OMELIA
Con la benedizione e l'imposizione delle Sacre Ceneri sul nostro capo, innanzi tutto confessiamo umilmente la nostra sconfitta: Dio ci creò per la vita, e noi con il peccato ci siamo suicidati per cui torniamo ad essere polvere dalla quale siamo stati tratti: "Ricordati che sei polvere e che in polvere ritornerai".
Con il rito delle Sacre Ceneri, professiamo anche la nostra fede cristiana: siamo certi che Gesù è il Figlio di Dio fattosi Uomo: Egli con la sua morte ha distrutto la nostra morte e con la sua risurrezione ci ha ridonato la vita. Dobbiamo , però, precisare quanto segue: sì, noi siamo risuscitati con Gesù; ma siamo ancora dei malati fisicamente e spiritualmente:
MALATI FISICAMENTE: il nostro corpo perde vitalità giorno dopo giorno fino a morire per poi risuscitare alla fine del tempo.
MALATI SPIRITUALMENTE: la nostra vita spirituale è la vita stessa di Dio che è vita d'amore. Per essere vivi spiritualmente dobbiamo amare come ama il Padre Celeste che si è reso visibile in Gesù. Gesù ci dice: "CHI VEDE ME, VEDE IL PADRE" Cioè: "CHI AMA COME ME, AMA COME IL PADRE". E come ci ama Gesù? "Io non sono venuto nel mondo per essere servito, ma per servire". Gesù ci ha amato e ci ha servito agendo sempre per il nostro bene, fino ad offrire liberamente la sua vita per salvarci. L'evangelista San Giovanni ne trae questa conseguenza: "Gesù ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli". Noi come Gesù dobbiamo amare e sevire i fratelli agendo sempre per il loro bene, senza escludere, se le circostanze lo esigono, l'offerta della nostra vita.
Ma siamo dei malati: l'egoismo e l'odio ci sospingono a cercare solo il nostro tornaconto, e a fare del male agli altri. Malgrado ciò, non dobbiamo temere: Gesù è il nostro medico e la nostra medicina. Egli è in grado di guarirci e di convertirci all'amore. A due condizioni però:
-CHE SIAMO CONSAPEVOLI della nostra impotenza: "SENZA DI ME NON POTETE FARE NULLA", e che ci fidiamo della sua potenza sanatrice: "TUTTO POSSO IN GESU' CHE MI AIUTA" ) (San Paolo);
- CHE PARTECIPIAMO AL BANCHETTO EUCARISTICO: in esso Gesù si offre cme nostro pane e ci comunica la sua vita d'amore, perchè noi, a nostra volta, diventiamo pane che donano la vita agli altri. Donare la vita significa donare il bene che si possiede: la vita, infatti, è il bene posseduto e goduto: E' sotto questa luce che possiamo comprendere le parole di Gesù: "IO VI DONO LA MIA GIOIA PERCHE' LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA". Ossia: " IO VI DONO IL MIO BENE CHE VI CAUSA GIOIA; E VE NE DONO TANTO QUANTO NE POTETE CONTENERE, PERCHE' LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA".
Sac. Salvatore paparo
11 mar 2011
MERCOLEDI DELLE CENERI 9.3.2011
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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