17
aprile 2014
OMELIA
Gesù
iniziò l’Ultima Cena con queste parole. “ HO DESIDERATO
ARDENTEMENTE MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI “.
Si
direbbe che Gesù aveva sospirato per tutta la vita quell’ora
grandiosa.
In
realtà è nell’ultima Cena che Gesù ci lasciò il sublime dono
dell’Eucarestia.
Non
dobbiamo lamentarci per non essere vissuti ai tempi in cui Gesù
passò con il suo corpo mortale lungo le vie della Palestina facendo
del bene a tutti; non dobbiamo lamentarci per non averlo visto allora
con i nostri occhi corporali. Gesù, infatti, è sempre in mezzo a
noi non più con il suo corpo mortale, ma con il suo Corpo Risorto e
Glorificato, anche se è nascosto sotto i mistici veli di un
pezzettino di pane e di un po’ di vino. E’ vero, non lo vediamo
con i nostri occhi corporali, ma lo scorgiamo con l’occhio della
fede. E l’occhio della fede è molto più penetrante dell’occhio
corporale. Infatti, se abbiamo viva fede, se amiamo intensamente
Gesù, percepiamo con gioia che Gesù è davvero presente sotto i
veli eucaristici del pane e del vino. Soprattutto esperimentiamo che
Gesù è il nostro intimo amico. Nelle nostre pene spesso ci sentiamo
soli ed incompresi; e la solitudine e l’incomprensione ci fanno
soffrire molto. Se per nostra fortuna, troviamo un amico, se troviamo
qualcuno disposto ad ascoltarci con affetto e pazienza, allora il
nostro cuore sente tanto conforto, anche se chi ci ascolta e ci
comprende non è in grado di porgerci alcun aiuto.
Ebbene,
Gesù il nostro amico per eccellenza, non solo ci ascolta sempre, non
solo ci comprende sempre, ma anche ci aiuta sempre:
“O
VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E TRISTI, VENITE A ME, ED IO VI
CONSOLERO’ “.
A
questo punto dobbiamo sottolineare la necessità della Comunione
Eucaristica. L’Eucarestia è un cibo indispensabile di cui
assolutamente non possiamo fare a meno. Questa necessità ci appare
in figura già nel Vecchio Testamento. Gli Ebrei, liberati dalla
schiavitù egiziana, durante il loro viaggio verso la Terra Promessa,
la Palestina, ricevettero da Dio il dono della manna come loro cibo
quotidiano. Senza quel cibo sarebbero rimasti vittime della fame e
del deserto e non avrebbero raggiunto la Terra Promessa, la
Palestina. Con quel cibo, invece, raggiunsero la sospirata meta.
Così, se noi ci cibiamo del Pane Eucaristico, raggiungeremo la Terra
Promessa dell’al di là, il Pasradiso In caso contrario, falliremo
la meta perché resteremo vittime dei nostri peccati.
La
necessità della Comunione Eucaristica, Gesù ce la inculcò
soprattutto dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani:
“ LA
MIA CARNE E’ UN VERO CIBO; IL MIO SANGUE E’ UNA VERA BEVANDA, CHI
MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE VIVE; CHI NON MANGIA LA MIA
CARNE E NON BEVE IL MIO SANGUE, MUORE”.
A
conclusione vi leggo quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II ha
scritto nella Costituzione sulla Liturgia riguardo alla Domenica e
alla necessità che i fedeli partecipino alla Messa Domenicale:
“Secondo
la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della
risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni
otto giorni, in quello che si chiama giustamente “giorno del
Signore” o “domenica”. In questo giorno, infatti, i fedeli
devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e
partecipare alla Eucarestia e così far memoria della passione, della
risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a
Dio, che li “ ha generati nella speranza viva per mezzo della
risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Per questo la domenica è la
festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà
dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal
lavoro. Non le venga anteposta alun’altra solennità che non sia di
grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il
nucleo di tutto l’anno liturgico”.
AMATISSIMO
MIO GESU’ RISORTO, UNICO SOMMO SACERDOTE,
oggi,
17 aprile 2014, Giovedi Santo, celebro la Santa Messa con immensa
gioia perché in quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario
della mia ordinazione sacerdotale che mi unisce intimamente a te Buon
Pastore.
Sono
partcolarmente lieto perché è giunta l’ora del trionfo dell’Opera
Cenacolo Familiare che mi hai benevolmente affidato e in modo
miracoloso nel lontano maggio del 1946, nel momento in cui due
medici, riferendosi a me moribondo, dissero al mio superiore: “ NON
PASSERA’ LA NOTTE”. Tu, invece, Gesù mi guaristi immediatamente
e perfettamente; e per mezzo del Tuo Spirito mi rivelasti, in
embrione, L’OPERA CENACOLO FAMILIARE: “ L’UMANITA’ VA
INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO
RICONOSCERA’ GESU’ COME UNICO SUO SALVATORE E VIVRA’, IN MODO
STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. Tu sarai l’umile
nostro strumento”.
Gesù,
è giunta anche l’ora della realizzazione della tua profezia: LE
PECORE CHE ANCORA NON APPARTENGONO AL TUO GREGGE ASCOLTERANNO LA TUA
VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE SOTTO LA TUA UNICA GUIDA DI BUON
PASTORE”.
Gesù,
lo Spirito Santo, secondo la tua promessa, ha portato la tua Chiesa
alla comprensione di tutta la verità rivelandole CHE DIO E’ AMORE
E CHE IN QUANTO AMORE NON E’ UN SOLITARIO MA UNA FAMIGLIA
TRINITARIA FELICISSIMA COMPOSTA DA DIO PADRE, DA DIO FIGLIO, DA DIO
SPITITO SANTO, L’UOMO CREATO FAMIGLIA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA
DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO, NELLA PROSSIMA ETA’ DELLA
REDENZIONE VIVRA’ SANTAMENTE LA SUA VITA FAMLIARE E PORTERA’ A
COMPIMENTO IL PIANO ETERNO DI DIO PADRE: IL MONDO INTERO GODRA’ UN
LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI CHE
GRADUALMENTE PREPARERA’ “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.
Gesù,
grazie per quanto hai operato in me durante i miei sessant’anni di
sacerdozio: “L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO
ESULTA IN DIO MIO SALVATORE PERCHE’ HA GUARDATO L’UMILTA’ DEL
SUO SERVO. LUI, L’ONNIPOTENTE, HA COMPIUTO GRANDI COSE IN ME. SANTO
E’ IL SUO NOME”.
Il
tuo piccolo sacerdote Salvatore Paparo
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