Il Vangelo di Giovanni, come anche negli altri brani che abbiamo
letto, non ci parlano della nascita di Gesù: Gesù care sorelle e
fratelli in Cristo è per questi racconti un essere preesistente alla
sua nascita, è la Parola di Dio che con Gesù prende sembianze
umane. Dio, soprattutto nel Vangelo di Giovanni è rappresentato qui
come il Verbo, la Parola e Gesù porta sulla terra quella parola ed è
per questo che viene chiamato il verbo di Dio. Attraverso Gesù, Dio
invia dunque il suo messaggio a tutti, la Parola si fa carne, corpo
umano, per poter giungere fino a noi. E così che Dio scende in mezzo
agli uomini e alle donne si fa ascoltare e si fa vedere.. La sua
parola si è fatta carne. Dice il brano di Giovanni, non solo Dio
scende in mezzo a Noi ma quando scende a Betlemme scende nella forma
di bambino concepito con Maria Vergine nato in una stalla e deposto
in una greppia. Dio non va ad abitare tra le mura di un tempio o di
un palazzo principesco, scegli invece la precarietà di una stalla di
una capanna. La capanna non ha fondamenta è piantata a terra un po’
come una tenda è può essere ripiantata da qualche altra parte.
L’immagine che ci da l’evangelista non è quella di un Dio che
sta al centro della scena e guarda da spettatore distaccato tutto ciò
che gli sta intorno, ma di un Dio che si fa compagno di camminare con
noi nelle difficoltà della vita. La parola di Dio, è una parola
potente, efficace, una parola creatrice, come quando creo l’universo
e il nostro mondo miliardi di anni fa bastò che dicesse “sia la
luce e subito la luce fu e così fu per le altre cose” La parola di
Dio è come la pioggia e la neve che cadono dal cielo, così ci dice
il profeta Isaia “Essa non torna a me a vuoto ma fa le cose per cui
l’ho mandata”. Ma anche la parola di Dio ha una debolezza, essa
ha bisogno che noi la ascoltiamo per poter esprimere tutta la sua
forza. Non è strano? Dio scende dal trono e si fa mendicante di una
risposta. Perché Dio, che è così potente ha voluto che solo
attraverso la relazione con noi, la sua esistenza avesse un senso.
Dio è tanto, ma tanto più grande di Noi e così dobbiamo abituarci
al fatto che molte domande rimangono senza risposta. Solo qualche
piccolo frammento ci è dato di capire. Forse care amiche e amici ciò
che ci porta fuori sytrada e che quando proviamo a immaginarci la
potenza di Dio, pensiamo a Dio come il più potente tra gli uomini
potenti. La potenza di Dio invece è altro: si esprime in modo
diverso, accoglie, non respinge, non schiaccia è dolce da portare,
la potenza di Dio fa crescere, e nulla, ma proprio nulla ha a che
fare con quella dei potenti della terra!
29 mag 2015
LA PAROLA FATTA CARNE
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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