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9 feb 2014

Caro don Salvatore

"Una mia stimata amica commenta così la mia predica sulla 31a GIORNATA PER LA VITA:

Caro don Salvatore,

da donna posso dirti in via puramente teorica che io non so se avrei mai portata a termine una gravidanza frutto di una violenza carnale, sia da parte di un estraneo che ancora di più da parte di un marito che mi maltrattasse. E' solo un piccolo esempio di quanto non si possano tessere teorie sulla pelle delle donne, che è tragico siano lasciate sole in frangenti così dolorosi. Circa la sofferenza del bimbo nascituro, beh, anche qui non so: le risposte possono e direi debbono essere diverse, purché siano risposte di coppia. Certo che non approvo quelle beatificazioni fatte dalla chiesa di donne che hanno partorito sapendo che sarebbero morte a breve e lasciando dei figli piccoli che avevano diritto a una madre che già conoscevano e della quale avrebbero sentito la mancanza.

Io non ho mai incontrato nessuna donna che abbia abortito, e ne ho conosciuta qualcuna, che abbia usato l'aborto come un contraccettivo o che abbia dimenticata la tremenda esperienza che aveva fatto. Un denominatore in comune ce l'avevano tutte, però: che i rispettivi mariti le avevano "mandate" ad abortire. Non con l'imposizione, semplicemente non stando loro vicini dopo la scelta fatta da tutti e due, perché  consideravano l'aborto "un affare da donne". Facile lavarsi le mani della sofferenza e arrivare al punto che almeno per una coppia so che lui ha tranquillamente continuato a fare la comunione e lei se ne è stata fuori per anni, fino a quando non ha potuto incontrare un confessore che capisse quello che aveva passato!  Io in casa ho visto morire due mie nipotine di fibrosi cistica, e posso tranquillamente affermare che per me  è elementare prudenza, oggi, per chi sa di essere portatore sano di malattie genetiche come la fibrosi cistica appunto, ricorrere alla procreazione medicalmente assistita e ricorrere alla diagnosi preimpianto in modo da fare dei figli sani. Non equiparo infatti l'embrione al feto, perché il settanta per cento degli embrioni concepiti normalmente non attecchiscono e vengono espulsi col mestruo. E oggi si è in grado di effettuare la selezione embrionale per alcune malattie genetiche persino prima che si possa sapere che sesso avranno i concepiti, persino prima di sapere se quelle cellule embrionali si costituiranno in futuro in un solo feto o magari in due gemelli. Invece l'ostinazione pervicace con la quale si indaga dentro il grembo delle donne per me è davvero oscena: noi non siamo stolide incubatrici, siamo persone con un cuore e una dignità che sono convinta, a parte casi limite, non "uccidono" per gusto o per leggerezza”.

 

 

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