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18 apr 2014

GIOVEDI SANTO


17 aprile 2014

OMELIA

Gesù iniziò l’Ultima Cena con queste parole. “ HO DESIDERATO ARDENTEMENTE MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI “.
Si direbbe che Gesù aveva sospirato per tutta la vita quell’ora grandiosa.
In realtà è nell’ultima Cena che Gesù ci lasciò il sublime dono dell’Eucarestia.
Non dobbiamo lamentarci per non essere vissuti ai tempi in cui Gesù passò con il suo corpo mortale lungo le vie della Palestina facendo del bene a tutti; non dobbiamo lamentarci per non averlo visto allora con i nostri occhi corporali. Gesù, infatti, è sempre in mezzo a noi non più con il suo corpo mortale, ma con il suo Corpo Risorto e Glorificato, anche se è nascosto sotto i mistici veli di un pezzettino di pane e di un po’ di vino. E’ vero, non lo vediamo con i nostri occhi corporali, ma lo scorgiamo con l’occhio della fede. E l’occhio della fede è molto più penetrante dell’occhio corporale. Infatti, se abbiamo viva fede, se amiamo intensamente Gesù, percepiamo con gioia che Gesù è davvero presente sotto i veli eucaristici del pane e del vino. Soprattutto esperimentiamo che Gesù è il nostro intimo amico. Nelle nostre pene spesso ci sentiamo soli ed incompresi; e la solitudine e l’incomprensione ci fanno soffrire molto. Se per nostra fortuna, troviamo un amico, se troviamo qualcuno disposto ad ascoltarci con affetto e pazienza, allora il nostro cuore sente tanto conforto, anche se chi ci ascolta e ci comprende non è in grado di porgerci alcun aiuto.
Ebbene, Gesù il nostro amico per eccellenza, non solo ci ascolta sempre, non solo ci comprende sempre, ma anche ci aiuta sempre:
O VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E TRISTI, VENITE A ME, ED IO VI CONSOLERO’ “.
A questo punto dobbiamo sottolineare la necessità della Comunione Eucaristica. L’Eucarestia è un cibo indispensabile di cui assolutamente non possiamo fare a meno. Questa necessità ci appare in figura già nel Vecchio Testamento. Gli Ebrei, liberati dalla schiavitù egiziana, durante il loro viaggio verso la Terra Promessa, la Palestina, ricevettero da Dio il dono della manna come loro cibo quotidiano. Senza quel cibo sarebbero rimasti vittime della fame e del deserto e non avrebbero raggiunto la Terra Promessa, la Palestina. Con quel cibo, invece, raggiunsero la sospirata meta. Così, se noi ci cibiamo del Pane Eucaristico, raggiungeremo la Terra Promessa dell’al di là, il Pasradiso In caso contrario, falliremo la meta perché resteremo vittime dei nostri peccati.
La necessità della Comunione Eucaristica, Gesù ce la inculcò soprattutto dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani:
LA MIA CARNE E’ UN VERO CIBO; IL MIO SANGUE E’ UNA VERA BEVANDA, CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE VIVE; CHI NON MANGIA LA MIA CARNE E NON BEVE IL MIO SANGUE, MUORE”.

A conclusione vi leggo quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II ha scritto nella Costituzione sulla Liturgia riguardo alla Domenica e alla necessità che i fedeli partecipino alla Messa Domenicale:

Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente “giorno del Signore” o “domenica”. In questo giorno, infatti, i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare alla Eucarestia e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio, che li “ ha generati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le venga anteposta alun’altra solennità che non sia di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico”.

AMATISSIMO MIO GESU’ RISORTO, UNICO SOMMO SACERDOTE,
oggi, 17 aprile 2014, Giovedi Santo, celebro la Santa Messa con immensa gioia perché in quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale che mi unisce intimamente a te Buon Pastore.
Sono partcolarmente lieto perché è giunta l’ora del trionfo dell’Opera Cenacolo Familiare che mi hai benevolmente affidato e in modo miracoloso nel lontano maggio del 1946, nel momento in cui due medici, riferendosi a me moribondo, dissero al mio superiore: “ NON PASSERA’ LA NOTTE”. Tu, invece, Gesù mi guaristi immediatamente e perfettamente; e per mezzo del Tuo Spirito mi rivelasti, in embrione, L’OPERA CENACOLO FAMILIARE: “ L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME UNICO SUO SALVATORE E VIVRA’, IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
Gesù, è giunta anche l’ora della realizzazione della tua profezia: LE PECORE CHE ANCORA NON APPARTENGONO AL TUO GREGGE ASCOLTERANNO LA TUA VOCE E DIVENTERANNO UN SOLO GREGGE SOTTO LA TUA UNICA GUIDA DI BUON PASTORE”.
Gesù, lo Spirito Santo, secondo la tua promessa, ha portato la tua Chiesa alla comprensione di tutta la verità rivelandole CHE DIO E’ AMORE E CHE IN QUANTO AMORE NON E’ UN SOLITARIO MA UNA FAMIGLIA TRINITARIA FELICISSIMA COMPOSTA DA DIO PADRE, DA DIO FIGLIO, DA DIO SPITITO SANTO, L’UOMO CREATO FAMIGLIA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO, NELLA PROSSIMA ETA’ DELLA REDENZIONE VIVRA’ SANTAMENTE LA SUA VITA FAMLIARE E PORTERA’ A COMPIMENTO IL PIANO ETERNO DI DIO PADRE: IL MONDO INTERO GODRA’ UN LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI CHE GRADUALMENTE PREPARERA’ “I CIELI NUOVI E LA TERRA NUOVA”.

Gesù, grazie per quanto hai operato in me durante i miei sessant’anni di sacerdozio: “L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE E IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO MIO SALVATORE PERCHE’ HA GUARDATO L’UMILTA’ DEL SUO SERVO. LUI, L’ONNIPOTENTE, HA COMPIUTO GRANDI COSE IN ME. SANTO E’ IL SUO NOME”.

Il tuo piccolo sacerdote Salvatore Paparo

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