29 GIUGNO 2007
SOLENNITA’ DEI SANTI APOSTOLI
PIETRO E PAOLO.
FATIMA, MEDJUGORJE, OPERA CENACOLO
FAMILIARE.
1. F A T I M A .
IL MESSAGGIO DI FATIMA
Trascrivo parte del documento emesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 Giugno 2000.
PRESENTAZIONE
Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del “segreto di Fatima”. Gli eventi drammatici e crudeli del secolo XX° , uno dei più cruciali della storia dell’uomo, culminato con l’attentato cruento al “dolce Cristo in terra “ci apre dunque un velo su di una realtà che fa storia e che la interpreta in profondità, secondo una dimensione spirituale a cui la mentalità moderna, spesso venata di razionalismo, è refrattaria.
Apparizioni e segni soprannaturali punteggiano la storia, entrano nel vivo delle vicende umane e accompagnano il cammino del mondo, sorprendendo credenti e non credenti. Queste manifestazioni, che non possono contraddire il contenuto della fede, debbono convergere verso l’oggetto centrale dell’annuncio di Cristo: l’amore del Padre che suscita negli uomini la conversione e dona la grazia per abbandonarsi a Lui con devozione filiale. Tale è anche il messaggio di Fatima che, con l’accorato appello alla conversione e alla penitenza, sospinge in realtà al cuore del Vangelo.
Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne. La prima e la seconda parte del “segreto” – che vengono pubblicate nell’ordine per completezza di documentazione – riguardano innanzi tutto la spaventosa visione dell’inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e poi la previsione dei danni immani che la Russia, nella sua defezione dalla fede cristiana e nell’adesione al totalitarismo comunista, avrebbe recato all’umanità.
Nessuno nel 1917 avrebbe potuto immaginare tutto questo: i tre pastorinhos di Fatima vedono, ascoltano, memorizzano, e Lucia, la testimone sopravvissuta, nel momento in cui riceve il comando del Vescovo di Leiria e il permesso di Nostra Signora, mette per iscritto.
Per quanto riguarda la descrizione delle prime due parti del “segreto”, peraltro già pubblicato e perciò conosciuto, è stato scelto il testo scritto da Lucia nella terza memoria del 31 Agosto 1941; nella memoria dell’8 dicembre 1941 vi aggiunge poi qualche annotazione.
La terza parte del “segreto “fu scritta “ per ordine di Sua Eccellenza il Vescovo di Leiria e della Santissima Madre…” il 3 gennaio 1944.
Esiste un solo manoscritto, che viene qui riprodotto fotostaticamente. La busta sigillata fu custodita dapprima dal Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il “segreto”, la busta fu consegnata il 4 aprile 1957 all’Archivio Segreto del Sant’Uffizio. Suor Lucia fu avvertita di ciò dal Vescovo di Leiria.
Secondo appunti d’Archivio, d’accordo con l’Em.mo Card. Alfredo Ottavini, il 17 agosto 1959 il Commissario del Sant’Uffizio, Padre Pierre Paul Philippe,O.P., portò a Giovanni XXIII la busta contenente la terza parte del “segreto di Fatima”. Sua Santità “dopo talune esitazioni” disse: “Aspettiamo. Pregherò. Le farò sapere ciò che ho deciso “.
In realtà Papa Giovanni XXIII decise di rinviare la busta sigillata al Sant’Uffizio e di non rivelare la terza parte del ”segreto”.
Paolo VI lesse il contenuto con il Sostituto Sua Ecc.za Mons. Angelo dell’Acqua il 27 marzo 1965. e rinviò la busta all’Archivio del Sant’Uffizio, con la decisione di non pubblicare il testo.
Giovanni Paolo II, da parte sua, ha richiesto la busta contenente la terza parte del “segreto” dopo l’attentato del 13 maggio 1981. Sua Eminenza il Card. Franjo Seper, Prefetto della Congregazione, consegnò a Sua Ecc.za Mons. Edoardo Martinez Somalo, Sostituto della Segreteria di Stato, il 18 luglio 1981, due buste: una bianca, con il testo originale di Suor Lucia in lingua portoghese; - un’altra colore arancione, con la traduzione del “segreto “ in lingua italiana. L’11 agosto seguente Mons. Martinez ha restituito le due buste all’Archivio del sant’uffizio.
Come è noto Papa Giovanni Paolo II pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria e compose egli steso una preghiera per quello che definì “ Atto di affidamento “ da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore IL 7 GIUGNO 1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600° anniversario del primo Concilio Costantinopolitano, e il 1550° anniversario del Concilio di Efeso. Essendo il Papa forzatamente assente venne trasmessa la sua allocuzione registrata. Riportiamo il testo che si riferisce esattamente all’atto di affidamento.
“ O Madre degli uomini e dei popoli, Tu conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene ed il male, tra la luce e le tenebre che scuotono il mondo, accogli il nostro grido rivolto nello Spirito Santo direttamente al Tuo Cuore e abbraccia con l’amore della Madre e della Serva del Signore coloro che questo abbraccio più aspettano, e insieme coloro il cui affidamento Tu attendi in modo particolare: Prendi sotto la Tua protezione materna l’intera famiglia umana che, con affettuoso trasporto, a Te, o Madre, noi affidiamo.. S’avvicini per tutti il tempo della pace e della libertà, il bene della verità, della giustizia e della speranza “.
Ma il Santo Padre, per rispondere più pienamente alle domande di “Nostra Signora” volle esplicitare durante l’Anno Santo della Redenzione l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel ricordo del fiat pronunciato da Maria al momento dell’Annunciazione, il 25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente “convocati”, il Papa affida al Cuore Immacolato di Maria gli uomini e i popoli, con accenti che rievocano le accorate parole pronunciate nel 1981:
“ E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente le lotte tra il bene il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo
direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo , pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.
“Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! “
Poi il Papa continua con maggiore forza e concretezza di riferimenti, quasi commentando il Messaggio di Fatima nei suoi tristi avvenimenti. Ecco, trovandoci davanti a te, Madre di Cristo, dinanzi al tuo Cuore Immacolato, desideriamo, insieme con tutta la Chiesa, unirci alla consacrazione che, per amore nostro, il Figlio Tuo ha fatto di se stesso al Padre: “ Per loro - Egli ha detto – io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità “ (Gv.17,19 ). Vogliamo unirci al nostro Redentore in questa consacrazione per il mondo e per gli uomini, la quale, nel suo Cuore divino, ha la potenza di ottenere il perdono e di procurare la riparazione.
La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel cuore dell’uomo e nella sua storia e che, di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.
Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l’umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo, in unione con Cristo stesso! L’opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa.
Lo manifesta il presente Anno della Redenzione: il Giubileo straordinario di tutta la Chiesa.
Sii benedetta, in questo Anno Santo, sopra ogni creatura Tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisti alla Divina chiamata!
Sii salutata Tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del Tuo Figlio!
Madre della Chiesa! Illumina il popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità! Illumina specialmente i popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento. Aiutaci a vivere nella verità della consacrazione di Cristo per l’intera famiglia umana del mondo contemporaneo.
AffidandoTi, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo anche la stessa consacrazione del mondo, mettendola nel Tuo Cuore materno.
Oh, Cuore Immacolato, aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli uomini di oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla vita presente e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, da un’autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni forma di ingiustizia nella vita sociale, nazionale ed internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dal tentativo di offuscare nei cuori umani la verità stessa di Dio, liberaci!
Dallo smarrimento della coscienza del bene e del male, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci!
Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società!
Aiutaci con la potenza dello Spirito Santo a vincere ogni peccato : il peccato dell’uomo e il “peccato del mondo”, il peccato in ogni sua manifestazione.
Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza dell’Amore misericordioso! Che esso arresti il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della speranza”.
Suor Lucia confermò personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva Nostra Signora: “ Sì, è stata fatta, così come Nostra Signora
l’aveva chiesto, il 25 marzo 1984 “ : lettera dell’8 novembre 1989. Ogni discussione perciò ed ogni ulteriore petizione sono senza fondamento.
Nella documentazione che viene offerta si aggiungono ai manoscritti di Suor Lucia quattro altri testi: 1) le lettera del Santo Padre a Suor Lucia in data 19 aprile 2000; 2) una descrizione del colloquio avuto con Suor Lucia in data 27 aprile 2000; 3) la comunicazione letta per incarico del Santo Padre, a Fatima il 13 maggio c.a. da Sua Eminenza il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato; 4) il commento teologico di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Un’indicazione per l’interpretazione della terza parte del “segreto” era già stata offerta da Suor Lucia in una lettera al Santo Padre del 12 maggio 1982. In essa dice:
“ La terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no (la Russia) spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte “ (13-VII-1917).
“ La terza parte del “segreto” è una rivelazione simbolica, che si riferisce a questa parte del Messaggio, condizionato dal fatto se accettiamo o no ciò che il Messaggio stesso ci chiede: “ Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, ecc. “.
Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi errori. E se non costatiamo ancora la consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi. Se non rinunciamo al cammino di peccato, di odio, di vendetta, di ingiustizia violando i diritti della persona umana, di immoralità e di violenza, ecc.
E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e ci chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono responsabili “ .
La decisione del Santo Padre Giovanni Paolo II di rendere pubblica la terza parte del segreto di Fatima chiude un tratto di storia, segnata da tragiche volontà umane di potenza e di iniquità, ma permeata dall’amore misericordioso di Dio e dalla premurosa vigilanza della Madre di Gesù e della Chiesa.
Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità dell’uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali si costruisce la storia dell’umanità.
La Madonna apparsa a Fatima ci richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell’uomo in Dio, di cui siamo parte attiva e responsabile.
Tarciso Bertone, SDB, Arcivescovo emerito di Vercelli, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
IL “ SEGRETO DI FATIMA.
PRIMA E SECONDA PARTE DEL SEGRETO
NELLA REDAZIONE FATTANE DA SUOR
LUCIA NELLA “TERZA MEMORIA” DEL
31 AGOSTO 1941, DESTINATA AL VESCOVO
DI LEIRIA-FATIMA.
“ Dovrò perciò parlare un po’ del segreto e rispondere al primo punto interrogativo.
Cos’è il segreto. Mi pare di poterlo dire, perché dal Cielo ne ho già il permesso. I rappresentanti di Dio in terra mi hanno pure autorizzata, varie volte in varie lettere, una delle quali credo sia conservata dall’Ecc. V. Rev.ma, quella del p. Giuseppe Bernardo Gonzales, nella quale mi ordina di scrivere al Santo padre. Uno dei punti che mi indica, è la rivelazione del segreto. Qualcosa ho detto, ma per non allungare troppo quello scritto, che doveva essere breve, mi limitai all’indispensabile lasciando a Dio l’opportunità d’un momento più favorevole.
Ho già esposto nel secondo scritto, il dubbio che mi tormentò dal 13 giugno al 13 luglio, e che in questa apparizione sparì.
Bene. Il segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per rivelare.
La prima dunque fu la visione dell’inferno.
La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo ( nella prima apparizione) , altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore.
In seguito alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza:
Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore immacolato: Se faranno quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, sotto il pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini , per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà. E sarà concesso al mondo un periodo di pace.
TERZA PARTE DEL SEGRETO
LA TERZA PARTE DEL SEGRETO RIVELATO IL 13
LUGLIO 1917 NELLA COVA DI IRIA-FATIMA
Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco di più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo, ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui. L’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio” qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti “ un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida , in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
Tuy-3-1-1944 “.
INTERPRETAZIONE DEL SEGRETO
LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II A SUOR LUCIA
“ Reverenda Suor Lucia Convento di Coimbra.
Nel tripudio delle feste pasquali Le porgo l’augurio di Gesù Risorto ai discepoli: “ La pace sia con voi “.
Sarò lieto di poterla incontrare nell’atteso giorno della beatificazione di Francesco e Giacinta che, a Dio piacendo, proclamerò il 13 maggio p.v.
Siccome però in quel giorno non ci sarà il tempo per un colloquio, ma solo per un breve saluto, ho incaricato appositamente di venire a parlare con Lei Sua Eccellenza Monsignor Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. E’ la Congregazione che collabora più strettamente con il Papa per la difesa della vera fede cattolica, e che ha conservato, come Lei sa, dal 1957, la Sua lettera manoscritta contenente la terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria, Fatima.
Mons. Bertone, accompagnato del Vescovo di Leiria, Sua Eccellenza Monsignor Serafin de Sousa Ferriera e Silva, viene a mio nome per fare qualche domanda sull’interpretazione della “terza parte del segreto”.
Reverenda Suor Maria Lucia, parli pure apertamente e sinceramente a Monsignor Bertone, che riferirà direttamente a me le Sue risposte.
Prego ardentemente la Madre del Risorto per lei, per la Comunità di Coimbra e per tutta la Chiesa. Maria, Madre dell’umanità pellegrina, ci tenga sempre stretti a Gesù, Suo Figlio Diletto e nostro fratello, Signore della vita e della gloria.
Con una speciale benedizione apostolica.
GIOVANNI PAOLO II
Vaticano, 19 aprile 2000.
COLLOQUIO AVUTO CON SUOR LUCIA DE JESUS
E DO CORACAO IMACULADO
L’appuntamento di Suor Lucia con Sua Ecc.za Mons. Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, incaricato dal Santo Padre, e Sua Ecc.za Mons. Serafin de Sousa Ferriera e Silva, Vescovo di Leiria-Fatima, è avvenuto giovedì 27 aprile u.s., nel Carmelo di Santa Teresa di Coimbra.
Suor Lucia era lucida e serena; era molto contenta dell’andata a Fatima del Santo Padre per la beatificazione di Francesco e Giacinta, da lei tanto attesa.
Il Vescovo di Leiria-Fatima lesse la lettera autografa del Santo Padre che spiegava i motivi della visita. Suor Lucia se ne sentì onorata e la rilesse personalmente contemplandola nelle proprie mani. Si disse disposta a rispondere francamente a tutte le domande.
A questo punto Sua Ecc,za Mons. Tarcisio Bertone le presenta le due buste: quella esterna e quella con dentro la lettera contenente la terza parte del segreto di Fatima ed essa dice subito, toccandola con le dita: “ E’ la mia carta “, e poi leggendola: “è la mia scrittura”.
Con l’aiuto del Vescovo di Leiria-Fatima, viene letto ed interpretato il testo originale, che è in lingua portoghese. Suor Lucia condivide l’interpretazione secondo cui la terza parte del segreto consiste in una visione profetica, paragonabile a quelle della storia sacra. Essa ribadisce la sua convinzione che la visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta del comunismo ateo contro la Chiesa e i cristiani, e descrive l’immane sofferenza delle vittime della Fede nel XX° secolo.
Alla domanda “il personaggio principale della visione è il Papa? “, Suor lucia risponde subito di sì e ricorda che i tre pastorelli erano molto addolorati della sofferenza del Papa e Giacinta ripeteva: “Poverino il Santo Padre, ho molta pena per i peccatori!”. Suor Lucia continua: “ Noi non sapevamo il nome del Papa , non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi”.
Quanto al passo concernente il Vescovo vestito di Bianco, cioè il Santo Padre, come subito percepirono i pastorelli durante la visione - che è colpito a morte e cade per terra, Suor lucia condivide pienamente l’affermazione del Papa: “ Fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte “ ( Giovanni Paolo II, Medicazione del Policlinico Gemelli ai Vescovi Italiani, 13 maggio 19994 ).
Poiché Suor Lucia, prima di consegnare all’allora Vescovo di Leiria-Fatima la busta sigillata contenente la terza parte del segreto, aveva scritto sulla busta esterna che poteva essere aperta solo dopo il 1960, o dal Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria, Sua Ecc.za Mons. Bertone le domanda: “ Perché la scadenza del 1960?. E’ stata la Madonna ad indicare tale data?”. Suor Lucia risponde :”Non è stata la Signora, ma sono stata io a mettere la data del 1960 perché secondo la mia intuizione, prima del 1960 non si sarebbe capito, si sarebbe capito solo dopo. Ora si può capire meglio. Io ho scritto ciò che ho visto, non spetta a me l’interpretazione, ma al Papa”.
Infine viene menzionato il manoscritto non pubblicato che Suor Lucia ha preparato come risposta a tante lettere di devoti della Madonna e di pellegrini. L’opera reca il titolo “Os agelos da Mensagen de Fatima” e raccoglie pensieri e riflessioni che esprimono i suoi sentimenti e la sua limpida e semplice spiritualità, in chiave catechistica e parenetica. Le è stato chiesto se era contenta che fosse pubblicato, ed ha risposto; “ Se il Santo Padre è d’accordo, io sono contenta, altrimenti obbedisco a ciò che decide il Santo Padre”. Suor Lucia desidera sottoporre il testo all’approvazione dell’Autorità Ecclesiastica, e nutre la speranza di contribuire con il suo scritto a guidare gli uomini e le donne di buona volontà nel cammino che conduce a Dio, termine ultimo di ogni umana attesa.
Il colloquio si conclude con uno scambio di rosari: a Suor Lucia viene consegnato quello donato dal Santo Padre, ed ella, a sua volta, consegna alcuni rosari da lei personalmente confezionati.
La benedizione impartita a nome del Santo Padre chiude l’incontro.
COMUNICAZIONE DI SUA EMINENZA IL CARD. ANGELO SODANO, SEGRETARIO DI STATO DI SUA
SANTITA’.
Al termine della solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II a Fatima, il cardinale Angelo
Sodano, Segretario di Stato, ha pronunziato in portoghese le parole che qui riportiamo nella traduzione italiana.
Fratelli e sorelle nel Signore!
Nella solenne circostanza della Sua venuta a Fatima, il Sommo Pontefice mi ha incaricato di darvi un annuncio. Come è noto, scopo della Sua venuta a Fatima è stata le beatificazione dei due pastorinhos. Egli tuttavia vuole attribuire a questo suo pellegrinaggio anche il valore di un rinnovato gesto di gratitudine verso la Madonna per la protezione a Lui accordata durante questi anni di pontificato. E’ una protezione che sembra toccare anche la cosiddetta terza parte del segreto di Fatima.
Tale testo costituisce una visione profetica paragonabile a quello della Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico.
La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. E’una interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo secolo.
Secondo l’interpretazione dei pastorinhos, interpretazione confermata anche recentemente da Suor Lucia, il “Vescovo vestito di bianco” che prega per tutti i fedeli è il Papa. Anch’Egli, camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati ( vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco.
Dopo l’attentato del 13 maggio 1981, a Sua Santità apparve chiaro che era stata “ una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola”, permettendo al “Papa agonizzante” di fermarsi “sulla soglia della morte” (Giovanni Paolo II, Meditazioni con i Vescovi italiani dal Policlinico Gemelli, in: Insegnamenti, vol. XVII, 1994, p. 1061). In occasione di un passaggio da Roma dell’allora Vescovo di Leiria-Fatima, il Papa decise di consegnargli la pallottola, che era rimasta nella jeep dopo l’attentato, perché fosse custodita nel Santuario. Per iniziativa del Vescovo essa fu poi incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima.
I successivi avvenimenti del 1989 hanno portato, sia in Unione Sovietica che in numerosi paesi dell’Est, alla caduta del regime comunista che propugnava l’ateismo. Anche per questo il Sommo Pontefice ringrazia dal profondo del cuore la Vergine Santissima. Tuttavia, in altre parti del mondo gli attacchi contro la Chiesa e i cristiani, con il peso di sofferenza che portano con sé, non sono purtroppo cessati. Anche se le vicende a cui fa riferimento la terza parte del segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato, la chiamata della Madonna alla conversione e alla penitenza, pronunciata all’inizio del ventesimo secolo, conserva ancora oggi una sua stimolante attualità. “ La Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i segni dei tempi, i segni del nostro tempo… L’insistente invito di Maria Santissima alla penitenza non è che la manifestazione materna per le sorti della famiglia umana, bisognosa di conversione e di perdono” (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 1997,n.1,in:Insegnamenti, vol. XIX2,1996,p.561).
Per consentire ai fedeli di meglio recepire il messaggio della Vergine di Fatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il compito di rendere pubblica la terza parte del segreto, dopo averne preparato un opportuno commento.
Fratelli e sorelle, ringraziamo la Madonna di Fatima della sua protezione. Alla sua materna intercessione affidiamo la Chiesa del Terzo Millennio.
Fatima, 13 maggio 2000
COMMENTO TEOLOGICO
…
Arriviamo così finalmente alla terza parte del segreto di Fatima qui per la prima volta pubblicato integralmente. Come emerge dalla documentazione precedente, l’interpretazione, che il Cardinale Sodano ha offerto nel suo testo del 13 maggio, è stata dapprima presentata personalmente a Suor Lucia. Suor Lucia al riguardo ha innanzitutto osservato che ad essa era stata data la visione, ma non la sua interpretazione. L’interpretazione, diceva, non compete al veggente, ma alla Chiesa. Essa però dopo la lettura del testo ha detto che questa interpretazione corrispondeva a quanto essa aveva sperimentato e che essa da parte sua riconosceva questa interpretazione come corretta. In quanto segue quindi si potrà solo cercare di dare un fondamento in maniera approfondita a questa interpretazione a partire dai criteri finora sviluppati.
Come parola chiave della prima e della seconda parte del segreto abbiamo scoperto quella di “salvare le anime”, così la parola chiave di questo segreto è il triplice grido: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”.Ci ritorna alla mente l’inizio del Vangelo: “ paenitemini et credite evangelio “ (Mc 1,15). Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l’urgenza della penitenza – della conversione – della fede. Questa è la risposta giusta al momento storico, che è caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno delineati nelle immagini successive. Mi permetto di inserire qui un ricordo personale; in un colloquio con me Suor Lucia mi ha detto che le appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità – tutto il resto intendeva solo portare a questo.
Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini. L’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio, ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse. Essa rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco. La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione – lo splendore della Madre di Dio , e, proveniente in un certo modo da questo l’appello alla penitenza. In tal modo viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare nello scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva. Il senso della visione non è quindi quello di mostrare un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. Perciò sono totalmente fuorvianti quelle spiegazioni fatalistiche del segreto che ad esempio dicono che l’attentatore del 13 maggio 1981 sarebbe stato in definitiva uno strumento del piano divino guidato dalla Provvidenza e che pertanto non avrebbe potuto agire liberamente, o altre idee simili che circolano. La visione parla piuttosto di pericoli e della via per salvarsi da essi.
Le frasi seguenti del testo mostrano ancora una volta molto chiaramente il carattere simbolico della visione. Dio rimane l’incommensurabile e la luce che supera ogni nostra visione. Le persone umane appaiono come uno specchio. Dobbiamo tenere continuamente presente questa limitazione interna della visione, i cui confini vengono qui visivamente indicati. Il futuro si mostra solo “come in uno specchio, in maniera confusa” (Cfr. 1Cor. 13,12) . Prendiamo ora in considerazione le singole immagini, che seguono nel testo del segreto. Il luogo dell’azione viene descritto con tre simboli: una ripida montagna, una grande città mezza in rovina e finalmente una grande croce di tronchi grezzi. Montagna e città simboleggiano il luogo della storia umana: la storia come faticosa ascesa verso l’alto, la storia come luogo dell’umana creatività e convivenza, ma allo stesso tempo come luogo delle distruzioni, nelle quali l’uomo annienta l’opera del suo proprio lavoro. La città può essere luogo di comunione e di progresso, ma anche luogo del pericolo e della minaccia più estrema. Sulla montagna sta la Croce – meta e punto di orientamento della storia. Nella croce la distruzione è trasformata in salvezza; si erge come segno della miseria della storia e come promessa per essa.
Appaiono poi qui delle persone umane: il vescovo vestito di bianco (“ abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e finalmente uomini e donne di tutte le classi e gli strati sociali. Il Papa sembra precedere gli altri, tremando e soffrendo per tutti gli orrori, che lo circondano. Non solo le case della città giacciono mezze in rovina – il suo cammino passa in mezzo ai cadaveri dei morti. La via della Chiesa viene così descritta come una Via Crucis, come un cammino in un tempo di violenza, di distruzioni e di persecuzioni. Si può trovare raffigurata in questa immagine la storia di un intero secolo. Come i luoghi della terra sono sinteticamente raffigurati nelle due immagini della montagna e della città e sono orientati alla croce, così anche i tempi sono presentati in modo contratto: nella visione noi possiamo riconoscere il secolo trascorso come secolo dei martiri come secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali, che ne hanno riempito tutta la seconda metà e hanno fatto sperimentare nuove forme di crudeltà. Nello “specchio” di questa visione vediamo passare i testimoni della fede di decenni. Al riguardo sembra opportuno menzionare una frase della lettera che Suor Lucia scrisse al Santo padre il 12 maggio 1982: “la terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no (la Russia) spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte”.
Nella Via crucis di un secolo la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all’attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce. Nella visione anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri. Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del segreto, riconoscervi il suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: “… fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte” ( 13 maggio 1994). Che qui una “mano materna” abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni.
La conclusione del segreto ricorda immagini, che Lucia può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto deriva da antiche intuizioni di fede. E’ una visione consolante, che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia di sangue e lacrime. Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri ed irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio. Il sangue di Cristo e il sangue dei Martiri vengono qui considerati insieme: il sangue dei Martiri scorre dalle braccia della Croce. Il loro martirio si compie in solidarietà con la passione di Cristo, diventa una cosa sola con essa.. essi completano a favore del corpo di Cristo, ciò che ancora manca alle sue sofferenze ( Col.1,24 ). La loro vita è divenuta essa stessa eucaristica, inserita nel mistero del chicco di grano che muore e diventa fecondo. Il sangue dei martiri è seme di cristiani, ha detto Tertulliano. Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del segreto , così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con un’immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diventa segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo.. Nelle amorose mani di Dio non sono accolti soltanto i sofferenti come Lazzaro, che trovò la grande consolazione e misteriosamente rappresenta Cristo, che volle divenire per noi il povero Lazzaro, vi è qualcosa di più: dalla sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento, perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica.
Siamo così giunti ad un’ultima domanda: Che cosa significa nel suo insieme (nelle sue tre parti) il segreto di Fatima? Che cosa dice a noi? Innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano: “le vicende a cui fa riferimento la terza parte del segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato “. Nella misura in cui i singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre simili appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non essere pastura per la nostra curiosità. Ciò che rimane l’abbiamo visto subito all’inizio delle nostre riflessioni sul testo del segreto: l’esortazione alla preghiera come via per la “salvezza delle anime” e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione.
Vorrei alla fine riprendere ancora un’altra parola chiave del segreto divenuta giustamente famosa: “ il Mio Cuore Immacolato trionferà”. Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie.. Il fiat di Maria, la parola del suo Cuore , ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo modo il Salvatore – perché grazie a questo “Sì” Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell’uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l’ultima parola. Da allora vale la parola: “ Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo “ (Gv. 16,33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.
Joseph Card. Ratzinger
Prefetto della Congregazione
Per la Dottrina della Fede
2. MEDJUGORJE
( Riporto parte di un capitolo tratto dal libro di
Padre Livio Fanzaga intitolato “ LA DONNA E IL
DRAGO )
I DIECI SEGRETI DI MEDJUGORJE
Il grande interesse delle apparizioni di Medjugorje non riguarda soltanto lo straordinario evento che si è andato manifestando a partire dal lontano 1981, ma anche, e in misura crescente, il futuro immediato dell’intera umanità. La lunga permanenza della Regina della pace è in vista di un passaggio storico denso di pericoli mortali. I segreti che la Madonna ha rivelato ai veggenti riguardano avvenimenti prossimi di cui la nostra generazione sarà testimone. Si tratta di una prospettiva sull’avvenire che, come non di rado accade nelle profezie, rischia di sollevare ansie e perplessità. La stessa Regina della pace è bene attenta a sollecitare le nostre energie sul cammino di conversione, senza nulla concedere all’umano desiderio di conoscere il futuro. Tuttavia comprendere il messaggio che la Santa Vergine ci vuole trasmettere con la pedagogia dei segreti è fondamentale. La loro rivelazione infatti rappresenta in ultima istanza un grande dono della divina misericordia.
Va innanzitutto detto che i segreti, nel significato di avvenimenti che riguardano il futuro della Chiesa e del mondo, non sono una novità delle apparizioni di Medjugorje, ma hanno un loro precedente di straordinario impatto storico nel segreto di Fatima. Il 13 luglio del 1917 la Madonna ai tre bambini di Fatima aveva rivelato a grandi linee la drammatica Via Crucis della Chiesa e dell’umanità lungo il secolo ventesimo. Tutto ciò che aveva preannunciato si è poi puntualmente realizzato. I segreti di Medjugorje si collocano in questa luce, anche se la grande diversità in rapporto al segreto di Fatima sta nel fatto che ognuno di essi verrà rivelato prima che accada. La pedagogia mariana del segreto fa quindi parte di quel piano divino di salvezza che è incominciato a Fatima e che, attraverso Medjugorje, abbraccia l’immediato futuro.
Va inoltre sottolineato il fatto che l’anticipazione dell’avvenire, che è la sostanza dei segreti, fa parte del modo con cui Dio si rivela nella storia. Tutta la Sacra Scrittura è, a ben guardare, una grande profezia e lo è in modo speciale il suo libro conclusivo, l’Apocalisse, che getta la luce divina sull’ultima tappa della storia della salvezza, quella che va dalla prima alla seconda venuta di Gesù Cristo. Nel rivelare il futuro Dio manifesta la sua signoria sulla storia. Lui soltanto infatti può conoscere con certezza ciò che accadrà. La realizzazione dei segreti è un forte argomento di credibilità della fede, oltre che un aiuto che Dio offre in situazioni di grande difficoltà. In particolare i segreti di Medjugorje saranno una prova per la verità delle apparizioni e una manifestazione grandiosa della divina misericordia in vista dell’avvento del mondo nuovo della pace.
Il numero dei segreti dati dalla Regina della pace è rilevante. Dieci è un numero biblico, che richiama alla mente le dieci piaghe d’Egitto. Si tratta però di un accostamento rischioso perché almeno uno di essi, il terzo, non è un “castigo”, ma un segno divino di salvezza. Nel momento in cui viene scritto questo libro (maggio 2002) tre dei veggenti, quelli che non hanno più le apparizioni quotidiane ma annuali, affermano di avere già ricevuto dieci segreti. Gli altri invece, quelli che hanno ancora le apparizioni di ogni giorno, ne hanno ricevuto nove. Nessuno dei veggenti conosce i segreti degli altri e fra loro non ne parlano. Si suppone tuttavia che i segreti siano uguali per tutti. Ma uno solo dei veggenti, Mirjana, ha ricevuto il compito dalla Madonna di rivelarli al mondo prima che accadano.
Si può dunque parlare di dieci segreti di Medjugorje. Essi riguardano un futuro non molto lontano, in quanto sarà Mirjana e un sacerdote da lei scelto a rivelarli. Si può ragionevolmente arguire che essi non incominceranno a realizzarsi se non dopo che saranno stati rivelati a tutti e sei i veggenti. Ciò che dei segreti si può sapere è così sintetizzato dalla veggente Mirjana: “Io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubicic. Io devo dire a lui dieci giorni prima che cosa succede e dove. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima lui dovrà dirlo a tutti. Lui non ha il diritto di scegliere: di dire o di non dire. Lui ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. La Madonna dice sempre: “Non parlate dei segreti, ma pregate e chi sente me come Madre e Dio come Padre, non abbia paura di niente”.
Alla domanda se i segreti riguardano la Chiesa o il mondo, Mirjana risponde: “ Io non voglio essere così precisa, perché i segreti sono segreti. Dico solo che i segreti riguardano tutto il mondo”. Per quanto riguarda il terzo segreto tutti i veggenti lo conoscono e sono concordi nel descriverlo: “Ci sarà un segno sulla collina delle apparizioni – afferma Mirjana – come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è presente qui come nostra mamma. Sarà un segno bellissimo, che non si può fare con mani umane. E’ una realtà che rimane e che viene dal Signore”.
Per quanto riguarda il settimo segreto Mirjana afferma: “ Io ho pregato la Madonna se fosse possibile che almeno una parte di quel segreto si cambiasse. Lei ha risposto che dovevamo pregare. Abbiamo pregato moltissimo e Lei ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è la volontà del Signore che si debba realizzare”. Mirjana sostiene con molta convinzione che ormai nessuno dei dieci segreti può essere mutato. Essi verranno annunziati al mondo tre giorni prima, quando il sacerdote dirà che cosa accadrà e dove si verificherà l’avvenimento. In Mirjana ( come negli altri veggenti ) c’è l’intima sicurezza, non sfiorata da nessun dubbio, che quanto la Madonna ha rivelato nei dieci segreti necessariamente si realizzerà.
A parte il terzo segreto che è un segno di straordinaria bellezza e il settimo, che in termini apocalittici si potrebbe chiamare “flagello” (Apocalisse 15,1), non si conosce il contenuto degli altri segreti. Ipotizzarlo è sempre rischioso, come d’altra parte dimostrano le più disparate interpretazioni della terza parte del segreto di Fatima, prima che fosse resa nota. Alla domanda se gli altri segreti siano “negativi” Mirjana ha risposto: “Non posso dire nulla”. E’ tuttavia possibile, con una riflessione complessiva sulla presenza della Madonna della pace e sull’insieme dei suoi messaggi, arrivare alla conclusione che l’insieme dei segreti riguardi proprio quel bene supremo della pace che oggi è a rischio, con grande pericolo per il futuro del mondo.
Colpisce nei veggenti di Medjugorje e in particolare in Mirjana, alla quale la Madonna ha affidato la grave responsabilità di rendere noti i segreti al mondo, l’atteggiamento di grande serenità. Siamo ben lontani da un certo clima di angoscia e di oppressione che caratterizza non poche supposte rivelazioni che prolificano nel sottobosco religioso. Infatti lo sbocco finale è pieno di luce e di speranza. Si tratta in ultima analisi di un passaggio di estremo pericolo del cammino umano, ma che condurrà al golfo di luce di un mondo abitato dalla pace. La Madonna stessa, nei suoi messaggi pubblici, non fa accenno ai segreti, anche se non tace i pericoli che ci stanno davanti, ma preferisce volgere lo sguardo oltre, al tempo di primavera verso il quale vuole condurre l’umanità.
Indubbiamente la Madre di Dio “ non è venuta per farci paura “, come amano ripetere i veggenti. Lei ci sollecita alla conversione non con le minacce, ma con appello di amore. Tuttavia il suo grido : “ Vi supplico, convertitevi! “, sta ad indicare la serietà della situazione. L’ultimo decennio del secolo ha dimostrato quanto proprio nei Balcani, dove la Madonna appare, la pace fosse in pericolo. All’inizio del nuovo millennio nuvole minacciose si sono addensate all’orizzonte. I mezzi di distruzione di massa rischiano di diventare protagonisti in un mondo attraversato dall’incredulità, dall’odio e dalla paura. Siamo forse giunti al momento drammatico in cui verranno versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio (cfr. Apocalisse 16,1)? Potrebbe infatti esserci un flagello più terribile e più pericoloso per l’avvenire del mondo di una guerra nucleare? E’ corretto leggere nei segreti di Medjugorje un segno estremo della divina misericordia nella fase più drammatica della storia dell’umanità?
ANALOGIA CON IL SEGRETO DI FATIMA
E’ stata la stessa Regina della pace ad affermare di essere venuta a Medjugorje per realizzare ciò che aveva incominciato a Fatima. Si tratta dunque di un unico piano di salvezza che va considerato nel suo svolgimento unitario. In questa prospettiva aiuterà certamente a comprendere i dieci segreti di Medjugorje un accostamento con il segreto di Fatima. Si tratta di cogliere delle analogie che aiutino ad affermare in profondità quanto la Madonna vuole insegnarci con la pedagogia dei segreti. E’ infatti possibile cogliere somiglianze e differenze che si illuminino e si sostengano a vicenda.
Innanzitutto bisogna dare una risposta agli interrogativi di chi si è chiesto che significato avesse rivelare la terza parte del segreto di Fatima dopo che si era già adempiuto. La profezia ha un grande valore apologetico e salvifico se viene rivelata prima e non dopo. Il 13 maggio del 2000, quando a Fatima è stato reso noto il terzo segreto, un certo senso di delusione si è diffuso nell’opinione pubblica, che si attendeva rivelazioni riguardanti il futuro e non il passato dell’umanità.
Indubbiamente il fatto di trovare indicata in una rivelazione del 1917 la tragica Via Crucis del mondo e in particolare la sanguinosa persecuzione della Chiesa, fino all’attentato a Giovanni Paolo II, ha contribuito non poco a dare ulteriore prestigio al messaggio di Fatima. Tuttavia è lecito chiedersi perché mai Dio abbia permesso che la terza parte del segreto fosse conosciuta solo alla conclusione del secolo, quando ormai la Chiesa,nell’anno di grazia del Giubileo, volgeva il suo sguardo verso il terzo millennio.
A questo punto è ragionevole pensare che la divina sapienza abbia permesso che fosse conosciuta soltanto ora la profezia del 1917, perché voleva in questo modo preparare la nostra generazione all’imminente futuro, segnato dai segreti della Regina della pace. Guardando al segreto di Fatima, al suo contenuto e alla sua straordinaria realizzazione, noi siamo in grado di prendere sul serio i segreti di Medjugorje. Ci troviamo di fronte ad una mirabile pedagogia divina che vuole preparare spiritualmente gli uomini del nostro tempo ad affrontare la più grave crisi della storia, la quale non sta dietro le nostre spalle ma davanti ai nostri occhi. Coloro che hanno ascoltato la rivelazione del segreto , fatta il 13 maggio 2000 nella grande spianata della Cova da Iria, saranno i medesimi che ascolteranno la rivelazione dei segreti della Regina della pace tre giorni prima che si realizzino.
Ma è soprattutto per quanto riguarda i contenuti che è possibile trarre insegnamenti utili dal segreto di Fatima. Infatti, se lo analizziamo in tutte le sue parti, non riguarda gli sconvolgimenti nel cosmo, come avviene solitamente negli scenari apocalittici, ma i sovvertimenti nella storia umana, attraversata dalle ventate sataniche della negazione di Dio, dell’odio, della violenza e della guerra. Il segreto di Fatima è una profezia sul dilagare dell’incredulità e del peccato nel mondo, con le nefaste conseguenze di distruzione e di morte e con l’inevitabile tentativo di annientare la Chiesa. Protagonista negativo è il grande drago rosso che seduce il mondo e lo aizza contro Dio, cercando di portarlo alla rovina. Non per nulla lo scenario si apre con la visione dell’inferno e termina con quello della croce. E’ il tentativo di satana di portare alla rovina il maggior numero di anime e nello stesso tempo è l’intervento di Maria per salvare col sangue e le preghiere dei martiri.
E’ ragionevole pensare che i segreti di Medjugorje riecheggino, nella sostanza, tematiche di questo tipo. D’altra parte gli uomini non hanno certo cessato di offendere Dio come si è lamentata la Madonna a Fatima. Anzi, possiamo dire che l’onda limacciosa del male non ha fatto che crescere. E’ scomparso in molti paesi l’ateismo di Stato, ma ha progredito ovunque nel mondo una visione atea e materialista della vita. L’umanità, in questo inizio del terzo millennio, è ben lontana dal riconoscere e dall’accettare Gesù Cristo, il Re della pace. Al contrario dilagano l’incredulità e l’immoralità, l’egoismo e l’odio. Siamo entrati un una fase della storia nella quale gli uomini , sobillati da satana, non esiteranno a tirare fuori dai loro arsenali i più tremendi strumenti di distruzione di morte.
Affermare che alcuni aspetti dei segreti di Medjugorje possono riguardare guerre catastrofiche, nelle quali vengano usate le armi di distruzione di massa, come quelle nucleari, chimiche e batteriologice, significa in fondo fare previsioni umanamente fondate e ragionevoli. D’altra parte non bisogna dimenticare che la Madonna si è presentata nel piccolo villaggio dell’Erzegovina come la Regina della pace. Lei ha affermato che con la preghiera e il digiuno si possono fermare anche le guerre, per quanto violente esse siano. L’ultimo decennio del secolo, con le guerre di Bosnia e del Kossovo, è stata una prova generale, una profezia di quanto potrebbe accadere a questa umanità così lontana dal Dio dell’amore.
“ Sull’orizzonte della civiltà contemporanea – afferma Giovanni Paolo II -, specialmente di quella più sviluppata in senso tecnico-scientifico, i segni e i segnali di morte sono diventati particolarmente presenti e frequenti. Basta pensare alla corsa agli armamenti e al pericolo in essa insito, di un’autodistruzione nucleare “ ( Dominum et viv 57). “ La seconda metà del nostro secolo – quasi in proporzione agli errori e alle trasgressioni della nostra civiltà contemporanea – porta con sé una minaccia così orribile di guerra nucleare che non possiamo pensare a questo periodo se non in termini di accumulo incomparabile di sofferenze, fino alla possibile autodistruzione dell’umanità “ (Salv doloris, 8).
Tuttavia la terza parte del segreto di Fatima, più che la guerra, intende evidenziare con tinte drammatiche la feroce persecuzione della Chiesa, rappresentata dal vescovo vestito di bianco che sale il Calvario accompagnato dal popolo di Dio. E’ lecito interrogarsi se una persecuzione ancora più efferata non attenda la Chiesa nel prossimo futuro? Una risposta affermativa in questo momento potrebbe apparire esagerata, perché oggi il maligno ottiene le sue più vistose vittorie con l’arma della seduzione, grazia alla quale spegne la fede, raffredda la carità e svuota le chiese. Tuttavia segnali crescenti di odio anticristiano, accompagnati da esecuzioni sommarie, si diffondono nel mondo. C’è da aspettarsi che il drago “vomiterà” (Apocalisse 12,15) tutto il suo furore per perseguitare coloro che avranno perseverato, in modo particolare cercherà di annientare le schiere di Maria, che Lei si è preparate in questo tempo di grazia che stanno vivendo.
“ Dopo ciò vidi aprirsi nel cielo il tempio che contiene la Tenda della Testimonianza; dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette fragelli, vestiti di lino puro, splendente e cinti al petto con cinture d’oro. Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro colme dell’ira di Dio che vive nei secoli dei secoli. Il tempio si riempì del fumo che usciva dalla gloria di Dio e dalla sua potenza. Nessuno poteva entrare nel tempio finchè non avessero termine i sette flagelli dei sette angeli “ ( Apocalisse 15,5-8).
Trascorso il tempo di grazia, durante il quale la Regina della pace ha radunato i suoi nella “ Tenda della Testimonianza”, inizierà il periodo dei sette flagelli, quando gli angeli verseranno le coppe dell’ira divina sulla terra? Prima di dare una risposta a questo interrogativo, è necessario comprendere il vero significato di “ira divina”. Infatti il volto di Dio è sempre quello dell’amore, anche in quei momenti in cui gli uomini non riescono più a vederlo.
“ SATANA VUOLE L’ODIO E LA GUERRA “.
Non c’è dubbio che nella Sacra Scrittura ricorra spesso l’immagine di Dio che castiga a causa dei peccati. La troviamo sia nell’Antico come nel Nuovo Testamento. A questo riguardo impressiona l’ammonimento di Gesù al paralitico che aveva guarito alla piscina di Betzata: “ Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio “ (Giovanni 5,14). Si tratta di un modo di esprimersi che troviamo anche nelle rivelazioni private. Basta a questo riguardo fare riferimento alle parole accorate della Madonna A La Salette: “ Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio. Coloro che conducono i carri non sanno imprecare senza mescolarvi il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio “.
Il braccio di Gesù, pronto a colpire questo mondo immerso nel peccato, come deve essere inteso perché non venga offuscato il volto del Dio della rivelazione che, come sappiamo, è amore prodigo e senza confini? Il Dio che punisce i peccati è forse diverso dal Crocifisso che, nel momento solenne della morte, si rivolge al Padre dicendo: “ Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno”( Luca 23,33)? Si tratta di un interrogativo che trova la soluzione nella stessa Sacra Scrittura. Dio castiga non per distruggere, ma per correggere. Finchè siamo nel corso di questa vita tutte le croci e le afflizioni di vario genere sono orientati alla nostra purificazione e alla nostra santificazione. In ultima analisi anche il castigo di Dio, che ha come fine ultimo la nostra conversione, è un atto della sua misericordia. Quando l’uomo non risponde al linguaggio dell’amore, Dio, al fine di salvarlo, usa il linguaggio del dolore.
D’altra parte la radice etimologica di “castigo” è la stessa di “casto”. Dio “castiga” non per vendicare il male che abbiamo commesso, ma per renderci “casti “, cioè puri, attraverso la grande scuola della sofferenza. Non è forse vero che una malattia, un rovescio economico, una disgrazia o la morte di una persona cara sono esperienze della vita attraverso le quali avvertiamo la precarietà di tutto ciò che è effimero e rivolgiamo l’animo a tutto ciò che è veramente importante ed essenziale? Il castigo fa parte della pedagogia divina e Dio, che ci conosce bene, sa quanto ne abbiamo bisogno a causa della nostra “dura cervice”. Quale padre o quale madre infatti non usa la mano ferma per evitare che i figli imprudenti e sbadati imbocchino una via pericolosa?
Non bisogna tuttavia pensare che, sia pure per ragioni pedagogiche, sia sempre Dio a mandarci “i castighi” con i quali correggerci. Questo potrebbe essere anche possibile, specialmente per quanto riguarda gli sconvolgimenti della natura. Non fu forse attraverso il diluvio che Dio punì l’umanità a causa dell’universale perversione (cfr. Genesi 6,5)? Anche la Madonna a La Salette si colloca in questa prospettiva quando afferma: “ Se il raccolto va male, è soltanto per colpa vostra. Ve l’ho fatto veder l’anno scorso con le patate; voi non ne avete fatto caso. Anzi, quando ne avete trovate guaste, imprecavate e intercalavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire, e quest’anno a Natale non ve ne saranno più “. Dio governa il mondo naturale ed è il Padre celeste che fa piovere sopra i buoni come sopra i cattivi. Attraverso la natura Dio dà la sua benedizione agli uomini, ma nel medesimo tempo rivolge anche i suoi richiami pedagogici.
Tuttavia vi sono dei castighi che sono causati direttamente dal peccato degli uomini. Pensiamo ad esempio al flagello della fame, che ha all’origine l’egoismo e l’avidità di chi, avendo il superfluo, non vuole tendere la mano al fratello indigente. Pensiamo anche al flagello di molte malattie, che persistono e si diffondono a causa dell’egoismo di un mondo che investe le risorse nelle armi invece che nella salute. Ma è soprattutto il più tremendo dei flagelli , la guerra, ad essere direttamente provocata dagli uomini. La guerra è la causa di innumerevoli mali e, per quanto riguarda il nostro particolare passaggio storico, rappresenta il più grave pericolo a cui l’umanità abbia mai dovuto far fronte. Infatti oggi una guerra che sfuggisse di mano, come è possibile che accada, potrebbe provocare la fine del mondo.
Per quanto riguarda il flagello immane della guerra dobbiamo quindi dire che esso viene esclusivamente dagli uomini e, in ultima istanza, dal maligno che inietta il veleno dell’odio nel loro cuore. La guerra è il frutto primo del peccato. La sua radice è il rifiuto dell’amore di Dio e del prossimo. Mediante la guerra satana attira gli uomini a sé, li rende partecipi del suo odio e della sua ferocia, si impadronisce delle loro anime e li usa per distruggere i progetti di misericordia di Dio nei loro confronti. “ Satana vuole la guerra e l’odio “, ammonisce la Regina della Pace all’indomani della tragedia delle due torri. Dietro la malvagità umana c’è colui che è stato omicida fin dall’inizio. In che senso quindi si può dire, come ha affermato la Madonna a Fatima, “che Dio sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra… “?
Questa espressione, nonostante l’apparente significato punitivo, in realtà ha ancora, nel suo significato profondo, un valore salvifico ed è riconducibile ad un disegno della divina misericordia. Infatti la guerra è un male causato dal peccato che si è impossessato del cuore dell’uomo e come tale è uno strumento di satana per portare l’umanità alla rovina. La madonna a Fatima è venuta per offrirci la possibilità di evitare un’esperienza infernale come quella della seconda guerra mondiale, che è stata indubbiamente uno dei flagelli più spaventosi che abbia mai colpito l’umanità. Non essendo stata ascoltata e non avendo gli uomini cessato di offendere Dio, essi sono precipitati in un abisso di odio e di violenza che avrebbe potuto essere fatale. Non è stato un caso che la guerra si sia fermata proprio quando erano state messe a punto le armi nucleari capaci di causare distruzioni irreparabili.
Da questa tremenda esperienza, provocata dalla durezza di cuore e dal rifiuto di convertirsi, Dio ha tratto quel bene che solo la sua infinita misericordia poteva ottenere. Innanzi tutto il sangue dei martiri, che con la loro carità, le loro preghiere e l’offerta della loro vita hanno ottenuto la benedizione divina sul mondo e hanno salvato l’onore del genere umano. Inoltre la mirabile testimonianza di fede, di generosità e di coraggio di innumerevoli persone, che hanno arginato con le dighe delle buone opere la marea travolgente del male. Durante la guerra i giusti hanno brillato nel cielo come stelle di incomparabile fulgore, mentre la collera di Dio si è riversata sugli impenitenti, che si sono ostinati fino alla fine sulla via dell’iniquità. Tuttavia per molti lo stesso flagello della guerra è stato un appello alla conversione, perché è tipico dell’uomo, eterno bambino, rendersi conto dell’inganno satanico solo quando ne prova sulla pelle le terribili conseguenze.
Le coppe dell’ira divina che Dio sparge sul mondo (cfr. Apocalisse 16,1) sono certamente delle piaghe con le quali, direttamente o indirettamente, punisce l’umanità a causa dei suoi peccati. Ma esse sono finalizzate alla conversione e alla salvezza eterna delle anime. Inoltre la divina misericordia le mitiga a causa delle preghiere dei giusti. Infatti le coppe d’oro sono anche il simbolo della preghiera dei santi (cfr. Apocalisse 5,8) che sollecitano l’intervento divino e gli effetti che ne scaturiscono: la vittoria del bene e la punizione delle potenze del male. Infatti nessun flagello, per quanto provocato dall’odio satanico, può raggiungere il suo fine di portare l’umanità alla rovina totale. Neppure l’attuale passaggio critico della storia, che vede le potenze del male “sciolte dalle catene”, può essere considerato senza speranza. I dieci segreti di Medjugorje vanno visti nella prospettiva classica della fede. Essi, quand’anche alludessero ad eventi spaventosi e fatali per la stessa sopravvivenza dell’umanità ( come ad esempio catastrofiche guerre con armi di distruzione di massa ), rimangono sotto il governo dell’amore misericordioso che, col nostro aiuto, può trarre il bene anche dal più grande male.
I SEGRETI DI MEDJUGORJE, PROFEZIE DI MATRICE BIBLICA.
La rivelazione del futuro, che ci viene dal cielo, va sempre interpretata come un atto dell’amore paterno di Dio, anche se si tratta di eventi drammatici. Infatti in questo modo la Sapienza divina ci vuole indicare a quali conseguenze porti il peccato e il rifiuto di convertirsi. Inoltre offre la possibilità ai buoni di intercedere e di mutare con le loro preghiere il corso degli avvenimenti. Infine, nel caso di impenitenza e di durezza di cuore, Dio dona ai giusti una via di salvezza o, dono ancora più grande, la grazia del martirio.
I dieci segreti di Medjugorje sono una rivelazione riguardo al futuro che rispecchia perfettamente la pedagogia divina. Essi non hanno lo scopo di impaurire, ma di salvare. A mano a mano che i tempi si avvicinano la Regina della pace non si stanca di ripetere che non dobbiamo avere paura. Infatti chi si trova nella scia della sua luce è consapevole che lei sta preparando una via d’uscita alla trappola infernale che il maligno ha architettato per trascinare l’umanità negli abissi tenebrosi della disperazione.
Per comprendere la serietà e la credibilità del segreto di Fatima come di quelli di Medjugorje occorre tenere presente che essi riflettono la struttura fondamentale delle profezie della Sacra Scrittura. In esse Dio, attraverso i suoi profeti, preannunzia un evento che si realizzerà nel caso cada nel vuoto l’appello alla conversione. A questo riguardo è molto istruttiva la profezia di Gesù sulla distruzione del tempio di Gerusalemme. Di questo grandioso edificio egli dice che non rimarrà pietra su pietra, perché non è stato accolto il momento in cui è passata la grazia della salvezza.
“ Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! “ ( Matteo 23, 37 ). Qui Gesù indica la radice dei mali che affliggono l’umanità nel corso della sua storia. Si tratta dell’incredulità e della durezza di cuore di fronte ai richiami del cielo. Le conseguenze che ne derivano non sono attribuibili a Dio, ma agli uomini stessi. Ai discepoli che gli si avvicinavano per fargli osservare le costruzioni del tempio, Gesù risponde: “ Vedete tutte queste cose? In verità vi dico non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata” ( Matteo 24, 1 ). Avendo rifiutato il Messia spirituale, i Giudei hanno percorso fino in fondo la via del messianismo politico, venendo così annientati dalle legioni romane.
Ci troviamo qui di fronte allo schema essenziale della profezia biblica. Non si tratta di una speculazione astratta sul futuro, al fine di soddisfare curiosità morbose o per coltivare l’illusione di dominare il tempo e gli eventi della storia, di cui soltanto Dio è il Signore. Essa al contrario ci responsabilizza rispetto a vicende la cui realizzzazione dipende dalle nostre libere scelte. Il contesto è sempre quello di un invito alla conversione, per evitare le inevitabili conseguenze catastrofiche del male. A Fatima la Madonna aveva preannunciato una guerra “ancora peggiore “ se gli uomini non avessero cessato di offendere Dio. Non vi è dubbio che, se fosse stato accolto l’invito alla penitenza, l’avvenire sarebbe stato diverso. Il quadro complessivo in cui collocare i segreti di Medjugorje è il medesimo. La Regina della pace ha rivolto il più pressante appello alla conversione che mai si sia verificato dagli albori della redenzione. Gli avvenimenti futuri sono caratterizzati dalla risposta che gli uomini stanno dando ai messaggi che lei ci dona.
I SEGRETI DI MEDJUGORJE, DONO DELLA DIVINA
MISERICORDIA.
La prospettiva biblica in cui collocare i dieci segreti di Medjugorje ci aiuta a liberarci da un clima psicologico di angoscia e di paura e a guardare al futuro con la serenità della fede. La Regina della pace sta mettendo mano a un piano mirabile di salvezza, il cui inizio risale a Fatima e che oggi è nel suo pieno svolgimento. Sappiamo anche che vi è un punto di arrivo che la Madonna descrive come il fiorire di un tempo di primavera. Questo significa che il mondo dovrà attraversare un periodo di gelo invernale, ma non sarà tale da compromettere l’avvenire dell’umanità. Questa luce di speranza che illumina il futuro è certo il primo e più grande dono della divina misericordia. Infatti gli uomini sopportano anche le prove più difficili se hanno la certezza che alla fine avranno uno sbocco positivo. Il naufrago raddoppia le energie se intravede all’orizzonte il sospirato golfo di luce. Senza prospettive di vita e di speranza gli uomini gettano la spugna senza più combattere e resistere.
Non si può dimenticare che, anche se ora i segreti rivelati si realizzeranno necessariamente, tuttavia uno di essi, presumibilmente il più impressionante, è stato mitigato. Il settimo segreto ha creato una forte emozione nella veggente Mirjana che ha chiesto alla Madonna che fosse cancellato. La Madre di Dio ha chiesto preghiere per questa intenzione e il segreto è stato attenuato. In questo caso non si è realizzato quanto la Bibbia racconta riguardo alla predicazione del profeta Giona presso la grande città di Ninive, la quale ha evitato completamente il castigo preannunciato dal cielo accogliendo l’appello alla conversione.
Tuttavia come non vedere in questa attenuazione del settimo segreto il tocco materno di Maria che mostra in visione “una catastrofe” futura, perché la preghiera dei buoni possa almeno parzialmente allontanarla? Alcuni potrebbero obiettare: “ Perché mai il Signore non ha fatto sì che la potenza dell’intercessione e del sacrificio potessero cancellarla del tutto?”. Forse un giorno ci renderemo conto che, quanto Dio ha deciso che accadesse, è stato necessario per il nostro vero bene.
In modo particolare appare come un segno mirabile della divina misericordia il modo col quale la Madonna ha voluto che i dieci segreti fossero rivelati. La manifestazione al mondo tre giorni prima che ogni avvenimento si realizzi è un dono straordinario di cui forse soltanto in quel momento sapremo apprezzarne l’inestimabile valore. Non dimentichiamo che la realizzazione del primo segreto sarà un ammonimento per tutti riguardo alla serietà delle profezie di Medjugorje. Quelli successivi saranno indubbiamente guardati con crescente attenzione e apertura di cuore. L’immediata rivelazione pubblica di ogni segreto e la successiva attualizzazione avrà l’effetto di rafforzare la fede e il valore di credibilità. Inoltre preparerà gli animi che sono aperti alla grazia ad affrontare senza paura ciò che deve accadere (cfr. Luca 21,26).
Va anche sottolineato che svelare tre giorni prima ciò che sta per succedere e in quale luogo si verificherà, significa inoltre offrire delle possibilità insperate di salvezza. Non siamo in grado di comprendere ora in tutta la sua straordinaria grandezza e nelle sue concrete implicazioni questo dono della divina misericordia, ma verrà il tempo in cui gli uomini se ne renderanno conto. A questo riguardo giova sottolineare che non mancano precedenti biblici molto eloquenti, dove Dio rivela anzitempo una catastrofe, perché i buoni possano mettersi in salvo. Non fu così forse in occasione della distruzione di Sodoma e Gomorra, quando Dio volle salvare Lot e la sua famiglia che vi abitavano? “Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: “Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città”. Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie, le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città… Quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodomia e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti della città e la vegetazione del suolo” (Genesi 19, 15-16. 24-25).
La premura di dare una possibilità di salvezza per i giusti che credono la troviamo anche nella profezia di Gesù sulla distruzione di Gerusalemme che, come sappiamo dalla storia, si realizzò fra crudeltà indicibili. A questo riguardo il Signore così si esprime: “Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro le città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia” (Luca 21,20-22).
Come appare chiaro, rientra nella pedagogia divina delle profezie offrire delle possibilità di salvezza a coloro che crederanno. Per quanto riguarda i dieci segreti di Medjugorje il dono di misericordia risiede proprio in questo anticipo di te giorni. Non fa dunque meraviglia che la veggente Mirjana abbia sottolineato la necessità di far conoscere al mondo quanto verrà rivelato. Si tratterà di un vero e proprio giudizio di Dio che passerà attraverso la risposta delle persone. Siamo di fronte ad un fatto insolito nella storia cristiana, ma con radici che affondano nella Scrittura. Anche questo dà la dimensione del momento eccezionale che si profila all’orizzonte dell’umanità.
Si è giustamente sottolineato come il terzo segreto, riguardane il segno visibile, indistruttibile e bellissimo, che la Madonna lascerà sulla montagna delle prime apparizioni sia un dono di grazia che illuminerà un panorama dove non mancheranno le scene drammatiche e già questa è una prova visibile dell’amore misericordioso di Dio. Tuttavia è utile osservare che il terzo segreto precederà il settimo e altri di cui non conosciamo il contenuto. Anche questo è un grande dono da parte della Madonna. Infatti il terzo segreto rafforzerà la fede dei più deboli e soprattutto sosterrà la speranza nel momento della prova, trattandosi di un segno durevole, “che viene dal Signore”. La sua luce risplenderà nel buio del tempo di afflizione e darà ai buoni la forza di perseverare e di testimoniare fino alla fine.
Il piano d’insieme che esce dalla descrizione dei segreti, per quello che ci è dato di sapere, è tale da rasserenare gli animi che si lasciano illuminare dalla fede. Ad un mondo che scivola sul piano inclinato che porta alla rovina, Dio offre rimedi estremi di salvezza. Certo, se l’umanità avesse risposto ai messaggi di Medjugorje e prima ancora agli appelli di Fatima, le sarebbe stato evitato il passaggio attraverso la grande tribolazione. Tuttavia anche ora un esito positivo è possibile, anzi è certo.
La Madonna a Medjugorje è ventuta come Regina della pace e alla fine schiaccerà la testa al drago dell’odio e dell’inimicizia che vuole distruggere il mondo. Quanto accadrà nel futuro è presumibilmente opera degli uomini, sempre più in balia dello spirito del male a causa del loro orgoglio, dell’incredulità al vangelo e dell’immoralità sfrenata. Tuttavia il Signore Gesù, nella sua infinita bontà, ha deciso di salvare il mondo dalle conseguenze delle sue iniquità, anche a motivo della corrispondenza dei buoni. I segreti sono senza dubbio un dono del suo Cuore misericordioso il quale, anche dai più grandi mali, sa trarre un bene insperato oltre che immeritato.
I SEGRETI DI MEDJUGORJE, PROVA DELLA FEDE.
Non coglieremmo la ricchezza della pedagogia divina che si esprime attraverso i segreti di Medjugorje se non mettessimo in evidenza che essi costituiscono una grande prova della fede. Anche a loro riguardo vale la parola di Gesù secondo la quale la salvezza viene sempre dalla fede. Dio infatti è sempre pronto ad aprire le cataratte dell’amore miseriocordioso, purchè vi sia chi crede, intercede e accoglie nella fiducia e nell’abbandono. Il popolo ebraico davanti al Mar Rosso come avrebbe potuto salvarsi se non avesse creduto nella potenza di Dio e se, una volta aperte le acque, non avesse avuto il coraggio di attraversare con totale fiducia nell’onnipotenza divina? Tuttavia il primo a credere fu Mosè e la sua fede risvegliò e sostenne quella di tutto il popolo.
Il tempo contrassegnato dai segreti della Regina della pace avrà bisogno di una fede incrollabile, innanzi tutto da parte di coloro che la Madonna ha scelto come suoi testimoni. Non a caso la Madonna invita spesso i suoi seguaci ad essere “testimoni della fede “. Nel loro piccolo la veggente Mirjana in primo luogo, quindi anche il sacerdote da lei scelto per rivelare i segreti al mondo, dovranno essere gli araldi della fede in quel momento in cui le tenebre dell’incredulità avvolgeranno la terra. Non possiamo sottovalutare il compito che la Madonna ha assegnato a questa giovane donna, sposata e madre di due figli, nell’indicare al mondo eventi che non è esagerato ritenere decisivi.
Al riguardo è istruttivo un riferimento all’esperienza dei pastorelli di Fatima. La Madonna aveva preannunciato per l’ultima apparizione del 13 ottobre un segno e grande era l’aspettativa della gente che si era precipitata a Fatima per assistere all’evento. La mamma di Lucia, che non credeva alle apparizioni, a causa della folla temeva per la vita stessa della figlia nel caso che non fosse accaduto nulla. Essendo una fervente cristiana, voleva che la figlia andasse a confessarsi, in modo tale da essere preparata a ogni evenienza. Lucia però come anche i due cuginetti Francesco e Giacinta, erano fermissimi nel credere che quanto promesso dalla Madonna si sarebbe realizzato. Lei accettava di andare a confessarsi , ma non perché avesse dei dubbi riguardo alle parole della Madonna.
Allo stesso modo la veggente Mirjana ( non sappiamo quale ruolo la Madonna assegnerà agli altri cinque veggenti, ma dovranno anch’essi tutti insieme farle da sostegno) dovrà essere ferma e incrollabile nella fede, rivelando nel momento stabilito dalla Madonna il contenuto di ogni segreto. La stessa fede, lo stesso coraggio e la stessa fiducia dovrà avere il sacerdote da lei già prescelto ( si tratta del frate francescano Petar Ljubicic), il quale avrà il non facile compito di annunciare ogni segreto al mondo con precisione, con chiarezza e senza tentennamenti. La saldezza d’animo che questo compito richiede spiegano per quale motivo la Madonna ha chiesto loro una settimana di preghiera e di digiuno a pane e acqua, prima che i segreti vengano resi publici.
Ma a questo punto, accanto alla fede dei protagonisti, dovrà risplendere la fede dei seguaci della “Gospa”, cioè di coloro che Lei ha preparato per questo tempo, avendo accolto la sua chiamata. Sarà di estrema importanza, per il mondo distratto e incredulo nel quale viviamo, la loro limpida e ferma testimonianza. Non potranno limitarsi a stare alla finestra e a fare da spettatori, per vedere come andranno a finire le cose.. Non potranno stare diplomaticamente defilati, per paura di compromettersi. Dovranno testimoniare di credere alla Madonna e di prendere sul serio i suoi ammonimenti. Dovranno scuotere dal torpore questo mondo e disporlo a capire il messaggio di Dio.
Ogni segreto, grazie alla serena mobilitazione dell’esercito di Maria, dovrà essere per l’umanità un segno e un richiamo, oltre che un evento di salvezza. Come sperare che il mondo colga la grazia della rivelazione dei segreti se i testimoni di Maria si lasceranno paralizzare dal dubbio e dalla paura? Chi, se non essi aiuteranno gli indifferenti, gli increduli e i nemici di Cristo a salvarsi dalla marea montante dell’angoscia e della disperazione? Chi, se non i seguaci della “Gosna”, ormai diffusi in tutto il mondo, potranno aiutare la Chiesa a vivere nella fede e nella speranza i tempi più difficili della storia dell’umanità? La Madonna si aspetta molto da coloro che Lei ha preparato per i momenti della prova. La loro fede dovrà risplendere davanti agli occhi di tutti gli uomini. Il loro coraggio dovrà sostenere i più deboli e la loro speranza dovrà infondere fiducia durante la tempestosa navigazione, fino a che non sia giunta la riva.
A coloro che, all’interno della Chiesa, amano discutere e polemizzare riguardo all’approvazione ecclesiastica delle apparizioni di Medjugorje, si deve rispondere con una affermazione che ha fatto la Madonna fin dai primi tempi. Ella ha detto che al riguardo noi non dovevamo preoccuparci, perché se ne sarebbe occupata Lei personalmente. Il nostro impegno invece si sarebbe dovuto concentrare sul cammino di conversione. Ebbene, sarà proprio il tempo dei dieci segreti quello in cui verrà dimostrata la verità delle apparizioni.
Il segno sulla montagna, preannunciato dal terzo segreto, sarà un richiamo per tutti, oltre che un motivo di riflessione e di convincimento per la Chiesa. Ma saranno gli eventi successivi a manifestare agli uomini l’amore materno di Maria e la sua sollecitudine per la nostra salvezza. Nel tempo della prova, in cui la Madre di Gesù interverrà nel nome del Figlio Suo per indicare una via di speranza, l’umanità intera scoprirà la regalità di Cristo e la sua signoria sul mondo. Sarà Maria, operante attraverso la testimonianza dei suoi figli, a manifestare agli uomini qual è la fede autentica, nella quale essi potranno trovare la salvezza e la speranza di un avvenire di pace.
3. OPERA CENACOLO FAMILIARE.
L’Opera Cenacolo Familiare è nata nel Maggio 1946 nel silenzio di un Seminario del Piemonte.
Il Seminarista Salvatore Paparo, nato a Cesarò, provincia di Messina, il 14 Agosto 1929, cadde gravemente ammalato ed era agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore:
“ NON PASSERA’ LA NOTTE “. La bontà di Dio, invece, per i suoi scopi misericordiosi, compì in Salvatore il miracolo di una guarigione improvvisa e totale, affidandogli simultaneamente, in una luce gioiosa, la missione dell’Opera Cenacolo Familiare che è una profezia della prossima Età Aurea del Cristianesimo.
Dio scelse come suo umile e docile strumento Salvatore, il più piccolo tra i piccoli, perchè secondo le parole di San Paolo: “ Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti; Dio ha scelto quelli che nel mondo non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa. COSI’ NESSUNO POTRA’ VANTARSI DAVANTI A DIO “ (1Cor. 1, 27-28).
Dal maggio 1946 Salvatore è vissuto solo per l’Opera Cenacolo Familiare.
Salvatore è stato ordinato sacerdote il 21 febbraio 1954; dal 1963 è parroco di Cintano, diocesi di Ivrea, provincia di Torino; ha scritto molto sull’Opera, ha diffuso i suoi scritti presso tutti i parroci italiani ricevendo molte lodi e molte critiche.
Durante le sue numerose e prolungate preghiere quotidiane, trascorse in dolce e gioiosa intimità con Dio e Maria Santissima, ha spesso ricevuto questa comunicazione celeste:
“ PRIMA CHE L’OPERA CENACOLO
FAMILIARE ABBIA IL SUO NATURALE
SVILUPPO, DOVRAI AFFRONTARE UNA
MALATTIA MORTALE “.
La comunicazione divina si è già realizzata: il 28 Novembre 2005, don Salvatore fu sottoposto ad un delicatissimo e complicato intervento chirurgico: gli furono asportate la vescica e la prostata colpite da un tumore maligno. Il chirurgo dottor Vestita, poi, la cui mano fu meravigliosamente guidata da Dio, gli ricostituì la vescica con l’intestino.
Oggi 29 giugno 2007 don Salvatore testimonia che il Signore il 28 novembre 2005 lo ha guarito miracolosamente per la seconda volta, per i suoi scopi misericordiosi riguardanti l’Opera Cenacolo Familiare. Dopo l’intervento chirurgico, infatti, non ha avuto bisogno di alcuna medicina; è guarito perfettamente; in lui oggi non c’è alcuna traccia di cancro.
E qui don Salvatore, prima di esporre le profezie dell’Opera Cenacolo Familiare, sente il bisogno di riferirsi ai messaggi mariani di Fatima e di Medjugorje. Sia a Fatima che a Medjugorje la Madonna PROFETIZZA PACE PER IL MONDO INTERO. E’ vero anche che i segreti di Medjugorje nascondono prossime atroci sofferenze per la purificazione degli uomini che continuano a peccare e a non convertirsi, sordi ad ogni richiamo materno di Maria.
Noi però dobbiamo soprattutto accentuare la certezza dell’avvento di un mondo migliore che Dio e la Madonna da tempo stanno costruendo con i loro interventi misericordiosi.
E’ su questa linea di ottimismo che l’Opera Cenacolo Familiare trova la sua linfa vitale. Essa crede fermamente che siamo prossimi all’Età Aurea del Cristianesimo in cui il mondo intero RICONOSCERA’ GESU’ come suo Unico Salvatore, Nome al di fuori del Quale non c’è salvezza, e si convertità a Lui; VIVRA’, in modo straordinario, UNA LUNGHISSIMA ERA DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI. La pace universale messianica, frutto dell’amore per Dio e per il prossimo, recherà immensi benefici a tutti: si rispetterà la natura, si favorirà lo sviluppo di tutti gli uomini, i soldi finora sprecati per la costruzione delle armi, saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali.
In conseguenza la vita umana sarà longeva e felice: “ Dice il Signore: NON MORRANNO PIU’ BAMBINI, E GLI ADULTI AVRANNO UNA LUNGA VECCHIAIA. MORIRA’ GIOVANE CHI MORIRA’ A CENT’ANNI. SE UNO NON ARRIVERA’ A CENT’ANNI, VORRA’ DIRE CHE IO L’HO PUNITO “ (Isaia 65, 16-24).
La prossima Età Aurea del Cristianesimo, Era di amore tra gli individui e le nazioni, coinciderà con l’Età Aurea della FAMIGLIA,CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.
Don Salvatore Paparo.
11 ott 2009
FATIMA - MEDJUGORJE
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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