FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITA’.
PREDICA.
La festa di oggi ci sospinge a balbettare sulla vita intima di Dio, di Dio Amore, FAMIGLIA FELICISSIMA COMPOSTA DA TRE PERSONE, DAL PADRE, DAL FIGLIO E DALLO SPIRITO SANTO.
Le Tre Persone Divine sono FELICISSIME perché si amano e si donano tutti i beni che posseggono in sommo grado.
Le Tre Persone Divine non avevano bisogno di nessuno, ma poiché sono Amore, decisero di comunicare la loro felicità all’uomo e lo crearono FAMIGLIA, a loro immagine e somiglianza. VEDIAMO COME:
LA PRIMA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E’ INSIEME SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE, e nella famiglia umana ha comunicato all’uomo le sue qualità di sposo e di padre, e alla donna le sue qualità di sposa e di madre.
LA SECONDA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E’ IL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE CELESTE: Egli contiene in Sé sia la parte maschile sia la parte femminile. Pertanto nella famiglia umana sono immagine del Figlio Unigenito di Dio Padre, sia il figlio sia la figlia.
INFINE LA TERZA PERSONA DELLA FAMIGLIA DIVINA E’ LO SPIRITO SANTO: LO SPIRITO SANTO è l’amore con cui il Padre Celeste ama il Suo Figlio Unigenito, e il Figlio Unigenito di Dio ama il Padre Celeste.
I membri della famiglia umana ossia gli sposi, i genitori e i figli, per essere felici debbono essere l’immagine dello Spirito Santo, ossia debbono amarsi e farsi del bene a vicenda. Se non si amano e reciprocamente si fanno del male, sono infelici.
Dalla storia sappiamo che, purtroppo, la famiglia umana ha fallito lo scopo per cui Dio l’ha creata. I suoi membri non si sono amati e si sono fatti reciprocamente del male.
Per rimediare allo sfacelo della famiglia umana, il Figlio della Famiglia Divina si fece uomo in Gesù di Nazaret. Egli volle nascere in una famiglia singolare. In Essa Lui è il figlio, Maria è la sposa e la madre, Giuseppe è lo sposo e il padre.
LA FAMIGLIA DI NAZARET E’ IL MODELLO DELL’AMORE: i suoi membri, infatti, amarono in sommo grado il Padre Celeste; si amarono tra di loro e amarono tutti gli uomini. CONSIDRIAMOLI IN PARTICOLARE:
GESU’ amò il Padre Celeste facendo sempre la sua volotà fino alla morte e alla morte di croce; amò i suoi genitori Maria e Giuseppe stando loro sottomesso e ricolmandoli di delicatezze; amò noi suoi fratelli minori e per salvarci sacrificò la sua stessa vita.
MARIA SANTISSIMA amò il Padre Celeste vivendo per tutta la vita il suo
“ SI’ “ pronunziato al momento dell’Incarnazione di Gesù; amò il Suo Figlio Gesù e il suo Sposo Giuseppe ponendosi sempre a loro disposizione con premura e generosità; e amò immensamente anche noi accettando la sofferenza sofferenza necessaria per generarci e partorirci figli suoi e figli del Padre Celeste. Per nostro amore accettò di essere la "Regina dei Martiri".
Anche Giuseppe amò il Padre Celeste eseguendo sempre la sua volontà con prontezza e generosità; amò la sua sposa Maria e il suo Figlio Gesù soprattuto con il suo lavoro; amò noi unendo le sue sofferenze alle sofferenze redentrici di Gesù e di Maria.
A QUESTO PUNTO DICIAMO: i membri della famiglia umana se vogliono essere felici, debbono imitare l’amore esercitato dai membri della Famiglia di
Nazaret. Dopo duemila anni di Cristianesimo, purtroppo, costatiamo che moltissime famiglie non vivono d’amore per cui si sfasciano facilmente. Malgrado ciò, non dobbiamo essere pessimisti: la Sacra Scrittura ci assicura che, NONOSTANTE LA MALVAGITA’ UMANA, Dio riuscirà a convertire gli uomini di ogni popolo e di ogni nazione: ALLORA LE FAMIGLIE VIVRANNO DI AMORE SECONDO IL CUORE DI DIO.
Da parte nostra, cerchiamo di essere costruttori di unità e di felicità VIVENDO D’AMORE nel seno della famiglia in vui siamo nati.
Sac. Salvatore Paparo
Cintano 18 maggio 2008.
11 ott 2009
FESTA SS. TRINITA'
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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