I martiri a causa della fede
di Mario Mariotti
Cari fratelli nella fede, dovete stare a sapere che nel resto del pianeta non tutti sono alienati come noi. A noi viene raccontato che la gente se la prende con i cristiani, per cui la Chiesa sarebbe perseguitata a causa della sua fede, ma non è affatto così. Il più delle volte i nostri “nemici” non se la prendono né con noi, né con Nostro Signore, ma con la traduzione storica che noi facciamo della nostra fede, del messaggio di Nostro Signore.
Quando in Iraq e in Afganistan vedono il Papa andare a braccetto con Bush, il presidente dello Stato aggressore dei loro Paesi, il responsabile dello sterminato dolore portato dalla guerra, nella quale, come sempre, le vittime sono per la stragrande maggioranza sempre dei civili, quindi degli innocenti, quando sentono lo stesso Papa pregare Dio che benedica l’America, non c’è proprio nessuno fra noi che possa incrociarsi col dubbio che le popolazioni islamiche di quei paesi possano pensare di essere vittime di una crociata, di una guerra di aggressione portata avanti dai cristiani, dato che il capo dei cristiani si mostra in perfetta comunione con colui che, per loro, è peggio di Satana? A nessuno viene mai il dubbio che quando il cristianesimo reale è stato vittima delle rivoluzioni, non lo è stato in quanto cristianesimo, ma in quanto non-cristianesimo, perché i vertici, la gerarchia, la maggioranza della casta sacerdotale, se ne stavano in perfetta armonia con i ricchi, i potenti, gli oppressori dei popoli esasperati?
Con chi se la intendevano i sacerdoti e soprattutto i vescovi ed i cardinali al tempo della Rivoluzione Francese, se non con i nobili e la monarchia, che sfruttavano ed impoverivano la gente in modo osceno?
E quando è scoppiata la Rivoluzione Russa, lo zar, e la confraternita dei ricchi e dei potenti di cui lui era l’espressione, non avevano forse sempre al loro fianco accessoriatissime figure della gerarchia cristiana, in quel caso ortodossa, che benediva e sacralizzava tutte le porcherie di quel potere politico, che sfruttava il prossimo come ai tempi dei servi della gleba? E con chi se la intendeva la gerarchia cattolica in Italia ed in Germania, al tempo del fascismo e del nazismo, quando venivano definiti uomini della Provvidenza e si stipulavano Concordati con loro che furono i principali responsabili del secondo conflitto mondiale, che costò all’umanità uno sterminato numero di vittime, di sofferenze, di rovine?
Poco tempo fa l’informazione ululava perché era stata uccisa una giovane volontaria, che in Afganistan, aiutava i poveri e gli handicappati, e la causa indicata è stata perché faceva proselitismo cristiano. Io non so il grado di consapevolezza di questa persona, che merita il più profondo e sincero rispetto, perché ogni vita è sacra, soprattutto quella di coloro che lavorano per alleviare la sofferenza universale. Per questo gli assassini hanno dimostrato di essere vigliacchi e criminali. Ma io sono sicuro di una cosa: essa è stata vittima si dei talebani, a loro volta rincoglioniti dai loro “sacerdoti”, che non li educano certo a capire che cristianesimo e islam sono incompatibili con la guerra, ma è stata anche vittima delle gerarchie cristiane, che hanno continuato e continuano a stare zitti e non prendere le distanze dagli aggressori, che si presentano come tali autodichiarandosi “cristiani”.
Il proselitismo cristiano, a causa del silenzio della gerarchia, per quelle popolazioni diventa proselitismo americano, e laggiù, con la cultura islamica che non distingue fra religione e politica, fra fede e laicità, questa omologazione fra essere cristiani ed essere americani diventa strutturale. Loro vedono il cristianesimo connesso agli aggressori americani, e per questo lo contrastano; e nessuno prende le distanze per far loro capire che cristianesimo e guerra sarebbero del tutto incompatibili. Ecco, allora, che non c’è da meravigliarsi di questi episodi di violenza cieca: in Iraq e in Afganistan le vittime civili sono centinaia di migliaia, e persone che hanno sofferto per la perdita dei loro cari e delle loro cose sono altrettanto numerose, e piene di odio per gli aggressori, e non distinguono fra gli aggressori assassini e chi cerca di alleviare le sofferenze indotte da loro.
Diventa la storia delle nostre missioni di pace in quelle contrade. Mentre gli USA e gli Inglesi continuano a massacrare il prossimo, e gli incidenti con le vittime civili sono quasi quotidiani, noi ci presentiamo come opera pia che lavora per la pace e la democrazia di quelle popolazioni. Sarebbe come se, al tempo dell’invasione tedesca della Russia, secondo conflitto mondiale, la Repubblica di S. Marino avesse mandato truppe al seguito dei nazisti per alleviare le sofferenze del popolo russo.
Non vi sembra, cari lettori, che sarebbe più fisiologico bloccare la macchina che produce le vittime, prima di occuparsi delle vittime stesse? Non c’è forse il rischio, se non si blocca la macchina, che esse, uscite dal pronto soccorso, vi debbano subito rientrare? E poi, non esiste forse il rischio, per i nostri soldati, di venire colpiti in quanto fiancheggiatori degli aggressori?
Ma tornando a noi, io penso che la povera vittima dei talebani non sia stata uccisa come cristiana, ma come americana, come i preti vittime dei partigiani nella guerra civile come al tempo della guerra di Salò, non sono stati uccisi in quanto preti, ma in quanto o fascisti, o fiancheggiatori degli stessi.
Se uno avesse incarnato un po’ di cristianesimo, invece di dedicarsi a sacralizzare i potenti di questo mondo, i cristiani sarebbero stati a fianco del popolo nella Rivoluzione Francese e in quella Russa, e a fianco dei poveri al tempo del fascismo e del nazismo. Se avessero fatto questo, non ci sarebbe stato bisogno né della rivoluzione Francese, né di quella Russa, e anche Benito e Adolfo sarebbero stati messi in qualche ospedale psichiatrico, a smaltire i loro deliri di potenza, mentre qualche frate rammentava loro che essi pure dovevano morire.
Invece non è andata così, e l’informazione, oggi come ieri, continua ad alienarci, e il fallimento planetario del cristianesimo reale per omissione di profezia non solo viene sottaciuto, ma la stessa gerarchia, responsabile prima di questo, si accredita come vittoria della cattiveria e della crudeltà dei nemici della “vera fede”.
Avanti pure, fratelli…. Mi sa proprio che nella Geenna il trio degli ipocriti, dei farisei, e dei ricchi Epuloni, cioè di noi stessi, potrà allietare gli altri ospiti coi propri ululati e lo stridore dei denti, per l’eternità…..
Mario Mariotti
Domenica 01 Marzo,2009 Ore: 17:35
13 ott 2009
I martiri a causa della fede
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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