Negli ultimi cento cinquant’anni, con l’industrializzazione e lo
sviluppo delle scienze naturali delle scoperte sempre più
importanti, sono sorte nella vita degli uomini e delle donne
spiegazioni non religiose del progresso del mondo. Anche se le
religioni e parlo qui proprio di religioni e non di fede, continuano
ad essere praticate più per tradizione che per convinzione, ma certo
alcune parti sempre crescenti di popolazione si sono sottratte
all’influenza religiosa. Le religioni soprattutto praticate in
ambienti occidentali non influenzano più la vita sociale, perché i
loro principi etici e sociali sono ormai distanti dai reali problemi
della società. Questo processo che riguarda la religione ma non la
fede viene definito “secolarizzazione”.
Le conseguenze dello sviluppo scientifico, della ricerca e della
tecnologia sono diverse a seconda della provenienza del “credente”:
alcuni conservano la loro religiosità, tracciando però un confine
netto tra religione e scienza (questo accade soprattutto in ambito
islamista); altri rifiutano la religione e divengono atei o
agnostici, altri ancora, soprattutto nelle religioni orientali
inglobano le conoscenze scientifiche nella propria religione.
Ma a questo punto bisogna fare un passo indietro e analizzare gli
elementi che hanno portato la società e la nostra coscienza a
quello che ho detto nella introduzione; la base di qualunque
concezione della vita, sia per il credente che per il non credente, è
una serie di domande esistenziali; possiamo qui prenderne qualcuna ad
esempio: come è nato l’universo? Quali forze lo governano? Esiste
Dio? Le risposte a questi interrogativi costituiscono la nostra
concezione della realtà. Noi stessi come individui siamo parte di
questa realtà. Ma come vi siamo giunti? Che cosa da senso alla vita
umana? Che cosa accade quando muoriamo? Tentando di rispondere a
questi interrogativi, poco a poco ci formiamo una nostra concezione
,sia della nostra vita, che dell’individuo. Non abbiamo scelto noi
di vivere. Ma certo entro certi limiti siamo noi che decidiamo “come
vivere”. Qual è la cosa più preziosa nella nostra vita? Io come
credente in Gesù, dico l’amore che riassume un po’ tutto, ma
altri pensano al denaro, alla salute, al godimento della natura ecc.
insomma tutti gli individui hanno una visione dei valori o un’etica.
Ed ora passiamo ad analizzare due correnti importanti della filosofia
partendo dal più antico.
L’ UMANESIMO
L’umanesimo designa un insieme di idee e principi filosofici
diversi a volte anche conflittuali, lla parola umanesimo deriva dal
latino humanus , possiamo dire che umanista è colui il quale
pone l’individuo e la dignità umana al centro dei propri valori (
il messaggio di Gesù che troviamo nei vangeli portano proprio questi
valori).
Nell’anno 399 a.C. un uomo è sul banco degli imputati ad Atene: è
accusato di non credere agli dei e di aver formulato queste sue idee
presso i giovani che lo seguivano, convincendoli di questa
aberrazione. Una piccola maggioranza dei cinquecento membri del
consiglio, lo condanna e poiché egli non chiede la grazia, e anzi
assicura ai giurati di aver agito bene e di non pentirsi, viene
condannato a morte. Quell’uomo era Socrate, il filosofo forse che
più ha inciso sull’umanesimo. Socrate per primo volto le spalle a
quella che considerava inutile speculazione filosofica, per affermare
invece, i veri problemi umani “fece insomma scendere sulla terra
dal cielo le speculazioni filosofiche” insegnò come un vero
profeta agli individui a pensare alla vita come un dono, all’etica,
al bene ed al male. Chi sa che cosa è il bene e l’amore, lo
metterà in pratica; e soltanto che fa del bene è un uomo o una
donna felice. Socrate pur essendo nato in una società pagana ed
essendo stato istruito nella medesima, diceva di ospitare un Dio
dentro di se che gli indicava ciò era giusto o sbagliato. Con la sua
indomabile forza di volontà che lo porto a morire per ciò che
riteneva giusto, Socrate dìmostrò anche di considerare la verità
al di sopra della vita stessa, anche se amava profondamente vivere.
Ai giudici che lo condannarono egli disse “Obbedisco al Dio più
che a voi” Ma il filosofo greco è importante anche per un’altra
cosa egli ponendo l’accento sulla ragione ispirata da Dio come
guida, sottolinea anche allo stesso tempo che vi sono dei limiti alla
conoscenza e alla scienza; egli diceva “la vera sapienza è sapere
di non sapere”.
L’umanesimo più vicino a noi deriva comunque da quello del
rinascimento che partì praticamente dalla città dell’Italia
centrale Firenze, Pisa, Siena ecc. uno su tutti fu Leonardo da Vinci,
più tardi nel nord dell’ Europa un altro umanista che oggi tutti
conoscono fu Erasmo da Rotterdam, ma c’è da aggiungere anche che
gli umanisti del rinascimento non vedevano alcun contrasto tra la
cultura classica e il cristianesimo, ma l’umanesimo del
rinascimento, tuttavia, ha segnato con la gerarchia delle varie
chiese cristiane ma non con i fedeli e la figura di Gesù, l’inizio
di quel processo di secolarizzazione che ha mutato l’ Europa negli
ultimi tre secoli ed io direi in bene. Gli umanisti si sbarazzarono
del principio d’autorità che condizionava (Vedi il processo a
Galileo Galilei e al rogo di Giordano Bruno) soprattutto nei paesi
cattolici ogni tipo di ricerca scientifica. Nacque il metodo
scientifico: ogni ricerca deve basarsi sull’osservazione,
sull’esperienza e sulla sperimentazione, con l’umanesimo sia
antico ma anche con quello rinascimentale si ebbero: una nuova
concezione del mondo e dell’universo, un nuovo modo di considerare
la vita ( come la voleva Gesù di Nazareth), una nuova visione della
natura, un nuovo metodo scientifico.
Nel 1700 fu scritto un nuovo capitolo dell’umanesimo:
l’illuminismo, un movimento che sorse in Inghilterra ma che trovò
la sua patria nella Francia, l’illuminismo significò una rottura
con molte idee del rinascimento e portò nuovi contributi
all’umanesimo in diversi campi come non ricordare Montesquieu,
Herder, Kant, Lavoisier, Rousseau, Diderot e per noi Italiani quelle
geniali interpretazioni di Giovan Battista Vico ed in ultimo forse il
più illuminista di tutti: Voltaire, il filosofo ingaggiò una lotta
costante contro il fanatismo, l’intolleranza e l’abuso di potere;
particolarmente animosa fu la sua battaglia contro il potere della
chiesa cattolica e la cieca credenza nei dogmi. Ciò che contestava
Voltaire era la fede dogmatica e la sopraffazione religiosa. Egli
stesso non era ateo, se ben guardiamo i suoi scritti; egli sosteneva
che dietro le leggi che regolano l’ordine e la struttura
dell’universo deve esserci per forza un creatore. Esiste un Dio,
sosteneva Voltaire, ma dogmi religiosi e le raffigurazioni della sua
immagine sono invenzioni umane. Se gli uomini si perseguitano e si
uccidono per guerre religiose, questo succede per la loro ignoranza,
credenze, tradizioni e stupidità,non così la fede che non ha mai
fatto guerre e non ha ucciso nessuno.Infine, bisogna ricordare che i
filosofi illuministi furono anche agitatori politici, che si
batterono per l’inviolabilità dei diritti dell’individuo sia
donna che uomo (Come fece Gesù di Nazareth 1700 anni prima). Il
primo obiettivo di questa lotta era la libertà di pensiero e di
stampa. A tutti doveva essere garantito di poter esprimere le proprie
idee e il suo pensiero, importantissimo nel pensiero illuministico il
principio della tolleranza.
Bisogna comunque pensare che buona parte degli umanisti, sia
nell’epoca rinascimentale che nel periodo dell’illuminismo erano
convinti cristiani. Secondo la loro visione, “che io ritengo
giusta” il cristianesimo, giustamente interpretato, non era
altro che la giustizia sociale e la tolleranza che l’umanesimo
professava, molto ideali dell’umanesimo e soprattutto della
corrente illuministica si ritrovavano e si ritrovano anche nella
Bibbia ed in particolar modo nel Nuovo Testamento, non da ultimo che
tutti gli individui siano essi uomini o donne abbiano uguale valore e
dignità; anzi io direi che i messaggi, la vita di Gesù di Nazareth
abbia superato i dettami dell’illuminismo, in particolar modo i
messaggi rivolti alle donne che nella società ebraica e romana di
allora erano una vera e propria rivoluzione, basta qui ricordare,
quello che scriveva ai Galati l’apostolo Paolo “Qui non vi
sono ebrei o greci, liberi o schiavi, uomini o donne, siete tutti una
cosa sola in Cristo Gesù” Un bel messaggio di grande fede e
non di religiosità, il Nuovo Testamento sottolinea sia la comunione
di tutta l’umanità sia l’unicità della donna e dell’uomo come
creatura uscita dalla mani di Dio. Anche la carità, la compassione,
la misericordia per il prossimo sono ideali umanistici che occupano
un posto centrale nel vero Cristianesimo, Cristianesimo da non
confondere con le chiese cristiane, che spesso si sono comportate in
modo diametralmente opposto. Anche gli umanisti, di cui alcuni furono
anche gli iniziatori della riforma della chiesa divennero liberi
pensatori, cioè autonomi rispetto alla chiesa e ai dogmi del
cristianesimo. Alla pseudo verità della dogmatica furono opposte
quelle della ragione “anche la fede fa parte della ragione”
e della scienza. Ateismo e agnosticismo divennero parti importanti
dell’Umanesimo, soprattutto gli umanisti cosi detti :“cristiani”
hanno criticato, attraverso i secoli, la gestione del potere e
l’intolleranza della chiesa o meglio delle grandi chiese cristiane
cattolica, ortodossa, anglicana, sottolineando però al tempo stesso
il bisogno di fede nell’individuo: a renderlo qualcosa di più di
un animale, sono la facoltà dell’intelletto sia la sua capacità
di percepire e riconoscere l’esistenza di Dio
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