io mi
opposi a lui apertamente perché aveva torto. Prima, infatti, egli aveva
l’abitudine di sedersi a tavola con i credenti di origine pagana; ma quando
giunsero alcuni che stavano dalla parte di Giacomo, egli incominciò ad evitare
quelli che non erano Ebrei e si tenne in disparte per paura dei sostenitori
della circoncisione.
Anche gli altri fratelli di origine ebraica si comportavano come Pietro in
questo modo equivoco. Perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma
quando mi accorsi che essi non agivano secondo la Parola del Signore dissi a
Pietro in presenza di tutti: - Se tu che sei Ebreo di origine ti comporti come
uno che non lo è, vivendo come chi non è sottoposto alla legge ebraica, perché
poi costringi gli altri a vivere come Ebrei?" (Gal 2,11-14).
I due aspetti di Pietro investito di peculiare ministero ecclesiale e di Pietro
uomo esposto a tutte le debolezze umane vanno sempre simultaneamente
considerati e tenuti presenti sia per avere una retta concezione e non
unilaterale del Papa, e così evitare il deleterio rischio del culto della
personalità; sia per accettare come provvidenziali alcune posizioni critiche
del Popolo di Dio su opinioni, decisioni e comportamenti papali.
Ecco alcuni punti cardini che vanno accettati
in modoincondizionato:
A. 1. Chi edifica la Chiesa è Gesù – "Io edificherò la mia Chiesa"
(Mt 16,18) – per mezzo del suo Spirito: "Riceverete su di voi la forza
dello Spirito, che sta per scendere. Allora diventerete miei testimoni in Gerusalemme,
in tutta la regione della Giudea e della Samaria e in tutto il mondo" (At
1,8).
B. 2. Nella Comunità cristiana nessuno può pretendere l’uniformismo perché lo
Spirito Santo distribuisce i suoi doni in modo che i vari membri della Chiesa,
dotati di diversi carismi, siano complementari gli uni gli altri e, nel
rispetto reciproco dell’identità di ciascuno, tutti uniti collaborino per
l’edificazione dell’unico Corpo di Cristo.
C. 3. La Chiesa Locale Diocesana, sotto al guida del Vescovo che è dotato di
autorità propria perché successore degli Apostoli, realizza nel suo seno la
Chiesa di Gesù, in tutta la sua pienezza.
D. 4. La Chiesa Universale è costituita dalla comunione delle Chiese
Particolari Diocesane sparse in tutto il mondo.
E. 5. Il Ministero principale del Papa è confermare la Chiesa nella fede:
"Simone… ho pregato per te perché la tua fede non venga meno. E tu, una
volta convertito, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,23). Ciò non significa
che il Papa è il proprietario e l’arbitro della Rivelazione; significa, invece
che il Papa assistito d’Alto, si rende garante (anche per motivi ecumenici è
bene evitare l’espressione "il Papa è infallibile") della Verità
Rivelata, contenuta nella Sacra Scrittura e tramandata dalla Tradizione.
In casi particolari il Papa, con il consenso antecedente e concomitante della
Chiesa, Comunità dei Cristiani, gradualmente guidata dallo Spirito Santo alla
comprensione di tutta la Verità (Cfr. Gv 16,13), può dichiarare in modo
definitivo, vero e vincolante per tutti un dato rivelato. È indispensabile
sottolineare che perché il papa si renda garante in modo definitivo di una
Verità Rivelata si richiede il consenso antecedente e concomitante della Chiesa
perché è Essa infallibile: "Lo Spirito Santo vi condurrà a tutta la verità"
(Gv 16,13); "Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"
(Mt 16,18).
Pertanto il Papa prima di definire una verità ha l’obbligo di accertarsi che la
Chiesa Universale la confessi già. Lo studio storico ci può rivelare che in
casi particolari il papa è venuto meno a questo suo compito e che pertanto una
verità che si crede definita non è realmente definita ma falsità. Forse uno di
questi casi si riscontra "nella definizione infallibile" che nega il
sacerdozio ministeriale alle donne.
F.6. Il Papa deve rispettare l’autonomia delle Chiese Locali Diocesane, volute
da Gesù e guidate dal Vescovo sotto l’azione dello Spirito Santo. Compito del
Papa è costatare con gioia le meraviglie che lo Spirito Santo compie nelle
singole Chiese Locali Diocesane, incoraggiare le legittime diversità e favorire
la comunione delle Chiese Locali Diocesane che insieme formano la Chiesa
Universale.
Solo eccezionalmente il Papa deve intervenire in modo autoritario, ossia quando
si nega o si pone in pericolo la comune fede e quando emergono gravi abusi
disciplinari da rompere od ostacolare gravemente la comunione fraterna, dote
indispensabile perché la Chiesa raggiunga il suo scopo missionario: essere per
il mondo intero Sacramento dell’Amore di Dio Padre, di Dio Figlio Incarnato, di
Dio Spirito Santo.
G. 7. L’autonomia delle Chiese Locali Diocesane non esclude l’opportunità
dell’esistenza di un Codice di Diritto Canonico, ma esige che questo si riduca
a poche leggi essenziali, valevoli per la Chiesa Universale: le troppe leggi
oscurano ed ostacolano la creatività dell’amore e della multiforme azione dello
Spirito Santo.
C. C. Divorziati risposati
L’indissolubilità del matrimonio è fondata sull’amore reciproco dei coniugi
così come sull’amore reciproco è fondata l’indissolubilità delle Tre Persone
Divine e l’indissolubilità del matrimonio tra Gesù lo Sposo e la Chiesa, Sposa
di Gesù.
Se per impossibile, le Tre Persone Divine cessassero di amarsi, si spezzerebbe
la loro unità e si dissolverebbe lo stesso Dio; se per impossibile, Gesù non
amasse più la Chiesa e la Chiesa non amasse più Gesù, Gesù e la Chiesa
romperebbero la loro unità sponsale.
Ciò che non è possibile nella Trinità Divina e in Gesù e nella Chiesa, si può,
invece, verificare, e spesso si verifica, tra i coniugi cristiani e non
cristiani. Come l’esperienza ci attesta, avviene che dei coniugi dissolvano
irrimediabilmente il loro matrimonio per colpa di uno solo o di ambedue. Ciò ci
induce ad affermare che l’indissolubilità del matrimonio, per esprimerci in
termini filosofici, è di ordine morale e non fisico. Ossia: i coniugi, pur
essendo tenuti in coscienza a rimanere uniti, hanno, purtroppo, la triste
colpevole possibilità di rompere la loro unità.
Alla medesima conclusione ci porta la riflessione sulla natura dei precetti
negativi: Dio ordina all’uomo di non compiere un determinato atto perché l’uomo
è in grado di compierlo, benché colpevolmente. Se l’uomo non avesse la
possibilità di compiere un determinato atto peccaminoso, Dio non glielo
vieterebbe: così non gli vieterebbe di rubare se non potesse rubare. Allo
stesso modo, Gesù non avrebbe imposto agli sposi il precetto: "L’uomo non
separi ciò che Dio ha unito" (Mt 19,6), se i coniugi non potessero
separarsi.
La dissoluzione del matrimonio in modo irrimediabile come irrimediabile è
l’uccisione di un uomo, assume una gravissima colpevolezza, ma la Chiesa, nei
confronti dei coniugi colpevoli divorziati e risposati con una terza persona,
oggi deve usare maggiore misericordia che non in passato: come perdona
l’omicida veramente pentito, pur essendo nell’impossibilità di ridare la vita
al fratello ucciso, così deve perdonare e riammettere ai Sacramenti i coniugi
divorziati e veramente pentiti, anche se si trovano nell’impossibilità di
ricostruire la loro unità e si sono risposati con un altro uomo o con un’altra
donna: uno studio accurato di Giovanni Cereti prova che nei primi secoli la
Chiesa, ai cristiani divorziati e risposati, concedeva di continuare a
convivere con il nuovo coniuge, se erano veramente pentiti e si sottomettevano
ad una adeguata penitenza.
D. D. Matrimonio cristiano in due tempi
Si discute sulla liceità degli atti intimi tra due fidanzati. La discussione
però non dovrebbe sussistere in quanto l’atto intimo è segno di espressione
dell’amore coniugale totale, esclusivo e definitivo.
Però si deve venire incontro alla situazione difficile in cui si trovano spesso
i fidanzati. La soluzione si ha nel matrimonio cristiano in due tempi: quando
due fidanzati si sentono pronti al matrimonio ma vi sono dei seri motivi che li
obbligano a procrastinare il tempo della celebrazione matrimoniale "coram
Ecclesia", si sposino in segreto "coram Deo" scambiandosi il
mutuo consenso. Così diventano veramente sposi perché i ministri del Sacramento
del matrimonio sono i due cristiani contraenti, e possono compiere l’atto
intimo. Evidentemente non appena viene meno la causa scusante debbono celebrare
il matrimonio "coram Ecclesia".
E. Contraccezione
L’atto intimo è un meraviglioso dono fatto da Dio ai coniugi. Fondamento
dell’atto intimo è l’amore totale esclusivo e definitivo che unisce i due
coniugi. Non è vero affermare che l’atto intimo dei coniugi ha due simultanee
finalità: la finalità unitiva e la finalità procreativa. È vero – invece – dire
che l’atto intimo dei coniugi ha abitualmente un’unica finalità, quella
unitiva, e che talvolta a questa finalità aggiunge una seconda finalità, quella
procreativa.
Questo dato di fatto ci impone la seguente affermazione: nell’atto intimo dei
coniugi deve sempre sussistere la finalità unitiva; la finalità procreativa,
invece, per motivi gravi scusanti, si può eliminare imitando in ciò la natura.
Questi gravi motivi scusanti sono presenti quando i due coniugi, in forza della
paternità e della maternità responsabili, decidono di non procreare. La
particolarità che nell’atto intimo, per giusti motivi, si può eliminare la
procreazione, ci fa dedurre quanto segue:
Quando due coniugi responsabilmente decidono di non procreare usino i così
detti "metodi naturali" per evitare il concepimento; ma se non è loro
possibile servirsi sei suddetti metodi, usino i "metodi contraccettivi
artificiali" per salvaguardare gli alti valori unitivi che Dio ha legato
all’atto intimo dei coniugi. Non potendo i coniugi conseguire tutto il bene inerente
all’atto, scelgono giustamente la parte di bene che sono in grado di
raggiungere.
L’atteggiamento intransigente che condanna tout-court i metodi contraccettivi
artificiali è un grave errore teologico e storico che ha causato e causa
ingiustificabili sofferenze a tante coppie di sposi e crea un gratuito grosso
ostacolo alla diffusione del Messaggio Evangelico.
E. E. Assoluzione collettiva
Gesù ha scelto la Chiesa come strumento della sua misericordia affidandole il
Sacramento del perdono dei peccati.
"A chi rimetterete i peccati saranno perdonati" (GV 20,23). Il modo
di esercitare questa sublime missione di misericordia Gesù non l’ha voluto
stabilire ma l’ha lasciato alla discrezione pastorale dalla sua Chiesa. E la
Chiesa lo ha capito pienamente: nell’arco della sua storia bimillenaria,
infatti, lo ha modificato varie volte: basta pensare alla confessione pubblica
dei primi secoli prescritta per i peccati più gravi e alla confessione
auricolare inizialmente solo devozionale sorta tra i Monaci irlandesi del sesto
secolo, poi ratificata e prescritta per tutti i cristiani dal Concilio di
Trento.
Oggi vige ancora l’obbligo della confessione auricolare, ma i cristiani la
disertano: questa diserzione, in molti casi è sintomo di condiscendenza verso
il peccato, ma è soprattutto uno dei segni dei tempi che interpella la
Gerarchia e la sospinge ad interventi profondamente innovativi: certo non è
giustificabile l’abolizione della confessione auricolare, dati i benefici
spirituali che apporta ai penitenti; la sua pratica, però, bisognerebbe
lasciarla abitualmente libera e renderla obbligatoria solo per l’assoluzione di
alcuni peccati gravi come l’aborto.
Inoltre si dovrebbe estendere l’uso dell’assoluzione collettiva e conferire
valore sacramentale al rito penitenziale all’inizio della Celebrazione
Eucaristica. Questo gesto di misericordia favorirebbe la conversione dei
cristiani e non il lassismo, perché Gesù per assolvere non esige l’umiliazione
dell’accusa dei peccati ma il vero pentimento per le colpe commesse ed il
sincero proposito di emendarsene.
Il cristiano in peccato ma di buona volontà e sinceramente pentito delle sue
colpe, se potrà ricevere l’assoluzione dei suoi peccati al principio della
Messa, sarà invogliato a partecipare alla Celebrazione Eucaristica in modo
integrale, si ciberà del Corpo e Sangue di Gesù e sperimenterà in sé
l’efficacia della promessa del Salvatore: "Chi mangia la mia carne e beve
il mio sangue, vivrà per sempre" (Gv 6,53-58).
Facilitare l’assoluzione dei peccati e la Comunione Eucaristica è uno dei segni
dei tempi che la Gerarchia deve accogliere con gratitudine e docilità allo
Spirito.
G. Preti sposati
Senza dubbio uno dei principali segni dei nostri tempi è l’impetuosa ed
inarrestabile spinta dello Spirito Santo a che la Chiesa Cattolica riesca a
superare l’istintivo sospetto sul sesso, retaggio di una cultura non biblica e
non evangelica, ed abolisca la legge canonica che impone ai Preti di Rito
Latino l’obbligo del celibato.
L’abolizione del celibato obbligatorio, favorirà l’avvento di una schiera di
preti Sposati che con le loro spose e i loro figli saranno modello familiare e
stimoleranno efficacemente le famiglie cristiane a comportarsi in modo da
essere affascinante immagine della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio
Figlio, di Dio Spirito Santo, come pure dell’amore che unisce gli Sposi per
eccellenza, Gesù e la Chiesa.
LA CHIESA E’ NATA COME CHIESA DOMESTICA
San Paolo nella prima lettera ai Corinzi ci notifica che tutti gli Apostoli, o
quasi, erano sposati e che le loro mogli li accompagnavano nei viaggi
apostolici: "Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una
moglie credente come l’hanno gli altri Apostoli e i fratelli del Signore e
Pietro?" (1 Cor 9,5). Le Lettere Pastorali, come condizione indispensabile
all’Ordinazione di un Vescovo-Presbitero, esigevano che il candidato si fosse
sposato una volta sola e avesse dimostrato di essere un prudente e buon padre
di famiglia: "Chi, infatti, non sa governare la sua casa, come potrà avere
cura della Chiesa di Dio?" (1 Tm 3,1-5).
Prima del quarto secolo, non esiste nessuna legge canonica che vieta agli
sposati di ricevere il Sacramento del Sacerdozio o che proibisce il matrimonio
ai sacerdoti celibi al momento dell’Ordinazione. In via ordinaria Sacerdoti e Vescovi
erano sposati; solo qualcuno sceglieva il celibato. I documenti dell’epoca
parlano con naturalezza e semplicità delle spose dei vescovi, dei Sacerdoti e
dei loro figli. Così, ad esempio, veniamo a sapere che S. Gregorio di Nazianzo,
nato nel 319, era figlio di un Vescovo, divenne lui stesso Vescovo ed ereditò
da suo padre la Diocesi di Nazianzo.
Storicamente ci risulta che la prima legge ecclesiastica non riguarda il
celibato in se stesso ma l’esercizio del sesso da parte dei Vescovi, dei
Sacerdoti e dei Diaconi sposati. Essa fu emanata per il clero spagnolo dal
Sinodo di Elvira circa l’anno 300-306: "Vescovi, Preti, Diaconi e tutti i
Chierici posti al servizio dell’altare, devono astenersi da rapporti con le
loro mogli e non è loro lecito mettere al mondo figlioli. Chi si oppone perde
la carica" (Can. 33).
Come appare dal testo, il Sinodo proibì al clero sposato di avere rapporti
intimi con le proprie mogli perché attribuiva a detti atti una qual certa dose
di impurità che rendeva il clero indegno della Celebrazione Eucaristica.
Al di là di ogni altra considerazione, non possiamo esimerci dal rilevare che
il Sinodo non poteva emanare la succitata norma perché nessuna legge umana può
dichiarare impuro un atto naturale né proibire a dei coniugi legittimamente
sposati gli atti intimi che sono propri del matrimonio da Dio istituito. Il
Concilio Ecumenico Vaticano II parla degli atti intimi degli sposi in ben altra
maniera: "L’amore dei coniugi è espresso e sviluppato in maniera tutta
particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio; ne
consegue che gli atti con i quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono
onorabili e degni e, compiuti in modo veramente umano favoriscono la mutua
donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa
gratitudine gli sposi stessi" (Gaudium et Spes n. 49).
Al Concilio Ecumenico di Nicea (anno 325) gli Spagnoli volevano imporre la
legge di Elvira a tutta la Chiesa. Il Vescovo Panuzio, però, riuscì a
convincere i Padri Conciliari a non seguire l’esempio spagnolo appoggiandosi
principalmente su tre argomenti:
A. 1.Non è giusto imporre agli ecclesiastici il giogo del celibato.
B. 2.Il matrimonio è santo e puro.
C. 3.L’eventuale istituzione della legge del celibato è un rischio per la virtù
delle mogli abbandonate.
Purtroppo in seguito la Chiesa Latina ripudiò lo spirito del Concilio di Nicea
sicché Papa Gregorio VII, nel secolo XI, impose ai vescovi e Sacerdoti sposati
di astenersi dagli atti coniugali e di rimandare la propria moglie. A partire
del Primo Concilio del Laterano (anno 1129) non furono più ordinati uomini
sposati: l’ordinazione fu riservata agli uomini liberi da ogni legame con una
donna cioè ai vedovi e ai celibi.
La storia del celibato ecclesiastico pone in risalto molte pecche umane in
contraddizione con la legge naturale ed evangelica. Pur lasciando doverosamente
ogni giudizio delle persone a Dio, l’unico che scruta i cuori, la Chiesa
contemporanea è chiamata a riconoscere con umiltà tali ombre e a riparare il
passato assecondando docilmente la voce dello Spirito che le chiede di abolire
l’obbligatorietà del celibato del clero: il tempo e il modo per giungere a tale
meta improcrastinabile si potrebbe lasciare alla prudenza delle singole Chiese
Diocesane: forse è bene che si proceda per legge locale e non per leggi
universali, per rispettare i diversi gradi di sensibilità e di maturità.
Se l’impegno per il Regno di Dio esige ancora che parte del clero sia celibe,
lo Spirito Santo non farà mancare alla Chiesa i preti celibi: lasciamo a Lui la
piena libertà di scelta e a noi l’illimitata fiduciosa sottomissione alle sue
scelte; sottomettiamoci con gioia allo Spirito che vuole una moltitudine di
preti sposati per la prossima Era di amore e di pace basata sulla santità della
famiglia.
Nel passato si è insistito e lavorato per avere un clero celibe per il Regno di
Dio. Nel futuro si dovrà insistere e lavorare anche per un clero sposato per il
Regno di Dio; la sposa che condivide l’impegno pastorale con lo sposo sacerdote
non è un ostacolo ma un aiuto, un complemento. Ci sarà un ministero di coppia
con efficacia di incalcolabile portata.
ESPOSIZIONE DI UNA "NUOVA STRATEGIA"
Finché il Papa manterrà l’attuale legge di obbligatorietà del celibato
ecclesiastico i Vescovi e i Preti di Rito Latino hanno il diritto divino di
sposarsi validamente e lecitamente in segreto: il matrimonio segreto consiste
nel consenso matrimoniale reciprocamente espresso dai due contraenti. Il
ragionamento teologico in difesa della "Nuova Strategia" è il
seguente:
Il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma: "IL magistero della Chiesa non
è superiore alla Parola di Dio ma ad essa serve" (Dei Verbum n. 10). Ora
la Sacra Scrittura afferma con chiarezza che i vescovi ed i Preti possono
sposarsi. "Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie
credente come l’hanno gli altri Apostoli, i fratelli del Signore e
Pietro?" (1 Cor 9,5). "I Vescovi siano sposati una volta sola"
(1 Tm 3,2; Tito 1,6).
La Gerarchia cattolica non aveva diritto e potere di eliminare questa libertà
evangelica e di imporre al clero latino il celibato. La legge celibataria,
pertanto, è nulla, invalida ed il clero latino deve riacquistare la sua libertà
di scelta anche contro la volontà della stessa Gerarchia.
PRECISAZIONI:
1a. Il matrimonio segreto dei Vescovi Sposati e dei Preti Sposati è un
Sacramento perché i ministri del Sacramento del matrimonio sono i battezzati
contraenti, e i Vescovi e i Preti che, in coscienza, decidono di sposarsi
segretamente, sono scusati dal seguire le norme canoniche perché la Gerarchia
vi si oppone ingiustamente.
2a. La strategia esposta non è uno scisma. Difatti i Vescovi Sposati ed i Preti
Sposati segretamente sono gelosi della loro qualifica di cattolici. Essi
accettano la Chiesa cattolica, riconoscono la sua Gerarchia, rimangono
sottomessi ad Essa, eccetto nei punti in cui si stacca dalla volontà di Dio:
"Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29). I
Vescovi Sposati ed i Preti Sposati di Rito Latino sono sottoposti al Papa, ma
come Paolo si oppongono a Pietro quando, in coscienza, ritengono che Egli
sbaglia.
PRIMA APPENDICE
Fatima: profezia dell’Età Aurea del Cristianesimo
Nel 1917 la Madonna apparve il 13 di ogni mese da Maggio ad Ottobre a tre
Pastorelli di Fatima: a Lucia, a Francesco e a Giacinta rispettivamente di 10,
9 e 7 anni. Affidò loro un messaggio che si sarebbe realizzato in parte
nell’immediato futuro, in parte presto ed in parte in un futuro più lontano.
La celeste Messaggera cioè preannunziò la prossima fine della Prima Guerra
mondiale, il pericolo di una seconda guerra mondiale peggiore della prima se
gli uomini non si fossero convertiti, e l’avvento del comunismo bolscevico,
fonte di odio, di guerre, persecuzioni alla Chiesa e di immensi disastri.
Fra tante previsioni oscure e terrorizzanti, la Madonna fece brillare una luce
di speranza: "Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà, la Russia si
convertirà e il mondo avrà un periodo di pace". Per sigillare la
veridicità delle sue profezie Maria Santissima il 13 Ottobre operò il grande
miracolo del sole: nel luogo delle Apparizioni quel giorno si radunò un’immensa
folla (70000?). pioveva e faceva freddo. Verso mezzogiorno, Lucia comandò di
chiudere gli ombrelli e la folla come per incanto ubbidì. A mezzogiorno in
punto, come al solito, comparve la Madonna che si intrattenne amorevolmente con
i bambini. Finito il colloquio "la Madonna accomiatandosi dai suoi piccoli
amici, aprì le mani nelle quali sembrava imprigionata tutta la luce del sole,
Lucia tradusse quel gesto con un grido:
Guardate il sole! La pioggia cessò d’incanto. Le nubi si squarciarono ed
apparve il prodigio: tutti videro il sole simile ad un disco d’argento girare
vorticosamente su sé stesso, proiettando tutto intorno fasci di luce gialla,
verde, rossa, azzurra, viola che coloravano le nubi, gli alberi, le rocce, la
terra, la folla abbagliata ed impietrita dallo stupore.
Il sole si fermò, poi riprese la sua rotazione sprizzando fasci incandescenti.
Si fermò un’altra volta e ricominciò di nuovo a danzare. Tutti contemplavano in
silenzio, percorsi da un brivido. Ad un tratto ebbero la sensazione che il sole
si staccasse dal cielo e si precipitasse sul loro capo. Un urlo immenso si
levò: Miracolo! Miracolo!
Poi, atterriti, tutti caddero in ginocchio nel fango, recitando con
impressionante fervore l’atto di contrizione, mentre migliaia di invocazioni
salivano dal profondo dei cuori:: - Mio Dio, misericordia!
Ave, Maria! – Io credo in Dio! – Vergine del Rosario, salvate il Portogallo! –
Perdono, pietà!
Il fenomeno solare, distribuito in tre tempi, era durato dieci minuti. Tutti lo
videro, credenti ed increduli, ignoranti e dotti, anche liberi pensatori che si
erano recati colà con l’intento di sfatare una volta per sempre la fama di Fatima.
Ora il cielo è tornato normale. Il sole ha ripreso il suo posto ed il suo
splendore. Tutti si alzano trasognati, si toccano gli abiti qualche istante
prima intrisi e gocciolanti e li constatano completamente asciutti e ripuliti.
Nessuna può avere il minimo dubbio. La Madonna ha mantenuto la sua
promessa".
Le profezie della Madonna si sono avverate quasi tutte. A causa dei suoi
peccati, però, il mondo contemporaneo non dovrà attraversare indicibili
sofferenze prima che si avveri l’ultima profezia di Fatima: "alla fine il
mio Cuore immacolato trionferà; la Russia si convertirà ed il mondo avrà un
periodo di Pace"? e la Chiesa cattolica non si renderà, in parte,
corresponsabile di queste sofferenze se non affronterà seriamente e con umiltà la
propria improcrastinabile riforma?
Gli avvenimenti sconvolgenti ed imprevedibili del 1989 che hanno segnato lo
sbriciolamento del comunismo, la fine della guerra fredda, e ridata la libertà
a tanti Popoli oppressi, sono l’aurora che preannunzia come prossimi (i tempi
di Dio, però, non sono i nostri tempi) la conversione della Russia ed il
periodo di pace che coinciderà con l’Età Aurea del Cristianesimo. Questa
promettente Aurora c’induca a dare finalmente ascolto all’accorato invito di
commiato della Madonna: "Gli uomini non offendano più nostro Signore, che
è già tanto offeso"!
L’invito materno alla conversione lo assecondi la Chiesa Istituzione: la
gerarchia ecclesiastica deve essere sì gelosa custode della Rivelazione, ma
deve anche badare a non imporre i suoi pesi, non voluti da Dio e impossibili a
portarsi: Anche noi cristiani contemporanei, soprattutto quelli raggiunti dal
benessere, dobbiamo accogliere l’invito materno e convertirci collocando al
centro della nostra vita Dio e i suoi Comandamenti, e smettendo di sostituire
il Creatore con le creature.
Favorire, con una sincera e radicale conversione, il parto della nuova Era in
modo che sia il più indolore possibile è la missione della nostra generazione.
Voglia, perciò, il Signore far sorgere presto tanti suoi profeti, apostoli di
quest’era, e gli uomini del nostro tempo diano ascolto alla loro voce. Amen.
SECONDA APPENDICE
Chi e' don Salvatore Paparo?
Il più piccolo uomo, il più piccolo prete del mondo. Ma "Dio ha scelto
quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i
sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere
quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che nel mondo non hanno
importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per
distruggere quelli che pensano di valere qualcosa, Così nessuno potrà vantarsi
davanti a Dio" (1 Cor 1,27-28).
don Salvatore Paparo e' nato a Cesarò in provincia di Messina, il 14 agosto del
1929. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte, provincia di Catania, all’età di
10 anni, senti' subito l’attrazione alla vita sacerdotale. Vi frequento' i tre
anni della Scuola Media, quindi si trasferi' al Seminario Maggiore di Catania
dove rimase per due anni. Affascinato dalle Missioni, l’8 Dicembre del 1945 fu'
ammesso allo Studentato dei Padri Maristi, collocato in Cavagnolo, provincia di
Torino. Le vie di Dio, però, erano altre. Nel Maggio del 1946 cadde gravemente
ammalato: era agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve
consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore: "Non passerà la
notte". Lui invece guari' improvvisamente. Immerso in Dio, luce-calore
estasiante, gli fu comunicato quanto segue:
"L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo
riconoscerà Gesù come suo unico Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era
di pace e di benessere. Tu sarai l’umile strumento".
Da quel momento l’Età Aurea del Cristianesimo domina la sua esistenza. Ne
parlo' con il Direttore spirituale e con i superiori. Essi evidentemente gli
consigliarono di procedere nei suoi studi fino all’ordinazione. "Noi, mi
dissero, non ostacoleremo la volontà di Dio". Fu' ordinato Sacerdote il
21.2.1954. nel 1959, con la benedizione dei superiori, lascio' la Società di
Maria e venne accolto nella diocesi di Ivrea, provincia di Torino.
L’Opera "CENACOLO FAMILIARE" prese la sua completa fisionomia nel
1967. In un corso di Esercizi Spirituali, passato in una ineffabile continua
estasi. La misericordia divina gli rivelò che Dio è Amore e che in quanto Amore
non è solitario ma una Famiglia felicissima composta da tre Persone: da Dio
Padre, da Dio Figlio, da Dio Spirito Santo. Gli rivelò anche che Dio creò
l’uomo a sua immagine e somiglianza e lo creò Famiglia.
"L’Età Aurea del Cristianesimo, concluse la rivelazione, sarà anche l’Età
Aurea della Famiglia. L’obbligatorietà del celibato sacerdotale sarà abolita e
le famiglie dei Vescovi Sposati e dei Presti Sposati saranno fari luminosi per
le altre famiglie cristiane".
Dopo varie vicende siamo giunti al passo decisivo:
La Famiglia Trinitaria vuole che tutto il clero italiano venga a conoscenza
dell’Opera "CENACOLO FAMILIARE" perché i chiamati ne facciano parte e
ne diventino apostoli e profeti, e qui dobbiamo fare un’importantissima
riflessione:
"La Chiesa è fondata sul fondamento degli
Apostoli e dei Profeti" (Ef 2,20)
La Chiesa Cattolica ha sviluppato in modo esagerato il ministero di Pietro nel
Papato, ponendo in ombra gli altri Apostoli e quindi i Vescovi loro I
Successori, e lottando contro i suoi Profeti. Ora è giunto il momento dei
Profeti. I Profeti del "CENACOLO FAMILIARE" si sentono investiti di
una missione particolare: proporre alla Chiesa Cattolica delle riforme urgenti
perché nel suo volto brilli il volto del suo Sposo Gesù. Si supplica, pertanto,
la Chiesa Cattolica a voler fare proprie le riforme dei Profeti del Cenacolo
Familiare.
Per iniziare, i Profeti del Cenacolo Familiare alla Chiesa Cattolica, di cui si
ritengono figli a pieno titolo, propongono le riforme esposte in questo Documento.
Ossia: la Riforma del Papato; l’accettazione del primato della coscienza
individuale; la opzionalità del celibato ecclesiastico; il matrimonio cristiano
in due tempi; l’ammissione dei divorziati risposati, sinceramente pentiti, ai
Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia; la liceità della
contraccezione; l’ampio uso della assoluzione collettiva conferendo in modo
particolare valore sacramentale al rito penitenziale posto all’inizio della S.
Messa.
Queste riforme insieme ad altre che si riterranno opportune o necessarie oltre
ad avere un valore in sé stesse assumono un potente stimolo per le altre Chiese
Cristiane favorendo così il cammino, voluto dallo Spirito Santo,
dell’Ecumenismo fino a giungere all’unità della Chiesa universale. Giunti all’unità
dei cristiani i non cristiani, affascinati dalla vita dei discepoli del
Signore, si convertiranno a Gesù. Allora si realizzeranno le profezie
evangeliche: "Saranno un solo gregge sotto un solo Pastore" (Gv
10,16). "Padre, che siano una sola cosa come io e tu siamo una cosa sola.
Così il mondo crederà che tu mi hai mandato" (Gv 17, 20-23).
A questo punto io, Salvatore Paparo, come umile strumento per la realizzazione
del Cenacolo Familiare, mi rivolgo a voi. Vogliate accettare il Cenacolo
familiare – di cui sono pronto a fornirvi tutte le informazioni possibili –
siate suoi membri e Profeti, cercate di attuarlo in mezzo alle vostre Comunità
cristiane.
La Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito santo voglia
benedire e rendere Profeti dell’Opera "CENACOLO FAMILIARE" tutti
coloro che verranno a conoscenza di questo Documento.
PREGHIERA – O Maria, Madre della Grazia e delle grazie, esaudisci la nostra
umile, fiduciosa, filiale supplica: intercedi presso Dio l’avvento della seconda
Pentecoste che realizzerà L’Età Aurea del Cristianesimo, l’era della famiglia
creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio
Figlio, di Dio Spirito Santo, e redenta con la morte-risurrezione dell tuo
Gesù, Sposo della Chiesa.
Affretta l’era dell’amore e della pace in cui gli uomini non si combatteranno
più, non si eserciteranno più nell’arte della guerra, trasformeranno le armi in
strumenti di benessere e utilizzeranno le immense ricchezze del creato per
debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali.
O Madre, convinci il Papa della singolare missione che, per la prossima era
della famiglia, hanno da Dio ricevuto le famiglie dei vescovi Sposati e dei
Preti Sposati e fa’ che renda opzionale il celibato sacerdotale. Amen.
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione”
nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza
spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò
(Messina) il 14 Agosto 1929. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania)
all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la
scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per
due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra
nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si
ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece,
guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore
estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del
Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e
vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile
nostro strumento”.
LETTERA ALLA
RIVISTA "PROFETI DI DIO"
Rev.mo
Direttore della Rivista "PROFETI DI DIO",
sono il sacerdote Salvatore Paparo, nato il 14 agosto 1929, parroco di Cintano,
diocesi di Ivrea, provincia di Torino. Il Signore che per le sue GRANDI OPERE
sceglie i più piccoli perchè nessuno abbia a gloriarsi dinanzi a Lui, ha voluto
benevolmente scegliere questo piccolo e spero docile strumento PER PROFETIZZARE
LA VENUTA (PARUSIA) INTERMEDIA DI GESU'. Allo scopo gli ha affidato l' "
OPERA CENACOLO FAMILIARE ". Essa è nata in embrione nel maggio del 1946 e
profetizza l'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE in cui:
1. Il mondo intero riconoscerà Gesù COME SUO UNICO SALVATORE, si convertirà a
Lui: così finalmente si realizzerà la profezia di Gesù: "SARA' UN SOLO
GREGGE ( IL MONDO INTERO ) ED UN SOLO PASTORE ( GESU' ) ".
2. Ci saranno LA PACE E IL BENESSERE MONDIALI MESSIANICI: allora gli uomini non
si combatteranno più tra di loro, non si prepareranno più alla guerra,
trasformeranno le armi in strumenti di benessere, utilizzeranno le immense
risorse del creato per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze
sociali.
3. Ci sarà LA SECONDA PENTECOSTE D'AMORE: lo Spirito Santo, secondo la profezia
di Gesù, porterà a termine il suo compito DI CONDURRE LA CHIESA A TUTTA LA VERITA'.
Ossia la Spirito Santo convincerà la Chiesa che Dio E' AMORE; CHE IN QUANTO
AMORE DIO NON E' UN SOLITARIO MA UNA FAMIGLIA FELICISSIMA COMPOSTA DA TRE
PERSONE: DAL PADRE, DAL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE E DALLO SPIRITO SANTO. Per
comunicare la sua felicità ad altri Dio creò l'uomo a sua immagine e
somiglianza E LO CREO' FAMIGLIA: L'UOMO E LA DONNA SPOSATI SONO IMMAGINE DEL
PADRE CELESTE SIA COME SPOSO E SPOSA SIA COME PADRE E MADRE; IL FIGLIO DEL
NUCLEO FAMILIARE UMANO E' L'IMMAGINE DEL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE CELESTE;
L'AMORE CHE UNISCE E RENDE FELICI GLI SPOSI , I GENITORI E IL FIGLIO, E'
L'IMMAGINE DELLO SPIRITO SANTO.
Il peccato distrusse l'amore, l'unione e la felicità del nucleo familiare
umano. Gesù s'incarnò per redimere il nucleo familiare umano e così i suoi
membri tornassero ad amarsi, ad essere uniti e felici.
NELLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' IL NUCLEO FAMILIARE UMANO RAGGIUINGERA' LA
PERFEZIONE DELL'AMORE, DELL'UNIONE E DELLA FELICITA' CORONANDO L'OPERA DELLA
SUA REDENZIONE COMPIUTA DA GESU' CON LA SUA PASSIONE, CON LA SUA MORTE E CON LA
SUA RISURREZIONE. L'ETA' AUREA DELLA REDENZIONE CHE SI REALIZZERA' NELLA VENUTA
INTERMEDIA DI GESU', QUINDI, SARA' ANCHE L'ETA' AUREA DELLA FAMIGLIA. ALLORA LE
FAMIGLIE DEI VESCOVI SPOSATI E DEI PRETI SPOSATI SARANNO UN FULGIDO MODELLO PER
LE ALTRE FAMIGLIE CRISTIANE.
Rev.mo Direttore, le spedisco, in allegato, " L'OPERA CENACOLO
FAMILIARE" perchè abbia la bontà di inserirla nel suo sito
www.gambedit.com come contributo fraterno di salvezza NELL'IMMINENTE VENUTA
INTERMEDIA DI GESU'.
Voglia gratificarmi di una sua fraterna risposta.
Nei Cuori Sacratissimi di Gesù e di Maria.
sac. Salvatore Paparo
CARISSIMI
CINTANESI
Carissimi
CINTANESI,
vi distribuisco la lettera che il nostro amatissimo e stimatissimo vescovo
Mons. Luigi Bettazzi ha scritto ai vescovi italiani in occasione della loro
Assemblea del corrente anno 2008. Mons. Bettazzi è stato nostro GRANDE PASTORE
per ben trentatreanni dal 1966 al 1999. Egli ha sempre difeso il rispetto della
persona altrui; ha rispettato le convinzioni degli altri perché ciascuno di noi
deve attuare la sua vita secondo le sue convinzioni. Mons. Luigi Bettazzi, ubbidendo
al messaggio evangelico, si è sempre battuto perché GLI ULTIMI, COLORO CHE
SOFFRONO LA FAME, COLORO CHE INGIUSTAMENTE SONO DOMINATI E SFRUTTATI DAL POTERE
POLITICO E RELIGIOSO, SIANO LIBERATI. Dio vuole che tutti gli uomini stiano
bene, siano felici. Dio ha fornito il mondo di enormi ricchezze perché tutti
siano felici e possano usufruirne secondo le loro necessità. Quindi è contro la
volontà di Dio che alcuni siano ricchi in modo sproporzionato, e gli altri
siano poveri, soffrano la fame, muoiano di stenti e di fame. Il nostro Vescovo
Mons. Luigi Bettazzi che, ripeto, è stato NOSTRO GRANDE PASTORE PER BEN
TRENTATRE ANNI DAL 1966 AL 1999, si è sempre battuto perché la Chiesa, secondo
il volere di Gesù, si interessi degli ultimi, di coloro che soffrono, e perché
tutti gli uomini e donne vivano una vita terrena dignitosa: Dio, infatti, ci ha
creati per la felicità e non per il dolore. Il dolore è sopravvenuto nella
nostra vita per il peccato; ma Gesù ci ha redento con la sua passione, morte e
risurrezione: noi, quindi, dobbiamo lottare perché il dolore, frutto del
peccato, sia distrutto e al suo posto regni nella nostra esistenza terrena il
benessere e la gioia.
V’invito, pertanto, a leggere la lettera del nostro amatissimo e stimatissimo
Vescovo Mons. Luigi Bettazzi sotto questa luce. Grazie! E che la nostra
Comunità Ecclesiale possa essere una Comunità di Cristiani che vivano
intensamente la vita d’amore che è la vita stessa di Dio, FAMIGLIA TRINITARIA
FELICISSIMA; vivano come Gesù, FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE CELESTE, modello di
amore per Dio Padre: “IL MIO CIBO QUOTIDIANO E’ COMPIERE LA VOLONTA’ DEL PADRE
CELESTE” e modello di amore verso i fratelli: Egli, infatti, ha sacrificato la
sua vita sulla croce per salvare noi suoi fratelli minori.
Sac. Salvatore Paparo
Lettera aperta ai confratelli vescovi
Un'anticipazione del prossimo numero della rivista. [[Mosaico di pace] 6 maggio
2008 - Luigi Bettazzi (Presidente emerito di Pax Christi Internazionale,
presidente del Centro Studi economico-sociali per la pace, vescovo emerito di
Ivrea)
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Più volte, in passato, in previsione dell'Assemblea annuale della CEI - a cui
ritengo opportuno non partecipare - ho scritto a tutti i Confratelli Vescovi
una lettera con le mie riflessioni, con quelle che avrei comunicato se mi fossi
recato in Assemblea. Lo facevo in segno di collegialità, ritenendo che pur
tagliato ormai fuori dalla corresponsabilità della pastorale italiana, potessi
ancora manifestare vicinanza al cammino della Chiesa italiana. Questa volta
partecipo le mie riflessioni, sollecitate dagli incontri che ancora faccio su e
giù per l'Italia, anche agli amici di "Mosaico di pace" come semplici
auspici, sui quali pregherò, specialmente nei giorni dell'Assemblea della CEI.
Non so quale sarà il giudizio della CEI sui risultati delle recenti elezioni.
La nostra gente ha sempre pensato che i Vescovi, pur astenendosi da interventi
diretti, non riuscissero a nascondere una certa simpatia per il Centrodestra,
forse perché, almeno apparentemente, si dichiara più severo nei confronti
dell'aborto e dei problemi degli omosessuali e più favorevole alle scuole e
alle organizzazioni confessionali.
Credo peraltro che siamo stati meno generosi verso il Governo Prodi, non come
approvazione della sua politica - dopotutto meritoria di aver evitato il
fallimento finanziario del nostro Stato di fronte all'Europa (anche se questo
può aver rallentato l'impegno, già avviato, di attenzione ai settori di
popolazione più in difficoltà), quanto come riconoscimento di un esempio di
cattolicesimo vissuto - personalmente, familiarmente, programmaticamente - in
situazioni e in compagnie particolarmente problematiche. Anche perché in un
mondo, come il nostro Occidente, dominato dal capitalismo, che sta impoverendo
sempre più la maggioranza dei popoli e tutto teso, tra noi e fuori di noi,
verso la ricchezza e il potere - la "mammona" evangelica, che Gesù
contrappone drasticamente a Dio - tra i valori "non negoziabili",
accanto alla campagna per la vita nascente e per le famiglie "regolari",
va messo il rispetto per la vita e lo sviluppo della vita di tutti, in tempi in
cui si allarga la divaricazione già denunciata da Paolo VI nella
"Populorum progressio" (quarant'anni fa!) tra i popoli e i settori
più sviluppati e più ricchi e quelli più poveri e dipendenti, avviati a
situazioni di fame inappagata e di malattie non curate, vanno messi l'impegno
per un progressivo disarmo, richiesto da Benedetto XVI all'ONU, e quello per la
nonviolenza attiva, che è la caratteristica del messaggio e dell'esempio di
Gesù ("Obbediente fino alla morte, e a morte di croce" - Fil 2, 16).
Forse siamo sempre più pronti a dare drastiche norme per la morale individuale,
sfumando quelle per la vita sociale, che pure sono altrettanto impegnative per
un cristiano, e che sono non meno importanti per un'autentica presenza
cristiana, proprio a cominciare dalla pastorale giovanile. Mi chiedo come
possiamo meravigliarci che i giovani si frastornino nelle discoteche o nella
droga, si associno per violenze di ogni genere, si esaltino nel bullismo,
quando gli adulti, anche quelli che si proclamano "cattolici", nel
mondo economico e in quello politico danno troppo spesso esempio di arrivismo e
di soprusi, giustificano la loro illegalità ed esaltano le loro "furberie",
e noi uomini di Chiesa tacciamo per "non entrare in politica",
finendo con sponsorizzare questo esempio deleterio, che corrompe l'opinione
pubblica e sgretola ogni cammino di sana educazione. Ci stracciammo le vesti
quando all'on. Prodi scappò detto che non aveva mai sentito predicare l'obbligo
di pagare le tasse; ma avremmo dovuto farlo altrettanto quando altri invitavano
a non pagarle...
Lo dico come riflessione personale. Perché mi consola pensare che il nuovo
Presidente della CEI - a cui auguro un proficuo lavoro - proprio
nell'intervento inaugurale di questo suo ministero richiamava il principio
tipicamente evangelico del "partire dagli ultimi", che era stato
proclamato in una mozione del Consiglio Permanente della CEI nel 1981 (!), e
che risulta più che mai importante in un mondo (anche quello italiano! e
qualche segnale ce lo fa temere sempre più per l'avvenire...), in cui si suole
invece partire "dai primi", garantendo i loro profitti e i loro
interessi, che non possono poi non essere pagati dalle crescenti difficoltà di
troppe famiglie italiane.
L'auspicio è confortato dalla recente Settimana Sociale dei Cattolici italiani
- e qui il compiacimento si rivolge al loro Presidente, che è il mio successore
in Ivrea - che ha richiamato un altro centro nodale della Dottrina sociale
della Chiesa e quindi della pastorale di ogni suo settore, che è il "bene
comune", sul quale dovremmo comprometterci in un tempo in cui troppi -
politici, impresari, categorie professionali e commerciali - pensano e lavorano
solo per il "bene particolare", a spese - ovviamente - di chi non si
può o non si sa difendere. Che questo dunque, dopo essere stato un messaggio
così significativo sul piano dottrinale, appaia davvero come un impegno
concreto e quotidiano, come qualche Vescovo già ha iniziato a dichiarare,
sfidando riserve e mugugni.
Come si vede, sono tanti i motivi per auspicare, tanti i motivi per pregare, in
vista di questa annuale Assemblea dei Vescovi italiani
LETTERA A
GESU' UNICO SALVATORE
LETTERA
A GESU’, UNICO SALVATORE DEL MONDO .
Gesù Salvatore, Tu, il Padre Celeste, lo Spirito Santo e Maria Santissima, LA
MAMMA DELLA CHIESA, da duemila anni siete impegnati perché il mondo intero
accolga il tuo messaggio di salvezza e viva un lunghissimo periodo di pace e di
benessere messianici; viva l’Eta’ Aurea della Redenzione fondata sulla santità
della famiglia, creata ad immagine e somiglianza della Famiglia Trinitaria di
Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; e redenta con la tua morte e
con la tua risurrezione.
ORMAI i tempi sono maturi; ma è necessaria una radicale conversione per vivere
il tuo messaggio di amore e di misericordia: ciascuno di noi deve amare dando
al fratello in dono il bene che ha ricevuto da Te, dal Padre Celeste e dallo
Spirito Santo; ciascuno di noi deve amare ricambiando al fratello il bene che
da lui ha ricevuto: in questo scambio di bene i due fratelli entrano in
comunione tra di loro, SONO UNO E FELICI.
L’esercizio del vero amore porta con sé enormi conseguenze: nessuno si deve
credere in diritto di giudicare e di condannare il fratello POICHE’ COLUI CHE
GIUDICA SEI SOLO TU , O GESU’; annunziando il tuo messaggio di salvezza,
nessuno deve assumersi L’AUTORITA’ DI MAESTRO POICHE’ IL MAESTRO SEI SOLO TU, e
noi tutti siamo fratelli. Nella Chiesa coloro che da Te hanno ricevuto
l’ufficio di guida delle Comunità Ecclesiali, e di annunziare autorevolmente il
tuo messaggio di salvezza, devono rispettare IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE
perché la verità e il bene non vanno imposti ma proposti. Questo comporta anche
che la Gerarchia non intervenga in politica per imporre allo Stato leggi da
essa ritenute giuste. Solo i Fedeli Laici, dopo essersi formati una coscienza
cristiana, devono impegnarsi perché lo Stato, LIBERO E INDIPENDENTE, legiferi
secondo il tuo dettame evan gelico. Ma devono fare ciò rispettando le leggi di
una sana democrazia: il popolo di una nazione deve scrutare il meglio con il
DIALOGO: ognuno esprima, con serenità e libertà, la sua convinzione; lotti
amichevolmente perché prevalga il suo punto di vista, ma rispetti il responso
popolare e ad esso si adegui, PUR SEGUENDO PERSONALMENTE QUANTO LA SUA
COSCIENZA GLI IMPONE.
L’esercizio dell’amore fraterno, O GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO, ci
suggerisce anche il retto atteggiamento ECUMENICO: tutte le Chiese Cristiane si
pongano in un atteggiamento di Conversione e di Riforma. Nessuna Chiesa
Cristiana deve pretendere che le altre Chiese Cristiane si adeguino alle sue
convinzioni dottrinali ed etiche. Invece, pur difendendo caritatevolmente le
proprie certezze, rispetti simultaneamente le certezze delle altre Chiese.
Rimanendo in un dialogo fraterno si arriverà certamente ad avere UN’UNICA
CHIESA CRISTIANA, secondo il tuo Cuore, o Gesù. Ciò, però, non significa
UNIFORMISMO MA UNITA’ NELLA LEGITTIMA DIVERSITA’. Se le Chiese Cristiane vivono
d’amore tra di loro, certamente si ricostruirà LA TUA UNICA CHIESA, O GESU’,
poiché secondo la tua promessa LO SPIRITO SANTO CHE PUO’ AGIRE SOLO DOVE TROVA
L’AMORE, CONDURRA’ LA TUA CHIESA A TUTTA LA VERITA’.
L’esercizio dell’amore fraterno, o Gesù, ci fa considerare con rispetto LE
RELIGIONI NON CRISTIANE. I seguaci delle Religioni non Cristiane, seguendo gli
insegnamenti della Religione che professano, certamente sono raggiunti da Te,
UNICO SALVATORE DEL MONDO, e li salvi.
Dobbiamo dire anche che le Religioni non Cristiane tendono INCONSAPEVOLMENTE a
Te, o Gesù, e un giorno ti riconosceranno come Unico Loro Salvatore e faranno
parte della tua UNICA CHIESA. Ma ciò avverrà SOLO DOPO CHE LE CHIESE CRISTIANE
VINCERANNO LE ATTUALI DIVISIONI TRA DI LORO NELL’ESERCIZIO DEL VERO AMORE:
“ PADRE, CHE I CRISTIANI SIANO UNA SOLA COSA COME IO E TU SIAMO UNA SOLA COSA:
COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO “ ( Gv.17.20-23 ).
Sac. Salvatore Paparo
13 GENNAIO 2008
BATTESIMO DI GESU’
25 MARZO 1966: SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE
DEL SIGNORE
Durante la Santa Messa lo Spirito di Gesù
prende particolare possesso di tutto il mio essere e,
in una estasiante luce, mi comunica un
singolare aspetto della mia vita che da allora ha sempre
illuminato e guidato i passi della mia
esistenza.
25 MARZO 2014: SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE
DEL SIGNORE
Al computer trovo difficoltà di navigare in
internet: i miei comandi non vengono accettati.
Ad un certo punto capita una cosa eccezionale:
la stampante si mette in moto da sé ed espelle un foglio:
me l’ha inviato il Gruppo Fuci-Lucca (
gruppofucilucca.blogspot.com ): contiene scritti dell’Opera Cenacolo Familiare
e altri scritti. La mia voce interiore amica mi dona luce e gioia. Mi
dice: “PUBBLICA GLI SCRITTI NEL BLOG
DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE A CONFERMA DI QUANTO TI E’ STATO RIVELATO IL 25
MARZO 1966 SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE DEL
SIGNORE.
Carissimi lettori e lettrici, inizio a
pubblicare gli scritti inviatimi dal
Gruppo Fuci-Lucca, seguendo l’ordine di pubblicazione da Esso stabilito:
ANNIVERSARIO APPARIZIONE DI FATIMA
FRATERNE CONFIDENZE
SOGNO PROFETICO
LETTERA AD ANGELA
OPERACEFA –PRIMA STESURA
FATIMA - MEDJUGORJE
SECONDA LETTERA AD ANGELA
LETTERA ALLA RIVISTA “PROFETI DI DIO”
CORRISPONDENZA CON DON SALVATORE
LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE
SECONDA LETTERA A GESU’
TERZA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL
MONDO
QUARTA LETTERA A GESU’
CARISSIMI CINTANESI
QUINTA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL
MONDO
QUARTA LETTERA A GESU’ UNICO SALVATORE DEL MONDO
Gesù, oggi 14 aprile 2008, mi sento portato
a scriverti per accentuare quanto Tu, il Padre Celeste, lo Spirito Santo e la
Mamma Maria Santissima da tempo avete comunicato alla mia mente mentre il mio
cuore era dominato da un’immensa ineffabile gioia.
RIGUARDA IL SACERDOZIO MINISTERIALE DI MARIA SANTISSAMA E DELLE DONNE.
E’ necessario ricordare alcuni punti essenziali del tuo messaggio evangelico:
Tu, il Padre Celeste e lo Spirito Santo siete UNA FAMIGLIA FELICISSIMA, avete
creato l’uomo a vostra immagine e somiglianza e l’AVETE CREATO FAMIGLIA. Il
Padre Celeste è insieme SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE. Egli ha comunicato
ALL’UOMO SPOSATO LE SUE QUALITA’ DI SPOSO E DI PADRE, ALLA DONNA MARITATA LE
SUE QUALITA’ DI SPOSA E DI MADRE. Tu, Gesù, sei il Figlio Unigenito del Padre
Celeste ed hai in Te sia la parte maschile sia la parte femminile del FIGLIO.
Nella famiglia umana, pertanto, SONO TUA IMMAGINE sia il figlio che la figlia. Nella famiglia
umana, infine, l’amore che unisce e beatifica gli sposi tra di loro, i genitori
e i figli E’ L’IMMAGINE DELLO SPIRITO SANTO, AMORE PERSONIFICATO, che unisce in SE’ il Padre Celeste al Figlio
Unigenito del Padre Celeste, e TE, Figlio Unigenito del Padre Celeste, al Padre
Celeste.
TU, GESU’, SEI L’UOMO ED HAI IN TE LA PIENEZZA DEL SACERDOZIO MASCHILE
E FEMMINILE: NELLA CHIESA HAI COMUNICATO ALL’UOMO IL TUO SACERDOZIO SOTTO
L’ASPETTO MASCHILE, ALLA NOSTRA MAMMA MARIA SANTISSIMA E ALLE ALTRE DONNE IL
TUO SACERDOZIO SOTTO L’ASPETTO FEMMINILE. E qui desidero riportare quanto ho
scritto qualche anno fa:
“ LE DONNE SIANO AMMESSE AL MINISTERO SACERDOTALE “.
Certamente Gesù ordinando sacerdoti solo uomini non voleva escludere il
sacerdozio ministeriale femminile. Se Gesù avesse ordinato sacerdoti anche le
donne avrebbe fatto un gesto clamoroso che la Società umana sua
contemporanea non era in grado di
recepire. Gesù rispetta l’evoluzione
degli uomini: essi migliorano gradualmente la conoscenza della verità
sia nel campo prettamente umano sia nel campo religioso: “LO SPIRITO SANTO VI
CONDURRA’ A TUTTA LA VERITA’ “ (Gv. 16,13). Questa frase include la gradualità
della conoscenza del contenuto delle Verità Rivelate anche se dobbiamo
ammettere che la rivelazione del Deposito Rivelato si è conclusa con la morte
dell’ultimo Apostolo. La Società umana moderna è pronta ad accettare il
ministero sacerdotale delle donne perché si è convinta che l’uomo e la donna
hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Del resto una conferma del
diritto della donna al ministero sacerdotale ci proviene dal fatto CHE MARIA
SANTISSIMA E’ SACERDOTE. Ecco la prova: Maria Santissima al momento
dell’Annunciazione del concepimento verginale di Gesù, dall’Arcangelo Gabriele
ha ricevuto anche la notizia del concepimento miracoloso del Precursore di Gesù
nel seno di Santa Elisabetta. Maria Santissima “IN FRETTA” va dalla sua cugina.
Il motivo principale di questa visita era la santificazione di Giovanni
Battista ancora nel seno materno. Detta santificazione è avvenuta così: MARIA
ENTRO’ IN CASA DI ZACCARIA E SALUTO’ ELISABETTA. APPENA ELISABETTA UDI’ IL
SALUTO, IL BAMBINO DENTRO DI LEI EBBE UN FREMITO, ED ESSA FU COLMATA DI SPIRITO
SANTO E A GRAN VOCE ESCLAMO’: - DIO TI HA BENEDETTA PIU’ DI TUTTE LE DONNE.
PERCHE’ MAI LA MADRE DEL MIO SIGNORE VIENE A FARMI VISITA? APPENA HO SENTITO IL
TUO SALUTO, IL BAMBINO SI E’ MOSSO IN ME PER LA GIOIA” (Lc.1,39-44).
Gesù nel seno verginale di Maria santificò il suo Precursore nel seno
di Elisabetta. Praticamente è avvenuta l’amministrazione del Battesimo di San
Giovanni Battista. MA QUESTA AMMINISTRAZIONE del battesimo di Giovanni
Battista, HA AVUTO UNO STRUMENTO MINISTERIALE: MARIA SANTISSIMA: DIFATTI E’
AVVENUTA “AL SALUTO DI MARIA”. Maria con
il saluto a Santa Elisabettta HA ESERCITATO IL SUO SACERDOZIO MINISTERIALE così
come fanno gli altri sacerdoti pronunziando le parole della forma dei
Sacramenti. Essi prestano la voce a Gesù per pronunziare le parole della forma
dei vari Sacramenti, ma CHI AMMINISTRA I SACRAMENTI E’ GESU’ : “CRISTO E’
PRESENTE CON LA SUA VIRTU’ NEI SACRAMENTI DI MODO CHE QUANDO UNO BATTEZZA E’
CRISTO STESSO CHE BATTEZZA” (Costituzione sulla Sacra Liturgia del Concilio
Ecumenico Vaticano II. Cap.1 n.7).
Sac. Salvatore Paparo
Cintano 14 aprile 2008
Carissimi CINTANESI,
nella stesura del mio Documento “OPERA CENACOLO FAMILIARE” mi sono lasciato
guidare dall’esempio e dalle parole del GRANDE PAPA, INVIATO DA DIO, GIOVANNI
XXIII: Egli distingueva tra errore e errante, tra peccato e peccatore: condannava
evidentemente l’errore e il peccato, ma trattava con misericordia l’errante e
il peccatore.
Sotto questa luce nel Documento mi sono permesso di invitare fraternamente la
Gerarchia Cattolica a non volere più castigare alcune categorie di peccatori,
COME AD ESEMPIO I DIVORZIATI RISPOSATI, e a usare verso di loro comprensione e
misericordia sottolineando le parole di Gesù sulla carità fraterna:
“NON GIUDICATE E NON SARETE GIUDICATI” (Lc. 6,17)
“NON CONDANNATE E NON SARETE CONDANNATI” (Lc. 6,17 )
“SIATE MISERICORDIOSI E TROVERETE
MISERICORDIA” (Mt. 5,7)
“COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1Cor. 4,4)
Il Vescovo di Ivrea Mons. Arrigo Miglio non è del parere che io rivolga alla
Gerarchia Cattolica l’invito fraterno perché usi misericordia verso tutti i
peccatori, e mi ha inflitto una grave sanzione: mi ha deposto da parroco di
Cintano.
Dopo il Decreto di deposizione datato 7.12.2007, mi sono sentito in dovere di
rispondere così al Vescovo:
“ Ho preso visione della condanna che mi hai comminato e ti scrivo per
invitarti fraternamente a desistere dall’eseguirla. Come può un vescovo che
esige di essere chiamato padre, voler sradicare dal suo ambiente un sacerdote
che da 44 anni ha solo cercato di vivere personalmente e di inculcare ai suoi
fratelli parrocchiani l’amore e la misericordia di Dio, e a quasi ottant’anni
gettarlo in un nuovo ambiente per trascorrere i suoi ultimi anni di vita
terrena in solitudine e nella sofferenza? Può un vescovo condannare un suo
sacerdote che abitualmente segue le indicazioni della Gerarchia, ma che sente
il dovere di dissentire da essa in alcune posizioni etiche e pastorali? Non
dovrebbe la Gerarchia trarre insegnamento dai tanti suoi errori del passato per
riconoscere con umiltà i suoi limiti umani E PERMETTERE UN DISSENSO COSTRUTTIVO
TRA I SUOI FIGLI? Come può un sacerdote non dissentire IN ALCUNE COSE DA UNA
GERARCHIA CHE HA INSEGNATO CHE UN FEDELE CHE MANGIAVA DI VENERDI UN PEZZETTINO
DI CARNE COMMETTEVA PECCATO MORTALE E CHE QUINDI MERITAVA UN INFERNO ETERNO?
Pertanto, invito fraternamente te, i tuoi più stretti collaboratori e il
Collegio dei Consultori a ripensare sulla grave sanzione comminatami e a
revocarla”.
IL VESCOVO MI LASCIA A CINTANO, E IO , CON GIOIA, CONTINUERO’ AD ESSERE IL
VOSTRO SACERDOTE.
Non vi nascondo che ho pensato seriamente di lasciare Cintano e di trasferirmi
in Messico per essere ospitato da una famiglia amica; e così continuare
SERENAMENTE ED IN LIBERTA’ LA MISSIONE CHE BENEVOLMENTE MI HANNO AFFIDATO IL
SIGNORE E MARIA SANTISSIMA. Ma è capitato un episodio che mi ha fatto cambiare
idea. Ve lo racconto trascrivendovi l’e-mail che ho spedito a don Olimpo, mio
affezionatissimo, sincero e fidatissimo amico.
“ Carissimo don Olimpo,
non so come evolveranno gli avvenimenti. Ho il piacere, però, di dirti che ieri
mattina, 1 gennaio 2008, giorno in cui, secondo il decreto vescovile, ho
cessato di essere parroco di Cintano, mentre al Santuario della Madonna Delle
Grazie, in preparazione della celebrazione della Santa Messa delle ore 9,
chiedevo luce ALLA MAMMA CELESTE che, ancora bambino, mi avvolse dolcemente
sotto il suo manto azzurro dicendomi: “SALVATORE, FIGLIOLINO MIO”, una luce
interiore, forte e gioiosa, mi ha illuminato:
“ RESTA A CINTANO “
Con grande affetto
Don Salvatore “.
A questo punto desidero sottolineare due date che non sono coincidenze casuali
ma PROVVIDENZIALI: la mia ultima Santa Messa da parroco di Cintano, al
Santuario di Piova e nella chiesa parrocchiale, l’ho celebrata LA DOMENICA 30
DICEMBRE 2007, FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET; la mia prima Santa Messa,
da semplice sacerdote, l’ho celebrata, sempre al Santuario di Piova e nella
chiesa parrocchiale di Cintano, MARTEDI 1 GENNAIO 2008, FESTA DI MARIA
SANTISSIMA, MADRE DI DIO E DELLA CHIESA.
Queste due feste sono importantissime PERCHE’ L’OPERA CENACOLO FAMILIARE
PROFETIZZA L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO CHE SARA’ FONDATA SULLA SANTITA’
DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI
DIO PADRE, DI DIO FIGLIO DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA
RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.
Vi trascrivo le prediche che ho rivolto ai fedeli nelle due festività:
“ FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET
Oggi celebriamo la festa della Sacra Famiglia di Nazaret, della Sacra Famiglia
dei Cuori Sacratissimi di Gesù, di Maria e di Giuseppe.
Per capire dobbiamo partire da lontano, dobbiamo partire da Dio. Dio è AMORE e
in quanto AMORE non è UN SOLITARIO, ma una FAMIGLIA FELICISSIMA composta da Tre
Persone, da Dio Padre, da Dio Figlio, da Dio Spirito Santo.
La Famiglia Trinitaria di Dio decise di comunicare la sua felicità a delle
creature e creò L’UOMO FAMIGLIA a sua immagine e somiglianza. DIO PADRE E’
INSIEME SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE. Creando la FAMIGLIA UMANA, Dio Padre
comunicò all’uomo la sua immagine DI SPOSO E DI PADRE; comunicò alla donna la
sua immagine DI SPOSA E DI MADRE.
Il figlio della famiglia umana è l’mmagine DEL FIGLIO UNIGENITO DI DIO PADRE.
Lo Spirito Santo è l’amore con cui il Padre Celeste ama il suo Figlio
Unigenito; ed è anche l’amore con cui il Figlio Unigenito di Dio ama il Padre
Celeste.
I membri della famiglia umana, essendo l’immagine dello Spirito Santo, dovevano
amarsi tra di loro: lo sposo doveva amare la sposa, la sposa doveva amare lo
sposo, i genitori dovevano amare i figli, i figli dovevano amare i genitori e
dovevano amarsi tra di loro. In questo loro reciproco amore, i membri della
famiglia umana sarebbero stati felici. Ma purtroppo intervenne il peccato: gli
sposi non si sono amati tra di loro; i genitori non hanno amato i loro figli; i
figli non hanno amato i loro genitori e non si sono amati tra di loro per cui i
membri della famiglia umana anziché farsi del bene reciprocamente hanno
incominciato a farsi del male. IN CONSEGUENZA SI SONO RESI INFELICI. Dio, però,
ha continuato ad amare la famiglia umana PECCATRICE e, nella sua misericordia,
ha inviato nel mondo il Suo Figlio Unigenito Gesù per redimerla E PER
RESTITUIRLE LA FELICITA’ PERDUTA CON IL PECCATO.
DIO PADRE alla famiglia umana peccatrice ha dato UNA FAMIGLIA UMANA MODELLO, LA
FAMIGLIA DI NAZARET, LA FAMIGLIA DEI CUORI SACRATISSIMI DI GESU’, DI MARIA E DI
GIUSEPPE.
Queste TRE SANTE PERSONE sono il modello delle famiglie cristiane REDENTE; e
sono modello DI AMORE. Esse hanno amato il Padre Celeste e noi AL MASSIMO
GRADO.
GESU’ ha amato il Padre Celeste e ha compiuto la sua volontà facendosi
ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce; GESU’ ha amato noi e ha
sacrificato Se Stesso perché noi morissimo al nostro peccato, riacquistassimo
la vita di figli di Dio e la felicità perduta con il peccato.
MARIA SANTISSIMA, LA MAMMA DI TUTTI, ha amato il Padre Celeste e ha vissuto la
sua vita terrena rimanendo sempre fedele al suo “SI’” pronunziato a Dio Padre
nel momento in cui accettò di essere Madre di Gesù, nostro Salvatore; MARIA
SANTISSIMA ha amato noi e con il suo sacrificio unito al sacrificio di Gesù, ci
ha generati suoi figli e figli del Padre Celeste. E ci ha restituito la
felicità perduta con il peccato.
ANCHE SAN GIUSEPPE ha amato Dio Padre ubbidendo sempre a Lui che gli
manifestava la sua volontà per mezzo di un angelo. ANCHE SAN GIUSEPPE ha amato
noi: Egli si è unito alla sofferenza di Gesù e di Maria perché noi, famiglia
umana peccatrice, ricominciassimo a vivere di amore e riacquistassimo la
felicità perduta con il peccato.
I membri della famiglia cristiana debbono imitare la Famiglia di Nazaret: gli
sposi e i genitori debbono imitare Maria Santissima e San Giuseppe; i figli
debbono imitare Gesù. La Sacra Scrittura ci assicura che ciò si verificherà in
modo meraviglioso. Pertanto comcludiamo dicendo:
L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA
DEL CRISTIANESIMO, ETA’ AUREA CHE SARA’
FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA,
CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA
FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO,
DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E
CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA
CHIESA.
1 GENNAIO 2008
FESTA DI MARIA SANTISSIMA
MADRE DI DIO E MADRE DELLA CHIESA
Domenica scorsa, festa della Santa Famiglia di Nazaret, abbiamo riflettuto
sulla famiglia umana, creata ad immagine e somiglianza della Famiglia
Trinitaria di Dio: gli sposi e i genitori sono l’immagine del Padre Celeste; il
figlio è l’immagine del Figlio Unigenito del Padre Celeste; l’amore reciproco
tra gli sposi, i genitori e i figli è l’immagine dello Spirito Santo. Una
famiglia i cui membri si vogliono bene, è una famiglia unita e felice; una
famiglia i cui membri non si vogliono bene, è una famiglia disunita e infelice.
Dobbiamo sottolineare che l’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia: se le
famiglie, oggi in gran parte malate, guariranno; cioè se vinceranno il loro
egoismo e faranno rivivere l’amore, avremo un mondo unito, un mondo giusto, un
mondo in pace. Noi cristiani dobbiamo coltivare la fiducia che ciò avverrà: i
cristiani, infatti, dobbiamo essere solo persone DI SPERANZA. Evidentemente
perchè arrivi un mondo migliore noi tutti dobbiamo impegnarci in prima persona:
è noi per primi che dobbiamo vivere di amore facendo agli altri solo del bene e
mai del male; è noi per primi che dobbiamo essere costruttori di pace nelle
nostre famiglie e nell’ambiente in cui viviamo. Per fare ciò dobbiamo essere
benevoli nei nostri giudizi: San Paolo ci dice che dobbiamo stimare gli altri
superiori a noi. Quindi dobbiamo evitare di giudicare, di condannare gli altri
poiché Colui che giudica E’ SOLO IL SIGNORE. E questo perché solo il Signore
può giudicare GIUSTAMENTE: infatti, SOLO LUI SCRUTA I CUORI, mentre noi vediamo
SOLO LE APPARENZE,
La festa di oggi ci invita a completare la riflessione che abbiamo iniziato
domenica scorsa SULLA FAMIGLIA come piccolo nucleo composto dagli sposi, dai
genitori e dai figli.
Oggi dobbiamo riflettere SULLA CHIESA, CORPO MISTICO DI GESU’, CHE E’ ANCH’ESSA
UNA FAMIGLIA.
PADRE DELLA CHIESA è il Padre Celeste;
MADRE DELLA CHIESA è Maria Santissima;
GESU’ è il Figlio Primogenito del Padre Celeste e di Maria Santissima, ed è
anche il nostro fratello maggiore;
I BATTEZZATI siamo figli di Dio Padre e di Maria Santissima, siamo i fratelli
minori di Gesù; siamo fratelli fra di noi.
LO SPIRITO SANTO è Colui che santifica i Membri umani della
CHIESA FAMIGLIA; ossia Colui che NEI BATTEZZATI coltiva e perfeziona la vita
divina che è vita d’amore la quale si esprime NEL DONO di chi ama, NEL RICAMBIO
DEL DONO di chi è amato; NELL’UNIONE E NELLA CONSEGUENTE FELICITA’ di coloro
che si amano e si scambiano il dono.
Il nostro pensiero vada soprattutto A MARIA SANTISSIMA, LA NOSTRA MAMMA:
amiamola imitando le sue virtù; coltiviamo immensa fiducia in Lei PERCHE’ E’ LA
NOSTRA MAMMA BUONA E POTENTE: IN QUANTO MAMMA BUONA CI VUOLE AIUTARE; IN QUANTO
MAMMA POTENTE CI PUO’ AIUTARE E CI AIUTA”.
Da “MARIA” mensile dei Padri Maristi Italiani, Congregazione
Religiosa alla quale io appartenevo prima di iniziare L’OPERA CENACOLO
FAMILIARE.
Parte dell’interessante intervista di P. Gianni Colosio a Luigi Pasini, sposo
di Anna Maria e padre di tre figli: Giuseppe, Elena ed Enrico:
Che tipo di educazione hai dato ai tuoi figli?
Li ho educati alla corresponsabilità. Dicevo loro: io e mamma vi vogliamo bene;
papà è un onesto e modesto impiegato, dispone di tanto e non di più.
Accontentatevi di quello che possiamo darvi e non di più.
Ha funzionato?
In linea di massima, sì.
Avete avuto un’esperienza familiare drammatica: in seguito ad un terribile
incidente automibilistico Enrico è stato a lungo tra la vita e la morte; poi
lunghissimi tempi di riabilitazione con recupero parziale delle sue abilità.
Come avete vissuto quell’episodio?
Ci ha sostenuto la fede e la forza d’animo di Enrico. Devo dire che è stata la
stagione in cui, come famiglia, ci siamo sentiti più uniti. Non dimenticherò
mai l’affetto e la dedizione dimostrati dai fratelli verso Enrico. Credo che il
miracolo, perché di miracolo si tratta, sia avvenuto grazie alla TERAPIA
DELL’AMORE.
Avete sofferto anche per il matrimonio di Giuseppe con una divorziata, vero?
COME CRISTIANI CONVINTI, IO E MIA MOGLIE ABBIAMO SOFFERTO PER IL MATRIMONIO
CIVILE DEL FIGLIO. POI CI HA CONSOLATO VEDERE CHE FORMANO UNA COPPIA STUPENDA.
D’ALTRA PARTE, NON E’ L’AMORE, E SOLO L’AMORE, CHE COSTITUISCE UNA COPPIA
AUTENTICA?
COME CRISTIANI VORREMMO CHE LA CHIESA FOSSE PIU’ COMPRENSIVA VERSO CERTE SITUAZIONI
MATRIMONIALI E AMMETTESSE AI SACRAMENTI COLORO CHE, PUR ESSENDO
I R R E G O L A R I, VIVONO UNA SERENA E SERIA VITA CONIUGALE. MI HA SEMPRE
STUPITO LA RIGIDITA’ DELLA CHIESA CATTOLICA E L’APERTURA DELLE CHIESE
PROTESTANTI: NON SI RIFANNO TUTTE ALLO STESSO VANGELO?
Sono qurant’anni che siete sposati, Mai nessuna crisi?
Mai! Alti e bassi molti, superati con la comprensione reciproca, il dialogo e
la forza di un amore inossidabile.
Le qualità di tua moglie?
L’ATTACCAMENTO ALLA FAMIGLIA. E’ LEI I L
C O L L A N T E . HA PIU’ CARATTERE DI ME. HA SEMPRE SAPUTO CONCILIARE
L’AFFETTO CON UNA GIUSTA SEVERITA’.
CONCLUDO TRASCRIVENDO L’E-MAIL DI ELEONORA ROSSOTTO CHE BEN CONOSCETE E LA MIA
RISPOSTA AD ELEONORA.
Gentile Don Paparo,
sono Eleonora Rossotto. Ho appena letto in internet il testo da lei scritto e
ho subito voluto congratularmi per il coraggio che ha dimostrato nel presentare
le sue idee, che in parte condivido, ma più che altro mi ha incuriosito la
scelta di rendere noto il suo pensiero riguardo temi scottanti, che la Chiesa
non affronta mai volentieri.
Come mai dopo tanti anni di sacerdozio? Ha sempre avuto queste idee oppure sono
maturate nel tempo? Vorrei che sapesse che sono rimasta molto colpita ed
affascinata del suo vivo e reale interesse per i cambiamenti che la nostra
società sta attraversando, che si è tramutato non in una critica fine a se
stessa, ma in proposte ragionevoli.
Sono anche curiosa di sapere come ha reagito la comunità! Perché non sempre le
risposte che esige il nostro tempo sono le stesse che forniscono le persone: in
una realtà sempre più globale la Chiesa non deve rimanere esclusa, ma deve
integrarsi.
Aspettando una sua risposta, le auguro buone feste.
Cordiali saluti
Eleonora Rossotto
Carissima Eleonora,
ti ringrazio innanzi tutto per le gentili parole usate nei miei confronti.
Rispondendo poi alle tue domande, ti dico che L’OPERA CENACOLO FAMILIARE è nata
in embrione nel maggio del 1946: si è evidentemente sviluppata e perfezionata
gradualmente nel tempo; ed ora presenta il suo volto nel Documento che sto
divulgando.
Nella loro essenza le mie posizioni dottrinali, etiche e pastotali le ho sempre
avute nella mia mente e nel mio cuore; le ho anche divulgate ricevendo critiche
e lodi.
SONO PIENAMENTE CONSAPEVOLE CHE VADO INCONTRO A MOLTE SOFFERENZE PER REALIZZARE
LA MISSIONE ECCLESIALE CHE IL SIGNORE E LA MADONNA MI HANNO BENEVOLMENTE
AFFIDATO. MA LA SOFFERENZA E’ NELL’ORDINE DELLA REDENZIONE: GESU’ PER SALVARCI
E’ STATO CROCIFISSO. PERO’ I VINCITORI NON SONO STATI I SUOI NEMICI, I SUOI
CROCIFISSORI, BENSI’ LUI, GESU’: GESU’, INFATTI, E’ I L C R O C I F I S S O - R
I S O R T O .
Buon anno 2008
Sac. Salvatore Paparo “.
CARISSIMI CINTANESI, VI ABBRACCIO UNO PER UNO
CON VIVO AFFETTO.
Sac. Salvatore Paparo
QUINTA LETTERA A GESU’ UNICO
SALVATATORE DEL MONDO
Gesù, oggi 11 maggio 2008, SOLENNITA’ DELLA
PENTECOSTE, desidero rivolgerti una particolare preghiera. Prima, però, penso che sia bene trascriverti il pensiero
dell’ottimo biblista vivente padre Alberto Maggi:
“L’incontro ha come tema “IL
VOLTO DI DIO”.
Di per sé non ci dovrebbe
essere bisogno: se siamo credenti o praticanti dovremmo avere le idee chiare
sul volto di Dio. Vedremo, invece, che quando si parla di Dio, si dicono cose
che forse non corrispondono a quelle che troviamo nella Sacra Scrittura.
Se facciamo un raffronto tra
il Dio in cui credevano i nostri nonni, quello nel quale crediamo noi e quello
nel quale credono i nostri figli, vediamo già
che c’è una differenza.
Il Dio che veniva presentato
è abbastanza diverso dal Dio che è presentato oggi. Allora c’è da chiedersi: ma
come mai, è cambiato Dio?
No, Dio non cambia. Man mano
che l’umanità cresce e nella crescita riconosce sempre di più il valore della
dignità dell’uomo, scopre sempre di più il volto di Dio. E man mano che la
Chiesa è sempre più fedele al messaggio evangelico, ecco che la verità di
sempre su Dio viene formulata in maniera nuova.
Non è Dio che cambia, è
l’umanità che cresce, con l’umanità cresce la Chiesa; man mano che si radica
nella fedeltà al Vangelo scopre quei volti di Dio che non sono una novità,
c’erano sempre stati, ma erano come oscurati da tante cose. E’ stato presentato
un volto di Dio talmente estraneo a quella che è la vita dell’uomo, a quello
che è il benessere dell’uomo, che le persone, normalmente quelle che
ragionavano con la loro testa, non potevano non rifiutarlo. Gli altri
accettavano tutto..
Parleremo più volte della
RELIGIONE e adopererò il termine religione sempre in maniera negativa.
Quella di Gesù non è classificabile
sotto la voce RELIGIONE ma sotto la voce FEDE e vedremo meglio i dettagli di
questi due termini. Comuque l’effetto della religione è quello di rincretinire
le persone, di far loro credere delle cose che quelle persone che ragionano con
la propria testa e che vogliono capire, non possono non rifiutare.
La religione riesce ad
ottenebrare le coscienze. Fa credere l’assurdo. Allora questa contraddizione di
un Dio che viene presentato contrario al minimo di ragione umana, ha fatto sì
che sorgesse l’ateismo; lo dice il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes,
dove dice che la responsabilità dell’ateismo incombe sui credenti – e lo leggo
testualmente – “ NELLA GENESI DELL’ATEISMO POSSONO CONTRIBUIRE NON POCO I
CREDENTI “. Quindi noi che ci reputiamo credenti siamo responsabili
dell’ateismo per aver trascurato di educare la nostra fede; quindi o per
ignoranza o per una presentazione fallace della dottrina. Ce n’è per tutti: da
parte dei credenti per l’ignoranza, per
la pigirizia; ma anche da parte del magistero per una presentazione sbagliata o
perlomeno riduttiva della dottrina: nascondono e non manifestano il genuino
volto di Dio.
E continua il Concilio “
QUESTO FA SI’ CHE MOLTI NON CREDENTI SI RAPPRESENTINO DIO IN UN MODO TALE CHE
QUELLA RAPPRESENTAZIONE CHE ESSI RIFIUTANO, IN NESSUN MODO E’ IL DIO DEL
VANGELO”.
Quelli della mia generazione
sono stati educati ad un Dio (per esempio ci si faceva credere e noi lo
credevamo) che per un solo peccato mortale ti spediva all’inferno per tutta
l’eternità. Non c’era proporzione tra la colpa e il castigo.
Oggi, invece, l’umanità cresce e l’umanità crescendo ha
compreso che già la pena dell’ergastolo
è una pena sproporzionata alla colpa dell’uomo..
Ebbene Dio per un unico
peccato mortale ti spediva all’inferno ( e per quelli della mia generazione il peccato mortale aveva un
ampio ventaglio di scelta: ci facevano credere che se nei venerdi si mangiava una fetta di mortadella e ti andava
di traverso e morivi, morivi in peccato mortale e andavi all’inferno, mica per
mille secoli, per tutta l’eternità! ).
Allora una persona che
ragionava si chiedeva: “ Ma com’è possibile che questo Gesù che a noi che siamo
umani, limitati e imperfetti, ci chiede di perdonare quante volte? 70 volte
sette e cioè in maniera illimitata, e lui, IL PADRE, perché non ci dà
l’esempio? Per un solo colpo è capace di legarsela al dito per tutta
l’eternità.
Allora questo ha fatto
sì che molte persone di fronte a queste
proposte di un Dio non corrispondente al Padre di Gesù come emerge dal Vangelo,
HANNO ABBANDONATO.
DUNQUE , E’ MOLTO IMPORTANTE
AVERE UN’IMMAGINE ESATTA DI DIO, PERCHE’
DAL RAPPORTO CHE SI HA CON DIO
DIPENDE ANCHE IL RAPPORTO CHE SI HA CON GLI UOMINI.
La Chiesa, dobbiamo dire e
riconoscere, abbastanza lentamente, modifica piano piano il volto di Dio. A
volte c’impiega un tempo eccessivo, ma prima o poi ci arriva e la verità di
sempre, la riformula man mano che comprende di più il messaggio evangelico.
UN SOLO ESEMPIO: 1442
CONCILIO DI FIRENZE.
Il Concilio di Firenze
decreta che la Santa Chiesa Romana fermamente crede che nessuno al di fuori
della Chiesa Cattolica, né pagani, né Ebrei, né eretici o scismatici
parteciperà alla vita eterna, ma andrà al fuoco eterno preparato per il diavolo
e per i suoi angeli. Quindi la Chiesa nel XV secolo insegnava che tutti i non
credenti, i Musulmani, gli Ebrei e anche i non Cattolici ( quindi non bastava
essere cristiani per salvarsi, ma anche i non cattolici) quando morivano,
andavano al fuoco per tutta l’eternità.
Cinque secoli dopo, un altro
Concilio, Concilio Vaticano II nel 1964 afferma che tutte le persone, quindi
Ebrei, Musulmani e anche i non credenti, e quindi tutti quelli che rispondono
ai dettami della propria coscienza, si possono salvare.
Perciò, tutte quelle persone
che per secoli credevamo finite all’inferno, per un decreto, all’improvviso, si
trovano in paradiso.
Noi ridiamo di questo, ma
c’è da chiederci e lo dobbiamo fare seriamente, ma non sarà che tutte quelle
persone che oggi noi crediamo convinti che sono escluse dalla Chiesa, che
vengono emarginate, che vengono considerate cristiane di seconda categoria e
comunque allontonate da Dio, ma non sarà che, speriamo non tra cinque secoli,
ma fra 50 anni, verrà fuori un Papa che dirà loro: “Vi chiediamo perdono perché
abbiamo sbagliato”. Non sarà che noi, adesso vedremo, facilmente rideremo
dell’immagine del Dio dei nostri padri, ma chiediamoci, non sarà che i nostri
nipoti rideranno del dio in cui crediamo? Quindi l’argomento è molto, molto
serio.
Bisogna scoprire qual è il
volto di Dio e abbandonare quell’immagine di Dio che non corrisponde al
messaggio evangelico.
PER NON SBAGLIARE, BISOGNA
CENTRARE TUTTA LA NOSTRA ATTENZIONE NELLA FIGURA DI GESU’ “.
A questo punto, Gesù,
desidero rivolgerti la mia accorata preghiera: certo, secondo la tua promessa,
la Chiesa formata da tutti i Battezzati, sarà dallo Spirito Santo condotta A
TUTTA LA VERITA’. La storia, però, ci
testimonia che lo Spirito Santo sta faticando molto per portare a termine questa
sua missione: noi Chiesa: semplici Battezzati,
Sacerdoti, Vescovi, Papa abbiamo ostacolato lo Spirito Santo perché non abbiamo
amato come Tu hai amato il Padre Celeste e noi, e lo Spirito Santo può agire
solo dove trova amore: “ LA VERITA’ SI COSTRUISCE MEDIANTE L’AMORE”.
Fino ad oggi la Gerarchia
Cattolica ha creduto necesario raggiungere la verità soprattutto condannando e
castigando i battezzati che riteveva difensori di errori. Ma le condanne hanno
portato a crocifiggere tanti cristiani
la cui innocenza e ortodossia spesso
sono state riconosciute tardivamente, dopo la loro morte: non poche volte i
condannati sono stati anche canonizzati.
Le condanne, inoltre, sono
state la causa della divisione della Chiesa per cui oggi scandalosamente,
esistono varie Chiese Cristiane, CIASCUNA DELLE QUALI SI RITIENE L’UNICA TUA
VERA CHIESA.
Io penso che per ritornare
all’unità della tua Chiesa, l’unica via perché il mondo creda che il Padre ti
ha mandato nel mondo per salvarlo è che tutti i cristiani pratichino l’amore
fraterno secondo le tue indicazioni molto chiaramente espresse nel Santo
Vangelo.
Fa’, o Gesù, che la Grarchia
Cattolica non giudichi più, non condanni più, non castighi più coloro che
giustamente o ingiustamente ritiene portatori e difensori di errori; fa’ che la
Gerarchia Cattolica senta il dovere di permettere tra i suoi figli un
costruttivo dissenso. Solo così lo Spirito Santo che nella sua sana pedagogia
sopporta anche temporanei errori della Tua Chiesa, ci condurrà a tutta la
verità e realizzerà la Tua profezia: “CI SARA’ UN SOLO GREGGE / (quasi la
totalità i uomini) E UN SOLO PASTORE (TU, O GESU’).
Sac. Salvatore Paparo
1 GENNAIO 2008
FESTA DI MARIA SANTISSIMA
MADRE DI DIO E DELLA CHIESA
APPENDICE
EPIFANIA 2008
PREDICA
“ Epifania significa manifestazione del Signore, e più precisamente
manifestazione del Signore che salva gli uomini. La festa odierna conclude il
periodo natalizio e lo conclude accentuando la volontà di Gesù di salvare non
solo il popolo ebreo ma anche il popolo pagano.
Questa sua volontà salvifica universale, Gesù la manifestò nella Notte Santa
della Sua Nascita a Betlem chiamando alla sua culla i rappresentanti dei due
popoli: per mezzo di un angelo chiamò alla sua culla il popolo ebreo
rappresentato dai pastori; per mezzo di una stella miracolosa chiamò alla sua
culla il popolo pagano rappresentato dai Magi. Prima però di parlare dei Magi,
facciamo una riflessione sulla nostra chiamata alla salvezza. Gesù ci ha
chiamati alla sua culla non per mezzo di un angelo, non per mezzo di una stella
miracolosa, ma facendoci nascere in una famiglia cristiana, dandoci
un’educazione cristiana. Gesù poi attraverso gli avvenimenti della nostra vita,
lieti e tristi; attraverso le sue luci interiori ci ha sempre manifestato la
sua volontà affinchè la seguissimo e realizzassimo la missione particolare che
ognuno di noi ha ricevuto da Dio. La festa dell’Epifania c’invita ad esaminarci
sulla nostra fedeltà alla volontà di Dio per intraprendere un nuovo cammino di
santità. In ciò i Magi ci sono di grande esempio. Innanzi tutto ci insegnano LA
PRONTEZZA nel rispondere “ SI’ “ alla volontà di Dio: i Magi, vista la stella
miracolosa preannunziata dai profeti, capirono subito che il Messia Salvatore
promesso era nato e che li invitava alla sua culla per salvarli. Essi non
esitarono un solo istante, immediatamente organizzarono una carovana di
cammelli e si misero in viaggio verso la Palestina. In secondo luogo i Magi ci
insegnano LA GENEROSITA’: si pensa che i Magi fossero degli scienziati
persiani: pertanto dovettero affrontare le difficoltà del deserto per circa tre
mesi. Infine i Magi CI SONO MODELLI DI FIDUCIA NEL SIGNORE E MODELLI DI
PERSEVERANZA: Essi erano sicuri che il Signore li guidava mentre la stella
miracolosa brillava sulla loro testa e li precedeva nel cammino; MA LA LORO
SICUREZZA NON VENNE MENO AL MOMENTO DELLA PROVA: al loro ingresso in
Gerusalemme la stella guida scomparve, essi domandavano a tutti: “DOVE E’ NATO
IL RE DEI GIUDEI? “ E sentendosi rispondere sempre “ NON LO SAPPIAMO “, non si
scoraggiarono ma intensificarono la loro ricerca: LA LORO FIDUCIA NEL SIGNORE E
LA LORO PERSEVARANZA li portò fino al palazzo del re Erode, dove finalmente
RICEVETTERO LA RISPOSTA CHE ATTENDEVANO. Gliela diedero i Sommi Sacerdoti e gli
Scribi conoscitori della Sacra Scrittura: IL PROFETA MICHEA AVEVA PREDETTO CHE
IL MESSIA SAREBBE NATO A BETLEM DELLA GIUDEA.
Nei momenti difficili della nostra vita dobbiamo imitare i Magi. Ci può essere
di aiuto anche l’esempio di padre Ives Congar: Congar era un teologo di
avanguardia: insegnava dottrine cattoliche ma purtroppo fu ritenuto un eretico
e lo castigarono: per castigo gli tolsero l’insegnamento teologico; per castigo
lo relegarono a vivere in un oscuro monastero. Finalmente , però, per lui
giunse il momento della fine della prova: IL GRANDE PAPA GIOVANNI XXIII, PAPA
INVIATO DA DIO, LO INVITO’ AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II COME ESPERTO DI
TEOLOGIA E GRAN PARTE DELLA SUA DOTTRINA PRIMA RITENUTA ERETICA FU INSERITA NEI
DOCUMENTI CONCILIARI.
Ad alcuni amicici che desideravano conoscere come aveva trascorso il tempo
della sua prova, Padre Congar rispose:
“ NEL MOMENTO DELLE TENEBRE NON HO RIGETTATO NULLA DI QUANTO AVEVO VISTO NEL
MOMENTO DELLA LUCE “.
NEI MOMENTI DIFFICILI DELLA NOSTRA VITA IMITIAMO PERTANTO I MAGI, IMITIAMO
PADRE CONGAR. NON RESTEREMO DELUSI COME NON RIMASERO DELUSI I MAGI, COME NON
RIMASE DELUSO PADRE CONGAR”.
Sac. Salvatore Paparo