Translate

12 ott 2009

SUI POVERI

S U I P O V E R I



DOMENICA TERZA DI AVVENTO ANNO B




A commento della parola che Dio ci rivolge oggi, iniziamo riportando quanto San Luca scrive nel quarto capitolo del suo vangelo:

“ In quel tempo Gesù si recò a Nazaret, dove era stato allevato. Era sabato e, come al solito, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu presentato il libro del profeta Isaia ed egli, apertolo, s’imbattè nel passo in cui era scritto: “LO SPIRITO DEL SIGNORE E’ SOPRA DI ME, PER QUESTO MI HA CONSACRATO E MI HA INVIATO A PORTARE AI POVERI IL LIETO ANNUNZIO… E INAUGURARE L’ANNO DI GRAZIA DEL SIGNORE”. Poi arrotolato il volume, Gesù lo restituì al servitore e si sedette. Tutti coloro che erano presenti nella sinagoga tenevono gli occhi fissi su di lui.

Allora cominciò a dire:

“ OGGI SI E’ADEMPIUTA QUESTA SCRITTURA

PER VOI CHE MI ASCOLTATE “.

La profezia di Isaia sul Messia che doveva venire e che noi abbiamo ricordato nella prima lettura biblica di oggi, terza domenica di Avvento, si è avverata in Gesù: Gesù ha rivelato ai Nazaretani che era Lui il Messia atteso E CHE ERA VENUTO PER I POVERI.

Il modo con cui distruggere la povertà Gesù ce l’ha indicato nella PRIMA BEATITUDINE: “ BEATI I POVERI IN SPIRITO “. Sono BEATI coloro che volontariamente si rendono poveri perché i poveri non siano più poveri e tutti vivano economicamente in modo dignitoso. In altre parole Gesù ci ha detto che i beni immensi del creato sono doni di Dio e che essi sono destinati a tutti gli uomini e non ad alcuni privilegiati. Ciascuno di noi deve tenere per sé tutto ciò che gli è necessario per vivere serenamente e felicemente. Il resto non ci appartiene, E’ DEI POVERI, E NOI DOBBIAMO DISTRIBUIRLO AI POVERI.

Qui a qualcuno può sorgere un dubbio: ma Gesù non si è fatto uomo per salvarci, perché noi raggiungiamo il Paradiso, luogo di perfetta ed eterna felicità? Certo; ma non dobbiamo dimenticare che il Paradiso è il luogo della perfetta felicità perché è il luogo in cui si vive di PERFETTO AMORE e che vanno in Paradiso solo coloro che durante la loro vita terrena vivono d’amore: d’amore verso Dio e d’amore verso il prossimo. L’amore verso il prossimo in terra si dimostra soprattutto aiutando i poveri, i bisognosi, i sofferenti. Se noi amiamo, aiutiamo, secondo le nostre possibilità, chi ha fame, chi ha sete, chi necessita di un vestito, chi è malato e così via.

Sotto questa luce comprendiamo bene perché al Giudizio Universale saremo giudicati sul modo con cui ci siamo comportati con i poveri, i bisognosi, i sofferenti. Saremo cittadini del Paradiso solo se in terra imitiamo il Buon Samaritano che quando si trovò dinanzi al viandante assalito, derubato, picchiato, lasciato mezzo morto sul ciglio della strada, ebbe compassione di lui, si interessò di lui, lo portò all’albergo e lo fece curare fino alla sua perfetta guarigione pagando di tasca sua tutte le spese.



Sac. Salvatore Paparo

Nessun commento:

Posta un commento