11 set 2013
DIO UMILIA I SUPERBI ED ESALTA GLI UMILI
XXII DOMENICA PER ANNUM C
1 SETTEMBRE 2013
OMELIA
Il vangelo di oggi ci riferisce che Gesù, invitato ad un pranzo, notò due stonature di grande rilievo: la prima riguardava gli invitati, la seconda il capo dei farisei che aveva organizzato il pranzo. Notò, cioè, che gli invitati gareggiavano per occupare i primi posti; e notò anche che il padrone di casa aveva esteso l’invito solo a persone ricche. Gesù rimproverò severamente sia gli invitati sia il padrone di casa. Ai commensali disse: “Non cercate i primi posti ma gli ultimi: perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. “E tu, disse poi al padrone di casa, hai fatto molto male ad invitare solo i ricchi per ottenere il contraccambio. In seguito invita piuttosto i poveri che non possono contraccambiarti. Riceverai così la ricompensa alla risurrezione dei giusti”.
In altre parole Gesù condanna la superbia e l’agire interessato; e raccomanda l’umiltà e l’agire disinteressato.
San Bernardo elenca così alcune manifestazioni della superbia, odiosa dinanzi agli occhi di Dio e dinanzi agli occhi degli uomini:
“Ti signoreggia la superbia del cuore per cui tu non pensi che a te e alle tue virtù.
Ti signoreggia la superbia della bocca per cui parli bene solo di te e delle tue cose, mentre degli altri e delle loro cose sai soltanto criticare.
Ti signoreggia la superbia dell’azione per cui tu cerchi il primo posto e fai il bene per essere lodato”.
Quelle elencate sono alcune manifestazioni della superbia. E quali ne sono le conseguenze? La superbia attira l’ira di Dio: Dio resiste ai superbi e li umilia.
Basta citare due impressionanti esempi che la storia ha registrato:
Alessandro Magno si faceva chiamare “FIGLIO IMMORTALE DI DIO”. Colpito, però, da una freccia, mentre moriva capì la stoltezza della sua superbia ed esclamò: “Tutti mi chiamano immortale: ma questa ferita e questo sangue gridano altamente che anch’io sono un uomo mortale”.
Napoleone Bonaparte si credeva un dio dominatore del mondo ed onnipotente. Non temette neanche la scomunica del Papa; anzi ridicolizzò il Papa stesso: “La tua scomunica, gli disse, non farà cadere le armi dalle mani dei miei soldati”.
In un primo momento sembrò che Napoleone avesse ragione: nel 1812, infatti, entrò da trionfatore a Mosca e gonfio di sé fece coniare una medaglia commemorativa in cui da una parte c’era la sua testa, e dall’altra parte la seguente iscrizione riferita a Dio: “IL CIELO E’ TUO, LA TERRA E’ MIA”.
Ben presto, però, Napoleone costatò la sua pochezza: fu vinto dai Russi e durante la ritirata, per l’intenso freddo, le armi caddero realmente dalle mani dei suo soldati. Non solo, ma Napoleone finì la sua vita ingloriosamente, esiliato nell’isola di Sant’Elena.
Dio, dunque, umila i superbi, umila coloro che si credono qualcosa mentre siamo tutti polvere.
E come Dio tratta coloro che agiscono per vanagloria?
Considera il bene da loro fatto come se non l’avessero fatto e non dona loro alcuna ricompensa. Dice, infatti, Gesù: “Guardatevi dal fare il bene per essere visti dagli uomini, altrimenti non avrete ricompensa dal Padre vostro che è nei Cieli. Coloro che agiscono per essere lodati dagli uomini hanno già ricevuto la loro ricompensa”.
Il bene che facciamo, dobbiamo farlo per amore di Dio e del prossimo; non dobbiamo sbandierarlo ai quattro venti ma tenerlo, il più possibile, nascosto; e Dio che vede nel segreto ce ne darà la ricompensa.
Sac. Salvatore Paparo
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