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29 mag 2015

FEDE E RELIGIOSITA’

 Negli ultimi cento cinquant’anni, con l’industrializzazione e lo sviluppo delle scienze naturali delle scoperte sempre più importanti, sono sorte nella vita degli uomini e delle donne spiegazioni non religiose del progresso del mondo. Anche se le religioni e parlo qui proprio di religioni e non di fede, continuano ad essere praticate più per tradizione che per convinzione, ma certo alcune parti sempre crescenti di popolazione si sono sottratte all’influenza religiosa. Le religioni soprattutto praticate in ambienti occidentali non influenzano più la vita sociale, perché i loro principi etici e sociali sono ormai distanti dai reali problemi della società. Questo processo che riguarda la religione ma non la fede viene definito “secolarizzazione”.
Le conseguenze dello sviluppo scientifico, della ricerca e della tecnologia sono diverse a seconda della provenienza del “credente”: alcuni conservano la loro religiosità, tracciando però un confine netto tra religione e scienza (questo accade soprattutto in ambito islamista); altri rifiutano la religione e divengono atei o agnostici, altri ancora, soprattutto nelle religioni orientali inglobano le conoscenze scientifiche nella propria religione.
Ma a questo punto bisogna fare un passo indietro e analizzare gli elementi che hanno portato la società e la nostra coscienza a quello che ho detto nella introduzione; la base di qualunque concezione della vita, sia per il credente che per il non credente, è una serie di domande esistenziali; possiamo qui prenderne qualcuna ad esempio: come è nato l’universo? Quali forze lo governano? Esiste Dio? Le risposte a questi interrogativi costituiscono la nostra concezione della realtà. Noi stessi come individui siamo parte di questa realtà. Ma come vi siamo giunti? Che cosa da senso alla vita umana? Che cosa accade quando muoriamo? Tentando di rispondere a questi interrogativi, poco a poco ci formiamo una nostra concezione ,sia della nostra vita, che dell’individuo. Non abbiamo scelto noi di vivere. Ma certo entro certi limiti siamo noi che decidiamo “come vivere”. Qual è la cosa più preziosa nella nostra vita? Io come credente in Gesù, dico l’amore che riassume un po’ tutto, ma altri pensano al denaro, alla salute, al godimento della natura ecc. insomma tutti gli individui hanno una visione dei valori o un’etica.
Ed ora passiamo ad analizzare due correnti importanti della filosofia partendo dal più antico.
L’ UMANESIMO
L’umanesimo designa un insieme di idee e principi filosofici diversi a volte anche conflittuali, lla parola umanesimo deriva dal latino humanus , possiamo dire che umanista è colui il quale pone l’individuo e la dignità umana al centro dei propri valori ( il messaggio di Gesù che troviamo nei vangeli portano proprio questi valori).
Nell’anno 399 a.C. un uomo è sul banco degli imputati ad Atene: è accusato di non credere agli dei e di aver formulato queste sue idee presso i giovani che lo seguivano, convincendoli di questa aberrazione. Una piccola maggioranza dei cinquecento membri del consiglio, lo condanna e poiché egli non chiede la grazia, e anzi assicura ai giurati di aver agito bene e di non pentirsi, viene condannato a morte. Quell’uomo era Socrate, il filosofo forse che più ha inciso sull’umanesimo. Socrate per primo volto le spalle a quella che considerava inutile speculazione filosofica, per affermare invece, i veri problemi umani “fece insomma scendere sulla terra dal cielo le speculazioni filosofiche” insegnò come un vero profeta agli individui a pensare alla vita come un dono, all’etica, al bene ed al male. Chi sa che cosa è il bene e l’amore, lo metterà in pratica; e soltanto che fa del bene è un uomo o una donna felice. Socrate pur essendo nato in una società pagana ed essendo stato istruito nella medesima, diceva di ospitare un Dio dentro di se che gli indicava ciò era giusto o sbagliato. Con la sua indomabile forza di volontà che lo porto a morire per ciò che riteneva giusto, Socrate dìmostrò anche di considerare la verità al di sopra della vita stessa, anche se amava profondamente vivere. Ai giudici che lo condannarono egli disse “Obbedisco al Dio più che a voi” Ma il filosofo greco è importante anche per un’altra cosa egli ponendo l’accento sulla ragione ispirata da Dio come guida, sottolinea anche allo stesso tempo che vi sono dei limiti alla conoscenza e alla scienza; egli diceva “la vera sapienza è sapere di non sapere”.
L’umanesimo più vicino a noi deriva comunque da quello del rinascimento che partì praticamente dalla città dell’Italia centrale Firenze, Pisa, Siena ecc. uno su tutti fu Leonardo da Vinci, più tardi nel nord dell’ Europa un altro umanista che oggi tutti conoscono fu Erasmo da Rotterdam, ma c’è da aggiungere anche che gli umanisti del rinascimento non vedevano alcun contrasto tra la cultura classica e il cristianesimo, ma l’umanesimo del rinascimento, tuttavia, ha segnato con la gerarchia delle varie chiese cristiane ma non con i fedeli e la figura di Gesù, l’inizio di quel processo di secolarizzazione che ha mutato l’ Europa negli ultimi tre secoli ed io direi in bene. Gli umanisti si sbarazzarono del principio d’autorità che condizionava (Vedi il processo a Galileo Galilei e al rogo di Giordano Bruno) soprattutto nei paesi cattolici ogni tipo di ricerca scientifica. Nacque il metodo scientifico: ogni ricerca deve basarsi sull’osservazione, sull’esperienza e sulla sperimentazione, con l’umanesimo sia antico ma anche con quello rinascimentale si ebbero: una nuova concezione del mondo e dell’universo, un nuovo modo di considerare la vita ( come la voleva Gesù di Nazareth), una nuova visione della natura, un nuovo metodo scientifico.
Nel 1700 fu scritto un nuovo capitolo dell’umanesimo: l’illuminismo, un movimento che sorse in Inghilterra ma che trovò la sua patria nella Francia, l’illuminismo significò una rottura con molte idee del rinascimento e portò nuovi contributi all’umanesimo in diversi campi come non ricordare Montesquieu, Herder, Kant, Lavoisier, Rousseau, Diderot e per noi Italiani quelle geniali interpretazioni di Giovan Battista Vico ed in ultimo forse il più illuminista di tutti: Voltaire, il filosofo ingaggiò una lotta costante contro il fanatismo, l’intolleranza e l’abuso di potere; particolarmente animosa fu la sua battaglia contro il potere della chiesa cattolica e la cieca credenza nei dogmi. Ciò che contestava Voltaire era la fede dogmatica e la sopraffazione religiosa. Egli stesso non era ateo, se ben guardiamo i suoi scritti; egli sosteneva che dietro le leggi che regolano l’ordine e la struttura dell’universo deve esserci per forza un creatore. Esiste un Dio, sosteneva Voltaire, ma dogmi religiosi e le raffigurazioni della sua immagine sono invenzioni umane. Se gli uomini si perseguitano e si uccidono per guerre religiose, questo succede per la loro ignoranza, credenze, tradizioni e stupidità,non così la fede che non ha mai fatto guerre e non ha ucciso nessuno.Infine, bisogna ricordare che i filosofi illuministi furono anche agitatori politici, che si batterono per l’inviolabilità dei diritti dell’individuo sia donna che uomo (Come fece Gesù di Nazareth 1700 anni prima). Il primo obiettivo di questa lotta era la libertà di pensiero e di stampa. A tutti doveva essere garantito di poter esprimere le proprie idee e il suo pensiero, importantissimo nel pensiero illuministico il principio della tolleranza.

Bisogna comunque pensare che buona parte degli umanisti, sia nell’epoca rinascimentale che nel periodo dell’illuminismo erano convinti cristiani. Secondo la loro visione, “che io ritengo giusta” il cristianesimo, giustamente interpretato, non era altro che la giustizia sociale e la tolleranza che l’umanesimo professava, molto ideali dell’umanesimo e soprattutto della corrente illuministica si ritrovavano e si ritrovano anche nella Bibbia ed in particolar modo nel Nuovo Testamento, non da ultimo che tutti gli individui siano essi uomini o donne abbiano uguale valore e dignità; anzi io direi che i messaggi, la vita di Gesù di Nazareth abbia superato i dettami dell’illuminismo, in particolar modo i messaggi rivolti alle donne che nella società ebraica e romana di allora erano una vera e propria rivoluzione, basta qui ricordare, quello che scriveva ai Galati l’apostolo Paolo “Qui non vi sono ebrei o greci, liberi o schiavi, uomini o donne, siete tutti una cosa sola in Cristo Gesù” Un bel messaggio di grande fede e non di religiosità, il Nuovo Testamento sottolinea sia la comunione di tutta l’umanità sia l’unicità della donna e dell’uomo come creatura uscita dalla mani di Dio. Anche la carità, la compassione, la misericordia per il prossimo sono ideali umanistici che occupano un posto centrale nel vero Cristianesimo, Cristianesimo da non confondere con le chiese cristiane, che spesso si sono comportate in modo diametralmente opposto. Anche gli umanisti, di cui alcuni furono anche gli iniziatori della riforma della chiesa divennero liberi pensatori, cioè autonomi rispetto alla chiesa e ai dogmi del cristianesimo. Alla pseudo verità della dogmatica furono opposte quelle della ragione “anche la fede fa parte della ragione” e della scienza. Ateismo e agnosticismo divennero parti importanti dell’Umanesimo, soprattutto gli umanisti cosi detti :“cristiani” hanno criticato, attraverso i secoli, la gestione del potere e l’intolleranza della chiesa o meglio delle grandi chiese cristiane cattolica, ortodossa, anglicana, sottolineando però al tempo stesso il bisogno di fede nell’individuo: a renderlo qualcosa di più di un animale, sono la facoltà dell’intelletto sia la sua capacità di percepire e riconoscere l’esistenza di Dio

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