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12 ott 2009

CHI E' IL PAPA

C H I E’ I L P A P A ?
XXI DOMENICA DURANTE L’ANNO ANNO A


Il brano evangelico di oggi ci parla della Professione di Fede di Pietro: “TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”, E DELL’ELEZIONE DI Pietro a Primo Papa: “TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA”.

Per comprendere chi è il Papa, dobbiamo ricordare il dialogo tra Gesù e Pietro avvenuto dopo la Risurrezione, sulla spiaggia del Lago di Tiberiade:

“Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”.

“Sì, Signore, Tu lo sai che ti voglio bene”.

“Pasci i miei agnelli”. Gesù gli disse per la seconda volta:

“Simone di Giovanni, mi ami?”.

“Sì, Signore, Tu lo sai che ti voglio bene”.

“Pasci le mie pecore”. Gesù gli domandò per la terza volta :

“Simone di Giovanni, mi ami?”. Pietro si rattristò perché Gesù gli ha chiesto per la terza volta “Mi ami?”. Evidentemente in quel momento si ricordò che nella notte del Giovedi Santo aveva rinnegato Gesù per tre volte. Pietro, però, non era più un peccatore, ma un pecctore convertito; e quindi con umiltà ma anche con slancio rispose così a Gesù:

“Signore, Tu sai tutto, Tu sai che ti voglio bene”. E Gesù confermò Pietro nella sua missione:

“Pasci le mie pecore”.



Il Papa è dunque colui che insieme a Gesù edifica la Chiesa amando come Gesù. L’amore è servizio. Servire significa fare del bene agli altri: “IO NON SONO VENUTO NEL MONDO PER ESSERE SERVITO MA PER SERVIRE E OFFRO LA MIA VITA IN RISCATTO DI TUTTI”.

L’amore ha un’altra qualità: CHI AMA NON GIUDICA L’OPERATO DEGLI ALTRI, NON CONDANNA”. Anche in questo Gesù è il nostro modello: “IO NON SONO VENUTO NEL MONDO PER CONDANNARLO, MA PER SALVARLO”.



A questo punto possiamo dire:

Il Papa è colui che conferma i cristiani nella Fede, secondo le parole dette da Gesù a Pietro:

“SIMONE, IO HO PREGATO PER TE PERCHE’ LA TUA FEDE NON VENGA MENO. E TU, UNA VOLTA CONVERTITO, CONFERMA I TUOI FRATELLI”.

Il Papa soprattutto deve esercitare l’amore fraterno con la stessa perfezione con cui lo esercitò Gesù di modo che i Cristiani siano spinti ad imitarlo per vincere le loro divisioni, ricomporre la loro unità e convincere tutti gli uomini che solo Gesù è il Salvatore del mondo. Si realizzerà allora la profezia di Gesù espressa in forma di preghiera al Padre Celeste durante l’Ultima Cena:

“PADRE, CHE I MIEI DISCEPOLI SIANO UNA SOLA COSA, COME IO E TU SIAMO UNA SOLA COSA. COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO”.



Dal 1958 al 1963 abbiamo avuto un uomo mandato da Dio il cui nome era Giovanni; abbiamo avuto il gande dono di Dio nella persona del Papa GIOVANNI XXIII. Papa Giovanni incarnò in sé l’amore misericordioso del Padre Celeste per cui fu amato da tutto il mondo : dai cristiani e dai non cristiani, dai credenti e dai non credenti. Lo stimò perfino Nikita Krusciov, il Premier dellUnione Sovietica. E per questa stima il Papa riuscì a salvare l’umanità dalla guerra nucleare che avrebbe recato ovumque distruzione e morte. Vi ricordo brevemente il fatto: nella seconda metà di ottobre del 1962, i Sovietici cercarono di installare 42 missili nucleari nell’isola di Cuba, per colpire a sorpresa gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, però, vennero a conoscenza del pericolo; e il loro Presidente John Kennedy intervenne con otto portaerei e sessantotto squadriglie di aerei per intercettare venticinque navi mercantili sovietiche, cariche di missili nucleari e dirette verso Cuba. La guerra nucleare era imminente. Allora intervenne il Papa Giovanni XXIII: inviò un messaggio a Kennedy e a Krusciov in cui chiedeva loro di evitare la catastrofe del mondo. Krusciov acccettò, e le navi sovietiche tornarono alla loro base: LA PACE ERA SALVA. Ma perché Krusciov accettò l’invito del Papa? Il motivo ce lo indicò lo stesso Krusciov:

“RISPETTO A QUELLO CHE PAPA GIOVANNI HA FATTO PER LA PACE, IL SUO INTERVENTO E’ STATO UN INTERVENTO UMANISTICO, CHE SARA’ RICORDATO NELLA STORIA. IL PAPA E IO POSSIAMO ESSERE DIVERGENTI SU MOLTE QUESTIONI, MA SIAMO UNITI NEL DESIDERIO DELLA PACE”.



Possa il Signore donarci un altro PAPA GIOVANNI che porti a compimento la missione del PAPA GIOVANNI XXIII. Allora si realizzerà la profezia fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917 :

“ LA RUSSIA SI CONVERTIRA’… ALLA FINE IL MIO CUORE

IMMACOLATO TRIONFERA’ E IL MONDO AVRA’ UN

PERIODO DI PACE “

SARA’ IL REGNO DI DIO SU QUESTA TERRA, IL LUNGHISSIMO PERIODO DI PACE E DI BENESSERE MONDIALI MESSIANICI IN CUI GLI UOMINI VIVRANNO SECONDO IL MESSAGGIO EVANGELICO DELL’AMORE, E SI COMPORTERANNO DA VERI FIGLI DI DIO E DA VERI FRATELLI TRA DI LORO.

Sac. Salvatore Paparo.



Cintano 22 agosto 2008

Festa di Maria Regina

del mondo e della pace.

CHI E’ IL PAPA? SECONDA PARTE.

XXII DOMENICA DURANTE L’ANNO ANNO A

Domenica scorsa il brano evangelico ci propose come riflessione la fede di San Pietro che illuminato dal Padre Celeste riconobbe in Gesù il Figlio del Dio Vivente fattosi Uomo per la nostra redenzione; e ci propose anche l’elezione di Pietro a PRIMO PAPA per consolidare la fede dei Cristiani:

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA”

“ SIMONE, IO HO PREGATO PER TE, PERCHE’ LA TUA FEDE NON VENGA MENO. E TU, DOPO CHE TI SEI CONVERTITO, CONFERMA I TUOI FRATELLI”

Oggi il brano evangelico ci propone ancora Pietro, però, non più nella sua nobile missione, ma nella sua debolezza umana: Pietro resta un uomo debole come noi, un uomo che se non corrisponde alle ispirazioni interiori dello Spirito Santo, diventa peccatore come noi.

Pietro ha paura della sofferenza; e come tutti noi istintivamente fa di tutto per allontanarla da sé e dalle persone che ama. Ecco perché quando Gesù, senza reticenzze, disse apertamente agli Apostoli: “IO DOVRO’ SOFFRIRE MOLTO; SARO’ CONSEGNATO NELLE MANI DEI PECCATORI, FLAGELLATO E CROCIFISSO”, Pietro si oppose energicamnte: “NO, SIGNORE, CIO’ NON TI POTRA’ ACCADERE MAI”: FU SEMPRE PER PAURA DELLA SOFFERENZA CHE PIETRO NELLA NOTTE DEL GIOVEDI SANTO RINNEGO’ PER BEN TRE VOLTE GESU’, NON SOLO CON GIURAMENTO, MA ANCHE IMPRECANDO CONTRO IL SIGNORE. Pietro sapeva bene che se si fosse apertamente dichiarato discepolo di Gesù sarebbe stato beffeggiato, forse picchiato a sangue, e non ne ebbe il coraggio. Ma la posizione di Pietro contro la sofferenza non è condivisa da Gesù. Perciò Gesù rimprovera fortemente Pietro, colui che un momento prima aveva lodato per la sua professione di fede, colui che un momento prima aveva eletto a Primo Papa della sua Chiesa:

“ALLONTANATI DA ME, SATANA, ossia tentatore. TU NON RAGIONI ALLA MANIERA DI DIO, MA ALLA MANIERA DEGLI UOMINI. TE LO RIPETO: E’ NECESSARIO CHE IO SOFFRA MOLTO, SIA CONSEGNATO NELLE MANI DEI PECCATORI, VENGA FLAGELLATO E CROCIFISSO. ANZI TI ASSICURO CHE CHI VUOLE ESSERE MIO DISCEPOLO, DEVE RINNEGARE SE STESSO, DEVE PORTARE OGNI GIORNO LA SUA CROCE”.

Sono parole che ci rattristano come hanno rattristato Pietro. Noi come Pietro facciamo di tutto per scuotere la nostra croce, il nostro dolore. E in verità in parte abbiamo ragione: noi, infatti, siamo stati creati per la felicità come il nostro occhio è stato creato per vedere, e Gesù vuole solo la nostra gioia. Ce lo ha detto chiaramente nell’Ultima Cena. “IO VI DO LA MIA GIOIA PERCHE’ LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. E così dicendo Gesù non si contraddice: Gesù non vuole simultaneamente la nostra gioia e la nostra sofferenza. Gesù vuoile solo la nostra gioia; SA PERO’ CHE A CAUSA DEL PECCATO, NOI POSSIAMO RAGGIUNGERE LA GIOIA SOLO ATTRAVERSO LA SOFFERENZA, COSI’ COME UN OCCHIO MALATO POTRA’ RAGGIUNGERE LA GIOIA DELLA PERFETTA VISIONE SOLO ATTRAVERSO IL DOLORE DELLA CURA, DELLA MEDICAZIONE.

E qui ricordando Maria Mo, possiamo completare il discorso sullo scopo della nostra sofferenza: Maria Mo era una giovane sposa e una giovane mamma. Ma in breve tempo perse il giovane sposo e i due figli di tenera età: essa stessa fu colpita da una misteriosa malattia che la costrinse a vivere paralizzata su di un letto per ben quasi quarant’anni, Appena colpita dalla malattia Maria Mo si disperò, bestemmiò contro Dio, cercò di suicidarsi. Però, certamente aiutata dal Signore, trascorsi i primi tempi di disperazione, si convertì. Espresse i motivi della sua conversione così: “CAPII CHE DOVEVO ESSERE PURIFICATA DA ALCUNI MIEI PECCATI; CAPII ANCHE CHE DOVEVO AIUTARE GESU’ A SALVARE I PECCATORI”. QUESTA SECONDA NOBILE FINALITA’ DELLA SOFFERENA UNANA San Paolo l’ha espresso così: “COMPIO IN ME CIO’ CHE MANCA ALLA PASSIONE DI CRISTO PER L’EDIFICAZIONE DEL SUO CORPO CHE E’ LA CHIESA”.

Sac. Salvatore Paparo

Cintano 31 agosto 2008

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