OMELIA
Gesù avendo preso su di sè tutte le nostre debolezze, escluso il peccato, durante la sua vita terrena ha sofferto come noi anche la stanchezza e la sete. L'evangelista San Giovanni oggi ce lo presenta proprio stanco ed assetato, in una città della Samaria chiamata Sicar, seduto presso un pozzo di Giacobbe. Arriva una donna di Samaria ad attingere acqua e Gesù le dice: "Dammi da bere". La donna si meravglia perchè un Giudeo, cioè un nemico dichiarato dei Samaritani, si umilia fino a chiedere da bere, a lei Samaritana: "Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me che sono una donna Samaritana?".
Gesù le risponde in modo misterioso: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è Colui che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato acqua viva".
La Samaritana fa a Gesù un'obiezione pratica: "Signore, tu non hai un secchio per attinegere e il pozzo è profondo. Da dove prendi, dunque, quest'acqua viva?".
Allora Gesù precisa così: "Chiunque beve di quest'acqua, torna ad avere sete. Ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno".
La donna crede di capire; in realtà non capisce. E non capisce perchè falsamente pensa che Gesù si riferisca ancora ad un'acqua materiale come quella del pozzo: "Signore, dammi di quest'acqua perchè non abbiua più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua".
A questo punto Gesù fa una richiesta risolutiva alla donna: "Vai a chiamare tuo marito, e poi torna qui". Con questa richiesta Gesù invita la donna ad esaminare lo stato della sua vita. La donna, confusa, gli risponde con un certo imbarazzo: "Non ho marito".
Qui rileviamo: Gesù sa tutto e conosce in profondità la vita di ciascun uomo e di ciascuna donna. Lui vede con precisione quanto c'è di buono e quanto c'è di cattivo nella vita di ognuno di noi. Gesù vede chiaro anche nella vita della donna con la quale dialoga e, pertanto, le dice:
"Hai detto bene "Non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e l'uomo che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto il vero".
Il significato delle parole di Gesù è questo: " Tu, o donna, non hai bisogno solo di acqua materiale per dissetare temporaneamente il tuo corpo. Tu hai un'altra sete molto più profonda, hai sete di felicità, e l'acqua che rende per sempre felice il tuo cuore, sono Io, il Messia".
Illuminata interiormente da Gesù, la donna capì che era un'infelice perchè durante la sua vita aveva inutilmente cercato la felicità nell'esercizio del sesso, in modo disordinato. La donna, però, si convertì; credette a Gesù, lo accettò come Messia Salvatore, e Gesù, ACQUA VIVA, la rese felice per sempre. Dominata dalla gioia, ritornò di corsa in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia Lui il Messia?".
Molti Samaritani di quella città credettero in Gesù per la parola della donna che testimoniava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". Andarono da Gesù, lo pregarono di rimanere da loro, e Lui rrimase là due giorni. Molti di più credettoro in Gesù per la sua parola e alla donna dicevano: "Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perchè noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi E' VERAMENTE IL SALVATORE DEL MONDO".
Rinsaldiamo la nostra fede in Gesù Messia nostro Salvatore. Ma, soprattutto, viviamo come è vissuto Gesù.
Sac. Salvatore Paparo
27 mar 2011
TERZA DOMENICA DI QUARESIMA A 27 MARZO 2011
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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