Domenica scorsa, il brano evangelico ci
presentò Gesù COME ACQUA VIVA: solo Lui può dissetare la nostra sete di
felicità. Gesù, infatti, disse alla Samaritana: “ CHI BEVE L’ACQUA CHE IO GLI
DARO’, NON AVRA’ PIU’ SETE IN ETERNO “.
E alla richiesta della donna: “ Signore, dammi di quest’acqua che mi
disseta PER SEMPRE “, Gesù rispose: “L’ACQUA VIVA CHE DISSETA PER SEMPRE, SONO
IO CHE TI PARLO “.
Continuando nella linea dei simboli, oggi la Sacra Scrittura ci
presenta GESU’ COME LUCE DELLA NOSTRA VITA.
Nel prologo del vangelo di San Giovanni leggiamo: “ GESU’ E’ LA LUCE
DEGLI UOMINI. LA LUCE RISPLENDE FRA LE TENEBRE, MA LE TENEBRE NON L’HANNO
RICEVUTA. A QUANTI PERO’ L’ACCOLSERO DIEDE IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI
DIO”.
Tenendo presenti le parole di San Giovanni, analizziamo la pagina
evangelica che abbiamo proclamato un momento fa e che ci ha ricordato LA
GUARIGIONE MIRACOLOSA DEL CIECO NATO. Gesù operò la guarigione per il bene
dell’ammalato e anche perché i presenti lo accogliessero come il Messia
Redentore degli uomini. Purtroppo, però, SOLO UNO SEPPE LEGGERE GIUSTANMENTE
DENTRO IL FATTO: IL MIRACOLATO. Egli, vedendosi guarito, in contrasto con l’opinione
dei Farisei, dedusse che Gesù era UN PROFETA, UN UOMO GIUSTO e ciò perché Dio esaudisce i giusti e non i
peccatori. E per testimoniare la santità di Gesù, il miracolato si lasciò percuotere e cacciare
malamente dal sinedrio. Qualche ora dopo, Gesù si trovò dinanzi al cieco nato
guarito, lo lodò per la sua generosa testimonianza, e per premiarlo gli rivelò
la sua identità: “ CREDI TU NEL FIGLIO DELL’UOMO? “ Ossia: “ CREDI TU NEL
MESSIA, IN COLUI CHE DEVE VENIRE PER SALVARE IL MONDO? “. Il miracolato gli
rispose: “ E CHI E’, SIGNORE, PERCHE’ IO CREDA IN LUI? “. Gli disse Gesù: “ TU
LO STAI VEDENDO: SONO PROPRIO IO CHE PARLO CON TE “. Il cieco nato guarito fece
il suo convinto atto di fede: “ SI’, SIGNORE, IO CREDO”. In quel momento colui
che aveva ricevuto miracolasamente LA LUCE DEL CORPO, RICEVETTE ANCHE LA LUCE
DELL’ANIMA GESU’, E DIVENNE FIGLIO DI DIO.
Al contrario del miracolato, tutti gli altri protagonisti della
narrazione, RIFIUTARONO GESU’ COME LUCE DELLA LORO VITA.
Innanzi tutto rifiutarono la Luce –Gesù i farisei: essi credevano che
Gesù era peccatore perché aveva operato il miracolo in giorno di sabato.
Secondo loro Gesù non aveva rispettato il riposo festivo perché con la saliva
aveva fatto del fango e lo aveva spalmato sugli occhi del cieco. Ma si
sbagliavano. Gesù altre volte si era difeso ma inutilmente di questa accusa
calunniosa. Lo aveva fatto per esempio quando, un giorno di sabato, imponendole
le mani, aveva guarito una povera donna che soffriva da diciotto anni. Gesù in
quell’occasione si difese con queste parole infuocate: “ Ipocriti, ognuno di
voi non scioglie dalla greppia il bue o l’asino per condurlo a bere in giorno
di sabato? E questa figlia di Abramo, malata da diciotto anni, non doveva
essere sciolta dal suo male in giorno di sabato? Se il figlio di uno di voi o
anche un vostro bue cade in un pozzo, chi non lo tira subito fuori, anche in
giorno di sabato? DUNQUE, E’ LECITO FARE DEL BENE IN GIORNO DI SABATO”.
Oltre ai farisei, rifutarono Gesù come luce della loro vita, anche i
genitori del cieco nato guarito. Essi sapevano bene che era stato Gesù a dare
la vista al loro figliolo. Ammettere tale miracolo, però, per loro sarebbe
stato lo stesso che proclamare Gesù MESSIA. Ma se avessero proclamato Gesù
Messia, sarebbero stati allontanati dal Sinedrio A FORZA DI BASTONATE. Essi non ebbero il
coraggio di testimoniare la verità e quindi alla domanda dei Farisei se era
stato Gesù a guarire il loro figliolo, risposero: “NON LO SAPPIAMO”. Per paura
della sofferenza, dunque, rifiutarono
Gesù. Questo peccato si ripete spesso. Si può ripetere anche in noi se per
paura della critica degli altri, non abbiamo il coraggio di testimoniare
apertamente e generosamente Gesù, la nostra fede, le nostre convinzioni
religiose. Gesù a propisito usa parole molto dure: “SE QUALCUNO MI RINNEGA
DINANZI AGLI UOMINI; ANCH’IO LO RINNEGHERO’ DAVANTI AL PADRE MIO”. Se, invece,
noi professiamo Gesù apertamente e generosamente con le parole e con i fatti,
valgono per noi le altre parole di Gesù:”SE QUALCUNO MI RICONOSCERA’ DAVANTI
AGLI UOMINI, ANCH’IO LO RICONOSCERO’ DAVANTI AL PADRE MIO” E ciò significa che
un giorno saremo cittadini felici del Paradiso.
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