24 MAGGIO 2009 SOLENNITA’ DELL’ASCENSIONE
PREDICA
Dopo la sua risurrezione Gesù rimase ancora per 40 giorni in questa terra per convincere gli Apostoli che Lui era veramente risorto e per affidare ad essi la missione di testimoniare nel mondo intero il mirabile evento.
Trascorsi i quaranta giorni, Gesù radunò gli Apostoli e i suoi primi discepoli di circa 120 persone, e disse loro:
“Io torno al Padre dal quale sono venuto. Il vostro cuore, però, non si rattristi: nella casa del mio Padre vi sono molte dimore. Vado in Cielo per preparare un posto a ciascuno di voi”.
Noi come Gesù risusciteremo, come Gesù andremo in paradiso dove vivremo felici, per sempre. In Paradiso la maggiore gioia ci proverrà dal fatto che vedremo Dio faccia a faccia, vedremo Dio così come Egli è. In Paradiso godremo anche perché ritroveremo i nostri cari defunti e sarà ricostituita per sempre la nostra famiglia. In Paradiso godremo anche perché il nostro corpo risuscitato sarà glorificato come il corpo di Gesù. Quindi scompariranno tutte le sofferenze, tutte le malattie, e la morte sarà vinta definitivamente. Ciascuno di noi dirà con Gesù:
“IO ERO MORTO, ADESSO SONO VIVO, E LA MORTE NON HA PIU’ POTERE SU DI ME” .
Diciamo ancora. In Paradiso, il nostro corpo come il corpo di Gesù si sposterà da un luogo all’altro con la velocità del pensiero; attraverseremo gli ostacoli materiali senza alcuna difficoltà come il corpo di Gesù che nel giorno della Risurrezione entrò nel Cenacolo attraverso i muri lasciando chiuse le porte.
Dobbiamo sottolineare un’altra qualità del copro risorto di Gesù che abitualmente non si considera. Gesù durante i 40 giorni che rimase in mezzo a noi prima di salire al Cielo, ci svelò che in Paradiso continueremo, in modo perfezionato, a gustare il piacere del mangiare e del bere.
Consideriamo i fatti. Gesù la domenica di risurezione apparve agli Apostoli rinchiusi nel Cenacolo per paura dei Giudei. Immediatamente notò il dubbio sorto nella mente degli Apostoli: si trovavano dinanzi a Gesù risorto o dinanzi ad un fantasma? Allora Gesù per convincerli che era veramente risorto si fece toccare dagli Apostoli perché costatassero che aveva vera carne e vere ossa, cose che i fantasmi non hanno; e poi volle aggiugere un’altra prova. Domandò agli Apostoli: “AVETE QUALCHE COSA DA MAGIARE?”. Gli Apostoli gli diedero una porzione di pesce arrostito. Gesù lo prese E LO MANGIO’ DAVANTI A LORO.
San Pietro poi in un discorso tenuto dopo la Pentecoste, disse ai suoi uditori:
“Dio risuscitò Gesù dopo tre giorni, e volle che si manifestasse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Lui, A NOI CHE ABBIAMO MANGIATO E BEVUTO CON LUI DOPO LA SUA RISURREZIONE DAI MORTI”.
Già nel Vecchio Testamento il profeta Isaia,, parlando del Paradiso, si era espresso così: “IL SIGNORE PREPARERA’ PER TUTTI I POPOLI UN BANCHETTO RICCO DI VIVANDE GUSTOSE E DI VINI RAFFINATI”. Gesù con il comportamento tenuto durante la sua vita pubblica ci conferma che in Paradiso gusteremo, in modo perfezionato il piacere del mangiare e del bere: infatti, Gesù partecipò volentieri e spesso ai banchetti tanto che i suoi nemici per screditarlo lo chiamavano UN MANGIONE E UN BEONE.
Riassumendo quanto abbiamo esposto, diciamo:
Noi risorgeremo come Gesù, noi come Gesù godremo in Paradiso: la nostra gioia principale ci proverrà dal fatto che in Paradiso vedremo Dio faccia a faccia, vedremo Dio così come Egli è. In Paradiso gioiremo anche perché ritroveremo i nostri cari defunti e la nostra famiglia sarà ricotruita per sempre. Infine, in Paradiso sentiremo in modo perfezionato, il piacere che ci proviene dall’esercizio dei cinque sensi del nostro corpo: la vista, l’udito, l’olfatto il gusto e il tatto.
Oggi, oltre che la festa dell’Ascensione, celebriamo anche la festa di Maria Santissima Ausiliatrice. Affidiamoci al suo materno aiuto, a lei che è
L’IMMACOLATA CONCEZIONE, ASSUNTA IN CIELO IN CORPO E ANIMA GLORIFICATI.
Sac. Salvatore Paparo
AGGIUNTA
Nello SCRITTO AUTOBIOGRAFICO A di santa Teresa del Bambino Gesù leggiamo:
“Quando giocavamo con i bimbi, ci perseguitava il pensiero della nostra Mamma cara. Una volta Celina aveva avuto una bella albicocca, si chinò verso di me, e mi disse piano: Non la mangiamo, la dò alla Mamma”. Ahimè! Povera Mamma tanto cara, era già troppo malata per mangiare i frutti della terra, non doveva più SAZIARSI se non in Cielo della GLORIA divina e BERE con Gesù IL VINO MISTERIOSO del quale parla nell’ultima sua cena, quando dice che lo condividerà con noi nel regno del Padre suo”.
La santa si riferisce a Mt. 26,29: “Io vi dico: NON BERRO’ D’ORA INNANZI di questo frutto della vite, fino a quel giorno quando lo berrò con voi nuovo nel regno del Padre mio”.
13 ott 2009
FESTA DELL'ASCENSIONE
L’Opera Cenacolo Familiare nasce in “embrione” nel maggio del 1946 in un seminario del Piemonte in seguito all’esperienza spirituale vissuta da don Salvatore Paparo, sacerdote cattolico nato a Cesarò (Messina) il 14 Agosto 1929 e morto a Cintano (To) l'1 febbraio 2015. Entrato nel Piccolo Seminario di Bronte (Catania) all’età di 10 anni, Salvatore matura la sua vocazione sacerdotale. Dopo la scuola media si trasferisce al Seminario Maggiore di Catania, dove rimane per due anni. Desiderando dedicarsi alla missione, l’8 Dicembre del 1945 entra nello studentato dei Padri Maristi a Cavagnolo (Torino). Nel maggio del 1946 si ammala gravemente e i medici disperano di salvarlo. Don Salvatore, invece, guarisce improvvisamente e, mentre si sente “immerso in Dio, luce-calore estasiante”, riceve questo messaggio: “L’umanità va incontro all’Età Aurea del Cristianesimo. Allora il mondo riconoscerà Gesù come unico suo Salvatore e vivrà in modo straordinario un’era di pace e di benessere. Tu sarai l’umile nostro strumento”.
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