Caro don Salvatore,
da donna posso dirti in via puramente teorica
che io non so se avrei mai portata a termine una gravidanza frutto di una
violenza carnale, sia da parte di un estraneo che ancora di più da parte di un
marito che mi maltrattasse. E' solo un piccolo esempio di quanto non si
possano tessere teorie sulla pelle delle donne, che è tragico siano
lasciate sole in frangenti così dolorosi. Circa la sofferenza del bimbo
nascituro, beh, anche qui non so: le risposte possono e direi debbono essere
diverse, purché siano risposte di coppia. Certo che non approvo quelle
beatificazioni fatte dalla chiesa di donne che hanno partorito sapendo che
sarebbero morte a breve e lasciando dei figli piccoli che avevano diritto a una
madre che già conoscevano e della quale avrebbero sentito la mancanza.
Io non ho mai incontrato nessuna donna che
abbia abortito, e ne ho conosciuta qualcuna, che abbia usato l'aborto come un
contraccettivo o che abbia dimenticata la tremenda esperienza che aveva fatto.
Un denominatore in comune ce l'avevano tutte, però: che i rispettivi mariti le
avevano "mandate" ad abortire. Non con l'imposizione, semplicemente
non stando loro vicini dopo la scelta fatta da tutti e due, perché
consideravano l'aborto "un affare da donne". Facile lavarsi le
mani della sofferenza e arrivare al punto che almeno per una coppia so che lui
ha tranquillamente continuato a fare la comunione e lei se ne è stata fuori per
anni, fino a quando non ha potuto incontrare un confessore che capisse quello
che aveva passato! Io in casa ho visto morire due mie nipotine di
fibrosi cistica, e posso tranquillamente affermare che per me è
elementare prudenza, oggi, per chi sa di essere portatore sano di malattie
genetiche come la fibrosi cistica appunto, ricorrere alla procreazione
medicalmente assistita e ricorrere alla diagnosi preimpianto in modo da fare
dei figli sani. Non equiparo infatti l'embrione al feto, perché il settanta per
cento degli embrioni concepiti normalmente non attecchiscono e vengono espulsi
col mestruo. E oggi si è in grado di effettuare la selezione embrionale per
alcune malattie genetiche persino prima che si possa sapere che sesso avranno i
concepiti, persino prima di sapere se quelle cellule embrionali si
costituiranno in futuro in un solo feto o magari in due gemelli. Invece
l'ostinazione pervicace con la quale si indaga dentro il grembo delle donne per
me è davvero oscena: noi non siamo stolide incubatrici, siamo persone con un
cuore e una dignità che sono convinta, a parte casi limite, non "uccidono"
per gusto o per leggerezza”.
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